Milano, 07/10/1993
Conferenza di
Giambattista Pagani
I 7 CHAKRA e l’antica preghiera del PADRE NOSTRO
NOTA PER IL LETTORE: questa conferenza può essere ASCOLTATA sul sito:
www.giambattistapagani.com
CONFERENZE
1993
Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato in questo volume se vorrà considerare che si tratta di insegnamento esclusivamente orale.
Testo, NON rivisto e NON coretto dall'autore, trascritto a due mani da «Mendoza & Stefano»
( … ) È un punto di riferimento fondamentale dal punto di vista teorico perché noi parliamo di questa preghiera del Padre Nostro come una preghiera che diventa fondamentalmente operativa, quindi è il modo con cui noi prendiamo contatto con la nostra struttura energetica e ci apriamo alla possibilità di realizzare noi stessi manifestandoci attraverso questa energia che la vita ci ha dato, di ciò che noi siamo, cioè realizzare, dare lo spazio perché si manifesti ciò che siamo. Ecco allora che la preghiera diventa non solo la preghiera con la quale facciamo un riferimento perché ci venga dato qualcosa, ma diventa la forma con cui noi diventiamo capaci di esprimere qualcosa, tenendo presente che se noi esprimiamo questa realtà, questa è la modalità con cui noi siamo più profondamente in sintonia con quel Dio cosmico nel cui spazio noi diciamo di muoverci, nel cui spazio noi diciamo di essere stati creati o di esistere. Ecco, tenete presente che la modalità, il vissuto della preghiera, non è un modo con cui, apparentemente qualcuno direbbe, «stai diventando, rivendicando quasi il diritto tu di essere Dio, autonomo, Padreterno tu che si stacca da Padreterno esterno, che si stacca dal cosmo», tutt'altro, tutto il contrario. Diventiamo una cellula viva in un cosmo vivo, invece di essere una cellula mezza morta in un cosmo vivo, invece di essere a metà, diventiamo cellule vive in una struttura di corpo globale vivo. Che senso ha tutto questo, quella preghiera che diventa struttura operativa? Allora dobbiamo fare un passo indietro, dobbiamo fare un passo molto semplice, che per qualcuno di voi sarà un riconfermare cose che sapete, per altri potrà essere l'elemento che permette di collocarci e capire il senso stesso della preghiera. Rapportandoci a questa struttura, la preghiera è una forma con cui noi manifestiamo noi stessi. Ma noi chi siamo da questo punto di vista? Perché se la preghiera è fatta di sette invocazioni, noi dovremmo essere fatti di sette dimensioni, dovremmo essere fatti di sette parti. Ecco allora, dove sono le sette parti di cui noi siamo fatti e a cui facciamo riferimento con le sette invocazione del Padre Nostro? Ve le riassumo in questa maniera perché è la maniera con cui poi possiamo diventare più concreti anche nel dare alcune precisazioni. Noi siamo fatti di una doppia parte, noi siamo fatti volutamente di quella che è la struttura duale. La dualità è una delle basi fondamentali del nostro modo di essere, la nostra mente in effetti, come sappiamo molto bene, funziona su un sistema duale, non ha il concetto di unità, ha il concetto di dualità, riesce a concretizzarsi nel concetto di dualità. È che noi siamo fatti in maniera duale. In quella dualità che qualcuno chiama uno Spirito e l'altra Materia, è la grande dualità che voi trovate anche su quelli che sono i libri dell'alchimia, dove si parla di queste forme di attuazione, di realizzazione di se stessi.
