Il Mondo del Ciclismo 28 Maggio 2009 - On-Road

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STRADA â—? PISTA â—? MOUNTAIN BIKE â—? CICLOCROSS â—? MASTER â—? CICLOTURISMO â—? GRANFONDO â—? BMX

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DOPO I SEVERI ESAMI DI MONTE PETRANO E BLOCKHAUS DOMANI IL VESUVIO ATTENDE LA CAROVANA PER L’ULTIMO APPELLO PRIMA DELLA CRONOMETRO FINALE DI ROMA

INAUGURAZIONE Sabato scorso la cerimonia ufficiale per l’apertura del nuovo velodromo coperto di Montichiari

SETTIMANA DI FUOCO GIRO D’ITALIA DELLE PISTE

Alto livello tecnico e spettacolare nella prima tappa di ForlĂŹ

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PARALIMPICI Doppio record mondiale di Paolo Viganò (3 km e Km da fermo) a Manchester

CDM XCO A Madrid Fontana sfiora il podio Eva Lechner settima Absalon e Fullana superstar

CORSE STF • Lo sloveno Mark Dzamastagic firma l’internazionale juniores di Solighetto • A Peruffo la Parma-La Spezia 25-05-2009 14:52:22


PROFESSIONISTI 92° Giro d’Italia, dopo Monte Petrano e Block House resta solo il Vesuvio

il Mondo del Ciclismo n.22

di Massimo Rodi

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DUE INDIZI fanno una prova. Quella che Menchov è il favorito nella corsa alla vittoria finale del Giro. Le due occasioni perse, prima da Di Luca nella tappa di Bologna, poi da Basso il giorno dopo in quella di Faenza, danno al russo l’opportunità di affrontare la tappa monstre di Monte Petrano con la maglia rosa sulle spalle usando la tattica che più predilige: giocare in difesa e di rimessa, lasciando ai due italiani, e a Leipheimer, il compito di fare la corsa. Un risparmio di energie da spendere il giorno dopo sul Block House, se gli altri avranno ancora forza e lucidità per continuare la lotta. Insomma, all’indomani della seconda settimana di gara, la possibilità che Menchov possa portare la maglia rosa fino a Roma è forte. Una previsione che si fonda sull’autorità con la quale il russo ha vinto la crono delle Cinque Terre e sulla gestione delle due gare sunnominate. Il confronto tra LPR e Luquigas ha avuto come risultato ultimo quello di sfiancare entrambe le squadre, tutto a vantaggio della Rabobank che ha portato il suo leader a spendere davvero il minimo indispensabile come energie fisiche e mentali. Una volta stabilite le posizioni vincendo la crono di Riomaggiore, Menchov non ha fatto altro che muoversi di rimessa, giocando sulla possibilità che i suoi avversari, tra errori e tatticismi, potessero in qualche modo spianargli la strada. Quello che è successo ne è stato lo specchio fedele. Sulla tappa che si chiudeva a Bologna, sul colle di San Luca - dove lo scorso anno aveva maturato la vittoria nel Giro dell’Emilia - Danilo puntava quasi tutte le sue canches per annullare, o quasi, lo svantag-

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A quattro giorni dal verdetto di Roma Una sfida ancora aperta sul vulcano potrebbe dare alla cronometro finale il compito di decidere del vincitore tra Menchov, Leipheimer, Basso e Di Luca

DENIS MENCHOV (FOTO SIROTTI)

gio di 34” che lo separava da Menchov. Ma soprattutto voleva dare dimostrazione che la corsa poteva tornare saldamente nelle sua mani, perché superato l’ostacolo per lui più arcigno - la prova contro il tempo - quello che l’attendeva non era certo un percorso nemico e nella crono di Roma, anche questa potenzialmente un ostacolo, poteva dire la sua visto che il morale della

maglia rosa aiuta anche nelle situazioni più contrarie. La beffa è stata che per racimolare la miseria di 3” (peraltro solo su Basso e Leipheimer) la sua squadra si è dannata l’anima, ottendendo il risultato minimo con il massimo sforzo. Nell’inseguimento ai quattordici battistrada - una fuga partita dopo appena dodici chilometri, senza nessun uomo di classifica, situazio-

