Sinfonia patetica

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KLAUS MANN

Klaus Mann nacque nel 1906 a Monaco di

Baviera, primo figlio maschio dello scrittore Thomas Mann. Attivista politico e assiduo frequentatore dell’ambiente intellettuale ai tempi di Weimar, nel 1933 scelse l’esilio, in aperta opposizione con il nuovo regime. A questi anni risale anche la decisione di dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria, che culminò con opere importanti come Sinfonia patetica (1935), Mephisto (1936) e Il vulcano (1939), incentrato sulla condizione degli esuli tedeschi durante il nazismo. La sua vita intensa e tormentata, segnata dalla solitaria condizione di apolide, dall’abuso di droghe e da una dichiarata omosessualità, si concluse tragicamente a Cannes, dove morì suicida nel 1949.

ISBN 978-88-6145-340-1

€ 18,00

Sinfonia patetica

SINFONIA PATETICA

“Di lui nulla mi era estraneo e tutto ho potuto descrivere, le sue inquietudini nevrotiche, i suoi complessi, le sue estasi, le sue paure, l’insopportabile solitudine in cui fu costretto a vivere, il dolore che volle trasformarsi di continuo in melodia e in bellezza”

Klaus Mann

Klaus Mann

Il romanzo del romanticismo, interpretato attraverso la vita di Pëtr Il’icˇ ˇ Con un processo profondo di identificazione, Klaus Mann Cajkovskij. descrive i viaggi, la musica, i momenti più intimi, i ricordi d’infanzia del musicista; incontra i compositori dell’epoca; indaga i meccanismi della creazione musicale e rivela il tormento del grande russo, cosmopolita e solitario, geniale e mai pago. Un affresco magistrale dell’Europa fin de siècle, realizzato con passione e partecipazione da uno scrittore che ha sognato di collocare in quell’epoca di grandezza anche il proprio personale dramma.

ROMANZO



uG universale Gallucci



Klaus Mann

Sinfonia patetica


Klaus Mann Sinfonia patetica traduzione di Maria Teresa Mandalari

ISBN 978-88-6145-340-1 Prima edizione luglio 2012 ristampa 7 6 5

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anno 2012 2013 2014 2015 2016

© 2012 Carlo Gallucci editore srl - Roma Pubblicato per la prima volta in lingua tedesca con il titolo Symphonie Pathetique © 1981 Rowohlt Taschenbuch Verlag GmbH, Reinbek bei Hamburg Foto di copertina © Leo Mason/Corbis L’editore ha cercato in ogni modo i titolari del diritto d’autore sull’opera di Maria Teresa Mandalari, senza riuscire a rintracciarli. Si dichiara comunque a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei loro confronti.

galluccieditore.com

Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso CDC Arti Grafiche srl di Città di Castello (Pg) nel mese di giugno 2012

Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it

Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


A Erika Mann-Auden



Capitolo primo

E

ra buio nella camera, soltanto dalla porta filtrava un sottile riflesso di luce. Il riflesso si spense dopo che il cameriere ebbe richiuso la porta dietro di sé. «Dove posso poggiare il vassoio?» chiese il cameriere. Trascorsero alcuni secondi, dall’oscurità non giungeva alcun suono. Il cameriere, in attesa, s’era arrestato a qualche passo dalla porta. Al suo tossicchiare, discreto ma con una certa fermezza, finalmente il signore, che ricoperto fino al mento giaceva immobile nel letto, rispose: «Per favore, qui accanto al letto, qui sul tavolino, mio caro…» La voce era morbida e pronunziava il tedesco con un accento strascicato, cantilenante. Il cameriere sorrise. Si divertiva, a servire i forestieri. Il fatto che fossero costretti a tormentarsi con una lingua che a lui era familiare, gli dava una piacevole sensazione di superiorità. «Prego, signore», e la sua voce aveva già una piccola intonazione paterna. Percorse i pochi passi dall’uscio fino al letto e depose il vassoio sopra un tavolino rotondo, che gli sospinse accanto. «Posso tirare le tende, signore?» chiese, pronunziando distintamente ogni parola: non era che un forestiero colui al quale si