( … ) Ci hanno detto che Dio è trino, il principio della vita è trino e lo troviamo non solo nella cultura cristiana, ma anche in tutte le grandi culture. Quindi questo Dio trino che nella formulazione classica cristiana viene detto Padre, Figlio e Spirito Santo. Questa trinità noi la ritroviamo riprodotta dentro di noi in questa triplice parte che viene chiamata in svariate maniere. Noi potremmo dire Padre, Figlio e Spirito Santo secondo i criteri normali; viene chiamata spesso Volontà, Immaginazione e Nome. Nel Padre Nostro viene chiamata Volontà, Regno e Nome. Sono formulazioni diverse. Non è molto importante. In realtà è importante cogliere il concetto, il significato tenendo presente che dello Spirito o di Dio, giustamente, le grandi tradizioni come la tradizione ebraica, hanno sempre avuto molta ragione nel dire «noi di questo elemento possiamo dire poco o nulla», possiamo intuire com'è fatto, possiamo intuirne l'operatività, possiamo intuirne la maniera concreta con cui diventa operativa in noi, ecco perché usiamo termini che fanno parte della nostra esperienza esterna, quindi sono termini usati per analogia. Per spiegare bene questa trinità invece, io vi racconterei un esempio molto bello a cui fa riferimento, nel campo della riflessione esoterica, tutta la tradizione rosacrociana dell'esoterismo, dove per spiegare questa triplice struttura spirituale, fanno riferimento all'esperienza della proiezione di una diapositiva, dove voi per vedere un'immagine proiettata attraverso quella che è una diapositiva avete bisogno di tre elementi: - della struttura macchia di proiezione dominata, controllata, manipolata dall'operatore, il quale operatore sei tu che metti la macchina al punto giusto: operatore-macchina; - c'è la lampadina che viene accesa in questa struttura e che produce la luce che proiettata sullo schermo, la luce, se lasciata solamente luce è luce indifferenziata; - per vedere l'immagine sullo schermo tu devi inserire la diapositiva, che è quel filtro che collocato lì, e la luce viene differenziata dalla diapositiva e diventa luce che assume una forma sullo schermo ed allora tu puoi vedere qualcosa di concreto: un passaggio, una persona, un volto. Quindi hai questi tre elementi: - l'operatore-macchina, - la luce che è l'energia perché il tutto possa accadere, - e il modo con cui dai forma a quest'energia che è la diapositiva. Ecco, cogliete questi tre elementi operativi e rapportateli qua (nota: la trinità superiore): - l'operatore che colloca la macchina, REGNO - l'energia con cui tu puoi rendere manifesta l'opera dell'operatore - e la diapositiva che dà forma al tutto e che ti permette quindi di vedere la realtà che viene proiettata. Questo triplice modo di essere, è una realtà che dentro di noi non ha altra possibilità che
agire, attuare, rendersi visibile, rendersi operativa se non attraverso un punto che viene graficamente rappresentato qui come una strozzatura, proprio per questo, perché è proprio il punto dove tutta questa realtà deve arrivare lì e solo da lì può manifestare qualcosa che è la cosiddetta lente: la lente è come una struttura. Nell'esempio che facevo prima, quello che qua collochiamo come lente a livello operativo, nella macchina da proiezione che mi permette di vedere la diapositiva, individuarla con la lente della macchina. La lente che prende l'immagine della diapositiva, la capovolge e te la proietta sullo schermo, dove quindi diventa l'ultimo filtro che raccoglie tutto il risultato di questa opera e la rende visibile dall'altra parte dove tu la puoi vedere. Tutto questo ci servirà poi per capire poi determinate esperienze nostre . Questa è la trinità dello Spirito, è la trinità di Dio, è la trinità che è dentro di noi, concretizzata in forme energetiche ben precise. A questo punto il resto diventa l'altra parte di noi, quell'altra parte di noi dove la prima parte non è altro che la prima manifestazione della mente, quella che diventa la mente operativa in noi che è il?… … … Pensiero. È una struttura ben specifiche di esperienza. Il pensiero si ricollega poi, e qui poi le cose conoscete perfettamente, con tutto il sistema emotivo che è il cosiddetto corpo astrale di cui si parla (corpo astrale, viaggio astrale, eccetera…) dove l'astrale è un aspetto molto importante ed abbiamo poi quel terzo elemento che per noi è l'elemento fisico. A questo punto noi lo viviamo diviso in due: in quello di viene chiamato il corpo eterico e quello che poi è il corpo strettamente chimico, la struttura strettamente chimica, che sarebbe poi il corpo fisico. E quindi a questo punto, considerando il pensiero come l'elemento che fa da punto di passaggio di tutta la realtà interna a noi, noi ci ritroviamo con la triplicità della manifestazione più esterna, con il pensiero che fa da elemento di collegamento fra interno ed esterno, e quindi abbiamo questa struttura settenaria che ci compone. Abbiamo la trinità interna: mente-pensiero che fa da punto di passaggio collegamento; emotivo, eterico e chimico che sono le altre tre strutture ed è a questo schema settenario che dobbiamo far riferimento quando parliamo del Padre Nostro. Il Padre Nostro diventa la preghiera mediante la quale noi impariamo ad esprimere, nella maniera più piena corretta, queste sette strutture che ci compongono, che fanno riferimento quindi alle sette energie che ci compongono. Nei prossimi incontri vedremo anche i significati specifici di queste strutture energetiche, come si rapportano con la realtà esterna, che significato hanno soprattutto a livello operativo, quindi del perché un certo chakra è collegato con un certo tipo di significato, perché un certo chakra come un certo tipo di struttura energetica nostra si collega ad un certo tipo di vizio piuttosto che con un certo tipo di virtù, vedremo a livello operativo tutto questo. Qui noi dobbiamo collocare la struttura del Padre Nostro che è quella che poi
sperimenteremo tra poco. Da questo punto di vista quindi, tenete presente la collocazione di queste strutture in rapporto ai chakra, quindi, qui collocate questa struttura in senso lineare sui chakra del nostro corpo, quindi qui abbiamo: 1. 2. 3. 4.
