Portfolio_2018

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GIANDONATO REINO: Portfolio

ARCHITECT: Projects and Works


CONTATTI

indirizzo: Largo Regina Coeli n°8, Napoli - ITALIA e-mail: giandonatoreino@gmail.com cellulare: +39 347 3265392 contatto skype: Giandonato Reino


CURRICULUM Nato nel 1988. Durante il corso di laurea presso il dipartimento di architettura dell’Università degli studi di Napoli Federico II svolgo diverse attività: - direttore artistico nelle edizioni 2011 e 2012 del Rocca Longobarda Film Festival: festival internazionale del cortometraggio; - dal 2013 scrivo per le testate online Daily Storm e LAB2.0, rivista digitale di architettura; - nel 2014 vinco il primo premio del concorso di idee La Carta Vincente; - nel 2016 divento cofondatore di Chiasmo: una rivista incentrata sulla ricerca dei caratteri della scuola d’architettura di

Napoli; - nello stesso anno svolgo il tirocinio curriculare presso lo studio di progettazione gambardella architetti; - nel 2017 conseguo la laurea (110 e lode) con il lavoro Borghi collinari e nuovo Umanesimo, con l’arch. Roberto Serino come relatore. - nel 2018 ho conseguitopresso l’Università degli Studi di Napoli Federico II il Master di II livello Progettazione di eccellenza per la città storica - nello stesso anno svolgo il tirocinio curriculare presso lo studio di progettazione David Chipperfield Architects.


EDUCAZIONE Master di II livello_Progettazione di eccellenza per la città storica Diarc Università degli Studi Federico II di Napoli - Italia | ott. 2017 - ott. 2018 Laurea Magistrale in Architettura Diarc 5UE Università degli Studi Federico II di Napoli - Italy | oct. 2009 - may 2017 Tesi di Laurea: Borghi collinari e nuovo Umanesimo (110 su 110 e lode) Diploma Liceo Scientifico Scuola Navale Militare Francesco Morosini - Venezia, Italy | sep. 2004 - june 2007

ESPERIENZE Freelance Collaboro costantemente con studi di architettura per la produzione di modelli 3D e render e costruzioni di modelli in legno e cartone. Svolgo ricerche archivistiche e rilievi fotografici con l’architetto e storico Alfonso Gambardella. Collaboro con il Prof. Roberto Serino come assistente al corso di Composizione Architettonica presso il Dipartimenti di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Tirocinio curriculare Durante il percorso di studi Universitari ho svolto diversi tirocini: David Chipperfield Architects, Milano Mi sono occupato della progettazione esecutiva di una residenza presso Casatenovo (Lecco), e la progettazione schematica di un negozio a La Coruna, in Spagna. Gambardella architetti, Napoli Qui mi sono occupato di diverse mansioni: progettazione di allestimenti e di interni, disegno 2D, modellazione 3D, rendering e post-produzione. Redattore Con altri colleghi universitari ho fondato CHIASMO: una rivista quindicinale, incentrata sulla ricerca dei caratteri dell’architettura napoletana e della sua scuola. Pubblicista Ho collaborato fino al 2014 con la rivista on-line Daily-Storm, producendo articoli e interviste per la loro rubrica d’architettura. Oggi scrivo per la rivista specialista di Architettura LAB 2.0. Direttore Artistico Sono stato fondatore e direttore artistico insieme al filmmaker Pierluigi Braca del Festival Internazionale di Cortometraggi Rocca Longobarda Film Festival nelle edizioni

ABILITÀ PERSONALI Madre lingua: Italiano Altre lingue: Inglese (fluente), Francese (scolastico) Pratica: Plastici Architettonici modelli realistici o concettuali in varie scale. Graphic Design layout per tavole d’architettura, presentazioni, cataloghi e libri. Disegno realizzazione di disegni tecnici e grafici. Fotografia conoscenza avanzata dell’uso della macchina fotografica digitale e della post-produzione.


