N. 1 - Febbraio 2021 - Anno IX - Bimestrale di informazioni sociali, economiche, attualità, cooperazione sociale, volontariato e associazionismo - prezzo di copertina euro 4,00 - Proprietà, direzione e amministrazione: Grafikamente srl via Bertini, 96/L - 47122 Forlì - Editore: Grafikamente srl, via Bertini 96/L - 47122 Forlì - Direttore Responsabile: Pierluigi Mattarelli - Iscr. Reg. Trib. di Forlì n. 4/2013 del 04 aprile 2013 - Poste Italiane Spa - sped. in abb. post. - DL 353/2003 art. 1 comma 1 - Tariffe ROC
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2021
percorsi solidali
La contagiosa allegria dei VIP Clown
Volontariato puro al “Comitato”
Nuovo direttivo per il CSI di Forli’ Economia Sociale Associazionismo Cooperazione e Volontariato in Romagna
percorsi solidali
#EDITORIALE
La straordinaria vitalità del volontariato di Gigi Mattarelli
Ci sono esperienze sul nostro territorio che lasciano veramente a bocca aperta per la quantità di bene che producono e per la ricchezza in termini di generosità che da esse viene sprigionata. Esperienze che non si basano affatto sulle risorse economiche per produrre risultati, ma unicamente sulla forza del volontariato: uomini e donne, che, mettendosi a servizio delle fragilità umane in spirito di assoluta gratuità, colorano la propria vita di bellezza e riscoprono quel senso di umanità verso il prossimo che riempie il cuore e gratifica nel profondo il nostro essere.
In copertina: Alcuni volontari dell’associazione Viviamo in Positivo di Forlì
DIRETTORE RESPONSABILE Pierluigi Mattarelli REDAZIONE Giovanni Mami, Elisa Tommasini, Giacomo Mattarelli HANNO COLLABORATO Simone Valmori, Antonella Frangella, Michela Dall’Agata, Domenico Settanni, Agnese Rustignoli, Stefano Gurioli, Michela Schiavi PROGETTO GRAFICO Grafikamente, Forlì STAMPA Gegraf, Bertinoro FOTOGRAFIE Archivio Grafikamente REDAZIONE Grafikamente, Via Bertini, 96/L - 47122 Forlì tel. 0543 7983033 - grafikamente@grafikamente.it PUBBLICITA’ Grafikamente, Via Bertini, 96/L - 47122 Forlì tel. 0543 7983033 - grafikamente@grafikamente.it Per ricevere Percorsi Solidali in abbonamento postale gratuito invia una e-mail a: grafikamente@grafikamente.it Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003 I dati saranno trattati da Grafikamente – titolare del trattamento – Via Bertini 96/L, Forlì per le operazioni connesse alla spedizione della presente rivista I dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente con metodologie di analisi statistica, esclusivamente dal titolare del trattamento; non saranno comunicati né diffusi né trasferiti all’estero e saranno sottoposti a idonee procedure di sicurezza. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, si possono esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco dei responsabili del trattamento.
Si ringrazia CavaRei impresa sociale per il prezioso lavoro di postalizzazione, etichettatura e cellofanatura di “Percorsi Solidali”
Mi riferisco in primo luogo all’esperienza dei V.I.P. Clown di Forlì che, facendo propri i valori della clownterapia, portano l’allegria in luoghi dove spesso, oltre al sorriso, si è persa anche la speranza per il futuro. Si tratta di circa 70 volontari impegnati in ospedali e case di riposo che simpaticamente interagiscono con gli ammalati e gli anziani in semplicità: la bellezza di tutto ciò sta nella gratuità di questa compagnia, nel benessere che viene donato e nella consapevolezza - come ricordano gli stessi VIP Clown - che è molto più quello che ricevono in termini di umanità e gratitudine, rispetto a quello che offrono. In contesti totalmente diversi, ma con comuni motivazioni ideali, si sviluppa l’attività del Comitato per la lotta contro la fame del mondo, una realtà storica forlivese, sostenuta unicamente dal volontariato (circa 100 soci attivi), che, tramite la raccolta e la vendita di beni usati (abbigliamento, arredi, libri ecc...) sostiene un’infinità di missioni e progetti umanitari in tutto il mondo, con una straordinaria capacità di erogazione, seconda sul territorio unicamente alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Esperienze come queste testimoniano quanto il volontariato, supportato da sentimenti di vera umanità, possa essere l’asse portante delle nostre comunità locali, per costruire una società più accogliente e inclusiva, dove non ci sia spazio fertile per egoismi, individualismi e ogni forma di discriminazione sociale.
in questo
numero
Innovazione Open Day al tempo del Coronavirus Nuove modalità alle Scuole La Nave per la presentazione dell’offerta formativa
Laboratori scolastici: il Covid non ferma la creativita’ Le nuove modalità proposte da Domus Coop alle scuole del territorio
Dove manca il sorriso... l’allegria dei VIP Clown Presentazione dell’esperienza dell’associazione Viviamo In Positivo di Forlì
La forza inesauribile del “volontariato puro”
Progetti in Italia e in terra di missione del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo
CSI: nuovo direttivo e nuove prospettive future
Il bisogno di una rigenerazione dello sport locale e nazionale, dopo l’emergenza Covid 19
Prelibatezze dolciarie per sostenere gli Hospice Le iniziative di raccolta fondi promosse dall’associazione Amici dell’Hospice
Piu’ ombre che luci sulla didattica a distanza
Ne parlano gli studenti delle Superiori che frequentano la cooperativa Salvagente
Valori dell’incontro fra profit e non profit
Riflessi di un webinar promosso da Dorelan a cui ha partecipato anche CavaRei
Carta Europea della Disabilita’
Domenico Settanni presenta questa innovazione, che presto sarà attiva anche in Italia
Notizie brevi
News ed eventi dal Terzo Settore
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#EDUCAZIONE A fianco : alcuni alunni delle Scuole La Nave Sotto: il direttore generale Francesco Montanari Pagina a fianco: Francesco Milandri, insegnante di educazione fisica alle Medie
Innovazione Open Day al tempo del Coronavirus Non era certo facile organizzare i tradizionali Open Day, condizionati dalle ristrettezze nelle relazioni imposte dall misure anti-Covid 19. Alle Scuole La Nave è stata studiata una metodologia tutta nuova, che, pur limitando le presenze, ha favorito l’accoglienza e una profonda relazione con le famiglie
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uello dello scorso 16 gennaio per le Scuole La Nave è stato un Open Day tutto particolare, ovviamente condizionato dall’emergenza Covid in corso, che ne ha stravolto i tradizionali connotati. Non si è verificata una festosa invasione delle sedi di via don Francesco Ricci nel quartiere Coriano e di via Badia Tedalda alla Cava di Forlì (sede della seconda Scuola dell’Infanzia), ma una serie di incontri tramite appuntamenti prefissati in precedenza, con le insegnanti, con le referenti dei vari ordini della Scuola e con la dirigente Elena Morra. “Confesso - afferma Francesco Montanari, direttore generale delle Scuole La Nave - che avevo molti timori sull’efficacia di questa modalità di svolgimento degli Open Day, poi, una volta terminati, mi sono reso conto che l’emergenza, in realtà, è stata per noi un’opportunità. Dico questo perchè ogni famiglia ha avuto
la possibilità di incontrare personalmente le insegnanti, di visionare i locali, di rendersi conto delle attività laboratoriali (musica, canto, informatica, inglese, arte ecc...), di conoscere il progetto formativo che proponiamo e di informarsi sugli aspetti ammi-
