POLITECNICO DI TORINO DAD Dipartimento di Architettura e Design
UNIVERSIDAD CENTRAL DE VENEZUELA Facultad de Arquitectura y Urbanismo Escuela de Arquitectura “Carlos Raúl Villanueva”
Tesi di Laurea Magistrale
Programma di Doppia Laurea in Architettura per il restauro e valorizzazione del patrimonio
ORTO DI BORGO Proposta per la valorizzazione del paesaggio culturale di Borgo Cornalese
Relatrice_Politecnico di Torino: Prof. Arch. Maria Adriana Giusti
Correlatrice: Arch. Anna Doleatto
Relatore_Universidad Central de Venezuela: Prof. Arch. Álvaro Rodríguez Muir Candidata: Gabriela V. Hernández E.
A.A. 2015/2016
Este largo y arduo trabajo no hubiera sido posible sin la ayuda de tantas personas. Agradezco a Dios y a la vida por la oportunidad de estudiar lo que más amo y disfruto. Agradezco a mis dos casas de estudio, a la Universidad Central de Venezuela, por mi formación base y por inculcarme la pasión hacia la arquitectura. Al Politecnico di Torino, por permitirme gozar de esta experiencia académica y haberme introducido al mundo de la restauración. A mis profesores y tutores por su valioso tiempo y enseñanzas. A los arquitectos Anna Doleatto, Daniela Fabbris, Marziano Pagella y a la familia de Maistre por permitirme trabajar en el fantástico lugar que es Borgo Cornalese. Agradezco a mi familia por su apoyo incondicional a pesar de la distancia. En especial a mi madre, este logro es de ambas. Quisiera agradecer a mis queridos amigos, por su ayuda en tiempos de crisis y en tiempos felices. En especial a Erik, Rigo y Desi, por ser un apoyo esencial. Y a mis comadres del restauro por ser mis compañeras de batalla contra los exámenes y el sueño en estos tres largos años. A todos ¡muchas gracias!
ABSTRACT Situato in un’area dichiarata di interesse storico architettonico e paesaggistico (Riserva Naturale “Oasi del Po Morto”), Borgo Cornalese si presenta come una borgata ferma nel tempo: il complesso, ancora intatto da opere moderne, si compone della villa padronale, le due cascine agricole e il mulino d’acqua. Quest’ultimi presentano proposte di rifunzionalizzazione, lasciando il cortile della villa, anche di uso agricolo, in uno stato di disuso che rischierebbe l’integrità strutturale dei suoi fabbricati. L’ipotesi di un Orto botanico si sviluppa come proposta progettuale per la valorizzazione e riqualificazzione del cortile agricolo della villa di Borgo Cornalese.
I. CONOSCENZA...................................................................................................................................... pag. 3 I.1. Inquadramento territoriale e paesaggistico.............................................................................. pag. 5 I.2. Inquadramento storico.............................................................................................................pag. 15 I.2.1. Origini di Borgo Cornalese, dal sec. X al sec. XIX............................................................. pag. 16 I.2.2. La trasformazione ottocentesca della villa padronale.............................................. pag. 32 Il legato del Duca Laval di Montmorency e la famiglia De Maistre I.3. Lo stato di fatto: conoscenza del manufatto architettonico e il suo paesaggio....................... pag. 45 I.3.1. Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale......................... pag. 46 Tavola 1. Pianta copertura Tavola 2. Pianta piano terra Tavola 3. Pianta piano primo Tavola 4. Prospetto ovest esterno Tavola 5. Prospetti ovest e est interni Tavola 6. Prospetti nord esterno e interno Tavola 7. Prospetti nord e sud interni I.3.2. Rilievo delle piantumazioni esistenti.......................................................................... pag. 63 Tavola 8. Rilievo delle piantumazioni esistenti Classificazione delle specie vegetali....................................................................... pag. 66
INDICE
INTRODUZIONE....................................................................................................................................... pag. 1
II. RESTAURO.................................................................................................................................................... pag. 75 II.1. Approccio al restauro del manufatto architettonico......................................................................... pag. 77 II.2. Analisi materica................................................................................................................................. pag. 81 Tavola 9. Prospetto ovest esterno Tavola 10. Prospetto est interno Tavola 11. Prospetto nord esterno Tavola 12. Prospetto nord interno A Tavola 13. Prospetto nord interno B Tavola 14. Prospetto sud interno II.3. Analisi dei degradi e interventi di restauro........................................................................................ pag. 95 II.3.1. Individuazione dei degradi: simbologia e cause....................................................................... pag. 96 Tavola 15. Prospetto ovest esterno Tavola 16. Prospetto est interno Tavola 17. Prospetto nord esterno Tavola 18. Prospetto nord interno a Tavola 19. Prospetto nord interno b Tavola 20. Prospetto sud interno
III. RIQUALIFICAZZIONE..................................................................................................................... pag. 111 III.1. Orto di Borgo: ipotesi di progetto paesaggistico............................................................... pag. 115 Tavola 21. Masterplan Tavola 22. Proposta per un’orto botanico Tavola 23. Le piantumazioni nei giardini dell’orto botanico III.2. Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre......................................... pag. 127 Tavola 24. Pianta piano terra e piano primo Tavola 25. Prospetto ovest esterno Tavola 26. Prospetti ovest e est interni Tavola 27. Prospetti nord esterno e interno Tavola 28. Prospetti nord e sud interni Tavola 29. Sezioni CONCLUSIONI..................................................................................................................................... pag. 145 BIBLIOGRAFIA..................................................................................................................................... pag. 147
Di fondazione millenaria, Borgo sembra essere fermo nel tempo: il complesso conserva ancora oggi il suo aspetto di borgo agricolo medievale e il suo sistema di fabbricati si compone della villa padronale e la sua corte rurale, due ampi cascine agricole e un mulino d’acqua che data dalla fine del XVI secolo. Il gran complesso e le terre circondanti sono ancora oggi di proprietà privata, appartenenti alla famiglia De Maistre dalla metà dell’ottocento. Il paesaggio e beni architettonici di Borgo vengono dichiarati d’interesse culturale e sono tutelati dagli enti preposti alla tutela. La prottezione e la valorizzazione di questo complesso diventa importante giacché attualmente i manufatti agricoli che lo compongono si presentano in avanzato stato di degrado causato in parte dalla situazione di disuso alla cui sono sottoposti. Come risposta a questa emergenza architettonica si sviluppa una proposta di valorizzazione del territorio intorno a Borgo, con l’intezione di rifunzionalizzare non solo un complesso architettonico storico, ma anche di mettere in evidenza l’importanza del paesaggio atorno a questo: nasce l’idea di un Orto botanico, come luogo di prottezione, promozione ed educazione dei cittadini sulla natura e l’ambiente. Il seguente lavoro si struttura su tre grandi capitoli che rappresentano l’approccio al progetto di restauro e rifunzionalizzazione: la conoscenza del fabbricato e il suo paesaggio, il restauro architettonico e la proposta di riqualificazzione e valorizzazione di Borgo Cornalese.
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INTRODUZIONE
Il recente riconoscimento dalla parte della UNESCO della Riserva naturale “Oasi del Po Morto” come Riserva di Biosfera rappresenta per il territorio un richiamo all’importanza del paesaggio che lo circonda. Dentro questa vasta area di piccoli paesi, troviamo il complesso di Borgo Cornalese.
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I. CONOSCENZA
Vista aerea del complesso di Borgo Cornalese In www.borgocornalese.it
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I.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E PAESAGGISTICO
DE MAISTRE Xavier, Ritratto di cinciarella, incisione all’acquaforte, 2003 In www.xdem.it
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“Ci sono luoghi fuori dal tempo e dallo spazio. Svolti l’angolo ed è silenzio. O meglio: «nuovi suoni» che emergono per sottrazione. Non più motori ma foglie che si muovono, canti di uccelli, l’acqua di un rio o di una roggia. Ma soprattutto passi, il suono dimenticato dei passi. Sul viale di pioppi cipressini prima del Borgo. Lasciare la via «principale» ha talora il potere di escludere non solo la mescolanza di rumori molesti che fanno da colonna sonora al vivere quotidiano, ma di proiettare in una dimensione altra. Una dimensione dove gli elementi sono disorientanti nella loro semplicità. E in effetti disorienta il Borgo. Un luogo dove l’affermazione «il tempo si è fermato», della quale spesso si abusa, calza a pennello. Fermato al Medioevo o giù di lì, quando il Borgo fu costruito.” Estratto dall’articolo di PiemonteParchi di Antonio FARINA/Regione Piemonte
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Borgo Cornalese, situato alle porte di Villastellone, comune del cui fa parte dalla fine dell’Ottocento, conserva ancora oggi l’aspetto di borgo agricolo autosufficiente. Il complesso architettonico di circa tre ettari si compone della Villa de Maistre con il suo grande parco, le due cascine agricole a corte chiusa, il mulino a ruota idraulica e la chiesa in linguaggio neoclassico dedicata alla Madonna dei Dolori. L’insieme si completa con vaste aree di terre agricole che lo circondano, anche queste proprietà della famiglia de Maistre, e un lungo viale del XIX secolo di pioppi cipressini (populus nigra) che compone un asse che parte dalla villa padronale e s’inoltra nei campi coltivati Borgo si piazza tra i comuni di Villastellone a nord-est, Carignano ad ovest e Carmagnola a sud, nelle vicinanze dell’ Area attrezzata Oasi del Po Morto, dichiarata riserva naturale in 1990 e che si estende su una superficie di 490 ettari. Dista circa venti chilometri dal sud di Torino, ed è raggiungibile con diversi mezzi di trasporto: a meno di mezz’ora in macchina o treno dalla città, ovvero tramite il sistema di piste ciclabile della regione (fig. 1). La borgata si colloca in una zona pianeggiante a sud delle colline torinesi, su due pianori diversi: a est le ultime propaggini dell’ Altipiano di Poirino, in una zona di pianura umida che arriva alle anse del Po, a Carignano, mentre si perde a sud nella pianura di Carmagnola; e a nord verso Cambiano e Santena, formato da terreni sabbiosi rialzati di qualche metri. Oltre a ciò, il territorio è solcato da corsi di acqua naturali e artificiali come fiumi, canali e torrenti, che costituiscono una importante rete ecologica per la conservazione della biodiversità. I corsi d’acqua più importanti della zona sono il fiume Po (dal cui deriva un taglio settecentesco chiamato “Po Morto”), la Gora di Borgo detta anche Bealera dei mulini, ed i torrenti Stellone e Banna i cui corsi si sviluppano per la maggior parte sul territorio rendendolo molto fertile. Le condizione geografiche rappresentano per Borgo una situazione favorevole giacché lo colloca al limite con un’area ad alta probabilità di inondazione (fig. 2). Secondo le Norme Tecniche di Attuazione (NTA) inquadrate nella Variante del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) di Villastellone, la zona corrispondente al complesso di Borgo Cornalese viene definita come “Area residenziale agricola di interesse architettonico, storico e culturale” dichiarata in emergenza architettonica
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1. Stralcio della Carta Tecnica Regionale (CTR) (Disegno fuori scala) Servizio cartografico, Regione Piemonte Laboratorio di Analisi e Rappresentazione Territoriale e Urbane, Politecnico di Torino
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2. Stralcio della carta dei dissesti (Disegno fuori scala)
3. Stralcio della carta d’inquadramento territoriale. Destinazione d’uso del suolo (Disegno fuori scala)
- Variante di Piano Regolatore Generale Comunale del comune di Villastellone, 2014. In www.comune.villastellone.to.it
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4. Stralcio della carta di compatibilitĂ ambientale Uso del suolo e vegetazione naturale (Disegno fuori scala)
5. Stralcio della carta di compatibilitĂ ambientale Vincoli territoriali e ambientali (Disegno fuori scala)
- Variante di Piano Regolatore Generale Comunale del comune di Villastellone, 2014. In www.comune.villastellone.to.it
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(fig. 3), e di conseguenza si consente il mantenimento delle destinazioni d’uso esistenti, o la proposta di nuovi usi conforme alla norma (tali como attività del tempo libero, ovvero attività ed usi urbani ed abitativi: turistico-ricettive). Dal punto di vista del paesaggio, l’area del Po Morto e Borgo Cornalese, dichiarata di notevole interesse pubblico nella legge Galasso n. 431/1985 (fig. 5), forma parte del Parco fluviale del Po piemontese1 e viene inserita nell’elenco dei vincoli ambientali regionali, tutelati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT). Questa normativa ha come scopo la salvaguardia di ambiti territoriali ad elevata vocazione paesistica, intendendo il paesaggio2 come un insieme geografico e territoriale e non come una valutazione parziale collegata ad apprezzamenti meramente estetici. I beni paesaggistici fanno dunque parte del patrimonio culturale e sono pertanto beni culturali, affidando alla potestà legislativa regionale corrispondente la loro valorizzazione, che “concorre a promuovere lo sviluppo della cultura. A tale fine le amministrazioni pubbliche promuovono e sostengono, per quanto di rispettiva competenza, apposite attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonche’, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati. La valorizzazione è attuata nel rispetto delle esigenze della tutela.”3 Si redigono i piani paesaggistici regionali (PPR).
1- Il Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po (istituito con legge regionale n. 28, il 17 aprile 1990) rappresenta un momento importante nella tutela del patrimonio ambientale piemontese, e nasce dalla necessità di proseguire nella difesa del territorio umanizzato, le popolazioni e centri abitativi, dalle intemperanze del Fiume, e allo stesso tempo iniziare la difesa del Fiume dalle invasioni delle attività umane. 2- La definizione di paesaggio secondo due organismi amministrativi diversi: La Convenzione europea sul paesaggio (entrata in vigore in Italia nel 2006), il paesaggio si define come “una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” ed è “componente esseziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità.” Articolo 1, capitolo I, Convenzione europea del paesaggio, Firenze 2000. “Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni.” Articolo 131, comma 1, Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63. 3- Articolo 131, comma 5, Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63.
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Riconoscimento del Riconoscimento del valore dell’area valore dell’area Riconoscimento del valore dell’area
La dichiarazione di notevole interesse pubblico tutela l’area “(…) perché è una landa abbandonata di grande interesse paesaggistico, caratterizzata dalla La dichiarazione di notevole interesse pubblico tutela l’area “(…) perché è una landa abbandonata di grande interesse paesaggistico, caratterizzata dalla presenza di specie arboree e vegetazione tipica delle zone umide e semiumide e popolata da fauna acquatica; la retrostante pianura è caratterizzata da presenza di specie vegetazione tipicatutela delle zone e semiumide e popolata da fauna la retrostante pianura caratterizzata è caratterizzata da La dichiarazione di arboree notevoleeinteresse pubblico l’areaumide “(…) perché è una landa abbandonata diacquatica; grande interesse paesaggistico, dalla insediamenti agricoli, colture, modi di irrigazione e trasformazione dei prodotti per gran parte ancora di tipo tradizionale e che determinano un insieme insediamenti agricoli, colture, modi di irrigazione e trasformazione prodottieper gran parte ancora di tipo tradizionale e che determinano un insieme presenza di specie arboree e vegetazione tipica delle zone umide e dei semiumide popolata da fauna acquatica; la retrostante pianura è caratterizzata da di grande valore ambientale che merita di essere conservato quale testimonianza dell’assetto originario della pianura intorno al Po. Tra gli insediamenti di grande valore ambientale che merita di essere e conservato quale dei testimonianza pianura intorno Po. Tra gli insediamenti insediamenti agricoli, colture, modi di irrigazione trasformazione prodotti perdell’assetto gran parte originario ancora di della tipo tradizionale e chealdeterminano un insieme spicca il Borgo Cornalese (vasto complesso che comprende la villa padronale con parco, la chiesa, la cascina, il cimitero in stile neoclassico, il molino ad spicca il Borgo Cornalese (vasto che comprende laquale villa padronale con parco, la chiesa, la cascina, cimitero in stilealneoclassico, il molino ad di grande valore ambientale che complesso merita di essere conservato testimonianza dell’assetto originario della ilpianura intorno Po. Tra gli insediamenti acqua ed un viale di suggestiva bellezza lungo più di 800 metri ed affiancato da pioppi cipressini), testimonianza del tradizionale modo di conduzione acqua un viale di suggestiva bellezza lungo di 800 metri edpadronale affiancatocon da parco, pioppi la cipressini), del tradizionale modo di ilconduzione spicca ed il Borgo Cornalese (vasto complesso che più comprende la villa chiesa, la testimonianza cascina, il cimitero in stile neoclassico, molino ad agricola della pianura piemontese, legato per lo più alla grande proprietà fondiaria”. agricola pianura piemontese, legatolungo per lopiù piùdialla grande fondiaria”. acqua eddella un viale di suggestiva bellezza 800 metri proprietà ed affiancato da pioppi cipressini), testimonianza del tradizionale modo di conduzione agricola della pianura piemontese, legato per lo più alla grande proprietà fondiaria”.
