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1. La locanda del Baleniere

New Bedford

Ficcai un paio di camicie nella mia sacca da viaggio, dissi addio a Manhattan e partii per l’Oceano Pacifico. O meglio, partii per Nantucket, l’isola da cui salpava la maggior parte delle navi baleniere.

Parole al microscoPio locanda

Ristorante modesto, con alcune camere dove è possibile trascorrere la notte. Oggi la parola non è più molto usata, ma ha lasciato nella lingua il diminutivo “locandina”, che in origine era l’avviso con cui si comunicava che c’erano camere in affitto.

Arrivai a tarda sera nella città di New Bedford, sulla costa del Massachusetts, e scoprii con disappunto che il postale per Nantucket era partito proprio quel pomeriggio e che avrei dovuto aspettare due giorni per il successivo. Potevo cercare una baleniera a New Bedford, è vero; ma avevo deciso che sarei partito da Nantucket: c’era qualcosa nel suo nome e nella sua storia che mi attirava in maniera straordinaria. Dovevo quindi trovare una locanda per procurarmi da mangiare e un letto degno di questo nome.

Era una sera fredda e tetra. A New Bedford non conoscevo nessuno. Avevo in tasca poche monete. Ismaele, mi dissi, incamminandomi alla ricerca di un’insegna, non dimenticarti di chiedere innanzitutto il prezzo.

Alberghi o locande, a New Bedford non ne mancavano. Ma le prime che vidi avevano l’aria troppo allegra, troppo luminosa. Di sicuro non me le potevo permettere. Quando arrivai in vie meno eleganti, più vicine al porto, quasi prive di case e di illuminazione – ci siamo! pensai. Vidi una luce fumosa, mi avvicinai e sentii un disperato cigolio. Guardando in su vidi un’insegna oscillante sulla porta, con sopra dipinta, in bianco, una balena con il getto di vapore che le usciva dalla testa e, sotto, la scritta, pure bianca:

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