nistrativi, ma specialmente di essere ascoltata e accolta nel modo migliore. Tramite questa modalità abbiamo favorito un dialogo più profondo e una conoscenza più esauriente in merito alla nostra proposta educativa. Complessivamente abbiamo incontrato circa 40 famiglie (20 per l’Infanzia, 10 per la Primaria e 10 per la Secondaria). E i riscontri positivi non sono mancati: molti genitori, nel corso dell’evento, hanno richiesto i moduli per l’adesione dei propri figli”. Sempre nell’ottica di un calorosa accoglienza le insegnanti della Scuola dell’Infanzia hanno offerto alle famiglie presenti con i loro bambini un piccolo omaggio, ovvero un oggetto realizzato con pasta modellabile naturale, comunemente utilizzata durante le attività educative. Con questo Open Day, dopo quelli realizzati nei mesi di novembre e dicembre, sono abbastanza definiti gli assetti sulle iscrizioni per l’anno 2021/2022, il cui termine è scaduto il 25 gennaio scorso. Si delinea un trend positivo per la Scuola dell’Infanzia, per quanto concerne la Scuola Primaria vengono confermate le due sezioni di Prima (di cui una effettuerà l’orario prolungato), mentre si registra un interessante incremento per la Secondaria che proporrà ben
IL VALORE EDUCATIVO E RELAZIONALE DELLE ATTIVITA’ DIGITALI DELLA SCUOLA Spesso accade che anche le oggettive difficoltà causate dall’emergenza Covid 19, che sta pesantemetne condizionando la nostra vita, nascondano opportunità inaspettate. E’ quello che è successo a Francesco Milandri, insegnante di educazione fisica alle Scuole Medie. “Nel periodo di lockdown - spiega Francesco - avevo notevoli difficoltà nel poter svolgere le normali lezioni di motoria e mi sono inventato, in quanto appassionato di videomaking, alcuni filmati denominati “Le storie del Prof.” relativi a sportivi famosi, che presentavano difficoltà nella propria attività, proprio come noi in questo periodo: ho raccontato quella del calciatore Garrincha e del plurimedagliato olimpico in carabina Niccolò Campriani . Questi video, pubblicati sul profilo Youtube della Scuola sono stati molto apprezzati sia dai ragazzi che da altri insegnanti, tanto che mi è stato chiesto dal direttore Montanari di curare un racconto complessivo della nostra Scuola, tramite i social Facebook, Instagram e di continuare e allargare la produ-
zione di video. Questa opportunità, innanzitutto, mi ha fatto prendere coscienza della ricchezza delle attività che le Scuole La Nave mettono in campo, di cui prima avevo una conoscenza solo parziale, poi mi ha dato l’opportunità di sviluppare contenuti fotografici social e produrre altri video, creando due interessanti rubriche. La prima denominata “English Bites”, in collaborazione con gli insegnanti di inglese, punta sullo spelling e la seconda, “Le storie dei Libri” (in sinergia con quelli di italiano), presenta, appunto, libri di particolare interesse.
FRANCESCO MILANDRI
tre sezioni, fra l’altro a fronte delle due in uscita dalle Elementari della Nave. Molto interessante risulta anche la percentuale di alunni iscritti non provenienti da precedenti percorsi formativi interni, che si attesta attorno al 45%: ciò significa che quasi la metà degli alunni iscritti sono alla prima esperienza scolastica presso le Scuole La Nave. “E’ un dato - continua il direttore Francesco Montanari - che fa riflettere. Ci leggo un forte apprezzamento per il nostro lavoro, per la nostra proposta formativa e per tutti gli stimoli culturali ed educativi che ogni giorno mettiamo in campo, specie per la Scuola Secondaria, sulla quale avvertiamo la preoccupazione, e nello stesso tempo, la responsabilità dei genitori di fronte ad un periodo complesso dell’esperienza umana dei loro figli, come la pre-adolescenza e alla necessità di individuare un’esperienza valida e un luogo saldo, ancorato a valori educativi sani, in grado di accompagnare i ragazzi in questa fase cruciale della loro vita. Credo, quindi, che nella nostra Scuola le famiglie abbiano individuato proprio queste caratteristiche”.
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#EDUCAZIONE A fianco: rappresentazione teatrale, parte integrante di un laboratorio Domus Coop. Sotto: Massimo Fabbri, vice-presidente di Domus Coop Pagina afianco: elaborati prodotti all’interno di un percorso educativo scolastico durante l’emergenza Covid 19
Laboratori scolastici il Covid non ferma la creativita’ La storica attività educativa sull’espressione teatrale, promossa da Domus Coop in tante scuole del territorio, in questo ultimo anno ha dovuto fare i conti con l’emergenza Covid 19. Ne è scaturita una progettualità alternativa molto interessante. Ne parla Massimo Fabbri, vice-presidente della cooperativa
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ltre 20 anni fa si parlava molto di qualificazione scolastica, ovvero di progetti educativi in grado di arricchire la proposta formativa delle Scuole. Sull’onda di questa esigenza, la cooperativa sociale Domus Coop, anche grazie a relazioni con insegnanti e presidi di Forlì, avviò i primi laboratori scolastici presso le Scuole Medie Orceoli e Palmezzano sul tema del teatro. “Fu un felice incontro - spiega Massimo Fabbri, vice-presidente di Domus Coop - fra una passione di noi educatori per l’espressione artistica e l’interesse di questi istituti scolastici, che, come noi, intravedevano nel teatro una forte valenza educativa per gli alunni. Oltre alla passione cercammo fin da subito di crescere professionalmente in questo ambito con il supporto di vari esperti, fra cui Franco Palmieri, Franco Vignazia e Natale Panaro. Un punto saldo di queste attività, che spaziano dal teatro classico a
quello di figura fino a esperienze sperimentali, fu che l’espressione teatrale era intesa non come fine a se stessa, ma come strumento educativo: in sostanza non abbiamo mai voluto essere una compagnia che allestiva uno spettacolo, ma un laboratorio aperto, in cui il progetto veniva costruito sulle effettive esigenze dei ragazzi che
avevamo di fronte”. Una conferma di questo concetto basilare, anche negli anni successivi, è testimoniata dall’approccio della cooperativa verso nuove scuole interessate a progetti del genere. Mai è stato proposto un “pacchetto preconfezionato”: al contrario si è sempre partiti da un incontro con gli insegnanti per ascoltarli e capire le loro esigenze, sulla base delle quali, poi, veniva costruita la proposta educativa. Dalle prime esperienze e dal passaparola di insegnanti e dirigenti scolastici, negli anni si è verificato un moltiplicarsi di progetti teatrali in più scuole del territorio, fino a circa 70 interventi laboratoriali (mediamente di 15 ore ciascuno) all’anno, sviluppati, oltre che nei due Istituti già citati, anche alle Primarie Bersani (Forlì), Lamberto Valli (Carpinello), Decio Raggi (Roncadello), Carchidio Strocchi (Faenza) e alle Paritarie forlivesi La Nave (elementari e medie), Clelia Merloni (elementari) e don Oreste Benzi (elementari e medie). A fronte di questo incremento lo staff di Domus Coop, impegnato in tali attività, è cresciuto numericamente fino a 7 educatori coinvolti, come sono aumentate anche le occasioni di formazione per offrire percorsi sempre più interessanti. “Un altro elemento che sta alla base dei nostri laboratori - continua
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Massimo Fabbri - è l’attenzione verso il singolo alunno nel contesto del gruppo classe: nei nostri percorsi non abbiamo l’obiettivo che i migliori emergano, ma che tutti si rendano protagonisti e sappiano interagire fra loro. In quest’ottica spesso inseriamo nei laboratori la recitazione corale, assai positiva per creare sinergia fra i bambini e i ragazzi e farli collaborare insieme. In più diamo molto spazio alla costruzione di scenografie, di burattini e pupazzi di scena: quest’ultimo aspetto è molto importante sia per la manualità che viene sviluppata, sia per il fatto che la recitazione insieme ad una figura costruita, può aiutare a vincere le paure del palco. Ogni laboratorio, poi, viene concepito con un’espressività finale, che può essere la messa in scena di uno spettacolo o anche la narrazione del percorso che è stato fatto”. Poi, purtroppo, a fine febbraio 2020, è arrivato il Covid, che ha arrestato bruscamente tutte queste attività: da allora fino all’inizio dell’anno scolastico 2020/2021, gli educatori di Domus Coop si sono interrogati insieme alle insegnanti, a fronte dell’impossibilità di fare teatro, su quali modalità educative potevano essere proposte, rispettando quanto recitano i proto-