Superficie kmq 10,58 Superficie kmq 10,58 Superficie kmq 10,58
Altri strumenti Altri strumenti di tutela distrumenti tutela Altri di tutela Identificazione dei Identificazione dei valori e valutazione valori e valutazione Identificazione dei della loro loro valoridella e valutazione permanenza / permanenza della loro / trasformazione trasformazione permanenza / trasformazione Ambiti e Unità Ambiti e Unità di paesaggio di paesaggio Ambiti e Unità
D.Lgs. 42/2004 - art. 142 “Aree tutelate per legge”, comma 1 lett. c, f, g D.Lgs. 42/2004 - art. 142 “Aree tutelate per legge”, comma 1 lett. c, f, g Area contigua della fascia fluviale del Po - tratto torinese; Piano d’Area (approvato con D.C.R. n. 982-4328 del 08/03/1995 e D.C.R. n. 243-17401 del Area contigua fascia fluviale del Po per - tratto torinese; D.Lgs. 42/2004della - art. 142 “Aree tutelate legge”, commaPiano 1 lett.d’Area c, f, g(approvato con D.C.R. n. 982-4328 del 08/03/1995 e D.C.R. n. 243-17401 del 30/05/2002). Riserva naturale dell’Oasi del Po Morto. SIC e ZPS: Po Morto di Carignano (IT1110025) 30/05/2002). naturale dell’Oasi Po Morto. SIC ePiano ZPS: d’Area Po Morto di Carignano Area contigua Riserva della fascia fluviale del Podel - tratto torinese; (approvato con (IT1110025) D.C.R. n. 982-4328 del 08/03/1995 e D.C.R. n. 243-17401 del Beni culturali, a rilevanza paesaggistica, individuati ai sensi della Parte II del Codice: Carmagnola, Chiesa di Maria Vergine dei Dolori (artt. 10-12) Beni culturali, Riserva a rilevanza paesaggistica, individuati ai SIC sensi II del Carmagnola, Chiesa di Maria Vergine dei Dolori (artt. 10-12) 30/05/2002). naturale dell’Oasi del Po Morto. e della ZPS: Parte Po Morto di Codice: Carignano (IT1110025) Beni culturali, a rilevanza paesaggistica, individuati ai sensi della Parte II del Codice: Carmagnola, Chiesa di Maria Vergine dei Dolori (artt. 10-12) L’area agricola mantiene le caratteristiche evidenziate dal decreto con la permanenza di ampi spazi coltivati posti a corona dell’emergenza storico L’area agricola mantiene le caratteristiche evidenziate dal decreto con la permanenza di ampi spazi coltivati posti a corona dell’emergenza storico architettonica del Borgo Cornalese che conserva testimonianze di origine medioevale e di epoche successive rappresentate dalla villa settecentesca e architettonica Borgo Cornalese che conserva testimonianze di origine e di successive rappresentate dalla villa settecentesca e L’area agricoladel mantiene le caratteristiche evidenziate dal decreto con lamedioevale permanenza di epoche ampi spazi coltivati posti a corona dell’emergenza storico dalla chiesa. Si segnala per l’importanza percettiva il doppio filare di pioppi cipressini posti lungo il percorso storico che dall’ingresso principale del borgo dalla chiesa. Sidel segnala l’importanza percettivatestimonianze il doppio filaredidiorigine pioppi medioevale cipressini posti il percorso storico che dall’ingresso principale del borgo architettonica Borgoper Cornalese che conserva e dilungo epoche successive rappresentate dalla villa settecentesca e si dirama verso il fiume Po e la presenza di laghi di cava ormai in fase di rinaturalizzazione, posti lungo il corso del fiume sul margine occidentale dell’area si dirama verso il fiume Po la presenza di laghi di cava ormai in fase di rinaturalizzazione, il corso del fiume sul margine occidentale dell’area dalla chiesa. Si segnala perel’importanza percettiva il doppio filare di pioppi cipressini posti posti lungolungo il percorso storico che dall’ingresso principale del borgo tutelata. Tra i fattori di trasformazione si segnalano le colture in tunnel diffuse nell’area e, al limite orientale, la presenza di una vasta area produttiva la tutelata. i fattori di trasformazione segnalano le colture nell’area e, al limite orientale, una vasta area produttiva la si diramaTra verso il fiume Po e la presenzasidi laghi di cava ormai in in tunnel fase di diffuse rinaturalizzazione, posti lungo il corso la delpresenza fiume suldimargine occidentale dell’area cui presenza altera la percezione paesaggistica dell’intorno coltivato. cui presenza paesaggistica dell’intorno coltivato. tutelata. Tra ialtera fattoriladipercezione trasformazione si segnalano le colture in tunnel diffuse nell’area e, al limite orientale, la presenza di una vasta area produttiva la cui presenza altera la percezione paesaggistica dell’intorno coltivato. Unità di paesaggio (art. 11): Ambiti di paesaggio (art. 10): Unità di paesaggio (art. 11): 4502, 4503 - Sono di tipologia normativa VII, naturale/rurale o rurale a media rilevanza Ambiti di paesaggio (art. 10): 45 – Po e Carmagnolese 4502, 4503 - Sono di tipologia normativa VII, naturale/rurale o rurale a media rilevanza Unità di paesaggio (art. 11): e integrità 45 – Po di e Carmagnolese Ambiti paesaggio (art. 10):
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Altri strumenti di tutela
D.Lgs. 42/2004 - art. 142 “Aree tutelate per legge”, comma 1 lett. c, f, g Area contigua della fascia fluviale del Po - tratto torinese; Piano d’Area (approvato con D.C.R. n. 982-4328 del 08/03/1995 e D.C.R. n. 243-17401 del 30/05/2002). Riserva naturale dell’Oasi del Po Morto. SIC e ZPS: Po Morto di Carignano (IT1110025) Beni culturali, a rilevanza paesaggistica, individuati ai sensi della Parte II del Codice: Carmagnola, Chiesa di Maria Vergine dei Dolori (artt. 10-12)
Identificazione dei valori e valutazione della loro permanenza / trasformazione
L’area agricola mantiene le caratteristiche evidenziate dal decreto con la permanenza di ampi spazi coltivati posti a corona dell’emergenza storico architettonica del Borgo Cornalese che conserva testimonianze di origine medioevale e di epoche successive rappresentate dalla villa settecentesca e dalla chiesa. Si segnala per l’importanza percettiva il doppio filare di pioppi cipressini posti lungo il percorso storico che dall’ingresso principale del borgo si dirama verso il fiume Po e la presenza di laghi di cava ormai in fase di rinaturalizzazione, posti lungo il corso del fiume sul margine occidentale dell’area tutelata. Tra i fattori di trasformazione si segnalano le colture in tunnel diffuse nell’area e, al limite orientale, la presenza di una vasta area produttiva la cui presenza altera la percezione paesaggistica dell’intorno coltivato.
Ambiti e Unità di paesaggio
Principali obiettivi di qualità paesaggistica Struttura del paesaggio e norme di riferimento Prescrizioni contenute nelle NdA
Prescrizioni specifiche
Unità di paesaggio (art. 11): 4502, 4503 - Sono di tipologia normativa VII, naturale/rurale o rurale a media rilevanza e integrità
Ambiti di paesaggio (art. 10): 45 – Po e Carmagnolese
1.3.3.; 1.5.2.; 1.7.5.; 2.3.3.; 4.3.1. - (cfr. Obiettivi e Linee di azione Ambito 45)
Naturalistico – ambientale Artt. 14, 16, 18, 20
Storico – culturale Artt. 25, 27
Percettivo – identitario Artt. 30, 31, 32
Morfologico – insediativo Artt. 35, 36, 39, 40
Rete di connessione paesaggistica Art. 42
Artt. 14, 16, 18, 39
Deve essere mantenuta la leggibilità e la riconoscibilità degli elementi identitari del paesaggio rurale esistente costituiti dalla trama agricola, dal sistema delle coltivazioni, dalla viabilità minore e dalle alberature diffuse (isolate, a gruppi, a macchia boscata e a formazione lineare) escludendo interventi che comportino la modificazione della morfologia del profilo naturale del terreno se non finalizzati al mantenimento dell’assetto geomorfologico e allo svolgimento delle pratiche agricole tradizionali. Al fine della salvaguardia del bene tutelato deve essere mantenuta a uso agricolo l’area interclusa tra l’autostrada e la strada statale, posta all’estremo margine orientale. Il viale alberato di accesso al Borgo Cornalese deve essere conservato nella sua integrità con particolare attenzione al mantenimento dell’impianto assiale originario; gli interventi sugli esemplari arborei sono ammessi solo se determinati da problematiche di stabilità o fitosanitarie asseverate. Eventuali sostituzioni degli esemplari arborei devono avvenire utilizzando le specie vegetali originarie e il medesimo sesto d’impianto. Non è ammessa l’installazione di impianti tecnologici e di produzione energetica da fonti rinnovabili collocati in posizione tale da interferire con le visuali percepibili dai percorsi e spazi pubblici verso l’area tutelata nel suo complesso. Eventuali interventi sul patrimonio edilizio rurale esistente non devono alterare gli elementi scenico-percettivi che compongono il paesaggio agrario attraverso la realizzazione di volumi che per forma, posizione e colore modifichino la percezione visiva dei luoghi; per i nuovi fabbricati a uso agrosilvopastorale non è consentito l’impiego di strutture prefabbricate, metalliche e in cemento armato, lasciate a vista. Deve essere garantita la conservazione del complesso del Borgo Cornalese e delle sue pertinenze in tutte le sue componenti (architettoniche, vegetali, topografiche e ambientali) nel rispetto del suo processo storico e alla luce di una lettura storico critica comparata. Non è consentita l’apertura di nuovi siti di cava. Gli interventi nelle aree di cava esistenti e/o destinate alla lavorazione di inerti devono prevedere il recupero contestuale delle aree di coltivazione dismesse e di deposito inerti nonché delle infrastrutture di servizio privilegiando l’uso di tecniche di ingegneria naturalistica.
6. Estratto dal Catalogo dei beni paesaggistici del Piemonte (Prima parte) 637 Piano Paesaggistico Regionale (Ppr) del Piemonte. In www.regione.piemonte.it
Nel 2016 viene riconosciuto dall’UNESCO la Riserva della Biosfera “Collina Po” (essendo Borgo Cornalese un unicum all’interno dell’area) tramite il programma MAB (Man & Biosphere) il cui scopo è il miglioramento del rapporto tra uomo e ambiente e la riduzione della perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building. La creazione di questo network mondiale delle Riserve della Biosfera permette su scala internazionale lo scambio di studi, ricerche, strumenti di monitoraggio, realizzate all’interno delle Riserve stesse. Sono presenti attualmente in Italia quattordici Riserve della Biosfera, tre nella regione Piemonte: l’area della biosfera del Monviso (2002), la Riserva della Biosfera “Valle del Ticinio” (2002) tra il Piemonte e la Lombardia, e le aree protette del Po e della Collina Torinese (2016). 13
PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE
COMPONENTI STORICO-CULTURALI Art. 27. Aree e impianti della produzione industriale ed energetica di interesse storico SS41_ Diffusa presenza di impianti molitori Poli e sistemi della protoindustria
(Adottato con D.G.R. N. 20-1442 del 18 maggio 2015) NORME DI ATTUAZIONE (estratto) PARTE III – AMBITI E UNITÀ DI PAESAGGIO Ambito di paesaggio (Ap): 45 Unità di paesaggio (Up): 4502 – 4503 Tipo VII_ Naturale/rurale o rurale insediato a media rilevanza e media o bassa integrità Up prevalentemente montane o collinari, non particolarmente caratterizzate ma comunque sede di una consolidata relazione tra sistemi naturali e sistemi insediati rurali tradizionali, in cui tuttavia sono presenti modificazioni diffuse indotte da nuove infrastrutture, residenze disperse e/o attrezzature per attività produttive, in alcuni casi accompagnate da diffusi processi di abbandono soprattutto, ma non solo, delle attività rurali. L’identità dei luoghi non assume una rilevanza sovralocale, salvo elementi rappresentativi puntuali con ridotti effetti sull’assetto complessivo dell’Up.
COMPONENTI PERCETTIVO-IDENTITARIE Art. 30. Belvedere, bellezze panoramiche, siti di valore scenico ed estetico EP (X)_Villa e parco a Borgo Cornalese Elementi caratterizzanti di rilevanza paesaggistica, riguardanti complessi costruiti significativi per forma, posizione, morfologia o paesaggi riconosciuti localmente come fattore identitario. Gli elementi sono contrassegnati da una (X) se particolarmente notevoli. Art. 31. Relazioni visive tra insediamento e contesto SC4_ Borgo Cornalese Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate. Art. 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico SV3_ Tra Poirino e Isolabella Villastellone Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o di tracce di sistemazioni agrarie e delle relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell’Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33).
PARTE IV – COMPONENTI E BENI PAESAGGISTICI COMPONENTI NATURALISTICO-AMBIENTALI Art. 20. Aree di elevato interesse agronomico L’elenco include le aree di elevato interesse agronomico, in quanto appartenenti a suoli riconosciuti con capacità d’uso di classe I e II, a eccezione delle aree edificate e pertanto già compromesse.
