MINISTERO DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE E ARTI APPLICATE SCUOLA DI PROGETTAZIONE ARTISTICA PER L’IMPRESA CORSO DI DIPLOMA ACCADEMICO DI PRIMO LIVELLO IN PROGETTAZIONE DELLA MODA BAGLASS APPLICAZIONI DELL’ARTE PER LA MODA Studentessa GIOA PICCIURRO 8165 Relatore PROF. SERGIO PAUSIG A.A. 2015/2016
INDICE
Introduzione
p. 10
Capitolo I. Il tirocinio
p. 13
1.1 Il tirocinio
p.19
Capitolo II. I progetti delle borse 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9
p. 25
I progetti delle borse Costruzione di solidi Sviluppo dei progetti e modellazione digitale 3D Costruzione dei prototipi in cartoncino bianco e carton cuoio Prove artigianali per simulare la stampa Elaborazioni grafiche dei soggetti Liberty Progetti grafici delle borse Progetti definitivi delle borse realizzate in ecopelle/pelle e canvas Applicazioni digitali su altri gadgets
Capitolo III. Fashion design
p. 26 p. 27 p. 30 p. 37 p. 45 p. 49 p. 54 p. 57 p. 62 p. 65
3.1 Descrizione della collezione 3.2 Color palette Capitolo IV. Applicazioni artistiche
p. 68 p. 69 p. 77
4.1 Cenni storici 4.2 I soggetti nello stile Liberty: i fiori
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p. 78 p. 90
Bibliografia e Sitografia
p. 97
Ringraziamenti
p.98
«L’immaginazione è la prima fonte della felicità umana» Giacomo Leopardi, “Lo Zibaldone”, 1898-1900
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Villa Malfitano, grande veranda vetrata
Villino Florio, ramage sul soffitto ligneo
Villa Malfitano, particolare di un cancelletto in ferro battuto
Villino Florio, vetrata policroma sul sopraporta
Villa Malfitano, decorazione sul vetro della veranda
Villino Florio, particolare in ferro battuto
Villino Favaloro, vetrata policroma (particolare)
Villino Florio, ramage sul soffitto ligneo
Villa Malfitano, decorazioni Liberty sulle vetrate del soffitto
Villino Favaloro, interno della serra del giardino d’inverno
Villa Gregorietti (Mondello), piastrelle policrome (particolare)
Villino Favaloro, decorazione Liberty del soffitto del salone a primo piano
Introduzione In seguito alle conoscenze acquisite durante lo studio delle materie dei corsi di Design dell’Accessorio e di Design del Gioiello col Professore Sergio Pausig, relatore di questa tesi, e della materia di Fashion Design col Professore Sergio Daricello, consulente in materia, in codesto elaborato di tesi si prefigge l’obiettivo di ideare e progettare tre accessori e tre completi d’abbigliamento, in cui lo stile Liberty viene interpretato in chiave contemporanea. Quest’ultimo, nato a cavallo tra i secoli Ottocento e Novecento, costituisce il fondamento essenziale nella storia della Sicilia e della sua raffinata e splendida Palermo. Scrisse l’illustre scrittore Leonardo Sciascia sul suo amato capoluogo siciliano:“Palermo è una citta’ essenzialmente liberty, quasi una piccola capitale dell’Art Nouveau“. Attraverso un’attenta rielaborazione critica e artistica del suddetto stile, si è partiti dall’idea di progettare e realizzare delle borse/pochettes con un materiale telato resistente (il canvas) unitamente alla ecopelle e alla pelle, le cui patte richiudibili presentano delle stampe con motivi Liberty stilizzati e ridisegnati manualmente, elaborati graficamente e in seguito impressi con stampa digitale sul canvas. Le stampe riprendono le linee e i caratteri delle vetrate e degli affreschi di alcune delle più celebri strutture Liberty di Palermo: Villa Malfitano Withaker, Villino Florio e Villino Favaloro. La borsa rappresenta per la donna un accessorio indispensabile, un completamento del suo outfit e della sua figura, un’alleata fedele e al contempo una custode complice e silenziosa del suo mondo privato, che la accompagna nel suo dinamico viaggio quotidiano. Essa costituisce non solo un contenitore segreto di cui soltanto la proprietaria conosce il contenuto, ma anche un involucro che ama farsi notare con colori, forme e materiali.
E’ forse per questo motivo che essa rappresenta un accessorio tanto ambito, poiché attrae senza svelarsi completamente. Le borse Baglass non sono semplici riproduzioni di elementi decorativi, sono create artigianalmente e sono dei pezzi unici che riprendono l’eleganza e l’armonia dello splendido e florido stile floreale siciliano. La collezione delle borse è impreziosita anche da tre oufits d’abbigliamento, che la completano e che riprendono con i colori, le linee e i modelli i motivi Liberty summenzionati. Essi costituiscono la capsule-collection Primavera/Estate 2018 e sono realizzati sartorialmente in tessuti quali la georgette, il cady di seta e il camoscio. Nel primo capitolo si esplicherà come l’attività di tirocinio sia stata fondamentale e rappresenti il punto di partenza da cui è scaturito l’iter progettuale e il concetto rivisitato dello stile Liberty. Nel secondo capitolo verrà affrontato il tema relativo ai progetti delle borse, dalla loro ideazione alla realizzazione,analizzandone le varie fasi di esecuzione, le prove intermedie di stampa e i prototipi antecedenti i manufatti finali. Il terzo capitolo riguarderà l’iter progettuale dei tre outfits d’abbigliamento, dalla loro progettazione ed elaborazione digitale alla realizzazione finale. Il quarto capitolo infine sarà costitutito da cenni storici riguardanti gli artisti, architetti e artigiani che, con il loro genio e il loro lavoro, hanno lasciato delle testimonianze uniche e rare, che ancora oggi incantano gli animi catapultandoci indietro nel tempo e facendoci ritrovare virtualmente nella sfavillante e florida Belle Époque di Palermo.