Softwares: Autocad 2D/3D (Avanzato) Sketchup (Avanzato) Rhinoceros (Avanzato) V-Ray (Avanzato) Adobe Photoshop (Avanzato) Adobe Illustrator (Buono) Adobe Indesign (Avanzato) Adobe Premiere (Base) Pacchetto Office (Avanzato) Altre competenze Architettura e Design di interni, Organizzatore d’eventi, Pubbliche Relazioni, Graphic Design, Pubblicista, Fotografo, Architettura del Paesaggio Altre informazioni Ottimista, curioso, lavoratore, capacità di lavoro in gruppo, imparo rapidamente, flessibile e di mente elastica.

WORKSHOPS E CONCORSI SACU - workshop Seminario Internazionale di Archiettura e Cultura Urbana Camerino, Italia | lug. 2017 SACU - concorso Concorso Internazionale di Archiettura Camerino, Italia | lug. 2017 Pubblicazione Ufficiale La Carta Vincente - concorso di design progetto: NBA (non buttarla altrove) Facoltà degli Studi di Napoli Federico II - Naploli, Italia|mar. 2014 Progetto vincitore: Primo premio e pubblicazione ufficiale Sguardi al nostro Territorio - concorso fotografico Legambiente Circolo Valfortore - San Bartolomeo in Galdo, Italia|ago. 2008 Progetto vincitore: Primo premio e pubblicazione ufficiale



SOMMARIO

Student House Laboratorio di Composizione IV, Architettura Delicious Olivella Laboratorio di Sintesi Finale, Architettura Borghi collinari e Nuovo Umanesimo Tesi di Laurea, Architettura Le rampe del Salvatore Tesi del Master II Livello, Architettura Fernand Puillon: costruzione, città , paesaggio Mostra di architettura, Produzione modelli in legno Chiasmo Quindicinale d’Architettura, Progetto Editoriale Altri progetti Design, Fotografia, Modelli e Render Pubblicazioni



Student house UNO STUDENTATO NEL CUORE DEL CENTRO ANTICO L’area d’intervento è in Via Luciano Armanni, nel centro antico di Napoli. Qui le diverse stratificazioni architettoniche collaborano per dar vita ad uno dei paesaggi più significativi al mondo. La sfida di aprire un sistema urbano saturo può essere affrontata con una serie di interventi puntuali in zone chiave tali da consentire la permanenza di elementi significativi in grado di raccontare e raccordare la storia e il futuro del luogo. Il centro antico di Napoli offre una serie di spunti utili nel campo architettonico ed infinite soluzioni. L’obiettivo è reinterpretare l’insula rivalutandone le relazioni con ciò che è al di fuori di essa, ma anche ciò

che ne è all’interno, dialogando con la storia. Il tentativo di diradamento edilizio del Museo di Anatomia non è coerente con i caratteri del centro antico, dove il protagonista assoluto è l’edificio a corte. Il primo obiettivo è quello di compattare i “frammenti” architettonici dell’area attraverso un setto murario che corre lungo il perimetro. Su questo saranno arroccati i moduli abitativi raggiungibili grazie ad un’intercapedine interna al muro. Si un edificio caratterizzato da un’ampia corte destinata a giardino. Le residenze saranno modulate con le misure medie dei locali tipo delle insule del centro antico.

PROGETTO ACCADEMICO supervisore: prof. arch. Pasquale Miano_studente: Giandonato Reino_a.a. 2012/2013







Delicious Olivella RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZETTA OLIVELLA, NAPOLI L’area d’intervento è nel centro antico di Napoli: Piazzetta Olivella. Questo slargo è caratterizzato da una serie di blocchi residenziali su diverse quote che circondano il piccolo blocco della metropolitana: posto al centro della piazza. La criticità principale del luogo, oltre alla fatiscenza degli edifici è la fruibilità dello spazio: legato esclusivamente agli orari di funzione della linea 2 della metropolitana. L’obiettivo è quello di rendere questo nodo infrastrutturale uno spazio pubblico vivibile a qual-

siasi ora. A questo scopo si realizza un riassetto della piazza attraverso: - una nuova stazione della metropolitana che conferisca alla piazza un carattere forte; - una Maison du Quartier in grado di accogliere e coinvolgere gli abitanti della zona; - una gradonata che collega i diversi salti di quota della piazza e al contempo un’esteso spazio pubblico; al di sotto di questa un caffè - di spalle alla piazza uno studentato composto da 24 appartamenti, servizi e zone comuni.