7. Riferimento normativo, le Norme di Attuazione del Ppr. Estratto del Piano Paesaggistico Regionale (Ppr) del Piemonte. In www.regione.piemonte.it
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I.2. INQUADRAMENTO STORICO
DE MAISTRE Xavier, Ritratto di martin pescatore, incisione all’acquaforte, 2002 In www.xdem.it
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I.2.1. Origini di Borgo Cornalese, dal sec. XI al sec. XIX 16
Borgo Cornalese è stato individuato nei secoli con diversi nomi con cui appariva in mappe e documenti: Bulgari Cornalexio1, Borgaro Cornalesio2, Borgo3, Borgaro Cornalense3, Borgo Fortepasso3 ovvero Bulgaro4 sono alcuni dei nomi ritrovati. Inoltre, dalla sua fondazione, nel XI secolo fino ad ora, questa borgata ha avuto innumerevoli proprietari che rendono difficile seguire le tracce di documentazioni e cartografie storiche che ci permettono ipotizzare il suo sviluppo nel tempo. Benchè Borgo Cornalese faccia attualmente parte del comune di Villastellone, questo rapporto è relativamente recente, parliamo dall’inizio del XIX secolo, nel periodo napoleonico, quando Borgo venne aggregato all’area amministrativa del comune. In epoche precedenti, entrambi territori erano controllati da diversi poteri risultando in eventi storici che si confusero qualche volte. Il feudo era composto di quattro edifici di cui tre erano fortificati: Fortepasso Malpertusio (ora Cascina Nuova), il castello di Borgo e Val di Cosso (attualmente cascina Valcorso). I suoi confini erano al sud con Carmagnola e ad est con l’abbazia di Santa Maria di Casanova5 (Sec. XII), entrambi terre appartenenti al marchesato di Saluzzo. Verso il lato sud cofinava col torrente Stellone, limite della Repubblica di Chieri, e ad ovest con i Provana6 di Carignano. Borgo Cornalese fu fondato intorno a l’anno mille da Ungari e Bulgari che, secondo Alasia (scrittore villastellonese del XX secolo), arrivarono al territorio chierese “e per difesa dalle loro scorrerie sorsero castelli, 1- ALASIA, Antonio, Storia e cronaca di Villastellone e dintorni: dalle origini ai tempi moderni. Volume I, Edizioni Grafiche Freddo, Poirino 1990, pp. 12. 2- MULETTI Delfino, Memorie storico-diplomatiche appartenenti alla città ed ai Marchesi di Saluzzo, Tomo III, Editore Domenico Lobetti-Bodoni, Saluzzo 1830, pp. 336. 3- MANNO Antonio, Dizionario feudale degli antichi stati continentali della monarchia di Savoia (Savoia, Aosta, Piemonte, Monferrato, Saluzzo, Novara, Lomellina, Nizza, Oneglia; 1720-1797), Stabilimento Giuseppe Cevelli, Firenze 1895, pp. 30. 4- CASALIS Goffredo, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, volume IV, Torino 1837, pp. 742. 5- L’abbazia cistercense di Santa Maria di Casanova, localizzata nel comune di Carmagnola fu fondata intorno all’anno 1150 grazie al dono di terre al monastero di Tiglieto da parte di Manfredo I e Oddone, Marchesi di Saluzzo. Costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Piemonte, con successivi rimaneggiamenti barocchi. Della fondazione originaria resta oggi soltanto la chiesa, con facciata rifatta nel 1680. 6- “I Provana (probabilmente originari di Carignano) rientrano tra le cinque casate feudali più antiche del Piemonte, assieme ai Valperga, ai San Martino, ai Luserna e ai Piossasco. Tutte queste famiglie accettarono sin dal XIII secolo la presenza e l’emergente supremazia dei Savoia, riuscendo in questo modo, grazie alle fortune della Casa Sabauda, ad emergere, diffondersi, ottenere riconoscimenti, titoli e controllo territoriale e politico su numerose terre.” CASTAGNO Paolo, Notizie sulla famiglia Provana, Carignano 2002, pp. 6.
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ARDOINO GLABRIONE (930-976) (signore della Marca di Torino) Manfredo I
Oddone
Olderico Manfredi
Ardoino V
Ardoino IV (signore della Marca di Torino) Guido (1026)
Adelaide Berta Sposa Oddone Sposa Tete di Savoia La Casa di Savoia
I Marchesi di Saluzzo
Bosone (1026)
Olderico (Manfredi) (1040)
Manfredo II March. di Romagnano
Manfredo III
Ardizzone Adelaide (1110) Sposa Bonificio monaco del Vasto (?)
Oliviero
Guido
Giacomo
Ardizzone
8. Albero genealogico della Casa Ardoinica. Produzione propria, bassata su schema di MENOCHIO Raffaello, Memorie storiche della cittĂ di Carmagnola, Gribaudo Editore, Cavallermaggiore 1993, pp. 19.
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mura e villaggi, nei quali rifiorirono l’agricoltura e l’artigianato, compreso il commercio del sale, ferro, vasellame e tessuti, spezie e pelli”.7 Sorge nello stesso tempo Villanova Caramagna (attualmente Carmagnola), appartenente ai Marchesi Romagnano8 (fino al 1200), il cui destino sarebbe per molti decenni legato a quello di Borgo. In 1047 figura assegnato ai canonici torinesi9, che dopo le precedenti invasioni che accadono e portano tanta desolazione nella zona, si trasferiscono dai monasteri e si stabiliscono nell’area spopolata, iniziando a dissodare i terreni circondanti e formando casali rurali: nascono allora i priorati 10. I nuovi insediamenti sviluppati nel territorio appartengono in particolare ai monaci Cistercensi: viene fondata una grangia detta Borgaro Cornalexio che ottiene in 1180 alcuni privilegi del papa Clemente III. Dopo questo periodo, la grangia viene incorporata ai beni dell’Ordine dei Benedettini di Casanova (che tra l’altro erano Cistercensi) come pascolo11 per il bestiame dell’Abbazia. Verso la fine del sec. XII, il Marchesato di Saluzzo12, possessori di un quarto di Carmagnola a ragioni ereditarie (i Romagnano conservarono i tre quarti), acquista militarmente il contado vicino ed erige un maniero13 nominato “Fortis Passus” (oggi Fortepasso) come diffesa contro i Savoia, diventato famoso nel XIII secolo per la pace stipulata tra la contessa Adelaide di Saluzzo e Tommaso I di Savoia in 1216: “Manfredo I di Saluzzo il primo della sua casa che, come accennai, abbia esercitato la 7- ALASIA, Antonio, 1990, op. cit., pp. 19. 8- I marchesi Romagnano furono un’antica e potente famiglia feudale piemontese, originata da pubblici funzionari, che controllava un vasto sistema di villaggi, abitati, borghi, comuni, abbazie e terreni; si distinguono tre centri tra il XIII e il XV secolo: Romagnano Sesia, Virle e Carignano. Molti studiosi ipotizzano che i Romagnano discendono di Ardoine IV, signore della Marca di Torino, e figlio terzogenito di Ardoine Glabrione della casa Ardoinica. 9- GUASCO Francesco, Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia (dall’epoca carolingica ai nostri tempi, 774-1909). Vol I (di V), Forni Editore Bologna, Pinerolo 1911, pp. 268. 10- Priorato: (dal latino prioratus) “1. Territorio su cui si estende l’autorità (anche amministrativa e patrimoniale) di un priore; sede di un priore. 2. Carica, ufficio, mansione di un priore titolare di una delle diverse cariche pubbliche, individuali o collegiali, politico-amministrative o, anche, giudiziare in particolare della civiltà comunale.” ENCICLOPEDIA EUROPEA GARZANTI, Grande dizionario della lingua italiana moderna, Garzanti Grandi Opere, Torino 1999. 11- Pascolo: “Terreno la cui vegetazione spontanea, erbacea, non viene falciata ma è direttamente pascolata dal bestiame.” ENCICLOPEDIA EUROPEA GARZANTI, 1999, op. cit. 12- I marchesi di Saluzzo appartengono al ramo degli Ardoinici di Torino: sono discendenti di Manfredo I, figlio di Ardoino Glabrione. 13- Maniero: “Nel Medioevo, casa padronale di un feudatario minore, solida e ampia, costruita di solito in posizione dominante in centro di una proprietà terriera (e si distingueva dal castello per la mancanza di torri e di altre fortificazioni).” ENCICLOPEDIA EUROPEA GARZANTI, 1999, op. cit.
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9. Ricostruzione ipotetica del territorio di Villastellone nel sec. XIII. Evidenziato in rosso, Borgo Cornalese. MONTANARI PESANDO Mirella, Villaggi nuovi nel Piemonte medievale: due fondazioni chieresi nel secolo XIII: Villastellone e Pecetto, Deputazione alpina di storia patria, Torino 1991
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sua signoria su Carmagnola morì nel 1175. A lui successe il figlio Manfredi II il quale nel 1185 seguendo l’impulso del padre donava al Monastero di Casanova ogni sua proprietà nelle terre di Selvaiola, Gas- taldaccio a Centenaria, [...]. Moriva Manfredi II nel 1215 ed a lui succedeva il figlio del suo primogenito col nome di Manfredi III, sotto la tutela della contessa Alasia [nota anche come Adelaide] donna saggia ed accorta. Critica fu allora la sua posizione, la condizione di questi paesi infelice, poichè il conte di Savoia Tomaso I cogliendo l’occasione che una donna ed un bambino erano al governo del Marchesato, s’avanzò su di esso devastando le campagne ed impadronendosi di varii castelli. La reggente mossa a pietà della desolazione arrecata ai suoi sudditi fece il possibile per calmare il suo irato nemico, ed abboccatosi con lui nei prati di Ronco a mezzanotte del nostro territorio [Carmagnola] stipulò un trattato di pace ai 3 gennaio 1216. [...]. Si composero allora le differenze da tanto tempo vertenti fra quelle due principesche famiglie, colla promessa di matrimonio che si contrasse alcuni anni dopo tra il marchese Manfredi III e Beatrice figlia di Amedeo primogenito del conte Tomaso.” 14 Per di più, e con l’intenzione di terminare un’antica controversia col Comune d’Asti, Manfredi firma in 1224 un trattato di pace dove si stabilisce che il Marchese cederebbe la terra di Carmagnola con la sua giurisdizione ed ogni diritto sui nobili vasalli e popolani, sui soldati, sulle capelle, boschi, acque e pesca al Comune d’Asti, compreso San Martino di Stellone, Fortepasso e Borgo Cornalese. Contemporaneamente, il Comune di Chieri diviene una potente repubblica nel Basso Medioevo avviando un prospero commercio che li permette munire la sua crescente città di nuove fortificazioni e torri. Strinse alleanza con il Comune di Asti e i Duchi di Savoia sottomettendo castelli nei territori dintorni; e per scopi difensivi contro i suoi avversari (il marchesato di Saluzzo e di Provana) Chieri formula un progetto di costruzione di una villanuova, cioè di un nuovo centro abitato che servirebbe a maniera di baluardo15: il territorio era un’ampia area appartenente 10- MENOCHIO Raffaello, Memorie storiche della città di Carmagnola, Gribaudo Editore, Cavallermaggiore 1993, pp. 52 15- Baluardo: “Fortificazione, bastione.” ENCICLOPEDIA EUROPEA GARZANTI, 1999, op. cit.
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10. Possedimenti e situazione politico territoriale del Piemonte (1255). MAESTRI Roberto, Monferrato, uno stato europeo, Palazzo del Monferrato, Alessandria 2009 (Evidenziato in un cerchio rosso l’area d’interesse) Osserviamo il dominio astigiano sui territori di Carmagnola e Borgo.
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ai Templari16 situata tra il torrente Stellone, il Po Morto e il torrente Banna17 (a distinguere dei terreni occupati in passato dai monaci Cistercensi nel sec. XI). Il 13 dicembre 1203 venne redatto l’atto di vendita tra la casa del Tempio e il Comune di Chieri: “Aveva già quivi comprato dai Tempieri nel 1203 tutto il contado e il distretto spettante alla maggione di S. Martino di Gorra; e sin d’allora meditava di fabbricarvi un castello ed un villaggio.” 18 La costruzione della nuova villa si realizza però quarantadue anni dopo la sua stipulazione a causa di moltissime alterchi tra chieresi e templari. La vendita venne quindi confermata il 13 settembre 1245.19 “La repubblica di Chieri frattanto stette nel suo proposito di edificare questo villaggio, e poichè ne aveva già fatto tracciare il circuito, composte alcune sue differenze coi Tempieri, pose mano all’opera, e la proseguì: gli abitanti in quei primi anni furuno pochi; crebbero quindi, ma lentamente; il novello paese fu da prima chiamato Villanuova di S. Martino e poscia Villastellone.” 20 Borgo Cornalese viene incorporato nello stato chierese dopo una disputa con Asti intorno al 1250 (abbiamo presente che la borgata appartenva agli astigiani dal 1224), ed impone ai signore del Castello di Borgo (Raniero, Oddone, Bonifacio e Laurencius) di giurare fedeltà a Chieri negli episodi guerreschi. Oltre a ciò parte dei territori astigiani, compresi gli abitanti, sono ceduti, stabilendo la desiderata riconciliazione con atto del 18 di giugno 1260, 13- Nasce nel secolo XII l’ordine dei Templari, detti anche Cavalieri del Tempio o Tempieri con lo scopo di tenere le strade sgombre dai Musulmani per i fedeli pellegrini diretti in Terra Santa durante le Crociate. Quest’ordine religioso-militare cresce con tanta potenza da possedere miliaia di proprietà e terreni (priorati, commende, braise e precettorie) per la più parti immuni di tasse: “In Piemonte, a Torino, Savigliano, Asti, Acqui, Chieri, Testona, Busca, Tortona, Cuneo, Demonte, Alba, Fossano, Mondovì, Pinerolo, Murello, Racconigi e Cavallermaggiore, l’ordine si ampliò a dismisura.” ALASIA, Antonio, Storia e cronaca di Villastellone e dintorni: dalle origini ai tempi moderni. Volume I, Edizioni Grafiche Freddo, Poirino 1990, pp. 21. 17- ALASIA, Antonio, 1990, op. cit., pp. 22. 18- CASALIS Goffredo, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, volume XXV, Torino 1837, pp. 478 19- ALASIA, Antonio, 1990, op. cit., pp. 24. 20- CASALIS Goffredo, 1837, op.cit. pp. 479
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11. Evoluzione dei possedimenti e situazione politico territoriale del Piemonte (sec. XIV) MAESTRI Roberto, 2009, op. cit. (Evidenziato in un cerchio rosso l’area d’interesse) Osserviamo il dominio del marchesato di Saluzzo sui territori di Carmagnola e Borgo.
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come indica Goffredo Casalis (abate e storico saluzzese del XIX secolo) nel suo dizionario: “Asti cedette la metà delle ragioni che aveva acquistato su Borgaro Cornalesio, e promise di difendere le terre del comune di Chieri, e quanto esso in allora possedeva: Chieri dal sua canto si obbligò di accorrere non solo a difendere Asti, ma di trovarsi anche altrove ad ogni sua impresa e chiamata: cedette inoltre la sua metà di Borgaro, e la metà di Villastellone.” 21 La dominazione astigiana sui territori dura comunque tredici anni: la posizione strategica dei Saluzzo e di Chieri richiede un nuevo accordo in 1273 per il quale Borgo e gli altri possedimenti ripassano sotto il potere di Chieri. Tornando alla nostra borgata, diverse cartografie e documenti storici studiati fanno riferimento a Borgo come un castello22, permettendoci di capire l’importanza di quest’area non solo per il suo pregio agricolo (fig. 9), bensì per la sua collocazione strategica nel territorio. Si trova su una specie di altipiano definito come Pianalto ai margini dell’ansa del Po Morto che li ottorga un’ampia panoramica e, di conseguenza, un controllo di accesso proveniente dalla catena alpina, e non solo. Borgo Cornalese si presenta come un luogo di passaggio dei pellegrini23, mercanti e trasportatori di sale24, permettendo ai propietari della borgata la possibilità di esigere i dazi sulle merci che transitavano sia su terra ferma che fluviale. In un atto svolto il 2 ottobre 1338, Chieri vende ai fratelli Isnardi di Asti signori di Valfenera, il castello di Fortepasso con 650 giornate di terra laborative, come illustrato da Raffaello Menocchio (ingegner e storico 21- Loc. Cit
22- “Due de’ signori di Bulgaro, o Borgo Cornalesio, o Borgo, come di presente si chiama, ed era in allora un castello di là discosto poco più di un miglio verso ponente, vennero ascritti alla cittadinanza di Chieri, e negli anni 1248 e 1250 promisere di consegnare quel castello alla repubblica in ogni guerreseo movimento.” Idem pp. 742 23- “Piemonte è stato un vero crocevia per i pellegrini d’Europa; le sue strade erano battute da eserciti che usavano i passi alpini; vi transitavano i mercanti italiani, diretti verso le fiere transalpine o verso i porti marittimi, e spesso quei mercanti erano piemontesi, in particolare Astigiani e Chieresi.” SAVINA Laura, Via Francigena: quando i pellegrini d’Europa passavano da Torino, articolo estratto da Moleventiquattro in www.mole24.it. 24- La via del sale era un’antica rete di sentieri e collegamenti per portare le merci, principalmenti lana e armi, verso il mare e recuperare lì il sale, allora prezioso per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo.
