4,5 milioni di euro ai dirigenti regionali

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xi - N° 264 giOvedì 3 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

Antonio Monaco

L’Oscar del giorno lo assegniamo ad Antonio Monaco. Il sindaco di Capracotta che si sta battendo per le sorti dell’Alto Molise dinanzi ad un assoluto silenzio da parte delal classe politica regionale. Sicuramente, sarebbe toccato proprio a lui la presidenza della Provincia di Isernia già al tempo di Brasiello. Sarebbe stato un atto significativo a favore delle popolazioni dell’Alto Molise fuori dalle politiche regionali, e non solo.

LAVORI PUBBLICI

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Pietro Maio

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Pietro Maio. Ineffabile segretario del Pd del medio Molise, non manca occasione per cercare di correre incontro alle assenze programmatiche della Giunta regionale. Cercando di sostenere la bontà dell’azione (quale?) dell’esecutivo regionale. Come assessore al Comune, poi, non è riuscito, fino a questo momento, ad ottenere alcun risultato pratico. E la città è sotto gli occhi di tutti. Di chi la colpa?

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Totaro: “Viabilità, Frattura si muova Situazione al limite” Il capogruppo del Pd, Francesco Totaro, richiama l’attenzione di Frattura sulla viabilità.

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REGIONE

Legge Province, una riforma senza senso Appena approvata in Consiglio regionale, e già tante polemiche sulla legge delle Province.

CAMPOBASSO

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L’Acem: “Il Comune non tutela le imprese locali” L’Acem, torna a puntare il dito sul Comune di Campobasso. “Nessuna tutela per le imprese locali”.

Calcio: al Campobasso necessità una spina dorsale pagina 7

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

3 dicembre 2015

Con la riforma Del Rio

La Provincia è stata sottoposta a un feroce dimagrimento, portata al limite dell’anoressia politica, amministrativa, gestionale e funzionale

L’ente di Via Roma è nel caos: l’Osservatorio regionale non ha ancora concluso i lavori, e la legge regionale di riordino delle funzioni è stata appena ieri approvata La Provincia di Campobasso, corrispondendo all’attuazione della legge sul riordino dell’ente, la 56 del 2014, ha stabilito il personale in soprannumero, mettendo, per quanto le riguarda, un punto fermo al complicato meccanismo con cui è alle prese dal momento in cui il parlamento italiano ha deciso di smantellare il sistema provinciale per farne uno certamente peggiore, stando al guazzabuglio che ha generato, e alle difficoltà in cui ha posto inopinatamente il personale. Con la deliberazione 141 della giunta, in soprannumero risultano due dirigenti (Toma e Carissimi) e due funzionari (Malatesta e Pistilli). Ma sono posizioni ancora sottoposte a giudizio, quindi non definitive. Come non definitivo, ma semplice proposizione discutibile, valutabile, modificabile alla luce di quanto ancora resta da stabilire e definire in sede governativa e in sede regionale, è l’intero atto giuntale che si può classificare tra i più articolati, complicati e complessi che siano mai stati adottati. La cronistoria del percorso legislativo e il crono programma della legge di riforma, formano la lunga premessa al dispositivo deliberato dal presidente De Matteis e dagli assessori Talucci, Colaci, Di Biase, Di Labbio e Tramontano assistiti dal segretario generale D’Anello. A leggerla quella lunga premessa, si ha la misura esatta delle previsioni mancate, delle decisioni dilazionate, degli accordi non rispettati, dei provvedimenti ancora da prendere da parte del Governo di Roma e della Regione Molise: un caotico assemblaggio di previsioni, promesse, impegni e proposte. La giunta provinciale intanto ha voluto cercare un proprio posizionamento di fronte a tanta incertezza, a una così manifesta condizione probabilistica, dando una risposta, per quanto l’è stato possibile e per quanto di competenza, alle richieste certe e definite della legge di riordino. N’è venuto fuori un atto amministrativo che presenta alla storia bi-centenaria dell’ente e ai molisani del terzo millennio una realtà pesantemente ridimensionata nei numeri (contabili), nelle persone e nelle fun-

“La Regione ha perso una buona occasione” Michele Iorio interviene sulla legge per le Province approvata in Consiglio

zioni. Le Province sono state sottoposte ad un feroce dimagrimento, portate al limite dell’anoressia politica, amministrativa, gestionale e funzionale. Non se ne avvertiva il bisogno. L’esecutivo di Palazzo Magno ha pertanto dimezzato la spesa per il personale fotografato alla data dell’8 aprile 2014, quindi ha definito i soprannumerari, il personale impegnato nelle funzioni e nei compiti in materia di servizi per l’impiego e le politiche del lavoro, il personale con qualifiche riguardanti lo svolgimento di compiti di vigilanza e di polizia provinciale, il personale ripartito in base alle altre funzioni oggetto del riordino, il personale destinato al collocamento a riposo entro il 31 dicembre 2016. Un lavoro di ricerca, e una base di confronto, sapendo bene che non mancheranno rilievi, precisazioni e contestazioni visto che l’Osservatorio regionale non ha ancora concluso i lavori e che solo ieri, primo dicembre 2015, il consiglio regionale ha discusso la legge regionale di riordino delle funzioni non fondamentali della Provincia; sapendo inoltre che la Regione, per ciò che attiene alle funzioni non fonda-

l’intervento

mentali, a sua volta è in attesa di conoscere le determinazioni del governo sulle Biblioteche provinciali e il personale che vi lavora. Altro aspetto magmatico del futuro alla Provincia è la destinazione del personale in esubero. Dovrebbe essere assorbito dalla Regione in base alla disponibilità della pianta organica e dagli enti locali. Ma anche su questo punto permangono i dubbi, e le dubbie interpretazioni. Il dato maggiormente esemplificativo di ciò che sarà la Provincia prossima ventura, è la nuova dotazione del personale: 2 dirigenti (Angelo Fratangelo e Carmine Pace), 1 avvocato, 1 biologo, 3 funzionari amministrativi, 1 funzionario economico, 1 geologo, 1 ingegnere, 2 architetti, 6 direttivi amministrativi, 3 direttivi economici, 1 direttivo avvocato, 1 direttivo tecnico, 7 geometri, 12 istruttori amministrativi, 2 istruttori informatici, 8 istruttori stradali, 1 perito chimico, 2 ragionieri, 5 collaboratori professionali, 10 conduttori di mezzi meccanici, 8 esecutori amministrativi, 29 esecutori tecnici e 5 operatori ausiliari. Per un totale di 129 unità. Dardo

CAMPOBASSO. “Mi sembra che per l’ennesima volta si sia persa una buona occasione per legiferare in maniera corretta e per riorganizzare l’assetto regionale in modo funzionale. Sarebbe stata un’ottima occasione per il futuro della regione”. Lo sostiene il consigliere regionale del centrodestra, Michele Iorio. “Invece, la maggioranza approva una legge che risponde solo all’esigenza, seppur giusta e necessaria, di risolvere il problema del personale in esubero delle Province. Le Province, o meglio gli Enti di area vasta, avrebbero potuto gestire molti servizi e alla Regione sarebbe rimasto così il solo (se solo può definirsi) compito di programmare e legiferare. La risposta data da questa legge, invece, è solo quella di centralizzare ancora di più le competenze in mano alla Regione, già così burocraticamente carica. Ripeto ancora, e lo ripeterò sempre, che non credo sia questa la soluzione giusta e non penso proprio che i cittadini si aspettassero questo. Siamo davanti ad una vera e propria mancanza di un progetto politico chiaro e che risponda in maniera adeguata ed esaustiva alla riforma costituzionale. Dove sono finiti i buoni propositi del PD e del Centrosinistra da sempre propugnatori del decentramento delle funzioni? A chiacchiere ascoltiamo tante proposte buone ma, come sempre, nei fatti, mi sembra che la scelta sia stata solo quella di gestire tutto e di rinunciare all’arduo compito di programmare”.

Uiltucs e Filcams intervengono sulla convenzione firmata dall’Azienda

“Preoccupati per la decisione Asrem di aderire al Consip” La Filcams Cgil Molise e la Uiltucs Regionale Molise esprimono grande preoccupazione a seguito dell’adesione dell’azienda sanitaria alla convenzione CONSIP per gli appalti dei servizi presso la ASREM. Con provvedimento n. 903 del 19 novembre 2015, infatti, è stata de-

Tagli ancora per i servizi e i lavoratori

liberata da parte dell’ASREM l’adesione alla CONSIP per l’affidamento dei servizi di Facility Management per immobili in uso alle pubbliche amministrazioni. Questa decisione non può in nessun modo concretizzarsi in tagli lineari ai servizi e ai livelli occupazionali; in nome della Spen-

ding Review non si può abdicare alla qualità dei servizi offerti effettuando tagli senza criterio alcuno, se non quello di un ipotetico risparmio, le cui conseguenze, ancora una volta, verrebbero scaricate solamente sui lavoratori e sui cittadini.