colli relativi alla presenza di personale esterno nelle scuole. Si è trattato di una rinascita totale per questi interventi educativi, che è sfociata in percorsi espressivi creativi, dove ogni alunno ha la possibilità di lavorare sulla propria identità personale e su quella di classe. Le scuole coinvolte in questa Fase 2 sono quelle che fanno parte degli Istituti Comprensivi 3 (Bersani, Orceoli e Carpinello) e 9 (Roncadello e Villafranca) oltre La Nave di Forlì. “Si tratta di progetti in presenza conclude Massimo Fabbri - in cui si richiede, su specifiche consegne, una produzione scritta riflessiva, in cui i ragazzi approfondiscono aspetti personali (chi sei, cosa ti piace, come vivi questo momento ecc...), che, successivamente, vengono condivisi
con la classe. Ne è emersa, quindi, una modalità che non li priva della forma espressiva di cui hanno bisogno, con finalità simili a quelle sviluppate in precedenza tramite il teatro, che privilegiava il corpo e il movimento, mentre ora si fa più leva sull’espressione scritta e la parola, mantendendo alto il livello dell’ascolto reciproco. E’ interessante sottolineare che, se nell’ambito del teatro, si percepiva la preoccupazione di stare sul palco, oggi ci accorgiamo che i ragazzi esprimono la medesima emozione, quando viene loro chiesto di alzarsi in piedi sulla sedia e di raccontare ai compagni il proprio lavoro”. Insomma non certo un ripiego, ma una modalità tutta nuova, altrettanto valida, che in futuro potrà essere integrata sinergicamente all’espressività tipica del teatro.
8 #VOLONTARIATO A destra: i VIP Forlì Sotto: Claudio Spadazzi (Spigolone) con una bimba Pagina a fianco: i VIP Forlì con un gruppo di bambini durante un’animazione
Dove manca il sorriso... l’allegria dei VIP Clown L’associazione “Viviamo in Positivo Forlì” è un’esperienza unica e di grande valore, basata sui concetti della clownterapia, al fine di portare serenità e gioia in ambienti spesso densi di sofferenza. Claudio Spadazzi (in arte Spigolone) racconta come si svolgono le attività e le emozioni che ne scaturiscono
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rillano gli occhi di Claudio Spadazzi e si legge chiaramente l’emozione sul suo volto, mentre racconta la bellissima e coinvolgente esperienza che lo vede protagonista insieme a circa altri 70 volontari forlivesi. L’associazione Viviamo in Positivo Forlì è proprio lo specchio di quello sguardo: un gruppo di persone che ha “sposato” la clownterapia e, con il sorriso e un grande cuore, porta l’allegria in tanti luoghi grigi e tutt’altro che sereni. “In effetti - spiega Spadazzi, che dei V.I.P. Forlì è il presidente - è proprio così: cerchiamo di condividere, specie negli ospedali, ma anche nelle case di riposo, serenità e gioia con persone in difficoltà per le loro malattie, offrendo loro un momento leggero, di stacco dalle loro sofferenze. Questo è l’obiettivo costante della clownterapia, che si realizza con l’utilizzo di tecniche clownesche, quali la gag, la musica, la giocoleria e la magìa, corredato da un abbigliamento colorato che ne rafforza l’azione”. Facendo un passo all’indietro si scopre
che l’esperienza forlivese dei VIP ha già una storia quasi ventennale e fu innescata nel 2002 da Massimiliano Petrini, biologo dell’IRST, che, desideroso di intraprendere percorsi innovativi di volontariato, scoprì sul web un’attività di questo tipo a Torino, contattò la responsabile e la portò a Forlì, al fine di organizzare un corso. Fu un successo: parteciparono 25 volontari e verso la fine dello stesso anno
iniziò l’attività dell’associazione con la denominazione di Piadinas, con le prime animazioni presso gli ospedali Morgagni e Pierantoni. L’anno successivo l’associazione forlivese, in collaborazione con altre realtà già operative in altre città, diede vita a Viviamo In Positivo Italia, l’organismo nazionale che aggrega tutte le esperienze di questo tipo. Da allora venne cambiata la denominazione in Viviamo in Positivo Forlì (VIP Forlì), come d’altronde quella delle altre associate che, al suffisso comune, aggiunsero il nome della propria città. Oggi in Italia si contano ben 56 realtà locali che operano sui propri territori e circa 7.000 clown associati. “Da allora ad oggi - continua Spadazzi, che con orgoglio ricorda che il suo nome di clown è Spigolone - di strada se ne è fatta tanta: oltre alla costante presenza in quasi tutti i reparti dell’ospedale forlivese, siamo attivi anche presso la Casa della Salute di Forlimpopoli e in diverse RSA a Cesenatico, Meldola e S. Pietro in Campiano, oltre ad aver avviato progetti anche in alcune scuole medie e presso il carcere di Forlì. In questi ambiti l’approccio è diverso: presso la scuola ex Palmezzano (ora Caterina Sforza) il nostro intervento (limitato alle prime) è di carattere educativo, pur mantenendo i connotati del sorriso. Lavoriamo per creare il gruppo in classe e promuovere valori come l’amicizia e l’aiuto
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reciproco: il nostro intervento, a detta degli insegnanti, risulta molto positivo per i ragazzi. In carcere svolgiamo attività molto diversificate: il sabato siamo presenti durante i colloqui con i famigliari per intrattenere i bambini, mentre i genitori si incontrano. Abbiamo anche svolto un laboratorio con le donne carcerate per la produzione di manufatti artigianali in stoffa, poi venduti in occasione della Giornata Nazionale del Naso Rosso, il nostro evento nazionale che si svolge la terza domenica di maggio in tutte le città dove sono presenti i VIP Clown”. Particolarmente interessante, sempre nell’ambito del carcere, è anche il laboratorio di giocoleria e acrobazia proposto ad alcuni detenuti e purtroppo sospeso dopo appena un mese a causa dell’emergenza Covid, che di fatto da fine febbraio 2020, ha pesantemente frenato l’attività dell’associazione. Di rilievo è anche l’attività in Bosnia, una vera e propria missione che dal 2003 ad oggi ha visto impegnati complessivamente circa 70 clown, all’interno di orfanotrofi, ospedali e anche di campi profughi, purtroppo ancora funzionanti, a tanti anni dalla fine della guerra. Circa due volte all’anno, per
4/5 giorni i VIP Clown, a gruppi di dieci, portano un po’ di allegria in questi ambienti con la forza del sorriso. “E’ un’esperienza del tutto gratuita che ci riempie il cuore - ribadisce Spadazzi/Spigolone - grazie alla quale ci portiamo a casa, in termini di crescita umana e personale, molto più di ciò che doniamo”. L’emergenza Covid, purtroppo, da circa 1 anno ha paralizzato le attività dell’associazione: attualmente le uniche iniziative che vengono realizzate sono
quelle presso la RSA di S. Pietro in Campiano, svolte online: una modalità che inizialmente convinceva poco lo stesso Spadazzi, ma che è risultata molto gradita dagli ospiti della struttura, pur interagendo con i clown tramite il PC. La sola attività in presenza è invece un piccolo progetto con le prime classi della scuola media di Predappio e Fiumana, che si sviluppa nelle forme e nei contenuti di quelli già collaudati presso l’Istituto scolastico forlivese Caterina Sforza”.
