www.gdl-easyplace.blogspot.com SABATO 18 LUGLIO 2009 ANNO 134 - N. 169
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La Luna di Oriana Lo Sputnik e l’Apollo 13 7,90 euro
La prima pagina del Corriere del 21 luglio ’69, gli scritti di Buzzati, Fallaci e Montale, un «trivial» di 20 quesiti «lunari» su un percorso fotografico.
più il prezzo del quotidiano
L’ordinanza della Moratti, prima in Italia, colpisce la vendita e il consumo
Il discorso
IL DOPPIO VOLTO DEL POTERE RUSSO
Milano vieta l’alcol agli under 16: multe di 450 euro, nota ai genitori
LE PAROLE «SCORRETTE» DI OBAMA AI NERI
Divieto di acquistare e consumare alcolici per chi ha meno di 16 anni. Milano è il primo Comune d’Italia a colpire non solo gli esercenti ma anche i minori e i genitori. ALLE PAGINE 2 e 3 Cutri, Soglio, Verga
di GIOVANNI BELARDELLI
A
Mosca, ora il potere presenta spesso un’immagine bifronte. Vladìmir Putin, capo del governo e già presidente, sembra manifestare concezioni diverse da quelle del neopresidente Dmitrij Medvèdev. Qualche osservatore scorge dissensi effettivi, altri suppongono un gioco delle parti. Ritorna la cremlinologia? Putin esprime l’agguerrito e a volte arrogante nazionalismo «granderusso» verso le nazioni già prigioniere dell’impero e le forze occidentali che le tutelano, in particolare gli Stati Uniti. All’interno della società che governa, tende a perpetuare la tradizione del vozhd autoritario. Medvèdev sembra incline a una diplomazia internazionale duttile, fino alla tanto discussa ipotesi d’un reset nei rapporti tra Washington e Mosca. Nella politica interna, sembra più tollerante verso i gruppi d’opposizione, ha concesso un’intervista persino alla dissidente Novaja Gazeta. E ora manifesta il massimo sdegno dinanzi all’assassinio in Cecenia di Natalja Estemirova, l’erede di Anna Politkovskaja nella difesa dei diritti umani e nell’opposizione agli abusi del potere: «Massimo castigo per i responsabili». Solo variabili ruoli? Ciort snaet, lo sa il diavolo. Rimane insuperata la difficoltà di comprendere le complessità della Russia, europea e asiatica, ortodossa e cirillica, sovietica e postsovietica, insieme con tutte le sue contraddizioni. In simili circostanze, viene anche rievocato lo storico «enigma» del secolo passato. L’Urss, già impero zarista, fu dominata per lungo tempo da Stalin, il despota nativo della Georgia, e poi da Krushev, nativo dell’Ucraina, due nazioni subalterne a Mosca nell’ambito dell’impero e solo dal 1991 indipendenti, oggi ostili anche a ogni residua influenza politica rus-
sa. Per assurdo nel 1989-91 doveva toccare in sorte a Gorbaciòv, russo di Stavropol, l’onere di subire la dissoluzione dell’Urss. E la serie delle contraddizioni doveva continuare. A proposito della recente cronaca russa, un tema che suggerisce innumerevoli studi e interrogativi è la serie di mutazioni del sistema economico. Prima il soffocante capitalismo di Stato, poi la parziale privatizzazione che anche oltre l’epoca travagliata di Eltsin malgrado il freno dispotico esercitato da Putin ha tollerato i molti «oligarchi» al controllo di colossali fortune, spesso dediti a fastose esibizioni di opulenza fra tanta residua penuria nella vita nazionale. Alcuni, fra i neocapitalisti, hanno subito processi e carceri, ma si dichiarano perseguitati solo perché apparivano potenziali e pericolosi oppositori di Putin. Da qualche anno, altra particolarità, la Russia viene definita superpotenza energetica, ma non senza dubbi e incognite gravi. Nel sottosuolo bicontinentale dispone d’un oceano di petrolio, ma è diffusa la previsione che senza un’aggiornata tecnologia quelle immense riserve non possano risultare sufficienti rispetto alle ambizioni del supernazionalismo putiniano. Qual è l’effettivo potere dell’impero energetico? Da ultimo, rimane l’incognita dei rapporti con la Cina in pieno boom. La Russia fornisce alla superpopolata e crescente superpotenza cinese vitali risorse di petrolio, 15 miliardi o più di metri cubi l’anno. Ma lungo le frontiere asiatiche orientali è infiltrabile dall’immigrazione clandestina del «popolo gigante», che tende a tracimare oltre l’Ussuri e l’Amur. I russi già devono e dovranno ancora guardarsi dalla rischiosa prospettiva, anche se a Mosca non se ne discute in sede pubblica.