Sahasrara; (sulla testa) qui abbiamo Ajna sulla fronte; qui abbiamo Vishudda sulla gola, qui abbiamo, mente-pensiero, Anahata sul cuore e sarà interessante vedere il concetto di quello che spesso abbiamo letto, "i pensieri del cuore", perché noi il pensiero in genere lo mettiamo nel cervello, perché il pensiero lo colleghiamo con il cervello mentre quindi abbiamo la struttura pensiero che si colloca sul cuore; 5. qui abbiamo l'astrale che si colloca in Manipura, sull'ombelico che è il grande centro della forza. Ecco tenete presente subito, l'emozione è il grande motore, la grande forza motrice dell'esperienza umana. Questo spiega perché quando gli orientali fallivano ciò che si proponevano, per esempio quelli che si uccidevano per aver fallito il proposito bellico di far fuori il nemico, eccetera, si facevano harakiri. E dove se la piazzano la spada per uccidersi? Andavano a colpire qui, in pancia, qui, in questo chakra per significare "è qui che ho fallito, nel mio punto di forza ho fallito l'obiettivo ed è lì che mi castigo e ed è lì il punto con il quale mi tolgo la vita, perché la mia forza non è bastata". È il punto della forza, perché è la forza motrice della nostra esperienza; 6. qui abbiamo Svadhisthana sul corpo eterico; 7. qui abbiamo Muladhara sul corpo chimico, sulla struttura chimica, dove noi collocheremo quindi, attraverso i chakra la struttura del Padre Nostro. Dal foglio che avete in mano notate che comunque il Padre Nostro non viene però collocato in senso lineare dall'alto verso il basso o dal basso verso l'alto, voi avete Padre Nostro con l'invocazione iniziale che diventa come fare il numero di telefono che ti collega con il principio della forza
Padre Nostro che sei nei cieli hai fatto il numero di telefono, sei in collegamento. Ecco perché la preghiera che noi utilizziamo è sempre un qualcosa che viviamo in collegamento con il principio cosmico, non è mai un isolamento da principio cosmico, non è mai un vivere la preghiera dentro di noi staccati dal principio dell'essere insieme. E poi non solo questo concetto, ma il Padre Nostro non ci permette di uscire da questo schema, perché lì quel NOSTRO non diventerà mai MIO, non sarà hai padre mio anche quando il Padre Nostro come abbiamo fatto l'altra volta, come faremo stasera, viene vissuto attraverso l'io, perché io divento il principio operativo, ma il punto di riferimento sarà sempre "nostro".
