Hiram 1-2020 Gen-Apr 2020

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Agostino Pendola

Il Rito Francese nelle prime Logge del Grande Oriente dopo l’Unità d’Italia

N

ei saggi che trattano la ricostruzione della massoneria italiana dopo l’Unità al rituale praticato viene data un’importanza secondaria; certamente viene ampiamente trattato il Supremo Consiglio Scozzese di Palermo, i suoi rapporti con Garibaldi e il movimento insurrezionale repubblicano; mentre per quanto riguarda il neonato Grande Oriente, viene in genere affermato che una parte delle logge praticavano il rito scozzese antico e accettato, altre il rito simbolico1. Anche in opere che sembrerebbero più attente all’aspetto rituale, in realtà come lavorassero i massoni nelle logge non è ben delineato. Ad esempio in un libro dedicato alla storia del rito simbolico italiano, di una decina di anni fa, l’autore si domanda «Nel suo verbale costitutivo il GOI faceva specifica menzione di adottare il Rito Francese. Ma cosa intendevano i Fratelli con Rito Francese?»2 L’autore nega che il significato della frase fosse di affermare la ritualità praticata in Francia dal 1786, in quanto «non esisteva una ritualità nazionale dei primi tre gradi massonici», e terminava affermando che «probabilmente con rito francese si

1

Su questa parte v. Fulvio Conti, Storia della massoneria italiana, Il Mulino, Bologna, 2003, pagg. 50 e segg.

2

Marco Novarino, Progresso e tradizione libero muratoria, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2007, pag. 15


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