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POLITICA
Emiliano Fenu «Non si gioca con il Covid-19» Andrea Ruggieri «Riaprire e basta tassare» Benedetta Fiorini «Presidio legale contro criminalità» INCHIESTA
UNITI SI VINCE
L'industria alla prova pandemia IPPICA
Ripartire da una nuova governance PERSONAGGI
1 4 · I N C H I E S T A
Francesca d’Aloja Ottavio Bianchi COVER STORY 36
LASLOTDELMESE
Play’n GO Il suono del successo
SPECIAL DREAM 7 | L ’ U N I O N E F A L A F O R Z A , E L A D I F F E R E N Z A
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
numero 6
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giugno 2020
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Editore GN Media srl corso Tacito, 101 – 05100 Terni
I dimenticati e gli offesi
EDITORIALE
anno xii
Redazione tel. 0744 461296 fax 0744 461362 redazione@gioconews.it Direttore responsabile Alessio Crisantemi Product manager Anna Maria Rengo In redazione Cesare Antonini Michela Carboni Vincenzo Giacometti Francesca Mancosu Giuseppe Tondelli Hanno collaborato a questo numero Giovanni Adamo Alfonso ‘Alfi’ Amarante Maddalena Baldini Geronimo Cardia Gianni Carra Serena Corbellini Laura D’Angeli Daniele Duso Marco Fiore Nashira Francesco Scardovi Gianfranco Scordato David Snook Giuseppe Testi Riccardo Zerbetto Progetto grafico e impaginazione Francesco Bellucci via del Maglio, 6 – 05100 Terni fbellucci@me.com Foto GN Media Arianna Giuntini Neil Stoddart unsplash.com 123rf.com Stampa Comunicare srl piazzale degli Eroi, 8 – 00136 Roma Pubblicità Fabrizio Galli mob. 342 5813311 gioconews@gmail.com Alexander Greco mob. 393 9492062 commerciale@gioconews.it Segreteria Natasha Crisantemi segreteria@gioconews.it Reg. Tribunale Terni n. 04/2009 Iscrizione ROC n. 18462 ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE Testata associata Associazione Nazionale Editoria di Settore L’editore è a disposizione degli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere la debita autorizzazione.
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Questo titolo un po’ alla Victor Hugo
descrive tuttavia con efficacia quella che è la situazione del gioco pubblico italiano durante l’emergenza Covid-19. Nessuna certezza sui tempi di ripartenza, sperando che il Dpcm che sospende l’attività di sale gioco, bingo e scommesse fino al 14 giugno non venga sostituito con uno che allunga ulteriormente i tempi o, magari, che ci sia la ventilata (al momento di andare in stampa) integrazione del protocollo adottato dalla Conferenza Stato Regioni sulle varie tipologie di attività e produttive anche in materia di gioco e che questo possa spianare e/o accelerare l’iter. In compenso, c’è la certezza che per finanziare il fondo salva sport il Governo, con il decreto Rilancio in queste settimane in via di conversione in legge in Parlamento, ha pensato bene di inasprire ulteriormente la tassazione sulle scommesse: di un altro 0,5 percento, tanto per fare cosa gradita a operatori che hanno i loro centri chiusi e la cui raccolta online è fortemente ridimensionata dall’assenza di competizioni sportive su cui piazzare puntate. Ovviamente la sicurezza e la salute dei cittadini viene prima di tutto, e ben vengano misure finalizzate a tutelare entrambi questi beni. Ma il dubbio che il settore del gioco sia stato per l’ennesima volta penalizzato e “punito”, c’è. Come pure, che la decisione di posticipare a data da destinarsi il suo riavvio sia, almeno in parte, il frutto di una scelta “etica” (e qui le virgolette ci stanno molto bene), come pure “etica” sembra, secondo facili moralisti, quella di chiedere ulteriori contributi a un settore che, per quanto legale e gestito da legittimi concessionari di Stato, viene trattato e combattuto come se non lo fosse. In queste settimane, come raccontiamo nella pagine a seguire, associazioni e operatori, anche in collaborazione con i sindacati, hanno messo a punto protocolli e si sono organizzati per una ripartenza in sicurezza. Nello stesso tempo, è riemerso