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3 3 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Non ci è dato di sapere quale grande risultato ottenuto giustifichi un così spropositato premio

Qual è la differenza tra lecito ed opportuno? Un gesto, un atto, un comportamento lecito è sempre opportuno? Ragioni di opportunità possono, a volte, essere considerate prioritarie rispetto a ragioni di mera liceità? Prendete il regalo di Natale da quasi 38 mila euro a testa che la giunta regionale (con delibera dello scorso 28 novembre) sta per lasciare sotto l’albero dei 63 dirigenti dell’Ente, per esempio. Atto lecito e limpido dal punto di vista giuridico ed amministrativo (vi risparmiamo i dettagli tecnici che comunque sono stati analiticamente espressi nell’edizione di ieri), che pure lascia più di qualche dubbio sulla sua opportunità, oltre che un saporaccio nella bocca. Perché? Perché non sono espliciti i criteri di valutazione che hanno portato ad un premio così consistente. Perché non sono dati e noti gli obiettivi ed i risultati che i dirigenti regionali abbiano raggiunto per meritare cotanto incentivo. Perché, anzi, sono più che noti i disservizi e le disfunzionalità che la macchina amministrativa regionale ha mostrato negli anni (non ultimo la mancata presentazione di domande di finanziamento per attingere ai fondi contro il rischio idrogeologico, di cui ci siamo occupati molto di recente, per non parlare di Garanzia Giovani n.d.r.), andando di pari passo con i balbettii e le acrobatiche evoluzioni programmatiche ed istituzionali delle varie maggioranze all’opera. Perché molti cittadini della regione si trovano costretti a fronteggiare una crisi occupazionale che ha spento in loro sorrisi e speranza nel futuro e, forse, i quasi 5 milioni di euro che i dirigenti regionali si spartiranno, come premio a non si sa cosa, sarebbero potuti servire per finanziare qualche forma di sostegno al reddito o, in ogni caso, qualche altro strumento che andasse più a favore dei molti in difficoltà piuttosto che dei pochi già in condizione di forte privilegio. Ma l’acqua va al mare. Troppi gli episodi e gli atti che abbiamo registrato che testimoniano quanto, da parte di chi governa questa regione, e di chi li aiuta gestendo i gangli amministrativi e burocratici dell’Ente (i dirigenti), non ci sia la benché minima empatia verso la condizione in cui si trovano i cittadini. Troppo netta l’impressione

Il regalo da 38 mila euro ai dirigenti regionali è lecito, ma è anche opportuno?

che da parte loro ci sia lo stesso atteggiamento di chi ha vinto alla lotteria e che non vede altro se non la

propria clamorosa fortuna e le splendide prospettive per il (proprio) futuro, per permettersi lo

sciocco lusso di stare a pensare a cosa sarebbe più opportuno, piuttosto che semplicemente lecito. Esattamente il contrario di quanto ci si dovrebbe aspettare da chi ha in mano la cosa pubblica, il benessere collettivo. E non è questione di populismo. Se coloro che, tra classe politica e dirigenziale, in questi anni, avessero fatto del Molise una terra avanzata e prospera; avessero messo a frutto le nostre risorse umane e paesaggistiche per fare della regione un posto dal fiorente turismo e dagli avanzati servizi; avessero avuto cura delle strutture sanitarie e di chi ci lavora con at-

tenzione e un occhio alla modernità; avessero fatto crescere le società partecipate della Regione facendone motori produttivi ed occupazionali; avessero avuto cura di strade, ferrovie e scuole facendone infrastrutture sicure, avessero guadagnato anche il doppio dello sproposito che già ora guadagnano, nessuno avrebbe avuto niente da ridire. Ma di fronte all’evidente e generale fallimento che hanno raggiunto possibile che a nessuno sia venuto il pensiero di quanto inopportuno sia questo regalo di Natale da quasi 38 mila euro? Con i nostri, tantissimi, auguri.

Il senatore Roberto Ruta ha presentato una serie di emendamenti alla legge

“Giubileo, fermiamo le trivelle” “Dopo che la metà delle regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) si è espressa contro le trivellazioni “facili” in mare e in terra, ho ritenuto opportuno presentare al c.d. ‘decreto Giubileo’ (decreto legge 185/2015 recante misure urgenti per interventi nel territorio), all’esame della Commissione Bilancio del Senato, un emendamento per raccogliere fedelmente le istanze dei quesiti referendari, assicurare procedure più incisive per tutelare il territorio e superare anche il conflitto istituzionale in atto”. Lo afferma il senatore del Pd Roberto Ruta, che speci-

Le Regioni hanno già chiesto un referendum contro il sacco all’ambiente fica “non si può non tener conto del pronunciamento formale di 10 Consigli regionali, del nord e del sud d’Italia, come delle tante associazioni che sono parte integrante dei comitati referendari”. “L’emendamento - sottolinea

Rutaè stato sottoscritto anche dai senatori Pezzopane (pd), Stefano (misto/sel), Ricchiuti (pd), Puppato (pd), Casson (pd), Gatti (pd), Gotor, (pd), Mineo (misto), Conte (Ap), Molinari (misto), Bignami (misto), Razzi (Fi). L’obiettivo di tutelare il territorio da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, così come chiedono i promotori dei quesiti referendari, troverebbe in questo modo piena accoglienza come anche la necessità di sottoporre i procedimenti autorizzatori all’intesa tra lo Stato e gli enti territoriali locali.”

Totaro: “Viabilità all’osso, qualcuno deve intervenire” CAMPOBASSO. “Ho provveduto a presentare un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale affinché si attivi per porre rimedio alla grave situazione che sta interessando alcuni tratti viari dell’area del basso Molise”. Così. il consigliere regionale, Francesco Totaro. “Difatti, a

Il consigliere chiede a Frattura la convocazione di un tavolo tecnico

seguito delle consistenti precipitazioni di alcune settimane fa, alcune strade hanno subito ingenti danni, costringendo anche il traffico pesante a transitare all’interno di alcuni centri abitati. Dunque, prima che il peggiorare delle condizioni meteorologiche aggravi ancor di più la situazione, auspico

in un celere e risolutivo intervento del Presidente Frattura che, in accordo con il Presidente della Regione Abruzzo e con tutti i soggetti istituzionali interessati, elabori un piano di interventi per ripristinare la percorribilità delle strade in questione ed i relativi interventi di messa in sicurezza delle stesse.


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4 3 dicembre 2015

Domenico Bertoni da Venafro è stato incaricato di essere il portavoce di Vincenzo Cotugno a duemila euro al mese e per sei mesi Se il presidente del consiglio regionale del Molise fosse ostrogoto, il suo portavoce non potrebbe che essere ostrogoto. Siccome il nuovo presidente del consiglio regionale del Molise è venafrano, il suo portavoce non poteva che essere venafrano. Equazione perfetta. L’hanno risolta i componenti l’Ufficio di presidenza con Vicenzo Cotugno presidente del consiglio e presidente dell’Ufficio, Filippo Monaco vicepresidente, Nicola Cavaliere vicepresidente, Carmelo Parpiglia segretario e Giuseppe Sabusco segretario. Alla singolarità di una commissione che annovera due vicepresidenti e due segretari (per prendere più soldi evidentemente), e non semplici componenti, si aggiunge la singolarità della scelta del portavoce di Cotugno avvenuta su basi del tutto discrezionali, mancando altre valutazioni specifiche sul destinatario. Quanto ha stabilito l’ufficio di presidenza è del tutto legittimo, perfettamente corrispondente al dettato della legge regionale 2 del 27 gennaio 1999, modificata con legge regionale 7 del 19 febbraio 2009. In quelle due disposizioni sono sancite le norme sull’autonomia organizzativa, funzionale e contabile del Consiglio, tra cui la facoltà, per il presidente, di avvalersi, per la durata della carica, di un portavoce, anche esterno all’amministrazione, con compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere po-

L’intervento

La discrezionalità, per quanto sancita in una diposizione di legge, è una manifestazione di puro esercizio di potere, un atto podestarile La mancanza di argomenti rende vano anche l’apporto del portavoce

litico /istituzionale con gli organi d’informazione. In parole povere, Domenico Bertoni, nato a Venafro nel 1974, scelto tra i giornalisti, pubblicisti ed esperti in comunicazione, dovrà curare i rapporti del presidente del consiglio con la stampa scritta e parlata del Molise, esplicandone il pensiero politico e le determinazioni istituzionali. A differenza di ciò

che dispongono le suddette leggi regionali che in materia di autarchia amministrativa fanno il paio con le leggi 30 del 26 settembre 2005 e 33 del 2006, per le quali giace in consiglio regionale una mozione dei consiglieri del gruppo 5Stelle, Manzo e Federico, che ne chiedono l’abrogazione, l’incarico a Bertoni è per 6 mesi, a duemila euro al mese, e

non per la durata in carica del presidente. Probabilmente Cotugno e l’Ufficio di presidenza non hanno voluto calcare la mano; magari vogliono sperimentare l’efficacia professionale del portavoce, avendo di riserva la possibilità di rinnovargli l’incarico per la durata della presidenza. La discrezionalità, per quanto sancita in una diposizione di legge, è una manifestazione di puro esercizio di potere, un atto podestarile, in questo caso, come nel caso delle leggi 30 e 33 appena sopra ricordate, in base alle quali si sono for-

mate sacche di disparità di trattamento all’interno dell’organico regionale e vantaggi economici su basi matematiche e non su valutazioni di merito, ormai largamente fuori sintonia col pensiero comune e con quello giuridico. Sono leggi, queste citate, che fanno della Regione Molise una entità politico/amministrativa imbevuta di parzialità, di favoritismi, di clientelismi e, purtroppo, di scarsa efficienza e di scarsa efficacia. La portavoce della presidenza della giunta regionale viaggia a compensi molto più elevati dei duemila euro di Bertoni, e ha una durata pari alla durata del presidente Frattura alla presidenza. Ciò per dare il senso della discrezionalità, l’uso che se ne può fare, e il peso economico che comporta all’erario molisano. Alla resa dei fatti, poi, essendo abbastanza afono il presidente Frattura, più ciarliero Cotugno, i loro portavoce non è che abbiano tanto da dire. Dardo