10 #VOLONTARIATO
A fianco: la sede del Comitato in via Lunga a Forlì Sotto: il presidente Davide Rosetti Pagina afianco: l’interno della struttura e il centro di raccolta dei medicinali
La forza inesauribile del “volontariato puro” Il Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo di Forlì è un’organizzazione unica in Italia, capace, con la sola forza del volontariato, di sostenere progetti solidali nelle aree più povere del pianeta e anche in ambito locale. Il racconto di questa straordinaria esperienza nelle parole del presidente Davide Rosetti
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uando si parla del Comitato per la Lotta contro la fame nel mondo il pensiero vola immediatamente alla missionaria forlivese Annalena Tonelli, scomparsa a Borama (Somalia) nel 2003, dopo una vita trascorsa fra i poveri prima in Kenia e poi nel Paese del Corno d’Africa. In realtà Annalena non fu fra le fondatrici del Comitato, in quanto partì da Forlì un paio d’anni prima della creazione di questo organismo, voluto da un gruppo di suoi amici 58 anni fa, per sostenere le sue attività in missione. “In effetti - spiega Davide Rosetti, presidente del Comitato - Annalena da sempre per tutti noi è stata un faro, un punto di riferimento per la sua capacità straordinaria di donarsi agli altri, ma ci sono state altre tre donne, forse meno conosciute di lei, che, del nostro soldalizio sono state le ispiratrici, l’anima e il cuore. Mi riferisco a Pina Ziani, Annamaria Giannini e Maria Teresa Battistini, tutte e
tre purtroppo scomparse negli ultimi tempi. Tre donne di una statura morale e di una generosità irraggiungibile, grandi innovatrici della carità, sul cui impegno si è sviluppata l’attività negli anni del nostro Comitato. Oggi siamo circa 200 soci volontari, di cui un centinaio attivi: non abbiamo lo spessore umano di queste grandi donne, ma, con la forza del gruppo, cerchiamo con
semplicità di portare avanti quello che loro ci hanno insegnato”. E l’energia del gruppo è ben visibile: la sede del Comitato, che si trova a Forlì, in via Lunga, conta su 2.000 mq coperti e un’area scoperta notevole, dove vengono raccolti e successivamente commercializzati arredi, capi di abbigliamento, libri, oggettistica usati. In più uno spazio dello stabile è adibito alla raccolta, alla selezione di farmaci con confezione integra e scadenza lontana, che vengono ritirati dalle Farmacie Pubbliche e Private del territorio e successivamente inviati a circa 60/70 presidi sanitari e piccoli ospedali in terra di missione. Oltre a ciò il Comitato, su specifiche richieste, acquista anche farmaci particolari (ad esempio antitumorali) sempre finalizzati a strutture sanitarie in zone povere del pianeta. Lo sviluppo complessivo annuale di queste preziose donazioni raggiunge la cifra di 70.000 euro, che coprono le spese di acquisto dei farmaci e di trasporto, che, in alcuni casi in ambito europeo, vengono effettuati dai volontari del Comitato con i mezzi in dotazione alla struttura. E’ interessante sottolineare che mediamente la vendita dei beni usati e le donazioni, da quanto si desume dal bilancio sociale del 2019 (quello del 2020 è in fase di ultimazione), sfiora gli 800.000 euro annui, di cui, tolti
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circa 100.000 euro di spese di gestione, il rimanente viene destinato a progetti umanitari in larga parte in terra di missione (Etiopia, Burkina Faso, Venezuela, Albania, Romania ecc...), ma anche sul territorio locale a sostegno delle povertà emergenti. “A questo proposito - continua Rosetti - tengo a dire che nel 2019 abbiamo destinato ben 78.000 euro (cifra che confermeremo anche per l’attività 2020) all’Emporio della Solidarietà, una struttura che abbiamo contribuito a creare insieme alla Caritas Diocesana. Credo che questo progetto, avviato qualche anno fa per sostenere i bisogni alimentari delle fasce povere della popolazione locale, sia stato veramente profetico, alla luce di quello che sta accadendo in quest’ultimo anno, a causa dell’emergenza Covid, che ha prodotto un impoverimento generale e, conseguentemente, l’aumento di situazioni bisognose di aiuto. All’Emporio, che aiuta oltre 500 famiglie in difficoltà, destiniamo il totale del ricavo della vendita di indumenti usati, misurabili, sempre nel 2019, in ben 450 tonnellate di vestiti”. Il Comitato per la Lotta contro la Fame nel mondo, da tempo ha scelto di non dotarsi di dipendenti, ma di svolgere ogni attività con la sola forza del volontariato: un scelta di principio che valorizza la generosità del gruppo, anche a fronte di un impegno non certo leggero nella gestione di tutta l’attività, basti pensare a un semplice dato, ovvero che per l’operatività quotidiana della struttura servono circa 20 volontari. “In merito a questo - ribadisce Rosetti - ritengo che probabilmente dotandosi di una segreteria operativa tramite personale dipendente, potremmo raggiungere livelli più alti nell’efficienza gestionale, ma perderemmo quella unicità che ci contraddistingue da tutte le altre realtà simili sul territorio nazionale, ovvero la forza genuina del
volontariato e di una squadra in cui tutti, dal presidente all’ultimo arrivato, sono sullo stesso piano, uniti per raggiungere i medesimi obiettivi”. Il Comitato, nell’ultimo periodo, ha investito anche sulla propria struttura, realizzando un nuovo capannone e implementando migliorie generali, fra cui l’impianto antincendio e altre opere in termini di sicurezza: un intervento motivato dal fatto che anche un’opera di carità umana necessita di un ambiente consono e rispettoso delle disposizioni legislative in materia, anche a tutela dei propri addetti. “L’emergenza Covid - conclude Rosetti - come in tutti gli ambiti
operativi della società ha purtroppo prodotto una frenata al nostro lavoro. Nel periodo di lockdown della scorsa primavera siamo stati costretti a chiudere la struttura e anche attualmente siamo aperti solo 3 giorni alla settimana: ciò significa che i ricavi da destinare ai progetti nel consuntivo 2020 subiranno una contrazione che si aggira attorno al 30%. Certamente, quindi, le risorse caleranno, ma la determinazione e l’entusiasmo del nostro gruppo di volontari non è stata scalfita neppure di un millimetro: è questa, a mio parere, la garanzia per guardare al futuro, sempre e comunque, con spirito costruttivo e postivo”.