PROGETTO ACCADEMICO supervisore: prof. arch. Franco A. Mariniello_studenti: Eugenio Cocca, Corrado Coppola, Giandonato Reino_a.a. 2014/2015







Borghi collinari e nuovo umanesimo

RIGENERAZIONE URBANA IN UN PICCOLO CENTRO SANNITA

I piccoli borghi collinari sono il luogo in cui attuare, attraverso la sperimentazione architettonica, un processo di sviluppo sociale e culturale incentrato sul benessere dell’uomo e della comunità. Tutto ciò si traduce in termini architettonici attraverso un metodo che non può prescindere da un’accurata fase di analisi delle diverse realtà in cui è calato. Il caso studio è rappresentato dal comune di San Bartolomeo in Galdo. L’analisi dei caratteri urbani permette l’astrazione delle misure, delle forme e delle tipologie ricorrenti ai fini di una

progettazione in armonia con le preesistenze. Attraversando il centro abitato si può notare la differenza di spazi e proporzioni, di densità edilizia, le morfologie predominanti, la distribuzione degli elementi emergenti, il rapporto tra strada, cortina edilizia e paesaggio. Il centro abitato si sviluppa lungo il crinale della collina. È possibile adeguare questo sistema alle necessità contemporanee individuando punti e tracciati per la definizione della trama e dell’ordito lineare come polarità per una trasformazione d’uso adeguata alla contemporaneità.

TESI DI LAUREA relatore: prof. arch. Roberto Serino_studente: Giandonato Reino_a.a. 2016/2017


Si individuano così 4 aree d’intervento: - L’area #1 rappresenta la zona periferica del comune. Il quartiere denominato Ianziti è adiacente alla zona industriale ed è collocato ai confini del centro abitato. Esso ha carattere residenziale. - L’area #2 è quella della villa comunale. Gli elementi che la connotano sono la strada, i larghi marciapiedi ritmati da ippocastani e la presenza di verde pubblico attrezzato. Il mercato domenicale è l’unico elemento che temporaneamente dona unità a città consolidata e periferia.


- L’area #3 si sviluppa tra due cortine edilizie. La sezione stradale, sovradimensionata rispetto al traffico veicolare, è caratterizzata da ampi marciapiedi, la cui superficie è però utilizzata come parcheggio. In questo spazio durante la festa patronale si inscenano le manifestazioni principali. - L’area #4 racchiude il nucleo originario del comune. La densità edilizia è molto elevata ed è costituita da insule abitative su due livelli: il livello sulla strada era originariamente dedicato a depositi e stalle; il secondo livello, accessibile da una scala esterna, è lo spazio abitativo.


















MITREO

Infine si è voluto tentare un esperimento: riappropriarsi di uno spazio abbandonato nel centro storico. Il vicolo è caratterizzato, come tante altre vie del borgo, da una stretta scalinata fiancheggiata da una fitta cortina di case. Il rudere scelto, dal tetto pericolante, è infestato da piante selvatiche. L’obiettivo è quello di trasformarlo in un piccolo spazio pubblico. Una volta individuato, si riconosce chiaramente la misura degli spazi, che è strettamente legata alle proporzioni delle pietre tagliate anticamente.