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IL TIROCINIO
Taglio a mano del cartamodello
Smussatura eseguita per mezzo di un macchinario specifico
Martellata sulla tracolla della borsa
Indicazione scritta per procedere al taglio dei materiali
Taglio a mano della fodera
Cucitura a macchina della cerniera
Butterfly Bag
Farfalla realizzata con tecnica a intarsio
Borsa in pelle e camoscio
Base della borsa in camoscio e pelle
Particolaredi un’ala della farfalla
Chiusura della borsa a scatto in nichel
Il tirocinio L’attività di tirocinio all’interno del Triennio del corso di Progettazione della Moda è stata svolta allo scopo di analizzare, studiare e comprendere le dinamiche e le problematiche gestionali ed operative di un’azienda operante nel settore moda. Presso l’azienda “L’Officina della Pelle” è stato effettuato un percorso formativo, suddiviso in varie fasi, in cui sono state affrontate le attività di progettazione, realizzazione e gestione all’interno dei processi aziendali. La ricerca stilistica e la progettazione di un accessorio moda mi hanno consentito di implementare il processo produttivo dell’azienda, partecipando attivamente allo studio e alla realizzazione di una borsa con chiusura a scatto nei colori di tendenza per la Primavera/Estate 2016. Inizialmente è stato eseguito lo schizzo preparatorio di un design particolare scegliendo come tema una farfalla, secondo una rivisitazione delle vetrate Liberty in chiave contemporanea, allo scopo di trasmettere leggerezza e allegria, valutando i colori e le relative pelli da abbinare tra loro. Successivamente sono stati realizzati i modelli procedendo alle varie fasi di taglio, incollaggio e montaggio della borsa mediante l’uso di attrezzi specifici e l’ausilio di macchine da cucire. In un contesto operativo, ove già operano dipendenti specializzati, si ha modo di constatare ed applicare le tecniche di collaborazione e team building che accrescono la produttività e l’efficienza dell’azienda, ottimizzando tempi, processi ed impiego di risorse. A conclusione dell’intero percorso si possono quindi apprendere le dinamiche legate alla gestione e alla produzione in un’azienda di accessori moda, acquisendo ulteriori conoscenze professionali. Codesta borsa è stata realizzata interamente in maniera artigianale e la farfalla, oltre a completare la chiusura e a costituire l’elemento chiave dell’accessorio, è stata eseguita a mano secondo la tecnica dell’intarsio, intagliando e inserendo più strati di pelle di diversi colori. I materiali utilizzati sono: la pelle, il camoscio e il metallo (nichel) per la chiusura a scatto. Dopo aver costruito il modello, si passa al taglio dei vari componenti e al relativo assemblaggio, dopodiché si cuciono le parti interessate con macchine da cucire professionali per le lavorazioni in pelle.
Particolare della farfalla intagliata a mano.
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Modello in cartone bianco
Intaglio della farfalla
Disegno preparatorio
Incollaggio degli elementi per la costruzione del corpo centrale della borsa
Il panorama industriale italiano è costituito principalmente da piccole e medie aziende e il lavoro artigianale è una delle caratteristiche del Made in Italy, riguardante in particolare il settore della moda, nello specifico abbigliamento o accessori. L’artigianato richiede eccellenza, abilità manuale e profonda conoscenza dei materiali, delle tecniche e degli strumenti. Il saper fare artigianale è parte integrante della filiera produttiva nazionale, nei vari settori produttivi e commerciali, un elemento imprescindibile per la moda e il Made in Italy. Tutte le medie e le grandi imprese di moda italiane basano la loro peculiarità sull’artigianalità e l’alta sartoria. Negli ultimi anni il mercato ha chiesto sempre più prodotti unici e personalizzati, che si distinguano dai prodotti industriali e che, nonostante trascorri il tempo, trasmettano una storia, dei caratteri e dei valori autentici. Oggi la commercializzazione dei prodotti non avviene soltanto in maniera tradizionale, ovvero tramite esposizione nella vetrina di una boutique, ma si può procedere alla loro immissione nel mercato in maniera mediatica tramite vendita online, utilizzando anche una propria piattaforma e-commerce. L’esperienza dell’acquisto rappresenta un elemento che soddisfa e gratifica anche il consumatore, rendendolo partecipe dell’iter produttivo di un oggetto che, in modo intrinseco, racconta la sua storia, dall’idea-progetto alla sua messa in opera e successiva ed ultima inclusione nel mercato. Una volta acquistato, il prodotto continua a narrare e trasmettere non solo il lavoro e i valori che hanno caratterizzato l’intero processo artigianale o industriale ad esso legato ma in particolare la passione e l’estro creativo dell’artista/artigiano.
Dettaglio di un’ala della farfalla.