12 #SPORT
A fianco: torneo CSI di pallavolo Sotto: Stefano Gurioli e il compianto Vito Foggetti Pagina a fianco: Eleonora Melandri, Sara Tomidei e Sara Letterelli, presenze femminili nel nuovo direttivo CSI
CSI: nuovo direttivo e nuove prospettive future Il rinnovo del Consiglio Direttivo CSI di Forlì è l’occasione di tracciare un bilancio sul quadriennio appena concluso e di progettare le linee guida del prossimo, con una particolare attenzione al bisogno di una nuova rigenerazione per lo sport locale e nazionale, dopo i pesanti condizionamenti causati della pandemia Covid
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lcuni volti nuovi e alcune conferme sono uno dei risultati dell’assemblea elettiva del Comitato CSI di Forlì, svoltasi in modalità online lo scorso 20 dicembre, durante la quale si è provveduto al rinnovo del Consiglio Direttivo per il quadriennio 20212024. Non certamente l’unico risultato, in quanto nel corso dell’evento il presidente Stefano Gurioli, nella sua relazione sul tema “Generare futuro” ha tracciato un quadro molto approfondito sul lavoro svolto, in merito non solo alla crescita numerica delle associazioni affiliate e delle tessere emesse (quasi 8.000 nella stagione 2018/2019), quanto piuttosto sul deciso incremento delle persone disposte ad impegnarsi nel Comitato, passando da un organismo dove pochi fanno molto ad una vera e propria squadra motivata dove in tanti si mettono generosamente in gioco per costruire il futuro. L’analisi, poi, ha interessato la crescita per singole attività - calcio a 7, calcio a 5 (maschile e femminile), pallavolo, basket - frutto anche di sinergie con altri comitati limitrofi e della fiducia diffusa verso il CSI, riconosciuto sul territorio come ente serio, trasparente e affidabile. “A tutto ciò - afferma Gurioli con un po’ di emozione - ha certamen-
te contribuito un uomo che nella nostra organizzazione ha messo impegno, competetenze e passione. Mi riferisco a Vito Foggetti, scomparso lo scorso 20 novembre, che riuscì, nel lontano 1989 a rimettere in piedi il CSI a Forlì, dopo ben 12 anni di inattività. Allora ero un giovane consigliere e sono cresciuto al suo fianco: nel 2000 lasciò la presidenza perchè lo statuto non consentiva di andare oltre i due mandati. Gli sono subentrato e per 30 anni abbiamo gestito in tandem l’organizzazione, io più proiettato sull’attività sportiva e lui, in qualità di vice-presidente
vicario, immerso negli aspetti amministrativi. Una persona che non dimenticheremo mai, per le sue capacità, ma anche per la sua umiltà nel mettersi al servizio degli altri con generosità”. L’analisi di Gurioli ha poi interessato l’ultimo anno del quadriennio, pesantemente condizionato dalla
pandemia e dalla contraddizioni sulle interpreatzioni dei vari DPCM, con la conseguente generazione di incomprensioni fra i vari attori dello sport italiano, che hanno coinvolto anche gli Enti di Promozione Sportiva. “Generare futuro - ha affermato Gurioli - significa ribadire la valenza educativa dello sport, ma anche essere capaci di tracciare nuove strade e di cogliere nuove opportunità, anche in merito ad attività che stanno prendendo piede non preattamente agonistiche, ma di grande rilievo sociale, come ad esempio le camminate
collettive, generatrici di benessere fisico e psichico, specie se a contato con la natura. Il ciclone Covid da cui siamo stati travolti implica una vera e propria rinascita dello sport, magari con una auspicata legge quadro che garantisca chi, come noi, promuove realmente lo sport e non ci metta sullo stesso piano dei venditori di tessere. Insomma sarà una ripartenza che credo di non esagerare, paragonandola a quella del 1944, quando venne fondato il CSI”. Si accennava al nuovo direttivo: questa è la composizione: oltre allo stesso Gurioli, riconfermato all’unanimità presidente, ne fanno parte Eleonora Melandri, Stefano Rossi, Sara Tomidei, Sara Letterelli, Francesco Lami, Mario Palermo, Stefano Raggi e Antonio Di Franco: Stefano Gurioli e Eleonora Melandri (la più votata) sono stati nominati delegati del Comitato all’assemblea regionale (prevista il 27 febbraio) e a quella nazionale (6 marzo), dove esprimeranno 96 voti, in rappresentaza delle altrettante associazioni affiliate al Comitato di
Forlì. Nel corso della riunione del primo direttivo sono stati nominati anche i due vice-presidenti, nelle persone di Mario Palermo e di Antonio di Franco. “Mi preme sottolineare - ribadisce Gurioli - che il nuovo consiglio è stato eletto nel pieno rispetto delle nuove norme statutarie, che abbassano i membri da 12 a 8 e prevedono la presenza femminile nella misura del 30%. Con orgoglio desidero ribadire che le tre donne che ne fanno parte (tutte provenienti da esperienze sportive nella pallavolo) non sono affatto un riempitivo per adempiere un obbligo che ci viene imposto, ma tre valide collaboratrici già attive in seno al Comitato anche nell’ultimo quadriennio: Sara Tomidei ha ricoperto la carica di vice-presidente, mentre Eleonora Melandri e Sara Letterelli già partecipavano ai lavori del Direttivo in qualità di membri cooptati, senza diritto di voto. Insomma sono parte attiva di quello sviluppo in termini di squadra a cui facevo riferimento precedentemente, come valore aggiunto dell’attività
dell’ultimo quadriennio”. Ora il CSI, rinnovati gli organi, si trova alle prese con i primi passi della ripresa delle attività sportive. I campionati, sospesi prudenzialmente nei mesi scorsi fino al 15 gennaio per senso di responsabilità nei confronti degli atleti, pur essendo eventi di carattere nazionale e, quindi, consentiti dai vari DPCM che si sono succeduti. “Nel corso dell’incontro online alla presenza del presidente nazionale Vittorio Bosio e di tutti i presidenti locali - conclude Gurioli - la direzione nazionale CSI ha dato il via libera per la ripresa dei campionati, lasciando ai territori la valutazione finale, in merito all’emergenza Covid, che, come tutti sanno, presenta livelli di gravità differenziati per regione. A Forlì stiamo valutando come riprendere le attività, con criteri di assoluta prudenza: il primo passaggio necessario è certamente il consolidarsi della fascia gialla per l’Emilia Romagna. Credo sia verosimile poter pensare alla ripartenza non prima dell’inizio di marzo”.