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12. Il corso del Po. Da Saluzzo a Turino. Con li campi che fecero li alleati S. A., 1690 Archivio di Stato di Torino. Carte topografiche segrete, Po 5 A (II), mazzo 1
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carmagnolese del sec. XX) nella sua Memoria storica della città di Carmagnola: “Dominus Georgius Boxius de Castello de Cherio pro se et suos heredes prout melius solemnior et validius potuit vendidit et ex eis venditis tradidit nobili viro Bartholomeo dicto Vilano Isnardo de Castello civi astensi suo proprio nomine ementi et recipienti ac etiam procuratorio et gestorio nomine Henrici Isnardi de Castello fratris sui ac etiam mihi notario infrascripto tamquam publice presenti ementi et recipienti nomine et vice predicti Henrici locum castrum fortalicias et domos ipsius Georgii Boxi iacentes, sitas et positas loco ubi dicit et qui dicitur et deno- minatur castellus et locus Fortipassi et qui dici et denominari solebat Mota Georgii Boxi predicti cum iornatis sexcentis quinquaginta inter terras laborativas, vineas, autina sive sileria atque prata sive gorret cui loco et possessionibus predictis inter fines Carmagnolie fines Cargnani et fines Burgari, [...].” 25 Tuttavia qualche anni più tardi, il contado summenzionato che comprende anche le terre di Borgo e Val di Cosso passa ai marchesi di Saluzzo, per poi trovarsi diviso un’altra volta in 1362: il Marchese Federico di Saluzzo concede a Domenico Rovero l’investitura del castello e abitanti di Fortepasso (visto come un punto strategico per la sua ubicazione) in un atto il 6 Agosto26 dello stesso anno. Intanto, Borgo passa a Ludovico Costa, tesoriere dei Principi d’Acaya. Tra la fine del trecento e l’inizio del secolo successivo, i Costa si presentano come una famiglia presente in molteplici aspetti della società piemontese in qualità di alti funzionari di stato, e stabiliscono solide radici nel contado come proprietari di castelli e grandi feudatari: il territorio di Borgo Cornalese, con Fortepasso, Malpertusio (oggi Cascina Nuova) e Val di Cosso diviene della sua proprietà. La realtà dei paesi vicini è piuttosto diversa. Nel XIV secolo Villastellone si presenta discretamente popolata a causa delle continue guerre avvenute nella zona e una peste devastante che funesta il Piemonte, fino al terribile 25- MENOCHIO Raffaello, Memorie storiche della città di Carmagnola, Gribaudo Editore, Cavallermaggiore 1993, pp. 224. 26- MENOCHIO Raffaello, 1993, op. cit., pp. 226.
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13. Carta redatta per la contesa relativa alla zona detta “il Gaoio” tra la comunità di Carmagnola e i Costa, signori di Arignano e Polonghera RESTA Alessandro, RESTA Vermondo, 1575, disegno a inchiostro e acquerello. In COMBA Rinaldo, SERENO Paola, Rappresentare uno stato : carte e cartografi degli Stati Sabaudi dal XVI al XVIII secolo, Editore U. Allemandi, Torino 2002.
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e furioso incendio del 1325 che la distrusse interamente, lasciandola spopolata. “Intanto Chieri per rimediare il miserabile stato in cui era ridotta la [città], decideva di ripopolarla accordandosi con un centinaio di montanari della Val Chisone e di Pragelato mediante condizioni stipulate con atto del 14 gennaio 1385...” 27. Quest’ultimo obbligava i nuovi abitanti a costruire nuove fortificazione e di provvedere alla loro defensa, tutto entro quattro anni come difesa contro le milizie di Saluzzo e dai Provana di Carignano. Tuttavia, e appena trascorsa una decina d’anni, una terribile guerra tra il Monferrato e i d’Acaya desola nuovamente il paese. Le terre soffrono gravissimi danni e per dieci mesi poco o nulla venne coltivato nei campi o vigne circondanti. Chieri ritenta di nuovo ricostruire il feudo e munirlo di difese, ma in poco tempo si rende conto di quanto questo impegno fosse gravoso per la sua economia e così chiede al Conte di Savoia e al Principe d’Acaya, il permesso di cedere Villastellone in feudo a qualche personaggio che fosse capace di difendere e custodire questo luogo: “Il 5 giugno 1396 da Castiglione il principe Amedeo d’Acaya concedeva l’autorizzazione all’infeudazione, confermata il 24 dello stesso mese in Pinerolo. In tal modo nell’anno cessavano i privilegi concessi ai ripopolatori e il comune di Chieri con «Istrumento» redatto dal Notaio Guarinus il 30 giugno 1396 cedeva in feudo il borgo e il territorio di Villastellone a Franceschino Della Villa, ma solamente per la linea maschile; inoltre fu esentato per dieci anni dall’obbligo di pagare la «Taglia» (tasse) ma con il vincolo di provvedere militi, per dieci anni, all’esercito in guerra.” 28 Dalla data di acquisto da parte del patrizio chierese, Villastellone diventa stabilmente feudo della famiglia e dei suoi membri. Fu grazie a Franceschino che la casa Della Villa conosce le massime fortune, diventa inoltre consigliere di Ludovico di Savoia Principe D’Acaya, e nei secoli annovera la sua famiglia fra le più illustre famiglie 27- ALASIA, Antonio, Storia e cronaca di Villastellone e dintorni: dalle origini ai tempi moderni. Volume I, Edizioni Grafiche Freddo, Poirino 1990, pp. 29. 28- ALASIA, Antonio, Storia e cronaca di Villastellone e dintorni: dalle origini ai tempi moderni. Volume I, Edizioni Grafiche Freddo, Poirino 1990, pp. 30.
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14. Proprietari di Borgo Cornalese e i suoi terreni. 1802-1814, Sommarioni ed altri documenti relativi all’estimo ed alla misura, Archivio di Stato di Torino. Catasto francese, allegato G, circondario di Torino, Carignano
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chierese e astigiane. La famiglia della Villa si estinse allorché mori l’ultimo marchese, Carlo, il 22 settembre 1866 a Villastellone senza discendenza. Nei secoli XV e XVI, la storia di Villastellone segue quella degli altri paesi piemontesi, con alternanza di periodi floridi ad altri meno, marcati da carestie, guerre, pestilenze, che in quei periodi esplodevano frequentemente sopra tutto a causa della scarsa igiene e povertà alla quale erano sottoposte le popolazioni. Ciò nonostante, le alleanze continuarono su tutto il territorio. In 1560 i Costa, signori di Borgo Arignano, stringono relazioni con Emanuele Filiberto, Duca di Savoia, il cui concede in cambio Polonghera ampliando così il contado. Nel 1575 si rettificano i confini di Borgo con il Comune di Carmagnola e l’incarico di perito viene conferito all’architetto Alessandro Resta: sono indicate nella carta da lui prodotta (fig. 13) il grande castello di Borgo Cornalese, il castello di Fortepasso e della Torre Madama (ora scomparsa) che si trovava tra Po Morto e Malpertusio. L’inizio del sec. XVII marca la fine del Marchesato di Saluzzo che, dopo continui scontri, viene militarmente annesso ai Savoia in 1601, mentre il contado di Borgo Cornalese, Fortepasso, Torre Madama e Malpertusio continuano ad appartenere ai Costa della Trinità. Circa duecento anni più tardi, nel 1775 figuravano come proprietari del contado oltre ai Costa anche il Conte Patoris Mura ed il Marchese Parella di San Martino (che acquistono parte della borgata), come segnalato nel sommarione del catasto napoleonico (fig. 14). Altri mutamenti di proprietà hanno luogo in 1792 quando il Duca Eugenio Laval de Montmorency, che diviene tral’altro proprietario del molino, prende il posto di Pastoris Mura come co-propietario del feudo. Nello stesso anno si comincia a parlare di unificare il contado a Villastellone, e nel periodo tra il 1799 e il 1816 Borgo Cornalese, con la sua estensione di 1453 giornate compreso il mulino a quattro ruote, viene annesso al comune. L’arrivo del Duca Laval de Montmorency rappresenta per Borgo Cornalese l’inizio delle trasformazioni che li concederanno il suo aspetto attuale quando in 1830 diviene anche proprietario della villa settecenstesca di Borgo che desidera trasformare in una maestosa residenza. 31
I.2.2. La trasformazione ottocentesca della villa padronale: il legato del Duca Laval di
Montmorency e la famiglia De Maistre 32
Prima d’illustrare le trasformazioni eseguite nella borgata nella prima metà del sec. XIX, dovremmo dedicare alcune linee alle famiglie proprietarie di Borgo, particolarmente ai personaggi del Duca Eugène-Alexandre de Montmorency-Laval e Anne-Constance De Maistre, duchessa de Montmorency-Laval.
15. Stemma della famiglia Montmorency-Laval In www.wikipedia.org
16. Stemma della famiglia de Maistre In www.borgocornalese.it
Il casato dei Montmorency si trova tra le più antiche e prestigiose famiglie della nobiltà francesa, conosciuto fin dal sec. X, era considerato in primo luogo nella gerarchia nobiliare della Francia dopo la Casa Reale. Quarto figlio di Anne Alexandre Marie Sulpice Joseph de Laval-Montmorency (2do duca di Laval), Eugène-Alexandre segue una carriera militare come suo padre e diventa Chevalier de la Foi29. Sposa in 1802 Maximilienne De Béthune-Sully (1772-1833) ed eredita da lei il castello di Beaumesnil (Eure, Normandia) alla sua morte. Vedovo, si sposa nuovamente in 1833 con Anne-Constance (1793-1882) figlia del conte Joseph-Marie De Maistre30, l’insigne filosofo, politico, diplomatico, scrittore, magistrato e giurista savoiardo. In 1837, eredita di suo fratello il titolo di duca e diventa il quarto Duca de Laval. Il ramo della famiglia Montmorency-Laval si estingue con la morte dell’ultimo duca, Eugène-Alexandre Laval de Montmorency, in 1851. Poiché dalle sue due unioni non nascono degli eredi, il duca concede l’usufrutto di tutte le proprietà di Borgo a sua moglie Anne-Constance de Maistre e designa come erede universale il nipote di lei, il conte Maria Ignazio Eugenio De Maistre. Comincia allora la gestione della famiglia De Maistre (originaria di Chambéry) su Borgo Cornalese.
29- L’ordine dei Chevaliers de la Foi (Cavalieri della Fede) è stata una società segreta fondata in 1810 con lo scopo di diffendere la religione cattolica e la monarchia legittima. All’epoca del Premier Empire, avevano come obbiettivo il recupero de la monarchia francesa. 30- Il conte Joseph-Marie de Maistre (1753-1821) nacque a Chambéry, in Savoia, allora parte del Regno della Sardegna. Fu ambasciatore del re Vittorio Emanuele I presso lo Zar Alessandro I a San Pietroburgo negli anni 1803-1817, presidente del Parlamento della Savoia e governatore della Sardegna. Secondo gli storici, De Maistre fu uno degli avversari più appassionati della Rivoluzione Francesa e portavoce eminente del movimento controrivoluzionario che la segue affermando il suo sostegno a la monarchia e al potere papale e della Chiesa.
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17. Situazione di Borgo Cornalese all’inizio dell’Ottocento 1802-1814, Mappe del catasto francese, mazzo 4. Archivio di Stato di Torino. Catasto francese, allegato A, circondario di Torino, mandamento di Carmagnola, Villastellone
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18. Situazione di Borgo Cornalese alla metà dell’Ottocento 1859-1860, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, mazzo 216/217, foglio II/VI. Archivio di Stato di Torino. Catasto Rabbini, circondario di Torino, Villastellone
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19. Uso del suolo secondo il catasto Rabbini (Produzione propria) 1858-1870, Registri ed atti diversi. Archivio di Stato di Torino. Catasto Rabbini, circondario di Torino, Villastellone
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Una lettura delle carte del catasto francese31 (fig. 17) relative allo stato di fatto di Borgo Cornalese tra 18021814 rivelano l’esistenza di alcuni fabbricati che presentano un’insediamento simile a quello che troviamo nell’attualità: l’area nord che corrisponde alle cascine si esibe come un complesso chiuso su se stesso, permettendoci intuire che il suo ruolo non è sempre stato quello agricolo però concepito a scopo difensivo. Ipotesi che si verifica tramite lo studio delle cartografie di epoche precendeti: Borgo prende generalmente la forma di castello con torre fortificati. Percorrendo la strada lungo la bealera di Borgo verso sud troviamo le traccie della villa padronale, rappresentata per la prima volta sulla cartografia della zona. Nonostante non si abbia conoscenza della data esatta di costruzione della villa originale, si può dedurre che questa sia stata concepita nel settecento quando i Pastoris Mura erano ancora proprietari di un’area di Borgo. Continuando sulla stessa strada si rivela il mulino d’acqua, testimonianza dell’attività molitoria del sec. XVI. L’istallazione del mulino avviene durante il governo dei Costa, consignori di Borgo sin dall’inzio del XV secolo. La data 1592 segnata sulla facciata del fabbricato evoca l’origine dell’antico insediamento che comprende il mulino a tre coppie di palmenti e la pesta di canapa. I macchinari sono disposti in due edifici ubicati sulle sponde della bealera, anche loro indicati per la prima volta nel catasto francese. Come già suddetto, il Duca Laval de Montmorency diventa consignore delle terre di Borgo alla fine del settecento. La tenuta del mulino, e succesivamente della villa e terre circondanti passano a lui intorno all’anno 1830. I lavori di restauro degli edifici di Borgo cominciano varii anni dopo: l’ampliamento del mulino in 1834 (si aggiunge una macina e si perfeziona la balconera), la sistemazione della villa padronale, la costruzione della chiesa in 1850, sono alcune delle opere che si concretizzano. Come attestato dal catasto Rabbini32 negli anni 1859-1860, Borgo Cornalese si presenta come un comples31- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Sezione Riunite, Catasto francese, 1802-1814. 32- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Sezione Riunite, Catasto Rabbini, 1853-1870.