studio di queste proporzioni si delinea il progetto di una passerella in legno che percorre uno spazio a cielo aperto, un’aula inquadrata dalle travi a vista e delimitata da mura portanti. La passerella conduce ad una piattaforma con ai lati delle sedute. La modularità degli elementi lignei è in stretta relazione con le proporzioni della preesistenza, segue la giacitura e l’interasse delle travi, il ritmo delle pietre e dei mattoni. Dallo

https://vimeo. com/201856890






Le rampe del Salvatore

LO SPAZIO GALLERIA DELLA FEDERICO II

L’edificio/rampa si sviluppa su tre livelli attraverso infilate di cellule di circa 4mx4m. Non tutti i livelli hanno connessione diretta. Il primo obiettivo è quindi l’integrazione di questi locali con l’apertura di alcuni varchi e mettere in comunicazione diretta l’edificio/ rampa con il complesso di Mezzocannone. L’edificio/rampa diventa così un nuovo accesso al sistema museale annettendo ad esso una serie di spazi e servizi utili. Gli interni vengono rigenerati affinché le qualità intrinseche dell’edificio siano risaltate: con la sua sequenza di stanze infilate lungo corridoi e

gallerie interratee poste su più livelli si determina un percorso che tiene insieme una sequenza di atmosfere ed eterotopie. Ogni elemento di arredo e di rivestimento collabora in questo senso, così le trame della pavimentazione e il movimento delle pareti quando incontrano i nuovi varchi. Le rampe del Salvatore diventano così non solo una strada da attraversare, ma anche uno spazio pubblico in cui stare: una piazza che si sviluppa su diverse quote e che presenta diversi livelli di fruizione.

TESI DEL MASTER DI II LIVELLO_PROGETTAZIONE D’ECCELLENZA PER LA CITTÀ STORICA relatore: prof. arch. Ferruccio Izzo_studente: Giandonato Reino_a.a. 2017/2018


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Area d’intervento: rampe del Salvatore


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Pianta livello 2: le rampe e il cortile del Salvatore | scala 1:200

Sezione 3: rampe e connessioni verticali | scala 1:200


1. Pavimentazione rampe del Salvatore: blocchi di basolato in squadrature varie, altezza media 30cm; strato di ghiaia drenante 8cm; massetto delle pendenze (pendenza del 2%); guaina bituminosa. 2. Canale di raccolta e scolo delle acque piovane in blocchi prefabbricati in c.a. 30x30x150cm; copertura canale in blocchi

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prefabbricati in c.a. 45x12x150cm. 3. Cornice finestra in pietra Santafiora venata toscana 120x60 mm. 4. Finestra apribile a vasistas con infisso in alluminio e vetrocamera 6.5/16/6.5mm. 5. Mensola in piperno (preesistente) 6. Cornice porta d’ingresso in pietra Santafiora venata toscana 240x60mm sui lati lunghi

240x120mm sul lato di testa. 7. Porta scorrevole in vetro 120mm con attacco e binario sul lato superiore. 8. Porta scorrevole in legno con rivestimento in alluminio anodizzato, attacco e binario sul lato superiore. 9. Rivestimento parete in pannelli in frassino 120x4cm

10. Pavimento in c.a. gettato in opera con inserti di frammenti in marmo (ricavato dalla demolizione nell’area di S. Marcellino) squadrati in frammenti di circa 120 x 60mm 11. Rivestimento parete con lamina in alluminio lucidato , altezza 120cm

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Sezione 1: ingresso caffè letterario | scala 1:20

Ingresso caffè letterario | scala 1:20

Sezione D-D’: sequenza di stanze su più livelli, caffè letterario | scala 1:50


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2° livello caffè letterario: il caffè e la sala espositiva|scala 1:50

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Sezione C-C’: dalle rampe alla corte del Salvatore | scala 1:50



Fernand Pouillon. Costruzione_città_paesaggio COSTRUZIONE DI MODELLI IN LEGNO IN SCALA 1:50

Questa mostra sull’opera di Fernand Pouillon (1912-1986) intende mettere a fuoco lo stretto rapporto tra architettura, città e paesaggio, con una speciale considerazione alla serrata relazione tra i caratteri architettonici della costruzione e le forme urbane delle edificazioni. La mostra si rivolge al più vasto pubblico, a quello delle scuole di architettura e ai centri di ricerca e archivi del progetto e della costruzione, alla comunità degli interessati e dei ricercatori che contribuiscono alla discussione e agli studi attorno all’opera di Pouillon.

