VENERDÌ 29 MAGGIO 2009 ANNO 134 - N. 126
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Assalto Real a Kaká. Lui: resto Dalla Spagna: nostro con 65 milioni al Milan di A. Bocci e M. Colombo a pagina 56
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di Marco Del Corona a pagina 44
con il quotidiano
L’ASSURDA FAIDA DELLA SICILIA
Il premier accusa i magistrati
di GIAN ANTONIO STELLA
Berlusconi: mai rapporti piccanti con minorenni ci», non vanno prese troppo metaforicamente. Cosa succede? Il nodo, forse, è proprio nell’eccesso di sicurezza d’una coalizione che da tempo, anche a causa di una sinistra via via evaporata in un lamento vittimista («perché i siciliani non ci capiscono?») e ridotta qua e là a numeri di testimonianza, vince ogni elezione a mani basse. E non sembra avere ormai altri avversari che se stessa. La rivendicazione del rapporto esclusivo con Roma. La voglia di affermare un tasso più alto di combattività sicilianista. Gli appetiti insaziabili di notabili che controllano ettari di territorio, blocchi di contrade, pezzi di partito, pacchetti di voti. Scommettiamo: anche per il Cavaliere sarebbe meglio un’opposizione più forte che una guerra tra galli per il dominio di un pollaio. «Zucchero non guasta bevanda», ha detto mesi fa il sindaco uscente di un paese agrigentino con un «comunale» ogni 13,7 abitanti, spiegando che se avesse potuto avrebbe assunti altri dipendenti ancora. Ecco: può darsi che a ricandidare uomini così si possano vincere le elezioni. Ma poi? Non basta vincere e neppure stravincere: poi occorre governare. Questa è la lezione che arriva da Palermo. E in un momento di difficoltà come questo in cui più acute si fanno le gelosie dei «lumbard» sui soldi «dovuti» al Nord e di Lombardo per quelli «dovuti» al Sud, lo spettacolo indecente offerto dalla insanabile faida dentro la trionfante ma litigiosissima destra isolana, al di là delle ragioni e dei torti, esige una risposta. Che non va data solo ai siciliani.
Silvio Berlusconi parla all’assemblea della Confesercenti e attacca la magistratura dove, dice, «ci sono grumi eversivi». L’Associazione Magistrati replica: «inaccettabili» gli «insulti quotidiani». Il premier poco prima, in occasione della firma del protocollo sull’Abruzzo torna sul caso Noemi: «Ho risposto all’unica domanda che riconosco abbiano tutti il diritto di farmi: Presidente, lei ha avuto rapporti diciamo piccanti con una minorenne? La risposta è: assolutamente no. Ci ho messo sopra anche il carico del giuramento sulla testa dei miei figli».
Su Opel scontro Usa-Germania
l’ultima estate
vincitore
LA LETTERA
«Niente lezioni In Parlamento c’è di tutto» di MARA CARFAGNA A PAGINA 6
LA POLEMICA
Libro respinto E Saramago: «Italia malata» di DINO MESSINA
ALLE PAGINE 5 E 6
A PAGINA 8
Fazi Editore
Banche: nuove regole sui fidi dal 28 giugno. Scompare la commissione di massimo scoperto, ma alcune banche hanno scelto di sostituirla con altre voci. Il fido si pagherà anche senza utilizzo: un po’ meno dell’1%. Bisognerà poi coprire anche gli interessi passivi sulla quota usata effettivamente. Va controcorrente Intesa Sanpaolo che ha puntato su un tasso di interesse omnicomprensivo solo sull’uso effettivo dei fondi. A PAGINA 35
L’inchiesta dei pm di Napoli sul termovalorizzatore di Acerra
Bertolaso e il caso rifiuti «Vogliono intimidirci» Il ministro
Giannelli
«Poliziotti panzoni» E’ lite su Brunetta di ALESSANDRA ARACHI
La lunga attesa di Marchionne Berlino ha fissato un ultimatum per l’accordo su Opel: oggi alle 14. La decisione dopo un duro scontro tra i governi tedesco e americano, dovuto alla richiesta di GM di dotare Opel di 300 milioni di euro subito, e una notte di trattative. ALLE PAGINE 10 E 11 De Feo, Mucchetti, Polato, Taino
Renato Brunetta critica gli «agenti panzoni, passacarte». Reagiscono subito i sindacati di polizia: «Ha passato il segno». Sarcasmo di Pd e Udc. E il ministro si scusa: non volevo offendere, scherzavo.