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20a) Pianta di progetto, piano terra. Demolizioni (in giallo) e costruzioni (in rosso) della villa padronale. BRUNATI Benedetto, 1838 Archivio privato della famiglia De Maistre
20b) Pianta di progetto, piano primo BRUNATI Benedetto, 1838 Archivio privato della famiglia De Maistre
20c) Pianta di progetto, piano secondo BRUNATI Benedetto, 1838 Archivio privato della famiglia De Maistre
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so rurale ben definito, apparenza che dismostra ancora nell’attualità (fig. 18). Il sistema di cascine a corte chiusa mantengono il suo ruolo agricolo con giardini, orti, prati e campi circondanti, come si evidenzia nella mappa delle destinazione di uso del suolo secondo il sommarione del catasto Rabbini (fig. 19). Constatiamo la diversità di usi delle terre agricole, particolarmente i “vivai di gelsi”: il morus nigra (o gelso nero) si destinava all’allevamento del baco da seta il quale si nutre delle foglie dell’albero. Ed essendo la posizione territoriale di Borgo molto strategica, poteva sfruttare del commercio di questo prezioso materiale, la seta. Tuttavia la trasformazione più importante la troviamo nel complesso della villa padronale settecentesca: si chiude la corte conformata dall’edificio principale (ad est) e le maniche laterali. In più, si costruisce al lato nord un fabbricato in forma di “L” il cui uso si ipotizza sia di servizio alla casa principale: la citroniera, la porcinaia e il fienile sono alcuni degli usi trovati in questa zona. Il progetto di ampliamento della villa padronale è incaricato a Benedetto Brunati (architetto e ingegner italiano dell’Ottocento) chi consegna il 10 Marzo 1838 il “Projet de l’aggrandissement et exhaussement du Chateau de Borgo appartenant à S. E. Mons. le Duc de Montmorency-Laval” (fig. 20 e 21). La proposta prevede l’allargamento dell’edificio (evidenziato in rosso nelle piante) e la sistemazione delle facciate della villa e le maniche laterali in chiave neoclassica. Nel 1850 ha inizio la costruzione della chiesa dedicata alla Madonna dei Dolori e dei Santi Barnaba ed Eugenio, commissionata dal duca su disegno dell’architetto Brunati, anche questa in linguaggio neoclassico. Una lunga striscia che pecorre parallelamente la strada verso il mulino e arriva quasi fino alle cascine rappresenta il lungo porticato che collega la villa alla chiesa di nuova costruzione. L’edificato di uso privato, si presenta come un limite tra il parco della villa e la strada comunale di uso pubblico. Un confronto tra i catasti rivelano due trasformazione di natura paesaggistica: il viale alberato di populus nigra (pioppo cipressino o pioppo nero) che forma una lunga prospettiva tramite un’asse che parte dalla villa fino 39
21a) Prospetto Ovest precedente al progetto di ampliamento (verso la corte) 21b) Prospetto Est precedente al progetto di ampliamento (verso il parco) BRUNATI Benedetto, 1838 BRUNATI Benedetto, 1838 Archivio privato della famiglia De Maistre Archivio privato della famiglia De Maistre
21c) Progetto del nuovo prospetto Ovest (verso la corte) BRUNATI Benedetto, 1838 Archivio privato della famiglia De Maistre
21c) Progetto del nuovo prospetto Est (verso il parco) BRUNATI Benedetto, 1838 Archivio privato della famiglia De Maistre
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al Po Morto, e il parco privato della casa padronale. Della storia del parco non si ha abbastanza conoscenza, tuttavia la lettura della sua forma e inserimento nel contesto di Borgo ci permette ipotizzare il concetto con cui ha stato tratato: un parco ottocentesco. Come già spiegato, viene documentato per la prima volta sul catasto Rabbini, tra gli anni 1859-1860. In epoca precedente quest’area dietro la villa era destinata a “terres labourables” e “vignes”33. Non molto lontano da qui, nel comune di Villastellone, troviamo il castello della famiglia Della Villa che in 1732 comissiona all’architetto Filippo Juvarra34 la ricostruzione della loro proprietà in una villa barocca, mentre il progetto del grande parco all’inglese è incaricato all’architetto-giardiniere scozzese John Wallace verso la metà dell’Ottocento. Il parco della villa di Borgo Cornalese presenta alcune somiglianze con il pittoresco parco di Wallace, e come risultato ci permette di supporre che i concetti ottocenteschi siano anche applicati sul nostro parco, sebbene l’architetto non sia stato lo stesso: entrambi parchi presentano aree di raggruppamento degli alberi (trapiantati o coltivati in situ), i sentieri rettilinei o appena incurvati attraversano le ampie distese d’erba, che secondo Pückler-Muskau35 “sono per il paesaggio quello che per le antiche immagini dei santi è lo sfondo dorato, sul quale spiccano così amabilmente i familiari, amorevoli volti. Danno una nota di freschezza all’interno quadro della natura e un piacevole campo di gioco al sole [...].”36 Borgo Cornalese passa nelle mani della duchessa Anne-Constance de Maistre, vedova del duca EugèneAlexandre Montmorency-Laval in 1855. L’affetto che questa prova per il luogo dove trascorre lunghi periodi si 33- Allegato A, Mappe del catasto francese, circondario di Torino, mandamento di Carmagnola, Villastellone, 1802-1814, mazzo 4. 34- Filippo Juvarra (1678-1736) fu un’architetto e scenografo italiano di origine siciliano, ed uno dei principali esponenti del Barocco, che operò per lunchi anni a Torino come architetto reale dei Savoia. 35- Il principe Hermann Ludwig Heinrich Fürst von Pückler-Muskau (1785-1871) è stato uno scrittore e artista tedesco specializzato in architettura per il paesaggio e considerato uno dei migliore a livello europeo.. 36- PÜCKLER-MUSKAU (von) Hermann Fürst, Giardino e paesaggio, Rizzoli Editore, Milano 1984, pp.58.
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22. Albero genealogico della famiglia de Maistre In www.borgocornalese.it
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manifesta nelle varie lettere che lei scrive ai suoi nipoti: “ma maison de Borgo m’est bien plus commode que celle de Turin pour loger tout mon monde jusqu’à présent le temps se maintient au beau, je fais de longues promenades, [...]”37. Anne-Constance, duchessa di Laval de Montmorency muore il 2 aprile 1882 all’età di 90 anni. La famiglia de Maistre si presenta ancora nell’attualità come i proprietari di Borgo Cornalese. 37- DE MAISTRE, Anne-Constance, Lettre à Francoise, 30 avril 1859. Famille Maistre. Correspondance familiale et textes divers. Enfants de Joseph de Maistre. Lettres adressées par Constance de Maistre à Charles et Françoise ou à leurs enfants, 1850-1882. Archives de Joseph de Maistre et de sa famille, manuscrits et correspondance. Archives départamentales de la Savoie
23. Centenario della famiglia de Maistre in Borgo Cornalese S. A., Fotografia in bianco e nero, 14 maggio 1939. In www.borgocornalese.it
24. Bobardamento della Villa de Maistre, crollo di parte della manica nord S. A., Fotografia in bianco e nero, giugno 1946. In www.borgocornalese.it
25. Ricostruzione del frammento di edificio bombardato (manica nord) S. A., Fotografia in bianco e nero, aprile 1946. In www.borgocornalese.it
26. Ricostruzione del frammento di edificio bombardato (manica nord) S. A., Fotografia in bianco e nero, senza data. In www.borgocornalese.it
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44
I.3. LO STATO DI FATTO: CONOSCENZA DEL MANUFATTO ARCHITETTONICO E IL SUO PAESAGGIO
DE MAISTRE Xavier, Ritratto di Upupa, incisione all’acquaforte, 2002 In www.xdem.it
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I.3.1. Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale 46
Il progetto di conoscenza di Borgo Cornalese si sviluppa di maniera diretta e indiretta: i sopralluoghi, e i diversi rilievi effettuati nel corso del tempo (fotografico, geometrico e delle piantumazioni) rappresentano un approccio diretto nella comprensione del manufatto architettonico e il paesaggio in cui s’inserisce. Di maniera indiretta, la conoscenza del costruito si genera attraverso le analisi storica, ambientale e territoriale che permettono individuare il bene architettonico e le sue relazioni con il sito e il territorio nei secoli. Inoltre si studiano le diverse regolamentazioni di tutela (PRGC, Ppr, codici e leggi) alle quali è sottoposto Borgo e che consentono di avere una visione più complessiva dell’area interessata. Il confronto delle informazioni recavate dalla conoscenza diretta e indiretta del bene risulta in una sintesi dei dati che si conclude con la creazione di un archivio base per il progetto di restauro e di riqualificazzione. Il rilievo, considerato como sistema aperto di conoscenze, si conforma da un momento di analisi ed uno di sintesi. Essendo un modelo interpretativo della realtà, l’osservazione diretta del manufatto è fondamentale. L’analisi visivo permette di capire la tipologia insediativa, la forma, il sistema strutturale, la materialità e il degrado del manufatto, ovvero la realtà naturale del sito. Gli elaborati grafici conseguenti sono il risultato di questi analisi.
- GIUSTI Maria Adriana (a cura di), Temi di restauro, Celid, Torino 2000.
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1
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5
3
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3 6
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01 Lo stato di fatto: situazione attuale di Borgo Cornalese
2 1
FIENILE
PORCINAIA +0.00
LIMONAIA
PIANO TERRA_ LIVELLO +0.00_Scala 1/400
0 1 2
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20 Scala grafica (in metri)
Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale
+0.00
02
+0.00
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+3.10
+3.10
+0.00
GRANAIO
PRIMO PIANO_ LIVELLO +3.10_Scala 1/400
0 1 2
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20 Scala grafica (in metri)
Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale
+3.10
03
PROSPETTO OVEST ESTERNO _Scala 1/200
Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale
04 10 Scala grafica (in metri)
5 4 3 2 1 0
Facciata ovest: l’ingresso 1
2
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5 1 2
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4 7 6
Il Cortile
Il cortile presenta una forma rettangolare ed è diviso tramite un porticato con un’arco centrale che genera due corti di forma diversa. La corte principale è libera di osttacoli visivi e intorno a lei si dispongono gli edifici del complesso. La corte in lato ovest, più piccola della precedente, presenta due fabbricati di bassa e media altezza che non corrispondono al progetto ottocentesco originale.
Il gran Fienile
7
- Fotografie dell’autore, 2016
8
Il fienile di costruzione ottocentesca si presenta oggi parzialmente in desuso, mantenendo tuttora l’integrità strutturale con alcune sistemazioni in conglomerato cementizio. Il tetto in tegole marsigliesi non presenta coerenza con gli edifici circondanti (in coppi piemontesi) quello che ci permette ipotizzare la sua ricostruzione in epoca precedente. Traccie di riadattamenti del fabbricato per le nuove esigenze meccaniche del sistema produttivo sono visibili all’interno dell’edificio.
PROSPETTO OVEST INTERNO _Scala 1/200
0
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5
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Scala grafica (in metri)
Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale
PROSPETTO EST INTERNO _Scala 1/200
05
L’orto e il Porticato 1
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2
1 6
8
7
3
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la Limonaia/Citroniera
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6
Fabbricato a doppia altezza con ampi aperture, per accogliere il massimo di luce e calore d’inverno, che veniva utilizzato come serra per il riparo delle piante, particolarmente il limone, nei mesi freddi. Attualmente l’edificio continua ad essere usato nello stesso modo.
La Porcinaia
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- (Fig. 1/2/3/4/7/8) Fotografie dell’autore, Febbraio 2016 - (Fig. 5/6) S. A., In www.borgocornalese.it
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La particolarità di questo edificio risiede nell’interno: in piano terra sono presenti delle volte a vela appoggiate su due colonne in pietra. Un aspetto interessante a sottolineare è l’assenza di elementi di collegamento verticale interne nonostante la distribuzione su due piani del fabbricato. L’ingresso al secondo piano si realizzava dall’esterno tramite una scala mobile.
PROSPETTO NORD INTERNO _Scala 1/200
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Scala grafica (in metri)
Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale
PROSPETTO NORD ESTERNO _Scala 1/200
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Il piccolo Fienile
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2
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8 6 7 4
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Il fabbricato nord-ovest: emergenza architettonica 3
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Trai mesi di settembre 2015 e febbraio 2016, l’abitato ha subito il crollo della copertura che ha distrutto parte della sua struttura muraria. Si procede attualmente con la ricostruzione del fabbricato e si mantiene la sua immagine originale, aggiungendo all’interno un secondo livello.
La Manica della villa
5
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- (Fig. 3) Fotografie dell’autore, Settembre 2015 - (Fig. 1/2/4/5/6/7/8) Fotografie dell’autore, Febbraio 2016
Le prime traccie di questa costruzione datano dal sec. XVIII e sono mappate nel catasto francese di 1802-1814. Il fabbricato corrisponde a una delle maniche laterali della vlla padronale. Nel 1946, una sezione di questo abitato è stato bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, e successivamente ricostruito in 1949. Il secondo piano, destinato ad uso agricolo, è attualmente dismesso.
PROSPETTO NORD INTERNO _Scala 1/200
0
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Scala grafica (in metri)
Rilievo delle piante e prospetti del complesso della villa padronale
PROSPETTO SUD INTERNO _Scala 1/200
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I.3.2. RILIEVO DELLE PIANTUMAZIONI ESISTENTI
La rilevazione delle specie vegetali esistenti sull’area di Borgo Cornalese conduce a una comprensione più approfondita della realtà paesaggistica della stessa, e non solo.
La memoria storica del luogo si manifesta ugualmente tramite la vegetazione ancora oggi presente: essenze come il gelso nero (morus nigra), per esempio, venivano utilizzati in secoli precedenti per l’allevamento del baco di seta che si alimentava delle foglie dell’albero. A Borgo si era destinato un frammento di terreno dedicato esclusivamente alla coltivazione di questa specie, come indicato sulla mappa del catasto Rabbini (1859-1860). D’altra parte, il lungo viale di pioppi cipressini e il parco della Villa de Maistre, rappresentano un nuovo approccio alla natura e l’applicazione di nuovi concetti paesaggistici nell’Ottocento.
I criteri utilizzati per il rilievo delle piantumazioni esistenti di Borgo Cornalese sono in primo luogo la “monumentalità” della specie. Si intende per questo sia la dimensione della pianta, la longevità, la rarità della stessa o la valenza paesaggistica e storico-architettonica. Oltre a ciò, si hanno rilevato altre specie vegetali meno importanti presenti sull’area di studio (corte agricola e orto della villa) i cui nomi siano stati possibile identificare (l’ultima visita possibile all’area di studio si ha realizzato nei mesi invernali, causando qualche complicazioni al momento d’individuare le piantumazioni). Il prodotto di questo rilievo viene rappresentato nell’elaborato grafico (Tavola 8) e le schede corrispondenti alla classificazione delle specie vegetali.
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64
Rilievo delle piantumazioni esistenti
08
Classificazione delle specie vegetali
- CAVADINI Luigi, L’arte del giardiniere. Corso teorico – pratico di giardinaggio. Coltivazione redditizie floro – orto – frutticole, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1979 - www.actaplantarum.org
1_ CITRUS LIMONUM Nome volgare: Limone Famiglia: Rutaceae Introduzione in Europa: Sec. X Origine: Asia
Albero a foglia caduca, raggiunge un’altezza di 3-6 metri. I germogli e i petali sono bianchi e violetti. Il frutto è giallo all’esterno ed incolore all’interno, di forma sferica fino ad ovale. In clima favorevole, il limone fiorisce e fruttifica due volte all’anno e i suoi usi sono diversi: nell’industria alimentare sotto forma di succo e olio, o ad uso farmaceutico e terapeutico contra malatie (come lo scorbuto nel sec. XIX). Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
2_ HYDRANGEA OPULOIDES Nome volgare: Ortensia Famiglia: Hydrangeaceae Introduzione in Europa: Origine: Asia
Arbusto a foglia caduca, raggiunge un’altezza di 1-2 metri. Vuole terreno fresco a mezza ombra. Il colore dei fiori varia naturalmente d’intensità dal rosa al bleu secondo la qualità del terreno. Molte sono le varietà in commercio, a fiori diversamente colorati, ed a grandi pannochie. È uno degli arbusti molto decorativi fra quelli a fioritura estiva. Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
3_ MAGNOLIA GRANDIFLORA Nome volgare: Magnolia Famiglia: Magnoliaceae Introduzione in Italia: 1700 circa Origine: America
Albero sempreverde, raggiunge un’altezza di 15-25 metri. Ha portamento compatto, ampie foglie di color verde scuro lucente. Predilige i terreni fertili e freschi, serve per gruppi per isolare. Soffre il gelo forte e prolungato. Lento accrescimento, con chioma larga, conico-piramidale di 5-8 m di diametro. A Borgo Cornalese troviamo uno degli esempi più grandi del Piemonte. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
4_ MORUS NIGRA Nome volgare: Gelso Nero Famiglia: Moraceae Introduzione in Italia: Origine: Asia
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 15 metri. Di chioma rotonda e densa. Le foglie sono cuoriformi e verde scuro, i frutti assumono un colore violaceo a maturazione verso luglio-settembre e il tronco presenta un colore brunastro. Le foglie servivano all’allevamento del baco da seta. Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
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- CAVADINI Luigi, L’arte del giardiniere. Corso teorico – pratico di giardinaggio. Coltivazione redditizie floro – orto – frutticole, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1979 - www.actaplantarum.org
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5_ NYMPHAEA ODORATA Nome volgare: Ninfea Famiglia: Nymphaeaeceae Introduzione in Italia: Origine: Eurasia
Pianta perenne, il cui rizoma carnoso, affondato nel fango, può raggiungere 7cm di spessore e 1m di lunghezza. Le foglie natanti con picciolo cilindrico più o meno lungo, secondo l’altezza dell’acqua, sono di forma ovale, e la pagina superiore liscia. I fiori, natanti, solitari, sono delicatamente profumati, si aprono la mattina e si richiudono al tramonto. Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
6_ PINUS CEMBRA Nome volgare: Pino cembro Famiglia: Pinaceae Introduzione in Italia: Autoctona Origine: Europa
Albero ornamentale sempreverde appartenente alla classificazione delle conifere, raggiunge un’altezza di 5-10 metri. Specie poco coltivata ma caratteristica dei giardini alpini. Di lentissimo accrescimento, qualche volta si sviluppa irregolarmente a cespuglio. Bel fogliame aghiforme, verde intenso e glauchescente di sopra. Preferisce posizioni soleggiate, terreni leggeri ed aridi. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
7_ PLATANUS ACERIFOLIA Nome volgare: Plantano comune Famiglia: Platanaceae Introduzione in Italia: Origine: Ibrido
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 30-35 metri. A chioma globosa-allungata, fusto eretto e massiccio. Si tratta di un ibrido tra il Platanus occidentalis (di origine americana) ed il Platanus orientalis (proveniente dall’ Europa sud-orientale). E’ una pianta rustica e resistente all’inquinamento tanto che si adatta a vivere in città, dove sopporta drastiche potature e difficili condizioni di substrato. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
8_ PLATYCLADUS ORIENTALIS Nome volgare: Tuia orientale Famiglia: Cupressaceae Introduzione in Italia: 1700 circa Origine: Asia
Albero o arbusto sempreverde, raggiunge un’altezza di 12 metri. Presenta un tronco dritto, densamente ramoso sin dal basso, spesso suddiviso alla base in diversi fusti ascendenti. Chioma densa, piramidale con apice arrotondato di colore verde brillante, con fronde piatte a ventaglio disposte su piani verticali. Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
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- CAVADINI Luigi, L’arte del giardiniere. Corso teorico – pratico di giardinaggio. Coltivazione redditizie floro – orto – frutticole, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1979 - www.actaplantarum.org
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9_ POPULUS NIGRA (detto anche Populus pyramidalis) Nome volgare: Pioppo nero, pioppo cipressino Famiglia: Salicaceae Introduzione in Italia: Origine: Europa
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 25-35 metri. È diffusamente coltivato nei giardini e parchi per il suo pittoresco portamento strettamente colonnare. Vegetazione rapida, serve per gruppi ed isolato. Chioma allargata (nella forma tipica), molto ramificata in alto.