Il Padre Nostro non è collegato il senso lineare ma è collocato in senso dinamico, operativo. Voi avete quindi, dopo l'elemento iniziale, il Padre Nostro diviso in tre parti: una triplice invocazione iniziale, dopo di che c'è passaggio del
come in cielo così in terra e poi c'è la quadruplice invocazione, la 3 + 1 che parte sempre dal basso verso l'alto perché rappresenta il principio operativo, cioè quello che è possibile effettivamente fare, se noi vogliamo operare secondo questo sistema. Cioè quando noi vogliamo sperimentare la preghiera del Padre Nostro, nella triplicità delle invocazioni iniziali non potremo vivere per prima l'invocazione più in alto, lì approderemo dopo aver vissuto le altre due, ed ecco allora che il Padre Nostro, dopo l'invocazione, incomincerà a prendere in considerazione il Nome, poi il Regno, poi la Volontà; poi ti dirà di capovolgere la cosa, dall'alto di scendere verso il basso
come in cielo così in terra ( … ) e poi riparte ancora dal basso incominciando a prendere in considerazione 1. il pane che è qualcosa di strettamente legato alla struttura fisica, 2. poi il perdono che ci porterà a riflettere sui rapporti sociali, e c'è una ragione perché la struttura eterica è legata esattamente a questo 3. poi avremo l'invocazione che va a riguardare la tentazione, che riguarda effettivamente il corpo astrale 4. e poi avremo l'ultima invocazione che fa da ponte fra l'alto ed il basso, fra la triplicità superiore e, se vogliamo dire, la triplicità inferiore della nostra vocazione con la libertà dal male che è un qualcosa che è chiamato ad avvenire attraverso il cuore, che non è una questione cerebrale, è una questione di cuore, è una questione di centro, dove il cuore, lo notate, a questo punto diventa - non solo da un punto di vista di collocazione fisica, ma da un punto di vista di collocazione energetica - il centro dove l’alto ed il basso sono destinati ad incontrarsi, fondersi, secondo il principio dell'alchimia, sposarsi e ritrovare quella forma di armonia che ti permetta di manifestare te stesso nella forma più corretta e più equilibrata. E questo è lo schema dove noi saremo chiamati a muoverci. Quindi, sarà molto importante, in questi giorni, l'abitudine che noi dovremo acquisire, nel vissuto del Padre Nostro, di spostarci sui chakra in questa maniera dinamica, partendo dalla gola ed andando verso l'alto, partendo dal basso e tornando verso il cuore e tutto termina nel cuore. Termina in effetti qua dove, nel tuo spazio fisico umano, nel tuo spazio
di esperienza umana, il cuore è veramente il punto d'incontro fra Dio, rappresentato da tre chakra superiori e l'uomo, materia, rappresentato dai tre chakra inferiori: Spirito-Materia. Rimarrà da collocare, ma questo lo rimandiamo ad una prossima volta, l'elemento interessante di questi tre chakra superiori che dovrebbero essere collegabili e collegati con il principio spirituale, ma che operativamente nella nostra struttura umana prima di diventare elemento di espressione dello Spirito, dell'elemento spirituale che è in noi, e diventano prima di tutto la struttura di manifestazione della nostra individualità umana, cioè della psicologia umana. Ciò che vuoi, ciò che vedi, ciò che dici di te stesso, incominci a dirlo sulla base dei tuoi criteri umani, quello che tu senti di essere a livello umano prima di quello che sei e senti dal punto di vista divino. E lì c'è la sovrapposizione: i tre chakra superiori prima di diventare il veicolo della tua spiritualità sono il veicolo di quello che preso dalla tua materialità fai diventare l'aspetto della tua materia divinizzata, cioè è la parte di te che rendi divino. Penso di riuscire ad essere sufficientemente chiaro: quando un ateo nega Dio, cosa fa? Non fa altro che prendere una parte di sé e collocarla al posto di Dio, elimina qualunque riferimento esterno e ci colloca se stesso. Ed è quello che noi fondamentalmente facciamo a livello energetico in maniera naturale, prima di scoprire che là va collocato qualcun altro. Ma questo lo vedremo in maniera molto specifica in quello che accade nella dinamica della nostra esperienza. Ecco, teniamo presente lo schema. Avremo altre sei serate per approfondirlo, capirlo, capirne i collegamenti, capire tutto quello che possa essere interessante per noi da cogliere come elemento di esperienza. La finalità con cui faremo tutto questo, man mano che andremo avanti, è che il collegamento chakra - Padre Nostro diventa la forma di stimolazione, di riequilibrio e quindi di potenziamento energetico del chakra stesso, tenendo presente la consapevolezza, che andremo acquisendo poco a poco, è che attraverso il chakra e l'invocazione del Padre Nostro, sapremo dove collocare il significato di quello che stiamo facendo. Teniamo presente che ciò che noi riusciamo a fare con la massima creatività è perché ne siamo consapevoli, la mancanza di consapevolezza toglie creatività, toglie potere, toglie possibilità di indirizzare effettivamente le energie che tu esprimi, quindi al limite ti capita qualcosa, ma non sei tu che sei il creatore che crea quel qualcosa, che fa esistere un mondo attraverso la propria esperienza. E il valore dell'essere umano non è che a noi capiti qualcosa, il valore dell'essere umano e che noi siamo creatori che fanno esistere il
