Le creazioni di Agata e Lola. Come sorelle

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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni


Alla mia Lola Alla mia preziosissima editor e amica Isabel, che è sempre stata presente

Catherine Kalengula Le creazioni di Agata e Lola. Come sorelle disegni di Magalie Foutrier traduzione dal francese di Marina Karam ISBN 978-88-3624-134-7 Prima edizione italiana aprile 2021 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2025 2024 2023 2022 2021 © 2021 Carlo Gallucci editore srl - Roma Titolo dell’edizione originale francese: L’atelier d’Agathe et Lola. Soeurs de coeur © 2020 Hachette Livre Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Rotolito spa (Pioltello, MI) nel mese di aprile 2021 g a l l u c c i e d i t o r e. c o m Il marchio FSC® garantisce che questo volume è realizzato con carta proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile e da altre fonti controllate, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su https://ic.fsc.org/en e https://it.fsc.org/it-it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Catherine Kalengula

Le creazioni

Agata e Lola

di

Come sorelle disegni di Magalie Foutrier traduzione di Marina Karam



Capitolo 1 Ma che scombussolamento!


“Buongiorno, amici, e benvenuti sul mio canale Ricicla e Divertiti! Oggi è un giorno un po’ speciale. Ebbene sì, domani trasloco! Ma non preoccupatevi, a breve posterò altri tutorial dal mio atelier nuovo di zecca! Sarà carinissimo, promesso! Non vedete l’ora di scoprirlo, vero? Beh, nell’attesa vi mostrerò come personalizzare una vecchia T-shirt con poco o niente. Ecco quel che vi serve: una vecchia T-shirt – ovvio! – preferibilmente grigio mélange o beige, qualche perla falsa, del pizzo termoadesivo. E ta-da, la vostra migliore amica: la pistola per colla! Basta sistemare le perle intorno al collo…

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Potete anche mettere una striscia di pizzo sul bordo delle maniche. A questo punto vi servirà il vostro secondo miglior amico, eccolo qui: il ferro da stiro! Allora, che ne dite di questa T-shirt così trendy? Carina, no? Almeno a scuola nessuno ce l’avrà uguale! E se qualcuno vi chiede dove l’avete comprata, sorridete e dite che l’avete fatta voi! Successo garantito! E per oggi ho finito. Ma non dimenticate di lasciarmi qualche simpatico commento, fa sempre piacere! Baci baci, e a prestissimo dal mio nuovo atelier!”

Davanti allo specchio, Agata fa finta di filmarsi. Sogna di postare qualche video su internet. Non certo per diventare famosa. Solo per condividere la sua passione. Ha già buttato giù una lista di idee su un quaderno. Ha anche disegnato il suo futuro atelier dai colori pastello. È tutto pronto. Manca soltanto una cosa: il permesso.

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«Ci credi?» esclama Agata a Macaron, il suo porcellino d’India. «Pare che io sia troppo piccola, che la gente può essere cattiva, bla bla bla. E comunque ho dieci anni! Dieci anni! Sono grande!» Fino allo scorso autunno, sua madre, Nicole, non le voleva prendere il cellulare. Allora Agata ha implorato il padre. Lo vede solo durante le vacanze e lui non le rifiuta mai niente. All’inizio, sua mamma non ha apprezzato neanche un po’. Ha persino detto che era un regalo avventato, e che è troppo facile giocare a Babbo Natale quando non se ne subiscono le conseguenze. Nicole si lamenta sempre di dover indossare i panni della cattiva. «È bello avere un telefono, ma il guaio è che posso usarlo soltanto per guardare i video!» si lamenta Agata con il suo amichetto. «Ti rendi conto?» Macaron la guarda dalla gabbia come se la capisse. Ormai ha i suoi anni e dorme un sacco. Ma quella sera ascolta la sua amica con attenzione. Beh, almeno così sembra.

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All’improvviso, la porta della stanza si apre e compare Nicole. Indossa gli occhiali, segno che, anche alla vigilia del trasloco, sta lavorando a un articolo. A scuola, quando gli altri le chiedono che lavoro fa sua madre, Agata risponde con fierezza: “Giornalista”. Di solito riceve una pioggia di “Uao!” di ammirazione, come quando mostra le sue creazioni. Non ha una vera “migliore amica”, ma piuttosto un gruppo di amiche. «Ti ho sentito parlare…» dice Nicole, con aria accigliata. «Stavi chiacchierando con qualcuno?» Agata alza gli occhi al cielo. Sa dove vuole arrivare sua mamma: al famoso telefono ultra-pericoloso.

