GTA n.22

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GTA

GEOLOGIA TERRITORIO AMBIENTE

RIVISTA DELL’ORDINE DEI GEOLOGI DI BASILICATA N.22 - dicembre 2013

ARTICOLO SCIENTIFICO

INDAGINI INTEGRATE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO FRANA NEL CENTRO ABITATO DEL COMUNE DI SANT’ANGELO LE FRATTE (PZ)

RUBRICHE

CORSI & CONVEGNI L’ESPERTO RISPONDE NAVIGANTI CON LA BUSSOLA

APPROFONDIMENTI

STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA IN BASILICATA EPAP

ATTIVITA’ DELL’ORDINE APC E NON SOLO BILANCIO DI PREVISIONE 2013


BRAINST RMERS LABORATORIO PER LA CONOSCENZA DELLE SCIENZE TECNICHE

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GTA GEOLOGIA TERRITORIO AMBIENTE

SOMMARIO

EDITORIALE Raffaele Nardone

EDITORIALE

Direzione e Redazione via Zara, 114 - 85100 Potenza tel 0971.35940 - Fax 0971.26352 redazione@geologibasilicata.it

di Raffaele Nardone

Registrazione Tribunale di Potenza n. 296 del 22.02.2002

ARTICOLO SCIENTIFICO

Spedizione in abb. Post. - 70% Aut. DCO/DC/208/2002 DEL 12.04.2002 Direttore Responsabile Raffaele Nardone

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Direttore Editoriale Raffaele Nardone Redattore e Referente Rivista Gerardo Colangelo Coordinatore scientifico Maurizio Lazzari Comitato di Redazione Raffaele Nardone, Gerardo Colangelo, Mary William, Domenico Laviola, Carlo Accetta, Filippo Cristallo, Franco Guglielmelli, Massimo Coviello, Nunzio Oriolo, Mariano Tramutoli, Antonio Loperte, Katia Straziuso, Stefania Pascale Segreteria di Redazione Angela Rubolino

RUBRICHE Stefania Pascale

20 L'ESPERTO RISPONDE Antonio Loperte

22 NAVIGANTI CON LA BUSSOLA Katia Straziuso

Comitato Scientifico Prof. G. Prosser Direttore (Dip. S.C. Università della Basilicata), Prof. L. Coppola (Università dellaBasilicata), Dr. I.S. Giano (Università della Basilicata), Prof. M. Mucciarelli (Università della Basilicata), Prof. V. Simone (Politecnico di Bari), Dr. V. Festa (Università di Bari), Dr. S. Gallicchio (Università di Bari) Dr M. Tropeano (Università di Bari), Dr. F. Gizzi (CNR- IBAM), Dr. M.Lazzari (CNR-IBAM), Dr. V. Summa (CNR-IMAA), Dr. F. Cavalcante (CNR-IMAA).

Progettazione grafica, impaginazione Maria Ditaranto

Galileo Potenza Marta dell’Olio Massimo Bavusi Emiliano Felice Finizio Elisa Falanga Salvatore Laurita Donato Lacava Gerardo Colangelo Sergio G. Longhitano

19 CORSI & CONVEGNI

Consiglio dell’Ordine Raffaele Nardone, Presidente Franco Guglielmelli, Vice Presidente Mary William, Segretario Domenico Laviola, Tesoriere Carlo Accetta, Consigliere Filippo Cristallo, Consigliere Massimo Coviello, Consigliere Nunzio Oriolo, Consigliere Gerardo Colangelo, Consigliere

Stampa Tipografia Olita

INDAGINI INTEGRATE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO FRANA NEL CENTRO ABITATO DEL COMUNE DI SANT’ANGELO LE FRATTE (PZ).

APPROFONDIMENTI 23 STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA IN BASILICATA Gerardo Colangelo

27 EPAP

Gilberto Tambone

ATTIVITA' DELL'ORDINE 28 APC E NON SOLO Mary William

In copertina: Alluvione area del metapontino dicembre 2013 Archivio fotografico Protezione Civile Regione Basilicata

31 BILANCIO DI PREVISIONE 2013 Domenico Laviola

www.geologibasilicata.it La riproduzione totale o parziale degli articoli e delle foto, vietata ai sensi dell’art. 65 della L. 633/41, può essere autorizzata solo dalla Direzione.


In ricordo dell'amico e collega Marco Giordano

Caro Marco

,

ti scrivo come se fossi ancora tra noi, non riesco ancora a convincermi che ci hai lasciato. Quando mi hanno comunicato la tua scomparsa, è stata una di quelle notizie che ti lasciano secco, senza parole, senza commenti, solo un gran dolore dentro. Parlare degnamente di un amico scpomparso non è facile perchè le parole non sono all'altezza, nè riescono ad esprimere pienamente il sentimento e la commozione interiore. Eri davvero un signore, un uomo pieno di dignità e umiltà, non ti ho mai sentito parlare male di qualcuno, mai sono uscite dalla tua bocca parole di astio nei confronti di chiccesia, anche di chi ti aveva fatto del male. Ma noi tutti sappiamo che per sollevarci dalle nostre miserie dobbiamo imparare da chi piu di noi ha sofferto e più di noi ha donato, dobbiamo cercare di conservare nei nostri cuori il ricordo della testimonianza cristiana e umana, di dedizione al dovere e di impegno civile, che ci ha trasmesso il nostro fratello Marco. Grazie dell'amicizia e delle belle discussioni che abbiamo fatto nei più svariati momenti di vita e ancora grazie di avermi insegnato la dignità e l'orgoglio. Non hai mai mostrato la tua sofferenza, portando la tua croce più che hai potuto da solo, per non dar troppo pensiero alla tua cara mamma e alla tua adorata sorella che ti sono state vicino fino all'ultimo con dedizione e amore. Hai dedicato la tua vita alla tua famiglia. Te ne sei andato nella massima riservatezza, creando solo quel poco di "disturbo" inevitabile. Sulla tua lapide è incisa una frase di Sant'Agostino: "Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri, pieni di lacrime." Riposa Marco assieme a tutti i tuoi cari scomparsi, per noi non siete morti ma indelebilmente presenti nella nostra memoria e nei nostri cuori.

f.to Nicola Pompeo Del Gaudio

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L'EDITORIALE

Raffaele Nardone

Presidente Ordine dei Geologi di Basilicata presidente@geologibasilicata.it

SMART CITY e territorio resiliente:

LE SFIDE CORRELATE

mai prescritti in precedenza e si comincia a parlare di progetto geologico del sottosuolo; l’avvio delle procedure di controllo a campione, recentemente la presenza di un geologo nell’ufficio difesa del suolo e autorizzazione sismica di Potenza e, auspico in futuro, la presenza di un geologo in tutti gli uffici periferici della difesa del suolo presenti in Regione come una riorganizzazione degli uffici regionali e l’ottimizzazione della spesa nel settore della difesa del suolo. Nell’ambito del programma Potenza Smart abbiamo dialogato con l’amministrazione comunale affinchè si cominciasse ad affrontare il concetto di "resilienza climatica", vale a dire la capacità di adattamento della città ai cambiamenti del clima e, di conseguenza, la realizzazione di piani operativi in quest’ottica. A sollecitare l’azione su questo argomento è anche l’Unione Europea, che attraverso la nuova “Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici”, chiede alle amministrazioni territoriali di implementare misure volte alla gestione degli impatti dei cambiamenti climatici. Inoltre, secondo la nuova programmazione comunitaria 2014 – 2020, la necessità di investire in reti ed infrastrutture intelligenti dovrà affiancarsi ad una maggiore resilienza dei rischi finanziari e climatici. Bisogna lavorare affinchè la nostra Regione si doti di un “Piano di adattamento al cambiamento climatico” che preveda anche la sperimentazione di alcune misure concrete da attuare a livello locale, per rendere il territorio meno vulnerabile e in grado di agire in caso di alluvioni, siccità e altre conseguenze del mutamento del clima. In questo contesto il controllo del consumo di suolo, la messa in sicurezza e la manutenzione diffusa del territorio, il riuso delle aree territoriali, costituiscono le priorità di intervento per individuare strategie che integrano le problematiche di tutela e salvaguardia a lungo termine con misure di mitigazione e adattamento a breve e medio termine migliorando la coerenza delle strategie di sviluppo locale e l’allocazione delle risorse tecnologiche e finanziarie. 

La resilienza è, quindi, una componente necessaria per lo sviluppo sostenibile, agendo prima di tutto sui modelli organizzativi e gestionali dei sistemi urbani. Una città sostenibile è quindi una città resiliente. Assicurare uno sviluppo sostenibile e sicuro dev’essere oggi una priorità delle amministrazioni pubbliche e del mondo dell’impresa. Tutto questo non può prescindere dall’applicazione delle conoscenze geologiche ed è per questo che noi dobbiamo vincere questa nuova sfida con la competenza, preparazione e peculiarità culturale che ci caratterizza.

L’ennesima e recente alluvione del Metapontino che ha provocato danni ingenti al patrimonio storicoarchitettonico della nostra Regione e all’agricoltura che in quell’area è l’attività principale e costituisce anche un’importante fetta del PIL regionale, sta animando una serie di convegni e dibattiti con l’unico fine di trovare i soldi per gestire l’emergenza!! Invece bisognerebbe cominciare a programmare azioni volte a raggiungere l’ambizioso traguardo di un territorio resiliente e collegare il concetto di resilienza a quello più recente delle smart city. La grande sfida che noi Geologi dobbiamo vincere è quella di riuscire a far passare il concetto che lo sviluppo sostenibile del territorio non può prescindere dalle conoscenze geologiche e, che queste, devono svolgere un ruolo centrale, di coordinamento delle altre competenze professionali che intervengono nella gestione dei rischi e nell’analisi ambientale. Insomma, già nel nostro recente congresso abbiamo discusso a lungo sulla centralità del ruolo del geologo nella gestione dell’ambiente inteso come quella figura professionale capace di fare sintesi tra esigenze di sviluppo e tutela ambientale. Ora dobbiamo proseguire su questa strada anche in altri ambiti proprio per dare risposte a queste due grandi sfide; per fare ciò è necessario che cominciamo a confrontarci, a ragionare, ad indirizzare l’aggiornamento professionale continuo, affinchè possiamo essere pronti a svolgere quell’auspicato ruolo di centralità nel rendere un territorio resiliente ovvero una città intelligente. L'espressione città intelligente (smart city) indica, un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. Quindi La città intelligente deve riuscire a conciliare e soddisfare le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni, rivolgendo particolare attenzione all’ecosostenibilità dello sviluppo urbano, alla diminuzione di sprechi energetici ed alla riduzione drastica dell’inquinamento grazie anche ad un miglioramento della pianificazione urbanistica e dei trasporti. In tutto questo gioca un ruolo importante il geologo e le scienze della terra nel loro complesso e noi dobbiamo svolgere un ruolo da protagonisti nella tematica della sostenibilità ambientale e della sicurezza del territorio. In questi anni di mia presidenza all’Ordine uno dei filoni più importanti che sto perseguendo è proprio questo: cioè chiedere alle istituzioni un territorio più sicuro e una governance intelligente proponendo un nuovo modello di governo del territorio meno dispersivo e più efficiente. I frutti di questa azione sono evidenti: la Delibera di Consiglio Regionale n. 575 del 2009 che rende la relazione geologica un elemento sempre più importante con un dettaglio negli aspetti geologici

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ARTICOLO SCIENTIFICO INDAGINI INTEGRATE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO FRANA NEL CENTRO ABITATO DEL COMUNE DI SANT’ANGELO LE FRATTE (PZ). Galileo Potenza, Marta dell’Olio, Massimo Bavusi, Emiliano Felice Finizio, Elisa Falanga, Salvatore Laurita, Donato Lacava, Gerardo Colangelo, Sergio G. Longhitano.

ABSTRACT

RIASSUNTO

The territory of Basilicata is, for geological and climatological reasons, unstable. In fact, landslides are very widespread and affect roads, facilities and entire villages with a serious social and economic damage. In order to design proper remediation intervention, the demand for effective diagnostic tools is pressing.

Il territorio della Basilicata è, per ragioni geologiche e climatologiche, instabile. Esso è infatti caratterizzato da una franosità diffusa in grado di provocare danni ingenti ai beni ed alle attività umane particolarmente quando sono interessati ambiti antropizzati o urbanizzati. La richiesta di strumenti diagnostici diviene quindi una necessità impellente al fine di progettare appropriati interventi di stabilizzazione. La caratterizzazione delle frane, in particolare di quelle ricadenti in ambito urbano, può essere convenientemente condotta utilizzando in modo congiunto tecniche indirette quali la Tomografia di Resistività Elettrica (ERT), tecniche sismiche attive (MASW, sismica a rifrazione), metodo HVSR e tecniche dirette quali i sondaggi geognostici comprensivi delle prove di laboratorio eseguite su campioni nonché misure inclinometriche.