10_ PRUNUS AVIUM Nome volgare: Ciliegio Famiglia: Rosaceae Introduzione in Italia: Origine: Europa
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 5-10 metri. È un ciliegio a fiore doppio, uno dei migliori alberi con abbondante fioritura primaverile. Serve ad ornare giardini e parchi sia raggruppato che isolato. Vegeta bene in tutti i terreni e specialmente in quelli leggeri. Rapido accrescimento, con tronco slanciato a chioma piramidale da giovane piuttosto poi, con l’età più tondeggiante. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
11_ QUERCUS PETRAEA Nome volgare: Rovere Famiglia: Fagaceae Introduzione in Italia: Autoctona Origine: -
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 30-40 metri. Il tronco è eretto, slanciato, con corteccia di color grigio-bruno, solcata longitudinalmente. I rami robusti e nodosi formano una chioma ampia e regolare. È un albero molto longevo a crescita lenta che spesso si ibrida con altre querce ed è dunque sempre difficile da riconoscere con certezza.
12_ TAXUS BACCATA Nome volgare: Tasso, Albero della morte Famiglia: Taxaceae Introduzione in Italia: Origine: Europa e nordafrica
Periodo di fioritura:
Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
G F M A M G L A S O N D
Albero sempreverde, raggiunge un’altezza di 15-20 metri. Crescita inizialmente rapida, poi molto lenta, per questo motivo in natura spesso si presenta sotto forma di piccolo albero o arbusto. Chioma largamente piramidale espansa di colore verde cupo con rami divaricato-orizzontali e ramuli penduli all’estremità. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
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- CAVADINI Luigi, L’arte del giardiniere. Corso teorico – pratico di giardinaggio. Coltivazione redditizie floro – orto – frutticole, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1979 - www.actaplantarum.org
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13_ TAXODIUM DISTICHUM Nome volgare: Cipresso calvo Famiglia: Cupressaceae Introduzione in Italia: Origine: America
14_ TILIA CORDATA Nome volgare: Tiglio selvatico Famiglia: Tiliaceae Introduzione in Italia: Origine: Europa
Conifera, raggiunge un’altezza di 25 metri (raramente oltre i 30 metri di altezza). Le foglie aghiformi sono lineari, verde chiaro e disposte su due file opposte. Presenta una chioma da conica ad espansa. È una conifera di acqua, tipica dei luoghi paludosi ed umidi, frequentemente allagati. Viene utilizzato come ornamento presso stagni, o lungo i corsi d’acqua. Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 25-30 metri in condizioni ottimali. Pianta molto longeva, è pollonante alla base anche se non stimolato da tagli o riduzioni di chioma. Chioma ampia e compatta; tronco ingrossato e breve. Ha crescita non molto rapida, ma rimane sostenuta per moltissimi anni. Periodo di fioritura:
G F M A M G L A S O N D
15_ TILIA PLATYPHYLLOS Nome volgare: Tiglio nostrano Famiglia: Malvaceae Introduzione in Italia: Origine: Europa
Albero a foglie caduche, raggiunge un’altezza di 30-40 metri di altezza. È molto longevo superando in buone condizioni i 500 anni. Da giovane ha portamento piramidale con molti rami robusti e ascendenti, poi la chioma si fa ovale con fogliame denso, fusto slanciato e colonnare. I frutti sono piccole capsule con costole sporgenti, ed endocarpo duro e legnoso. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D
16_ TRACHYCARPUS FORTUNEI Nome volgare: Palma cinese Famiglia: Arecaceae Introduzione in Europa: 1844 Origine: Asia
Palma con fusto solitario e sottile, raggiunge un’altezza di 2-3 metri, raramente fino a 12 metri. Avvolto da un fitto intreccio di fibre marroni e dalle basi dei piccioli delle foglie cadute, persistenti e rivolti verso l’alto. Le foglie, portate da lunghi piccioli dentati ai bordi, hanno una lamina a ventaglio, larga 50-70 cm, con numerosi segmenti incisi quasi fino alla rachide di colore verde-scuro lucido sulla pagina superiore, argentei su quella inferiore. Periodo di fioritura: G F M A M G L A S O N D 73
74
II. RESTAURO
Chiesa della Madonna dei Dolori e dei Santi Barnaba ed Eugenio e la cascina di Borgo Cornalese con il Monviso alle sue spalle. In www.borgocornalese.it
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II.1. APPROCCIO AL RESTAURO DEL MANUFATTO ARCHITETTONICO
L’importanza del progetto di conoscenza si manifesta nell’individualizzazione dei componenti strutturali, della consistenza materica, le patologie e i processi di trasformazione storiche del fabbricato che permettono definire i parametri più adeguati per il progetto di restauro1. L’analisi preliminare di queste condizioni ha come obbiettivo la creazione di un piano d’intervento che sia adatto al manufatto stesso, evitando di ricorrere a soluzioni predeterminate.
Le Carte del Restauro, documenti e norme per la conservazione dei beni architettonici ed ambientali, sono redatte in contesto nazionale e internazionali e presentano linee guide e metodologie che permettono affrontare il progetto di restauro di maniera più accademica. Queste sono in costante aggiornamento, generando nuove definizioni e nuove problematiche: dalla Carta di Atene in 1931 (prima nel suo genere) fino ad oggi.
Comune a tutte è il “critero della distinguibilità” (ICOMOS2, 1991) degli interventi: il segno della nostra epoca deve recare in ogni caso (con l’utilizzo di materiali contemporanei) assicurando però un’inserimento armonioso col suo contesto. Il restauro è dunque un processo che deve “mantenere un carattere eccezionale”3 poiché rapprensenta un’azione complessa che opera a diversi livelli per rimettere in efficienza la struttura del manufatto. 1- Restauro: “Operazione che si avvale de mezzi tecnico-scientifici, compatibilmente impiegabili con le finalità di conservazione del costruito. Complesso di interventi tecnico-scientifici intesi a garantire nell’ambito di una metodologia storico-critica la continuità temporale di un’opera d’arte. In particolare, la fenomenologia critica del restauto architettonico (...) investe in senso più ampio forme ambientali storicamente «rappresentative» (ICOMOS) assumendo più propriamente l’aspetto di restauto urbanistico. (DAU)”. DALLA COSTA Mario, Il progetto di restauro per la conservazione del costruito, Celid, Torino 2000. 2- ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) è una organizzazione internazionale non-governativa, senza fini di lucro impegnata a promuovere la conservazione, la protezione, l’uso e la valorizzazione del patrimonio culturale mondiale. Si dedica allo sviluppo di dottrine comuni, l’evoluzione e la diffusione delle conoscenze, le creazione di migliori tecniche di conservazione, e la promozione del patrimonio culturale. 3- “Il restauro è un processo che deve mantenere un carattere eccezionale. Il suo scopo è di conservare e di rivelare i valori formali e storici del monumento e si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche. Il restauro deve fermarsi dove ha inizio l’ipotesi: sul piano della ricostruzione congetturale qualsiasi lavoro di completamento, riconosciuto indispensabile per ragioni estetiche e tecniche, deve distinguersi dalla progettazione architettonica e dovrà recare il segno della nostra epoca. Il restauro sarà sempre preceduto e accompagnato da uno studio storico e archeologico del monumento.” Art. 9, Carta di Venezia, 1964. In www.sbapge.liguria.beniculturali.it
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“Il restauro deve porsi come un momento di conoscenza, non come atto risolutivo e conclusivo della storia dell’oggetto: esso è da intendere come un processo aperto che pone elementi futuri di conoscenza.” 1 Nell’ambito dell’ipotesi di restauro di Borgo Cornalese, si fa riferimento nuovamente al PRGC di Villastellone, che stabilisce le classi e tipi d’intervento a eseguire sul patrimonio edilizio esistente. Nell’area interessata dal nostro lavoro, gli interventi di restauro devono prevedere la “demolizione delle superfetazione e delle aggiunte deterioranti” 2 , e si consentono unicamente interventi di restauro conservativo: sono quelli rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la sua funzionalità mediante un sistema di opere che rispettono gli elementi tipologici, formali e strutturali del fabbricato, consentendo nuove destinazioni d’uso. In seguito alla fase di rilievo planimetrico, si procede all’analisi dei materiali presenti sugli edifici interessati affinché si possa ipotizzare il progetto di restauro più adatto al caso studio. L’osservazione diretta e dettagliata del manufatto è stata la metodologia scelta per la realizzazione del rilievo materico e la mappatura dei degradi. Attualmente, la maggior parte dei fabbricati sono dismessi e in stato di abbandono, aggravando le condizioni di degrado a cui sono sottoposti: erosione degli elementi murari, perdita del materiale di finitura, interventi con materiale incongruo ovvero presenza di vegetazione infestante sono alcune delle patologie presenti sull’area di studio. Tuttavia, il caso più estremo si presenta nel lato nord-ovest del complesso: il crollo della copertura dell’edificio ha prodotto un grave danno nelle facciate del’abitato.
1- CARBONARA Giovanni, Avvicinamento al restauro. Teoria, storia, monumenti, UTET, Milano 1997. 2- Articolo 3.7.8, Piano Regolatore Generale Comunale di Villastellone. In www.comune.villastellone.to.it
79
80
II.2. ANALISI MATERICA
DE MAISTRE Xavier, Querciabella, incisione all’acquaforte, 1994 In www.xdem.it
81
1
9
2
10
3
11
4
5
6
7
8
1
Tegole (coppi alla piemontese)
2
Mattoni
3 4 5
6 7
8
10 11
Conglomerato cementizio _ Intonaco di finitura:
Tinteggiatura giallo piemontese Tinteggiatura beige
_ Legno:
Travi e porte Infissi con vernice blu chiaro Elementi in metallo (ringhiere, pluviali, grate, infissi) Vetro Impianti elettrici
PROSPETTO OVEST ESTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi materica
9
Elementi lapidei (davanzali, lastre)
09
1
2
3
4
5
6
1
_ Tegole:
Coppi alla piemontese
2
Tegole marsigliesi
3
Mattoni
4 5
Conglomerato cementizio Legno (travi e porte)
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi materica
PROSPETTO EST INTERNO _Scala 1/200
10
1
9
2
10
3
4
5
6
7
8
1
_ Tegole:
2
Tegole marsigliesi
3
Mattoni
4 5 6 7 8 10
Elementi lapidei (davanzali, lastre) Conglomerato cementizio _ Intonaco di finitura:
Tinteggiatura giallo piemontese Tinteggiatura grigio
_ Legno:
Travi e porte Elementi in metallo (ringhiere, pluviali, grate, infissi) Impianti elettrici
PROSPETTO NORD ESTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi materica
9
Coppi alla piemontese
11
1
9
2
10
3
11
4
12
5
6
7
8
1
_ Tegole:
2
Tegole marsigliesi
3 4 5
Coppi alla piemontese
Mattoni Conglomerato cementizio _ Intonaco di finitura:
Tinteggiatura giallo piemontese
6
Tinteggiatura beige
8
Tinteggiatura blu chiaro
7
9
11
12
_ Legno:
Travi e porte Vetro Elementi in metallo (ringhiere, pluviali, grate, infissi) Impianti elettrici
PROSPETTO NORD INTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi materica
10
Tinteggiatura grigio
12
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
_ Tegole:
2
Tegole marsigliesi
3 4 5
Mattoni Conglomerato cementizio _ Intonaco di finitura:
Tinteggiatura giallo piemontese
6 7
9
Tinteggiatura beige Tinteggiatura grigio _ Legno:
Travi e porte Elementi in metallo (ringhiere, pluviali, grate, infissi)
PROSPETTO NORD INTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi materica
8
Coppi alla piemontese
13
1
9
2
10
3
11
4
12
5
13
6
7
8
1
_ Tegole:
2
Tegole marsigliesi
3
Mattoni
4 5 6
Elementi lapidei (davanzali, lastre) Conglomerato cementizio
_ Intonaco di finitura:
Tinteggiatura giallo piemontese
7
8 9
Coppi alla piemontese
Tinteggiatura beige
_ Legno:
Tinteggiatura grigio Travi e porte Infissi con vernice blu chiaro
12
Vetro
11
Elementi in metallo (ringhiere, pluviali, grate, infissi)
Impianti elettrici 13 PROSPETTO SUD INTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi materica
10
14
II.3. ANALISI DEI DEGRADI E INTERVENTI DI RESTAURO
DE MAISTRE Xavier, A metà della vecchia quercia, incisione all’acquaforte, 2013 In www.xdem.it
95
DEGRADO DEI MATERIALI
DESCRIZIONE DEL DEGRADO
CAUSA DEL DEGRADO
Alterazione cromatica
_ Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. È generalmente estesa a tutto il materiale interessato.
- Biodeteriogeni - Inquinanti atmosferici (deposito di polvere e fumo) - Radiazioni solari (pigmenti non resistenti alla luce solare) - Affioramentodi macchie - Emersione del pigmento in fase di de-coesione e successivo dilavamento della superficie (nei sistemi a calce)
Apposizione incompatibile
_ Degrado estetico dove non si ha tenuto in considerazione la contrapposizione e l'incompatibilità dei materiali utilizzati in rapporto alla preesistenza.
- Antropico
Colonizzazione biologica
_ Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori).