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I PROGETTI DELLE BORSE
Costruzione di solidi
I progetti delle borse Partendo dalla Butterfly Bag, si è deciso di approfondire il tema delle vetrate e dei dipinti Liberty palermitani per ideare e creare altre tre borse, sfruttando stavolta la tecnica della stampa e riallacciandomi agli ornamenti delle ville Malfitano Withaker, Florio e Favaloro. Il fine dell’ideazione di un prodotto è la sua commercializzazione: le borse, nella vita quotidiana, rappresentano un ingrediente essenziale per avere uno stile unico e personale. Perché quindi non sfruttare le incantevoli e affascinanti linee che caratterizzano alcune delle più importanti strutture Liberty di Palermo ammirate da tutto il mondo? Lanciare un prodotto sul mercato implica un intenso e accurato studio sui materiali, i quali devono suggerire funzionalità, resistenza, durata; il consumatore predilige per lo più un prodotto autentico, unico ed esclusivo, in una parola artigianale, che sia un connubio significativo tra qualità e durata. Le borse Baglass rappresentano dei manufatti armoniosi, raffinati e di tendenza, elementi chiave nel guardaroba di ogni donna. Perfetti per qualsiasi occasione, esse sono emblemi di artigianalità e di cura nei dettagli. Chi abbia avuto occasione di visitare le più importanti testimonianze architettoniche Liberty di Palermo, una volta accostatosi a queste borse proverà sicuramente il desiderio di acquistarle e di portare con sé un frammento peculiare e originale della storia dell’arte siciliana. L’intento è stato riprendere e rielaborare le linee caratterizzanti le vetrate e gli affreschi dello stile floreale palermitano secondo una rivisitazione in chiave contemporanea (non solo nel design, ma anche nei motivi e nei colori) col fine di trasmettere, a distanza di più di cent’anni, le stesse emozioni e con la certezza di rievocare rimembranze di stili e linee che, nonostante l’incessante fluire del tempo, restino comunque attuali e intramontabili. I tre accessori sono stati realizzati artigianalmente in ecopelle e pelle e presentano delle stampe elaborate mediante un software di grafica, che, in un secondo tempo, sono state impresse tramite stampa digitale su un materiale spesso e resistente: il canvas. Esse fanno parte di una mini-collezione di accessori e vestiti Primavera/Estate 2018, designata col nome Baglass, il cui termine rappresenta l’unione di due vocaboli inglesi (“bag”, che significa “borsa” e “glass” che significa “vetro”, poiché l’intera collezione è partita dall’ideazione di accessori, con capi d’abbigliamento abbinati); la fusione di entrambi genera la parola “Baglass”, che evoca il riferimento alle vetrate Liberty sulle stampe delle borse.
L’iter progettuale è partito in primis dalla costruzione di involucri in cartoncino di 250-300 g, successivamente ricoperti in cartapesta e infine dipinti con del ducotone. Codesti involucri servono per prendere confidenza con i materiali rigidi e successivamente poter acquisire manualità e abilità nel modellare e dare forma al manufatto che si vuol realizzare. Si è giunti infine alla fabbricazione di solidi veri e propri (rispettivamente due cubi, due parallelepipedi e due dodecaedri), i quali costituiscono il primo passo verso il complesso e articolato percorso di realizzazione delle borse. Queste foto mostrano il risultato finale del procedimento di incollaggio e assemblamento delle varie parti in materiale cartaceo:
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Due dodecaedri in materiale cartaceo per simulare i volumi
Due parallelepipedi in materiale cartaceo per simulare i volumi
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Due cubi in materiale cartaceo per simulare i volumi
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Svilluppo dei progetti e modellazione digitale 3D In seguito si passa alla fase progettuale, fondamentale per la realizzazione di qualsiasi prodotto artistico o industriale. Le tre borse della mini collezione Baglass sono costituite da una pochette dalla classica forma rettangolare, con patta richiudibile per mezzo di un bottone automatico, tracolla in pelle e scomparto interno foderato in stoffa (dimensioni: 25 x 19 x 5 cm), una borsa tonda con chiusura superiore a zip e tracolla in pelle (diametro: 18 cm; profonditĂ : 5 cm) e una piccola pochette a base rotonda con patta ondulata e richiudibile con bottone automatico e manico rigido in pelle (dimensioni: 18 x 15 x 4 cm). Esse sono state progettate e modellate digitalmente tramite un software di modellazione 3D, affinchĂŠ si abbia una percezione di come potrĂ essere il prodotto una volta realizzato concretamente con materiali idonei e specifici.
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Wireframe della pochette rettangolare per successiva stampa 3D
Wireframe della pochette tonda per successiva stampa 3D
Wireframe della piccola pochette con patta smerlata per successiva stampa 3D
Rendering della pochette rettangolare (dimensioni: 25 x 19 x 5 cm)
Rendering della pochette tonda (diametro: 18 cm; profonditĂ : 5 cm)
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Costruzione dei prototipi in cartoncino bianco e carton cuoio Dalla simulazione digitale 3D si procede a una prima prova di esecuzione reale del prototipo utilizzando un cartoncino bianco da 150 g, per verificarne l’aspetto estetico, la saldezza, la consistenza, l’effetto e la praticità. Avendo deciso le dimensioni ideali delle borse, si disegnano i modelli su cartoncino, tenendo conto dei margini che verranno successivamente incollati tra loro durante l’assemblaggio dei vari elementi. Una volta unite tutte le varie parti tra loro, avendo ottenuto un risultato soddisfacente e funzionale si passa alla costruzione dei prototipi definitivi impiegando il “carton cuoio”. Quest’ultimo è un materiale economico ma al contempo compatto e resistente, di derivazione vegetale. Solitamente presenta un colore simile alla ruggine e viene impiegato per la creazione di copertine di libri e nel modellismo. E’ facilmente malleabile, si può tagliare con un cutter ben affilato e incollare mediante l’uso di colle viniliche. E’ reperibile presso i punti vendita per tappezzeria, hobbistica e pellame.
