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Nel
bosco dei pini argentati era arrivato l’autunno, la stagione preferita di Lupo Astolfo. Astolfo era uno dei lupi del branco che viveva laggiù, ma era un lupo speciale, diverso dagli altri, perché non andava mai a caccia.
Si nutriva solo di more, fragole, lamponi e qualche bacca. Mentre gli altri lupi inseguivano lepri e cervi, Astolfo preferiva passare il tempo a rotolarsi tra i fiori, annusare ciclamini, ascoltare il vento che si infilava tra i rami degli alberi e osservare le goccioline di pioggia brillare sui fili delle ragnatele.
In autunno, Astolfo aiutava i suoi amici a preparare le tane per il letargo. Raccoglieva per loro piume, muschio e aghi di pino. Poi, tutti insieme, correvano a giocare tra le foglie gialle croccanti.
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Era bravissimo ad acchiappare al volo le foglie che cadevano dai rami, prima che toccassero terra.
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Una mattina, Lupo Astolfo venne svegliato da Lea, l’ape guardiana.
«Bzzz… Sveglia!» disse Lea preoccupata, ronzandogli tra naso e orecchie «Bzzz… l’alveare è in pericolo!
Ugo Nasofino ha rapito l’ape Regina e rubato tutto il nostro miele».
Astolfo raddrizzò subito le orecchie, conosceva bene
Ugo Nasofino perché era il cacciatore più temuto di tutta la valle, con il suo fiuto eccezionale catturava a colpo sicuro lepri, lupi e cinghiali.
L’unico che era sempre riuscito a sfuggirgli era Astolfo. Lui non odorava di lupo, ma di fiori e frutta selvatica.