Proprio per il suo carattere di proposta e di ricerca questa mostra è “itinerante” e avrà come prima sede espositiva palazzo Gravina a Napoli. In seguito la mostra potrebbe viaggiare in Francia ed essere esposta a Marsiglia, Lione e Parigi. Al suo rientro in Italia sarà allestita dapprima alla Galleria del Progetto della scuola AUIC del Politecnico di Milano, in seguito a Venezia, Firenze, Cesena, Bari. Il mio contributo è consistito nella produzione di diversi modelli in legno di stralci in scala al 50 di opere selezionate dell’autore.

COSTRUZIONE DI MODELLI IN LEGNO (SCALA 1:50) modelli di Gianluca Palmiero e Giandonato Reino; fotografie di Federico Passaro







CHIASMO

UNA RICERCA SULLA SCULA NAPOLETANA D’ARCHITETTURA

Noi, un gruppo di (ex) studenti della Facoltà di Napoli, con l’obiettivo di ricercare il senso della scuola napoletana, proponiamo una riflessione sui maestri e sulle opere che l’hanno interessata; questa ricerca si fonda sulla necessità di trovare i caratteri comuni nella multiforme realà architettonica partenopea. L’intento è quello di approfondire le questioni aperte, intese quali frammenti di una comune sensibilità rispetto ail’esperienza architettonica italiana, cercando di ricostruirne i nessi, senza vincolarci ad un

approccio storiografico né stilistico. I frammenti criticamente interpretati diventano spunti di approfondimento su tematiche di architettura, rivolti a tutti gli studenti e gli studiosi interessati a ritrovare una base di comune appartenenza da cui poter attingere per la propria esperienza. La rivista viene distribuita gratuitamente presso le Biblioteche di area architettura e negli spazi comuni del Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Napoli Federico II.

PROGETTO EDITORIALE

Editors: Manuela Antoniciello, Guglielmo Avallone, Fabio Cappello, Gennaro Di Costanzo, Giandonato Reino, Daria Verde


opuscofoglio indipendente di architettura partenopea

gennaio 2016

n.1 a

L’immortale

(brano tratto da: Jorge Luis Borges, L’Aleph, Feltrinelli, 1961)

Ignoro se credetti mai alla Città degl’Immortali: penso che allora mi bastasse il compito di cercarla. […] Sentii nel petto un palpito doloroso, sentii che la sete mi ardeva. Mi sporsi e gridai debolmente. Ai piedi della montagna scorreva senza rumore un ruscello impuro, ostacolato da pietre e arena; sulla riva opposta splendeva (agli ultimi o ai primi raggi del sole), svelata, la Città degli Immortali. Alzai gli occhi offuscati: in alto, vertiginoso, vidi un cerchio di cielo cosí azzurro da parvermi di porpora. Gradini di metallo scalavano il muro. La stanchezza mi abbatteva, ma salii, fermandomi a volte per singhiozzare di felicità. Scorgevo capitelli e astragali, frontoni triangolari e volte, confuse pompe del granito e del marmo. Cosí mi fu dato ascendere dalla cieca regione di neri labirinti intrecciantisi alla risplendente Città. Emersi in una specie di breve piazza; anzi, di cortile. Lo circondava un solo edificio di forma irregolare e d’altezza variabile; a quell’edificio eterogeneo appartenevano le diverse cupole e colonne. Prima d’ogni particolare di quel monumento incredibile, mi stupì l’antichità della sua costruzione. Sentii ch’era anteriore agli uomini, anteriore alla terra. L’evidente antichità (benché in qualche modo terribile per gli occhi) mi parve adeguata al lavoro d’artefici immortali. Cautamente al principio, poi con indifferenza, infine con disperazione, errai per scale e pavimenti dell’inestricabile palazzo. (In seguito comprovai che l’estensione e l’altezza dei gradini erano incostanti, fatto che spiegava la singolare stanchezza che mi produssero). Questo palazzo è opera degli dèi, pensai in un primo momento. Esplorai gl’inabitati recinti e corressi: Gli dèi che lo edificarono son morti. Notai le sue stranezze e dissi: Gli dèi che l’edificarono erano pazzi. Lo dissi, ricordo, con un’incomprensibile riprovazione ch’era quasi rimorso, con piú orrore intellettuale che paura sensibile. All’impressione di enorme antichità altre si aggiunsero: quella dell’interminabile, quella dell’atroce, quella d’una complessità insensata. Avevo percorso un labirinto, ma la nitida Città degl’Immortali

