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La storia dei Ghisa milanesi nelle pagine Corriere della Sera

La commemorazione dei defunti Al Cimitero Monumentale la cerimonia tradizionale di ricordo degli scomparsi

Il giorno 3 novembre si è svolta la cerimonia in ricordo delle vittime della Polizia Locale. Un primo momento di raccoglimento, con la deposizione di una corona, si è svolto nel cortile del Comando di piazza Beccaria, alla presenza dell’Assessore alla Sicurezza Granelli, del Comandante Ciacci, e di tutti i Dirigenti della Polizia Locale. Al cimitero Monumentale si è svolta la seconda parte della giornata che ha avuto il suo fulcro con la Santa Messa celebrata nella cappella del cimitero, dal Cappellano del Corpo don Mario. Alla cerimonia hanno partecipato anche numerosi ex agenti in pensione, coordinati dall’Associazione, sempre presente in queste occasioni speciali.

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La storia dei ghisa milanesi nelle pagine Corriere della Sera

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 14-15 marzo 1899 Corriere Milanese

La fine dei “cappelloni”

Oggi adunque i vigili urbani, deporranno il palamidone, la tuba, per indossare la svelta ed austera divisa del policeman inglese, resa più gaia di colore, più corrispondente alle abitudini del nostro occhio , con una sostituzione dal bleu al nero. E l' imponente bastone di canna d'India, sarà. sostituito dalla bacchetta del policeman. La consegna ufficiale della divisa è stata fatta con un “ordine” del giorno nel quale, ricordate le benemerenze passate del corpo dei sorveglianti urbani, si fanno voti per la sua condotta avvenire e si ricorda che la piccola, ma pesante verga di legno di mortella, se può essere mezzo di difesa, devo essere soprattutto simbolo di autorità o di rispetto alla leggo. Prima che tube o palamidoni vengano confinate nelle guardarobe dei costumi storici, gioverà ricordare quel brano di cronaca cittadina, che è essi connessa. i sorveglianti urbani datano dal 1860, l'anno nel quale la nostra amministrazione comunale, uscita dal servaggio straniero, si riordinò. Nella seduta del Consiglio Comunale del 31 maggio 1860, sindaco il Beretta, assessore Giovanni Visconti-Venosta, questi proponeva di regolare la sorveglianza urbana. La sorveglianza urbana — egli disse — è ora domandata ad un ufficio interno, a tre delegati e quattordici commessi. Facile è il vedere come affatto insufficiente sia il numero di questi funzionari, per l' intera sorveglianza della città nostra. Infatti essa è caduta in quello stato di trascuratezza, che ognuno di noi vede o deplora. L'istituzione dei “policeman” e dei “sergents de ville” suggerì alla Giunta di farne l'applicazione alla sorveglianza urbana, onde affidare in avvenire l'esecuzione di tutte le ordinanze municipali ad una forza disciplinata, vigile e rispettata. Ed è così che agli antichi quattordici commessi d'annona, i quali non vestivano alcuna divisa e che non avevano altro compito all'infuori di quello di curare l'igiene, e di far dei prelievi di derrate alimentari, per portarle, non esistendo un laboratorio chimico municipale, ai farmacisti scelti quali periti del Comune, venivano sostituiti 50 vigili urbani con 6 delegati. La divisa in origine era questa, come si rileva dagli atti del Comune del 1860: Surtout di colore bleu oscuro, con collare diritto ad una sola bottoniera. Sopra ogni lembo del collare sarà ricamato in nero lo stemma del Comune. Pantaloni bleu scuri, cappello tondo di feltro nero, col fondo o colla tesa esternamente coperta di pelle nera verniciata. I sorveglianti saranno muniti di canna d'India ed armati di pistola. Ma questo figurino, esattamente compiuto su quella che era allora la divisa dei policemen inglesi. subì parecchie modificazioni: anzitutto l'abito divenne completamento nero: il cappello assunse forma e proporzioni più moderne e le pistole, andato in disuso mercè i progressi dell'armeria, non furon sostituite dal revolver. ll cappello dei vigili , merita un capitoletto a parte.