Se il centrosinistra è senza coraggio legislativo

Il riordino delle Province che dimostra minati togliendo ai cittadini la scelta dei in pratica ridetermina il nulla. Le fun- Una riforma slegata dai contesti territola mancanza di coraggio del centrosini- rappresentanti; poi è stata considerata zioni fondamentali restano in capo alle riali, poiché manca di numerose precistra inattuabile dalle Province stesse e dai Province, perché è bene ripeterlo, conti- sazioni, di indirizzi che questa A settembre 2014 il Movimento 5 Stelle sindacati, lasciando le Regioni in mezzo nuano a esistere. Le funzioni non fonda- Amministrazione non si è preso la redepositò un’interrogazione per chiedere al guado. L’unica cosa certa è che sono mentali sono trasferite alla Regione sponsabilità di conferire in maniera lumi sul riordino delle funzioni provin- state incaricate proprio le Regioni di le- Molise con il relativo personale, ma co- chiara. ciali. Ci chiedevamo, ad esempio, che giferare sul trasferimento delle funzioni munque ‘ridelegate’ alle Province al- Dal Governo regionale ci saremmo fine avrebbero fatto le funzioni in mate- provinciali ad esse stesse, e qui il go- meno fino a fine 2016, in una sorta di aspettati una riforma più coraggiosa e ria culturale come biblioteche e musei. verno regionale ha dato il meglio di sé, ‘partita di giro’ tra Enti. Questo accade più ‘regione-centrica’ proprio perché la Chiedevamo, inoltre, come si stava atti- approvando ieri un testo di legge in no- perché la riforma è stata concepita in nostra è una piccola realtà. Ci aspettavando la Giunta in vista della riorganiz- tevole ritardo, sostanzialmente per maniera del tutto errata, per fornire solo vamo una legge più organica e più zazione prevista dalla riforma Delrio, adempiere a un obbligo di legge, ma che l’ennesimo spot elettorale al Premier. chiara, visto che le cifre su personale, considerando che, al di là qualifica professionale, inquadegli spot renziani, le Prodramento economico non ci L’Università del Molise protagonista a Varsavia vince esistono ancora oggi e sono mai state fornite. devono mantenere le funzioni Ci aspettavamo, in definitiva, fondamentali (come viabilità, un piano di riorganizzazione ambiente, polizia provinciale, generale della Regione, con le edilizia scolastica, ecc.). Altre strutture e i Servizi potenziati, funzioni, invece, devono esviste le lamentele di sottorgaL’opera immortale di Dante, la Divina Commedia, a 750 anni dalla nascita dell’Autore, ha creato l’occasere trasferite a Comuni o Renico, e che spiegasse come sione per l’università del Molise di varcare i confini regionali e nazionali, e di approdare a Varsavia dove gioni, con tutto ciò che ne gestire le 22 persone apparteda ieri, fino al 4 dicembre, è in corso un convegno internazionale imperniato sul tema “Il Dante dei moconsegue in termini di personenti alle Comunità montane derni: La Commedia dall’Ottocento ad oggi”. La relazione d’apertura è stata tenuta dalla professonale che mantiene la posiin utilizzo alla Regione Moressa Anna Siekiera docente di Storia della lingua e filologia dantesca presso il Dipartimento di Scienze zione giuridica ed economica lise, magari coordinando il umanistiche, sociali e della formazione dell’università degli Studi del Molise. Il convegno è nato dal propre riforma, ma anche di tratesto con la legge sulle Unioni getto, ideato e realizzato da un comitato di quattro docenti del Dipartimento di Italianistica dell’università sferimento beni e di contendi Comuni. Peccato che, di Varsavia, e fin dalle sue prime fasi ha suscitato grande interesse presso prestigiosi Enti culturali italiani ziosi. anche stavolta, non è accaduto ed internazionali (l’Accademia della Crusca all’Ambasciata d’Italia in Polonia, l’Istituto Italiano di CulLa legge Delrio-Renzi, anniente di tutto questo. tura e diversi Centri di studio sul Classicismo, e la Società Dantesca Italiana), che hanno voluto sostenere nunciata come quella che abol’iniziativa. Altro dato rilevante e la partecipazione di studiosi provenienti da tutta l’Europa, in particoMovimento Cinque Stelle lisce le Province, prima si è lare dall’Italia, dalla Polonia, dalla Francia, dalla Svizzera, dall’ Olanda,dalla Grecia, dall’Inghilterra, Molise rivelata una farsa, perché ha dall’Ungheria e dalla Repubblica Ceca. creato solo assemblee di no-

La docente Anna Siekiera relatrice all’apertura del convegno internazionale su La Divina Commedia


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5 3 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’inganno e la bugia elevata a costume di vita, l’arroganza tradotta in valore non potevano che riversare sul sistema sanitario rabbia e disillusione

A distanza di circa un anno, sull’abbrivo delle recenti e nuove polemiche sorte a Venafro sul destino dell’ospedale, trova più di una valida ragione la necessità che sulla riorganizzazione del sistema sanitario regionale si debba ragionare col buonsenso comune, a mente fredda, valutando in maniera seria e ponderata la situazione debitoria che non accenna a contenersi né a ridursi. Non ci dovrebbe essere chi non si dica d’accordo ed ammetta che 6 presidi ospedalieri, se non tutti, per la gran parte dotati di impianti e reparti di alto livello tecnologico, per una popolazione di poco più di trecentomila abitanti sia un lusso che non può essere vissuto e sostenuto oltre, soprattutto in questa transizione storica segnata da una crisi economica globale che dura da quasi un decennio. Il taglio dei posti letto (in soprannumero rispetto alla media nazionale) e la chiusura di alcuni reparti/doppione e la consequenziale riduzione operativa delle strutture sanitarie di Venafro e Larino, in particolare, vanno accettati e considerati un sostanziale contributo al risanamento dei conti e alla riorganizzazione del servizio sanitario regionale su basi strettamente logiche. Senza drammatizzazioni e lamentazioni va chiuso anche il capitolo del campanilismo, avendo a mente che 6 ospedali sono oggettivamente insostenibili per una economia di ridotte dimensioni e di scarsa rilevanza, oltre che da una realtà demografica delle nostre ridotte dimensioni. Un ospedale mediamente distante trenta/quaranta chilometri dall’altro, è un lusso sociale, una ridondanza organizzativa, una dotazione sanitaria che non ha uguali e precedenti sul territorio nazionale. L’oggettiva necessità di razionalizzare tutte le forme di eccedenza del sistema sanitario molisano purtroppo viene interpretata come una punizione, una diminutio, addirittura una rivalsa (spesso considerata tale in chiave politica), una vessazione, essendo venuta meno, in quanto mai realmente applicata, la logica nelle cose e delle cose, la necessità come virtù, la disponibilità come un

Sanità, inaccettabile il modo con cui si vuole tagliare

atto di responsabilità collettiva. Ciò che non può e non deve essere accettato è il modo con cui s’è giunti alla decisione di chiudere e tagliare. Ovvero, con il ricorso all’inganno, con il furto della buonafede delle popolazioni interessate promettendo ai creduloni e rabbonendo i riottosi, con la turlupinatura politica raccolta nelle pro-

messe pre-elettorali e sistematicamente disattese una volta eletti. Metodi e comportamenti scorretti di una classe politica che voleva ad ogni costo arrivare dove (purtroppo) è arrivata: a gestire il potere per interressi inconfessati, per alterigia intellettuale, per spocchia generazionale. Gente che messa di fronte alle responsa-

CONTROLUCE Ci sarebbe Sabrina De Camillis, già consigliere regionale del Molise ed assessore, quindi parlamentare di Forza Italia, oggi esperta per la riforma del titolo Quinto della Costituzione nello staff della ministra alla Sanità Beatrice Lorenzin, tra i nomi di rango che a Roma possono godere di alloggi confortevoli a pochi euro a notte, in una ex caserma dello Stato di Viale Pretorio 95 (Complesso logistico Pio IX). Nomi di rango abbiamo detto: Roberto Formigoni, il viceministro Nencini, l’ex ministro Gian Guido Folloni e il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi. 40 euro pagherebbe Formigoni per una sorta di suite (salottino, vasca idromassaggio e studio), mentre la De Camil-

bilità di governo, alla ineluttabilità della scelta, della decisione, della determinazione non ha altro rifugio che la dilatazione dei tempi, il rinvio come metodo, il doppiogiochismo come soluzione. Così facendo, i problemi del Molise vanno in cancrena e - ironia della sorte – ciò in concomitanza della peggiore fase di assistenza del sistema sanitario, ridotto a mal partito dalla insipienza di chi s’era detto in grado di valorizzarlo. Una volta al governo coloro che hanno vinto e governano su mandato della maggioranza del popolo molisano, si sono rivelati egocentrici, egoisti, totalitari in chiave etica e culturale. Alla lunga finiranno per rendersi estranei alla società di riferimento. Un inganno sesquipedale, la bugia elevata a costume di vita, l’arroganza tradotta in valore non potevano che riversare sul sistema sanitario rabbia e disillusione. Di ogni cosa, però, c’è la resa dei conti. Dardo

lis ne spenderebbe meno di 30, per l’esattezza 28,90 euro. Nomi e circostanze emersi da una inchiesta del Fatto Quotidiano che arricchiscono di una nuova pagina il capitolo dei favori occulti e palesi che infarciscono la vita capitolina, la spudoratezza della politica e dei politici. Purtroppo ancora una volta un nome molisano coinvolto. In netta contrapposizione alla limpidezza della storia e della figura di Rita Fossaceca, tragicamente finita in un misero villaggio africano, in Kenia, da volontaria.

