Gianluca Vivacqua
MAGNA GRECIA
§1. Avventurieri in cerca di nuovi orizzonti, mercanti e contadini che volevano trovare nuove opportunità di ricchezza, uomini oppressi dalla mancanza di diritti politici: sono questi i protagonisti della II colonizzazione greca (VIII-V secolo .C.,), che diede origine alla Magna Grecia. L’arco di tempo, molto lungo, è quello che va dall’affermarsi delle tirannidi agli albori della guerra del Peloponneso, che portò alla dissoluzione definitiva della Grecia classica. La prima colonizzazione (IX sec.) era iniziata su basi completamente diverse: al tramonto della potenza micenea, la pressione violenta del popolo che stava invadendo la penisola ellenica (i Dori) costrinse alcuni dei preesistenti, quelli che a loro volta avevano scalzato i Pelasgi autoctoni, e cioè Ioni ed Eoli, a migrare in parte sulle coste della vicina Asia Minore (ma ad essi si aggiunsero presto gli stessi Dori). In entrambi i casi, comunque, la conseguenza fu la stessa: e cioè l’estensione geopolitica del mondo greco. LA MAGNA GRECIA §2. Magna Graecia è la traslitterazione latina del greco Megale Hellas, denominazione che compare nelle fonti a partire dal III sec. a.C. Una Grecia parallela a quella vera, nella quale ben presto vennero a riprodursi in piccola scala (o in grande scala, se si preferisce) le rivalità acerrime tra le varie città-stato. Gli Achei, componente fondamentale della civiltà micenea, che non avevano partecipato alla I colonizzazione, furono invece molto attivi nella seconda. In particolare sono città di origine achea: Crotone (Kroton), Sibari (Sybaris) e Caulonia (Kaulon) in Calabria; Metaponto in Basilicata.
Tutte queste città, ad eccezione di Metaponto, sono state fondate nell’VIII secolo, lo stesso della nascita di Roma. Metaponto risale invece al VII secolo. Pare che sia stata Sibari a richiedere alla madrepatria (l’Acaia) un insediamento strategico per difenderla a nord dalle mire di Taranto. §3. Sibari, entrata presto nella leggenda per la sua proverbiale ricchezza e floridezza e per uno stile di vita lussuosissimo, fu forse la prima vittima illustre delle grandi rivalità interne alle poleis magno greche. Alleata con Crotone per distruggere l’opulenta Siri, altra città della Lucania non distante da Metaponto, e per spartirsene il territorio, finì poi annientata proprio dai Crotoniati. Al culmine della sua potenza, Sibari diede vita a Poseidonia (poi Paestum) nel VII secolo. In realtà sembra che suia stata una minoranza della popolazione sibaritica, di origine dorica, a fondare la città dopo essere stata scacciata dalla maggioranza achea. Dopo il suo crollo (VI secolo), superstiti di Sibari fondarono Laos, sulla costa calabra opposta (la città era ubicata infatti non lontano da Scalea, più in particolare nei pressi di Santa Maria del Cedro), e Skidros, che si trovava tra Laos e Pyxous (Policastro Bussentino): per alcuni si tratterebbe di Sapri. Il tentativo ateniese di far rinascere Sibari, grazie alla colonia panellenica di Thuri (V sec.), non ebbe un effettivo successo; i tempi e gli equilibri territoriali, ormai, erano mutati. Quanto a Crotone, ebbe sue subcolonie in Skilletion (Squillace) e in Terina (Nocera Terinese), entrambe sorte nel VI secolo.