The landslide characterization, mainly in urban contexts, can be suitably performed by combining methods such as the Electrical Resistivity Tomography (ERT), Seismic Refraction (SR), MASW, Horizontal to Vertical Spectral Ratio (HVSR) whit borehole data and inclinometric measurements. In this work we propose such an approach based on combinations of direct and indirect diagnostic techniques in order to characterize a landslide in urban area of Sant’Angelo le Fratte.

In questo lavoro viene proposto un approccio basato sulla combinazione di tecniche diagnostiche dirette ed indirette per la caratterizzazione della frana che interessa parte dell’abitato di Sant’Angelo le Fratte. Al fine di ottenere un modello geologico affidabile, i profili e punti di misura sul terreno devono essere disposti in modo da assicurare un’adeguata copertura, garantire la sovrapposizione dei dati e minime distanze tra i profili e i sondaggi. In tal modo le successive fasi di processamento e interpretazione dei dati risultano notevolmente semplificati.

In order to properly combine heterogeneous data in a suitable geological model, great care is required in the survey design: mutual distances amongst profiles and boreholes should be minimized while coverage and overlap amongst different techniques should be maximized. Then, following data management and interpretation is made easier. In this work we illustrate how, starting by an efficient survey design, it is possible to manage and jointly interpret HVSR, SR and ERT data and compare the results with the evidences coming from boreholes, inclinometers and laboratory tests on samples. Then a critical interpretation of each technique and its performance respect to the other ones is provided. Finally, a geological model consisting with all experimental evidences is provided as tool for future remediation design and implementation.

In questo lavoro illustriamo come, partendo da un efficiente pianificazione delle indagini, è possibile analizzare ed interpretare in modo congiunto dati HVSR, SR ed ERT e confrontarne i risultati con le evidenze scaturite dai sondaggi, dalle misure inclinometriche e dai parametri di laboratorio acquisiti su campioni. Viene quindi proposta l’interpretazione di ciascuna tecnica e l’analisi critica delle sue prestazioni rispetto alle altre. Al termine di questo processo viene proposto un modello geologico di sottosuolo in accordo con tutte le evidenze sperimentali su cui è possibile basare la progettazione di eventuali opere di stabilizzazione.

Keywords: landslide, electrical resistivity tomography, active and passive seismic, microtremors. Parole chiave: dissesto idrogeologico; indagini geognostiche; prospezioni geofisiche.

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INTRODUZIONE Il territorio della Basilicata risulta, per ragioni geologiche e climatologiche, particolarmente predisposto al rischio frana con gravi conseguenze sul sistema viario e più in generale sul sistema socio-economico regionale. Non di meno i fenomeni franosi possono interessare interi centri abitati condizionandone pesantemente le prospettive economiche e di sviluppo. Nel caso in esame, il fenomeno franoso interessa una vasta area del centro urbano di Sant’Angelo le Fratte in provincia di Potenza. Gran parte del versante, corrispondente a località Pescara, mostra segni di dissesto nelle strade, nei muri di sostegno e nell’edificato. Il fenomeno gravitativo, probabilmente di tipo complesso in quanto costituito da più corpi di frana con movimenti differenziali reciproci, e probabili movimenti differenziali tra i corpi stessi. Tracce di movimento risultano infatti visibili nei marciapiedi, negli arredi urbani e nell’asfalto anche se di recente realizzazione.

natura eluvio-colluviale variamente antropizzate, le quali derivano dal disfacimento del limitrofo rilevo carbonatico che delimita a Sud l’area urbana e che rappresenta uno degli elementi paesaggistici più tipici dell’abitato (William et al., 2003). Pertanto, la pendenza a cui si attesta il territorio in esame oscilla tra valori compresi tra pochi gradi nelle aree terrazzate, a più di 25° nei settori che possiedono ancora il loro originale declivio morfologico.

L’accurata caratterizzazione e del versante è di fondamentale importanza nella progettazione di efficienti opere di stabilizzazione, specialmente in contesti urbani dove le infrastrutture possono mascherare l’espressione morfologica più generale del dissesto. In definitiva la realizzazione di interventi di stabilizzazione efficaci necessita di uno studio sistematico dell’area in grado di definire i limiti dei corpi di frana tanto in pianta quanto in profondità. Nel presente studio si è cercato di giungere ad una caratterizzazione sistematica del dissesto, facendo ricorso ad un ampio ventaglio di tecniche diagnostiche mutuate dalla geofisica e dalla geotecnica. Pertanto si è fatto ricorso alla Tomografia di Resistività Elettrica (ERT), alla Sismica a Rifrazione (RS), al metodo HVSR e alla tecnica MASW affiancate da indagini geotecniche quali sondaggi geognostici con prelievo ed analisi di campioni e misure inclinometriche.

Fig. 1. Panoramica dell’abitato del Comune di Sant’Angelo le Fratte; in evidenza l’area di studio. I terreni che costituiscono le rocce affioranti nel circondario appartengono alle unità per prime identificate nella zona dai pionieristici lavori di rilevamento della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000, fogli 199 e 210, denominati “Potenza” e “Lauria”, rispettivamente (Scandone et al., 1971). Dalle più antiche alle più recenti, tali unità sono:

Una corretta pianificazione delle indagini sul terreno è evidentemente necessaria al fine di facilitare la successiva interpretazione congiunta dei dati. In questo lavoro, dopo un breve inquadramento geologico e geomorfologico, vengono illustrate le tecniche utilizzate e la disposizione delle indagini sul sito. La successiva fase di interpretazione è illustrata facendo riferimento per semplicità ad alcuni sottoinsiemi di dati. Viene proposto, infine, un modello di sottosuolo coerente con le evidenze di campagna.

La Formazione di Monte Facito, appartenente alla così detta ‘Serie calcareo-silico-marnosa’ (Scandone, 1967; 1972) i cui terreni costituiscono il rilievo calcareo delimitato da pareti subverticali ed intensamente fratturate che delimita a meridione il centro abitato. Tale formazione appartiene alla successione dell’Unità lagonegrese (Scandone, 1972), la quale rappresenta una importante unità stratigrafico-strutturale dell’Appennino lucano (Scandone, 1972; Miconnet, 1988; Pescatore et al., 1999). I terreni che la costituiscono sono rappresentati da calcari massicci di colore grigio-chiaro contenenti fossili di ammoniti, lamellibranchi, gasteropodi e, a luoghi, intercalati a lenti calcarenitiche organogene, la cui età è riferibile al Trias inferiore.

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO L’abitato del Comune di Sant’Angelo Le Fratte sorge lungo il versante orografico sinistro che borda l’alto corso del Fiume Melandro, ad una altitudine compresa tra 625 e 490 m s.l.m. (Fig. 1). Tale versante, con esposizione a settentrione, si sviluppa al disopra di coltri detritiche di

I ‘Calcari pseudosaccaroidi’, riferibili alla ‘Serie carbonatica’ (Scandone et al., 1971) adiacenti alla prece-

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dente unità per contatto tettonico e costituiti da calciruditi e calcareniti biancastre d’età Cretacico superiore- Eocene.

In definitiva nell’area sussistono diverse cause naturali predisponenti l’innesco di fenomeni franosi quali:

La Formazione di Monte Sierio, riferita alla stessa ‘Serie carbonatica’ da Scandone et al. (1971) ma successivamente collocata all’interno della successione langhiano-tortoniana del così detto Bacino Irpino (Pescatore, 1978; Pescatore & Senatore, 1986; Pescatore et al., 1992). Tale successione, costituita da arenarie giallastre, calciruditi e subordinatamente da marne ed argille, risulta diffusamente affiorante in tutto il circondario del settore in studio. In particolare si tratta di argille siltose grigiastre scagliettate, marne argillose micacee brunastre e grigio-azzurre, arenarie di colore grigio-ferro e avana.

• l’eterogeneità dei terreni; • l’abbondanza di termini marnoso-argillosi e di coperture detritiche non consolidate; • l’elevata pendenza del versante in esame; Sussistono inoltre alcune cause antropiche potrebbero determinare l’innesco degli stessi quali: • la presenza di ricarichi di riporto sul versante; • la presenza di sbancamenti. • l'assenza di opportune opere di drenaggio superficiale e profondo.

Unità quaternarie, rappresentate nel settore da: (i) i depositi alluvionali di fondovalle appartenenti all’attività deposizionale recente ed attuale del Fiume Melandro, e (ii) dai depositi di natura eluvio-colluviale e dai macereti di frana che risultano attestati alla base dei maggiori rilievi carbonatici e lungo alcune dorsali del versante in studio, rispettivamente.

METODOLOGIA DI STUDIO E PIANIFICAZIONE DELLE INDAGINI La metodologia di studio applicata in questo lavoro si basa sulla combinazione di diverse e collaudate tecniche diagnostiche dirette ed indirette (Tab.1).

In figura 2 è proposto uno schema litologico dell’area di studio con indicazione dei limiti di frana riconoscibili in superficie oltre a quelli individuati dall’Autorità di Bacino Interregionale Sele.

Fig. 2. Schema litologico e del dissesto dell’area di studio.

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Tabella 1. Indagini realizzate nel centro abitato di S. Angelo le Fratte. Sigla

Strumentazione

Note

ERT1 – ERT7

Micromed Electra

32-48 canali/elettrodi, spaziatura 2-5 m, lunghezza fino a 155 m, dispositivi Wenner, Schlumberger e Dipolo-Dipolo.

MASW

Micromed Soil Spy Rosina

25 geofoni/canali, spaziatura 5 m

SR

Micromed Soil Spy Rosina

25 geofoni/canali, spaziatura 5 m; scoppi su tutti i geofoni.

HVSR

Micromed Tromino

Dieci misure a stazione singola (da HVSR 1 a HVSR 10), spaziatura 10 m. Prima stazione su elettrodo n.15/ERT1

S1

C.M.V.

Profondità: 25m. Corona standard. Condizionamento con tubo inclinometrico (vedi i2). Campioni: 10.0 - 10.4 m.

C.M.V.

Profondità: 20 m. Corona standard. Equipaggiato con piezometro di Casagrande (vedi p1). Campioni: 11.5 - 11.9 m.

S3

C.M.V.

Profondità: 25 m. Corona standard. Condizionamento con tubo inclinometrico (vedi i3). Prove SPT a 5.5 m e 11.3 m dal p.c. Campioni: 10.7 - 11.3 m; 19.0 - 19.4 m.

S4

C.M.V.

Profondità: 23 m. Corona diamantata da 10 m in poi. Condizionamento con tubo inclinometrico (vedi i1). Prove SPT a 4.2 m e 9.0 m dal p.c. Campioni: 5.0 - 5.4 m; 15.0 - 15.3 m.

i1

RST Instruments Ltd Digital MEMS Inclinometer System

Diagrammi realizzati: Deviazione media (mean deviation) - Spostamento incrementale (incremental displacement)- Posizione assoluta o deviazione cumulativa (absolute position) - Spostamento cumulativo (cumulative displacement) - Checksum. Profondità di esplorazione: 19 m. Acquisizioni effettuate: 06/07/2013 - 24/07/2013 - 31/10/2013

i2

RST Instruments Ltd Digital MEMS Inclinometer System

Diagrammi realizzati: Deviazione media (mean deviation) - Spostamento incrementale (incremental displacement)- Posizione assoluta o deviazione cumulativa (absolute position) - Spostamento cumulativo (cumulative displacement) - Checksum. Profondità di esplorazione: 24 m. Acquisizioni effettuate: 06/07/2013 - 24/07/2013 - 31/10/2013

RST Instruments Ltd Digital MEMS Inclinometer System

Diagrammi realizzati: Deviazione media (mean deviation) - Spostamento incrementale (incremental displacement)- Posizione assoluta o deviazione cumulativa (absolute position) - Spostamento cumulativo (cumulative displacement) - Checksum. Profondità di esplorazione: 24 m. Acquisizioni effettuate: 06/07/2013 - 24/07/2013 - 31/10/2013

S2

i3

La Tomografia di Resistività Elettrica è una tecnica geofisica attiva che permette di ottenere sezioni bidimensionali del sottosuolo investigato in termini di resistività elettrica. Essa è largamente utilizzata per la ricerca di acqua nel sottosuolo, per gli studi stratigrafici e tettonici, per lo studio dei siti inquinati e la ricerca mineraria (Reynolds, 2011). Nello studio delle frane, la tecnica rappresenta un prezioso strumento in grado di individuare