m’impaurì e ripugnò. Un labirinto è un edificio costruito per confondere gli uomini; la sua architettura, ricca di simmetrie, è subordinata a tale fine. Nel palazzo che imperfettamente esplorai, l’architettura mancava di ogni fine. Abbondavano il corridoio senza sbocco, l’alta finestra irraggiungibile, la vistosa porta che s’apriva su una cella o su un pozzo, le incredibili scale rovesciate, coi gradini e la balaustra all’ingiù. Altre aereamente aderenti al fianco d’un muro monumentale, morivano senzagiungere ad alcun luogo, dopo due o tre giri, nelle tenebre superiori delle cupole. Ignoro se tutti gli esempi che ho enumerati siano letterali; so che per molti anni infestarono i miei incubi; non posso sapere ormai se un certo particolare è una trascrizione della realtà o delle forme che turbarono le mie notti. Questa Città (pensai) è cosí orribile che il suo solo esistere e perdurare, sia pure al centro di un deserto segreto, contamina il passato e il futuro e in qualche modo coinvolge gli astri. Finché durerà, nessuno al mondo potrà essere prode o felice. Non voglio descriverla; un caos di parole eterogenee, un corpo di tigre o di toro, nel quale pullulassero mostruosamente, uniti e odiandosi, denti, organi e teste, possono, forse, essere immagini che le si approssimano. […] Il pensiero piú fugace obbedisce a un disegno invisibile e può coronare, o inaugurare, una forma segreta. So che alcuni operavano il male affinché nei secoli futuri ne derivasse il bene, o ne fosse derivato in quelli passati... Visti in tal modo, tutti i nostri atti sono giusti, ma sono anche indifferenti. Non esistono meriti morali o intellettuali. Omero compose l’Odissea; dato un tempo infinito, con infinite circostanze e mutamenti, l’impossibile è non comporre, almeno una volta, l’Odissea. Nessuno è qualcuno, un solo uomo immortale è tutti gli uomini.

Chiasmo è un quindicinale gratuito. Il suo scopo è quello di promuovere e diffondere, senza vincoli storiografici e stilistici, la scuola napoletana di architettura. Lo stampato, distribuito gratuitamente, non ha fini di lucro. redazione Manuela Antoniciello Guglielmo Avallone Fabio Cappello Gennaro Di Costanzo Giandonato Reino Daria Verde collaboratori Adriana Bernieri Maria Lucia Di Costanzo Casimiro Martucci email redazionechiasmo@gmail.com facebook chiasmo tumblr chiasmo-opuscofoglio grafica Lorenzo Granata Alessandro Piacente

Stampato su carta usomano 80 gr/m2 e successivamente fotocopiato in serie limitata.


opuscofoglio indipendente di architettura partenopea

marzo 2016

n.3 a

La Decorazione nelle opere di Stefania Filo Speziale. Tre note sul principio di decoro