- Ecceso di acqua (pioggia, condensazione, umidità di risalita, ecc.) - Struttura del materiale (vuoti, fratture, ecc.) che permettono l'alloggio dei micro e/o macro organismi. - Temperatura alta, ventilazione scarsa, ovvero presenza di sufficienti fonti luminose da consentire l'attività fotosintetica. - Presenza sul substrato di materie organiche
Deposito superficiale
_ Accumulo di materiale di diversa natura e provenienza: terriccio, polveri microrganismi, guano, ecc. di scarsa coerenza e di spessore variabile.
- Esposizione, scabrosità e deformazione della superficie - Impiego di prodotti vernicianti - Inquinanti atmosferici
Distacco
_ Rimozione del contatto degli strati superficiali componenti l'intonaco da quelli sottostanti o dalla sottostante superficie muraria o parietale.
- Fenomeni di umidità acendente, formazione di ghiaccio negli strati più superficiali - Perdite localizzate degli impinti di smaltimento e/o convogliamento delle acque - Consistente presenza di formazione saline, efflorescenze - Dilatazione differenziale tra materiali di supporto e finitura - Oscillazioni termiche
Effloresceza
_ Formazione superficiale incoerente prevalentemente biancastra, di sali solubili prodotta da fenomeni di migrazione ed evaporazione dell'acqua, con formazione di sistemi cristallini.
- Umidità di risalita capillare, da condensazione, da perdite localizzate di impianti - Presenza di solfati - Azione del vento che accelera l'evaporazione superficiale dell'acqua - Degrado di interfaccia tra laterizi e malte (formazione di solfoalluminati di calcio e grandi cristalli)
_ Asporto di materiale, dovuto a processi fisici e chimici, per la presenza di umidità o di acqua e per l'azione o meno del vento, con l'accentuazione del fenomeno fra gli strati di sedimentazione lapidea o in materiali omogenei porosi.
- Erosione meccanica da pioggia battente, erosione per abrasione degli starti corticali provocata da vento - Agressione chimica da inquinanti (prodotti ammoniacali) - Formazione di ghiaccio negli strati più superficiali
Erosione
- Norma UNI 11182-2006, Beni culturali-Materiali lapidei naturali ed artificiali. Descrizione della forma di alterazione - Termini e definizioni. - DALLA COSTA Mario, Il progetto di restauro per la conservazione del costruito , Celid, Torino 2000. 96
DEGRADO DEI MATERIALI
DESCRIZIONE DEL DEGRADO
CAUSA DEL DEGRADO
Esfoliazione
_ Sollevamento, seguito da distacco totale o parziale di uno o più strati solubili superficiali paralleli sottili, apparentemente inalterati.
- Movimento dell'acqua all'interno del substrato - Azione di microrganismi - Applicazione di prodotti vernicianti pellicolanti su supporti tradizionali - Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio
Fessurazione
_ Soluzione di continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti.
- Cicli di gelo e disgelo - Dissesto dell'apparato murario di supporto - Incompatibilità di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura - Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura - Degrado di interfaccia tra laterizi e malte (formazione di solfoalluminati di calcio e grandi cristalli) - Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio
Fronte di risalita
_ Condizione che definisce la presenza ed esprime il contenuto d'acqua presente nei materiali e nelle strutture.
- Umidità ascendente proveniente dal terreno per presenza di acqua di falda nel sottosuolo o per ristagno di acque meteorichedisperse nel terreno e non adeguatamente smaltite. - L'ingresso dell'acqua nella muratura è dovuto al fenomeno della risalita capillare, che dipende dalla porosità del materiale degradato e dalle condizioni climatiche in cui si trova
Macchia
_ Chiazza circoscritta, più o meno uniformemente estesa e di colore diverso, che interrompe e guasta l'uniformità superficiale di un materiale.
- Biodeteriogeni - Ossidazione di elementi metallici (ferro, rame)
Mancanza
_ Perdita di elementi tridimensionali (braccio di una statua, ansa di un'anfora, brano di una decorazione a rilievo, ecc.).
- Fenomeno di umidità ascendente - Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e/o di convogliamento delle acque - Consistente presenza di formazioni saline - Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali - Errori di posa in opera e l'utilizzo di sabbie o malte poco idonee
Presenza di vegetazione
_ Traccia o presenza di organismi vegetali generici.
- Accumuli di umidità - Attacco di organismi autotrofi (batterie unicellulari, alghe, licheni, piante superiori)
Risarcitura incompatibile
_ Intervento con materiale incongruo
- Antropico - Precedente intervento di manutenzione eseguito con malta cementizia in sostituzione all'originale malta ammalorata.
- FRANCESCHI Stefania, GERMANI Leonardo, Manuale operativo per il restauro architettonico. Metodologie di intervento per il restauro e la conservazione del patrimonio storico, DEI, Roma 2005.
97
SIMBOLOGIA E INTERVENTI DI RESTAURO
1
9
2
10
3
11
_ CONSOLIDAMENTO: di agentidi chimici solventi Il miglioramentoImpiego delle condizioni consistenza e di resistenza dei materiali e delle strutture. _ CONSOLIDAMENTO: Il miglioramentoApplicazione delle condizioni di consistenza e di resistenza dei materiali e delle di resine siliconiche, con aggiunta di resine strutture. acriliche
4
12
_ PROTEZIONE: Impregnazione acriliche La preservazione dei materiali econ delleresine strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi. _ PROTEZIONE: La preservazione dei materiali e delle strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi. Applicazione di prottetivo sintetico
5
_ PULITURA: La rimozione delle sostanze organiche e inorganiche, estranee e non compatibili con le caratteristiche dei materiali del costruito.
Con Con spazzola spazzola d'acciaio di saggina o nylon Con spazzola di saggina Impiego di saponi d'acquao anylon bassa pressione Impiego di saponi d'acqua a bassa pressione Con acqua nebulizzata Applicazione di di biocidi biocidi e/o e/o diserbanti diserbanti Applicazione Eliminazione di macchie metalliche o prodotte da sostanze Con acquacon nebulizzata organiche impiego di neutralizzanti Eliminazione di macchie metalliche o prodotte da sostanze organiche condiimpiego neutralizzanti Eliminazione vegetalidiinfestanti Eliminazione di vegetali Impiego di agenti chimiciinfestanti solventi
Applicazione di resine siliconiche, con aggiunta di resine acriliche Impregnazione con resine acriliche
Applicazione dicontro prottetivo sintetico Sbarramento l'umidità di risalita per capillarità _ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: Sbarramento contro l'umidità di risalita per capillarità La ricostruzione materiale e strutturale della integrità funzionale di elementi costitutivi del costruito. _ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: La ricostruzione materiale e strutturale della integrità funzionale di elementi costitutivi del costruito. Intonaco
Intonaco completa del materiale incompatibile Rimozione Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante Rimozione tinteggiaturacompleta del materiale incompatibile Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante _ INTEGRAZIONE: tinteggiatura Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibili addizioni o compensazioni. _ INTEGRAZIONE: Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibilidegli addizioni Reintegrazione stratio compensazioni. di intonaco intaccati dal degrado _ LIBERAZIONE: stratipregressi, di intonaco intaccatidadalprovvisorietà. degrado AllontanamentoReintegrazione e eliminazione didegli interventi caratterizzanti _ LIBERAZIONE: Allontanamento e eliminazione di interventi pregressi, caratterizzanti da provvisorietà.
98
6
7
8
1
Alterazione cromatica
3
Colonizzazione biologica
2
Apposizione incompatibile
Deposito superficiale
6
Efflorescenza
8
Esfoliazione
10
Macchia
12
Risarcitura incompatibile
5
Distacco
7
Erosione
9
Fronte di risalita
11
Presenza di vegetazione
PROSPETTO OVEST ESTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
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Scala grafica (in metri)
Analisi dei degradi e interventi di restauro
4
15
SIMBOLOGIA E INTERVENTI DI RESTAURO _ PULITURA: La rimozione delle sostanze organiche e inorganiche, estranee e non compatibili con le caratteristiche dei materiali del costruito.
1
Con spazzola di saggina o nylon Impiego di saponi d'acqua a bassa pressione Con acqua nebulizzata
2
Applicazione di biocidi e/o diserbanti Eliminazione di vegetali infestanti Impiego di agenti chimici solventi
_ CONSOLIDAMENTO: Il miglioramento delle condizioni di consistenza e di resistenza dei materiali e delle strutture.
Applicazione di resine siliconiche, con aggiunta di resine acriliche
_ PROTEZIONE: La preservazione dei materiali e delle strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi.
3
4
Applicazione di prottetivo sintetico _ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: La ricostruzione materiale e strutturale della integritĂ funzionale di elementi costitutivi del costruito.
Intonaco Stuccatura in profonditĂ di fessure con materiali tradizionali addizionanti, o non, con prodotti a base di resine Rimozione completa del materiale incompatibile Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante tinteggiatura _ INTEGRAZIONE: Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibili addizioni o compensazioni.
5
6
Reintegrazione degli strati di intonaco intaccati dal degrado
7
1
Colonizzazione biologica Deposito superficiale
4
Erosione
6
Presenza di vegetazione
3
Efflorescenza
5
Fessurazione
7
Risarcitura incompatibile
PROSPETTO EST INTERNO _Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi dei degradi e interventi di restauro
2
16
SIMBOLOGIA E INTERVENTI DI RESTAURO _ PULITURA: La rimozione delle sostanze organiche e inorganiche, estranee e non compatibili con le caratteristiche dei materiali del costruito.
1
Con spazzola di saggina o nylon Impiego di saponi d'acqua a bassa pressione Applicazione di biocidi e/o diserbanti Con acqua nebulizzata Eliminazione di macchie metalliche o prodotte da sostanze organiche con impiego di neutralizzanti
_ CONSOLIDAMENTO: Il miglioramento delle condizioni di consistenza e di resistenza dei materiali e delle strutture.
2
3
Impregnazione con resine acriliche
_ PROTEZIONE: La preservazione dei materiali e delle strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi.
Applicazione di prottetivo sintetico
4
_ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: La ricostruzione materiale e strutturale della integritĂ funzionale di elementi costitutivi del costruito.
Intonaco Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante tinteggiatura.
5
_ INTEGRAZIONE: Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibili addizioni o compensazioni.
Reintegrazione degli strati di intonaco intaccati dal degrado
_ LIBERAZIONE: Allontanamento e eliminazione di interventi pregressi, caratterizzanti da provvisorietĂ .
6
7
8
1
Alterazione cromatica
3
Colonizzazione biologica
2
Apposizione incompatibile
Deposito superficiale
6
Efflorescenza
8
Risarcitura incompatibile
5
Distacco
7
Macchia
PROSPETTO NORD ESTERNO_Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi dei degradi e interventi di restauro
4
17
SIMBOLOGIA E INTERVENTI DI RESTAURO _ PULITURA: La rimozione delle sostanze organiche e inorganiche, estranee e non compatibili con le caratteristiche dei materiali del costruito.
1
9
2
10
Con spazzola d'acciaio Con spazzola di saggina o nylon Impiego di saponi d'acqua a bassa pressione Con acqua nebulizzata Eliminazione di vegetali infestanti Impiego di agenti chimici solventi
3
_ CONSOLIDAMENTO: Il miglioramento delle condizioni di consistenza e di resistenza dei materiali e delle strutture.
Applicazione di resine siliconiche, con aggiunta di resine acriliche Impregnazione con resine acriliche
_ PROTEZIONE: La preservazione dei materiali e delle strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi.
4
Applicazione di prottetivo sintetico Sbarramento contro l'umidità di risalita per capillarità
5
Apposizione di smalti e vernici _ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: La ricostruzione materiale e strutturale della integrità funzionale di elementi costitutivi del costruito.
Intonaco
6
Rimozione completa del materiale incompatibile Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante tinteggiatura _ INTEGRAZIONE: Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibili addizioni o compensazioni.
7
Reintegrazione degli strati di intonaco intaccati dal degrado
_ LIBERAZIONE: Allontanamento e eliminazione di interventi pregressi, caratterizzanti da provvisorietà.
8
1
Alterazione cromatica
3
Deposito superficiale
5
Esfoliazione
7
Mancanza
9
Presenza di vegetazione
2
Apposizione incompatibile
Distacco
6
Fronte di risalita
8
Ossidazione
10
Risarcitura incompatibile
PROSPETTO NORD INTERNO_Scala 1/200
0
1
2
3
4
5
10
Scala grafica (in metri)
Analisi dei degradi e interventi di restauro
4
18
SIMBOLOGIA E INTERVENTI DI RESTAURO _ PULITURA: La rimozione delle sostanze organiche e inorganiche, estranee e non compatibili con le caratteristiche dei materiali del costruito.
1
9
2
10
Con spazzola d'acciaio Con spazzola di saggina o nylon Impiego di saponi d'acqua a bassa pressione Applicazione di biocidi e/o diserbanti Con acqua nebulizzata Eliminazione di macchie metalliche o prodotte da sostanze organiche con impiego di neutralizzanti
3
Eliminazione di vegetali infestanti Impiego di agenti chimici solventi
_ CONSOLIDAMENTO: Il miglioramento delle condizioni di consistenza e di resistenza dei materiali e delle strutture.
Applicazione di resine siliconiche, con aggiunta di resine acriliche
4
Impregnazione con resine acriliche
_ PROTEZIONE: La preservazione dei materiali e delle strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi.
5
Applicazione di prottetivo sintetico Sbarramento contro l'umidità di risalita per capillarità _ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: La ricostruzione materiale e strutturale della integrità funzionale di elementi costitutivi del costruito.
Intonaco Stuccatura in profondità di fessure con materiali tradizionali addizionanti, o non, con prodotti a base di resine Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante tinteggiatura _ INTEGRAZIONE: Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibili addizioni o compensazioni.
6
7
Reintegrazione degli strati di intonaco intaccati dal degrado
8
1
2
Alterazione cromatica Colonizzazione biologica Deposito superficiale
5
Esfoliazione
7
Macchia
9
Presenza di vegetazione
4
Distacco
6
Fronte di risalita
8
Fessurazione
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Risarcitura incompatibile
PROSPETTO NORD INTERNO _Scala 1/200
0
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2
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4
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10
Scala grafica (in metri)
Analisi dei degradi e interventi di restauro
3
19
SIMBOLOGIA E INTERVENTI DI RESTAURO _ PULITURA: La rimozione delle sostanze organiche e inorganiche, estranee e non compatibili con le caratteristiche dei materiali del costruito.
1
9
2
10
3
11
4
12
Con spazzola d'acciaio Con spazzola di saggina o nylon Impiego di saponi d'acqua a bassa pressione Applicazione di biocidi e/o diserbanti Con acqua nebulizzata Eliminazione di macchie metalliche o prodotte da sostanze organiche con impiego di neutralizzanti Eliminazione di vegetali infestanti Impiego di agenti chimici solventi
_ CONSOLIDAMENTO: Il miglioramento delle condizioni di consistenza e di resistenza dei materiali e delle strutture.
Applicazione di resine siliconiche, con aggiunta di resine acriliche Impregnazione con resine acriliche
_ PROTEZIONE: La preservazione dei materiali e delle strutture dall'azione di degrado, a causa di agenti diversi.
5
Applicazione di prottetivo sintetico Sbarramento contro l'umidità di risalita per capillarità _ REINTEGRAZIONE O RIPARAZIONE: La ricostruzione materiale e strutturale della integrità funzionale di elementi costitutivi del costruito.
6
Intonaco Rimozione completa del materiale incompatibile Reintegrazione dello strato di finitura dell'intonaco mediante tinteggiatura _ INTEGRAZIONE: Il completamento funzionale di elementi necessari alla conservazione del costruito, mediante opportune e compatibili addizioni o compensazioni.
7
Reintegrazione degli strati di intonaco intaccati dal degrado
_ LIBERAZIONE: Allontanamento e eliminazione di interventi pregressi, caratterizzanti da provvisorietà.
