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a Fiat 850 Spiaggetta Michelotti, è una vettura da spiaggia allestita su base Fiat 850 Special e costruita in pochissime unità. Differisce dalla Shellette per nome, lievi modifiche dimensionali e rarità. Quest’ultima venne infatti prodotta in circa 80 esemplari voluti da Philip Shell (da qui il nome), facoltoso di Montecarlo che li vendette a personaggi in voga.
La Spiaggetta in questione, venne acquistata nel 1969 da Giuseppe Caltabiano di Taormina. L’esemplare proposto fu protagonista e vincitore del premio d’onore al concorso di Alassio, nel 1969, per poi essere immatricolato qualche giorno dopo e venduto al suddetto Caltabiano, noto a Taormina Caltabiano e famiglia vincitore del primo premio . Concorso Taormina. e dintorni per essere il tutto fare del Dottor Gayelord Hauser, nutrizionista di fama mondiale e dell’attrice Greta Garbo, per anni stabilita a Taormina, ospite di Hauser. Il nome di Caltabiano è spesso legato a quello dell’attrice. Ne parlano articoli di giornale, ne parlano pagine di volumi dedicati a Taormina. La Diva, introversa, sfuggente, enigmatica, arrivava in Sicilia sotto falso nome: Miss Harriet Brown. Ma Caltabiano conosceva la sua vera identità (altri dettagli e curiosità sono disponibili tra articoli e varie interviste disponibili). Dopo oltre un ventennio di letargo, la Spiaggetta venne ritrovata nel 2016 all’interno di un magazzino, in provincia di Palermo, con accanto una Fiat 1200 cabriolet. Pressoché originale ma bisognosa di rivivere, fu sottoposta ad un restauro integrale: prima smontata del tutto, la scocca sabbiata e la maggior parte dei dettagli restaurati per conservarne e preservarne l’originalità. Poi, il rifacimento integrale della parte
occasione per acquistare la graziosa Spiaggetta Michelotti? La si vedeva sui sedili posteriori, con occhiali da sole e un cappello che il vento, ogni tanto, portava via. Leggende che rispecchiano il mistero della Diva o semplice realtà? La mancanza di un approfondimento attraverso fonti certe, ci rende prudenti nell’attribuire la maternità della vettura all’attrice Greta Garbo ma di certo, l’esemplare in questione, è avvolto da un fascino misterioso. Concorso internazionale eleganza, Alassio 1969.
meccanica. Cruscotto e sedili anteriori sono stati ripristinati da artigiani del settore, mentre i sedili posteriori sono gli originali, perfettamente conservati. Racconti narrano che la Garbo, affascinata dalla Fiat 600 Jolly Ghia del Dottor Hauser, volle soddisfare il desiderio di girare, ogni qualvolta lo volesse, su una vetturetta simile. Quale migliore
Caltabiano e moglie mostrano, fieri, la coppa del primo premio.
Il ritrovamento accanto ad una FIAT 1200 cabriolet.
Un dettaglio non indifferente non è stato volutamente sostituito: il pomello del cambio. Seppur in condizioni precarie, vogliamo immaginare che la Garbo, abbia forse tentato un approccio alla guida e di conseguenza, accarezzato la leva del cambio. Sognare non costa nulla ma la realtà potrebbe non essere poi così lontana da questo racconto.
Giovanni Michelotti Iniziò a lavorare agli Stabilimenti Farina come garzone. Nonostante espletasse compiti semplici, ebbe la possibilità di osservare l’opera di importanti stilisti e, dopo il normale orario di lavoro, abbozzava alcuni schizzi che gli consentirono di farsi apprezzare. Tanto che quando il disegnatore al quale egli faceva da garzone lasciò l’azienda gli fu proposto, da Attilio Farina, figlio del titolare, di sostituirlo. Durante gli anni agli Stabilimenti Farina, Michelotti aveva intuito l’importanza e la futura autonomia operativa che il ruolo dello stilista era destinato ad assumere nelle produzione industriale, specie in quella automobilistica. Fino ad allora il disegnatore di carrozzerie era un dipendente o un collaboratore artistico delle varie industrie automobilistiche, ma ancora non esisteva una figura professionale che operasse nel campo su richiesta di varia clientela. Nel 1949 Michelotti decise di “mettersi in proprio” e aprì uno studio. Fu il primo studio professionale specificamente dedicato al disegno di carrozzerie automobilistiche in assoluto in Italia. Michelotti fu uno dei designer più eclettici e prolifici di sempre. Non aveva stilemi fissi da riproporre all’infinito ed era in grado d’adattarsi facilmente all’immagine della Casa che gli commissionava il disegno ed alle esigenze produttive. Tuttavia rifiutò sempre le molte proposte fattegli per assumere la direzione dei centro stile interni di varie case automobilistiche, per potersi esprimere liberamente nei rapporti con i carrozzieri e le grandi case automobilistiche con cui collaborava. Alla data della sua prematura scomparsa, si stima avesse disegnate circa 1200 autovetture. È tuttavia impossibile fare un computo preciso in quanto Michelotti non imponeva alle Case a cui consegnava i disegni di comunicare il suo nome, né di mettere marchi vari sulle carrozzerie.
Il premio conseguito nel 1969.
Fasi del restauro.