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le superfici di discontinuità e caratterizzare i materiali mobilizzati (Lapenna et al., 2003; Perrone et al., 2005; Colangelo et al., 2008; Potenza et al. 2012; Bavusi et al., 2012). L’integrazione della tomografia geoelettrica con i dati diretti provenienti dai sondaggi permette di migliorare l’accuratezza dei modelli geotecnici (Perrone et al., 2008). La resistività elettrica dei materiali è largamente influenzata dall’acqua: un materiale secco generalmente mostra alti valori di resistività anche maggiore di 100 Ωm, mentre lo stesso materiale saturo può fornire valori di molto inferiori a 30 Ωm. Ne consegue che la Tomografia di Resistività Elettrica evidenzia soprattutto differenze nelle caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo. Il metodo Horizontal to Vertical Spectral Ratio (HVSR, Nakamura, 1989) si basa sulla registrazione del rumore sismico ambientale in campo libero. Da questo viene ricavata la curva H/V, secondo la procedura descritta in Castellaro et al. (2005). Una curva H/V permette di definire le frequenze di risonanza e consente di ricostruire una stratigrafia sismica in senso relativo o assoluto (in presenza di vincoli forniti da altre tecniche), data la corrispondenza tra picchi di risonanza e interfacce stratigrafiche. Generalmente la tecnica fornisce dati puntuali, tuttavia la particolare disposizione delle misure lungo un allineamento può consentire la costruzione di sezioni 2D facilmente confrontabili con altri tipi di dati. La Sismica a Rifrazione (RS) è una collaudata tecnica di sismica attiva utile alla ricostruzione di un modello di sottosuolo in termini di velocità delle onde sismiche che sono direttamente proporzionali alle caratteristiche geomeccaniche del sottosuolo. Il metodo si basa sulla misura dei tempi di percorso delle onde elastiche che obbediscono ai principi di Fermat (il raggio sismico percorre la distanza tra sorgente e rilevatore seguendo il percorso per cui il tempo di tragitto è minimo) e di Snell (la modalità di propagazione del raggio diffratto dipende dalle velocità dei due strati). In base ai tempi di arrivo registrati, è possibile ricostruire il modello di velocità del sottosuolo in grado di determinare i ritardi osservati. Le misure inclinometriche sono utilizzate per monitorare i movimenti del terreno e degli ammassi rocciosi. Esse forniscono


le seguenti indicazioni: (i) profondità del movimento, (ii) numero di superfici di scorrimento, (iii) entità degli spostamenti, (iv) direzione dei movimenti; (V) evoluzione temporale del movimento. Il metodo permette quindi di identificare, a prefissate profondità, le caratteristiche cinematiche dei fenomeni di dissesto. Oltre alle elaborazioni standard (risultante, differenziale, differenziale per punti, ecc.) per singolo piano, sono possibili anche elaborazioni di tipo vettoriale e la visualizzazione degli spostamenti delle verticali nel tempo. In particolare, le elaborazioni effettuate in questo lavoro comprendono: a) Deviazione media (mean deviation), utile alla definizione degli spostamenti infinitesimali dovuti ad errori sistematici; b) Spostamento incrementale (incremental displacement), che permette la definizione dell’esatta profondità delle superfici di scivolamento; c) Posizione assoluta (absolute position) o deviazione cumulativa, utile per indicare i punti in cui la non verticalità del tubo può provocare errori; d) Spostamento cumulativo (cumulative displacement), il cui diagramma è la più comune rappresentazione di dati inclinometrici e consiste nella somma degli spostamenti misurati a partire dalla base del sondaggio. Esso mostra inequivocabilmente se vi sono piani di scivolamento oppure zone di taglio

(shear zone) fornendo precisamente le quote; e) Checksum, utile a verificare la qualità dei dati derivanti da una lettura. Elevati valori di checksum sono spesso il risultato di errori di posizionamento della sonda. I sondaggi geognostici rappresentano un elemento imprescindibile nella taratura di tutte le evidenze indirette. Essi permettono la ricostruzione stratigrafica di dettaglio e la valutazione oggettiva dei parametri geotecnici ricavati dalle prove SPT e dalle prove di laboratorio eseguite su campioni. Poter disporre di un ampio ventaglio di tecniche geognostiche come quello descritto è una condizione necessaria ma non sufficiente per il raggiungimento di una esaustiva modellazione del sottosuolo. Un ulteriore e fondamentale aspetto è, infatti, la disposizione delle indagini sul terreno e la collocazione reciproca dei profili e dei punti di misura che deve avvenire in modo da presentare sovrapposizioni totali o parziali e modeste distanze reciproche. Questo aspetto può essere più o meno complicato dagli inevitabili vincoli economici e logistici che possono limitare rispettivamente il numero delle indagini e la loro

S4-i1

S2-p1

S1-i2 S3-i3

Fig. 3. Distribuzione delle indagini nel centro abitato di Sant’Angelo le Fratte (Pz) e dei corpi di frana rilevati.

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disposizione ottimale sul terreno. Tuttavia, piccole deviazioni dalla linearità e la non perfetta complanarità degli stendimenti sono tollerabili entro i limiti di risoluzione spaziale dei metodi. In questo senso anche i sondaggi e le prove inclinometriche possono essere proiettati sulle sezioni, purché la distanza reciproca sia piccola rispetto alle dimensioni degli stendimenti. In figura 3 è riportata la disposizione delle indagini di tabella 1 sul sito in esame. Pur essendo fortemente influenzata dall’andamento delle principali strade urbane, questa disposizione delle indagini ha il pregio di minimizzare le incertezze in fase interpretativa fornendo i vincoli rappresentati dai sondaggi e dalle misure inclinometriche. Ad esempio, correlazioni sono possibili tra le tomografie geoelettriche e i dati di sismica passiva e attiva. Inoltre, le tomografie trasversali costituiscono un elemento di vincolo poiché devono risultare coerenti nei punti di incrocio. Infine, i dati stratigrafici e inclinometrici nonchè le prove di laboratorio possono essere contestualizzati all’interno delle sezioni bidimensionali ed i risultati estrapolati alle aree con caratteristiche sismiche ed elettriche simili.

DISCUSSIONE Per comprendere come le diverse tipologie di dato possono essere combinate insieme per ottenere una precisa caratterizzazione del sottosuolo è possibile, con riferimento alla figura 2, considerare per semplicità il sottoinsieme di indagini costituito dalle misure HVSR, dalla sismica a rifrazione (SR), dalla tomografia ERT1 e dal sondaggio S4 con la relativa misura inclinometrica i1. Per semplificare la trattazione verranno discusse le sole tomografie acquisite con il dispositivo elettrodico dipolo-dipolo. In figura 4a è riportato il diagramma del rapporto spettrale H/V (curva in rosso) nell’intervallo tra 0.1 e 64 Hz relativo alla stazione di misura HVSR 03 che fa parte dell’allineamento di misure HVSR1-HVSR10. La curva in rosso presenta un modesto picco di risonanza intorno a circa 2Hz mentre al di sopra dei 6 Hz essa mostra una consistente “deamplificazione”. In figura 4b è mostrato l’andamento delle tre componenti del moto: si può osservare come tra 1 e 2 Hz le

Fig.4. a) Diagramma del rapporto spettrale H/V; b) componenti spettrali.

11


Fig.5. Diagramma del rapporto spettrale H/V relativo a tutte le stazioni, da HVSR1 a HVSR10.

componenti orizzontali siano poste al di sopra di quella verticale coerentemente con l’amplificazione osservata compresa tra 1.6 e 2.4 H/V. Al contrario, a partire dalla frequenza di 6 Hz, le componenti orizzontali passano al di sotto di quella verticale, ad indicare un’inversione di velocità significativa la cui presenza è coerente con la deamplificazione osservata sul grafico H/V (per una descrizione dell’effetto delle inversioni di velocità nella curva H/V si rimanda a Castellaro e Mulargia, 2009). Questa rappresentazione ci mostra come tutte le curve abbiano caratteristiche simili da 0.1 Hz fino a circa 4.0 Hz, oltre i quali le curve tendono ad avere andamenti diversi. Poichè la profondità di investigazione è inversamente proporzionale alla frequenza, le curve di figura 5 ci mostrano un bedrock comune al di sopra del quale giacciono terreni con caratteristiche differenti. In particolare, nelle registrazioni da HVSR1 a HVSR4 può essere osservato un andamento discendente degli spettri che passano al di sotto del valore di 1 H/V. Questa evidenza è sintomo di deamplificazione dovuta ai contrasti di impedenza sismica negativi (inversioni di velocità delle onde sismiche). Nelle registrazioni da HVSR5 a HVSR10 si osserva un andamento ascendente degli spettri, dovuta a contrasti di impedenza sismica positivi (la velocità delle onde sismiche cresce bruscamente con la profondità). La morfologia del substrato e gli spessori delle coperture sono meglio individuabili in una sezione costruita a partire dalle curve di figura 5 dopo aver convertito la frequenza in profondità – tramite modellazione vincolata della curva H/V - e ubicato ciascuna stazione

nella sua posizione relativa lungo l’asse x all’interno del profilo (fig. 6a). Questa rappresentazione è più efficace nel mostrare una copertura con caratteristiche di rigidità sismica scadenti e spessore variabile da 3.0 (al bordo della sezione) a 12.0 m (al centro della sezione) poggiante su un substrato discretamente rigido. Quanto ricostruito attraverso la tecnica HVSR può essere confrontato con i risultati provenienti dalle altre metodologie. In figura 6b è riportata la sezione tomografica relativa alla sismica a rifrazione (SR). Essa ci mostra tre sismostrati: il primo, che si estende fino a circa 3.0 m di profondità, presenta velocità delle onde P attorno a 400 m/s. Al di sotto e fino a 6.0 - 12.0 m al bordo al centro della sezione rispettivamente, si riscontra un sismostrato con velocità comprese tra 400 e 2200 m/s. Il bedrock, con velocità superiori a 2200 m/s, si rinviene oltre i 6.00-12.00 m. In figura 6c è illustrata la tomografia ERT1 acquisita con dispositivo dipolo-dipolo che può essere suddivisa in livelli a differente comportamento elettrico: il primo livello, caratterizzato da una fascia a media resistività (50Ωm) in cui sono presenti nuclei e zone (R) a resistività più alta (> 50Ωm), si estende dal piano campagna (p.c.) fino a 7 m di profondità. La sua resistività è compatibile con la presenza di riporto antropico e detrito di versante di natura limoso sabbioso, parzialmente imbibiti, come evidenziato dai sondaggi. Al di sotto si rinviene un livello a bassa resistività (da 1 a 20 Ωm) riferibile alla presenza di sedimenti a prevalente componente argillosa

12


S4-i1

HVSR1

0

C1

-10

C1

HVSR 10

-20

a)

-30

-40

0

10

20

30 3.1

2.9

40 2.7

2.5

2.3

2.1

50 1.9

1.7

1.5

60 1.3

1.1

0.9

70 0.7

80

90

0.5

H/V

S4-i1 C1 C2

b)

F

S4-i1 R

R

C1

AG

C2

AG BR Fig.6. Risultati delle indagini geofisiche riportate in tabella 2. a) Sezione dei contrasti di impedenza ricavata dalle curve HVSR1-HVSR10; b) sismica a rifrazione (SR); c) tomografia di resistività elettrica. S4-i1: sondaggio meccanico e misura inclinometrica; C1, C2: campioni per le prove di laboratorio. R: zone resistive; AG: zone a prevalente componente argillosa a luoghi sature.; F: faglia ad alto angolo.

a luoghi saturi (AG) o comunque con un contenuto non trascurabile d'acqua. Questo livello appare dislocato da una faglia ad alto angolo (F) e pertanto esso si estende fino a 15 m dal p.c. nella porzione destra dell'immagine e raggiunge i 30 m circa nella parte sinistra. Il terzo livello (BR) a resistività elevata (> 130 Ωm) è visibile soltanto nella parte destra dell'immagine e può essere correlato con il bedrock carbonatico. L'errore RMS pari a circa il 15%. In figura sono illustrati i dati inclinometrici con indicazione sullo sfondo della stratigrafia relativa al sondaggio S4-i1 la cui ubicazione è riportata anche sui diagrammi di figura 6. E' possibile individuare una coltre superficiale costituita dalla pavimentazione stradale comprensiva della massicciata e di riporto antropico fino ad una quota di 3.8 m oltre la quale si ritrova terreno in posto costituito da argille e limi sabbiosi fino ad una profondità di 10.5 m dal p.c. e, a seguire, da argille grigio-verdastre foliate, non plastiche con intercalazioni di livelli carbonatici fino a fondo foro

(23 m). Le elaborazioni dei dati inclinometrici sono state basate sulle letture effettuate nelle seguenti date: 06/07/2013 - 24/07/2013 - 31/10/2013. I diagrammi di figura 7a e 7b mostrano lo spostamento incrementale relativo alle componenti A e B rispettivamente. I picchi di spostamento incrementale sono localizzati a 4.0 m di profondità. Gli spostamenti cumulativi relativi alle componenti A e B sono mostrati nelle figure 7c e 7d rispettivamente. Questi raggiungono i valori massimi intorno a 3.0 m. In definitiva, le tecniche impiegate hanno permesso di ricostruire un sottosuolo stratificato, eterogeneo, con proprietà meccaniche scadenti nei suoi livelli più superficiali ed una superficie di scivolamento a 4.0 m di profondità. In tabella 2 è riportata una sintesi delle principali evidenze scaturite dalla combinazione di tutte le indagini illustrate (le profondità dedotte dai dati, HVSR SR ed ERT sono profondità medie dedotte dall’analisi dell’intera sezione).