Giannelli
È scivolato in casa
Il Papa si frattura un polso E’ «Operato, tutto bene»
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di GIAN GUIDO VECCHI
NON PIÙ COMPLICI di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI
A
cosa servirà mai — si chiederanno in molti — questo provvedimento che proibisce la vendita di alcolici a minori di 16 anni? Difficile dire se e quanto servirà, magari a poco, perché in chissà quanti altri modi i ragazzini sapranno procurarsi ugualmente bottiglie e lattine.
Papa Benedetto XVI si è fratturato il polso destro scivolando in casa: operato e ingessato (nella foto), è già rientrato nella residenza di vacanza in Valle d’Aosta.
CONTINUA A PAGINA 2
A PAGINA 19
Rafsanjani parla alla folla, nuovi scontri
Sì dell’Inter, resta il nodo degli ingaggi
Mazara del Vallo
Auto pirata uccide quattro donne Un’intera famiglia sterminata in un incidente stradale avvenuto a Mazara del Vallo. Un’auto che procedeva «a velocità folle» ha travolto e ucciso quattro donne, madre, due figlie e una nipote, e ferito una bambina e due adulti. L’automobilista è fuggito.
Torna alta la tensione in Iran. Scontri a Teheran durante il corteo per il leader dell’opposizione Mousavi contro l’elezione di Ahmadinejad. Migliaia di manifestanti in piazza. Cariche della polizia. Lacrimogeni sono stati lanciati tra i dimostranti. La protesta si è accesa dopo il sermone di Rafsanjani alla preghiera del venerdì. Duro attacco dell’ex presidente al regime: «Il Paese è in crisi, bisogna liberare gli arrestati. Serve un leader voluto dal popolo». Rafsanjani ha criticato anche il Consiglio dei Guardiani.
Ibra al Barcellona (arriva Eto’o) di FABIO MONTI
Ibrahimovic (a destra) al Barcellona, Eto’o all’Inter (più il centrocampista Hleb e 50 milioni di euro): si conclude dopo tre stagioni l’avventura dello svedese a Milano. Accordo raggiunto tra i due club, manca solo la firma dei giocatori. ALLE PAGINE 44 E 45 Ravelli e il commento di Mario Sconcerti
Mazza
di ANDREA GARIBALDI
di LUIGI FERRARELLA e GIUSEPPE GUASTELLA
l premier non può accettare che Masaniello diventi padrone del Sud, che alle Regionali si scateni la rivolta del consenso contro il Pdl.
«Il discorso di Franceschini? Un passo avanti per il Pd». In un’intervista al Corriere, Walter Veltroni parla delle sue scelte e del futuro: «Non sto fuori con allegria. Ma ora sto lavorando a un testo sul conflitto di interessi. Molto semplice: ci deve essere incompatibilità tra cariche pubbliche e possesso di media».
Con l’ipotesi di corruzione internazionale la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta nei confronti della ex Snamprogetti, ora incorporata nella Saipem, una società del gruppo Eni. L’accusa: pagamento di tangenti a politici e burocrati in Nigeria tra il 1994 e il 2004 in cambio di appalti da 6 miliardi di euro.
CONTINUA A PAGINA 15
A PAGINA 13
A PAGINA 21
di Francesco Verderami
I
A 92 anni
A
Veltroni: preparo un testo «Tangenti in Nigeria» sul conflitto d’interessi Inchiesta sul gruppo Eni Settegiorni
CONTINUA A PAGINA 16
di FERNANDA PIVANO
A PAGINA 5
A PAGINA 20 Fasano
probabile che il discorso tenuto dal presidente Obama per i cento anni dell'«Associazione per il progresso della gente di colore» sarà ricordato soprattutto per un motivo. E cioè per la sollecitazione rivolta ai molti giovani neri d'America poveri, emarginati, disoccupati a considerarsi responsabili essi stessi del proprio destino, a non evocare come giustificazione della loro condizione sempre e solo le cause sociali.
