Hiram 2-2021, rivista quadrimestrale di studio del Grande Oriente d'Italia

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Sergio Bellezza

Ettore Ferrari e l’Umbria: tra arte, politica e Massoneria

I

l Risorgimento ci regalava un Paese territorialmente unito, ma variegato ed eterogeneo. Secoli di divisioni, esperienze e storia dissimili, la difformità del clima avevano plasmato qua e là per la Penisola usi e costumi diversi, cultura e mentalità differenti. A questi s’aggiungevano i dialetti, a volte l’un l’altro incomprensibili, a limitare ancor più comunicabilità e coesione tra una regione e l’altra. “Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani” sentenziava Massimo D’Azeglio; dopo l’unità politica andava ricercata un’identità nazionale, andava perseguita la cosiddetta “italianizzazione” del Paese, omogeneizzando sul piano giuridico ed organizzativo il territorio nazionale. Strumenti essenziali l’applicazione dello Statuto Albertino, il servizio di leva obbligatorio, l’istruzione scolastica, la

In questa e nelle successive pagine, le foto delle opere di Ettore Ferrar in Umbria sono state fornite dall’autore A destra: Le opere nel palazzo delle Poste a Norcia


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