13


a)

b)

c)

d)

Fig.7. Misura inclinometrica i1 con indicazione della stratigrafia del sondaggio S4 sullo sfondo: a) spostamento incrementale lungo l’asse A; b) spostamento incrementale lungo l’asse B; c) spostamento cumulativo lungo l’asse A; c) spostamento cumulativo lungo l’asse B.

14


Tabella 2. Combinazione dei risultati delle tecniche HVSR, SR, ET1 e del sondaggio S4 con la relativa misura inclinometrica i1. Profondità (m)

HVSR

1 2 3

SR

ERT

I

< 400 m/s

Instabile

1.1-1.3

Campioni

SPT

Pavim. stradale Riporto (base dello strato: 3.8 m)

50 Ωm

4

S4

1/3/4

5 6 7 8

1 1.3-1.7

Argille e limi sabbiosi (base dello strato: 10.5 m)

400-2200 m/s

30/44/50

9 10

Stabile ? 1-20 Ωm

11

Livello carbonatico (base dello strato: 13.3 m)

12 13 14

Argille grigioverdastre

15 16 17

1.7-2.7

2

Livello carbonatico

2200-3600 m/s

18 19

>130 Ωm

Stabile

20

Argille grigioverdastre

21 22 23

Con la doppia linea è evidenziata la superficie di scivolamento accertata: essa coincide con il contatto tra il riporto antropico e le sottostanti argille e limi sabbiosi. Questa superficie è stata individuata da tutte le tecniche compatibilmente con la risoluzione spaziale propria di ciascuna di esse. In particolare, le tecniche sismiche sono state in grado di determinarla con buona precisione (HVSR: 4.0 m; SR: 3.0 m) mentre la tomografia di resistività elettrica tende a sovrastimarne la profondità (7.0 m). Questa evidenza si giustifica ampiamente se si considera che la tecnica in questione è sensibile alle variazioni di contenuto d’acqua e non a quelle delle proprietà meccaniche dei terreni. Infatti, con riferimento ai campioni 1 e 2 del sondaggio S 4

proposti in tabella 3, entrambi prelevati al di sotto della profondità di 4.0 m, si può osservare come il campione 1 presenti valori di contenuto naturale di umidità (W) e grado di saturazione (Sr) pari ad 1,5 volte circa quelli del campione 2, pur avendo peso di volume secco (γv) e peso specifico (γs) comparabili.

15


Tabella 3. Sintesi dei principali parametri di laboratorio ottenuti sui campioni 1 e 2 del sondaggio S4-i1. W = umidità naturale; γv = peso di volume naturale; γd: peso di volume secco; γsat: peso di volume saturo ; γs: peso specifico; e: indice dei vuoti; n: porosità; Sr: grado di saturazione; LL:

Sond

Camp

Profondità m

W

γv

%

KN/ m3

γd KN/m3

γsat

γs

KN/ m3

KN/ m3

e

n

Sr

Ghiaia

Sabbia

Limo

Argilla

LL

LP

%

%

%

%

%

%

%

%

IP %

TG CD c KN/ m2

TG CD residuo KN/ m2 ϕ°

ϕ°

S4

1

5.0-5.4

15.27

20.12

17.45

20.97

26.90

0.541

35.11

75.91

6.73

27.26

46.11

19.89

32

26

6

26.48 20.8°

17.41 19.4°

S4

2

15.0015.30

10.35

19.44

17.62

21.12

27.10

0.538

34.99

52.10

2.21

21.98

58.01

17.80

27

22

5

7.96 27.6°

0.0 -25.7°

S3

1

11.0-11.3

15.08

21.25

18.47

21.68

27.20

0.473

32.11

86.71

0.56

15.34

61.89

22.20

42

33

9

45.7424.1°

33.2420.3°

S3

2

19.0-19.40

11.18

21.39

19.24

22.09

26.90

0.398

28.48

75.53

3.05

29.03

53.09

14.85

32

27

5

39.1731.7°

13.5229.2°

S1

1

10.0-10.4

12.19

20.47

18.25

21.44

26.80

0.469

31.92

69.68

1.29

37.58

45.99

15.44

35

29

6

10.74 34.1°

8.80 30.6°

Le caratteristiche geotecniche riportate in tabella 3 giustificano ampiamente l’impostarsi della superficie di scivolamento intorno a 4 m di profondità. Infatti, il campione 1, prelevato 1 m circa al di sotto della superficie di scivolamento, presenta un forte abbassamento valore della coesione in condizioni di taglio ciclico (da 26.48 KN/m2 a 17.41 KN/m2) e il valore dell’angolo di attrito già modesto (20.8°) risulta ulteriormente ridotto nella prova ciclica (19.4°). La prova SPT, effettuata 1 m circa al di sopra della superficie di scivolamento mostra un esiguo numero di colpi indicativo di pessime caratteristiche meccaniche. Tali risultati denunciano la presenza di una zona di debolezza tra 3 e 5 m.

tecnica e rappresentata con linea tratteggiata. Questa fascia può rappresentare una zona di debolezza e di successiva attivazione nonostante la prova inclinometrica non evidenzi instabilità e le prove di laboratorio eseguite sul campione 2 e la prova SPT denuncino discrete caratteristiche meccaniche. Va rilevato infatti che il campione 2 presenta parametri geotecnici molto simili a quelli del campione 1 a meno del diverso contenuto naturale d’acqua e grado di saturazione. Ne consegue che un aumento delle pressioni interstiziali nei livelli più profondi, dovuto ad una possibile immissione di acqua nel sistema, può determinare uno scadimento delle proprietà meccaniche con la conseguente attivazione di nuove superfici.

Le indagini geofisiche hanno tuttavia mostrato la presenza di almeno un’altra superficie posta tra 10 m e 15 m dal p.c. corrispondente al passaggio dalle argille e limi sabbiosi alle argille grigio-verdastre in corrispondenza del quale possono essere individuati alcuni trovanti carbonatici. In tabella 2 questa superficie è riportata così come rilevata da ciascuna

Questo meccanismo potrebbe essere responsabile dell’instabilità osservata a maggiore profondità nella porzione di versante corrispondente al sottoinsieme di dati costituito dalle tomografie ERT2, ERT7 e dai sondaggi e relative misure inclinometriche S1-i2 ed S3-i3. In figura 8 sono illustrate le tomografie ERT2 ed ERT7. S2-p1

S3-i3 R AG

ERT2

AG BR

S3-i3

S1-i2

Rete di smaltimento acque piovane Fig.8. Risultati delle indagini geofisiche riportate in tabella 5. a) tomografia di resistività elettrica ERT2; b) tomografia di resistività elettrica ERT7; S3-i3: sondaggio meccanico e misura inclinometrica; S1-i2: sondaggio meccanico e misura inclinometrica C1, C2: campioni per le prove di laboratorio. R: zone resistive; AG: zone a prevalente componente argillosa a luoghi sature; BR: bedrock.

16


In figura 9 e 10 sono rappresentati i dati inclinometrici relativi ai sondaggi S3-i3 e S1-i2 rispettivamente che mostrano una fascia di instabilità compresa tra 9 m e 12 m di profondità. Fig.9. Misura inclinometrica i3 con indicazione della stratigrafia del sondaggio S3 sullo sfondo: a) spostamento incrementale lungo l’asse A;

a)

b)

c)

d)

b) spostamento incrementale lungo l’asse B; c) spostamento cumulativo lungo l’asse A; c) spostamento cumulativo lungo l’asse B.

a)

b)

c)

d)

Fig.10. Misura inclinometrica i2 con indicazione della stratigrafia del sondaggio S1 sullo sfondo: a) spostamento incrementale lungo l’asse A; b) spostamento incrementale lungo l’asse B; c) spostamento cumulativo lungo l’asse A; c) spostamento cumulativo lungo l’asse B.

17


In tabella 4 è riportato il confronto tra le risultanze delle tomografie ERT2 ed ERT7, dei sondaggi S3 ed S1 con le rispettive misure inclinometriche i3 ed i2.

Tabella 4. Combinazione dei risultati delle tomografie ERT2 ed ERT7, dei sondaggi S3 ed S1 con le relativa misura inclinometriche i3 e i2. Profondità (m)

ERT2

i3(S3)

1

Campioni

SPT

ERT7

i2(S1)

3

S1

Campioni

Pav. Stradale

Pav. Stradale (base dello strato: 2.5m)

2

Riporto

4 5

S3

50-300 Ωm

Instabile

6

3/6/8

Limi sabbioso argillosi

7

20-130 Ωm

Instabile

Riporto (base dello strato: 7.5 m)

8 9 10

1

11

Argille Limose

16/50

12

Argille limose

1

13 14 15

7-20 Ωm

16 17 18

Stabile

19

Argille compatte

20

>130 Ωm

Stabile Argille compatte

21 22

2

>130 Ωm

23 24 25

Con la doppia linea sono evidenziate le superfici di scivolamento accertate nelle misure inclinometriche i3 ed i2 che ricadono all’interno del livello costituito dalle argille limose. In particolare, nella misura inclinometrica i3 vengono individuate due superfici di scivolamento poste rispettivamente a 9 e 10 m di profondità. La tomografia ERT2, per motivi legati alla risoluzione spaziale, ne individua soltanto una alla profondità di 10 m circa. La misura inclinometrica i2 individua una superficie di scivolamento a 12 m circa di profondità al pari della tomografia ERT7 che, in virtù della spaziatura elettrodica di 2 m, possiede la giusta risoluzione spaziale per individuare correttamente tale superficie.

18


Rispetto alla tomografia ERT2 la massa instabile coincide quindi con l’elettrostrato con resistività da 50 a 300 Ωm. Dal punto di vista geotecnico questo strato presenta proprietà meccaniche scadenti come evidenziato dalla prova SPT. Al di sotto dei 10 m di profondità, le proprietà meccaniche tendono a migliorare sensibilmente come evidenziato in tabella 3. In questo senso, la superficie individuata a 10 m di profondità rappresenta un limite che separa livelli con differenti caratteristiche meccaniche.

modello di sottosuolo in grado di spiegare le evidenze riscontrate. E' stato dimostrato che le tecniche geofisiche sono in grado di individuare i livelli di debolezza e le superfici di scivolamento attive che sono state accertate tramite le misure inclinometriche. Pur nei limiti della risoluzione spaziale delle tecniche indirette utilizzate, è stato possibile definire la geometria profonda dei corpi di frana ed estendere le caratteristiche meccaniche riscontrate nelle prove di laboratorio agli elettrostrati e ai sismostrati con caratteristiche simili. La geofisica ha inoltre permesso di estendere la copertura spaziale delle indagini in modo rapido ed economico fornendo informazioni fisico-meccaniche specifiche (resistenza alla compressione per onde P, al taglio per le onde S, e informazioni indirette sul contenuto d’acqua tramite il metodo elettrico) ad integrazione dei dati diretti puntuali.

Rispetto alla tomografia ERT7, la massa instabile coincide con l'elettrostrato con resistività da 20 a 130 Ωm. Con riferimento alla tabella 3, le analisi eseguite su un campione mostrano un buon valore dell'angolo di attrito e bassa coesione che scaturiscono principalmente dalla composizione granulometrica. Va tuttavia evidenziato l'alto grado di saturazione che può esporre il livello geotecnico in questione a incrementi delle pressioni interstiziali. Per lo stesso motivo il campione è definito a medio-alta plasticità.

L'insieme delle indagini mostra un sottosuolo costituito da termini superficiali che presentano generalmente caratteristiche meccaniche scadenti. In particolare le superfici di scivolamento accertate vanno a collocarsi a due quote: la prima corrispondente al contatto tra il riporto antropico e le sottostanti formazioni argillose può essere localizzata tra i 3.0 ed i 6.0 m dal p.c. con picchi nello spostamento incrementale posti a 4.0 m di profondità; la seconda ricade in una fascia compresa tra 10.0 m e 12.0 m di profondità, all'interno delle formazioni argillose dove il fattore principale in grado di controllare l'instabilità dell'area sembra essere legato agli alti valori di grado di saturazione accertati.