LA MIA GIOVANE VECCHIAIA E IL DONO DI GORE VIDAL
Teheran, una sfida senza precedenti alla Guida suprema
Dilemma Sud per il Cavaliere 9 771120 498008
In edicola L’Europeo
TORNA LA CREMLINOLOGIA
di ALBERTO RONCHEY
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Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281
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Un inserto per ricordare i quarant’anni dello sbarco
RITORNO ALLA LUNA
EURO 1,50
La Consulta
Stretta sulle toghe «attive» nei partiti di DINO MARTIRANO A PAGINA 12
h, la vecchiaia. Gli anni che pesano. Le parole cariche di amara rassegnazione di Guido Ceronetti, alle quali ha risposto con affettuoso ottimismo Arrigo Levi, mi hanno costretto a pensare, ancora una volta, alla mia di vecchiaia. A interrogarmi. E a scavare un po’ nella memoria. Mi è tornata in mente Alice B. Toklas che a quasi ottant’anni aveva uno strano modo di giggling, di fare una risatina silenziosa stringendosi nelle spalle, come una ragazzina. CONTINUA A PAGINA 10
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Sport 45
Corriere della Sera Sabato 18 Luglio 2009
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Xabi Alonso è caro Il Real Madrid ora pensa a Pirlo
MILANO — (m.col.) Sarà il tormentone del prossimo mese, Andrea Pirlo resterà al Milan o verrà sacrificato per esigenze di bilancio? Ieri si sono incontrati a pranzo Adriano Galliani e Tullio Tinti, procuratore del regista bresciano.
Madrid, incapace di chiudere con il Liverpool per Xabi Alonso. I madridisti hanno offerto 27 milioni per la mente dei reds, il club inglese ha sparato la richiesta di 40 milioni. Ecco perché in Castiglia stanno valutando l’ipotesi di spostare le
Ufficialmente per parlare del prestito del giovane Matteo Darmian al Padova, ufficiosamente per affrontare l’argomento del centrocampista trentenne. Pare che nella lista delle pretendenti a Pirlo vi sia oltre al Chelsea anche il Real
loro attenzioni su Pirlo (foto). Che questa mattina partirà con i compagni per la tournée negli Usa. Restano a casa Abbiati (ancora in fase di recupero dopo l’intervento al ginocchio di marzo), Viudez e Cardacio, prossimi alla cessione.
Ciclismo «Noce» resta leader del Tour, Pellizotti conquista la maglia a pois
Il giallo di Nocentini resiste a pioggia, freddo e montagne Spari sul gruppo, colpiti da alcuni pallini Freire e Dean DAL NOSTRO INVIATO
Lo show Presentata la maglia, pensa a quella nuova
Aspettando il Barcellona Zlatan cambia umore e dà spettacolo a teatro DAL NOSTRO INVIATO
LOS ANGELES — Ologramma di Ibra. Quando le luci del Montalban Theatre si abbassano e sul sipario bianco compare l’ombra dei giocatori dell’Inter, in attesa di mostrare al mondo la nuova maglia, viene proprio da chiedersi se quel riflesso di spilungone con i capelli lunghi è lui, Zlatan Ibrahimovic, o una sua proiezione, magari un fantasma burlone. «Scusate per i miei compagni, non parlano inglese, non sono andati a scuola perché giocavano a calcio — dirà uno Zlatan in apparenza carne e muscoli prendendo in giro Marco Materazzi —. Ci dicono che siamo belli con queste maglie, è vero?» Talmente bello da desiderare di indossarne un’altra. «Se Moratti e Laporta sono concreti, la cosa è interessante», dirà il mattino dopo un Ibra tutto sorrisi e per una volta nessuna voglia di fuggire ai microfoni. «Aspetto notizie anch’io. Sono tranquillo, questa situazione non mi stressa: sono all’Inter e sono felice di essere qui. Poi quel che succede, succede». Così, prende sempre più forma il paradosso che, tra 15 giorni, si possa riavvolgere la pellicola e ricominciare di nuovo da qui, stessa L.A., stesso teatro, stesso sponsor per il remake della serata versione blaugrana che è davvero in cartellone: «Desculpa, no hablo español», i compagni del Barcellona magari lì seduti dove c’erano Balotelli e Cambiasso, un teatro colmo di latino-americani pronto a esplodere come ha fatto l’altra sera quello degli italians. Al centro lui, Ibra, il campione che piace a tutte le latitudini, Ibra l’esagerato, che tira palloni al pubblico in tribuna. E chissà che uno non l’abbia raccolto José Mourinho, il tecnico che ha lasciato il palcoscenico ai giocatori, si è accomodato in alto per godersi lo spettacolo e, forse, rimpiangere la sua stella. Doveva essere la sera della