“Infermieri, in 150 rischiano di andare via” Il 31 dicembre è prossimo e le scadenze si avvicinano, 280 INFERMIERI sono in scadenza, di cui 130 sono prorogati grazie ai criteri previsti dalla Legge 125 mentre 150 saranno fuori pur avendo assicurato finora i LEA nei vari contesti della Sanità Molisana. L’organo di rappresentanza professionale Collegio IPASVI di Campobasso – Isernia attraverso il presidente Mariacristina Magnocavallo unitamente al Consiglio Direttivo e al Collegio dei Revisori dei Conti esprimono grande preoccupazione in quanto non è ancora chiaro quale sarà il futuro riorganizzativo della Sanità Molisana. Più volte sono stati evidenziati i motivi di disagio esistenti nelle realtà ospedaliere e territoriali ed a nulla sono valsi i nostri “suggerimenti” e le nostre proposte per tentare di “migliorare l’assistenza sanitaria”.

La denuncia viene dal collegio Ipasvi del Molise. “Preoccupati di famiglie senza lavoro e servizi non garantiti” Si attendevano decisioni del tavolo tecnico del 25 novembre, e nulla è accaduto ora si attende la data del 15 dicembre, sembra di vivere il clima dell’inferno dantesco dove le anime attendono “tra color che son sospesi” il maestro che indichi loro la strada da seguire. La nostra sanità appare come una strada con fitta nebbia la quale non permette una visione chiara per il cammino da intraprendere. Nel contempo i dubbi ci assalgono in quanto l’assistenza sia ospedaliera sia territoriale sta per crollare. Si precisa che la figura infermieristica, così come evidenziato in altre Regioni, rappresenta la chiave di svolta, grazie anche alle competenze avanzate, ai nuovi bisogni della popolazione sia per le acuzie sia per la cronicità. Nella nostra Regione le cronicità aumentano

e assorbono la maggior parte delle risorse, le strutture ospedaliere sono in crisi e necessità un modello di assistenza diversa. Il paese è “ANZIANO” e se l’ospedale rappresenta un luogo “comodo” a cui rivolgersi, molti malati cronici non possono trovare soddisfazione ai propri bisogni. E’ necessaria una progettazione condivisa per trovare soluzioni che consentano il cambia-

mento, superando eventuali resistenze. I modelli che si possono assicurare sono garantiti da professionisti competenti che, grazie anche al percorso formativo sia di base sia specialistico hanno il riconoscimento della presa in carico interprofessionale che converge sui bisogni della persona. Gli infermieri danno garanzia alla continuità , partecipano alla vita del

cittadino e non restano passivamente in attesa di una sua richiesta di bisogno. La sfida del cambiamento può essere rappresentata da un nuovo modello di sistema sanitario per garantire la vera continuità al paziente. Le inadeguatezze del sistema attuale, con scarse risorse e il blocco delle assunzioni hanno messo in crisi l’assistenza molisana, esse vanno cambiate e gli INFERMIERI MOLISANI sono pronti per la sfida con le giuste “COMPETENZE” e i giusti “NUMERI”. Invitiamo, pertanto, gli Organi Istituzionali, Politici e Sindacali a creare le condizioni per conferire dignità e decoro sia a noi che a chi soffre perché, al momento, il cittadino-paziente da una parte e l’infermiere dall’altra vivono una stessa, anche se diversa situazione.


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Campobasso

3 dicembre 2015

“Il Comune dimentica le imprese locali” L’Acem accusa l’assessore Maio per l’ennesima disattenzione verso le imprese

CAMPOBASSO. Per gli appalti di lavori di sola esecuzione, di importo inferiore ad un milione e cinquecentomila euro, il codice dei contratti pubblici prevede che gli Enti appaltanti entro il 30 novembre possano pubblicare un avviso per la formazione di un elenco di imprese che saranno poi invitate nel corso del-

l’anno seguente alla procedura ristretta semplificata, ma il Comune di Campobasso a differenza di altri Enti ha dimenticato di provvedervi. Lo segnala l’ACEM, Associazione Costruttori Edili del Molise, che da sempre ha sollecitato l’adozione di procedure semplificate per gli affidamenti dei la-

vori pubblici. “Siamo ancora una volta sconcertati e delusi del modus operandi del Comune di Campobasso – dichiara il Presidente dell’Associazione Corrado Di Niro – che non solo ad oggi non ha ancora adottato il regolamento per i lavori in economia, ma continua a perdere tempo

inutilmente a discapito delle imprese e l’ennesima dimostrazione è costituita proprio dal non aver provveduto alla pubblicazione di un Avviso per le procedure ristrette semplificate, privandosi così della possibilità di utilizzare tale strumento nell’anno 2016, che avrebbe consentito di affidare lavori pubblici

invitando solo 20 ditte attinte dall’apposito elenco ed evitando la concorrenza esasperata che caratterizza le procedure aperte ”. Infine, il Presidente Di Niro conclude con un interrogativo: “Mi chiedo se il Comune di Campobasso non sa o non vuole applicare questi strumenti normativi”.

“Coralbo, confondi le luminarie” Interrogazione al presidente della Regione per il bando al comune di Ripabottoni RIPABOTTONI. “Una regola fondamentale nella vita di una persona è il rispetto dei beni comuni. Che si tratti di un personaggio pubblico, di un rappresentante istituzionale o di un semplice cittadino, ognuno deve avere come valore primario del vivere civile il rispetto delle norme, delle regole della società pubblica e dei beni pubblici. Figuriamoci dunque se si tratta di Enti locali: è qui che si evince la massima rappresentazione della società civile, è qui che le pratiche del rispetto normativo vengono incamerate in ogni pratica amministrativa. E’ in tutti gli enti locali che funziona così, tranne che al Comune di Ripabottoni” - è ironico il Vicepresidente del Consiglio regionale Filippo Monaco, ma allo stesso tempo serio e preoccupato. “Vi è un bando, pubblicato dalla Regione Molise con DGR n.317/2015, che aiuta gli Enti locali che vogliano rendere energeticamente più efficienti gli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche. Sono finanziamenti che l’Unione europea ha concesso per raggiungere l’obiettivo del risparmio energetico attraverso interventi sull’involucro degli edifici o opere di ristrutturazione di impianti di riscaldamento o delle caldaie fino agli interventi di pubblica illuminazione. Ma c’è chi ha scambiato la definizione di “pubblica illuminazione” con il termine “luminarie”. Ed è per questo che ho inteso interrogare il Presidente della Regione per porre l’attenzione specifi-

catamente al Comune di Ripabottoni, che attraverso la determinazione n. 86/2015 a firma dell’ing. Michele Coralbo ha indetto un bando di gara, finanziato con i fondi del Por di cui alla DGR n.317, per trovare chi possa illuminare il Paese nelle festività natalizie degli anni 20152016-2017 e nel periodo estivo degli anni 2016-2017.” “Ora, io capisco che tra pubblica illuminazione e luminarie ci possa essere una forte assonanza, ma non per-

mettiamo che un Ente locale, con un bilancio proprio su cui far ricadere le spese extra per l’illuminazione festiva, sfrutti bandi pubblici e soldi pubblici per le luminarie natalizie ed estive. E’ qualcosa che non accetto e su cui punto io i riflettori. La Regione deve monitorare al massimo queste situazioni e, nello specifico ed immediato, il Comune di Ripabottoni spero modifichi le disposizioni del disciplinare di gara”.

“L’avvocato specialista. Luci ed ombre” All’hotel san Giorgio di Campobasso una tavola rotonda per confrontarsi su il ‘Regolamento per il titolo di specialista’ firmato dal ministro Orlando Nell’ambito della quinta edizione de “Le Associazioni incontrano il foro”, venerdì 4 dicembre 2015, protagonista la tavola rotonda “L’Avvocato Specialista. Luci e Ombre”. Appuntamento, dalle 16.00, all’hotel San Giorgio di Campobasso. L’iniziativa, per la prima volta, impegna tutte le associazioni forensi aderenti che hanno fornito un proprio fattivo contributo coinvolgendo prestigiosi esponenti nazionali. Questi ultimi rappresenteranno le diverse posizioni delle rispettive Associazioni in merito al Regolamento per il titolo di specialista, tematica sulla quale restano forti dubbi. C’è chi infatti sostiene la necessità della specializzazione e chi, invece, è perplesso, a tal punto da formalizzare una impugnativa dinanzi al giudice amministrativo, così come avvenuto nel caso dell’ANF. L’Associazione Nazionale Forense, dopo la pubblicazione de Il regolamento del Ministero della Giustizia n. 144 del 12.8.2015, ha da subito richiamato le criticità già evidenziate durante l’iter di approvazione. Posizioni condivise anche da altre componenti dell’Avvocatura che hanno rilevato più di qualche stortura. Scetticismo sul come le specializzazioni sono state realizzate, sul come

il regolamento ministeriale ha tradotto in concreto la norma primaria costituita dall’art. 9 della legge ordinamentale forense, sul criterio con cui si è pervenuti all’individuazione dei settori di specializzazione e sulla previsione di un colloquio dinanzi al CNF nel caso di domanda per il conseguimento del titolo per comprovata esperienza. Poi la questione formazione, con

il coinvolgimento delle Università. Sui numerosi aspetti, compresa la facoltà, intesa come opportunità, per gli stessi avvocati di accedere alla specializzazione, si aprirà l’ampio dibattito Interverranno: l’avv. Marcello PACIFICO, presidente Nazionale A.N.F.; l’avv. Domenico CIRUZZI, vice presidente nazionale U.C.P.I.; l’avv. Celeste ATTENNI, segretario nazionale di CamMiNo; l’avv. Marina BLASI, componente del Consiglio Direttivo Nazionale dell’A.I.A.F., presidente dell’A.I.A.F. Lazio: l’avv. Carlo Maria PALMIERO, presidente della Camera Civile di Aversa; l’avv. Michela LABRIOLA, componente dell’Esecutivo Nazionale dell’Osservatorio sul Diritto di Famiglia, presidente Sezione di Bari; l’avv. Marco ANGIOLILLO, delegato OUA Distretto Molise. L’evento sarà moderato dall’avv. Demetrio RIVELLINO, presidente COA di Campobasso. L’avv. Nunzio LUCIANO porterà i saluti di Cassa Forense. La partecipazione all’evento darà diritto a n.3 crediti formativi in materia deontologia obbligatoria.