Proseguendo nella serie di articoli pubblicati sul Corriere della Sera che riguardano la storia del Corpo, facciamo un balzo in avanti di ventuno anni nel marzo del 1899, quando con l’amministrazione avente a capo come Sindaco Giuseppe Vigoni, venne deliberato il cambio della divisa che ebbe però breve durata in quanto il Sindaco diede le dimissioni il 21 giugno dello stesso anno per contrasti coi Radicali. Il consiglio non riuscì a formare una nuova giunta, venendo così sciolto e sostituito provvisoriamente da un Regio Commissario Straordinario, Francesco Maggiotti, che rimase in carica dal 28 agosto al 18 dicembre 1899, quando venne eletto come Sindaco Giuseppe Mussi. Il nuovo Sindaco tra i vari cambiamenti fece quello che modifico completamente la foggia e il colore delle uniformi e del copricapo dei Vigili Urbani e di questo racconteremo nei prossimi articoli. Gianfranco Peletti

Il primo modello, copiato religiosamente dal cappellaio Ponzone di Milano, su quello inglese, era un enorme cappello a staio, che ebbe un grande successo di ilarità e che valse subito ai sorveglianti il battesimo di cappelloni. Vi fu un periodo di tempo in cui questo qualificativo costituì la gioia dei ragazzi, ai quali non pareva vero di poterlo lanciare, stando nascosti dietro un canto di strada, dandosi poi alla fuga. Questo vezzo non contribuiva certo ad accrescere il dovuto rispetto alla novella autorità civica, per cui si pensò di provvedere. Ma sorse in allora un dubbio: quello se la parola “cappellone”, potesse considerarsi un oltraggio, visto o considerato che il qualificativo corrispondeva ad una reale condizione di fatto. I pareri erano discordi, ma un bel giorno saltato il fosso del dubbio, il Comune invocò il giudizio del magistrato, il quale ritenne che la parola ”cappellone” costituiva un oltraggio. Ma se il principio d'autorità ebbe il suo trionfo, un trionfo lo ebbe pure il popolino, poichè il cappello andò perdendo un po' le sue forme mastodontiche, per ridursi ad un usuale cappello a staio. I vigili urbani, nel 1873, coll'unione dei Corpi Santi salivano a 70 con 10 delegati. Nel 1881, in occasione dell'Esposizione nazionale venivano portati a 100. Domani quelli che vestiranno la nuova divisa saranno circa 250, dipendenti da 8 mandamenti ai quali sono addetti 16 fra delegati e vice delegati; alle dipendenze d'un delegato centrale, aggiunto al Riparto “Sorveglianza urbana” a Palazzo Marino. E allorchè i quadri saranno completi, i vigili saliranno a 320. Sostanzialmente le attribuzioni del corpo e gli scopi per il quale venne creato, non sono affatto modificati : e i mutamenti più importanti nella sua organizzazione sono quelli che furono ora apportati. E i “cappelloni”— ci sia consentito di chiamarli col nome con cui divennero popolari, ora che hanno lasciato il posto ad una forma di vigile più moderna — seppero essere un corpo rispettato e ben voluto dalla città, per la dignità con cui esercitarono sempre la loro funzione. In trentotto anni — ci diceva ieri il segretario municipale Albani, dal quale dipendono — essi non hanno mai dato origine ad alcuno di quei brutti fatti, che sollevano l'opinione pubblica. All'infuori di piccole mancanze, sempre severamente punite, di qualche errore involontario o in buona fede commessa nell' interpretazione dei regolamenti ch'essi devono far rispettare, null'altro può mettersi al loro passivo. Non una sola accusa di corruzione, di venalità venne mai elevata contro di loro. » In questi ultimi tempi però l'organismo del Corpo appariva invecchiato. Alle esigenze di una città, nella quale il movimento è triplicato, non aveva corrisposto la graduale sua trasformazione. Al policeman inglese, antico stampo, era necessario sostituire il policeman nuovo modello, meno monumentale. ma più svelto. Ma è da sinceramente augurarsi che la nuova uniforme e il nuovo regolamento mantengano e rafforzino la stima e la popolarità che il Corpo seppe, colla divisa antica, formarsi

La Redazione di Ghisa News augura a tutti un buon Natale e un anno nuovo sereno

Nella foto: Madonna con Bambino di Filippo Lippi esposta in Sala Alessi di Palazzo Marino fino al 15 gennaio

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