Vecchi/1 Il colombiano Ivan Cordoba
Nuovi/1 L’argentino Diego Milito
Vecchi/2 L’honduregno David Suazo
Nuovi/2 Il brasiliano Thiago Motta
presentazione della maglia, è diventata quella del dubbio sulla «camiseta». Dovevano essere i giorni del calcio d’avvio della stagione, e non solo simbolico, visto che nel pomeriggio di giovedì si era giocata la prima amichevole con la selezione del college (risultato 2-2), sono i giorni dei punti di domanda. «Noi non sappiamo niente. L’importante è che Ibra sia felice. Se è felice di restare all’Inter noi lo saremo altrettanto, se vuole nuovi stimoli gli auguro di trovarli — diceva Materazzi —. In questi casi la cosa più importante è il gruppo: se andrà via davvero, faremo di necessità virtù, siamo comunque forti». Ma non serve un osservatore attento per scovare una metamorfosi nel comportamento di Ibra: se i primi giorni a Los Angeles apostrofava i giornalisti con un irridente «allora, dove vado a giocare l’anno prossimo?», l’altro giorno, quando qualcuno gli ha fatto il nome del Barcellona, lui si è lasciato scappare un impercettibile «magari». Così, mentre Laporta e Moratti a novemila chilometri di distanza si stringevano la mano, Ibra affrontava i ragazzini della Ucla incredibilmente minuscoli rispetto a lui, provava i colpi di taekwondo che sono la specialità della casa, lanciava l’assist per il gol di Stankovic, e forse giocava per l’ultima volta con l’Inter. «Finita la partita ho saputo che i due presidenti si erano incontrati per me. Fino a quel momento pensavo anch’io fosse per Maxwell». Sarà per questo che, dopo, è rimasto a lungo a chiacchierare con Chad «Ochocinco» (ex Johnson), giocatore di football americano dei Cincinnati Bengals, che all’anagrafe si è fatto cambiare il cognome con il suo numero di maglia (85). Forse gli chiedeva come si fa ad amarne così tanto una. Oppure imparava qualche parola di spagnolo: il bis a teatro si avvicina.
Arianna Ravelli
COLMAR — Sotto la pioggia dell’ultima salita, l’unica mantellina completamente aperta è la sua. Un po’ perché fa più fatica degli altri e quindi ha più caldo. E un po’ perché ha una maglia gialla da tenere ancora in bella vista, sul comodino di un Tour addormentato. Rinaldo Nocentini non è uno scalatore, ma su certe pendenze e a certi ritmi può restare davanti al gruppone a testa alta e con i denti che battono: 23 gradi di escursione termica (da 35 a 12 rispetto a giovedì) e un’acqua battente congelano anche la tappa dei Vosgi, rimandando la lotta tra i grandi a domani, sull’arrivo in salita di Verbier. L’unico vero brivido lo danno dei proiettili ad aria compressa sparati con una pistola verso i corridori, sulla strada che scende dal Col du Platzerwasel: il tricampione del mondo Freire si ritrova a fine corsa con un pallino nella gamba destra, mentre il neozelandese Dean è ferito di striscio a un dito. Entrambi oggi ripartiranno, ma la Gendarmerie ha aperto un’inchiesta, senza dimenticare che già domenica prima della partenza il francese Roche aveva denunciato un forte dolore alla gamba, dopo aver sentito una detonazione. La tranquillità di Nocentini, in una una giornata dove piove davvero di tutto, è quasi stridente: nel suo piccolo il toscano mette in valigia la settima maglia gialla, affiancando Moser e Guerra. «Domani sulle Alpi proverò a resistere — spiega il corridore della Ag2r — ma so che sarà molto difficile tenere la maglia. Intanto mi godo questi due giorni in più: ieri è stata una giornata freddissima, l’Astana non ha voluto prendere rischi, nessuno se l’è sentita di attaccare e quindi per me è stata abbastanza tranquilla».