Rendering della pochette smerlata (dimensioni: 18 x 15 x 4 cm)
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Fogli di carton cuoio
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Prototipo della pochette rettangolare in materiale cartaceo bianco (dimensioni: 25 x 19 x 5 cm)
Prototipo della pochette rettangolare in carton cuoio (dimensioni: 25 x 19 x 5 cm)
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Prototipo della pochette tonda in materiale cartaceo bianco (diametro: 18 cm; profonditĂ : 5 cm)
Prototipo della pochette tonda in carton cuoio (diametro: 18 cm; profonditĂ : 5 cm)
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Prototipo della pochette smerlata in materiale cartaceo bianco (dimensioni: 18 x 15 x 4 cm)
Prototipo della pochette smerlata in carton cuoio (dimensioni: 18 x 15 x 4 cm)
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Prove artigianali per simulare la stampa
55 cm
50 cm
18 cm
18 cm
Al fine di imitare la stampa definitiva realizzata tramite stampa digitale sul canvas e studiarne l’effetto e la resa, sono state effettuate varie prove artigianali di trasferimento di immagini su tessuto e su altri materiali mediante l’uso di due tecniche: -trasferimento per mezzo del Transfer Gel; -trasferimento per mezzo del Flatting e della colla Vinavil. Il transfer Gel è un prodotto atossico a base d’acqua, generalmente impiegato nel decoupage per riprodurre fedelmente immagini o disegni (precedentemente stampati o fotocopiati a laser) su diverse superfici, quali stoffa, legno, pelle/ecopelle, cartone, ecc. La tecnica è agevole e veloce: si procede con il ritaglio dell’immagine o del disegno stampato a laser, lasciando dei margini di pochi centimetri. Si applica una notevole quantità di soluzione gel con un pennello a setole piatte direttamente sulla stampa, lasciandola aderire al supporto scelto ed esercitando delle leggere pressioni. Dopo aver fatto asciugare il tutto (entro qualche ora) si passa alla rimozione della carta con i polpastrelli, inumidendola stavolta con l’acqua e sfregandola, con movimenti circolari e leggeri, prestando attenzione a non eliminare la stampa sottostante. E’ consigliabile utilizzare il transfer su fondi chiari. In questo caso sono state eseguite delle prove di trasferimento su ritagli di stoffa bianchi 100% cotone. Una volta asciugata la stampa i risultati ottenuti sono i seguenti:
24 cm
Sviluppi dei modelli di un prototipo di una borsa con misure
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La seconda tipologia di trasferimento viene eseguita invece mediante l’uso del Flatting e della colla vinilica. Il Flatting è una vernice trasparente, lucida e permeabilizzante, utilizzata solitamente per verniciature su legno per interni ed esterni. Presenta una base solvente (alchidica) e protegge il legno dall’umidità. Per uso decorativo viene mischiata alla colla vinilica, secondo il rapporto 1:2 (ad una parte di colla vinilica corrispondono due parti di flatting) e sulle stesse tipologie di superfici menzionate in precedenza. Sempre con l’aiuto di un pennello a setole piatte si stende la soluzione sull’immagine e sull’aerea in cui essa verrà impressa, lasciandola asciugare al sole per 24h. Una volta asciutta la parte stampata viene inumidita con una spugnetta e la carta in eccesso viene rimossa nuovamente con lo sfregamento circolare dei polpastrelli sulla superficie. Proseguire con questa pulizia fino alla rimozione totale dei residui di carta. Sono state eseguite queste ulteriori prove di stampa su una particolare tipologia di cuoio, spesso e resistente, denominato “vacchetta”. I soggetti caratterizzanti le stampe sono stati elaborati graficamente e ricavati da alcune fotografie da me scattate alle ville Liberty palermitane. Nella fattispecie esse raffigurano una vetrata del Villino Florio, eseguita dall’artista Salvatore Gregorietti, e un affresco su un soffitto di una stanza del Villino Favaloro. Purtroppo il risultato non è dei migliori, infatti i lavori presentano alcuni difetti.
Una stampa eseguita col Transfer Gel su un tessuto 100% cotone.
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Elaborazioni grafiche dei soggetti Liberty
A sinistra: una stampa eseguita col Flatting su vacchetta.