CONCLUSIONI Questo lavoro descrive l'approccio multidisciplinare seguito nella caratterizzazione di una frana complessa localizzata in ambiente urbano. L'integrazione di diverse tecniche indirette e di sondaggi e misure inclinometriche ha fornito una solida base per la definizione di un

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Massimo Bavusi

Salvatore Laurita

19

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BIBLIOGRAFIA Bavusi M, Potenza G., Lacava D., Finizio E. F., Laurita S., Calvello G., Colangelo G. (2012). Tecniche geofisiche congiunte per la caratterizzazione geofisica della frana di C.da Caira (Basilicata, Potenza). La geofisica al servizio della protezione civile. Workshop in Geofisica, Museo civico di Rovereto, Rovereto, 14 Dicembre 2012. Castellaro S., Mulargia F. e Bianconi L., (2005) - Stratigrafia sismica passiva: una nuova tecnica accurata, rapida ed economica, J. Geotech. Environm. Geol., 3: 51-77. Castellaro S. e Mulargia F. (2009). The effect of velocity inversions on H/V, Pure Appl. Geophys., 166, 567-592. Colangelo G., Lapenna V., Loperte A., Perrone A. and Telesca L. (2008). 2D electrical resistivity tomographies for investigating recent activation landslides in Basilicata Region (Southern Italy). Annals of Geophysics, 51(1). Lapenna V., Lorenzo P., Perrone A., Piscitelli S., Sdao F. e Rizzo E. (2003). High-resolution geoelectrical tomographies in the study of Giarrossa landslide (southern Italy). Bull. Eng. Geo.l Env., 62, 259–268. Miconnet, P., (1988). Evolution mesozoique du secteur de Lagonegro. Mem. Soc. Geol. Ital. 41, 321–330. Nakamura, Y., (1989) - A Method for Dynamic Characteristics Estimation of Subsurface using Microtremor on the Ground Surface”, Quarterly Report of Railway Technical Research Institute (RTRI), 30(1). Perrone A., Iannuzzi A., Lapenna V., Lorenzo P., Piscitelli S., Rizzo E., Sdao F. (2005). High-resolution electrical imaging of the Varco d’Izzo earthflow (southern Italy). Journal of Applied Geophysics 56 (2004) 17– 29. Perrone A., Vassallo R., Lapenna V. and Di Maio C. (2008). Pore water pressures and slope stability: a joint geophysical and geotechnical analysis. J. Geophys. Eng. 5 (2008) 323–337. doi:10.1088/1742-2132/5/3/008 Pescatore T, Renda P., Schiattarella M. Tramutoli M. (1999). Stratigraphic and structural relationships between Meso-Cenozoic Lagonegro basin and coeval carbonate platforms in southern Apennines, Italy. Tectonophysics 315, 269–286. Pescatore, T., 1978. Evoluzione tettonica del Bacino Irpino (Italia meridionale) durante il Miocene. Boll. Soc. Geol. Ital. 97, 783–805. Pescatore, T., Senatore, M.R., (1986). A comparison between a present-day (Taranto Gulf ) and a Miocene (Irpinian Basin) foredeep of the Southern Apennines (Italy). Spec. Publ. Int. Ass. Sed. 8, 169–182. Pescatore, T., Renda, P., Tramutoli, M., (1992). ‘Tufiti di Tusa’ e Flysch Numidico nella Lucania centrale (Appennino meridionale). Rend. Acc. Sci. Fis. Mater. Soc. Naz. Sci. Lett. Art. Napoli 59, 57–72. Potenza G., Lacava D., Finizio E. F., Laurita S., Calvello G., Colangelo G. (2012). 31° Convegno nazionale GNGTS, Potenza, 20-22 Novembre 2012. La caratterizzazione geofisica delle frane finalizzata alla progettazione di interventi di stabilizzazione: l’esempio della frana di C.da Caira (Basilicata, Potenza). Reynolds M.j., (2011). An Introduction to Applied and Environmental Geophysics. John Wiley & Sons, Oxford. Scandone P. (1967) - Studi di geologia lucana: la serie calcareo-silico-marnosa ed i suoi rapporti con l’Appennino calcareo. Boll. Soc. Nat. in Napoli, 76 (2): 301-469, 17 tavv., Napoli. Scandone P. (1971) - Note Illustrative della Carta Geologica díItalia alla scala 1:100.000, Fogli 199, 210, Potenza e Lauria. Serv. Geol. díIt.: pp. 71, 1 tav., Roma. Scandone P. (1972) - Studi di geologia lucana: Carta dei terreni della serie calcareo-silico-marnosa e note illustrative. Boll. Soc. Nat. in Napoli, 81: 225-300, 3 figg., 3 tabb., 2 tavv., 1 carta geologica, Napoli. William M., Rizzo D., Di Nardo R., Magnotti P. (2003). Aspetti geologici e paesistici dell’area di S. Angelo Le Fratte e Savoia di Lucania (valorizzazione delle risorse geoambientali). Geologia dell’Ambiente, 1, 255-264.

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CORSI & CONVEGNI

CONVEGNI Il Congresso congiunto SGI-SIMP 2014 Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia 10 - 12 Settembre 2014. Milano Diverse generazioni di Geoscienziati Italiani per presentare e discutere i progressi della ricerca nei vari ambiti delle Scienze della Terra, e per pensare gli scenari futuri delle Geoscienze in Italia. http://www.socgeol.it XXV Convegno Nazionale di Geotecnica 4 - 6 giugno 2014, Baveno (VB) La geotecnica nella difesa del territorio e delle infrastrutture dai rischi naturali http://geologilazio.it 12th IAEG (International Association of Engineering Geology and the Environment) CONFERENCE Torino, 2014 gli sviluppi, l’insegnamento e l’apprendimento della geologia applicata http://www.iaeg.it/index.php/it/ ASWEP - ESSC International Conference Biogeochemical Processes at Air-Soil-Water Interfaces and Environmental Protection 23 giu, 2014, Imola (BO) CORSI Professional Course - Caratterizzazione ambientale, tecniche di bonifica dei siti contaminati ed analisi di rischio 08-23 novembre 2013 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo http://www.geotecnologie.unisi.it II Edizione del “Corso in rilievo geomeccanico ecaratterizzazione dell’ammasso roccioso” Bari, 6/7- 11 - 13/14 - 20/21 dicembre 2013. Istituto d’Istruzione Superiore “Euclide” BARI SIGEA Sezione Puglia: puglia@sigeaweb.it Professional Course - Valutazione di impatto ambientale e monitoraggio ambientale delle grandi opere 10-25 gennaio 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo http://www.geotecnologie.unisi.it

Professional Course - Cartografia tematica Open Source 12-21 febbraio 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo http://www.geotecnologie.unisi.it Short Course - Stabilità dei pendii in roccia 17-19 febbraio 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo http://www.geotecnologie.unisi.it Short Course - Analisi statistiche per la definizione di rischio ambientale 02-04 aprile 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo http://www.geotecnologie.unisi.it Short Course - Stabilità dei pendii in terra: metodi all’equilibrio limite 09-10 maggio 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo http://www.geotecnologie.unisi.it Short Course - Consolidamento e rinforzo dei terreni e delle rocce 12-14 maggio 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo Professional Course - Costruzione di carte tematiche di pericolosità geologica, idraulica e sismica per i PRG 20-28 giugno 2014 CGT - Centro di GeoTecnologie Via Vetri Vecchi 34, 52027 San Giovanni Valdarno - Arezzo

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RUBRICHE

Geologo

Antonio Loperte

Tecnologo cnr - imaa loperte@imaa.cnr.it

L'ESPERTO RISPONDE

Risponde il geologo Antonio Loperte dell’IMAA-CNR

Mi trovo nella situazione di dover utilizzare il georadar in area cimiteriale per un lavoro. Premetto che non sono un’ esperta nell’utilizzo della tecnica ma vorrei sapere se ci sono applicazioni in tal senso, la potenzialità e i limiti della stessa nel settore specifico di applicazione e se nel caso ci sia qualche collega più esperto di me che eventualmente possa essermi di supporto nell’interpretazione dei dati. Grazie

Gentile collega, non mi dilungo sui principi e i campi di utilizzo del georadar o GPR in quanto spero che la mia risposta sia il più possibile esaustiva per il tuo lavoro e il meno possibile accademica. Personalmente ho usato il georadar in campo archeologico, o come si usa dire oggi, in archeogeofisica varie volte e in alcuni casi ho dovuto sperimentare l’applicazione del georadar, mio malgrado, in zone cimiteriali (se per tali si intendono sepolture a terra) e non cappelle. Ti dico subito che in alcuni casi ho avuto ottimi risultati, in altri nessuno, in funzione delle limitazioni metodologiche e alle condizioni fisiche di esercizio. Mi spiego meglio….. Le principali limitazioni nell’applicazione del metodo radar derivano dall’assorbimento dell’energia elettromagnetica da parte dei materiali in cui questa si propaga. Le perdite dipendono dalla conduttività del mezzo e sono fortemente legate alla frequenza d’antenna: maggiori sono questi due parametri, più elevato è l’assorbimento del segnale. Il metodo quindi consente generalmente di indagare strati di potenza assai modesta, fornendo però una risoluzione difficilmente ottenibile con altre tecniche geofisiche. Per ogni prospezione

geofisica bisogna valutare se la metodologia impiegata è commisurata alle finalità del rilievo; l’applicazione del metodo GPR presenta alcune problematiche che si devono affrontare nella fase di pianificazione. Vediamo brevemente quali sono le principali verifiche da fare: 1) La prospezione radar è una tecnica elettromagnetica ed è quindi sensibile ai contrasti di caratteristiche dielettriche dei materiali analizzati; essa è in grado di distinguere corpi che presentino una costante dielettrica relativa diversa da quella del mezzo che li contiene. Diversamente, anche oggetti di natura molto differente, che presentino però costanti dielettriche confrontabili, risultano trasparenti al segnale; 2) Le presunte anomalie oggetto della ricerca devono trovarsi ad una profondità compatibile con le capacità di penetrazione dell’onda elettromagnetica in ogni tipo di terreno. L’attenuazione del segnale dipende da molti fattori, in prima approssimazione però possiamo considerare i due fattori di maggiore peso, cioè la frequenza del segnale e le caratteristiche del mezzo in cui avviene la propagazione; 3) Se il bersaglio presenta dimensioni troppo ridotte o una geometria sfavorevole può accadere che il radar non sia in grado di individuarlo. L’antenna ha infatti un cono di radiazione che non ci consente di ottenere un’informazione puntuale ma le onde vengono riflesse da un’area del riflettore chiamata footprint; 4) Una prospezione radar può essere perturbata da sorgenti di disturbi elettromagnetici, come strutture metalliche particolarmente estese o trasmettitori di radiofrequenze Se si usano antenne non schermate, è possibile che false riflessioni vengano prodotte da strutture situate al di sopra del piano campagna. Inoltre, soprattutto operando

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in alta frequenza, è determinante un buon contatto dell’antenna con il suolo: piccole eterogeneità (sassi, piccole buche, ecc.) potrebbero creare fenomeni di scattering e quindi di dispersione del segnale; Mi fermo qui e inserisco un po’ di bibliografia a riguardo, che spero possa esserti utile. Ma prima ti mostro un radargramma acquisito, elaborato e validato da scavi diretti e che fanno parte di un lavoro relativo alla mia esperienza di ricerca. Riguarda il monastero di San Francesco a Folloni (AV) e l’ acquisizione elettromagnetica è stata eseguita con antenna a 200 MHZ. Si evidenziato alcune interessanti anomalie relative alla problematica che stiamo trattando:

2

2 3

1

I riflettori indicati con il numero 1, sono relativi ad oggetti che non sono sepolti ma bensì posti ad una certa distanza dall’antenna. Si hanno quando ci si allontana e ci si avvicina (rispettivamente nel caso specifico del radargramma di sotto) sempre di più a corpi come muri o pilastri (questo si ha se si usano antenne non schermate parzialmente e/o totalmente, ed è dunque possibile che false riflessioni vengano prodotte da strutture situate al di sopra (o lateralmente) del piano campagna); i riflettori numerati con il 2, indicano una pavimentazione, regolare nel tratto di sinistra e meno regolare in quello di destra; i riflettori con il 3 rappresentano le tombe; coi il 4 le mura sepolte; il 5 un collasso del top della sepoltura.

2

3

4

1

4

2 4

5

4

Fig.1 Esempio interpretazione radargramma

Bibliografia Conyers, Lawrence B.2006a Ground-Penetrating Radar. In Remote Sensing in Archaeology: An Explicitly North American Perspective, J.K. Johnson, editor, pp. 131–159. University of Alabama Press, Tuscaloosa. 2006b Ground-Penetrating Radar Techniques to Discover and Map Historic Graves. Historical Archaeology 40(3):64–73. Conyers, Lawrence B., and Jeff E. Lucius 1996 Velocity Analysis in Archaeological Ground Penetrating Radar studies. Archaeological Prospection 3(1):25–38. Davenport, Clark G. 2001 R emote Sensing Applications in Forensic Investigations. Historical Archaeology 35(1):87–100. Dupras, Tosha L., John J. Schultz, Sandra M. Wheeler, and Lana J. Williams 2005 Forensic Recovery of Human Remains: Archaeological Approaches. CRC Press, Boca Raton, FL . Loperte A., Satriani A., Bavsusi M., Lapenna V., Del Lungo S., Sabelli R. and Gizzi F.T.(2011).Geophysical prospecting in archaeology: investigations in Santa Venera, south suburb of Poseidonia-Paestum, Campania, southern Italy. Journal of Geophysics and Engineering, Vol. 8 Issue: 3 Special Issue: SI Pages: S23-S32 DOI: 10.1088/1742-2132/8/3/S03 Pomfret, James 2006 G round-Penetrating Radar Profile Spacing and Orientation for Subsurface Resolution of Linear Features. Archaeological Prospection 13(2):151–153.

