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Qualche suggerimento pratico

gerimento. Ciascun Gruppo, come si è detto, stabilisce a poco a poco le sue tradizioni.

Qualche suggerimento pratico

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Per ogni cerimonia andrebbero tenuti presenti i seguenti punti: - è opportuno preparare adeguatamente i “protagonisti” e i principali “comprimari” (capi squadriglia ecc.): ciascuno deve comprendere a fondo la cerimonia e conoscere a menadito i movimenti da fare e le parole da pronunciare. Queste ultime devono essere sufficientemente semplici perché ciascuno possa impararle a memoria. Non si tratta ovviamente di una memorizzazione scolastica, ma neppure la cerimonia deve risultare troppo frettolosa e mutilata rispetto a quanto prevedono le regole in uso nel Gruppo; - nulla di male (anzi, in certi casi è decisamente opportuno) se si effettua una prova preliminare; - naturalmente il Capo che dirige la cerimonia deve padroneggiarne egli per primo lo svolgimento (parole e gesti): per il Capo decisamente smemorato, un suggeritore discreto può essere utile. Oppure in certi casi si può prevedere un “maestro delle cerimonie” che illustri ad alta voce le varie fasi (ciò che è utile anche per l’eventuale pubblico); durante la cerimonia NON va comunque utilizzato questo manuale, che deve rimanere nella tasca dello zaino!

- sia il Capo che i ragazzi possono emozionarsi e commettere errori: questo non è importante in sé, se si evita di sottolinearli o di assumere un atteggiamento disinvolto, p. es. facendo dello spirito e facendo scadere il tono della cerimonia; l’importante infatti non è che il Capo faccia una bella figura, ma che il ragazzo conservi un bel ricordo; - la posizione di “attenti” non va confusa con l’analoga posizione militare o ginnastica: è la posizione di “corretta attenzione” che viene prestata in quel particolare momento importante e che quindi richiede rispetto e … silenzio; - il materiale necessario (distintivi, spille, fazzolettoni, nodi, totem, guidoni ecc.) dovrà esser accuratamente predisposto in anticipo e passato via via da un aiutante al Capo che dirige; meglio appuntare i distintivi che non darli in mano; ma piuttosto che certe lotte disperate con distintivi tenacissimi in cuoio o in plastica imperforabile, meglio la consegna alla mano; - al Capo che dirige (normalmente il Capo Gruppo o il Capo Unità, rispettivamente per le cerimonie di Gruppo e di Unità) spetta anche di dire le parole di annuncio, di spiegazione del suo significato, di esortazione morale, di felicitazioni ecc., soprattutto all’inizio e alla fine: è ciò che personalizza la cerimonia, la adatta al momento particolare attraversato dalla singola persona e dalla comunità nel Gruppo o dell’Unità, e costi-

tuisce in un certo senso la “carne”, il tessuto connettivo delle cerimonie, di cui le pagine successive indicano solo uno scheletro; - infine, le cerimonie sono anche un’occasione per far entrare nel gioco i genitori (almeno fino a che il ragazzo/ragazza non ha l’età di 15 anni: ma alcuni genitori sarebbero felici di assistere anche alla Partenza del figlio), che possono essere invitati alle cerimonie più importanti, sempre però se i ragazzi sono d’accordo; - lo stesso può essere utile fare (ma solo per qualche cerimonia o celebrazione speciale) con certe autorità locali al campo; in questo caso può essere bene prevedere una discreta e opportuna spiegazione preliminare di certi aspetti o di certe cerimonie: compito in genere affidato al Capo Gruppo (se è presente).

Nell’aprire le nostre cerimonie all’esterno è bene non esagerare. È lo stesso B.-P. ad avvertirci del rischio che presenta, sul piano educativo, la presenza di troppi estranei, in particolare alla cerimonia della Promessa: “La pratica di tenere la cerimonia della Promessa scout come un pubblico spettacolo non è raccomandabile, in quanto l’occasione è troppo intima nella vita di un ragazzo. È un momento in cui tutta la sua mente deve esser concentrata nell’intimo significato della cerimonia e non distratta dalla consapevolezza di essere osservato da spettatori”.31

31. B.-P., Giocare il Gioco, n. 491. Nuova Fiordaliso.

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