quel fenomeno, mai del tutto azzerato, che è il gioco illegale, che dà risposte a una domanda non sopita e che riprende lo spazio che le aziende legali e le loro decine di migliaia di dipendenti hanno dovuto abbandonare. Se non vogliamo che il gioco pubblico italiano faccia la fine de “I miserabili”, dove non c’è limite al peggio in arrivo, è sicuramente arrivato il momento di abbandonare un approccio falsamente ideologico su di esso e di ragionare in maniera pragmatica su quali sono le soluzioni sanitarie e organizzative per consentire il suo riavvio, e su quelle economiche per dargli margini di azione. In un’Italia dove anche in pieno lockdown si è continuato a vendere sigarette e alcolici e dove resta una manciata di attività da fare ripartire, è auspicabile per tutti, Stato compreso, procedere lungo questa ben più virtuosa via. Anna Maria Rengo
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POLITICA
04. Non si gioca con il rischio Covid-19
Il senatore del Movimento 5 Stelle Emiliano Fenu spiega i motivi che hanno indotto il Governo a prorogare il lockdown delle sale gioco, bingo e scommesse, ma assicura che i decreti economici aiuteranno tutti i settori produttivi
06. Riaprire alla svelta e basta tasse! S O M M A R I O
Il deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri a difesa del gioco legale: a suo dire, le scelte del Governo in materia e in tempi di Covid-19 hanno finito per favorire la criminalità organizzata
08. Gioco legale presidio contro criminalità organizzata
La deputata di Forza Italia Benedetta Fiorini ritiene che le imprese del settore siano vittime di un pregiudizio ideologico e sottolinea le conseguenze negative della tardiva riapertura e dell’eccessiva tassazione
10. Le Regioni: “Vorrei ma non posso”
INCHIESTA
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14. La dimensione ludica della socializza-
30. Betting shop alla
zione
difficile prova Covid
Come cambierà il modo di intrattenersi dopo il Covid-19? L’analisi del sociologo Stefano Cristante mette in luce la necessità che l’industria del gioco ripensi se stessa.
Il coronavirus ha colpito anche il Regno Unito, mettendo in ulteriore crisi i negozi di scommesse
16. Un nuovo retail nella nuova normalità 20. Obiettivo sicurezza 21. GIOCO&RETAIL 22. Tasse e divieti, è tempo di altre regole 24. La crisi aguzza l’ingegno 26. A testa alta verso il futuro 28. VOXMANAGER 02
ESTERI
GIOCONEWS #06 GIUGNO 2020
32. Anche Casinobeats Malta sarà digital 33. Il futuro di betting e casinò in Usa e Canada 34. Ice sbarca in Asia ma virtualmente
NORMATIVA
38. Esports, creatività e tutela
Gli sport elettronici sono un nuovo mondo tutto da esplorare, anche per quanto attiene la protezione della loro proprietà intellettuale
40. Distanziamento sociale e distanziamento espulsivo
È possibile dimenticare la Questione Territoriale in tempi di Covid-19? L’analisi del procedimento di revocazione che interessa le sentenze del Consiglio di Stato relative al distanziometro della Provincia di Bolzano.
INTERVISTE
66. Chi produce bellezza non perde mai
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Francesca d’Aloja racconta i suoi “Corpi speciali”e la sua quarantena romana, tra lettura, scrittura e riflessioni sugli scenari per il dopo Covid-19 Ottavio re di
67.
Roma e di Napoli, la sua vita non è stata un gioco
Ci vorrebbe un’enciclopedia solo per raccontare gli inizi della carriera, gli anni a Napoli con Maradona, quelli a Roma con la famiglia Viola. Ecco come è nata la biografia di mister Bianchi.
48. Meno slogan e più fatti
Aldo Salaris, capogruppo dei Riformatori in Sardegna, chiede al Governo di ripensare il settore ippico a partire dalla governance
Emiliano Fenu
SCOMMESSE
50. La lotta del betting di Stato contro... lo Stato
43. FISC&SLOT 68. DALMONDO 70. L’ORADELGIOCO 72. DANONPERDERE 74. GIOCHIDABAR 76. GIOCARECONGUSTO 78. ALBARDEGLIESPORTS 80. GIOCO&PSICHE 82. L’AVVOCATODELDIAVOLO 84. LASLOTDELMESE 85 . NEWSLETTER 86. LOSFIZIODELGIOCO 96. OROSCOPO
52.