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RUBRICHE

Geologo

Katia Straziuso

Libero Professionista katiastraziuso@tiscali.it

Naviganti con la Bussola Segnalazioni di risorse utili all’attività professionale che alcuni siti web dedicati alla geologia possono riservare ISPRA Il sito dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale è molto ricco di contenuti utili sia per la formazione e l’aggiornamento, sia per un utilizzo pratico nel lavoro professionale. Particolarmente interessanti, nella sezione Pubblicazioni , sono i Manuali e linee guida che trattano in maniera approfondita e puntuale svariati argomenti riguardanti non solo la geologia, ma tutte le tematiche legate all’ambiente. Le pubblicazioni possono essere scaricate in formato pdf e la collezione delle opere si arricchisce ogni anno. Di particolare interesse per i geologi sono gli Atlanti delle opere di sistemazione (27/2003, 10/2002 e 44/2007), il volume sui Fenomeni di dissesto geologico-idraulico sui versanti. Classificazione e simbologia (39/2006), il Manuale per le indagini ambientali nei siti contaminati (43/2006) fino alle più recenti Linee guida per l’analisi e l’elaborazione statistica di base delle serie storiche di dati idrologici (84/2013) e Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale (85/2013). Accedendo alla sezione Banche Dati (1) - Suolo e Territorio (2), è possibile consultare l’Archivio nazionale delle indagini nel sottosuolo (L.464/84) (3). Il percorso indicato nei punti (1), (2) e (3) ci conduce al Portale del Servizio Geologico Nazionale, dove attraverso il sottomenù Progetti- Indagini sottosuolo è possibile attivare il GeoMapViewer, lo strumento di visualizzazione, consultazione ed interrogazione dei dati.

Spuntando Indagini nel sottosuolo dalla barra Risorse & Prospezioni (se non compare direttamente va attivata da Dati e Cartografie sulla barra principale) è possibile visualizzare tutti i sondaggi archiviati con le relative informazioni e stratigrafie. Si noterà subito che la Basilicata appare abbastanza carente di informazioni rispetto alle regioni limitrofe, ma sono comunque disponibili circa 200 indagini localizzate per lo più nell’area vulture-melfese. Sempre dal portale del SGI, o partendo direttamente dalla home del sito dell’ISPRA, è possibile accedere in maniera abbastanza intuitiva alla sezione dedicata alla Cartografia Geologica, dove è possibile visualizzare carte geologiche o geotematiche a varie scale. Sul sito dell’ISPRA, seguendo il percorso Banche Dati – Clima e Meteo, si arriva alla consultazione degli Annali idrologici pubblicati dai compartimenti del vecchio Servizio Idrografico e Mareografico. È possibile consultare e scaricare i volumi selezionando il compartimento (il territorio lucano era di competenza dei compartimenti di Catanzaro, Bari e Napoli) e l’anno di interesse. Va precisato che i dati più recenti non sono disponibili in questo archivio, poiché di competenza delle rispettive Regioni. Queste riportate sono solo alcuni esempi del materiale contenuto nel sito dell’ISPRA, naturalmente una navigazione più approfondita potrà farci scoprire altre risorse utili.

In ricordo del Vajont

fig.1 www.isprambiente.gov.it

Nel solco delle manifestazioni per il cinquantennale della tragedia del Vajont, un’ulteriore occasione di riflessione può essere offerta dall’intenso monologo di Marco Paolini visualizzabile nei vari video caricati su www.youtube.com. Vale la pena superare le difficoltà di caricamento di un video di lunga durata, per rivivere il celebre spettacolo teatrale, allestito proprio sul luogo del disastro, con il coinvolgente racconto degli eventi della sera del 9 ottobre 1963.

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APPROFONDIMENTI

Geologo

Gerardo Colangelo Ufficio Difesa del Suolo Regione Basilicata

gerardo.colangelo@regione.basilicata.it

Studi di Microzonazione Sismica in Basilicata Interventi di prevenzione del rischio sismico relativi all’annualità 2010 (OPCM 3907/2010) L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907 del 1 dicembre 2010 finanziava interventi di prevenzione del rischio sismico e tra essi, indagini di microzonazione sismica. Con Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 10 dicembre 2010, relativo alla ripartizione delle risorse tra le regioni per gli interventi di cui alla OPCM 3907, alla Regione Basilicata sono stati assegnati, per indagini di microzonazione sismica, € 280.805,60. Tale somma è stata concessa previo cofinanziamento della spesa, da parte della Regione Basilicata, in misura non inferiore al 50% degli studi di microzonazione sismica. Il programma di che trattasi prevede di effettuare gli studi di microzonazione sismica nei comuni riportati nella tabella seguente: N

Comune

Livello dello studio di microzonazione

1

Potenza

Livello 1

2

Melfi

Livello 1

3

Lavello

Livello 1

4

Rionero in Vulture

Livello 1

5

Lauria

Livello 1

6

Venosa

Livello 1

7

Avigliano

Livello 1

8

Senise

Livello 1

9

Tito

Livello 1

10

Pignola

Livello 1

11

Sant’Arcangelo

Livello 1

12

Genzano di Lucania

Livello 1

13

Picerno

Livello 1

14

Lagonegro

Livello 1

15

Muro Lucano

Livello 1

16

Marsicovetere

Livello 1

17

Bella

Livello 1

18

Montescaglioso

Livello 1

19

Ferrandina

Livello 1

20

Tricarico

Livello 1

21

Grassano

Livello 1

22

Irsina

Livello 1

23

Pomarico

Livello 1

24

Salandra

Livello 1

25

Miglionico

Livello 1

26

Grottole

Livello 1

27

Accettura

Livello 1

28

San Mauro Forte

Livello 1

Ad oggi tutti gli studi sono stati validati dalla Commissione tecnica per il Supporto e il Monitoraggio degli Studi di Microzonazione Sismica del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e sono stati Approvati definitivamente dalla Commissione Regionale per la Micrizonazione Sismica. Inoltre, al fine del recepimento negli strumenti urbanistici ai sensi della L.R. 9/2011 e ss. mm. e ii, gli stessi studi sono stati trasmessi ai relativi Comuni. Ai fini della diffusione dei risultati degli studi a tutti i soggetti interessati gli stessi saranno resi disponibili, di concerto con l’Ufficio Sistema Informativo Regionale e Statistica, sul sistema informativo della Regione Basilicata RSDI all’indirizzo www.rsdi.basilicata.it (al momento è stato inserito solo Comune di Potenza).

25


26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39

Interventi di prevenzione del rischio sismico relativi all’annualità 2011 (OPCM 4007/2012) Con decreto del Capo dipartimento della Protezione Civile del 16.03.2012 alla Regione Basilicata sono stati assegnati, per l’annualità 2011, € 444 176,02 per studi di microzonazione sismica e € 5 774 288,25 per interventi strutturali su edifici strategici e privati. La Regione Basilicata con D.G.R. 1044 del 07.08.2012 ha: - approvato il programma di realizzazione degli studi di microzonazione sismica per l’annualità 2011 che prevede la realizzazione degli studi nei seguenti comuni:

N 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Comune

Latronico Rotonda Tramutola Castelsaraceno Castelgrande Viggianello Sarconi Grumento Nova Viggiano Savoia di Lucania Brienza Rapone Calvello San Severino Lucano Montemurro Ruoti Teana Atella Brindisi Montagna Trivigno Barile Vaglio Basilicata Castelmezzano Castronuovo di 24 Sant’Andrea 25 Pietragalla

Livello dello studio Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1

Palazzo San Gervasio Forenza Oppido Lucano Acerenza Castelluccio Inferiore Castelluccio Superiore Pescopagano Moliterno Marsico Nuovo Paterno Balvano Satriano di Lucania Sasso di Castalda Vietri di Potenza

Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1 Livello 1

•ha cofinanziato gli studi di microzonazione con € 151 823,98; •stabilito che il programma di realizzazione degli interventi strutturali su edifici strategici sia quello di proseguire la mitigazione del rischio sismico sulle strutture regionali ospedaliere; •destinato il 30% del finanziamento, pari a € 1 732 286,48, agli interventi strutturali su edifici privati situati nei comuni a maggiore pericolosità sismica aventi un accelerazione massima al suolo superiore a 0.125g. Per l’attuazione di tale delibera sono in fase di predisposizione gli atti necessari.

Interventi di prevenzione del rischio sismico relativi all’annualità 2012 (OCDPC 52/2013) Con decreto del Capo dipartimento della Protezione Civile del 15.04.2013 alla Regione Basilicata sono stati assegnati, per l’annualità 2012, € 710 681,63 per studi di microzonazione sismica e € 7 550 992,33 per interventi strutturali su edifici strategici e privati. La Regione Basilicata con D.G.R. 1475 del 14/11/2013 ha: approvato il programma di realizzazione degli studi di microzonazione sismica per l’annualità 2012 che prevede la realizzazione degli studi nei seguenti comuni:

Livello 1 Livello 1

26


Studio

ag

Nome Comune

N

Studio

ag

Nome Comune

N 1

Sant’Angelo Le Fratte

0,250

Livello 1 + CLE

27

Campomaggiore

0,178

Livello 1 + CLE

2

Baragiano

0,248

Livello 1 + CLE

28

Ripacandida

0,174

Livello 1 + CLE

3

Nemoli

0,245

Livello 1 + CLE

29

Pietrapertosa

0,171

Livello 1 + CLE

4

Spinoso

0,242

Livello 1 + CLE

30

Ginestra

0,171

Livello 1 + CLE

5

Episcopia

0,240

Livello 1 + CLE

31

Calciano

0,171

Livello 1 + CLE

6

Abriola

0,239

Livello 1 + CLE

32

Terranova di Pollino

0,169

Livello 1 + CLE

7

Rivello

0,230

Livello 1 + CLE

33

Garaguso

0,168

Livello 1 + CLE

8

San Fele

0,229

Livello 1 + CLE

34

Oliveto Lucano

0,167

Livello 1 + CLE

9

Trecchina

0,224

Livello 1 + CLE

35

Maschito

0,163

Livello 1 + CLE

10 Ruvo del Monte

0,220

Livello 1 + CLE

36

San Chirico Nuovo

0,163

Livello 1 + CLE

11 Carbone

0,218

Livello 1 + CLE

37

Cancellara

0,162

Livello 1 + CLE

12 San Martino d’Agri

0,217

Livello 1 + CLE

38

Tolve

0,161

Livello 1 + CLE

13 San Chirico Raparo

0,215

Livello 1 + CLE

39

Gallicchio

0,157

Livello 1 + CLE

14 Chiaromonte

0,210

Livello 1 + CLE

40

Guardia Perticara

0,152

Livello 1 + CLE

15 Anzi

0,204

Livello 1 + CLE

41

Roccanova

0,150

Livello 1 + CLE

16 Maratea

0,202

Livello 1 + CLE

42

Missanello

0,149

Livello 1 + CLE

17 Armento

0,190

Livello 1 + CLE

43

Matera

0,148

Livello 1 + CLE

18 Calvera

0,189

Livello 1 + CLE

44

San Costantino Albanese

0,148

Livello 1 + CLE

19 Fardella

0,189

Livello 1 + CLE

45

San Paolo Albanese

0,141

Livello 1 + CLE

20 Rapolla

0,188

Livello 1 + CLE

46

Gorgoglione

0,139

Livello 1 + CLE

21 Montemilone

0,185

Livello 1 + CLE

47

Noepoli

0,134

Livello 1 + CLE

22 Laurenzana

0,185

Livello 1 + CLE

48

Banzi

0,134

Livello 1 + CLE

23 Francavilla in Sinni

0,184

Livello 1 + CLE

49

Cersosimo

0,132

Livello 1 + CLE

24 Albano di Lucania

0,181

Livello 1 + CLE

50

Cirigliano

0,130

Livello 1 + CLE

25 Corleto Perticara

0,179

Livello 1 + CLE

51

Lauria

0,264

Livello 2 + CLE

26 Filiano

0,179

Livello 1 + CLE

52

Marsicovetere

0,258

Livello 2 + CLE

27


Nome Comune

53

Muro Lucano

0,258

Livello 2 + CLE

54

Bella

0,252

Livello 2 + CLE

55

Lagonegro

0,252

Livello 2 + CLE

TOTALE

ag

Studio

N

 ha cofinanziato gli studi di microzonazione con € 142 532,00;

 ha completato il primo livello di studi di microzonazione sismica per tutti i 117 Comuni della Regione per i quali ag>0,125g come riportato nell’allegato 7 delle suddette Ordinanze;

 ha stabilito di iniziare il secondo livello di studi di microzonazione sismica, accompagnato dall’analisi della condizione limite per l’emergenza (CLE), su quei comuni già microzonati nella prima annualità e prioritariamente in quelli con accelerazione sismica al suolo “ag” maggiore. Sono previste ulteriori quattro annualità con le quali si prevede di riuscire a completare il secondo livello di microzonazione sismica su tutti i comuni della Regione con “ag>0,125g”. Per tutti i comuni resta comunque l’obbligo, previsto dalla L.R. 9/2011, di corredare gli strumenti urbanistici generali, attuativi ed i piani strutturali comunali così come definiti dalla L.R. 23/99 e ss.mm.ii. con studi geologici e di microzonazione sismica ai sensi della citata Legge Regionale 9/2011.

