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Treviso
from Treviso 2022
by Geoplan
Alla scoperta della città.
Treviso è una città che va scoperta lentamente. Ci si lascia incantare passo dopo passo da scorci resi unici dall’incontro delle acque con gli splendidi palazzi aff rescati.
I sapori del territorio
Come in tutta Italia la cucina è un aspetto ben radicato nel territorio, dall’antipasto al dolce sono numerose le eccellenze che caratterizzano Treviso e provincia. Il più tipico degli antipasti è a base di soppressa, accompagnata da polenta o pane, sottaceti e un buon bicchiere di Prosecco. Tra i primi piatti troviamo ad esempio “risi e bisi” (riso con piselli) le minestre di cappone, la zuppa di fagioli e la sopa coada. Nelle osterie abbondano selvaggina da piuma e pollame: polli, oche e faraone arrosto o in umido, accompagnate da tanto “tocio” (sugo) con cui fare scarpetta. L’Oca in Onto, per esempio, è divenuta Presidio Slow Food. Altro Presidio Slow Food importante è il Mais Biancoperla dal quale si ricava la polenta che accompagna molti dei piatti tipici. Non manca il pesce come l’anguilla (fritta oppure in umido), i gamberi di acqua dolce, la trota e lo stoccafi sso (chiamato comunemente “baccalà”). Le verdure sono molto importanti in ogni pasto, dalle semplici erbe di campo come i bruscandoli ai celebri asparagi: quelli bianchi di Cimadolmo IGP e bianco e verde di Badoere IGP. In inverno, uno dei prodotti di punta è il Radicchio Rosso di Treviso Igp. Meno noto ma importante è il Radicchio Variegato di Castelfranco Igp, che si consuma comunemente con un mestolo di minestra di fagioli versato sopra. Il formaggio più tipico è la casatella di Treviso DOP. Parlando di vino, quello più famoso che è possibile trovare in città, è certamente il Prosecco, al quale si aff iancano i bianchi Tocai, il Pinot bianco e grigio, il Verduzzo e il Chardonnay e i rossi Cabernet, Merlot, Pinot nero e Raboso. Il dolce per eccellenza è il Tiramisù, secondo la tradizione preparato per la prima volta nel ristorante “Alle Beccherie”, seguito dalla “Torta Fregolotta” e i dolci stagionali quali frittelle, crostoli e castagnole carnevalizi, la pasquale “fugassa con le mandorle” e le Favette dei Morti.
Arte e cultura
Il Centro Storico è la classica meta della domenica, a passeggio per le splendide vie è possibile ammirare le bellezze storiche e culturali della città. Si parte da Piazza dei Signori, cuore di Treviso, dove è affacciato il famoso Palazzo dei Trecento, chiamato così per le assemblee comunali composte da trecento membri. Il palazzo si prolunga lungo la piazza nel Palazzo del Podestà con la Torre del Comune. Calmaggiore è la via più importante del centro, in origine cardo maggiore di epoca romana, appare oggi come un elegante vicolo costeggiato da boutique e residenze storiche. Nel cortile di Palazzo Zignoli si trova una ricostruzione della famosa Fontana delle Tette: una piccola fontana sormontata dal busto di una donna, dai cui seni sgorga acqua. Altra tipicità di Treviso è il Mercato del Pesce, situato sull’Isola di Pescheria, qui è possibile ammirare ruote di mulini e palazzi antichi che si specchiano nelle acque. Le cose da citare sarebbero ancora molte, a partire dai numerosi locali tipici, i palazzi storici dove vengono allestite continuamente importanti mostre d’arte, le chiese come il Duomo o la Chiesa di San Nicolò o ancora le vie ricche di spettacolari scorci e i suoi suggestivi canali come i Buranelli. Treviso è quindi una città dove è sempre piacevole tornare ed assaporarne ogni aspetto con la meritata calma.
Qualche Cenno Storico
Il primo insediamento della città risale al periodo pre romano e sorse presso il luogo in cui ad oggi si trova la Chiesa di Sant’Andrea, successivamente la sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani e la vicinanza ad alcune delle principali arterie dell’Impero, ne fecero un vivace centro commerciale della Venetia et Histria. Risparmiata da Attila, la città divenne fi orente sotto i Goti ed i Longobardi, che ne fecero un ducato. Continuò a prosperare prima sotto i Carolingi e la Serenissima e a partire dall’anno mille, datasi statuti comunali e vinto l’imperatore Federico Barbarossa, conobbe un notevole sviluppo, ampliandosi nelle dimensioni ed arricchendosi di monumenti e palazzi. Essa teneva inoltre numerose feste cavalleresche, che le valsero il nome di “Marca gioiosa et amorosa”. Dal 1200 insorsero presto le guerre tra Guelfi e Ghibellini le quali diedero il via ad un lungo periodo di squilibrio nella città. Anche Dante si interessò della tormentata situazione politica di quegli anni, e dedicò a Treviso un verso nella sua opera: “e dove Sile e Cagnan s’accompagna / tal signoreggia e va con la testa alta, / che già per lui carpir si fa la ragna “. Con queste parole Dante allude a da Camino, capo dei guelfi , signore della città nel 1283. Le dominazioni si susseguirono negli anni e la popolazione si vide assoggettata a diversi proprietari dai conti di Gorizia agli Scaligeri. Fu poi venduta ai Carraresi di Padova da Leopoldo D’Austria tanto che i Trevigiani, stanchi dei continui passaggi di proprietà, si concessero spontaneamente alla Serenissima della quale condivisero le sorti fi no al 1797 anno in cui fu vinta da Napoleone. Prima dei confl itti mondiali seguirono la dominazione Austriaca e quella del Regno Italico. La Prima Guerra Mondiale segnò la città a causa dei bombardamenti che ne distrussero buona parte. Ancor più feroce fu il Secondo Confl itto, durante il quale un bombardamento americano provocò migliaia di vittime distruggendo edifi ci pubblici e monumenti di notevole interesse storico ed artistico.
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