Progetti grafici delle borse La mini collezione di borse Baglass Primavera/Estate 2018 è costituita da una pochette rettangolare, una pochette piccola con patta smerlata e una pochette rotonda. Le patte sono le elaborazioni grafiche dei disegni che riprendono sinteticamente i caratteri dello stile Liberty. I seguenti motivi disegnati a mano e successivamente sviluppati al computer ricordano per le forme e la sinuosità delle linee gli affreschi e le vetrate di Villa Malfitano, del Villino Florio e del Villino Favaloro della città di Palermo. Il tutto presenta una rivisitazione del suddetto stile in chiave contemporanea, sia nei colori, sia nell’impiego dei materiali e che per le tecniche ad esso associate e nel design complessivo dei manufatti. I motivi caratterizzanti le patte delle tre borse sono stati impressi mediante appositi macchinari su un supporto telato morbido e al contempo resistente: il canvas. Dopo aver eseguito diverse prove di accostamento e abbinamento di tonalità di colore, sono state scelte alcune nuances di tendenza pubblicate dallo Spring Fashion Color Report 2018, tali da trasmettere l’idea di sicurezza, raffinatezza e allegria. Esse sono il rosso corallo, il giallo ocra, il celeste, il nero, il blu elettrico e il bianco. Codeste immagini ivi inserite costituiscono i motivi definitivi che decorano le patte delle pochettes, le cui dimensioni sono rispettivamente: 15,5 x 12 cm per la pochette piccola, 18 cm di diametro per la pochette rotonda e 25 x 15 cm per la pochette rettangolare.
Lunghezza: 15,5 cm; altezza: 12 cm
Diametro: 18 cm
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Progetti definitivi delle borse realizzate in ecopelle/pelle e canvas
Lunghezza: 25 cm; altezza: 15 cm
CP R: 51 G: 60 B: 137
CP R: 166 G: 213 B: 223
CP R: 0 G: 0 B: 0
Pochette rettangolare (dimensioni: 25 x 19 x 5 cm)
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CP R: 194 G: 39 B: 45
CP R: 51 G: 60 B: 137
CP R: 255 G: 255 B: 255
CP R: 244 G: 176 B: 51
CP R: 228 G: 51 B: 93
CP R: 167 G: 216 B: 221
CP R: 227 G: 98 B: 67
CP R: 228 G: 51 B: 93
CP R: 0 G: 0 B: 0
Pochette rotonda (diametro: 18 cm; profonditĂ : 7 cm)
Pochette piccola con patta smerlata (dimensioni: 18 x 15 x 4 cm)
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Pochette tonda in ecopelle e canvas (diametro: 18 cm; profonditĂ : 7 cm)
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Applicazioni digitali su altri gadgets
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FASHION DESIGN
Color Palette
Descrizione della collezione La capsule-collection di capi d’abbigliamento associata alla mini-collezione di borse Baglass è costituita da tre outfits, che riprendono per linee e modelli e colori gli accessori e il tema Liberty trattato secondo una concezione moderna e ricercata. Le linee sinuose dei modelli conferiscono sicurezza, freschezza e audacia alla donna che li indossa, i capi dai colori vivaci esaltano la femminilità forte ma al contempo raffinata, secondo la ricerca di uno stile equilibrato ma distintivo. Le bordure nere che serpeggiano e fasciano la figura rimandano al ferro battuto delle vetrate Liberty, le quali contrastano e vengono spezzate dai colori intensi che ne caratterizzano i vetri, oltre agli inserti quasi trasparenti in organza. La leggerezza e la delicatezza della georgette e del cady di seta si oppongono al rigore a all’austerità del camoscio, ma il contrasto di codesti tessuti bilancia ed equilibra complessivamente gli outfits, soddisfando così ogni gusto ed esigenza femminile. I colori variano dalla luminosità del giallo ocra alla brillantezza del rosso corallo e dall’elettrizzante blu alla tenerezza del celeste, interrotti dal carattere forte insito nel nero. La capsule-collection è destinata ad una donna che pur essendo moderna ama sognare e sentirsi elegante e chic come una femme della Belle Époque, dolce ma dal fascino sensuale e ammaliatore, grazie ai capi che esaltano e slanciano le figure e che la rendono particolare e unica.
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Mimosa Yellow RAL 1408
Tangerine Red RAL 1714
Placid Blue RAL 1539
Reflex Blue RAL 1839
Standard Black RAL 4305
Bright White RAL 1106
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APPLICAZIONI ARTISTICHE
Cenni storici L’Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale o stile Liberty, fu un movimento artistico e filosofico attivo nei decenni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento e che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate. L’espressione «Art nouveau» fu utilizzata per la prima volta da Edmond Picard nel 1894 nella rivista belga L’Art moderne per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde. Lo stile Liberty si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi: architettura, decorazione d’interni e urbana, gioielleria, mobilio e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, arte funeraria. Durante questi anni si crea un nuovo linguaggio espressivo, un nuovo gusto che spesso impronta di sé tutte le arti, che rivaluta le linee curve, ispirate alle forme sinuose del mondo vegetale e combinate a elementi di fantasia. Le immagini così ottenute producevano effetti decorativi molto suggestivi e di grande eleganza, ma che in genere tendevano all’astrazione più pura. L’Art Nouveau giunse a Palermo in un momento di massimo splendore, anche in campo economico: le migliori famiglie palermitane volevano dimostrare la propria prosperità anche attraverso la costruzione di ville e villini. Il massimo rappresentante dello stile Liberty a Palermo fu Ernesto Basile e le sue opere ancora oggi decorano la città con i guizzi particolari propri dell’Art Nouveau. Tra le sue migliori creazioni, il Villino Florio, Villa Igiea (che oggi ospita un hotel), il chiosco Ribaudo, il Villino Ida, il Villino Favaloro e infine il Teatro Massimo, al cui interno si trovano splendidi stucchi di Ettore De Maria Bergler. La modernità di Basile si rivelerà con la costruzione del Villino Florio, la prima architettura Liberty che compare in Italia prima che a Milano e Torino, a cui s’affianca il complesso di Villa Igiea avviato nel 1899, ultimato l’anno dopo anche negli splendidi arredi interni. Il grande albergo è ancora oggi oggetto d’ammirazione da parte dei visitatori per la raffinata decorazione e per le architetture aeree mosse da una policromia vellutata e sensuale. Alle spalle di questa realizzazione risiede l’originale progettualità del Basile, che ebbe una mano leggera e straordinaria ispirata dalla lezione della grande pittura europea.