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APPROFONDIMENTI

Geologo

Gilberto Tambone

Consigliere CIG EPAP studiotambone@gmail.com

Ricordate la indebita richiesta dell’INPS ai professionisti geologi? Ammettiamo di aver sbagliato: dall’INPS fanno sapere che circa quattromila verifiche antievasione sono state annullate nei confronti dei professionisti cui sono stati chiesti importi non dovuti.

cassa da parte dello Stato, gli Istituti Previdenziali dei professionisti tutti, che pure dovrebbero essere privati, si sono tramutati in Enti Pubblici e su di loro è caduta la scure della spending review. In pratica alle Casse sono stati imposti risparmi di gestione come per qualsiasi Amministrazione Pubblica, ed alla fine esse hanno dovuto versare allo Stato quanto accumulato grazie ai tagli prodotti. Stiamo parlando di cifre che sono state mediamente dell’ordine di qualche centinaio di migliaia di euro per ogni Cassa; un segnale di come già si prefigura, e potrebbe consolidarsi, una sorta di prelievo forzoso nei confronti delle Casse Previdenziali dei Professionisti.

MEMORANDUM Le attività assistenziali finanziate da Epap:

L’Inps ha annunciato, alcune settimane fà, che le verifiche antievasione fatte per errore nei confronti dei professionisti sono state annullate. Interessati dal provvedimento circa quattromila professionisti: biologi, geologi, psicologi, agronomi, periti industriali e dottori commercialisti. Chi ha ricevuto una cartella di pagamento per i contributi non versati nel 2007 e la comunicazione dell’iscrizione d’ufficio alla gestione separata, riceverà, o ha già ricevuto, l’avviso erroneamente. I professionisti interessati hanno ricevuto, ad inzio estate, una cartella di pagamento che li avvisava dei “contributi non pagati” sei anni fa, con la conseguente iscrizione nella gestione separata (il fondo pensionistico finanziato con i contributi obbligatori). Le professioni citate in precedenza sono soltanto degli esempi, ma ce ne sono anche altre. E comunque, una delle manifestazioni più chiare di quanto lo Stato guardi con grandissima attenzione alle Casse Previdenziali dei professionisti (sono più di due milioni i professionisti iscritti a Casse di Previdenza private) si è avuta quando l’ex Ministro del Welfare Fornero richiamò le varie Casse ad una maggiore accortezza nella gestione. Fu esplicitamente richiesto che ci fossero piani di consolidamento finanziario per gli Enti (sostenibilità) spalmati su 50 anni. Ma non finì qui, perché ai vari Enti furono concessi nove mesi di tempo per mettersi in regola, pena il commissariamento, ossia l’arrivo di un gestore esterno che, guarda caso, sarebbe stato proprio il Ministero (era la primavera del 2012); il timore era, e rimane, che qualcuno abbia pensato, e continui a pensare, di mettere le mani sulla previdenza professionale privata (si rammenta che l’aliquota contributiva di Inps oggi, è pari mediamente a circa il 30% del proprio reddito ed è destinata a salire ulteriormente). Vi è da aggiungere, infine„ che proprio per l’esigenza di fare

assistenza sanitaria integrativa Emapi; assistenza LTC ( Long Term Care); contributi alle famiglie di iscritti per eventi imprevedibili; contributi per assegni di studio per i figli di iscritti deceduti; prestiti agevolati per acquisto beni strumentali e/o studio; contributo di paternità ai professionisti aventi diritto; contributi agli iscritti delle aree colpite da calamità naturali. Nel corso dell’esercizio 2012 sono stati erogati sussidi (ex art. 19 bis) per euro 116.032. A tutti i nuovi iscritti che al momento dell’iscrizione abbiano meno di 30 anni, qualora siano tenuti al solo versamento dei contributi minimi, l’Ente dà la possibilità di ridurre al 30% gli stessi per i primi tre anni d’iscrizione. Dal prossimo anno (2014) entreranno in vigore nuove modalità di pagamento dei contributi che vanno incontro a due precise esigenze: 1) maggiore flessibilità e maggiore diluizione delle scadenze nel corso dell’anno; 2) la possibilità, per l’iscritto, di ricevere il cosiddetto “bollettino precompilato”; consisterà nella indicazione dei contributi da pagare calcolati direttamente dall’Epap in virtù dei Mod.2 in possesso dell’Ente.

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Geologo

ATTIVITA' DELL'ORDINE

Mary William

Libero Professionista segretario@geologibasilicata.it

APC e non solo Cari colleghi al termine del secondo triennio formativo provo a fare un bilancio dell’esperienza che mi ha visto coinvolta direttamente quale Referente regionale APC, delle attività di aggiornamento organizzate dal nostro Ordine e della partecipazione degli iscritti agli eventi proposti. I geologi, prima di altre categorie professionali e prima dell’entrata in vigore della legge di riforma delle professioni (D.P.R. 7 agosto 2012 - Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali), hanno introdotto nel proprio codice deontologico il concetto etico di aggiornamento professionale continuo (delibera del CNG n.143 del 2006), ravvisando l’esigenza sia di perfezionare la propria preparazione che di acquisire competenze specifiche in campi di applicazione diversi da quelli tradizionali (energia, ambiente, georisorse, applicazione di tecnologie avanzate per lo studio di fenomeni geologici, ecc). Dal 2008 l’introduzione dell’obbligatorietà dell’aggiornamento ha comportato un aggravio di oneri sia per gli iscritti che per gli gli OO.RR. I primi, infatti, hanno sostenuto costi e sottratto tempo all’esercizio della professione, gli ordini, invece, hanno impiegato energie e risorse economiche per: • organizzare e promuovere un numero di iniziative adeguato a garantire l’aggiornamento degli iscritti, • istruire la procedura di accreditamento presso il CNG degli eventi formativi promossi, • istruire la pratica di assegnazione dei crediti per gli iscritti che hanno seguito corsi o eventi organizzati da soggetti diversi dagli OO.RR. Il periodo di sperimentazione (prorogato fino a dicembre 2012) ha rappresentato un test per gli stessi ordini che hanno dovuto recepire la normativa nazionale e adeguarla alle realtà locali, cercando di rispondere al meglio alle esigenze degli iscritti, in merito ai tempi e ai luoghi degli eventi, e di promuovere, per quanto possibile, corsi di aggiornamento gratuiti. Consentitemi di evidenziare che l’OGB, ha proposto negli anni una offerta formativa in campi innovativi (es. geotermia), che potrebbero consentire nuovi sbocchi professionali, con corsi di 40 ore completamente gratuiti o a costi “proletari”, facendo sforzi notevoli per utilizzare al meglio le scarse risorse economiche di cui dispone un ordine piccolo come il nostro. A conferma del lavoro svolto dall’OGB, nella

figura 1 sono indicati i crediti da eventi formativi richiesti al Consiglio Nazionale dei Geologi nel triennio 2008-2010 e 2011 -2013, (i dati del 2013 si riferiscono al solo periodo gennaio-settembre), che vedono un trend complessivamente positivo sulla base dell’esperienza maturata negli anni.

Figura 1 – Crediti richiesti al CNG dal 2008 al 2013 Chiaramente i corsi proposti non hanno la pretesa di essere completamente esaustivi nella conoscenza di una specifica disciplina, ma piuttosto di fornire un input da approfondire secondo le esigenze di ciascuno. L’aggiornamento, dopo un primo periodo in cui veniva percepito solo come impegno per essere in regola con i crediti richiesti, con il tempo si è trasformato in occasione di confronto e scambio di esperienze tra colleghi e con lo stesso Ordine, al fine di avviare un percorso virtuoso che ci vede tutti protagonisti di scelte importanti sul nostro territorio e sull’ambiente dei quali a ragione siamo i più profondi conoscitori; anche per questo la partecipazione agli eventi formativi in aula è da molti preferita alla formazione online, pur richiesta da chi per motivi personali e/o logistici, è impossibilitato a partecipare fisicamente ai corsi. In merito alla formazione online, chi vive l’aggiornamento come una occasione per migliorare e approfondire le proprie conoscenze auspica che i corsi a distanza prevedano una

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verifica finale in aula, per evitare che il tutto si concluda con una certificazione che assicura sì il numero di crediti, ma non arricchisce dal punto di vista professionale. Per una analisi dettagliata dei risultati relativi all’APC ritengo sia significativo esaminare i dati relativi al triennio sperimentale 2008-2010 (prorogato di ulteriori 18 mesi, a partire dal 1° giugno 2011), e al triennio 2011-2013 ormai prossimo alla scadenza. In particolare, l’analisi del grafico di figura 2 (relativo al primo triennio) evidenzia che il 68% degli iscritti ha assolto all’obbligo dell’aggiornamento professionale. Dagli atti in possesso risulta, poi, che i più giovani hanno conseguito già dal primo anno di iscrizione i 50 crediti necessari all’assolvimento triennale, senza avvalersi della possibilità di ottemperare all’obbligo formativo partendo dall’anno successivo a quello di iscrizione (come previsto dal Regolamento APC). In un periodo dove “tutti” sono preoccupati del futuro dei “giovani”, questi prima di altri hanno compreso quale sia il valore aggiunto dell’aggiornamento, inteso non come obbligo ma come necessità per accedere al mondo del lavoro, in un mercato in continua evoluzione che richiede tecnici specializzati, qualificati e “certificati”.

Figura 2: Triennio 2008-2010 (Periodo di riferimento gennaio 2008 – dicembre 2012, comprensivo dei 18 mesi di proroga) Un altro dato evidente, è che per il 4% degli iscritti, nonostante i solleciti e la disponibilità a esaminare le singole istanze in sede, si è reso necessario avviare i procedimenti disciplinari e irrogare la sanzione della censura o della sospensione dall’esercizio professionale. Anche l’apertura dei soli procedimenti disciplinari, ha comportato un considerevole aumento della mole di lavoro, causando un rallentamento delle attività della segreteria e del Consiglio. Infatti, in ottemperanza a quanto disciplinato anche dalla circolare n.362/2013 del CNG, l’Ordine

ha convocato tutti gli iscritti inadempienti e visionato le memorie difensive che hanno consentito di sanare alcune posizioni; per altri, invece, è stato inevitabile inoltrare gli atti al Consiglio di Disciplina. L’obiettivo non è quello di sanzionare chi non è in regola con l’APC, ma quello di formare un tecnico al passo con i tempi e in linea con le esigenze del mercato del lavoro. Pertanto, il Consiglio ha deliberato (del. 25/2011) di proporre quali membri di commissioni edilizie, della tutela del paesaggio e degli Esami di Stato, solo gli iscritti che risultano accreditati; ciò non solo nell’ottica della premialità, ma come riconoscimento del valore aggiunto che l’aggiornamento rappresenta per il professionista. A tal proposito, si sottolinea che per gli studi di microzonazione sismica la Regione Basilicata, su proposta dell’OGB, ha considerato, tra i requisiti indispensabili per la selezione dei professionisti, non solo l’esperienza maturata nel settore specifico ma anche la regolarità nei confronti dell’APC. Per il triennio 2011-2013, i dati riportati in figura 3, sono puramente indicativi considerando che il periodo formativo non si è ancora concluso e che parte della documentazione già trasmessa dagli interessati è riferita a corsi non ancora presenti negli elenchi ufficiali del CNG o a pratiche non ancora evase dagli OO.RR territorialmente competenti.

Figura 3: Triennio 2011-2013 (Periodo di riferimento gennaio 2011 – 30 settembre 2013) L’analisi del grafico evidenzia che, ad oggi, solo il 34% degli iscritti risulta aggiornato, mentre la restante parte deve ancora accreditarsi e un 20% non ha conseguito alcun credito formativo. Controllando nello specifico la situazione di ogni iscritto è risultato, comunque, che tra i non accreditati circa il 20% ha maturato crediti formativi tra 40 e 49, pertanto è ipotizzabile un esito positivo al termine di questo periodo formativo.