mondo. Ed ecco allora che la nostra responsabilità di fronte a noi stessi e di fronte al mondo non è la responsabilità la cui rivendicazione ci slegata da tutto il resto, ma anzi, ci fa essere, come dicevamo prima, cellule vive in un corpo vivo, dove allora sì il corpo può funzionare su un criterio di equilibrio più ampio. Quindi noi adesso non pretendiamo di capire tutto questo per quelli che sono i risvolti pratici, questo ci occuperà tutte le serate che abbiamo a nostra disposizione, però incominciamo ad avere questa, anche se vaga, consapevolezza che mano a mano noi andremo utilizzando le invocazioni per esprimere al massimo la nostra energia, ci stiamo collegando con queste sette strutture che ricordano proprio come noi siamo fatti, il chi siamo dal punto di vista energetico. Ecco teniamo presente, quando noi facciamo questo per cui c'è consapevolezza, c'è contatto con l'energia effettiva che è collegata a ciò che tu stai facendo e quindi c'è la formula del Padre Nostro come preghiera che permette a questa energia di avere il massimo della sua espressività creativa. A quel punto tu avrai nelle tue mani, che allora diventano le tue mani fisiche, quella carica energetica che è la grande carica energetica che posso sentire sulla mia testa, ma che si riflette subire immediatamente nelle mani. Ed ecco che le mani diventano elementi di guarigione, perché a quel punto le tue mani, come elemento fisico, diventano le mani con cui si benedice da sempre, ecco le mani che i padri imponevano, collocavano sulla testa del figlio prima di un viaggio come per trasmettere la forza che lo proteggesse durante il viaggio. Ecco che le mani diventano l'elemento operativo, creativo con cui tutto il campo energetico, che tu sviluppi e metti in moto, si concretizza con la possibilità di trasmettere quell'energia in senso curativo, in senso di trasformazione, in senso di appoggio, in senso di benedizione se vuoi, per trasmetterla a chiunque, o eventualmente per riciclarla dentro di te, se questo fosse il tuo obiettivo, o per poterla trasmettere a qualcun altro se questo fosse l'obiettivo che ti proponi. Però è chiaro che da questo punto di vista questo diventerà effettivamente un grande potere, una grande forza, se saremo proprio coscienti di quello che stiamo facendo, tenendo presente che questa coscienza ci mette a contatto con il principio spirituale a livello di massima operatività. Questo presuppone una grande purezza di intenzioni, perché se ti colleghi con questo principio spirituale che operativamente agisce in questa maniera, e la tua intenzione effettivamente esterna, il perché fai le cose che fai, la finalità con cui le fai non fosse estremamente pura, tu stesso starai mettendo filtri al sistema, ed allora ritorniamo all'esempio di prima, tu stesso starai collocando sporco sulla tua lente e dove quindi la lente, sporcata dalle tue intenzioni, che sono un fenomeno tuo prettamente mentale, impedirà, quello sporco, un corretto fluire dell'energia del tuo principio interiore. La diapositiva è perfetta, la luce è perfetta, la macchina e l'operatore sono perfetti, ma se la lente è sporca, o annerita, l'immagine esterna o non ce l'hai o ce l'hai distorta.
Ecco questa è l'elemento importante da capire nella nostra operatività, che noi la nostra vita ce la giochiamo qua, nella nostra mente. Questo è il punto: se la nostra lente non è pulita, tutta l'energia pulita, perché quella è pulita, non potrà mai manifestarsi per quello che è. Nel Padre Nostro questo viene detto chiaramente dicendo: quando hai detto le tre invocazioni iniziali, l'invocazione di passaggio dà un presupposto,, è come se dicesse: "questo nel cielo sta già accadendo, quello che manca è che possa accadere anche nella terra". Quando dici "come in cielo così in terra", implicitamente stai dicendo: nel cielo sta già accadendo, quello che manca e è che cada con la stessa purezza anche nella terra. Ed è il passaggio, ma dovremmo vedere bene cosa sta già accadendo, cos'è che c'è già, e cosa effettivamente noi possiamo portarci a far accadere anche nella parte che noi definiamo essere la nostra terra.