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14 #RACCOLTA FONDI
A fianco: Colomba Classica, acquistabile per sostenere l’associazione Amici dell’Hospice Sotto: Sara Pirotti, organizzatrice della raccolta fondi
Prelibatezze dolciarie per sostenere gli Hospice L’Associazione Amici dell’Hospice, nell’impossibilità di organizzare, a causa del Covid, i tradizionali eventi pubblici di raccolta fondi, è impegnata in vendite solidali di prodotti dolciari. Di seguito riportiamo i risultati della campagna Panettoni e il lancio di quella relativa a Uova di Pasqua e Colombe artigianali
L
e festività natalizie e pasquali sono, per l’associazione Amici dell’Hospice, l’occasione per lanciare altrettante raccolte fondi, al fine di sostenere le attività di assistenza sanitaria e di socializzazione rivolte alle persone con malattie incurabili sia presso gli Hospice di Forlimpopoli e Dovadola sia nell’assistenza domiciliare. In quest’ottica, si è conclusa, nel mese di dicembre, la vendita solidale di panettoni artigianali: sono stati ben 1.431 quelli collocati (di due tipologie, tradizionale e con gocce di cioccolato), che hanno garantito all’associazione risorse, tolte le spese, di oltre 5.000 euro. “Si è trattato di un risultato molto superiore alle aspettative - afferma Sara Pirotti, volontaria degli Amici dell’Hospice ed organizzatrice della raccolta fondi - basti pensare che nel 2018 le vendite furono di circa 500 panettoni e nel 2019 di poco più che
1.000. Dietro a questo esito positivo c’è l’impegno di tante persone in termini di promozione, logistica e in certi casi di consegna dei panettoni presso le famiglie che hanno aderito alla nostra proposta. Desidero ringraziare, innanzitutto, l’azienda dolciaria Flamigni di Forlì che ci ha messo a disposizione due tipologie di
prodotto di qualità a prezzi veramente vantaggiosi e, ovviamente, tutte le persone che hanno acquistato i panettoni. Il risultato in termini economici è stato molto incoraggiante per la nostra associazione anche a fronte dell’impossibilità, a causa dell’emergenza Covid in corso, di organizzare i tradizionali eventi pubblici di raccolta fondi”. In vista delle festività pasquali l’iniziativa riprende forma con una novità: a fianco della vendita di uova di cioccolata (già effettuata negli anni passati), gli Amici dell’Hospice proporranno anche una colomba artigianale. “Anche in questo caso - continua Sara - abbiamo al nostro fianco aziende produttrici molto sensibili alla nostra causa: Dolciaria Baiocchi di Ravenna che ci mette a disposizione uova di cioccolato da 500 gr. di qualità in tre varianti (cioccolato fondente, cioccolato al latte e ai cereali) e la stessa Flamigni che ci fornisce una colomba classica da gr. 750”. Chi desidera prenotare le uova pasquali (offerta minima richiesta euro 10,00) o la colomba (offerta minima richiesta euro 13,00) può chiamare entro il 15 marzo, Sara Pirotti al numero di telefono 349.6134416. Le uova e le colombe saranno disponibili fino ad esaurimento scorte.
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A fianco: alcuni ragazzi del Salvagente. Luca Ciani, Elia Foggetti, Giada Balestri e Marco Gnani.
Piu’ombre che luci sulla didattica a distanza Le riflessioni di alcui giovani studenti, che frequentano la cooperativa sociale Salvagente, mettono in evidenza la complessità dell’attuale offerta formativa che le scuole mettono a disposizione in questo periodo, condizionato dall’emergenza Covid e il valido supporto educativo di cui beneficiano, grazie proprio al Salvagente
I
l ritorno alle lezioni in presenza (seppur a settimane alterne con le classi divise in due gruppi) è lo spunto per una riflessione con alcuni studenti che frequentano la cooperativa Salvagente, che, anche in questa situazione, si è dimostrata un punto saldo per tanti adolescenti, a fronte delle incertezze e della precarietà delle loro attuali esperienze scolastiche. “Non ho difficoltà ad ammettere racconta Luca Ciani, studente al 4° anno all’ITTS Marconi di Forlì - che il primo lockdown (marzo 2020) inizialmente mi ha reso felice, perchè si stava a casa: poi, prolungandosi di molto, è sopraggiunta la noia, il desiderio di rientrare a scuola e la consapevolezza che è molto difficile mantenere la concentrazione di fronte ad un monitor. In più ho notato che alcuni professori hanno cercato di studiare qualche innovazione per rendere più accattivante la lezione online, altri, invece, si sono limitati a puntare la telecamera sulla lavagna e a gestire le proprie ore come prima. Oggi con il rientro in presenza credo che sarà tutto più facile, sia per le possibilità di relazioni reali, sia per l’apprendimento”. “Devo ammettere - è il pensiero di Elia Foggetti, anch’egli studente di Quarta all’ITTS - che abbiamo perso un sacco di tempo a livello formativo, in quanto la scuola non era preparata in tempi rapidi a gestire le lezioni online, poi si sono organizzati. Ho fatto
un sacco di fatica perchè ho difficoltà nell’apprendere in presenza, figuriamoci a distanza! Dopo l’estate il rientro è avvenuto in condizioni non normali, ma neppure tragiche: desideravo andare a scuola, anche perchè tutta la parte laboratoriale (molto importante nel piano formativo) ovviamente non era fattibile online. Il successivo ritorno alla didattica a distanza è stato faticoso: in un monitor diviso nel nostro caso in 26 mini-riquadri, i professori non possono cogliere le nostre espressioni come avviene in classe e di conseguenza interagire al meglio: è tutto più complesso. Proprio per questo, al ritorno alle lezioni in presenza ho deciso, avendone la possibilità in quanto DSA, di partecipare ad entrambi i due gruppi in cui è suddivisa la classe”. “La didattica a distanza - afferma Marco Gnani, studente di Seconda sempre all’ITTS di Forlì - non è stata inizialmente un peso, in quanto sono un ragazzo abbastanza solitario. Con il tempo mi sono reso conto che era una situazione molto diversa e complicata per apprendere al meglio. Anche nel mio caso, in quanto DSA, ho avuto la possibilità di seguire le lezioni in presenza anche durante il lockdown e l’ho fatto da solo in classe con i professori, mentre i miei compagni erano in video. Una situazione irreale, ma che mi ha aiutato a capire meglio le lezioni ed ad interagire di più con gli insegnanti”. “Una cosa che ho notato - spiega
Giada Balestri (2° anno all’Istituto Ruffilli di Forlì) - è la differenza fra i primi tempi e la situazione attuale: all’inizio è mancata l’organizzazione, sono saltate molte lezioni, poi ho visto negli insegnanti lo sforzo per essere più coinvolgenti nelle lezioni online. Apprezzo molto, poi, la sosta di 15 minuti fra una lezione e quella successiva, in quanto la concentrazione di fronte al monitor è complessa e quel po’ di tempo di rilassamento aiuta a fare meglio nell’ora dopo”. Ne emerge, quindi, un quadro nel suo complesso complicato, dove gli studenti, seppur versatili, si rendono perfettamente conto dei limiti della didattica a distanza e dell’incertezza sul futuro, causata dai cambi di regole, dettati dai vari DPCM. In tutto questo contesto il supporto del Salvagente è stato indubbiamente prezioso per tutti: dopo le forzate attività a distanza della seconda parte dell’anno scolastico 2019/2020, la cooperativa, seguendo protocolli rigidi di sicurezza, ha sviluppato la propria attività sempre in presenza, un valore aggiunto molto apprezzato dai ragazzi. “Per noi il Salvagente - affermano Luca, Elia e Marco - è un aiuto costante per lo studio e lo è stato ancora di più in questo periodo così complesso. L’emergenza in corso ci ha spinti ad essere tutti più responsabili e a dare il massimo, sempre. In alcune occasioni il Salvagente è stato qualcosa di più: un’àncora di salvezza, una grande famiglia a cui appoggiarsi, di fronte alle difficoltà non solo nello studio, ma anche nei problemi quotidiani”. “Per me - conclude Giada - il Salvagente è una nuova esperienza che ho cominciato da poco, esattamente dall’estate scorsa: posso dire che qui mi trovo veramente bene”.