1 Il perché della decorazione La parola “silhouette” deriva da Monsieur Etienne Silhouette. Questi, nato a Limoges nel 1709, fu consigliere al Parlamento di Metz, commissario regio presso la Compagnia delle Indie e Controllore delle Finanze. Scrisse Idea generale del dovere e della morale dei cinesi, Viaggio in Francia ecc., cadde in discredito – credo per la sua esosità -, fu messo in ridicolo con caricature a semplice contorno, in voga a quei tempi; donde nella lingua francese l’uso per antonomasia della parola “silhouette” per quei tipi di disegni. […] Le metamorfosi delle parole trascinano talvolta traslati di concetti i quali non si possono riportare agli originali se non mediante un’illazione, una saldatura, e ciò avviene anche per certe parole le quali apparentemente conservano la stessa forma. […] Prendiamo il timpano delle finestre. Si riscontra ancora la sua forma elementare in certe costruzioni rurali, dove due pietre sovrapposte e formanti vertice hanno lo scopo evidente di proteggere dalle intemperie. L’elemento timpano trovasi anche nell’architettura colta in forme che hanno accento decorativo diverso, ma in fondo la stessa motivazione, in forme cioè che, pur rappresentando il gusto di un artista o di un’epoca, servono tuttavia a quello scopo per il quale l’elemento fu concepito in origine. […] Ma esiste anche una linea storica formale, che prescindendo dalla funzione, è suscettibile di sviluppo, partendo non più dal timpano come elemento costruttivo, ma solo considerando il suo aspetto plastico. […] Che dire dei timpani dipinti sulle facciate o di quelli scolpiti all’interno dei saloni? Come si vede siamo spesso di fronte a una sequenza di forme concatenate l’una all’altra dal solo richiamo di certe apparenze esteriori dove il concetto iniziale si riduce ad un’astrazione completamente irrazionale. 2 I tipi della decorazione Per tutte le forme che si pongono l’obiettivo di essere rappresentative, il decoro diviene un principio necessario. Nella voce “Decorazione” del Dizionario storico di Architettura AntoineChrysostome Quatremère de Quincy distingue chiaramente l’aspetto positivo e necessario

del principio da quello negativo e superfluo. Possiamo distinguere in questa divisione la distinzione fra decorazione e ornamento. […] La decorazione, per Quatremère de Quincy, può essere di tre tipi: ornamentale, analogica, allegorica. La prima prende spunto dall’istinto propriamente umano di varietà. Si tratta di una decorazione non necessaria, che si configura come un sistema formale secondario il quale stabilisce una sua relazione con l’architettura […] Il secondo tipo si può definire analogica. Ma l’analogia si può applicare a diversi sistemi di riferimento: alla natura, prevalentemente, ma anche, alla costruzione. La decorazione si applica in analogia con la costruzione. Il sistema costruttivo si fa descrivere attraverso la decorazione che diviene didascalica della costruzione e conferisce senso e carattere ai suoi elementi. Vi è infine un terzo tipo di decorazione, quella allegorica. Il caso cioè in cui la decorazione prende il senso di iscrizione. […] Una specie di grande didascalia applicata all’edificio che ci consente di sottolinearne il carattere. 3 Decorazione e continuità L’architettura moderna è stata nemica della decorazione, ma questa, in quanto componente ineliminabile dell’architettura, non è certo scomparsa. Si è riproposta in forma astratta nel Bar Aubette di Theo Van Doesburg, sotto forma di campiture geometriche risolte in complessi pattern cromatici; in inserti parietali o incisioni sul cemento come in Le Corbusier; nell’uso di paramenti marmorei finemente disegnati, come nella Casa della Scherma di Luigi Moretti o nel Palazzo dei Congressi di Adalberto Libera; nell’impiego notturno di luci colorate nelle guglie fiammeggianti dei grattacieli di New York; nel trattamento di alcune superfici tramite complesse tessiture cromatiche, come nel Museo di Groningen di Alessandro Mendini.

1. E.N. Rogers, Esperienza dell’architettura, Einaudi, 1958 2. A. Monestiroli, La metopa e il triglifo, Laterza, 2002 3. F. Purini, Comporre l’architettura, Laterza, 2000

Chiasmo è un quindicinale gratuito. Il suo scopo è quello di promuovere e diffondere, senza vincoli storiografici e stilistici, la scuola napoletana di architettura. Lo stampato, distribuito gratuitamente, non ha fini di lucro. redazione Manuela Antoniciello Guglielmo Avallone Fabio Cappello Gennaro Di Costanzo Giandonato Reino Daria Verde email redazionechiasmo@gmail.com facebook chiasmo tumblr chiasmo-opuscofoglio grafica Lorenzo Granata Alessandro Piacente

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Altri progetti

DESIGN, FOTOGRAFIA, MODELLI E RENDER

Di seguito una serie di lavori commissionati da studi di architettura, privati e progetti relativi a concorsi svolti durante il percorso di studi universitari. - La Carta vincente: concorso di idee per un cassonetto della raccolta differenziata di carta e cartone indetto dall’Università degli studi di Napoli Federico II in collaborazione con ASIA

(progetto vincitore). - Rilievo fotografico delle opere di Ferdinando Sanfelice e della sua scuola a Napoli commissionata dall’architetto Alfonso Gambardella. - Modelli in cartone pressato eseguiti durante il Master di II livello: progettazione di eccellenza per la città storica - Render realizzati per studi privati e lavori personali.