ALLE PAGINE 2 E 3
di ANDREA LAFFRANCHI
L’ispezione
Niguarda Formigoni contro Tremonti di SIMONA RAVIZZA A PAGINA 20
Gli anni delle stragi A tre settimane dal megaconcerto benefico «Amiche per l’Abruzzo», Laura Pausini non molla: lancia un appello al mito della canzone italiana: Mina, vogliamo che ci sia anche tu. Sono 111 le adesioni delle colleghe cantanti per lo show del 21 giugno a San Siro. La canzone di chiusura sarà scelta dal pubblico e da un sondaggio online. A PAGINA 51
Due giorni fa la pubblicazione delle notizie sulla nuova indagine sul termovalorizzatore di Acerra, avviata dalla procura di Napoli — con la Guardia di Finanza che ha acquisito documenti negli uffici del Commissariato e della Fibe e i pubblici ministeri che hanno effettuato interrogatori — e ora lo scontro istituzionale. Guido Bertolaso, capo della protezione civile e sottosegretario per l’emergenza rifiuti, convoca i giornalisti e sferra l’attacco. Parla di «collaboratori intimiditi e sotto controllo», di «generali a tre stelle trattati come delinquenti», di «squali che si aggirano intorno al termovalorizzatore di Acerra». Mangiarotti, Sarzanini
A PAGINA 25
La Pausini (con altre 111) chiama Mina
opera prima | 2009
marino sinibaldi
Addio massimo scoperto Ma il «rosso» si paga di più
Di Caro, Sensini
premio campiello «Magnifico inno alla vita che era ed è».
Conti correnti
di MASSIMO SIDERI
In primo piano
Per l’Abruzzo Concerto tutto femminile a San Siro. Sondaggio online sulla canzone finale cesarina vighy
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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
Cultura Mo Yan: racconto la Cina dei corrotti
«Grumi eversivi tra le toghe». La replica dell’Anm: inaccettabile clima di insulti
«M
9 771120 498008
Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281
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DAL TRIONFO AL NON GOVERNO
i sto divertendo molto», ridacchia Raffaele Lombardo. Certo si divertono meno gli sbigottiti elettori del centrodestra. Che si chiedono: com’è possibile che proprio lì, nell’isola del mitico «cappotto» alle politiche del 2001 (61 parlamentari a 0), delle 9 province su 9 oggi in pugno ai «moderati», del trionfo (65%) alle ultime regionali, sia scoppiata nella coalizione, a pochi giorni dalle Europee, la «guerra termonucleare»? Perché così è stato definito dai suoi stessi protagonisti lo scontro che sta squassando la traboccante maggioranza (61 seggi contro 29) che potrebbe dominare incontrastata l’Assemblea Regionale Siciliana: una «guerra termonucleare». Dove da settimane i protagonisti si scambiano insulti d’ogni genere, da «sleale» a «farabutto», da «delirante» a «stigghiularu», venditore ambulante di budella. Dove velenosi dispetti avevano esclusi dal ricevimento in onore di Napolitano in visita perfino il presidente del Senato Renato Schifani e il Guardasigilli Angelino Alfano. Dove un sotto-segretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, in rotta coi vertici del Pdl, arriva a dire: «Mi dovranno sparare per fermarmi». Per non parlare dello stesso governatore che, vittima anni fa dell’intimidatoria affissione di manifesti listati a lutto, si è spinto a evocare la lontana e oscura uccisione dell’indipendentista Antonio Canepa: «Non escludo di fare la stessa fine». Parole che, in una terra segnata da una spaventosa catena di delitti «politi-
EURO 1,50
Napolitano nega la grazia al generale Maletti, ex 007 Il Colle ha negato la grazia al generale del Sid, l’ex servizio segreto militare, Gianadelio Maletti, 78 anni e latitante da 25. di GIOVANNI BIANCONI A PAGINA 27
Ho scelto più servizio e più risparmio per la mia azienda
Sport 59
Corriere della Sera Venerdì 29 Maggio 2009
Giro d’Italia Ieri spazio agli uomini fuori classifica, sul traguardo pianeggiante di Benevento vince a sorpresa lo scalatore Scarponi
Il Vesuvio dà ancora una speranza a Di Luca Oggi ultimi 13 km di salita: Menchov sembra inattaccabile, ma l’italiano ci proverà DAL NOSTRO INVIATO
Le classifiche Ordine d’arrivo 18ª tappa Sulmona-Benevento di 182 km 1. Scarponi in 4.07’41’’ (media 44,088 km/h) 2. Cardenas (Col) s.t. 3. Pate (Usa) s.t. 27. Menchov (Rus) a 3’57’’ 28. Di Luca s.t. 66. Armstrong (Usa) s.t.