POKER
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GIOCO &ARTE
DALMONDO
DANON PERDERE
ILUOGHI DELGIOCO
RIFLESSIONI DAORSO
L’OROSCOPO
GIOCO &PSICHE
L’AVVOCATO DELDIAVOLO
english pages
88. Head-on to the future 89. Ice lands in Asia but will be digital 90. CasinoBeats Malta, a virtual
GIOCARE GIO CONGUSTO
NUOVE TENDENZE
91. The prospects of betting and casino in the Usa and Canada
NUOVE TENDENZE
LEAVVENTURE DAROONEY
edition
NEWSLETTER
DANON PERDERE
glass e mascherine
LEAVVENTURE DAROONEY
56.
GIOCO &PSICHE
PANNONERO
92. A future for Uk betting shops 94. Sports Integrity during and after Covid-19
95. Bowling’s recovery
FISCO&SLOT
RIFLESSIONI DAORSO
CASINÒ FRANCESI
CASINÒ FRANCESI
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PAROLADI COLLOVATI
ded, la nuova sfida verticale TORNEANDO
CASINÒ FRANCESI
L’ORA DEL GIOCO
36. Play’n Go, il suono del successo 63 Capecod Gaming: Stardust Exten-
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CASINÒ FRANCESI
FISCO&SLOT
L’ORA DEL GIOCO
PANNONERO
LEAVVENTURE DAROONEY
RIFLESSIONI DAORSO
LASLOT DELMESE
60. 62. 64.
aziende
TORNEANDO
I casinò di tutto il mondo alla sfida Covid-19, l’imperativo resta “The show must go on!” Sogna ragazzo sogna PANNONERO LASLOTONLINEDELMESE
58. Augurandosi il meglio, aspettandosi il peggio!
LEAVVENTURE DAROONEY
Il Covid-19 ferma il ranking, ma le competizioni continuano in rete: nasce il nuovo Campionato Icr da giocare in diretta streaming
GIOCARE GIO CONGUSTO
CASINÒ
distanza
POKER STRATEGY
47. La nuova sfida è a
POKER STRATEGY
FLIPPER
TORNEANDO
DANON PERDERE
DALMONDO
LOSFIZIO DELGIOCO
Simone Ricci, ex manager Caesars Entertainment tornato in Italia per nuovi progetti, analizza il momento storico per il settore L’Hold’em prova a ripartire con guanti, plexi-
NEWSLETTER
54. Per il poker andrà tutto bene L’AVVOCATO DELDIAVOLO
rezza
Il mondo delle sale da gioco senza vincita in denaro è pronto a mettere in atto tutte le regole necessarie per una riapertura sicura delle attività
LASLOT DELMESE
46. Ripartire in sicuI SEGRETIDEL TAVOLOVERDE
LAVLT DELMESE
GIOCO &TECNICA
DANON PERDERE
DALMONDO
PANNONERO
COMMA 7
LOSFIZIO DELGIOCO
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rubriche
Dall’ansia della crisi economica alla creazione di un gruppo Facebook che diventerà un’associazione per dare pari dignità agli esercenti di gioco legale LEDRITTEDELMAESTRO
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PROMOSPACE
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IPPICA
GIOCO &ARTE
È innegabile che luoghi come cinema, teatri e sale da gioco presentano maggiori rischi di concentrazione delle persone, in spazi per giunta chiusi. Il che può aumentare il rischio di recrudescenza dei contagi.