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Occorre porre particolare attenzione agli iscritti che non hanno acquisito alcun credito formativo; a questi appartengono sia coloro che nel triennio 2008-2010 si sono avvalsi degli esimenti previsti dal Regolamento APC, sia coloro che sono risultati totalmente o parzialmente inadempienti. Per questi ultimi, gli eventi seguiti fino a dicembre 2012 sono serviti a sanare la posizione rispetto al triennio sperimentale, ma non a maturare crediti per il triennio formativo 2011-2013. Altro dato significativo è che alcuni degli iscritti che non hanno conseguito alcun credito sono colleghi che nel triennio precedente si sono aggiornati senza difficoltà, raggiungendo più del doppio dei crediti previsti. D’altro canto il grafico relativo a numero di iscrizioni, cancellazioni e trasferimenti, dal 2008 ad oggi (figura 4), evidenzia un significativo e allarmante calo delle iscrizioni e un corrispondente aumento delle cancellazioni e/o trasferimenti, imputabili sicuramente a una contrazione del mercato del lavoro ma anche a un maggior carico di obblighi per gli iscritti ( polizze assicurative, aggiornamento obbligatorio e, da gennaio 2014, anche obbligo per gli studi professionali di dotarsi del POS) a fronte di nessuna tutela professionale da parte del legislatore.

alla segreteria dell’Ordine la seguente documentazione: 1. Data, luogo e durata dell’evento. 2. Curriculum dei docenti e relatori (non necessario per docenti universitari, pubblici funzionari e ricercator). 3. Programma degli argomenti trattati. 4. Attestato di partecipazione. Se gli eventi formativi sono stati realizzati in altre regioni, la richiesta di accreditamento e la relativa documentazione devono essere inviate al corrispondente Ordine regionale. L’iter di aggiornamento può essere svolto e/o integrato nella misura massima di 15 crediti annui anche con le seguenti attività: • membro di commissioni tecniche come previsto dall’art. 6 del Regolamento (ad esclusione delle conferenze di servizio, di gruppi tecnici di coordinamento con incarico professionale o di gruppi tecnici nominati all’interno dell’Ente di appartenenza); in tal caso allegare alla richiesta di riconoscimento dei crediti le delibere di nomina e/o verbali delle sedute; • docente in corsi universitari o di formazione; allegare il contratto di incarico o la delibera di nomina; • tutor in tirocini formativi o stage per Università o Enti pubblici e privati; allegare il programma degli eventi trattati o copia del registro delle presenze; • correlatore o relatore di tesi; allegare il frontespizio firmato della tesi e/o copia della stessa; • autore di pubblicazioni (non riassunti); presentare copia cartacea delle stesse; • master, dottorati di ricerca o esami universitari; presentare il programma dei corsi seguiti con i nomi dei docenti, l’attestato/certificato universitario di iscrizione e frequenza del master o del dottorato di ricerca o degli esami sostenuti. Per non incorrere nelle sanzioni disciplinari, l’iscritto che non abbia esercitato la libera professione nel triennio di riferimento (20112013), dovrà trasmettere un’autocertificazione sull’assoluta inesistenza di propria attività professionale (art. 2 del Regolamento APC).

Figura 4 – Variazioni Albo OGB (aggiornato al 30 settembre 2013) Vi ricordo, che mancano solo due mesi al termine del triennio formativo in corso e che non sono previste proroghe; pertanto invito tutti a produrre i propri attestati di partecipazione ad eventi APC o ad inoltrare le richieste di deroga, nei casi previsti dal regolamento. Per concludere, ritengo utile fornire alcune indicazioni in merito all’assegnazione dei crediti. Per gli eventi non organizzati dall’OGB e non accreditati dal CNG è necessario trasmettere

Nel raccomandarvi di seguire scrupolosamente le indicazioni in modo da agevolare il lavoro del Consiglio e della segreteria, colgo l’occasione per comunicarvi che a partire dal mese di ottobre 2013, il nuovo referente della commissione APC sarà il collega Filippo Cristallo, a cui auguro un buon lavoro. Cari colleghi infine, ma non per ultimo, sento il dovere di ringraziarvi per la stima e la fiducia accordatami anche per questo secondo mandato. Grazie a tutti.

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Geologo

Domenico Laviola

Libero Professionista laviolam@alice.it

ATTIVITA' DELL'ORDINE

CONSIGLIO REGIONALE DEI GEOLOGI BILANCIO DI PREVISIONE 2013 Note preliminari Il bilancio è stato redatto secondo il dettato normativo previsto dalla legge n. 208 del 21 giugno 1999 che dispone che gli enti e gli organismi pubblici, di cui al decreto legislativo 29/1993, tra cui gli Ordini professionali, devono adeguare il sistema contabile ed i relativi bilanci alla legge n. 94/1997. Il preventivo economico è stato predisposto anche secondo lo schema del bilancio in formato CEE. Le entrate sono principalmente legate alle quote degli iscritti (62% circa) e all’organizzazione dei corsi di aggiornamento (inclusa la pubblicità) per una percentuale pari al 27% circa. Tali entrate si attesteranno ai valori del bilancio previsionale 2012 assestato. Le voci movimentate riguardanti le Entrate sono costituite da: • Entrate tributarie (titolo I); • Entrate extratributarie (titolo III); • Entrate per partite di giro (titolo VII). È da notare che i titoli II, IV, V, e VI non contengono alcuna previsione di entrata. Le voci movimentate delle Uscite, suddivise in Unità Previsionali di Base (U.P.B.) sono costituite da: • Spese correnti relative agli “Affari Istituzionali e Promozionali” ed ai “Servizi Generali” (titolo I); • Spese in conto capitale relative agli “Investimenti” (titolo II); • Uscite per partite di giro (titolo IV). È da notare che il titolo III non contiene alcuna previsione di uscita. Sinteticamente il bilancio di previsione dell’esercizio 2013, redatto secondo lo schema predisposto dal Consiglio Nazionale, espone risultanze alla pagina seguente:

ENTRATE ENTRATE PER PARTITE DI GIRO

102.955,00 8.500,00

TOTALE ENTRATE

111.455,00

USCITE CORRENTI

100.955,00

USCITE IN CONTO CAPITALE USCITE PER PARTITE DI GIRO

2.000,00 8.500,00

TOTALE USCITE

111.455,00

PREVISIONI DI ENTRATE FINANZIARE 2013 Le entrate tributarie ammontano ad € 69.480,00 e sono riferite alle quote di contribuzione degli iscritti. Le entrate extratributarie sono costituite da: • entrate per i servizi pari a € 15.745,00 influenzate in maggior parte dalle quote di iscrizione ai corsi di aggiornamento (€ 13.000,00) e dal rilascio dei pareri di congruità per € 2.600,00; mentre per l’organizzazione dei corsi di aggiornamento si conferma quanto previsto nell’anno 2012, le entrate per servizi relative al rilascio dei pareri di congruità subiscono variazioni in diminuzione di € 400,00 a causa della normativa volta alla liberalizzazione delle professioni. • entrate straordinarie pari a € 17.500,00 influenzate quasi totalmente dalla pubblicità che si prevede per € 17.000,00 e dai contributi di terzi che si prevedono per € 500,00; • entrate finanziarie pari a € 230,00 (€ 250,00 nel 2012); • entrate per partite di giro pari ad € 8.500,00 (€ 5.000,00 nel 2012).

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PREVISIONI DI USCITE FINANZIARE 2013 Relativamente alle spese i criteri previsionali si basano sull’analisi del bilancio previsionale 2012 assestato. Le metodologie di calcolo delle singole voci di bilancio sono esplicitate nell’allegato e vengono nel seguito illustrati suddivisi per “Centro di responsabilità” e per “Unità previsionale di base”. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “ATTIVITÀ DEL CONSIGLIO” (€ 8.110,00) Tale unità è composta da: • spese per riunioni del Consiglio per € 3.000,00; • spese per attività dei Consiglieri per € 1.500,00; • altre spese non rientranti nei punti precedenti € 500,00; • spese per Consiglio di Disciplina territoriale per € 2.000,00; • spese per assicurazioni per €1.110,00 (€1.150,00 nel 2011); si tratta della copertura rischio delle trasferte dei consiglieri. La variazione in aumento rispetto all’esercizio precedente (€ 6.700 nel 2012) è dovuta all’introduzione del Consiglio di Disciplina territoriale previsto dal DPR n. 137 del 7 agosto 2012 cui sono affidati i compiti di istruzione e decisione delle questioni disciplinari riguardanti gli iscritti all’ordine. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “COORDINAMENTO CON IL CONSIGLIO NAZIONALE”(€ 6.000) Tale unità è composta esclusivamente dalle spese per “Coordinamento con il Consiglio Nazionale” pari ad € 6.000,00; si tratta delle trasferte per riunioni di coordinamento con il CNG e con gli altri Ordini Regionali a fronte degli impegni per l’aggiornamento, sviluppo e tutela della professione. Le previsioni di spesa per quest’unità non si discostano da quelle dell’anno 2012. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “ATTIVITA’ PROMOZIONE, CONGRESSI E CONVEGNI”(€ 13.000) Tale unità è composta dalle spese per l’organizzazione dei convegni e corsi di aggiornamento per €13.000,00. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “STAMPA” (€ 3.500) L’ammontare previsto pari a € 3.500 è inferiore rispetto al 2012 (€ 7.500,00) in quanto il consiglio ha deciso di divulgare online il periodico dell’ordine e non più su supporto cartaceo. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “SPESE PER IL PERSONALE” (€ 35.400) Si tratta della voce più consistente all’interno del bilancio. Il costo è quello relativo al personale già attualmente in servizio (un dipendente con contratto a tempo pieno). Tale previsione si basa sul vigente contratto. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “FUNZIONAMENTO SEDE” (€ 15.815,00) Per la previsione di tale spesa si è considerata l’analisi dei bilanci degli anni precedenti e di alcuni “dati certi” (affitto). La variazione in diminuzione rispetto all’anno 2012 (€ 16.480,00) è dovuta a un minor spesa per la linea telefonica. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “SPESE GENERALI” (€ 14.680,00) Si tratta delle spese postali (€ 1.500,00) per l’invio della corrispondenza, delle spese per cancelleria € 2.000,00, acquisti libri (aumentate da € 800,00 a € 1.500,00), delle spese per contratti di servizi (€ 8.800,00) e spese varie (€ 880,00). UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “ONERI FINANZIARI E TRIBUTARI”(€ 3.950,00) Si tratta degli oneri bancari € 550,00 degli oneri postali € 400,00 e delle altre imposte per € 3.000,00 (€ 4.000,00 nel 2012). UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “ORGANI ISTITUZIONALI” (€ 500) Questa voce relativa al nucleo di valutazione e al revisore dei conti comporta un spesa di € 500,00. UNITÀ PREVISIONALE DI BASE “GESTIONE AMMINISTRATIVA SEDE” (€2.000) Tale spesa risulta diminuita rispetto al 2012 (€ 8.100,00).

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MAURIZIO LAZZARI, GIUSEPPE ZAFARONE, MARIA DANESE

FONTI BIBLIOGRAFICHE DELLA LETTERATURA GEOLOGICA. BASILICATA 1551-2011 con CD allegato Editore : Tipografia Zaccara di Gianfranco Zaccara & C. s.n.c. LAGONEGRO (PZ) Finito di stampare nel mese di Settembre 2013 ISBN 978-88-95508511

Prezzo di copertina: € 20,00 Descrizione:

Modalità di Pagamento su c.c.b tramite bonifico: IBAN IT 16 T 05424 42010 000002400074

(inviare copia del bonifico via fax 0973 41114 o via mail info@grafichezaccara.net)

Spese di spedizione (€ 6,00 da aggiungere al prezzo di copertina) per la ricezione del volume entro tre giorni dalla ricezione del pagamento. Intestazione: Tipografia Cav. Dott. G. C. Zaccara di Gianfranco Zaccara & C snc - Via Verneta Lagonegro (PZ) Causale: pagamento N° ____ copie del volume Fonti Bibliografiche della Letteratura Geologica. Basilicata

Questo volume si inserisce nell’ambito delle attività di ricerca condotte dal C.N.R. – IBAM, quale strumento di conoscenza e approfondimento degli studi pregressi realizzati sul territorio regionale della Basilicata nell’ambito delle Scienze della Terra. È rivolto non solo a ricercatori, studenti, studiosi e professionisti, ma anche ai pianificatori del territorio ed agli amministratori pubblici. Complessivamente, all’interno del database bibliografico sulla geologia della Basilicata sono stati inseriti 3089 riferimenti rilevati a partire dal 1551 fino al 2011, desunti dalla consultazione dei periodici elettronici riportati nelle emeroteche virtuali a partire dal 1995, dal reperimento di articoli di riviste a stampa ed atti di congresso presso biblioteche nazionali e locali e da fonti private, da cataloghi online della Società Geologica Italiana, dell'ISPRA (ex APAT), del CNR, di associazioni nazionali ed internazionali di Scienze della Terra e di altri organismi internazionali, oltre ad altre bibliografie regionali in cui ricadevano ambiti territoriali confinanti con la Basilicata. Il Volume si compone di 4 capitoli in cui viene contestualizzato il lavoro nell’ambito del territorio italiano prendendo, ad esempio, opere simili già realizzate in altre regioni italiane; sono poi descritti i criteri utilizzati per la ricerca delle fonti, per la costruzione del database ed il controllo dei dati, e viene offerta una diversa chiave di lettura dei dati bibliografici prendendo in considerazione la distribuzione geografica delle località interessate dagli studi. Infine, in appendice sono stati riportati il repertorio bibliografico, in una forma semplificata rispetto alla totalità delle informazioni riportate nel database, il thesaurus (parole chiave) realizzato per quest'opera specifica, le aree tematiche e gli autori citati. www.grafichezaccara.it

DENOMINAZIONE SOGGETTO ORDINANTE Nome..............................................................................Cognome............................................................................ Indirizzo....................................................................................................................CAP.......................Prov............. CITTA'......................................................................Tel.............................................Fax............................................ C.F.......................................................................... ;email......................................................................................... P.IVA.......................................................................

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