8
1
Alterazione cromatica
3
Colonizzazione biologica
2
Apposizione incompatibile
Deposito superficiale
6
Efflorescenza
8
Esfoliazione
10
Macchia
12
Risarcitura incompatibile
5
Distacco
7
Erosione
9
Fronte di risalita
11
Presenza di vegetazione
PROSPETTO SUD INTERNO _Scala 1/200
0
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3
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Scala grafica (in metri)
Analisi dei degradi e interventi di restauro
4
20
110
Dettaglio dei portici all’interno della Villa de Maistre In www.borgocornalese.it
III. RIQUALIFICAZIONE 111
“What is landscape without Nature, what a garden without plants, without the rain, the sun, the seasons?” “What is landscape without Man, what a garden without you and me, without our dreams and thoughts on beauty?”
Prof.Dr.Ir.Wybe KUITERT Landscape architect BNT Wageningen Netherlands In www.wybekuitert.nl
112
Se consideriamo il progetto di restauro come un momento di conoscenza del manufatto architettonico, la proposta di rifunzionalizzazione dello stesso potrebbe rappresentare la risposta alle informazioni ricavate durante questo momento. La comparazione delle analisi storica, ambientale e architettonica permettono di verificare la compatibilità del piano di ricupero proposto. Si parte dalla premessa che tutto l’edificio storico dismesso deve rianimarsi per poter sopravvivere, deve riacquistare la vitalità perduta, trasformando le sue peculiarità storiche ed architettoniche alle nuove esigenze indotte dai nuovi stili della vita moderna. L’adeguamento alle nuove funzioni viene anche analizzato per mezzo del confronto tra il modello di riuso e il modello precendente. Possiamo ipotizzare che questi due modelli siano così diversi uno dall’altro? La memoria storica del luogo deve essere protetta e conservata e le nuove destinazioni d’uso devono tenere conto di queste valenze. Nel caso di Borgo Cornalese, borgata di antica fondazione, la particolarità risiede nelle caratteristiche storiche, architettoniche e paesaggistiche derivanti dalla sua ubicazione strategica nel territorio. Questo aspetto rappresenta, forse, uno dei punti di forza più importanti del complesso: nonostante la sua vicinanza ai centri abitati limitrofi, che potenzialmente avrebbero potuto contaminare l’unitarietà del paesaggio naturale, il borgo è riuscito a mantenere un’immagine cristallizzata nel tempo, che gli ha concesso di conservare ancora oggi l’immagine di borgo medievale autosufficiente. Il piano di recupero propone di valorizzare un’area che sembra dimenticata dal tempo, esaltando gli aspetti più caratterizzanti del territorio in cui è inserito: la valenza paesaggistica del borgo in relazione al contesto storico e architettonico. In particolare questo progetto di rifunzionalizzazione presenta l’ipotesi di inserimento di un Orto botanico, come nuova destinazione d’uso dell’attuale cortile agricolo della villa padronale.
113
114
III.1. ORTO DI BORGO: IPOTESI DI PROGETTO PAESAGGISTICO
DE MAISTRE Xavier, Cervi maschi nel bosco, incisione all’acquaforte, 1997 In www.xdem.it
115
“Visitare l’Orto non è come contemplare un’opera pittorica che fissa e rende eterna l’immagine della natura in un preciso istante. Come ogni giardino, esso è un’opera d’arte mobile, in continua evoluzione. Cambia col cambiare delle stagioni, col passaggio della luce nelle diverse ore del giorno: dalle cromie delle fioriture primaverili delle magnolacee, a toni bruni rossastri delle foglie autunnali. Non solo. L’Orto botanico vive per la laboriosità delle cure costanti dei giardinieri e dei curatori che seminano, piantano, nutrono, potano, trasportano, raccolgono, conservano, sperimentano. Vi sono gli utensili che danno vita ai progetti e aggiornano sull’evoluzione dei sistemi di lavorazione.” Estratto da Le stagioni dell’Orto di Maria Adriana GIUSTI in Orto botanico di Lucca: guida alla visita
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Gli Orti Botanici ed i Giardini storici sono musei viventi di storia naturale, luoghi multidisciplinari in costante cambiamento, che permettono l’incontro e lo scambio culturale tra le persone che li frequentano. Le principali attività svolte da queste strutture, sono dedicate alla conservazione ex situ della flora, alla ricerca, alla divulgazione e all’educazione ambientale. Come già detto, Borgo Cornalese si ubica all’interno di un’area d’interesse paesaggistico elevato, tutelato dagli enti preposti alla tutela e protetto da organizzazioni mondiali (UNESCO). L’ipotesi di progetto dell’Orto botanico di Borgo Cornalese si divide in tre parti che corrispondono ai tre tipi di giardino del complesso. L’area al centro della corte corrisponde al giardino dei fiori. Il suo disegno si basa sul concetto di giardino claustrale: due assi centrali e perpendicolari tra loro dividono l’area in quattro aree verdi. Una delle parti presenta un albero che rapprensenta l’albero della vita. Al centro si localizza uno specchio d’acqua (pozzo o fontana) che rappresenta la fons vitae (acqua di vita). Un piccolo percorso verso l’interno delle altre sezioni di giardino, richiama il disegno del giardino all’italiana della Villa de Maistre. È in quest’area che si dispongono i citrus limonis nei mesi estivi. Verso sud-ovest, all’angolo della manica della villa, si propone un piccolo giardino di roccie, a modo di alpineto, per l’esibizione di piccole piante grasse che sono tipiche della catena alpina. Finalmente, il giardino del porticato a nord del complesso, si presenta come il cuore dell’Orto botanico. Il disegno prende spunto da due assi principali che seguono il disegno del cortile e segnano lunghi percorsi: il porticato verso la chiesa, l’asse centrale e il viale alberato di pupolus nigra si presentano come i collegamenti orizzontali principali che disegnano le diverse aree del giardino. Quattro sono le grandi divisioni del giardino: nel lato sud troviamo le piante edibili che formano l’orto a km 0 che fornisce i prodotti da consumare preso il bar del complesso. Diametralmente opposta a quest’area, trova sede il giardino didattico che serve all’insegnamento dei visitatori sulle tecniche di coltivazione, potatura e raccolta 117
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delle piante. Il giardino delle stagioni si suddivide in quattro grandi aree che si dipartono da un gran asse centrale. In questa sezione d’orto, si propone la classificazione e la coltivazione delle piante suddivise per epoca di fioritura (inverno, primavera, estate, autunno). All’interno delle quattro aree, rispetto all’asse principale, nelle due aree rivolte ad ovest troveranno sede le piante più base, mentre nelle due aree rivolte verso est, troveranno sede cespugli più alti, di modo che si percepisca una gradualità visiva di verde che raggiunga la massima altezza nel parco della villa. Per consentire questa percezione di “gradualità” tra il giardino basso e il bosco della villa, s’interpone una fascia detta piccolo boschetto che presenta essenze di vari dimensioni e rappresenta il limite dell’Orto con il parco privato della villa padronale.
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Mulino ad acqua... Ecomuseo
Cortile della Villa de Maistre... Orto Botanico
Cascina Agricola Ovest... Hotel
Cascina Agricola Est... Scuola di gastronomia e alberghiera
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Luogo d’interesse storico Attività ecoturistiche Luogo d’interesse paesaggistico Produzione energetica Prottezione dell’ambiente Uso educazionale
Masterplan_Borgo come polo turistico-ricettivo
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I.1- Giardino claustrale Schema di disegno
I.2- Alpineto Prunus avium Ciliegio selvatico
Platycladus orientalis Thuja orientale
Buxus sempervirens Bosso
Buxus sempervirens Bosso
Rosa Augusta Luise -
Potentilla aurea Cinquefoglie d’oro
Rosa borboniana -
Iberis sempervirens Iberide sempreverde
Rosa Amber queen -
Campanula poscharskyana Campanula
Paeonia suffruticosa Peonia
- Pergolato rampicanti Hydrangea macrophylla Ortensia
I- Cortile
Citrus limonum Limone
Citrus sinensis Arancio
Wisteria sinensis Glicine
Proposta per un’orto botanico
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- Viale alberato
Orto delle piante edibili Giardino invernale Giardino primaverile Giardino delle Giardino estivo Stagioni Giardino autunnale Giardino Didattico Piccolo boschetto Viale alberato di pioppi cipressini
Populus nigra Pioppo cipressino
- Piccolo boschetto
- Siepi e recinzioni
- Frutteto
- Orto di piante edibili
Tilia platyphyllos Pioppo cipressino
Buxus sempervirens Bosso
Prunus armenaica Albicocco
Daucus carota Carote
Taxus baccata Tasso
Laurus nobilis Alloro
Malus Melo
Lactuca sativa Lattuga romana
Platycladus orientalis Thuja orientale
Rubus idaeus Lampone
Ocimum basilicum Basilico
Fragaria ananassa Fragole
Solanum lycopersicum Pomodoro
II- Giardino del porticato
Legenda:
- Piante aromatiche Solanum melongena Melanzane
Lavandula angustifolia Lavanda
- Piante perenne Primula polyantha Primula
Rosmarinus officinalis Rosmarino
Campanula portenschlagiana Campanula
Solanum tuberosum Patate
Giardino delle Stagioni - Piante acquatiche
Mentha Menta
Gerbera Gerbera
Nymphaea odorata Ninfea
Chamaemelum nobile Camomilla
Chrysanthemum Crisantemi
Lemna minor Lenticchia d’acqua
Le piantumazioni nei giardini dell’orto botanico
Allium schoenoprasum Erba cipollina
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III.2. PROPOSTA DI RIQUALIFICAZZIONE DEL CORTILE DELLA VILLA DE MAISTRE
DE MAISTRE Xavier, Camosci e Chaberton, incisione all’acquaforte, 2013 In www.xdem.it
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- Schema delle nuove destinazione d’uso Legenda:
Educazionale (atelier, area bambini, area di botanica) Esibizione delle piante (serre, erbario) Svago e studio (biblioteca, bar) Aree di servizio (depositi, portineria) Porticato
- Schema di pecorsi pedonali e carrabili all’interno della proposta progettuale
Legenda:
Percorso carrabile Percorso pedonali 128
La proposta di riqualificazione architettonica riguarda il cortile agricolo della Villa de Maistre, attualmente in stato di abbandono. Il complesso settecentesco presenta una forma in “L” ed è composto da sei manufatti diversi uno dall’altro: verso est troviamo il fienile suddiviso in due fabbricati. A nord, la porcinaia e la limonaia, e a nord-ovest l’edificio da destinazione sconosciuta che ha subito un crollo della copertura e generato un danno alla facciata. Al lato sud troviamo una delle maniche laterali della villa padronale destinata a granaio che si trova attualmente in desuso. La corte è attraversata da un lungo porticato che la divide in due e forma un’asse che parte dalla villa e arriva fino alla chiesa di Borgo. Un’asse perpendicolare al porticato indica l’ingresso principale al complesso. L’incroccio di queste due linee si presenta sotto forma di arco trionfale. Le nuove destinazione d’uso dell’Orto botanico si organizzano intorno a uno schema che segue la disposizione dei manufatti intorno alla corte. La manica che forma parte della villa si destina ad uso educazionale: aule ateliers, area bambini e area professori. Si propone per l’antico fienile una nuova struttura interna che permetta la creazione di due piani: mentre piano terra si destina all’uso di biblioteca per l’Orto botanico, il primo livello, che gode di visuali su tutta la catena alpina e in particolare il Monviso, si destina all’area bar. La nuova struttura metallica proposta si sviluppa all’interno di quella originale, separata da qualche centimetri, per non compromettere la sua integrità. La manica nord del complesso si destina all’esibizione delle essenze distribuite su due tipologie diverse: una serra per prottegere le piante dei freddi mesi d’inverno (limonaia), e un area destinata allperbario e alle piante d’interno per zone ombreggiate (porcinaia e porticato verso il gran giardino). Una connessione tramite una passerella anche di struttura metallica si genera al primo livello tra il fienile e l’edificio concepito come porcinaia. L’assenza di scale internein quest’ultimo, inoltre alla presenza di volte a vela in piano terra, ha reso impossibile la proposta di una soluzione di collegamento verticale all’interno del manufatto 129
Piano copertura
Piano primo_+3.10
(disegno fuori scala)
(disegno fuori scala)
Legenda:
Demolizioni Costruzioni
Piano terra_+0.00 - Schema degli interventi: demolizione e costruzione 130
(disegno fuori scala)
senza danneggiare questa particolarità architettonica. L’ingresso al primo piano si realizza allora attraverso il fienile, ed è destinato come bookshop, mentre piano terra si destina all’esposizione dell’erbario. La limonaia, anche detta citroniera, non presenta grandi cambiamenti nella sua struttura. La destinazione rimane la stessa: un’ampia area molto luminosa a modo di serra per la prottezione delle piante durante l’inverno, in particolare il citrus limonum (limone) la cui coltivazione in vaso permette lo spostamento della pianta dalla serra al giardino centrale nei mesi più caldi. Per ultimo, sulla stessa manica, si presenta il caso dell’ fabbricato crollato che attualmente vede la sua ricostruzione seguendo la stessa forma. Si presenta allora l’oppotunità di creare una costruzione ex novo che sostituisca quella originale, prendendo come linee guide di disegno il volume del fabbricato e si reinterpreta in chiave moderna, senza realizzare un falso storico. Il nuovo manufatto si destina all’area di botanica e qui troviamo l’area di classificazione, deposito e conservazione dei semi dell’orto. In più, l’area amministrativa dell’orto botanico si dispone al primo piano. In riguardo agli interventi proposti sul complesso si desidera mantenere la forma originale dei fabbricati il più possibile, con l’eccezione di piccole modificazioni per l’adeguamento ai nuovi usi. Notiamo nello schema di demolizioni che le costruzioni smantellate corrispondono a divisioni interne ovvero strutture moderne di bassa altezza che non formano parte del progetto originale. Nello schema delle costruzioni, queste sono invece localizzate all’interno degli edifici come risposta alle nuove essigenze spaziali delle destinazioni d’uso, che non disturbano però l’esterno degli edifici o modificano l’insieme architettonico.
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Legenda:
Collegamenti verticali (scale e ascensori) Ingresso principale Ingressi agli spazi interni
- Ingressi principali e secondari + sistema di collegamenti verticali 132
Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre
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Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre
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Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre
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Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre
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Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre
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Proposta di riqualificazzione del cortile della Villa De Maistre
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Sebbene Borgo Cornalese si presenti oggi come un complesso cristalizzato nel tempo, la sua attuale condizione denuncia che la non corretta fruizione ed adeguamento della struttura allo stile moderno di vita, porta come conseguenza ad un rapido deterioramento delle sue parti. Anche se la proposta di riqualificazione riguarda apparentemente solo la corte agricola, questo progetto comporta una rivitalizazzione del luogo in quanto il complesso, che ruota attorno al cortile ed attualmente risulta chiuso su se stesso, si apre al pubblico. L’Orto botanico diventa quindi un museo a cielo aperto, vivente e sempre in costante evoluzione; la sua creazione permetterà all’area oggetto d’intervento di trasformarsi in un attraente polo turistico-ecologico, dove la priorità risiede nella ricerca, nella conservazione e nella divulgazione delle diversità vegetali, nonché nella promozione e preservazione dell’ambiente, tramite l’educazione delle nuove generazioni. In conclusione l’Orto di Borgo vuole essere un’ipotesi di restauro e riqualificazione di un complesso storico-architettonico rispettoso dell’ambiente e che cerca, attraverso lo studio del verde di valorizzare sia la parte costruita che la parte naturalistica.
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Conclusioni
Il progetto di restauro e riqualificazione è stato affrontato con il susseguirsi di approfondimenti successivi che hanno permesso di studiare, analizzare e mettere a confronto elementi di storia, con elementi di valorizzazione e fruizione del manufatto e dell’ambiente circostante. Sia lo studio del contesto ambientale che del manufatto architettonico, hanno fornito importanti spunti di lavoro che hanno generato una proposta progettuale rispettosa della storia e dell’ambiente.
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