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#ECONOMIA
A fianco: alcuni partecipanti al webinar promosso da Dorelan Sotto: Maurizia Squarzi, presidente di CavaRei
Valori dell’incontro fra profit e non profit Un webinar promosso dall’azienda Dorelan, a cui hanno preso parte i rappresentanti dell’impresa sociale CavaRei, ha messo in evidenza le ricadute benefiche, seguite al progetto “I’m a dreamer_sogno_riciclo_creo”, prodotte dall’incontro fra profit e non profit, in un’ottica di arricchimento reciproco
L
o scorso 21 gennaio Dorelan ha organizzato un webinar sul tema “Responsabilità sociale d’impresa, per una ripartenza consapevole e sostenibile: il ruolo dell’azienda nella vicinanza al territorio e al sociale”, al quale CavaRei ha partecipato in qualità di partner del progetto “I’m a dreamer_sogno_ riciclo_creo”. Nell’occasione CavaRei ha potuto presentare, tramite il consulente Michel Alimasi, il report sull’impatto di tale progetto, che ha evidenziato come si sia generato un cambiamento su tutti i protagonisti diretti e indiretti. In particolare la conoscenza reciproca fra le tre realtà che hanno dato vita a I’m a Dreamer (Dorelan, CavaRei, Istituto Saffi Alberti) ha prodotto valori tangibili: i dipendenti di Dorelan hanno iniziato a fare volontariato, gli studenti dell’Istituto Saffi Alberti si sono confrontati con persone fragili per arrivare al risultato finale; le famiglie di CavaRei si sono sentite molto gratificate nel vedere i volti dei loro figli, tra coloro che hanno realizzato oggetti venduti in tutta Italia. “L’impatto vero generato dal progetto I’m a dreamer - ha affermato durante l’evento Maurizia Squarzi, presidente di CavaRei - non è misurabile in numeri, ma è un valore che incremen-
ta un’economia delle emozioni. Sono certa che gli studenti del Saffi Alberti, dopo l’esperienza con i ragazzi di CavaRei, quando incontreranno una persona disabile, la guarderanno con occhi nuovi, consapevoli che quella persona ha potenzialità che superano la disabilità apparente”. Il webinar è stato moderato da Giampaolo Colletti, giornalista del Sole24Ore, il quale ha saputo animare l’incontro passando la parola a testimonianze di altre realtà sociali nazionali che hanno realizzato progetti grazie alle forti relazioni con il territorio come Luca Trapanese, presidente di “A ruota libera”, che ha raccontato
come ha trasformato Marziano Appio (Napoli) in un Borgo Sociale, oppure l’esperienza di Roberto Vitali, fondatore di Village for all V4A, il quale ha illustrato quali ricadute può dare un turismo accessibile a tutti, cambiando il paradigma del turismo da camera a destinazione. Sono seguiti interventi di aziende che, come Dorelan, attraverso il sostegno a progetti sociali, hanno fatto crescere la comunità. Tommaso Simili (resp. comunicazione di Granarolo) ha raccontato come è nata la Banca del Latte presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, a disposizione dei bambini prematuri. Una Responsabilità Sociale d’Impresa che possa coinvolgere l’intera comunità non può prescindere dal rapporto con le istituzioni, come ha evidenziato Paola Casara, assessore del Comune di Forlì, che ha ricordato come il modello “I’m a Dreamer” sia replicabile e come l’amministrazione locale della città si stia attivando per valorizzare le azioni di economia circolare del territorio. A dare un’impronta accademica al concetto di Responsabilità sociale d’impresa è intervenuta la prof. ssa Federica Bandini, docente di Management per l’economia sociale al Campus di Forlì, che, dopo aver illustrato come i rapporti tra profit e non profit siano modificati nel tempo, ha concluso dicendo “Fino a qualche tempo si esortavano le cooperative ad avvicinarsi al mondo profit e copiare la loro capacità di generare business. Ora è arrivato il momento in cui sono le imprese profit che devono imparare dalla cooperazione sociale per generare un altro tipo di valore”.
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La parola
Domenico Settanni
#LEGISLAZIONE
all’esperto // CARTA EUROPEA DELLA DISABILITÀ Un progetto che viene da lontano ancora non attivato, ma che contiene effetti positivi per le persone con disabilità
Nel 2016 fu presentata la Carta Europea della Disabilità, un’iniziativa comunitaria a cui presero parte 8 Paesi Pilota (Belgio - Cipro - Estonia - Finlandia - Malta - Slovenia - Romania - Italia) e che si inserisce nella Strategia 2010/2020 in materia di disabilità: si tratta di una card che permette alle persone con disabilità di accedere gratis o a costo estremamente vantaggiosi a una serie di servizi quali i trasporti, i viaggi, la cultura, i musei, lo sport e il tempo libero in Italia e in Europa, promuovendo il concetto di una vera inclusione, innalzando di fatto i livelli di partecipazione nella società e venendo incontro ai valori espressi nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità In Italia il progetto si è sviluppato grazie alla collaborazione tra il Ministero del Lavoro e le due federazioni nazionali FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) entrambe componenti dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, presieduto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Domenico Settanni esperto di cooperazione sociale
Se in alcuni Paesi la Card è stata introdotta come elemento grazie al quale usufruire di scontistica privata frutto di altrettante convenzioni, l’intenzione in Italia è quella che diventi un documento ufficiale che la persona disabile possa avere sempre con sè e che, di fatto, sostituisca il certificato di invalidità cartaceo. In questo modo, in ogni contesto in cui sono previste scontistiche o servizi gratuiti per le persone disabili, la presentazione della card diventerà lo strumento che certifica il diritto di usufruirne. Ma a che punto siamo sull’attuazione di tale Carta? La legge di bilancio 2019 ha definito i criteri per il rilascio della Carta in Italia, determinando le modalità per l’individuazione degli aventi diritto, la realizzazione e la distribuzione della stessa, autorizzando, fra l’altro, una spesa di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, per all’avvio del progetto. Il 3 dicembre 2020 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato di aver firmato il decreto attuativo, che definisce le modalità di gestione ed erogazione della card, che verranno curate dall’INPS. Attualmente si è in attesa della pubblicazione di tale documento sulla Gazzetta Ufficiale. Prevedere i tempi di attivazione della Card è complesso, in quanto sono previsti alcuni passaggi indispensabili: a quanto si sa l’INPS ha già fatto prove di verifica delle procedure di identificazione degli aventi diritto, poi, al dilà della pubblicazione in G.U. attesa a breve, verrà attivata la produzione, a seguire le modalità di richiesta ed, infine, l’erogazione vera e propria. Insomma un processo lungo certamente, ma che doterà le persone con disabilità di uno strumento agile e funzionale per svolgere le proprie azioni quotidiane in serenità e usufruire dei benefit riservati alla categoria, senza l’assillo di avere sempre dietro il certificato di invalidità.
