Elementi di botanica parallela

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uG universale Gallucci


Leo Lionni

Elementi di Botanica parallela illustrazioni dell’autore © 1977 by Leo Lionni © Renewed 2005 by Nora Lionni and Louis Mannie Lionni Fotografie di Enzo Regazzini

Questo volume contiene una selezione dei testi e delle immagini dell’edizione originale La botanica parallela (Gallucci, 2012). Per conoscere l’opera così come l’aveva scritta e concepita l’autore, e apprezzarne appieno il valore, si consiglia la lettura del libro completo. ISBN 978-88-9348-134-2 Prima edizione marzo 2017 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2021 2020 2019 2018 2017 © 2017 Carlo Gallucci editore srl - Roma g a l l u c c i H D. c o m Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Il bilancio dell’anidride carbonica generata da questo libro è uguale a zero. Le emissioni di CO2 prodotte per la realizzazione del volume, infatti, sono state calcolate da NatureOffice e compensate con progetti di rimboschimento, realizzati anch’essi da NatureOffice e finanziati in proporzione dall’editore. NatureOffice è una società di consulenza che studia e sviluppa strategie sostenibili per la salvaguardia del clima su base volontaria. È attiva in Europa e nel Nord e Sud America. Per saperne di più visita il sito www.natureoffice.com Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Leo Lionni

Elementi di

Botanica parallela illustrazioni dell’autore


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Elementi di Botanica parallela di Leo Lionni contiene alcuni preziosi estratti da un volume assai più lungo e completo. L’idea era di offrire ai lettori un primo appuntamento con il tirillo, la labirintiana, le artisie e far scoccare così il colpo di fulmine con la nostra disciplina. Tutte le lacune prodotte dai tagli, infatti, potranno essere colmate solo aprendo il libro originale, La botanica parallela (sempre dell’amatissimo Leo Lionni), al termine del quale nessun dubbio rimarrà irrisolto e nessuna via intentata. Cari botanici (paralleli) in erba (ovviamente), buona lettura!

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“Imaginary gardens with real toads in them” MARIANNE MOORE



Premesse

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ell’antichità la botanica faceva parte di un’unica scienza, che includeva la medicina e le scienze agrarie ed era praticata da filosofi e barbieri. Alla famosa scuola medica di Coo (V secolo a.C.) Ippocrate, e più tardi Aristotele, scrissero i primi abbozzi di una metodologia scientifica. Ma fu Teofrasto, allievo di Aristotele, il primo a sviluppare un rudimentale metodo di osservazione del mondo vegetale. I suoi Historia plantarum e De plantarum causis si ritroveranno poi, tramandati da Dioscoride, fra le frasi e le frasche degli erbari medievali che monaci scrivani componevano nei chiostri fioriti delle badie, ritraendo le piante più umili, ognuna sul suo altarino di zolla, ferme, perfette come i santi, in una solitudine che sfidava il tempo e le stagioni. Dopo Gutenberg anche le piante avranno una nuova iconografia. Alle delicate velature dell’essenza di petali, applicata con amorevole pazienza, si sostituisce la brutalità del taglio nel legno e l’opaca indifferenza degli inchiostri. Nel 1539 Hieronymus Bock pubblica un’opera, illustrata da tavole xilografiche, in cui l’autore descrive 567 delle seimila specie di piante allora conosciute nel mondo occidentale, includendovi per la prima volta tuberi e funghi. […] Meno di un secolo dopo l’avvento della stampa i Conquistadores e i capitani delle Compagnie delle Indie vuo-