Campobasso

7 3 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Si annuncia una rivoluzione in casa del Lupo anche se le urgenze restano quattro

Serve la nuova spina dorsale della squadra

Portiere, centrale di difesa, regista e punta centrale possono cambiare la faccia rossoblù di Gennaro Ventresca Partono i bastimenti. Così recitava una vecchia e straziante canzone napoletana del tempo che fu. Ora stanno per partire bei giovanotti con le Hogan ai piedi, i jeans volutamente sdruciti, la barba di due giorni e l’auto tedesca con problemi ecologici. Sta per partire un plotoncino di nostri ragazzi. Proprio gli stessi che qualche mese fa, col caldo di un’estate mai così bollente, erano arrivati a Selva Piana pieni di tatuaggi, di boria e di belle speranze. Furono scelti dal loro mentore, quel Roberto Cappellacci, con la faccia pescatore, l’aspetto trasandato e la presunzione più alta dello stesso Mourinho. Signori si cambia. Gridavano così i capo-treni quando le nostre littorine ci portavano sino a Benevento o Vairano, ma c’era poi da fare i conti con la coincidenza per raggiungere Napoli o Roma che sono stati sempre gli approdi agognati.

Si, si cambia. Perlomeno così pare. Anche i vertici tecnici si sono convinti che Cappellacci aveva fatto danno incalcolabili “giurando” sul valore di alcuni giocatori che si sono dimostrati gli ectoplasmi di quelli che lui ricordava al suo servizio in altri club. Non vorrei però che la pezza diventasse più brutta dello strappo. Sento parlare ad esempio di Balestreri che è stato con noi una mezza stagione, ha fatto i suoi gol ed è andato via. Pensare di ritrovarlo ancora così prolifico può essere un rischio. Gli anni passano anche per i troppo buoni, non solo per chi firma questa nota. Per forma mentale sono stato sempre contrario ai ritorni. Mi schierai all’opposizione anche quando ripresero Minadeo. In quel caso mi sono sbagliato, il ripese infatti ha fatto le cose migliori proprio negli ultimi anni in cui ha vestito la nostra blusa sociale. Ma il concetto rimane. Sugli altri nomi non ci vado appresso. Per scelta di vita non conosco il girone, non vado dietro a certe fantomatiche descrizioni di sedicenti competenti. Aspetto di vederli

all’opera con la nostra squadra i giocatori. Senza fiocchi e contumelie. Ora, mi par di capire, si sta preparando una mezza rivoluzione. Le rivoluzioni però portano prima di tutto macerie, ecco perché consiglio a chi è preposto a eseguire questo coraggioso atto (Minadeo?) a essere cauto. Certo, non ci vuole poi chissà che a capire che la nostra squadra è stata costruita male e gestita peggio. Per rimetterla in riga, per non correre pericoli di play out, ha bisogno della spina dorsale. Vale a dire un portiere, un centrale difensivo, un pensatore e una punta centrale. Per il resto si può andare avanti con quello che c’è in Kambusa. Trovando il modo di dare più spazio ai giovani che, sino a oggi, sono stati solo giudicati, senza un minimo aiuto. In una squadra che funziona il giovane può fare esperienza e migliorarsi, ma in una che stecca quasi tutte le partite è destinato a perdersi. Come è accaduto a molti dei nostri under che, ingiustamente, sono stati criticati, mentre la colpa principale andava ricercata altrove.

A Campagna Amica i prodotti dell’orto dell’Agrario Fanno parte del progetto Scuola senza sbarre con i detenuti del carcere di Campobasso CAMPOBASSO. Al mercato del giovedì di Campagna Amica promosso dalla Coldiretti in piazza Vittorio Emanuele a Campobasso anche i prodotti dell’orto dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente ‘Leopoldo Pilla’. Da questa mattina, giovedì 3 dicembre, infatti, nell’apposito stand sarà possibile acquistare ciò che viene prodotto dall’Agrario di viale Manzoni. Presenti i detenuti del carcere di Campobasso che grazie al protocollo d’Intesa siglato tra la scuola, la casa circondariale del capoluogo e la Provincia, hanno avuto l’opportunità di prendere parte al progetto ‘Scuola senza sbarre’. L’iniziativa ha previsto, infatti, per i detenuti, l’opportunità di potersi occupare del vigneto e del frutteto, operando nell’azienda agricola gestita dalla scuola, dotata tra l’altro di una serra didattica, dove nel periodo invernale vengono messe a dimora varie specie di semi di ortaggi e fiori. Dunque una scuola che, attraverso attività pratiche, favorisce sia l’integrazione sociale dei detenuti, sia il rilancio dell’agroalimentare. Il tutto avviene puntando sulla produzione a chilometro zero che ben interpreta l’esempio concreto di filiera corta, continuamente sostenuta e difesa proprio dalla Coldiretti Molise, perché capace di garantire freschezza, stagionalità del prodotto, assenza di costi aggiuntivi e tipicità del territorio. Proprio il Pilla di Campobasso lo scorso 25 settembre per il Progetto ‘Scuola senza sbarre’ è stato insignito di

un importante riconoscimento nell’ambito di ‘OSCAR Green 2015 – Italia per EXPO, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa, nella categoria ‘Paese

Comune, rubate le carte d’identità Oltre mille documenti in bianco sono stati prelevati dalla cassaforte CAMPOBASSO. Mille carte d’identità sono state rubate la scorsa notte, quella tra martedì 1° e mercoledì 2 dicembre 2015, nei locali dell’ufficio anagrafe del Comune di Campobasso. Alcuni malviventi sono riusciti a introdursi nei locali del Municipi, aiutandosi con una fiamma ossidrica, prelevando dalla cassaforte i documenti. Secondo le indagini di Squadra Mobile e Scientifica, i malviventi avrebbero scavalcato il cancello dal retro di Palazzo San Giorgio, prima di raggiungere una finestra semiaperta. Sarebbe stato il più agile dei ladri a favorire l’ingresso degli altri complici.

Amico’, relativo a quelle istituzioni pubbliche che hanno dato il loro contributo per l’attuazione dei progetti promossi da Coldiretti.





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Isernia

3 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Corte d’Appello, presidio di legalità” A Isernia si è tenuta l’assemblea operativa del Comitato ISERNIA. Si è tenuta presso il Tribunale di Isernia l’Assemblea operativa dei rappresentanti degli Ordini professionali, delle Associazioni imprenditoriali e della società civile, nonché dei Sindacati dei lavoratori e degli Organi di Informazione aderenti al COMITATO UNITARIO, per definire la strategia e le azioni da intraprendere per scongiurare la soppressione della Corte di Appello di Campobasso, soppressione che comporterebbe gravissimi disagi a tutti i cittadini e la perdita di importanti presìdi di legalità e che darebbe un durissimo colpo all’economia locale ed all’occupazione, già provate

da anni di crisi. L’Assemblea ha deliberato: 1) che tutti i rappresentanti presenti trasmettano il Documento costitutivo del Comitato unitario a tutti i singoli aderenti ai loro ordini ed organizzazioni; 2) di prendere atto che il Comitato unitario sta lavorando su due proposte concrete da portare al Ministro della Giustizia: il mantenimento di una Corte di Appello per ogni regione indipendentemente dal numero degli abitanti, oppure l’estensione del bacino di utenza della nostra Corte di Appello anche a territori limitrofi al Molise; 3) di istituire un Ufficio Stampa

ed un apposito sito Facebook del COMITATO UNITARIO, che verranno presentati pubblicamente la prossima settimana; 4) di prendere parte unitamente ai propri aderenti all’Assemblea generale che si terrà a Campobasso presso l’Università del Molise in tempi brevi, anche in preparazione ove necessario di azioni forti di pubblica protesta. All’Assemblea hanno preso parte i rappresentanti dell’ANM/Molise, della Regione Molise, della Provincia di Isernia, degli Ordini professionali degli Avvocati, dei Commercialisti, degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi, dei Geometri, dei Medici e Farmaci-

sti, dei Veterinari, dei Consulenti del Lavoro, della Camera di Commercio, dell’Associazione Industriali, di Confimpresa, della UIL, della UILPA, della CISL, del Sindacato dei Medici Legali, del CSA/Coordinamento Sindacale Autonomo, del Consorzio di Bonifica di Venafro, di SEL, dell’ARCI di Isernia, del Comitato per la difesa dell’autonomia delle province e della regione Molise, nonché dei mezzi di comunicazione RAI 3, Telemolise, Teleregione, Primo Piano Molise e Quotidiano del Molise. Il prossimo Venerdì 4 dicembre 2015, alle ore 9,30, si terrà analoga Assemblea dei rappresen-

tanti presso l’Aula della Corte di Appello di Campobasso (al piano terra della sede centrale del Palazzo di Giustizia). Sempre il prossimo Venerdì 4 dicembre 2015, alle ore 15,30, si terrà l’Assemblea di tutti i Sindaci della provincia di Isernia e dei Consiglieri provinciali presso la sala consiliare del Palazzo della Provincia di Via Berta. Infine, il prossimo Giovedì 10 dicembre 2015, alle ore 16,00, si terrà l’Assemblea di tutti i Sindaci della provincia di Campobasso e dei Consiglieri provinciali presso la Sala della Costituzione del Palazzo della Provincia di Campobasso.