§4. Altro popolo attivissimo nell’edificazione di una Grecia a ovest di quella originale furono gli Eubei della città di Calcide. Di origine calcidese, infatti, sono tre importanti capoluoghi tra la Calabria e la Sicilia: parliamo di Reggio Calabria (Rhegion) e, al di là dello Stretto, di Messina (Zancle, poi Messana) e Catania (Katane). Ma questo è soltanto il 5% della loro opera colonizzatrice: solo per fermarci in Sicilia, sono di origine calcidese anche Giarre (Kallipolis, da non confondere con l’omonima città pugliese che, pur avendo nome greco, è in realtà di origine messapica), Lentini (Leontinoi) e Naxos (Giardini-Naxos), località non distante da Tauromenion (Taormina, città di origine sicula). Di sicuro i calcidesi furono pionieri della colonizzazione greca in Sicilia (l’origine di tutte le città che abbiamo elencato risale all’VIII secolo), ma lo furono anche per quello che riguarda l’intera colonizzazione greca in Italia meridionale. Calcidese è, infatti, anche il primo insediamento a Pitecusa (Ischia), ritenuto il più antico di tutta la Magna Grecia (775 a.C.). E calcidese è anche il più antico caso di compartecipazione in una fondazione coloniale: parliamo di Cuma (Kyme), fondata insieme a gruppi di abitanti di Cuma eolica, subcolonia calcidese in Asia Minore. Abitanti di Cuma, sempre nell’VIII secolo, avrebbero dato vita a Parthenope, primo nucleo di Neapolis (Napoli), sorta nel V secolo (470 a.C.) allorché ai Cumani si aggiunsero gruppi di Siracusani. Sul fronte delle sub colonie, in ambito calcidese va ricordata anche l’attività di Messina, che diede vita nell’VIII secolo a Myle (Milazzo) e nel VI a Imera (Termini Imerese, oggi in provincia di Palermo), e quella di Reggio, che nel V secolo
fondò Pyxous (Policastro Bussentino), e, molto più vicina a sé, Scilla (Scyllaeum). §5. Altro caso di compartecipazione in una fondazione coloniale è quello di Gela (Ghelas), fondata insieme, nel VII secolo, da Cretesi e Rodiesi. Gela a sua volta fondò, nel VI secolo, Agrigento (Akragas), a cui si deve l’origine di Licata (Phintias), fondata nel 282 a.C. §6. Unica città corinzia della Magna Grecia fu la potentissima Siracusa (Syracusai), capace di tener testa ad Atene nel momento più critico della guerra del Peloponneso. La sua fondazione è fatta risalire all’VIII secolo (733 a.C.). Neppure i Siracusani si esimerono dal fondare subcolonie: quattro piccoli centri nella Sicilia meridionale, di poca importanza. Oggi sono località tranquille: si tratta di Santa Croce Camerina (Camarina), Palazzolo Acreide (Akrai), Chiaramonte Gulfi (Akrillai) e di Monte Casale (Casmene). Per quanto riguarda le fondazioni, Casmene e Akrai risalgono al VII secolo, Camarina e Akrillai al VI. §7. Sempre in Sicilia, nei pressi dell’attuale Augusta, i Megaresi fondarono nell’VIII secolo Megara Hyblaia. Sua subcolonia fu Selinunte (VII secolo), non distante dall’attuale Castelvetrano. Selinunte a sua volta diede vita nel VI secolo ad Heraclea Minoa (oggi Cattolica Eraclea). §8. Altro unicum nel panorama magno greco è quello dei Locresi: non si sa se fossero Ozolii od Opunzi, quel che è certo è che in Calabria diedero vita nel VII secolo a Locri Epizefiri, famosa nell’antichità per il legislatore Zaleuco.
Un secolo dopo, i Locresi avrebbero fondato, sulla sponda opposta, Medma (generalmente identificata con Rosarno) e Hipponion (la futura Vibo Valentia). §9. Un gruppo di Spartiati caduti in disgrazia e privati della cittadinanza (i Parteni), diedero origine a Taranto (Tarentum) proprio alla fine dell’VIII secolo. Taranto divenne famosa per la vocatio Tarentina, l’inclinazione dei suoi strateghi a chiedere aiuto a sovrani stranieri per risolvere i suoi conflitti con altre città magno greche e poi, anche, con Roma. Questa vocatio tornerà a riaffacciarsi prepotentemente nella penisola allorché essa si troverà ad essere divisa in tanti stati e staterelli, tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna. §10. Ai Focesi si deve la nascita di Elea (poi Velia, nei pressi dell’attuale Ascea) nel VI secolo. Elea è nota per essere stata la patria del filosofo Parmenide. Non molto lontano da Elea, e sempre nello stesso secolo, profughi di Samo fondarono Dicearchia (poi Puteolis, oggi Pozzuoli). §11. In Lucania, oltre a Metaponto, che abbiamo detto essere fondazione achea, sorgeva anche Siris, fiorente città creata dagli Ioni di Colofone nell’VIII secolo. Il suo territorio, la Siritide, era uno dei più ubertosi della Magna Grecia, e proprio per questo finì col suscitare le invidie e le mire egemoniche di Sibari e Crotone. La città si trovava a metà strada tra Policoro e Rotondella. Dopo la sua distruzione (VI secolo), profughi di Siris diedero vita ai primi embrioni dei futuri abitati di Montalbano Jonico e Tursi. Un secolo dopo, a
5 km dal suo sito, sorse una colonia congiunta di tarantoni e turii, provenienti dalla colonia panellenica erede dell’antica Sibari: questo insediamento prese il nome di Heraclea ed è considerato il vero antenato di Policoro.