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Premesse

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descrizioni che non sempre riflettono con fedeltà obiettiva la realtà delle nuove piante. «Che dire» osserva Romeo Tassinelli «di piante che affondano le proprie radici anziché nelle zolle familiari della nostra terra, in un humus onirico, lontanissimo, traendone per la propria esistenzialità succhi eterei immisurabili? Le piante di questo regno sembrano essere estranee al gioco ordinato della selezione naturale e della sopravvivenza della specie. Sfuggono alle tecniche più provate e sicure della metodologia sperimentale e rifiutano i più elementari sistemi di osservazione diretta. La loro etiologia, la loro stessa esistenzialità non sono normalmente collocabili sul nostro pianeta. In fondo» conclude «non si dovrebbe parlare di un regno ma di un’anarchia vegetale»3. Era chiaro che l’inserimento nella classificazione linneana di piante probabili, tutt’al più possibili, ma comunque estranee alla nostra conosciuta realtà, avrebbe presentato difficoltà insormontabili. Fu Franco Russoli a coniare l’espressione “botanica parallela”, allo stesso tempo nominando e definendo non si sa bene se una scienza o l’insieme degli organismi che ne sono l’oggetto. Ma a volte le parole hanno una saggezza che eccede la loro densità semantica. Per le sue implicazioni di irrimediabile estraneità, la parola “parallela” liberò gli scienziati dall’incubo di veder sconvolta la tassonomia tradizionale e con essa le fondamenta stesse di tutta la metodologia scientifica moderna. Per quanto abbia ragione il Wolotow quando osserva che, se di due scienze una è parallela, lo è per definizione anche l’altra,


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pensiamo che la vaporosa ambiguità della parola non può riferirsi che a un regno che esiste fuori dai confini certi della nostra conoscenza. […] Ogni scoperta, anche minore, comporta una ridefinizione di tutto quello che fino a ieri avevamo comodamente accettato come l’unica possibile misura del reale. E così anche la scoperta di questa botanica desueta e inquietante era de-

Figura 1. Il Barometz, l’Agnello vegetale.

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era chiusa con un lucchetto. Baribhai estrasse dalla sua borsetta un mazzo di chiavi e aprì la porta. “Ecco la tua realtà” disse con un sorriso ironico. Fui costernato da quel che vidi. Nella semioscurità della capanna vi erano due grandi gibboni bianchi. Uno era sdraiato per terra sopra un mucchio di paglia. Sembrava morto; non si mosse per la nostra presenza. L’altro, invece, pur non spostandosi da dove era, cominciò a dondolarsi nervosamente sulle zampe, a mostrare i denti e a emettere piccole grida stridule. “È morta?” chiesi, indicando la scimmia sdraiata, sempre immobile. “Se è morta, lo è anche l’altra” rispose Baribhai. E poi aggiunse, scandendo lentamente le parole: “È una scimmia sola”. Abituato oramai alle boutade polemiche del vecchio, non reagii all’assurda risposta. “Che ci stanno a fare qui, quei due?” chiesi di nuovo scherzando. Ma Baribhai era uscito dalla capanna. Lo seguii per vedere che cosa mai era andato a fare. Benché le scimmie fossero legate a lunghe catene, per prudenza accostai la porta. «Accanto alla capanna c’era un orticello lungo e stretto, non più grande di un campo di bocce, tutto cintato da una rete di ferro alta come un uomo e bordato da un groviglio di filo spinato. Mi venne in mente l’immagine di un campo di concentramento per nani. All’interno vi erano tre file di piante, alte mezzo metro, tutte perfettamente uguali. A prima vista sembravano pomodori, ma le foglie erano molto regolari di forma e piuttosto gonfie, come quelle di certe crassule. Baribhai estrasse di nuovo le chiavi dalla saccoccia e aprì il cancello. Entrò, e con grande cura staccò tre foglie


