Il gatto non fa miao

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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni 35



Federico Bini

Il gatto non fa miao e altre 199 scoperte con cui fare bella figura in giro disegni di

Fabian Negrin


Federico Bini Il gatto non fa miao e altre 199 scoperte con cui fare bella figura in giro disegni di Fabian Negrin

dello stesso autore: Piccolo marinaio dei tre oceani La nave di ghiaccio Dakota 12 e i biopirati Dakota 11 Caccia ai tesori

Prima edizione elettronica: giugno 2011 Prima edizione cartacea: novembre 2009 © 2011 Carlo Gallucci editore srl – Roma Libro elettronico formato epub ISBN 978-88-6145-277-0 www.galluccieditore.com

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1. Fisica fenomenale

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2. Tredici fatti scientifici molto strani

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3. Il lato oscuro della tecnologia

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4. Cose degli altri mondi

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5. Strizza il cervello

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6. La macchina sorprendente

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7. Evoluto sarĂ lei

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8. Strano pianeta

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9. Tigri, gorilla, squali e altri cugini bestiali

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10. I migliori amici dell’uomo

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11. SarĂ vero? Leggende e miti

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12. Quante storie

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13. Culture e tradizioni bizzarre

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14. Questo nostro pazzo mondo

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1. Fisica fenomenale


È POSSIBILE VEDERE UNA NAVE CAPOVOLTA l miraggio è un’illusione ottica legata al rapporto tra i raggi del sole e la densità degli strati di aria (caldi o freddi) che incontrano. Un miraggio classico è quello estivo, quando in fondo a un’autostrada lunga e diritta, sotto il sole, ci sembra di scorgere dell’acqua. Miraggi più letterari (ma comunque reali) sono quelli che avvengono nel deserto, quando in lontananza pare di vedere laghi che non ci sono. Questi fenomeni sono conosciuti come miraggi inferiori e avvengono nelle zone calde. Esistono però anche “miraggi del freddo”, o superiori, ancora più spettacolari: possono provocare un ribaltamento dell’immagine e allora è possibile perfino scorgere in mare navi capovolte.

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IL VUOTO D’ARIA NON ESISTE un aereo perde improvvisamente quota, i Q uando passeggeri sostengono di essere finiti in un “vuoto d’aria”. Non è così, perché se ci fosse veramente un’assenza totale di aria sotto il velivolo, questo si schianterebbe al suolo in pochi secondi. Si tratta semplicemente di improvvise correnti che agiscono sulle ali diminuendo la portanza, in pratica sostenendolo di meno. 9


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L’aria insomma non manca mai, ma può essere più o meno densa. Un esperimento per far comprendere come funziona un aereo consiste nel tenere un foglio di carta in orizzontale, per i due angoli del lato più corto, davanti alla bocca e poi soffiarci “sopra”. Si vedrà il foglio restare sollevato e questo nonostante non venga impressa nessuna forza dal basso e dunque non ci sia nulla che lo stia tenendo su.

I SEGRETI DI UNA CANNUCCIA si beve con una cannuccia in realtà non si Q uando aspira nessun liquido, ci si limita semplicemente a togliere l’aria dall’interno e il liquido risale da solo, spinto dalla pressione esercitata sul resto del bicchiere (o della lattina). Da un punto di vista fisico, la lunghezza di una cannuccia non può essere infinita: al livello del mare il massimo consentito è circa 10 metri, oltre i quali, anche se si riuscisse a togliere tutta l’aria (e ne occorrerebbe, di fiato), la pressione esterna non basterebbe a far risalire la bevanda. Gli astronauti, che vivono in assenza di gravità, non possono dunque usare cannucce: per bere devono “spingersi” il liquido in bocca. 10


NON APRITE LE PORTE ALL’URAGANO n caso di tornado o di uragano, non è vero che è meglio tenere aperte le finestre di casa per compensare la differenza di pressione dell’aria tra l’interno e l’esterno. È vero semmai il contrario: lasciare porte e finestre aperte può far sì che il vento, penetrando nell’abitazione, provochi danni molto gravi, mentre se tutto è chiuso c’è un po’ di protezione. È infatti il vento, e non la differenza di pressione, a scoperchiare i tetti, cioè a causare il più comune dei danni in casi di maltempo estremo. In caso di uragano o di tornado bisogna tenere porte e finestre chiuse, magari rinforzandole con assi di legno, o andare a rifugiarsi fuori casa in un’area protetta, meglio se sotto terra.

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LE GOCCE NON SONO A FORMA DI GOCCIA e ci viene chiesto di disegnare una goccia di pioggia, quasi certamente tracceremo il segno tradizionale: appuntito in cima, semicircolare in fondo. In realtà sulle gocce di pioggia agiscono molte forze (la gravità, i venti, la resistenza dell’aria) che le fanno assomigliare a qualcosa di ben diverso, cioè a piccoli cilindri. Più precisamente: le gocce partono sferiche per effetto della condensazione del vapore acqueo, ma poi si schiacciano scendendo verso terra e assumono configu-

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razioni varie. Una volta arrivate a destinazione, ad esempio scivolando sul nostro corpo o su un vetro, riprendono la loro forma più “classica”.