DALMONDO
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politica
E M I L I A N O
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Non si gioca con il rischio Covid-19
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P H . A N A S TA S I I A C H E P I N S K A , U N S P L A S H
di Anna Maria Rengo
Il senatore del Movimento 5 Stelle
Emiliano Fenu spiega i motivi che na dura prova per tutti, a livello singolo e collettivo. Naturalhanno indotto il Governo a prorogare mente, una durissima prova anche per il Governo giallorosso, il lockdown delle sale gioco, bingo e che ha dovuto affrontare l’emergenza Covid-19 sotto il profiscommesse, ma assicura che i decreti lo innanzitutto sanitario, ma anche economico, finanziario, economici aiuteranno tutti i settori occupazione e sociale. Come ha fatto, a suon di decreti legge e di produttivi decreti del presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Stanziando miliardi di euro, prima con il Cura Italia, ormai convertito in legge, a seguire con il Dl Liquidità e infine (per ora) con il Dl Rilancio, ma anche limitando lo svolgimento delle attività individuali, commerciali ed economiche. Misure che hanno inciso nella vita di ciascuno, e che continuano a pesare fortemente, per quanto riguarda più specificamente il “focus” di questa rivista, il settore del gioco, con le proroga della sospensione dell’attività di sale giochi, bingo e scommesse almeno fino al 14 giugno. A fare il punto con Gioco News è Emiliano Fenu, senatore del Movimento 5 Stelle. “Date le condizioni di estrema emergenza, e la velocità dell’iniziale diffusione della pandemia, ritengo che il Governo abbia approntato una risposta molto estesa ed organica. Con il Dl Cura Italia abbiamo steso una prima rete di protezione intorno a sanità, famiglie, lavoratori e imprese; con il Dl Liquidità abbiamo guardato al mondo delle imprese e alla loro impellente necessità di avere risorse fresche, con garanzia statale; con il dl Rilancio abbiamo confermato e potenziato le misure del dl Cura Italia e finanziato le garanzie per la liquidità alle imprese contenute nell’omonimo
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POLITICA EMILIANO FENU
decreto. Poi si dirà che alcune soluzioni potevano e potranno essere evolute in modo migliore, ma data l’emergenza il ventaglio di risposte messe in campo dal Governo, con uno sforzo di spesa in deficit complessivamente di 75 miliardi, non ha precedenti nella recente storia italiana”. Quali sono le nuove sfide che si aprono per il Governo, sempre in riferimento all’emergenza sanitaria ma anche economica tuttora in corso? “Le sfide, con uno sguardo al futuro, sono già affrontate nel pacchetto dei tre decreti economici approvati dall’Esecutivo. Oltre a essere tre decreti di ‘protezione’, come dicevo, sono anche e soprattutto provvedimenti che hanno una prospettiva. Basti pensare all’ecobonus al 110 percento per le ristrutturazioni edilizie, per il quale si introduce un’innovazione importante in grado di essere ulteriormente sviluppata in futuro, ovvero la cessione-circolazione a terzi o alle banche di questo credito fiscale. Soluzione simile è individuata dal Dl Rilancio anche per il bonus affitti, cedibile al proprietario dell’immobile. Si pensi al massiccio investimento sulla sanità, 3,2 miliardi di euro, attraverso il quale diamo futuro a un settore così prezioso assumendo 9.600 infermieri, aumentando i contratti di formazione specialistica di 4.200 unità, aumentando definitivamente i posti di terapia intensiva di 3.500 unità. Il coronavirus ha reso più che mai evidente che la sanità non è un costo ma un investimento. Ancora, la prospettiva del provvedimento è dimostrata anche dallo stanziamento che ci consentirà di assumere oltre 3mila ricercatori. Insomma, lungi dall’essere solo un pacchetto ‘difensivo’, è un insieme di decreti che prova a dare una visione all’Italia di domani. Tra l’altro l’impegno del Governo non si esaurisce certo qui: è già in preparazione un altro decreto legge, che si occuperà di semplificazioni e investimenti”. A suo modo di vedere la coalizione di Governo esce rafforzata o indebolita da questa prova? “Voglio credere che l’enorme impegno che ha coinvolto Governo e Parlamento abbia fatto capire a tutti quanto è importante in questa fase procedere uniti e spediti verso le risposte attese dal nostro tessuto economico-produttivo”. Per