Lettera aperta

Caro presidente Coia, non dimentichi l’Alto Molise Caro Presidente, caro amico Lorenzo, sono già trascorsi alcuni giorni dalla vittoria del centro sinistra e dal tuo insediamento al vertice di via Berta. Le province, lo ricordavi tu stesso, sono in una delicatissima fase di transizione che porterà probabilmente alla loro scomparsa. Il loro ruolo va ridefinito e, per ora, mantengono solo alcune delle competenze (e della dotazione sia finanziaria che di personale) delle “antiche” amministrazioni provinciali. Tra queste, tuttavia, ce n’è una che mi sta particolarmente a cuore: l’organizzazione del piano neve. I motivi del mio interesse sono facilmente intuibili: vivo e lavoro tra i paesi più “alti” e disagiati dell’appennino; di Capracotta sono stato orgogliosamente sindaco. Da rappresentante ai massimi livelli istituzionali regionali ho sempre portato avanti la causa delle aree interne. Vivo dunque

quotidianamente le difficoltà che, specie di inverno, le nostre realtà si trovano a dover fronteggiare. Purtroppo, dalle nostre parti la neve che sembrava potesse essere una risorsa, è tornata ad essere vista come un problema, a differenza di quello che accade altrove. Ecco, quello che ti chiedo, caro Lorenzo, nel rinnovarti gli auguri di buon lavoro, è un impegno speciale per le nostre aree interne, per le nostre montagne. Perché le difficoltà vengano affrontate con responsabilità – come del resto fatto con la recentissima nevicata, il giorno dopo il tuo insediamento – e perché dalle apparenti difficoltà si possa trarre occasione per guardare avanti. In effetti, alla prima prova hai fatto quello che, obiettivamente, era possibile fare con il poco che avevi a disposizione. E di questo sono grato, come cittadino e come ex

amministratore, ai pochi autisti della nostra provincia rimasti ad operare e alle imprese private che hanno lavorato per oltre ventiquattrore, senza risparmiarsi. Adesso, però, la sfida è un’altra: provare a fare di più e a creare un clima di rinnovata fiducia nelle nostre popolazioni, tra i lavoratori e gli studenti pendolari e le persone anziane che ancora abitano le nostre montagne. E la fiducia riparte se le nostre popolazioni, tra le altre cose, potranno avere la certezza - non la semplice speranza - che nei momenti più difficili, quando appunto la bufera di neve impedisce ogni forma di mobilità, allora c’è comunque qualcuno che si prende cura di chi è in condizioni di bisogno. Riacquistare questa fiducia equivale a non avere più paura delle bufere e a guardare nuovamente alla neve come una opportunità e non come una sciagura. Occorre perso-

nale esperto e qualificato per guidare i mezzi che liberano le strade dalla neve, occorrono mezzi moderni e risorse adeguate. Spero, per questo, che non vada disperso l’enorme patrimonio di esperienze e di competenze che nei decenni passati è stato acquisito dal personale che ha prestato la propria opera al servizio della nostra Provincia. E’ senz’altro giusto fare ogni sforzo per eliminare le spese superflue, ma non è certamente corretto immaginare di creare risparmi ed economie andando a diminuire la sicurezza dei cittadini e, in questo caso, di quelli che vivono nei territori più difficili. So che tutto questo non è facile, soprattutto di questi tempi. Ma tu sei attrezzato per farlo, anche nel poco tempo che avrai a disposizione. Con stima e affetto Tuo Candido Paglione

La polizia di stato ha presentato il nuovo calendario La Questura di Isernia informa che per quanti desiderano acquistare il nuovo Calendario della Polizia di Stato 2016, c’è la possibilità di farlo online sulla pagina creata ad hoc sul sito di Unicef. Infatti, come ogni anno, è stato presentato, nella giornata di ieri, il Calendario 2016 della Polizia di Stato, all’interno de “La Lanterna”, un edificio nel centro storico di Roma, alla presenza di tanti ospiti amici della Polizia, è stato presentato il Calendario che accompagnerà i prossimi 12 mesi del nuovo anno. Il capo della Polizia Alessandro

Pansa già l’altro ieri pomeriggio aveva presentato il Calendario al ministro dell’Interno Angelino Alfano, alla stampa e a numerosi personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo . Ieri, invece, l’appuntamento ufficiale con le autorità e i vertici del Dipartimento della pubblica Sicurezza. A presentare l’evento il direttore de “La Stampa” e, da gennaio, futuro direttore de “La Repubblica”, Mario Calabresi . Alla presentazione, a fianco del capo della Polizia, erano presenti il presidente di Unicef Giacomo Guerrera che gestirà i fondi rac-

colti con il calendario e destinati al progetto “Sud Sudan-protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria” e il fotografo Massimo Sestini che ha realizzato a titolo gratuito le immagini. E proprio le immagini sono state al centro dell’evento: fotografie inconsuete scattate da Sestini con la prospettiva zenitale, cioè con l’obiettivo e l’immagine disposti sul piano ortogonale. Un modo singolare di raccontare il lavoro della Polizia. Non solo, ma metaforicamente come ha scritto il prefetto Pansa

nella presentazione del calendario, “Riuscire a modificare il proprio punto di vista, nella vita come nel lavoro, costituisce un esercizio prezioso che regala a chi lo compie una visione nuova delle cose, sempre istruttiva, e in qualche caso persino sorprendente”. Testimonial dell’evento l’astronauta Umberto Guidoni. In sala, oltre ai vice capo della Polizia Alessandro Marangoni, Antonio Cufalo e Matteo Piantedosi e ai direttori centrali del Dipartimento della pubblica sicurezza, numerose personalità tra le quali l’ar-

chitetto Massimiliano Fuksas (Video intervista) che ha realizzato “La Lanterna”, lo spazioeventi dove si è tenuta la presentazione. Nella struttura che ha ospitato l’evento è stato allestito uno spazio espositivo nel quale verranno mostrati i dodici pannelli con le foto inserite nel calendario. L’ingresso gratuito alla struttura sarà consentito dalle 14 alle 21 del 1° dicembre e dalle 10 alle 21 del 2 dicembre. Per chi desiderasse visitare l’esposizione, l’ingresso è in via Tomacelli 157.


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Termoli

3 dicembre 2015

Viale Marinai, niente più isola ecologica Finalmente sarà resa più pulita l’area a vocazione turistica TERMOLI. Forse non tutti sanno che fra non molto quella specie di isola ecologica che si trova i viale Marinai d’Italia (pochi centimetri prima dell’entrata del porto turistico Marina di San Pietro), alla quale abbiamo dedicato tanti articoli

di denuncia di degrado e inciviltà, verrà smantellata e sostituita da un qualcosa con attinenze più turistiche. In effetti, per come veniva usata dagli utenti era (ed è ancora ora) diventata una cosa davvero inconcepibile, un biglietto da

visita degradante per l’immagine della città a vocazione turistica. Per l’intera estate trascorsa era diventata un’area inqualificabile con materiale buttato a macerare sotto il sole e capace di emanare un odore nauseabondo

che si sentiva a distanza di parecchie decine di metri. Adesso ci hanno detto che la stessa verrà smantellata (e noi aggiungiamo finalmente) e che al suo posto verrà installato un infopoint turistico che sicuramente ridarà smalto all’imma-

gine della zona stessa e della nostra città sempre di vocazione turistica. Ogni tanto qualche notizia positiva non fa male ascoltarla, anche se molto c’è da fare ancora.

Integrazione, ci prova Campomarino L’obiettivo è quello proposto da Ati Pianeti diversi per la pulizia della pineta CAMPOMARINO. L’obiettivo è quello di spingere all’integrazione tra la comunità di Campomarino e i ragazzi che sono ospiti di uno dei due centri di accoglienza del Comune costiero. Prenderà il via questa mattina il progetto che è stato ideato dall’Ati “Pianeti Diversi” con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Si tratta di uno dei primi progetti che vedrà al lavoro dai cinque ai sette ragazzi ospiti della struttura bassomolisana che saranno impegnati nella pulizia della pineta. “Si tratta di una pulizia che spetterebbe alla Regione Molise ma di solito ce ne facciamo carico noi – ha spiegato il sindaco Gianfranco Cammilleri durante la conferenza stampa di presentazione del progetto – e allora abbiamo pensato: perché non sfruttare questo come forma di integrazione degli immigrati?”. Da qui è nata una “splendida collaborazione con una delle due cooperative che si occupano dell’accoglienza

dei migranti e abbiamo iniziato a lavorare in questa direzione. Il primo progetto è la disponibilità che abbiamo raccolto da parte della cooperativa e dei ragazzi che vengono ospitati di darci una mano nel cercare di tenere nel modo più dignitoso possibile questa splendida risorsa”, ha spiegato ancora il primo cittadino, al suo fianco l’assessore alle Politiche sociali, Anna Saracino, oltre ai responsabili della struttura e agli educatori che vivono tutti i giorni a stretto contatto con i migranti. Lo stesso primo cittadino che ha anche voluto stemperare le polemiche che si erano sollevate alla notizia dell’arrivo dei profughi questa estate. “Noi – ha affermato Cammilleri – non abbiamo mai temuto l’arrivo dei migranti perché sappiamo che sono dei bravi ragazzi che scappano da realtà terribili. Quello che abbiamo contestato è il modo in cui si è verificato nel senso che non si può imporre a una comunità un evento di questo tipo. Ho cercato di esprimere un disagio dovuto dalla neces-

sità di avere una maggiore collaborazione, un maggiore coinvolgimento da parte dei sindaci che non è solo nel contatto dell’ultimo minuto ma nel tempo abbiamo recuperato tutte le lacune precedenti”. Forme di integrazione che l’Ati “Pianeti Diversi” ha già messo in campo nelle altre strutture di accoglienza che si trovano in Abruzzo, in Campania e nello stesso Molise. “Lo scetticismo – ha affermato Giuseppe Sansò responsabile dell’Ati – è nato dal fatto che abbiamo cominciato ad accogliere ospiti a Campomarino, che è un posto noto per la sua vocazione turistica, il primo luglio. Con il tempo, però, questi ragazzi hanno iniziato a prendere conoscenza con il posto” tanto che attualmente, presso la struttura, “facciamo lezioni di italiano, coinvolgendoli in tutte le attività possibili nel nostro centro che è il centro Happy Family in località Rio Salso e oggi stiamo iniziando con i lavori socialmente utili”.

