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La storia dei ghisa milanesi nelle pagine Corriere della Sera
Una nuova iniziativa che ripercorrerà avvenimenti di cronaca cittadina attraverso la vita del Corpo
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In collaborazione con l’Associazione Polizia Locale inizia una rubrica di ricerca storica e avvenimenti di cronaca che hanno riguardato direttamente o indirettamente il Corpo dei Vigili Urbani. Grazie all’ottima organizzazione dell’archivio del Corriere della Sera, pubblicheremo le notizie in gran parte sconosciute, sia di carattere generale, come in questo primo articolo, ma anche inerenti a piccole cronache o a volte anche drammi, che hanno riguardato i Vigili milanesi.
La nostra Associazione compie 155 anni perché venne fondata da Colleghi Vigili Urbani nel 1867, sette anni dopo la nascita del Corpo, come Associazione di Mutuo Soccorso tra i Vigili Urbani di Milano, a seguito di episodi tristi in cui non vi era nessun aiuto in caso di incidenti o di morte. L’Associazione rimase con questo nome fino all’anno 1905, quando cambiò nome e status diventando Associazione di Previdenza fra i Vigili Urbani e di questo parleremo prossimamente.
Nei prossimi numeri pubblicheremo altri articoli riguardanti la storia del Corpo e di fatto di Milano che a quei tempi era prevalentemente racchiusa all’interno della cerchia dei Navigli, nonostante l’annessione nel 1873 del comune dei “Corpi Santi di Milano” che portò la popolazione di Milano a circa 260.000 abitanti
Per fare capire meglio come era la situazione a quei tempi il primo articolo riguarda una discussione in Consiglio Comunale proprio sulla figura del Vigile, venne pubblicato il 24 aprile 1878. Ricordiamo che il primo numero del Corriere della Sera, venne pubblicato per la prima nel febbraio del 1876 per iniziativa del direttore del giornale “La Lombardia” Eugenio Torelli Viollier e del suo editore Riccardo Pavesi, diventando il quotidiano più importante in Italia.
Consiglio Comunale di Milano ieri folla nelle tribune: si aspettava la discussione delle due interpellanze annunciate, l’una sui teatri comunali, l'altra sull'altare che si andrebbe costruendo nel cimitero monumentale, togliendo a quel luogo di riposo dei trapassati il carattere civile. Ma i curiosi restarono delusi. Tutta la tornata fu spesa intorno ad un argomento più utile che dilettevole: il nuovo regolamento pel corpo de’ sorveglianti municipali. Diamo un brevissimo resoconto. Letto il primo articolo del regolamento, che determinava in 130 il numero dei sorveglianti, il consigliere Osculati chiede la parola appunto trova eccessivo il numero di 130. Giudica certe contravvenzioni fatte dai sorveglianti extra muros non proprio per quella località; perciò quella parte del regolamento che riguarda la città interna amerebbe fosse fatta eseguire rigorosamente; Ma nel circondario esterno gli paiono indispensabili disposizione un po' più adatte alla natura del luogo. Il sindaco risponde che 130 sorveglianti urbani e il numero che fu trovato necessario sia pel servizio interno che esterno, e che in quanto ciò che disse il consigliere Osculati la Giunta terrà conto delle fatte osservazioni. Visconti-Venosta fa notare che parecchi uffici si valgono dei sorveglianti per servizi che a questi non spettano. Questo Corpo, che è eccellente, ed il cui servizio è fatto benissimo, viene sempre più sovraccaricato di incombenti che spetterebbero alla P.S. Quando si lasciasse ai proprii incombenti il numero presente di sorveglianti basterebbe a sufficienza: imperocchè ci fu un tempo che 60 soli bastavano. È vero che allora la città non comprendeva che il circondario esterno; tuttavia, se l’Autorità municipale farà attenere i sorveglianti loro ai loro soli incombenti, il numero di questi non sarà più scarso. Gli stipendi annui vengono fissati così: al capo sorvegliante lire 2400; ai vice capi e ai sorveglianti effettivi lire 1300; agli allievi lire 1200. Ai due vice capi viene assegnato inoltre una gratificazione the lire 500 annuo a tutti poi spetta la somministrazione di vestiario, secondo le esigenze del servizio. Dopo animata discussione sull’articolo 8, che stabilisce le punizioni per mancanza in servizio dei sorveglianti. Dopo animata discussione, cui prendono parte i consiglieri
Visconti-Venosta, Finzi, Casati, Mosca, Gatta e
Marcora l'articolo viene ammesso quale è redatto dalla Giunta con una modificazione proposta dal consigliere Finzi. L'articolo 9, che tratta delle pensioni, agitasi pure una lunga discussione. Ponesi ai voti l'emendamento del consigliere Mussi, che vuole che la pensione comincia dopo 15 anni di servizio e sia computata in trentesimi e non quarantesimi. Questo emendamento e respinto a grande maggioranza, non ottenendo che cinque voti favorevoli.
Posto i voti l'articolo della Giunta, modificato nel senso che la pensione comincia dopo 15 anni di servizio e sia computata a quarantesimi, è approvato a grande maggioranza. L’ articolo 12, relativo le pensioni per le vedove e pei figli dei sorveglianti, dà luogo a varie contestazioni e opposizioni. Sebregondi osserva che il regolamento non assegna una pensione alle vedove dei sorveglianti, se non nel caso che questi abbiano prestato servizio durante vent’anni. Sarebbe giusto che la vedova abbia sempre la pensione, quando il marito sorvegliante è morto per ferite riportate in servizio. La vedova di un sorvegliante che ferma un cavallo sfrenato e ne riporta ferite mortali, deve essere sempre pensionata qualunque sia l’anzianità del defunto. Il Sindaco (n.d.r. Giulio Bellinzaghi) trova giustissima questa osservazione ed annuncia che l'articolo sarei emendato in questo senso è ripresentato domani. La seduta è levata alle 5:30 pom. 29