Villa Malfitano Villa Malfitano fu edificata per la famiglia Whitaker tra il 1886 e il 1889, su progetto neorinascimentale dall’architetto Ignazio Greco. Interessante la sala denominata “Estate” che appare come un vero e proprio giardino realizzata da Ettore De Maria Bergler. Oggi è sede della Fondazione Whitaker. All’esterno è visitabile uno dei pochi giardini presenti nella città di Palermo.
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Villino Favaloro Con il progetto del Villino Favaloro, nel 1889, l’architetto Giovan Battista Filippo Basile, dà inizio alla stagione del Liberty palermitano. In seguito il figlio Ernesto la ampliò con una torre con decorazioni di foglie di viti e grappoli d’uva stilizzati.
Villino Florio Costruito tra il 1899 e il 1900, è un capolavoro in stile Liberty dell’architetto Ernesto Basile. In origine situato in un bellissimo parco che si estendeva da via Dante a corso Olivuzza, è stata la residenza della famiglia Florio, prestigiosa famiglia della borghesia palermitana d’inizio secolo. Il trionfo delle linee Liberty venne qui celebrato dal Basile in ossequio alla sua cultura formativa, dove il floreale diventa espressione di un linguaggio artistico corrente atto a soddisfare le sue tendenze compositive e le aspettative dei suoi raffinati committenti. Nella palazzina dell’Olivuzza l’estro del Basile si estrinseca nell’originalità delle linee architettoniche, nelle forme decorative e negli elementi strutturali che, prelevati dal Basso Medioevo e dal tardo Quattrocento siciliano sono mescolati al più puro del linguaggio Liberty. L’esterno dell’elegante costruzione è un fiorire di torrette intriganti, merlature, abbaini, colonne, logge, capitelli, vetrate policrome e mura bugnate che fanno sussultare il nostro cuore non appena si è davanti alla cancellata in ferro battuto che recinge il villino. Dovunque aperture dalle linee mosse che, moltiplicate dal delicato inserirsi di colonnine, animano i prospetti dell’edifico conferendogli dignità architettonica unitamente agli incantevoli inserti in ferro battuto che vanno dai pinnacoli al gazebo sulla terrazza posteriore, dalle magnifiche ringhiere ai parafulmini. Gli arredi interni, i mobili, le suppellettili, le stoffe parietali (disegnati dal Basile), le porte, i soffitti lignei, le minuterie metalliche, le decorazioni sono coerenti con gli esterni; magnifico anche il grande camino alla parete del salone al pianterreno. Realizzato con materiali nobili e curato nei minimi dettagli, il villino Florio rappresentò un modello di perfezione dello stile dell’epoca, e fu riprodotto in pubblicazioni straniere fra i migliori esempi dell’Architettura italiana di quel periodo. La villa vivrà una stagione leggendaria con sfarzosi ricevimenti e sontuose feste ospitando il bel mondo dell’aristocrazia sino al 1911, anno della morte di Annina Alliata di Montereale, giovanissima moglie di Vincenzo Florio, per cadere quasi nell’oblio fino a quando l’intero parco fu lottizzato ed edificato negli anni tra il 1930 e il 1940.
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Negli anni 60 del secolo scorso, il nostro patrimonio Liberty fu oggetto di politiche speculative dissennate che ne causarono l’ampia distruzione. Nel novembre del 1962 purtroppo un incendio di evidente natura dolosa ha danneggiato la parte muraria del villino e distrutto quasi completamente l’interno dell’edificio; nel rogo rimasero carbonizzati quasi tutti gli splendidi arredi interni, realizzati in gran parte dalla ditte Golia e Ducrot.