LA NEVE NON È BIANCA a neve non è, contrariamente a un’opinione diffusa, pioggia che si è ghiacciata. La neve infatti “nasce tale” quando per effetto delle basse temperature il vapore acqueo si condensa in cristalli di ghiaccio. In pratica non si passa attraverso lo stato liquido, ma direttamente da quello gassoso a quello solido. Piuttosto succede frequentemente il contrario: la neve diventa pioggia nel suo tragitto verso il suolo, per effetto dell’innalzamento della temperatura man mano che scende. Inoltre la neve non è affatto bianca, ma senza colore, trattandosi appunto di cristalli di ghiaccio. Se appare bianca è perché le minuscole facce di questi cristalli riflettono la luce come altrettanti specchi. Infine, da un punto di vista scientifico, quella che scende non è neve ma sono “fiocchi” di neve, cioè più cristalli che si sono aggregati in differenti (e spettacolari) forme geometriche.

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A FORZA DI MAREA ire che le maree sono prodotte soltanto dalla luna che alza e abbassa il livello del mare non è propriamente corretto, perché anche il sole esercita una sua forza di marea. Gli effetti di questo fenomeno riguardano non solo il mare, ma anche i fluidi del corpo umano, al punto che diventiamo a tratti più leggeri o più pesanti per effetto della gravità esercitata da luna, sole e altri corpi che ci circondano. Teoricamente persino gli altri pianeti del sistema solare esercitano forze di marea sulla Terra e sempre in linea teorica anche noi stessi provochiamo, nel nostro piccolo, le maree. Ovviamente si tratta di valori del tutto impercettibili.

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NANOBI, I PIÙ PICCOLI ORGANISMI VIVENTI cavi petroliferi a cinquemila metri di profondità nel mare australiano hanno portato alla luce alcune argille circondate da misteriosi filamenti. Al microscopio elettronico, questi si sono rivelati piccolissimi organismi delle dimensioni di 20 nanometri (più piccoli dei più piccoli batteri conosciuti), in grado di svolgere tutte le principali funzioni vitali (prima fra tutte quella di riprodursi). Sono stati chiamati “nanobi” e potrebbero essere la chiave per rivedere molte teorie sulla presenza di organismi viventi nelle condizioni estreme dell’Universo.

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PARABOLA DISCENDENTE uò succedere che il cervello litighi con se stesso, quando l’intuizione si scontra con la logica astratta. Esiste infatti uno zoccolo duro di intuizioni e di credenze ribelli all’insegnamento della fisica. Se dobbiamo disegnare la traiettoria di una palla di cannone sparata orizzontalmente ad altissima velocità, d’istinto quasi certamente tracciamo prima una linea diritta, poi una curva che va verso terra e, magari, un ultimo tratto verticale. Da Galileo in poi sappiamo che non è vero: la linea è curva verso terra dal momento in cui la palla esce, perché la forza di gravità agisce fin dal primo istante.

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CON LA TELA DEL RAGNO SI PUÒ TRAINARE UN AEREO a tela del ragno è un piccolo capolavoro naturale e un oggetto di studio da parte della scienza dei materiali, perché si tratta di uno dei filamenti più duri ed elastici che esistano in natura. È più forte dell’acciaio e può estendersi fino al 50 per cento in più della sua lunghezza. Poiché è sottile, un solo filo si spezza facilmente, ma più fili insieme hanno una forza straordinaria. È stato calcolato che una corda dello spessore di una matita e composta da filamenti di tela di ragno opportunamente ritorti l’uno sull’altro può trascinare un aereo. Il problema è che risulterebbe molto complesso procurarsi tanta tela e allo-

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ra si cerca di replicare i fili in laboratorio. Tra le prime applicazioni ipotizzate ci sono i giubbotti antiproiettile: sarebbero leggerissimi e a prova di qualsiasi pallottola. Che in forza della tela l’Uomo Ragno possa appendersi ai grattacieli non è dunque tutta fantascienza.

IL SENSO DELL’OROLOGIO osì come non c’è nessun motivo che spinga a leggere e scrivere da sinistra a destra e non viceversa, niente obbliga le lancette di un orologio a indicare il tempo “in senso orario”. Il meccanismo insomma potrebbe funzionare perfettamente anche se il movimento avvenisse al contrario, cioè se nella parte superiore del ciclo le lancette andassero da destra a sinistra e nella parte inferiore da sinistra a destra, l’opposto di quanto accade normalmente. Perché allora si è scelto il “senso orario” che conosciamo? La risposta è probabilmente nel sole. I primi orologi infatti furono creati nell’emisfero settentrionale dove sulle meridiane il sole proietta un’ombra che si muove in senso orario.

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CHE RUMORE FA IL SILENZIO! e di notte sentiamo distintamente anche i più deboli rumori, o l’abbaiare del cane del vicino che viceversa non avvertiamo di giorno, o la confusione di una

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