“Emergenza maltempo: i lavori di manutenzione” A Montenero di Bisaccia, su strade e canali di scolo invasi la scorsa settimana da fango e detriti MONTENERO DI BISACCIA. Il sindaco Nicola Travaglini informa che sta tornando gradualmente alla normalità la viabilità cittadina a seguito dell’eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta sul basso Molise la scorsa settimana. “Nonostante le numerose difficoltà incontrate - dichiara il sindaco Nicola Travaglini - stiamo cercando di ripristinare la viabilità cittadina devastata da ondate di fango e detriti riversatisi in grande quantità sulle arterie comunali e provinciali la scorsa settimana. Critica anche la situazione di decine di tombini e cunette letteralmente cancellati dalla pioggia. Una battaglia impari, quella combattuta contro le avversità atmosferiche, che ha comunque visto un impegno eccezionale da parte degli operai comunali e della nostra struttura tecnica, dei Carabinieri, della Polizia Municipale, della Protezione Civile di Montenero di Bisaccia e Petacciato e di concittadini che per spirito di solidarietà e senso di appartenenza al proprio territorio si sono comunque impegnati per far fronte all’emergenza. Sento quindi il dovere di ringraziare di cuore tutti coloro che a vario titolo hanno messo in campo, senza riserve, le proprie energie per affrontare questa vera e

propria calamità naturale. Un ringraziamento per la disponibilità va anche al consigliere regionale Cristiano Di Pietro. Sperando che rientrino al più presto nella normalità

anche i parametri dell’acqua potabile e in attesa di una comunicazione ufficiale da parte degli organismi competenti, avviso sin da ora che sarà nostra cura informare tempestivamente la popolazione”.


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Termoli

3 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Rio Vivo va salvaguardata” Gli abitanti dell’area hanno avuto un incontro con il sindaco Sbrocca per i problemi degli allagamenti TERMOLI. La richiesta è quella di vedersi riconosciuti i danni per la riparazioni delle abitazioni distrutte dall’ondata di maltempo della settimana scorsa e per la messa in sicurezza della zona. Sono queste le richieste avanzate dai cittadini di via Rio Fondo e via del Germano Reale che questa mattina sono arrivati in Municipio per incontrare il sindaco Angelo Sbrocca. Sotto la lente le problematiche di una zona che si allaga ogni qualvolta arriva un’ondata di maltempo con il mare che, nella notte tra giovedì e venerdì scorso è entrato negli appartamenti raggiungendo i 40 centimetri di altezza. “Chiediamo i danni materiali e fisici perché finora non è stato fatto niente – hanno affermato i residenti della zona che domani incontreranno il sindaco – l’anno scorso hanno detto che avrebbero provveduto a sistemare sia la nostra strada che il litorale e anche il porto perché tutto proviene dal molo nuovo che hanno fatto dove hanno tolto i frangiflutti, quindi è

rimasta una scogliera blanda e dall’area camper”. E se per i cittadini “non è normale” allargarsi appena piove o il livello del mare aumenta, sotto la lente va a finire anche la situazione di presunta illegittimità di una zona che, a detta di tanti altri termolesi, non sarebbe mai dovuta sorgere. Polemiche che corrono sul web alle quali hanno risposto gli stessi residenti. “I nostri appartamenti sono legittimi perché sono 29 anni che pago le tasse e anche l’immondizia – ha affermato Tiziana che quella casa l’ha comprata quando le fondamenta erano già state alzate – se è stata data una concessione edilizia 30 anni fa adesso non si può dire che non è legale o che non è giusto perché io le tasse le ho pagate per 30 anni e continuo a pagarle. Quando hanno costruito quella casa davanti avevamo un chilometro e mezzo di spiaggia il problema è che il mare si è mangiato tutto e adesso sta a sei metri”.

Punti di vista sui quali è intervento anche il sindaco Angelo Sbrocca che, sollecitato sulla questione, ha messo in evidenza quanto il problema che si è vissuto a Rio Vivo la settimana scorsa sia stato dovuto “alle forti mareggiate. Abbiamo insistito tanto per la creazione e posa in

opera di frangiflutti. Fortunatamente negli scorsi mesi la Regione ha effettuato il bando per la posa in opera di questi frangiflutti e mi hanno assicurato che in 20-30 giorni dovrebbe essere assicurata la posa in opera. Dobbiamo essere certi che questa opera possa essere un rimedio

valido per le forti mareggiate che si hanno in quella zona. C’è da dire che c’è una zona di Rio Vivo che si trova a un metro al di sotto del livello del mare e questa è una situazione sedimentata nei decenni perché hanno costruito al di sotto del livello del mare”.

“Più Polizia a Termoli”

Il Coisp, torna a sottolineare la necessità di rafforzare la struttura TERMOLI. Il COISP torna a rivendicare l’assenza di studi di settore nell’ambito della prevenzione e della sicurezza, ai tanti proclami, pochi i fatti reali. Infatti non è possibile affrontare più il problema della sicurezza se non si torna veramente a rinforzare gli organici presso il Commissariato e la Polfer di Termoli oltre che dei distaccamenti di Termoli e Larino, ove per quest’ultimo qualcuno ne ha paventato la chiusura. Molti i sacrifici chiesti agli uomini e donne in divisa da Campobasso a Termoli con la speranza, per i dipendenti, di un riconoscimento professionale che tenga veramente conto dell’età anagrafica di ognuno, molti dei quali hanno superato o sono prossimi ai 50 anni di età. Autovetture datate, che in alcune circostanze lasciano gli operatori appiedati o comandati su mezzi non idonei.. Infatti la Volante non è possibile concepirla con mezzi tipo la Fiat Punto, che dinamicamente ha dei limiti contro chi spesso scappa, autore di un furto o altri reati di

tipo predatori , con mezzi molto più veloci. Nessuna vera considerazione premiale, con chi molte ore le passa in divisa all’agghiaccio. Un dialogo con i vertici della Questura inesistente, nonostante gli innumerevoli tentativi, che tenessero veramente conto delle problematiche del personale. Si dispone di aumentare i controlli agli obiettivi sensibili, senza risorse aggiuntive, da destinare a pochi uomini e donne in servizio, che dovranno ingegnarsi in pochi per moltiplicare gli sforzi.. L’arrivo dei numerosi migranti sul nostro territorio, i numerosi bivacchi di senza tetto all’interno della locale stazione ferroviaria di Termoli, che non certo costituiscono una sicurezza per chi perde il treno ed è costretto a rimanervici la notte. Sicurezza per gli stessi titolari dei locali , Bar, ristoranti, pizzerie, discoteche, albergatori, e per gli stessi cittadini che amano divertirsi ma stare tranquilli, sarebbero dovuti essere obiettivi da inserire in un programma di studio ampio e articolato . La sicurezza sulla strada che non è fatta solo di statistiche . Ma tutto questo il COISP lo torna ad invocare a gran voce. La prevenzione passa anche attraverso il contrasto contro la microcriminalità e il malaffare la cui soluzione non può essere minimizzata ma deve essere mantenuto alto lo stato di osservazione affinchè il Molise primeggi tra le Regioni virtuose. Non si può confidare sempre e soltanto sui pochi uomini di quegli Uffici di Polizia chiamati a fronteggiare le problematiche contingenti, basandosi solo sulla determinazione e il sacrificio di questi uomini e donne in divisa.

Valorizzare la Scuola di Polizia di Campobasso, non solo per il personale dipendente ma concepire la possibilità concreta di creare a Campobasso oltre che un istituto di perfezionamento per gli agenti anche per le specialità, per l’aggiornamento interforze e per quello di tutte le Polizie Europee, ove lo scambio di conoscenze investigative, di tecniche e di informazioni rendano più competitiva la realtà molisana della struttura, vanto della Polizia di Stato . Basta con le promesse, il COISP si attende risultati concreti e condivisibili e che i tagli in termini di sicurezza non potranno essere oggetto di concertazione ne a Campobasso ne a Roma se si vuole dare una risposta in termini di sicurezza e di Europa. Temi che sono stati portati all’attenzione del Segretario Generale Franco MACCARI, che di certo rappresenterà presso i competenti Uffici del Ministero la situazione contingente insostenibile . In data odierna il Consiglio Provinciale del COISP presieduto dal segretario provinciale generale GRIECO Giuseppe Michele ha inteso eleggere quale Segretario Provinciale Generale Aggiunto DEL GROSSO Manuel, assistente capo P.S. del distaccamento della Polizia Stradale di Termoli, esperto conoscitore delle problematiche di settore, laureato in Giurisprudenza, che di certo porterà ancora più forza ad un’organizzazione che dell’indipendenza sindacale, del rispetto verso le Istituzioni e la sensibilità verso i problemi della gente ne ha fatto la propria idea ed il proprio convincimento che la strada percorsa sia quella giusta.