La lavorazione del vetro, invece, fu un campo in cui questo stile trovò una libera e grandiosa forma espressiva, soprattutto grazie alle vetrate artistiche dipinte “a fuoco” da Salvatore Gregorietti. Quest’ultimo, nato a Palermo nel 1870, è autore di alcuni elementi realizzati nel Villino Florio, in collaborazione con Ernesto Basile, come la vetrata policroma del sopraporta all’ingresso del salone e i vetri dipinti a fuoco delle finestre, andati distrutti nell’incendio doloso del 1962. La vetrata del sopraporta è stata realizzata nuovamente partendo dalla documentazione fotografica esistente che ha permesso una restituzione al computer e la successiva realizzazione del “cartone” in scala 1:1 sul quale vengono appoggiati i vetri per il taglio. I vetri utilizzati sono, oltre agli storici vetri cattedrale per i fondi neutri, i vetri Lambert, prodotti in Germania e che presentano le caratteristiche dei vetri antichi; soffiati a bocca e con un’ottima trasparenza, filtrano la luce in modo naturale e mantengono le cromie inalterate nel tempo. La leggerezza del motivo floreale, nonostante gli intrecci e le volute, che determinano ben 250 punti di saldatura, è esaltata dallo spessore minimo della piombatura. I colori dei vetri da utilizzare sono stati scelti a seguito dello studio dei chiaroscuri, dei grigi, dei bianchi e dei neri della documentazione fotografica in bianco ne nero pervenutaci, nonché dei colori ricorrenti nelle vetrate del Gregorietti, come il giallo scuro o ocra, il rosso rubino, il verde e l’azzurro, esaltati dai fondi neutri in accordo con i colori delle tappezzerie e del tappeto anch’esso ideato dal Basile per il Villino Florio, il cui schizzo acquerellato è conservato nell’archivio dei disegni della Dotazione Basile, presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
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I motivi sinuosi utilizzati nelle planimetrie, nelle curvature delle pareti esterne si ritrovano nelle scattanti “decorazioni” che proliferano nei soffitti, sulle parti lignee e le vetrate di porte e finestre, sulle tappezzerie delle pareti e degli arredi, conferendo allo spazio un forte e dirompente dinamismo, secondo il concetto di “composizione dinamica”, “…efficace soltanto quando il movimento di ogni particolare si adatta logiamente con il movimento del tutto…” (R. Arnheim).
Il grande Ramage del Villino Florio La mancanza di riferimenti progettuali relativi alla sezione del ramage che si trova applicato al soffitto dello scalone principale, rovinato anch’esso con l’incendio del 1962 e di cui esiste solo una documentazione fotografica in bianco e nero, ha portato alla necessità di approfondire la problematica della realizzazione del ramage con metodi scientifici nuovi e avanzati. Il lavoro si inserisce all’interno del progetto di restauro del Villino Florio a Palermo. Costruito tra il 1899 e il 1902 dall’architetto Ernesto Basile per volere dalla ricca famiglia Florio, fu una delle prime opere architettoniche in stile Liberty d’Italia e considerata uno dei capolavori dell’Art Nouveau anche a livello europeo. Il restauro, condotto dalla Soprintendenza di Palermo, avviato per ridare forma e vita a tessuti, ai legni e ai ferri, ha interessato anche lo scalone monumentale, con il complesso ramage floreale che ne decorava il soffitto. In una prima fase, sono stati eseguiti un rilievo diretto dello stato di fatto e uno indiretto mediante foto-modellazione. Tali rilievi hanno costituito la base indispensabile per la realizzazione del “restauro virtuale” (in particolare “restauro guidato”) del ramage e per la necessaria predisposizione di documenti informativi per il processo ricostruttivo innovativo e di grande attualità. La foto modellazione ha permesso inoltre la restituzione in scala reale anche degli apparecchi illuminati in vetro, anch’essi a motivi floreali, sostenuti dal ramage.
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I soggetti nello stile Liberty: i fiori Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, lo stile Liberty, detto anche floreale, s’impose con lo scopo di opporsi all’austerità dell’industrializzazione che aveva invaso tutti gli aspetti della vita. Allo stile Liberty corrispose il Modernismo in Spagna, l’Art Nouveau in Francia e in Belgio e Modern Style in Inghilterra. Il termine Liberty deriva da Arthur Lasenby Liberty, un commerciante londinese di stoffe e oggetti d’arte di alta qualità. Le decorazioni Liberty erano ispirate al Dolce Stil Novo: fiori, frutta e grappoli d’uva, anfore, corone d’alloro, uccelli del paradiso, geometrie, linee sinuose e spirali, da qui, infatti, la denominazione di Stile Floreale. Lo stile Liberty s’ispira, soprattutto alla natura, rappresentando i suoi elementi attraverso linee ondulate. I colori sono tenui e predominano le tinte pastello, in particolare bianco, blu pavone, lilla, marrone, mostarda, verde oliva e verde salvia. Anche i fiori sono ondulati, con linee curve pronunciate e steli trasformati in viticci, come nel velluto a mano “Liberty”. L’ippocastano, il giglio, la calla, il melograno e l’ireos sono alcuni tra gli esempi più frequenti nel Liberty italiano, ricorrenti nelle pitture di Ettore de Maria Bergler come in altre architetture del Basile, ma anche chiari riferimenti ad artisti come Alphonse Mucha (l’ireos era detto Fleur de Mucha), le cui tavole di elementi decorativi erano presenti negli archivi della Ducrot. Le rappresentazioni dei fiori sono, da un lato, esagerati nelle loro dimensioni e, dall’altro, semplificati. I petali, ad esempio, non sono disegnati uno ad uno, ma piuttosto ridotti ad una forma base ripetuta più volte. La semplificazione è accentuata dalla bidimensionalità delle figure, spesso con poche o nessuna ombra e delimitate da nette linee di contorno. Via libera quindi a steli flessuosi, a corolle generosamente aperte, che diventano motivi decorativi per infissi, architravi, frontoni, balaustre, mobili, lampade, cornici, e tutto ciò che è complemento. In questo contesto, anche in Italia, è il caso di dire che “fioriscono” villette, palazzine e padiglioni in stile Liberty, che purtroppo ritroviamo inglobate oggigiorno in urbanizzazioni moderne o in residuali stili d’epoca precedenti.