ne tattica ideale per la maglia rosa Menchov - le altre squadre lo hanno lasciato solo, scoprendosi, volenti o nolenti, tutti alleati di Menchov. Atteggiamento cinico, ma comprensibile. Riportare sotto Di Luca significava regalargli una vittoria in carrozza e preziosi secondi di abbuono, lui che con le due tappe vinte e col minuto già guadagnato, aveva messo solide fondamenta alla sua classifica. La tapp di Bologna, una volta sfuggitagli di mano, non poteva pretendere che gliela consegnassero gli altri. Però, l’eccesso di tatticismo alla fine non paga e spesso si rende pan per focaccia. L’attacco di Basso sul Casale ha trovato sponda solo in Garzelli, perché dopo il massacro del giorno precedente, Di Luca si è trovato con pochi fedeli al fianco e comunque per lui è valso lo stesso ragionamento che il giorno prima aveva messo la mordacchia al varesino e agli altri antagonisti. Con la maglia rosa che, ovviamente, ha avuto tutto il vantaggio di poter stare alla finestra. Il forcing di Basso ha dato frutti fino in cima al Trebbio, quando lui e Garzelli - mentre in testa in restavano solo Pauwels e Bertagnolli - con alcuni dei fuggitivi della prima ora, passavano con 2’16” di ritardo, dando a Di Luca, Menchov e Sastre (passati a 3’23”) un 1’07”. Ma mentre l’ammiraglia Cervelo dava lo stop a Pauwels - ai meno

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PROFESSIONISTI

GARZELLI E BASSO (FOTO SIROTTI)

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dell’Alpe di Siusi sarebbe lì a giocaserla, regalandoci un finale di Giro ancora più bello LE PROSSIME TAPPE - Oggi,

giovedì 28 maggio, dopo tanta montagna, arriva l’ultima occasione per i velocisti. I 182 km da Sulmona a Benevento

DI LUCA A PINEROLO (FOTO SIROTTI)

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15 il gruppo Basso-Garzelli e quello Di Luca-Menchov si ricongiungevano, a sancire la superiorità di Menchov e l’oggettiva difficoltà di scalzarlo dal vertice. La sua squadra nella tappa di Faenza ha gestito il controllo delle operazioni sfruttando anche l’operosità delle altre, LPR e Cervelo in testa. Però, farebbe male a sottovalutarne lo spirito di rivalsa. Perché, sia Sastre che Di Luca e Leipheimer non hanno la minima intenzione di ammainare bandiera e gli stessi Basso e Pellizotti hanno ancora frecce al loro arco. Da domani, fino a domenica, crono di Roma, si dovrà andare alla caccia di ogni più piccola debolezza di Menchov per provare a sovvertire un pronostico che, al momento attuale, lo vede vincente. E contare anche sul prezioso aiuto di gente audace, come il Bertagnolli di Faenza, che in assenza del suo capitano Simoni si è inventato un numero da fuoriclasse. E se c’è un rammarico, quello riguarda Stefano Garzelli: senza la crisi

sono quasi tutti pianeggianti, eccezion fatta per un paio di salitelle iniziali, Piano delle Conque Miglia e Rionero Sannitico. Poi, attraverso la piana del Matese, si arriva a Benevento, dove i ciclisti affronteranno un circuito finale. Venerdì 29, la tappa del Vesuvio. Se il Giro non è ancora deciso, può chiudersi definitivamente. Si parte da Avellino e - godendo del panorama mozzafiato della Penisola sorrentina, col GPM posto a Picco Sant’Angelo - si sale sul Vesuvio. Una salita lunga 13 km, i primi tre decisamente pedalabili, gli altri con una pendenza media costante tra il 10 e il 12%. Sabato 30, gli uomini classifica tireranno i remi in barca in attesa delle crono finale, sempre che qualche fiammella di alternanza al vertice sia ancora viva. Il percorso da Napoli ad Anagni - con strappo finale a 2 km da traguardo - lascia comunque qualche interessante opportunità a chi ha ancora energie da spendere, ma soprattutto a chi è a caccia di un giorno di gloria. Domenica il gran finale della crono di Roma, una tappa che ... vale il prezzo del biglietto. Una cronometro di 14,4 km nel cuore della Città Eterna, totalmente pianeggiante, all’infuori della piccola ascesa che, da via IV Novembre a via 24 Maggio, porta al Quirinale. Poi un circuito su lunghi rettilinei pianeggianti, alcuni dei quali pavimentati in porfido. Una crono a misura degli specialisti, e Menchov e subito dopo Leipheimer e Basso, sono certamente avvantaggiati rispetto a Di Luca. Chi vivrà, vedrà. Certo, per chiunque sia il vincitore, l’arrivo posto sotto il Colosseo e l’Arco di Costantino è quanto di più emblematico ci possa essere. Ritagliarsi un trionfo sulle stesse pietre calpestate millenni fa da altri condottieri è cosa da tramandare ai posteri.

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