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Sinfonia patetica

rivolgeva, un signore anziano con una voce morbida, era meglio trattarlo con indulgenza e insieme con rispetto, gli avrebbe fruttato una mancia. «Grazie» disse il signore, che continuava a restare immobile sotto la sua trapunta. «Se vuol essere gentile di scostarle solo a metà… Non sopporto la luce abbagliante» soggiunse il signore con una certa lamentosità, muovendo finalmente il capo per guardare in faccia il cameriere. Costui si diede da fare con le pesanti cortine di velluto che avviluppavano la finestra, con i movimenti blandi adatti alle stanze dei malati. Nella camera penetrò la luce, il signore nel letto fu costretto a socchiudere gli occhi. Il suo sguardo scrutò di soppiatto il disordine di quella sconosciuta stanza d’albergo: valige a metà disfatte, effetti di vestiario e libri in una caotica confusione sulle sedie rivestite di felpa e sul comò in finto stile rinascimentale. “Devo essere stato proprio in un bello stato, quando sono arrivato ieri sera” pensò il signore. “Ah già, il cognac durante il viaggio…” Chiuse gli occhi nauseato. «È una bella giornata, oggi» disse il cameriere, con fare risoluto e deferente a un tempo, dalla finestra. «Una giornata invernale particolarmente bella» aggiunse con espressione invitante, poiché il forestiero taceva. Il suo silenzio non era quello severo e scostante che il cameriere certo ben conosceva da parte di altri ospiti; era piuttosto mesto, indifeso, quasi un po’ ebete. Sicché il cameriere decise di trattare quell’ospite come un bambino. Lo informò energicamente: «Questo qui, accanto alla teiera, è il giornale del mattino». Dopo una brevissima pausa soggiunse, non senza severità: «Il signore vuole saldare subito?»

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Capitolo primo

L’interpellato non comprese immediatamente. Guardò un po’ interdetto il cameriere che, alto e snello come un ufficiale prussiano della Guardia, gli stava dinanzi nel suo bisunto frac. Lo sguardo stranamente penetrante, azzurro cupo, malinconico e pensieroso del forestiero ammansì di nuovo il marziale giovanotto. «Se il signore desidera pagare subito…» chiese, inchinandosi leggermente. Il forestiero si raddrizzò a metà e aprì precipitosamente il cassetto del comodino dentro cui v’era denaro d’argento frammisto a carte. «Oh prego» disse «prego, naturalmente, quanto?» A quei movimenti maldestri e frettolosi con cui l’uomo dalla barba grigia tirava fuori le monete frugando confusamente in mezzo alle buste, ai block-notes e ai fogli pentagrammati, il cameriere si sentì quasi commosso. Al contempo, però, la sua mente sveglia gli suggeriva che, nella posizione sociale in cui si trovava, una tale commozione non se la poteva permettere, meno che mai poi nei confronti di uno straniero un po’ bizzarro. «La colazione in camera fa tre marchi» disse brevemente, mentre nei suoi occhi chiari passava un guizzo insolente: esigeva tre volte di più di quel che doveva consegnare – se fossero sorte contestazioni spiacevoli, si sarebbe sempre potuto scusare adducendo un equivoco. «Oh prego, naturalmente» fece il signore continuando a frugare premuroso nel suo cassetto. Ora il cameriere aveva agio di poterlo contemplare con aperta benevolenza e un po’ di compassione. La chioma rada, piumosa e morbida sul cranio del forestiero, era quasi candida; grigi, striati di bianco, erano anche la barba rotonda, piuttosto corta e i baffi spioventi, sotto cui comparivano le labbra grosse, molli e molto rosse. Nel risollevarsi dal cassetto, il viso apparve tutto acceso: ansimava un poco.

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Klaus Mann nacque nel 1906 a Monaco di

Baviera, primo figlio maschio dello scrittore Thomas Mann. Attivista politico e assiduo frequentatore dell’ambiente intellettuale ai tempi di Weimar, nel 1933 scelse l’esilio, in aperta opposizione con il nuovo regime. A questi anni risale anche la decisione di dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria, che culminò con opere importanti come Sinfonia patetica (1935), Mephisto (1936) e Il vulcano (1939), incentrato sulla condizione degli esuli tedeschi durante il nazismo. La sua vita intensa e tormentata, segnata dalla solitaria condizione di apolide, dall’abuso di droghe e da una dichiarata omosessualità, si concluse tragicamente a Cannes, dove morì suicida nel 1949.

ISBN 978-88-6145-340-1

€ 18,00

Sinfonia patetica

SINFONIA PATETICA

“Di lui nulla mi era estraneo e tutto ho potuto descrivere, le sue inquietudini nevrotiche, i suoi complessi, le sue estasi, le sue paure, l’insopportabile solitudine in cui fu costretto a vivere, il dolore che volle trasformarsi di continuo in melodia e in bellezza”

Klaus Mann

Klaus Mann

Il romanzo del romanticismo, interpretato attraverso la vita di Pëtr Il’icˇ ˇ Cajkovskij. Con un processo profondo di identificazione, Klaus Mann descrive i viaggi, la musica, i momenti più intimi, i ricordi d’infanzia del musicista; incontra i compositori dell’epoca; indaga i meccanismi della creazione musicale e rivela il tormento del grande russo, cosmopolita e solitario, geniale e mai pago. Un affresco magistrale dell’Europa fin de siècle, realizzato con passione e partecipazione da uno scrittore che ha sognato di collocare in quell’epoca di grandezza anche il proprio personale dramma.

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