S u p p l e m e n t o a l G i o r n a l e d e l l e I m p r e s e d i G e n n a i o 2 013 , R e g . Tr i b u n a l e d i R e g g i o E m i l i a N . 116 5 d e l 0 9 / 0 5 / 0 6
magazine
COSTRUIRE e d A BITA RE nel FU T URO
FUTURE BUILD 2013: A PARMA SI PROGETTANO LE CITTÀ DEL FUTURO
L a n u ova m a nife stazio n e
La scommessa del “Piano Città” di Paolo Buzzetti, Presidente ANCE
L’economia può ripartire dalla riqualificazione dei centri urbani intervista a Marco Mari, Vice Presidente GBC-Italia
Un modo diverso di concepire la “Classe A” intervista a Claudio Colombini, Vice Presidente Network CasaClima Emilia-Romagna
01/2013
d el vive re soste nibile
1
Intervista a Marco Mari, vice presidente di GBC Italia
L’economia può ripartire dalla riqualificazione dei centri urbani Fondamentale certificare la qualità degli interventi
L’Italia si trova a dover fronteggiare numerose sfide legate alla crisi economica, alla disoccupazione e al rilancio della competitività. Contemporaneamente deve allinearsi alle direttive europee in ambito di politiche ambientali per il raggiungimento degli obiettivi dell’Europa nel 2020. Nelle ultime settimane si parla molto della riqualificazione e risanamento di città e territori quale elemento da cui ripartire e superare l’attuale momento negativo. Ne parliamo con Marco Mari, vice presidente di GBC Italia. “Il recupero di porzioni di città e la conversione di parti di territorio in chiave sostenibile – afferma Mari – potrebbe effettivamente rappresentare una risposta alle sfide della crisi economica attuale e rilanciare l’economia verso uno sviluppo sostenibile dei territori. Per questo è necessario aggiornare i paradigmi di riferimento del mondo delle costruzioni, del settore immobiliare e dello sviluppo urbano. L’uscita dalla crisi dipenderà, infatti, anche dalla capacità di rispondere a problematiche complesse legate non solo all’efficienza energetica ma piuttosto a modelli completi ed integrati, che forniscano garanzie, trasparenza dei processi, qualità progettuale, tempistiche certe e validazione di un organismo terzo e dunque indipendente”. In che modo quindi intervenire? “La qualità “certificabile” dell’intervento – risponde Mari – deve cessare di essere avvertita quale questione di nicchia, ma divenire una condizione indispensabile, una necessità che richiami nel nostro Paese gli investimenti di imprese e privati. Negli ultimi vent’anni la riqualificazione è divenuta uno dei principali motori dell’attività urbanistica ed edilizia in tutto il mondo: in quest’ottica assume dunque un ruolo strategico per il territorio italiano, un’opportunità straordinaria per rispondere alle sfide delle trasformazioni
Marco Mari, Vice presidente di GBC Italia
socioeconomiche in corso, dei cambiamenti climatici e degli inderogabili impegni in campo energetico. L’Italia – prosegue Mari – non ha ancora raggiunto obiettivi di investimento efficaci nelle politiche energetiche sotto il profilo dei costi/benefici, così come segnalato dalla Corte dei Conti dell’Unione Europea nell’ambito dei progetti di investimento per l’efficienza energetica nell’edilizia pubblica. Fondamentale in quest’ottica le direttive della prossima politica di coesione 2014-2020 per interventi di riqualificazione delle aree degradate e del patrimonio costruito, indicazione contenuta, ed approvata a larga maggioranza, nel rapporto Politica di coesione e riqualificazione urbana dell’UE, che destinerà all’Italia almeno 1.5 miliardi di euro”. Quale il ruolo di GBC Italia in tutto questo? “GBC Italia – risponde Mari – promuove un processo di trasformazione del mercato italiano attraverso il sistema di certificazione legato al marchio LEED. I protocolli introducono nell’edilizia un innovativo e concreto processo e sono strutturati per permettere la misura oggettiva delle performance dell’edificio mediante un rigoroso processo di certificazione in fase progettuale, realizzativa e di utilizzo. Il sistema di certificazione LEED rappresenta un quadro flessibile, che permette di valutare la strategia che ottimizza il rapporto tra edificio ed ambiente circostante. Riqualificazione sì dunque, ma non solo energetica: molti progetti – conclude Mari – nei quali si è raggiunto l’obiettivo energetico rischiano di non rispondere in maniera adeguata al mantenimento di una qualità ambientale interna ottimale per gli occupanti, oppure rappresentano soluzioni progettuali totalmente avulse dal contesto”.
11