1. Villa Malfitano, particolare di un cancelletto in ferro battuto; 2. Villino Favaloro, decorazione Liberty del soffitto del salone a primo piano; 3. Villino Florio, ramage sul soffitto ligneo; 4. Villino Florio, particolare dei ramage decorativi su una porta; 5. Villino Favaloro, particolare della decorazione Liberty del soffitto del salone a primo piano;
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La calla
L’ippocastano
E’ una pianta dall’aspetto unico e inconfondibile, le foglie hanno una forma triangolare o cuoriforme (a seconda della specie). Presentano la “spata”, tipica foglia a forma di grande petalo dalle più disparate colorazioni che ricurvandosi protegge i piccoli fiori interni, di colore giallo, raggruppati in una particolare forma cilindrica detta “a spadice”. Nel ‘900 la calla riscosse un enorme successo,perché i giardinieri che si occupavano delle grandi ville rimanevano colpiti dall’aspetto semplice e sobrio del fiore e amavano coltivarla, definendola il “fiore delle linearità modernista”. Questa sua crescente popolarità rese il fiore simbolo del periodo Liberty.
«Sculture a foglie di ippocastano ornano le finestre del primo e del secondo piano. La decorazione continua anche al terzo ed ultimo piano con bassorilievi intorno alle finestre, una fascia dipinta ad affresco con motivi floreali stilizzati» Anche l’ippocastano è presente tra i soggetti più rappresentati nello stile Liberty. E’ una diffusa e imponente pianta ornamentale, conosciuta anche con il nome di Castagno d’India. Dai frutti simili alle normali castagne, tuttavia non commestibili, l’ippocastano è sin dai tempi antichi utilizzato per la cura di lievi malanni. Chiamato scientificamente Aesculus hippocastanum, l’ippocastano si caratterizza per l’alto fusto – anche 25 metri d’altezza – e per le sue fronde molto ampie e fitte di foglie.
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L’ireos
Il melograno
L’ireos (o iris) è un fiore tipico delle composizioni in Stile Liberty. L’iris è il fiore chiamato comunemente giaggiolo, che deve il suo nome a Iride, la messaggera degli dei; la forma popolare ricorda il ghiacciolo. Le iris possiedono una forma molto semplice, tre petali verso l’alto e tre verso il basso, e per questo sono state spesso riprodotte nei manoscritti per impreziosirli o come simbolo di una città (come nel caso del giglio di Firenze, che in realtà è una iris, ma viene chiamata erroneamente giglio perché i due fiori appartengono allo stesso gruppo botanico).
«Un bellissimo portale in ferro battuto illustra due alberi di melograno, ricchi di foglioline e frutti, in una cornice a coda di pavone.» Altro elemento della flora riccorrente tra le decorazioni dello stile Liberty. Il nome “melograno” deriva dal latino malum (“mela”) e granatum (“con semi”). Con il termine melograno spesso si indicano sia l’albero che il frutto, ma più correttamente in italiano il frutto viene chiamato melagrana. L’albero del melograno è originario dell’Asia e nel corso dei secoli ha raggiunto l’Europa e l’Italia.
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Bibliografia AnnaMaria Ingria Lo Piccolo, Ernesto Basile e il Liberty a Palermo, Casa Editrice Herbita, 1988. AnnaMaria Ingria Lo Piccolo, La Palermo dei Florio, Casa Editrice Herbita, Gennaio 1993. Eugenio Rizzo, M. Cristina Sirchia, Il Liberty a Palermo, Flaccovio Dario, Gennaio 2006.
Sitografia www.craft-italianstyle.com www.cartarius.it www.arte.it www.emaze.com www.unipoptrieste.it www.culturasicilia.it www.italialiberty.it www.cametp.it www.regione.sicilia.it www.luigi-bevilacqua.com www.cnr.it wsimag.com
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Ringraziamenti Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nella realizzazione di questo elaborato di tesi triennale: anzitutto il professore Sergio Pausig, Relatore di questa tesi, il quale mi ha accompagnata ed assistita con tanta cortesia, pazienza e costanza dall’inizio del mio percorso accademico fino ad ora, aiutandomi durante la stesura della tesi e dandomi dei preziosi consigli; il professore Sergio Daricello, consulente nella materia di Fashion Design, per la grande disponibilità e cordialità dimostratemi, oltre ai consigli e all’aiuto fornitomi durante lo svolgimento della ricerca e della progettazione dei capi d’abbigliamento; il Signor Umberto Rinaudo, il quale, introducendomi nella sua fabbrica di accessori di moda in pelle, mi ha seguita durante il tirocinio e in seguito per la realizzazione delle borse per la tesi con pazienza, dedizione e gentilezza, e perché, con la grande amabilità del suo carattere, mi ha fatto sentire in famiglia. Proseguo col ringraziare amorevolmente i miei genitori, i quali, con il loro straordinario affetto e incrollabile sostegno morale, mi hanno fatto credere nelle mie potenzialità e mi hanno permesso di raggiungere questo traguardo. Ringrazio calorosamente i miei nonni, che mi hanno aiutato in svariati modi durante il mio iter accademico con premura e amorevolezza. Ringrazio infine il mio fidanzato, per essermi stato vicino sia nei momenti difficili, sia nei momenti felici, e per tutto l’amore e l’incoraggiamento che mi ha sempre dimostrato. Senza il loro supporto e la loro guida questa tesi non esisterebbe.
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