Classifica generale 1. Menchov (Rus) in 76.40’02’’ (media 38,735 km/h) 2. Di Luca a 26’’ 3. Pellizotti a 2’00’’ 4. Basso a 3’28’’ 5. Sastre (Spa) a 3’30’’ 6. Leipheimer (Usa) a 4’32’’ 12. Armstrong (Usa) a 12’17’’ Così oggi 19ª tappa Avellino-Vesuvio di 164 km Tv: diretta Raitre dalle 15.15
BENEVENTO — Basterà un vulcano? Il colonnello Denis Menchov da Orel, Russia, è pronto per la sua ultima missione: chiudere con un bel catenaccio anche gli ultimi 13 chilometri di salita e godersi dalle pendici del Vesuvio la sua terrazza rosa con vista sul Giro del centenario. Danilo Di Luca ha l’ultima occasione per togliere i gradi di leader al rus-
so, ma sa che attaccare, oggi più che mai, potrebbe non bastare: con la cronometro di domenica (14,4 km) ancora da correre infatti l’abruzzese avrebbe bisogno di guadagnare complessivamente almeno un minuto per sperare di vincere la corsa. Basso, Pellizotti, Sastre e anche la maglia verde Garzelli possono provare invece che le gambe sono più forti della lingua: se, come sostengono gli avversari, Di Luca ha corso
nelle tappe di montagna decisive solamente come gregario di Menchov, allora tocca anche a loro, con un’azione di forza, cercare di staccare la maglia rosa da quella ciclamino dell’abruzzese, anche solo per vedere l’effetto che fa. Del resto questo Giro al contrario riserva sempre qualche sorpresa: così, prima della salita a quota 1.000 del Vesuvio (pendenza media 7,4% con punte al 12%, già affrontate nel ’59 e nel ’90) succede che l’ultimo traguardo pianeggiante lo conquisti Michele Scarponi, professione scalatore. Il marchigiano, alla seconda vittoria (come Petacchi, Di Luca e Menchov) dopo quella ottenuta in Austria a Mayerhofen in solitario, questa volta batte addirittura allo sprint tre superstiti della mega fuga del mattino (ci avevano provato in 25), in particolare un altro amante della montagna come il colombiano Cardenas e due passisti come l’americano Pate e il danese Bak: «È la prima volta che mi capita di vincere in volata, un po’ mi sono stupito anch’io ed è senz’altro una sensazione particolare — spiega Scarponi —. Dopo il successo in Austria ci tenevo a vincere anche in Italia e mi è andata bene». Andrà ancora bene anche a Menchov? «Nuncasesabe» ripete come un mantra il russo trapiantato a Pamplona: «Non si sa mai». Già, ma il lieve cedimento nel finale del
Blockhaus (13’’ lasciati a Di Luca, di cui 8’’ di abbuono) e le notizie che arrivano dall’Austria che lo vedono coinvolto (se pur solo come persona informata dei fatti) nell’inchiesta Humanplasma, possono aver scalfito qualche certezza di questo trentunenne poliglotta già vincitore due volte della Vuelta di Spagna: «Mi sento forte — rilancia il russo —, conosco la salita del Vesuvio e mi piace. È una giornata molto importante perché il mio obiettivo è arrivare davanti a tutti prima della cronometro per essere tranquillo della vittoria. Sto bene, ma so che devo difendermi: non siamo delle moto che diamo gas quando vogliamo, per cui bisogna stare attenti a tutto, anche alle strade che da queste parti in caso di pioggia diventano molto scivolose. Di Luca? È lui che deve attaccare...». Danilo è pronto, ma non rischierà di perdere il secondo posto, anche perché in questo ciclismo a volte può pure valere come bonus per una vittoria: «Menchov è forte, ma io non mollo. Sto facendo il massimo, do spettacolo e cercherò di conquistare almeno un’altra tappa. Se voglio conquistare il Giro devo guadagnare un minuto tra oggi e l’arrivo di domani ad Anagni che ha un leggero strappo nel finale. Ci proverò fino all’ultimo». Se il Vesuvio dorme, il Giro ancora non russa. Volata L’esultanza di Michele Scarponi (Reuters/Rellandini)
Paolo Tomaselli
Basket Via alle semifinali playoff, i piemontesi rivelazione sfidano l’Armani
Fotofinish TENNIS
EQUITAZIONE
Impresa della Garbin Fuori Seppi e Bolelli
Whitaker vince a Piazza di Siena
Impresa dell’azzurra Tathiana Garbin, che a Parigi elimina la n. 13 del mondo Marion Bartoli in due set: 6-3, 7-5. Male Seppi (7-6, 6-3, 6-3 da Gonzalez) e Bolelli (6-2, 6-3, 4-6, 4-6, 6-1 da Chardy). Soffre Federer ma passa al terzo turno in quattro set battendo Acasuso. Avanti anche Venus e Serena Williams. NUOTO — Federica Pellegrini ha vinto i 400 sl agli Assoluti di Pescara. Il tempo (4’06’’30) non è eccezionale, ma l’olimpionica ha dimostrato di aver superato gli attacchi di panico.