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da una delle piante. Poi uscì, chiuse il cancello, fece scattare il lucchetto e mi mostrò le foglie. “Vuoi vedere la realtà? Vieni con me e guarda bene”. «Rientrammo nella capanna. La scimmia sdraiata non si era mossa, ma l’altra, alla vista delle foglie si mise in grande agitazione. Un po’ spaventato, senza saper bene perché, mi tenni vicino alla porta. Baribhai tese le foglie alla scimmia. Questa gliele strappò di mano con un gesto fulmineo, poi si appoggiò contro il muro, seduta come un peone messicano, e si mise a mangiarsele con evidente golosità. Ma ecco che a poco a poco, mentre mangiava, i suoi frenetici movimenti si fecero più lenti, gli occhietti, che prima avevano seguito ogni nostro movimento con tanta vivacità, si chiusero, e quando aveva finito la terza foglia scivolò giù lungo la parete per restare supina per terra, come svenuta. Ma nel momento esatto che cadde lì, immobilizzata, l’altra scimmia ebbe come un fremito, aprì gli occhi, emise un lungo gemito e si drizzò sulle gambe, lanciando attorno uno sguardo sospettoso e aggressivo. Dapprima non riuscii ad afferrare il senso di quello che stava succedendo, ma poi a un tratto mi ricordai la frase di Baribhai: “È una scimmia sola”. “Ecco la tua realtà” ripeté per la terza volta il vecchio scienziato. “Andiamo”». All’intervistatore di France-Inter, che non poté nascondere la sua incredulità, Jacques Dulieu confessò: «Mi reggevo a malapena sulle gambe. Uscimmo. Baribhai chiuse la porta e il lucchetto. […] “Che cosa significa?” chiesi finalmente con un fil di voce. “Andiamo” disse Bari­bhai, come

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Elenco delle tavole

I Il giardino di lĂ dalla siepe II Foglie di Antala ichsinensis III Mollette di bosco fra le radici di un ben IV Tirilli V Mollette di bosco VI Tubolare VII Camporana VIII Camporana menorea IX Protorbis X Foglia di Taluma labirintiana XI Artisie XII Le germoglianti di Cadriano XIII Tirilli strangolatori XIV Giraluna XV Calchi di solea XVI Sigurya barbulata

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In catalogo: Pablo Echaurren Caffeina d’Europa - Vita di Marinetti Massimo Bubola Rapsodia delle terre basse Leo Lionni La botanica parallela (due edizioni) Carlo Fruttero La linea di minor resistenza (due edizioni) Pablo Echaurren Majakovskij Age & Scarpelli, Mario Monicelli Brancaleone (due edizioni) Altan Cico&Pippo Andrea Emo La voce incomparabile del silenzio Grazia Verasani Accordi minori Altan Gordo Pablo Echaurren Delitto d’autore Jarnes Joyce Finn’s Hotel (due edizioni) Yoko Ono Acorn Satie, Lord Cheminot, Poli, De Maria Genoveffa di Brabante (con Cd) Giovanni Gastel Spade Andrea Emo Verso la notte e le sue ignote costellazioni Maurizio Fiorino Amodio (tre edizioni) Altan Colpi di coda (due edizioni) Stefano Disegni L’ammazzafilm (due edizioni) John Berger Cataratta (due edizioni) Marion Fayolle Gli amanti (tre edizioni) Maurizio Cotrona Primo Kyo–ko Hayashi Nagasaki Ed Wood Splatter (due edizioni) Jacopo Fo Lo Zen e l’arte di scopare (due edizioni) Giovanni Previdi, Alessandro Sanna Lettori (due edizioni) Pablo Echaurren Controstoria dell’arte (tre edizioni) Pierre Riches Note di catechismo per ignoranti colti (due edizioni) Bruno Tognolini Ciò che non lava l’acqua Altan - Benni 10 Teorie sull’estinzione dei dinosauri (due edizioni) Maurizio Fiorino Fondo Gesù (due edizioni) Roque Larraquy, Diego Ontivero Rapporto sugli ectoplasmi animali di Buenos Aires Cristian Ceresoli La Merda (con Cd) Leo Lionni Elementi di botanica parallela Agostino Tràini Che fretta c’è (due edizioni)


Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl da Longo spa (Bolzano) nel mese di marzo 2017




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