La situazione Ordine d’arrivo 13ª tappa Vittel-Colmar di 200 km 1. Haussler (Ger) in 4.56’26’’ 2. Txurruka (Spa) a 4’11’’ 3. Feillu (Fra) a 6’13’’ 4. Chavanel (Fra) a 6’31’’ 5. Velits (Slo) a 6’43’’ 10. A. Schleck (Lus) s.t. 26. Nocentini s.t. 27. Armstrong (Usa) s.t. Classifica generale 1. Nocentini in 53.30’30’’ 2. Contador (Spa) a 6’’ 3. Armstrong (Usa) a 8’’ 4. Wiggins (Gbr) a 46’’ 5. Kloeden (Ger) a 54’’ 6. Martin (Ger) a 1’00’’ 7. Vande Velde (Usa) a 1’24’’ 8. A. Schleck (Lus) a 1’49’’ 9. Nibali a 1’54’’ 10. L. Sanchez (Spa) a 2’16’’ Così oggi e in tv Oggi 14ª tappa Colmar-Besançon di 199 km. Diretta tv: ore 14 su RaiDue, ore 14.15 su Eurosport Italiani in giallo Bottecchia giorni 34 Bartali 23 Coppi 19 Gimondi 19 Nencini 14 Magni 9 Chiappucci 8 Guerra 7 Moser 7 Nocentini 7
Italiens Nocentini. Sopra, Pellizotti
La moglie Manola, dopo un giorno di tregua, viene coinvolta di nuovo dalla tv francese, al grido di «W le Tour! W l’amour!». Smesse in tutta fretta le canottiere gialle, è il momento di indossare un impermeabile dello stesso colore: «Corridore bagnato, corridore fortunato», sintetizza la signora Nocentini, mentre il marito spiega per l’ennesima volta che i 350 euro giornalieri di premio non gli servono per andare a fare un weekend a Venezia, ma per gratificare i compagni di squadra. A scaldare la corsa, ci pensano un altro italiano e un tedesco cresciuto in Australia: Heinrich Haussler mescola la
Ha firmato fino al 2011
Del Piero: «Orgoglioso di questa Juve Adesso possiamo battere chiunque» PINZOLO — Un occhio nero non toglie il sorriso ad Alessandro Del Piero. Anzi, nel giorno del prolungamento del contratto con la Juventus fino al 2011, il capitano non fa caso all’ematoma rimediato contro la Cisco Roma e ci scherza su: «Sapete, è stata una trattativa dura... Scherzi a parte, sono felicissimo. La trattativa è stata rapida perché la società ha grande considerazione di me: voglio scrivere ancora pagine di storia del club, il più importante in Italia e tra i più grandi anche in Europa». Il capitano bianconero è entusiasta anche della Juve che sta nascendo: «Sono orgoglioso di questa squadra. Sono arrivati nuovi campioni, grazie a un investimento sul mercato secondo solo a quello del Real.
Questa Juve può battere chiunque in una singola gara, adesso dovrà riuscirci per un’intera competizione, campionato, Champions o coppa Italia che sia». C’è anche il tempo per parlare di nazionale e Ibrahimovic: «La convocazione per i Mondiali è tra i miei obiettivi. Ibra al Barcellona? Mi spiacerebbe se il campionato perdesse un campione così, però in Spagna troverebbe un gran clima...». John Elkann si coccola Del Piero: «Il rinnovo del nostro capitano è fondamentale, si tratta di un ulteriore passo avanti per la costruzione del futuro». E apre a Nedved: «Ha scritto la storia del club da giocatore, c’è massima disponibilità per continuare il rapporto in modo diverso».
Gino Minguzzi
pioggia alle lacrime di gioia, vincendo dopo 197 km di fuga. Franco Pellizotti invece lotta su ogni gran premio della montagna con lo spagnolo Egoi Martinez e sull’ultima salita (che vale doppio), indossa la prima maglia a pois della sua carriera grazie anche al lavoro di Vincenzo Nibali, nono in classifica dopo il ritiro dell’americano Leipheimer che era quarto. «Ci tenevo tantissimo, dopo aver fallito due fughe nei giorni scorsi — spiega Pellizotti, terzo all’ultimo Giro —. Adesso ho solo tre punti di vantaggio ma me la giocherò fino all’ultima salita». Nel 1960, un altro toscano, Nencini, e un altro veneto, Massignan, si ritrovarono in contemporanea in testa alle due classifiche più importanti. Però, particolare decisivo, lo fecero sul podio di Parigi. Anche Lance Armstrong potrebbe vivere di ricordi e invece è pieno di preoccupazioni per il presente: «È stata la giornata più fredda che abbia mai vissuto al Tour — sottolinea il cowboy —. E per noi era iniziata molto male: Leipheimer si è ritirato perché nella caduta del giorno prima si è rotto un polso. Per noi è una grave perdita. Le polemiche tra Uci e il ministro Bachelot sui controlli? Basta con le insinuazioni, quando è troppo è troppo: stiamo correndo il Tour e non possiamo sempre svegliarci alle 6 del mattino». A fine tappa, l’americano viene controllato ancora e sbotta: «Continuate a cercare: non troverete niente, tranne duro lavoro e sacrificio. È sempre stato così e lo sarà sempre...». A Colmar è nato Auguste Bartholdi e all’ingresso della città campeggia una riproduzione della sua opera più importante, la Statua della libertà. Non tutti i simboli però, da queste parti, hanno la stessa forza.
Paolo Tomaselli