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#NOTIZIE BREVI
I BIGLIETTI VINCENTI DELLA LOTTERIA DELLA SOLIDARIETÀ
La Talpa, il giornale che racconta le storie di CavaRei
A
fine 2020 presso l’impresa sociale CavaRei è nata “La Talpa”, un progetto editoriale che prevede la pubblicazione di un giornale mensile, frutto del lavoro di alcuni operatori ed ospiti con disabilità del Centro Residenziale di via Bazzoli. “Gli obiettivi di questa iniziativa - spiega Marco Assorti, che ne è il coordinatore - sono molteplici. Innanzitutto desideriamo raccontarci, approfondendo temi e laboratori che ci vedono impegnati ogni giorno, in secondo luogo realizzare un giornale è l’occasione per creare legami e metterci in contatto con persone esterne alla nostra struttura. Infine non bisogna dimenticare che l’emergenza Covid ha limitato di molto le attività del nostro Centro Residenziale: il giornale La Talpa (sotto una pagina del notiziario) diventa, così, un occasione di impegno costruttivo nel quotidiano, uno strumento per esprimere le proprie opinioni e anche per mettere a frutto le nostre competenze a livello grafico/
informatico”. Per ora sono stai realizzati tre numeri del giornale (novembre - dicembre e gennaio) con una diffusione limitata agli operatori della cooperativa e ai famigliari dei ragazzi, ma si conta in un futuro prossimo di sviluppare la diffusione in larga scala. Crea indubbiamente curiosità il titolo “La Talpa” che il gruppo di redazione ha voluto attribuire al giornale: la spiegazione è presto detta. “Noi - continua Marco Assorti - in questo periodo siamo un po’ come le talpe, animali che hanno ambizioni, che stanno bene e che vivono spesso rintanati nel loro rifugio, ma che desiderano comunque vivere in relazione con gli altri. Oggi il Covid ci costringe ad una vita un po’ nascosta e molto limitante nei rapporti con gli altri. Il titolo La Talpa, quindi, esprime molto bene la nostra condizione attuale”. Il progetto, come si è detto, punta anche alla creazione di relazioni: per questo, viste le limitazioni del momento, la redazione ha utilizzato appieno tutti gli strumenti digitali (videochiamate - videoconferenze - socialnetwork) per connettersi con l’esterno, al fine di creare storie, raccontare emozioni e produrre contenuti da pubblicare.
Maria Teresa Battistini, ‘sorella nella carità’ di Annalena
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o scorso 11 gennaio è scomparsa Maria Teresa Battistini (nella foto), una delle fondatrici, nel 1963, del Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo di Forlì. Per lunghissimi anni fu missionaria insieme ad Annalena Tonelli in Kenya, da quando nel 1970 lasciò l’insegnamento per raggiungere l’amica a Wajir e iniziare una fraternità di preghiera e servizio agli ultimi, sulla scia di Charles de Foucauld. Nel 1985, dopo l’eccidio di
Wagalla e la conseguente dispersione della comunità missionaria, Maria Teresa ha continuato da Forlì a sostenere Annalena insieme al Comitato per la lotta contro la Fame nel Mondo di Forlì. Le esequie sono state officiate dal vescovo mons. Livio Corazza il 14 gennaio presso la basilica di San Mercuriale.
Venerdì 29 gennaio si è compiuto l’ultimo atto relativo alla XX edizione della Lotteria della Solidarietà, iniziativa di raccolta fondi promossa congiuntamente dall’associazione Amici di don Dario, dal Consorzio di Solidarietà Sociale e da Assiprov. L’emergenza Covid non ha permesso lo svolgimento della tradizionale Cena Conviviale a conclusione della manifestazione, per cui gli organizzatori si sono limitati all’estrazione dei 150 biglietti vincenti (il cui elenco è pubblicato sui siti web degli organizzatori: www.amicididondario.it - www. cssforli.it - www.assiprov.it) e alla proclamazione dei progetti di innovazione sociale a cui viene donato un contributo economico da parte della Lotteria. I progetti vincenti sono stati i seguenti: “Terzo Tempo Caffè: è bello ri-trovarsi insieme”, promosso dalla cooperativa sociale L’Accoglienza, a cui viene destinato un contributo di euro 1.500,00 e “Una fiumana di libri”, curato dall’associazione Comitato Genitori Scuola Materna ed Elementare di Fiumana, a cui vengono devoluti euro 1.000,00. La Lotteria, come di consueto, ha donato anche la cifra di 1.500 euro al Fondo Carcere, gestito dal cappellano della Casa Circondariale di Forlì, don Enzo Zannoni. I biglietti collocati sono stati 28.171, un risultato da ritenersi comunque soddisfacente, in quanto maturato in un contesto fortemente condizionato dalle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid 19. Complessivamente, nelle 20 edizioni, la Lotteria della Solidarietà ha erogato contributi ad organizzazioni del Terzo Settore per euro 394.550,00.
#NOTIZIE BREVI
DONATI AI POVERI PACCHI NATALIZI DAL LIONS CLUB FORL’ GIOVANNI DE’ MEDICI
Una donazione e una targa in memoria di Riccardo Turoni
N In occasione delle festività natalizie, il Lions Club Forlì Giovanni de Medici, in collaborazione con il Comune di Forlì, ha distribuito oltre sessanta pacchi destinati a più di quaranta famiglie, alcune delle quali particolarmente numerose. Il progetto, che è stato realizzato in collaborazione con “Sottobosco Romagna Toscana” (piattaforma web che valorizza le produzioni tipiche alimentari del territorio, creata dalla cooperativa CTA), ha voluto contribuire a portare un momento di sollievo e di vicinanza a famiglie particolarmente segnate dall’attuale situazione di crisi. “Il nostro service - commenta Leo Gaspari, presidente del Lions Club Forlì Giovanni de’ Medici - rappresenta un gesto concreto, che significa condivisione delle difficoltà e vicinanza con chi vive in povertà”. I destinatari, la cui identità è ovviamente riservata, sono stati individuati in collaborazione con gli uffici comunali dell’assessorato al Welfare”.
ell’estate del 2019, a fine giugno, è mancato il forlivese Riccardo Turoni, 42 anni, persona molto conosciuta in città e non solo, grazie alla sua attività di fisioterapista, operativo in diversi centri della Romagna. Turoni era anche il papà di una bimba che frequenta le Scuole La Nave. In memoria di Turoni sono state raccolte molte donazioni che, poi, sono state donate alla stessa Scuola La Nave, grazie alle quali è stato possibile l’acquisto di materiale didattico a servizio dell’aula di Scienze. Nel mese di gennaio 2021, a ricordo
Progetto di tutoraggio promosso da Rotaract Forlì
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ll’interno del service rotariano “Orientamento alle professioni” per aiutare i giovani nelle scelte postdiploma, il Rotaract di Forlì ha avviato un progetto di tutoraggio per affiancare gli studenti in tale scelta. L’iniziativa, rivolta agli studenti dell’ultimo anno delle superiori, prevede incontri online, in cui i giovani del Rotaract Club Forlì (18-30 anni), accompagnano diversi professionisti durante i vari webinar. L’iniziativa è parte del service “Orientamento alle professioni” attivo da tempo per iniziativa del Rotary Club Forlì, grazie al quale nel periodo 22 gennaio-2 febbraio, si sono
SOSTENGONO IL PROGETTO “PERCORSI SOLIDALI”:
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della donazione, è stato organizzato un piccolo evento alla presenza della classe della bimba, degli insegnenti e dei dirigenti, nel corso del quale è stata affissa una targa ricordo della donazione e dell’amicizia che legava Turoni alle Scuole La Nave. All’evento ha partecipato anche il parroco di Coriano don Enzo Scaioli, che ha benedetto la targa e recitato una preghiera in memoria dello stesso Turoni.
svolte, con dirette Zoom una serie di incontri con imprenditori, commercialisti, medici, avvocati, architetti e altri professionisti soci del Club che, confrontandosi con gli studenti, hanno messo a disposizione le loro competenze lavorative. I temi trattati hanno riguardato diversi profili quali il medico, l’avvocato, l’ingegnere, l’architetto, l’esperto in tecnologie digitali, oltre che diversi aspetti legati all’innovazione.
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