Il britannico Michael Whitaker su Portofino 63 ha vinto la categoria a due fasi del concorso di Piazza di Siena. Successi anche per la francese Leprevost e per la statunitense Kraut. Oggi Coppa delle nazioni. PREMIO — Alberto Costa del Corriere della Sera ha vinto l’edizione 2009 del premio sportivo Capo Vaticano. Premiati tra gli altri anche il patron dell’Udinese, Giampaolo Pozzo, l’ex allenatore della Juve, Claudio Ranieri e l’ex presidente dell’Aia, Cesare Gussoni.
Biella, la nuova Cantù attacca Milano MILANO — Nessuno, adesso, parli di miracolo. Per l’impresa, tutta di umana intelligenza, talento e volontà, compiuta da Biella, settima nella stagione regolare ma capace di eliminare la seconda e di approdare a una storica semifinale con l’Armani, il cui primo atto andrà in scena stasera al Forum (20.30, diretta tv su Sky 2). Nessun dorma, a Milano, se all’alba vorranno svegliarsi vincitori, soprattutto nessun milanese pensi che il destino li abbia in qualche modo favoriti, riservando loro la possibilità del vantaggio di un’eventuale bella casalinga. L’Angelico è una squadra vera, che gioca un basket essenziale,
senza patemi, originale, senza i luoghi comuni e gli abusi di «pick & roll». Organizzata e organica. In regia ha la scienza di Smith e la fantasia di Spinelli, sulla metà del campo la fisicità di Jurak e Brunner, sotto canestro l’esplosività di James Gist (prossima destinazione Nba). Cosa manca? Niente. Hanno anche un grande allenatore (Luca Bechi) e una società modello (Marco Atripaldi). In più un palazzo nuovissimo e funzionale. Dunque, non è un caso fortunato che ha portato Biella a sfidare Milano. Semplicemente l’Angelico si è dimostrata più forte di Roma, squadra dall’anima fragi-
le, come Narciso. Per certi (molti) aspetti Biella può rappresentare e rinnovare i fasti, nel basket, della gloriosa Cantù. Mobili e merletti costituivano la tradizione del comparto lombardo; mobili (ricordate il fenomeno Aiazzone?) e tessuti pregiati sono anche la connessione del territorio piemontese. Dove una leadership giovane (coach Bechi ha 39 anni e 48 il presidente Atripaldi) ha costruito sulla competenza un vero e proprio capolavoro di maestria artigiana. Non sarà un’avventura, quella dell’Angelico in semifinale. Occhio, Milano. Ex Aradori (LaPresse)
Werther Pedrazzi
Nuoto e litigi
Il Mondiale? Era meglio se sceglievano Yokohama Proprio dove sbucavano le scale mobili, al piano dello Sheraton di boulevard René Levesque Ouest che ospitava i maggiorenti della Fina (la Federnuoto internazionale), c’era lo stand del comitato organizzatore di Yokohama. Era impossibile non finirci addosso. In quei giorni di luglio del 2005, alla vigilia del Mondiale di Montreal, si assegnava l’edizione del 2009. I due principali contendenti erano Roma e Yokohama. Chi scrive, ogni volta che passava davanti allo stand asiatico, con sorrisi e cenni evidenti, mostrava il suo sostegno ai giapponesi che non si capacitavano di un italiano che faceva il tifo per loro, mentre gli italiani pensavano a un’insolazione o a un vezzo. Invece era solo resistenza umana. Purtroppo Yokohama ha perso. E con loro anche noi, malgrado pacche sulle spalle e strette di mano. C’era Gianni Rivera, allora consigliere del sindaco Veltroni per lo sport, c’erano Giovanni Malagò e Paolo Barelli, i duellanti di oggi, c’erano anche le piscine di Tor Vergata (una prece). A meno di due mesi dall’inizio cosa resta? Lavori e litigi in corso, magistrati in azione, sigilli, consigli comunali bollenti, richieste di licenziamento, minacce di dimissioni, inchieste e contro-inchieste, un’immagine di approssimazione e dilettantismo. Magari, italian-style, riusciremo a imbastire, in fondo, qualcosa di buono, ma non è questo il punto, come non lo è stabilire ragioni e torti. Qui si vuole solo rivolgere una breve preghiera a chi assegna il Mondiale: lasciate perdere seduzioni millenarie, fascino, cucina, vacanze (romane). La prossima volta pensate all’organizzazione, allo sport. E scegliete Yokohama.
Roberto Perrone