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«No, mamma, tranqui. Non sono iscritta a nessun social pieno di squali cattivi che potrebbero divorarmi viva» «Non c’è da scherzare» ribatte la madre. «Lo sai quanti giovani sono vittime di molestie su internet?» Agata preferisce non rispondere. Quella solfa, l’ha già sentita migliaia di volte. Per fortuna che suo padre, lui, la capisce. E le dimostra fiducia. Lui. Forse perché a lui tocca la parte del buono, come sostiene Nicole. O magari Agata ce l’ha con sua madre, il che non c’entra niente con questa faccenda di telefoni… Nicole osserva la stanza in perfetto ordine. Sotto il piano di lavoro, Agata ha sistemato in cartoni etichettati con cura i materiali che usa per le sue creazioni: “vestiti”, “bottoni, perle, nastri”, “borse”, “berretti, cappelli”, “filo, aghi, colla”, “scampoli di stoffa”. Saranno pure pezzi di recupero, ma per Agata non c’è tesoro più prezioso. Le piace riutilizzare tutto quel che può. Lei pensa al futuro del pianeta! E poi, è così divertente immaginare

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creazioni a partire da cose vecchie. Ogni tanto, con i suoi risparmi, si concede anche di comprare qualcosa di nuovo: del pizzo termoadesivo, per esempio. Ma nulla di più. «Allora, sei pronta per la nostra nuova vita?» le chiede Nicole, un po’ impacciata. Agata sospira, prima di accasciarsi sul letto. Pronta, non lo sarà mai. Come potrebbe? Domani si trasferirà in una nuova casa con Franck, il nuovo compagno di sua madre, e i suoi figli Théo, di quindici anni, e Lola, sua coetanea. È come essere investita da un treno che non si può evitare. Quando sua mamma le ha annunciato di avere comprato casa con Franck, ad Agata è parso che il mondo le crollasse addosso. Per settimane ha incrociato le dita di nascosto perché una cosa, qualsiasi cosa, impedisse quel trasloco. Ma non è servito a nulla. Franck e sua madre si amano e hanno deciso di vivere assieme. E pazienza per i sentimenti di Agata. Nicole le si siede accanto.

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«Lo so che questo è per te un grosso scombussolamento» ammette. «Credimi, me ne rendo conto. Mi sarebbe piaciuto restare qui, ma ci serviva più spazio. Capisci? Almeno non dovrai cambiare scuola, a differenza di Lola». Una lacrima scende sulla guancia di Agata. Vero, manterrà le stesse amiche. E come vicino di casa avrà proprio Benji, un suo compagno di classe… Ma il suo appartamento? Le piace quel piccolo nido accogliente dove ogni cosa ha il suo posto. Da sette anni ci vive da sola con la madre – dopo la separazione dei genitori – e non ha nessuna voglia di lasciarlo. E nessuna voglia di cambiare vita. E ancor meno di andare a vivere con Lola.

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Senza volerlo, si ricorda l’ultima cena che hanno fatto tutti assieme. Come al solito, al ristorante, Théo era appiccicato al telefono e Lola non smetteva di ridere e chiacchierare. È lì che Nicole l’ha chiamata “mio raggio di sole”. In quell’istante, Agata ha sentito uno strizzone alla bocca dello stomaco. E le ha fatto male. Il dolore è sempre presente, le basta ripensarci. Lì per lì, non ha voluto far trapelare nulla. Ma le ha fatto davvero male. Prima c’erano lei e sua mamma, e Agata era felice così. Avevano il loro piccolo mondo, tutto per loro. Un mondo stabile, rassicurante e ordinato. Adesso c’è anche Lola. Quella ragazza vestita da cani, sempre spettinata, incapace di trovare alcunché tra le incredibili cianfrusaglie nel suo zaino. Eppure ha dei bellissimi capelli, una vera foresta di riccioli che sarebbero il sogno di tante. Ma sembra ignorare l’esistenza delle spazzole. E anche quella delle maschere per capelli. Risultato: una chioma secca e arruffata. Ad Agata basta vederla che

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le viene voglia di fare una sola cosa: rovesciarle in testa un intero vasetto di idratante! Eppure Nicole le fa i complimenti. Non si accorge di tutti gli sforzi fatti da Agata per essere una figlia perfetta? Per essere sempre carina, per darsi sempre da fare e non crearle mai, proprio mai, alcun problema? Tutto questo non conta? «Oh, tesoro mio» dice sua mamma, stringendola tra le braccia. «Non piangere. Lo sai quanto bene ti voglio, vero?» Prima, Agata lo sapeva, sì, ma adesso è confusa. Se sua madre le vuole davvero bene, allora perché sconvolge così la loro vita? Ad Agata toccherà sopportare non solo Lola ma anche Théo, senza dimenticare Franck, il suo “patrigno”. A lei non piace più di tanto. Non che sia sgradevole, ma fa fatica ad accettarne la presenza. Ha già un padre che adora. Non ha bisogno di nessun altro.

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«Vedrai, saremo molto felici tutti assieme, angelo mio» aggiunge sua madre stringendola più forte. Con la punta delle dita accarezza le sottili ciocche di capelli che incorniciano il volto della figlia. E all’improvviso Agata si sente sciogliere il cuore. Una cosa è essere terrorizzata e arrabbiata allo stesso tempo, un’altra è rattristare la persona che si ama di più al mondo. «Speriamo, mamma» sussurra.

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