Ancora una tentata truffa Ennesimo episodio a Termoli ai danni di un’anziana. E’ l’incubo di questi giorni TERMOLI. Torna l’incubo delle truffe a Termoli. Nella serata di ieri, infatti, una signora ci ha contattato per denunciare quanto segue: “Volevo segnalarvi la sventura avvenuta a mia madre questa mattina (1 dicembre),

presso la chiesa del Sacro Cuore, in via Argentina. Un truffatore (con caratteristiche paffuttelle) l’avvicinata senza scendere dall’auto, presumibile monovolume nera, presentandosi facendole il mio nome e premet-

tendogli la vecchia amicizia tra noi. Le chiedeva di prendersi in carico un PC che avevo acquistato da lui con caparra di 500 euro e di consegnarli la quota restante di 1200 euro, con la motivazione di un

suo urgente impegno a Pescara. Finta telefonata a me, che accordavo il tutto. La scaltrezza di mia madre ha evitato la truffa, liquidandolo che erano affari di suo figlio è se li vedeva lui. Ho segnalato ai Carabinieri, e ri-

scontrato nel web che è chiamata la “truffa del computer”molto diffusa nel campano”. “Mi affido a voi per una divulgazione alla comunità”, conclude la figlia della malcapitata.



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Opinioni di Claudio De Luca

3 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise da “Barbiere di Siviglia a “sedotto e abbandonato”

Oggi la 20.a regione supera (demograficamente) solo la Valle d’Aosta; ma, incongruamente, prima del ciclone-Morassut di rimodulazione dei territori, era diventata appetibile al punto che tutti la volevano e la cercavano, come l’operistico barbitonsore sivigliano. Nel recente passato erano davvero tanti i Comuni posti al confine dell’Abruzzo, della Campania e della Puglia che volevano esserle annessi. Nel Foggiano intendevano costituire la Moldaunia, una realtà territoriale nuova composta dal Molise e dalla Daunia; l’intera provincia di Benevento (in cui sono presenti tante comunità già molisane almeno sino al 1861) ambiva di creare un più rustico Molisannio; in Abruzzo vedevano di buon occhio l’accoppiata i Comuni di Castel di Sangro e quelli di una porzione del Vastese, delle valli dell’Alto Sangro e dell’Alto Trigno; in Campania si sentivano vicini taluni centri del Casertano e dell’Avellinese. Se queste ambizioni si fosssero realizzate, ne sarebbe sortito un amalgama geografico di tutto rispetto con un aggregato di 1.500.000 abitanti. In senso contrario marciavano le visioni più ristrette di numerose associazioni agnonesi, proponenti un reintegro dell’area altomolisana all’Abruzzo, come peraltro era stato sino al 1811. Ma, anche allora, ipotesi più meditate e razionali, elaborate a livello nazionale, avrebbero voluto dare vita ad “aree geografiche vaste” fatte di territori forti e competitivi, per ciò stesso dotati di maggiori capacità con-

adi Claudio de Luca Se si discute di evasione fiscale, la sensibilità dei Molisani si acuisce. D’altronde, se – nel gioco del calcio – ogni tifoso si atteggia a Commissario tecnico, nel mondo delle imposte molti ambirebbero di sedere sul soglio della Direttrice generale dell’Agenzia delle entrate. E così, bene spesso, si ascolta tuonare contro l’evasione, ma senza che siano proposti rimedi atti a combattere il fenomeno, a parte un generico appello al comune senso civico. Tempo addietro, in Molise, un professionista salì al “disonore” delle cronache locali per non avere provveduto a dare a Cesare ciò che era di Cesare. Così facendo, aveva accumulato un “tesoro” di 14 milioni di euro. La “performance” gli era andata bene almeno sinché non rimase impigliato nella panìa delle indagini tributarie. Se vicende del genere avessero a rivelarsi positive anche dopo l’esaurimento dei processi, la notizia sarebbe intrigante e, nella regione, non esisterebbero più nullatenenti con “yacht” od avvocati privi di reddito. Il fatto è che i furbi saranno pure in tanti (l’anno scorso si apprese che – nell’Isernino – circolavano 1.506 auto da 2.500 cc.), ma è pur vero che – bene spesso – vengono pizzicati solo i profittatori di sussidi economici pubblici, i “ciechi” miracolati come Lazzaro, gli arrampicatori delle graduatorie per le case popolari e chi si sia auto esentato dal “ticket” e dalle tasse universitarie. Se la situazione è questa, c’è chi ritiene che possa essere adottato un sistema semplice ed efficace: applicare il redditometro alla

trattuali, in grado di attrarre investimenti pubblici e privati e di permettere la realizzazione di infrastrutture strategiche in grazia di una più proficua gestione dei Fondi europei. Oggi prevale proprio tale opzione, ed il Molise viene snobbato persino dalla consorella abruzzese che, ad onta dei contatti ufficiali, intessuti e vantati dal Presidente Frattura, comincia a navigare verso lidi diversi. Ultimamente alcune rappresentanze regionali hanno tratteggiato

una pagina nuova di storia delineando un riassetto territoriale che ridisegna i confini di una sorta di ‘Italia di mezzo’ fatta di Marche, di Umbria e di Abruzzo. Per il momento si discute solo di integrazione dei servizi, ma si lavora anche ad un protocollo da sottoporre alle rispettive Assemblee regionali. La cosa più importante è quella di coinvolgere l’imprenditoria ed il lavoro perché, uua volta fissati gli obiettivi, diventa più agevole “innescare processi positivi

nei singoli territori“. Insomma, il tavolo pianifica sulla scorta delle esigenze delle forze sociali che, in tal modo, vengono sospinte a lavorare congiuntamente. In tale ottica si è parlato di un’Agenzia di pagamento per accorciare i tempi dei saldi; della banda ultralarga; del tema delle infrastrutture; delle pressioni da fare alla Ue per finanziare l’11° corridoio; dell’internazionalizzazione delle imprese; dell’uso dei Fondi europei e della razionalizzazione dei conti pubblici. Comportamenti del genere sono positivi perché disinnescano la volontà renziana di imporre aggregazioni “ex cathedra“. Dopo gli entusiasmi regionali degli anni passati, l’opinione pubblica si è resa ben conto che la creazione di 20 staterelli locali non ha portato le popolazioni da alcuna parte, contribuendo solo a creare una locupletata Casta ma senza rendere competitive le varie società. Perciò occorre evitare di rinchiudersi all’interno di una torre eburnea che fa bene solo ai percettori di indennità; e, considerando che, tra le realtà succitate ed il Molise, c’è una storia, un’economia, un’identità di paesaggi, occorrerebbe introdursi in questo contesto sovraregionale, operando uno sforzo che coinvolga la Comunità locale dall’interno, rimanendo sordi ai richiami autoreferenziali buoni solo per chi – da questo stato di cose – ha tutto da guadagnare.

I quattro cantoni del fisco regionale

fonte sulle proprietà immobiliari che – in definitiva – sono le uniche a non potere essere trasferite all’Estero. In sostanza, se si ha un immobile intestato, si deve pure fruire di un reddito per mantenerlo, oltre che per mantenere sé stessi. Perciò, lungi dal praticare una sterile caccia ad affitti in nero o ad altre fonti occultate, sarebbe sufficiente presumere che l’immobile sia comunque affittato; che lo sia ad altri oppure a sé stessi è indifferente. Immagino già il contraltare di altri secondo cui occorrerebbe considerare che, qualora lo Stato avesse più soldi, saprebbe come sprecarne ancora di più; e che il “deficit” è stato ori-

ginato dai ripetuti disavanzi del bilancio e non dalla evasione fiscale, secondo un semplicissimo (ma sempre ignorato!) principio: quello per cui non bisogna spendere più di quanto si incassa. Considerazioni troppo elementari? Può darsi, ma si tratta di concetti posti alla base di una corretta “governance”. Infine, si ricordi che esiste la tassazione separata delle rendite finanziarie, per cui queste finiscono col non comparire nel “740”; oppure le società familiari (e via di questo passo). Servendosi di questi “èscamotage” gli imprenditori riescono a dichiarare poco, avendo già pagato altrove.

Certe considerazioni possono apparire valide solo in apparenza, intinte (come sembrerebbero) in un che di demagogia ed in una voglia di caccia all’untore. Può darsi. Però vorrei ricordare a me stesso che, nel 1907, Luigi Einaudi aveva descritto uno scenario molto simile a questo odierno; segno che il vizio molisano ed italico di non versare le imposte è antico. Da una parte operano contribuenti e commercialisti impegnati ad inventare le forme più complesse ed artificiose per saldare il meno possibile; dall’altra si muovono gli agenti fiscali che devono usare la maggiore accortezza per riuscire a spogliare le dichiarazioni dei redditi dalla corteccia posticcia. L’illustre Uomo di Stato suggeriva che, se tutti avessero corrisposto il dovuto, le finanze pubbliche si sarebbero potute adagiare su quote ben più alte, paghe degli allori conseguiti. Al contrario la frode, persistente da oltre un secolo, costringe a riflettere se possa addirittura convenire un abbassamento delle aliquote. Cosa concluderne? Sia detto col facile senno di poi, il Nostro è un Paese che ha un radicato e scarso senso civico. Vuoi da una parte vuoi dall’altra. Ecco perché (secondo “Il Sole – 24 ore”) nel Meridione si pagherebbe grosso modo la metà delle tasse versate da quelli del Nord; e, tra le province peggiori, risultano ben piazzate proprio Isernia e Campobasso. La prima perché conferisce il 56% del dovuto e la seconda perché sborsa ancora meno (il 52%).


Da dicembre in edicola e librerie


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