Le notevoli avventure di un Pinguino, una Gallina e un Piccione impiccione

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romanzo-favola di

Giuseppe Lisciani

Le notevoli avventure di un Pinguino, una Gallina e un Piccione impiccione

disegni di

Andrea Ferraris


Tradizione vuole che nel popolo dei Pinguini sia il maschio a covare le uova, a differenza di quel che accade tra i Galli e le loro compagne. Un Pinguino piuttosto pigro manda allora un Piccione messaggero a chiedere per suo conto la mano di una Gallina. Questa, incredibilmente, accetta la proposta. Un matrimonio tanto insolito provoca, però, molte critiche e opposizioni. Per celebrare le nozze sarà necessario il benestare del Consiglio del Cielo. Tra astuti Colibrì, Pappagalli insolenti, congiure e colpi di scena, per i due promessi sposi si preparano molte avventurose traversie…


Baby UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni serie agile



Giuseppe Lisciani

Le notevoli avventure di un Pinguino, una Gallina e un Piccione impiccione disegni di Andrea Ferraris


Giuseppe Lisciani Le notevoli avventure di un Pinguino, una Gallina e un Piccione impiccione disegni di Andrea Ferraris

ISBN 978-88-6145-686-0 Prima edizione con il titolo Il Pinguino e la Gallina gennaio 2011 Prima edizione rinnovata nella collana Baby UAO agile marzo 2014 ristampa 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2018 2017 2016 2015 2014 © 2014 Carlo Gallucci editore srl - Roma

galluccieditore.com

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Le notevoli avventure di un Pinguino, una Gallina e un Piccione impiccione



Mentre fa il finto malato, il Pinguino scopre che i Galli non covano le uova il Pinguino malato? Era sempre lì, disteso e tremebondo, su un letto di ghiaccio: «Ho la febbre» mi disse. «Ho l’influenza. Anzi ho la polmonite. Anzi, sto per morire». E si girò su un fianco, senza aggiungere altro. Indispettito. E intanto la neve disegnava, sotto gli schiaffi del vento, cumuli e gallerie. Io, che non conoscevo ancora le finzioni del Pinguino, temetti per la sua vita. Ma il Pinguino malato malato non era. Mentiva e fingeva, quell’impostore! Gli altri Pinguini lo sapevano bene e, del resto, quel che accadde di lì a poco ne dette chiarissima dimostrazione. Sbucò come un fantasma, tra vortici d’aria e di neve, il Piccione Selvatico. Dopo qualche giro di

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ricognizione, distese bene le ali e planò verso il Pinguino malato (che però, come ben sappiamo, malato non era). «Salve!» disse il Piccione, e tirò a lungo la parola di saluto, come se volesse promettere chissà quali misteriose rivelazioni. Dovete infatti sapere che questo Piccione Selvatico – esperto e temerario volatore – ama seminar messaggi. Egli non manca mai, andando di qua e di là per il mondo, di salutare gli amici e di raccontar loro tutte le meraviglie che vede da una parte o dall’altra del pianeta. Gli piace mettersi al centro, e narrar notizie e vicende. E narra e narra ed è contento. Questa volta, il Piccione aveva qualcosa di molto speciale da narrare all’amico Pinguino e ciò spiega la voce ammiccante con cui aveva pronunciato la parola “Salve!” «Salve!» rispose il Pinguino. Continuò a tremare a causa della sua finta malattia, ma tese bene le orecchie per non perdere una sillaba di ciò che il Piccione gli stava per dire. 8


Furono sillabe generose. Grazie alle quali il nostro Pinguino poté finalmente conoscere le magnifiche abitudini che regolano la vita dei pollai di tutto il mondo. «Tu pensa!» spiegò bene il Piccione. «La Gallina risparmia al maschio, che si chiama Gallo, ogni fatica. Depone le uova, le cova amorevolmente senza che il Gallo pronunci una sola virgola, senza che muova una sola pagliuzza… Niente di niente! E poi, quando arriva il momento, nascono i pulcini… E chi ci pensa ad allevarli? Lei, sempre lei, la generosa madre Gallina!»


Così parlò il Piccione. Da quel momento, il Pinguino non ebbe più pace. Cominciò a crescere in lui la certezza – sciagurata certezza, come vedremo! – di poter fuggire per sempre dalla odiata comunità dei Pinguini. Qui egli era costretto a darsi malato ogni volta che c’erano uova da covare: un’antica tradizione, presso il popolo dei Pinguini, voleva che sia le mamme che i papà covassero le uova, in segno di maggiore affetto verso i figli che dovevano nascere. E lui, il Pinguino malato-non-malato, era troppo pigro per dare prove di affetto a chicchessia.