PROGETTO EDITORIALE

Editors: Manuela Antoniciello, Guglielmo Avallone, Fabio Cappello, Gennaro Di Costanzo, Giandonato Reino, Daria Verde


DESIGN

LA CARTA VINCENTE (CONCORSO DI IDEE)

Progetto di: Emanuele Cicatiello, Eugenio Cocca, Corrado Coppola, Giandonato Reino


FOTOGRAFIA

PROGETTI FOTOGRAFICI

EXPO 2015, Padiglione Russia; Giandonato Reino


MODELLI

MODELLO IN CARTONE PRESSATO

Eseguito da: Giandonato Reino, Fan Zhang


RENDER

RENDER E FOTOINSERIMENTI

Giandonato Reino; committente: arch. Luigi Calabrese



Pubblicazioni

G. Reino, Archi_Cuba in 40 scatti, in «LAB2.0», n° 0, maggio 2014, pp 49-51. [ISSN 23850884] https://issuu.com/lab2dot0/docs/lab2.0__00 G. Reino, Per una “Bellezza democratica”. Intervista a Cherubino Gambardella, in «Daily STORM», 21 Luglio 2014. [ISSN 2385-0884] http://dailystorm.it/2014/07/21/per-bellezza-democratica-intervista-cherubino-gambardella/ G. Reino, Memoria e tradimento nei luoghi dell’abbandono. Intervista a Beniamino Servino, in «Daily STORM», 28 Luglio 2014. [ISSN 2385-0884] http://dailystorm.it/2014/07/28/memoria-tradimento-luoghi-dellabbandono-intervista-beniamino-servino/ G. Reino, Intervista a Roberto Serino, l’architetto che dà voce alla materia, in «Daily STORM» 5 Febbraio 2015. [ISSN 2385-0884] http://dailystorm.it/2015/02/02/intervista-roberto-serino-larchitetto-che-da-voce-alla-materia/ G. Reino, Supernapoli, utopia democratica o futuro ammissibile per le nostre città?, in «LAB2.0», n° 6, marzo 2015, pp 28-31. [ISSN 2385-0884] http://www.lab2dot0.com/supernapoli-utopia-democratica-o-futuro-ammissibile-per-le-nostre-citta/ G. Reino, Strutture lignee complesse delimitano lo spazio: Intervista a Sergio Pone, in «LAB2.0», n° 9, aprile 2015, pp. 48-53. [ISSN 2385-0884] https://issuu.com/lab2dot0/docs/lab2.0_magazine__09 G. Reino, “Lot-Ek”, e il container diventò architettura, in «Daily STORM», 17 Agosto 2015. [ISSN 2385-0884] http://dailystorm.it/2015/08/17/lot-ek-e-il-container-divento-architettura/ G. Reino, Pozzallo apre le porte al Mediterraneo, in «LAB2.0», n° 13, Settembre 2015, pp. 38-41. [ISSN 2385-0884] https://issuu.com/lab2dot0/docs/lab2.0_magazine__13 G. Reino, D.Verde, Nuovi luoghi per la meditazione, n «LAB2.0», n° 18, Settembre 2016, pp. 34-39. [ISSN 2385-0884] https://issuu.com/lab2dot0/docs/lab2.0_magazine__18/3

Fernand Pouillon. Costruzione, città, paesaggio, a cura di F. Patrono, M. Russo, C. Sansò, CLEAN, Napoli 2018. [ISBN 978-88-8497-668-0]


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