Dopo la sensazionale scoperta il Pinguino decide di chiedere in sposa la Gallina

mano a mano che il Piccione si dilungava nella descrizione delle strane usanze dei pollai, il Pinguino dilatava le orecchie e si esibiva in una serie di brevi esclamazioni: Oh! Ah! Ah ah! Oh oh! Oh là! Oh lì! Esclamando esclamando, si sgranchì una zampa e poi l’altra, e poi le ali e poi il becco, fino a trovarsi seduto, vivo e arzillo e senza febbre, sul suo falso letto di morte. Volle una conferma: «Sei proprio sicuro?» «Certo!» rispose il Piccione. «Questa della Gallina è la più grande notizia che tu mi abbia mai portato» «Tu pensa» incalzò il Piccione «che il Gallo se ne va sempre a spasso ed è così contento di

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vivere che la mattina si alza presto e si mette a cantare!» «Formidabile, formidabile!» commentava il Pinguino. Ormai si era messo in piedi. Era tanta l’emozione che rischiò persino di scivolare al primo passo. A poco a poco, gli si affacciò un certo pensiero. Che rapidamente si fece pensiero grande, gli riempì tutta la testa, gli balzò davanti agli occhi e diventò un vero progetto, da realizzare con l’aiuto del Piccione. Perciò, quando il Piccione stava per spiccare il volo, diretto chissà dove, il Pinguino sentì come una fiumana esplodergli nel sangue. Gridò: «Fermati, dove vai?» «Vado via» «Voglio-sposare-la-Gallina» disse il Pinguino d’un fiato, scrutando il Piccione per vedere che faccia faceva. Il Piccione non reagì. O non volle darlo a vedere. Gli si vide soltanto una piega di compiacimento sulla pelle, che, tra l’occhio e il becco, prese la 12



forma di una falce di luna: era nata, per il Piccione, una nuova notizia da portare in giro per il mondo, nientemeno che il matrimonio del Pinguino con la Gallina! Il Piccione cominciò ad agitare le ali come un puledro scalpitante, mentre il Pinguino, nel congedarlo, gli diceva: «Tu puoi aiutarmi, Piccione mio. Vola veloce dalla Gallina e chiedile se vuole diventare mia moglie». Il Piccione annuì. Si levò in alto, fece un paio di giri sulla testa del Pinguino in segno di saluto e scomparve tuffandosi nel grande cielo grigio. Aveva smesso di nevicare. Il popolo dei Pinguini sembrava non essersi accorto di nulla e continuava a passeggiare, a raccogliersi in piccoli crocchi. A scambiarsi chiacchiere sul più e sul meno… Le chiacchiere! Giusto, erano le chiacchiere quelle che si sentivano crepitare sulle teste dei Pinguini. Qualche ultima scintilla di neve vagava nell’aria. Crepitavano, le chiacchiere, come crepita e fischia la legna in preda alla furia divoratrice di un bel fuoco invernale. 14


Giuseppe Lisciani (Teramo, 1940) ha insegnato per una ventina d’anni in vari ordini di scuola, dalla primaria all’università, scrivendo anche libri di testo per alunni e insegnanti, prima di mettersi a inventare e fabbricare giochi per bambini. Trascorre il tempo libero in un casolare in campagna, coltivando amore e amicizia per gli animali. E intanto raccoglie documentazione “animalesca” per le sue prossime storie da raccontare. Con Gallucci ha pubblicato La filastrocca non si tocca!

Andrea Ferraris (Genova, 1966) ha lavorato come scenografo, finché la passione per il fumetto non si è trasformata in un impegno a tempo pieno. Ha studiato a Bologna con maestri come Vittorio Giardino e Andrea Pazienza ed è poi approdato alla scuderia Disney. Dopo aver vissuto a Barcellona e Cagliari, si è trasferito a Parigi dove vive con la moglie Daniela e la figlia Sarvari. Per Gallucci ha illustrato anche Cocco e Drilli.


Tra i Pinguini è il maschio a covare le uova. Per sottrarsi all’impegno, un Pinguino decide di sposare una Gallina. Gran cerimoniere sarà un Piccione impiccione. Per l’occasione si riunisce il Consiglio del Cielo con Cicogne e Gru, Fenicotteri e Gufi, Colibrì e Pappagalli. L’Aquila darà il suo assenso, ma il giorno delle nozze…

Consigliato dagli ai anni

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