quali motivi si è deciso di posticipare la riaperture delle sale gioco ad almeno il 15 giugno? “Guardi, perché è innegabile che luoghi come cinema, teatri e sale da gioco presentano maggiori rischi di concentrazione delle persone, in spazi per giunta chiusi. Il che può aumentare il rischio di recrudescenza dei contagi”. Ritiene che l’emergenza e il lockdown delle attività possano aver “favorito” la criminalità organizzata e le sue “imprese” illegali, anche nel settore del gioco? Se sì, che cosa si può e si deve fare? “In un’operazione così vasta di misure agevolative un certo rischio di infiltrazioni criminali ci può essere. Ma voglio sottolineare che, considerando le esigenze di velocità delle risposte, i controlli non vengono meno,
anzi. Si pensi ai contributi a fondo perduto a beneficio delle imprese più piccole, quelle con fatturato inferiore ai 5 milioni di euro. In questo ambito abbiamo previsto che Viminale, Mef e Agenzia delle entrate firmino un protocollo d’intesa per disciplinare i controlli ad hoc previsti nel Codice antimafia, anche con procedure semplificate. Nel caso emergessero cause ostative, l’Agenzia delle entrate procederà al recupero dei contributi. Chi ha indebitamente rilasciato una certificazione antimafia sarà punito con pene più aspre. Inoltre è previsto che Agenzia delle entrate a Guardia di finanza firmino un ulteriore protocollo per la trasmissione dei dati relativi alle istanze di contributi finalizzato alle attività di polizia economico-finanziaria”. In che modo si potranno sostenere le attività che avranno una più lenta ripresa (teatri, cinema, sale gioco) e quelle che avranno più vincoli in materia di distanziamento sociale da rispettare (come quelle citate, ma anche bar e ristoranti)? “Le misure agevolative previste nei tre decreti economici di fatto sono estendibili a tutti i settori, con alcuni distinguo legati al calo del fatturato. Per bar e ristoranti il Dl Rilancio già stabilisce che ci sarà esenzione dal pagamento della Tosap per gli spazi esterni aggiuntivi occupati per rispettare le regole di distanziamento sociale. Abbiamo esteso praticamente a tutti gli immobili a uso non abitativo il bonus affitti, ovvero il credito d’imposta del 60 percento del valore del canone d’affitto, inizialmente riservato a negozi e botteghe. Più in generale abbiamo cancellato il pagamento del saldo e dell’acconto Irap del 16 giugno per tutte le imprese con ricavi fino a 250 milioni di euro, indipendentemente dalle eventuali perdite sostenute. L’intervento vale 4 miliardi di euro di taglio di tasse per circa due milioni di soggetti”. Alcune Regioni potrebbero decidere di riaprire le sale giochi prima del 15 giugno. Che cosa farà nel caso il Governo? “Le Regioni, assumendosene la responsabilità, possono prendere decisioni autonome nel perimetro dei protocolli e delle linee guida”.
LUI
CHI
È?!?
Emiliano Fenu è nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, il 29 gennaio 1977. Commercialista, è stato eletto senatore, nelle fila del Movimento 5 Stelle, il 4 marzo del 2018. fenu è tesoriere del gruppo M5S dal 17 ottobre 2019 ed è membro della commissione Finanze e tesoro, oltre che della commissione parlamentare di Vigilanza sull’anagrafe tributaria.
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politica
A N D R E A
R U G G I E R I
«Riaprire alla svelta e basta tasse!»
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PH. RICHARD BALOG, UNSPLASH
di Anna Maria Rengo
Il deputato di Forza Italia Andrea
Ruggieri a difesa del gioco legale: talia in “Fase 2”, anche se per il settore del gioco essa non è ancora a suo dire, le scelte del Governo arrivata e si dovrà anzi attendere almeno il 14 giugno. Italia ancora alle in materia e in tempi di Covid-19 prese con l’emergenza coronavirus e con le mille scelte, politiche, ecohanno finito per favorire la nomiche e sanitarie, che si sono dovute compiere in questi lunghi e a purcriminalità organizzata troppo storici mesi. Ne parliamo con il deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, partendo da un suo giudizio di carattere generale, su come il Governo italiano ha operato nella gestione della stessa. “Esprimo un giudizio pessimo, sotto ogni punto di vista. E non ci fossero state le Regioni a compensare il dilettantismo del Governo, sarebbe stato molto peggio. Ma il Governo ha fallito su tutto: dopo aver detto: ‘Faccio tutto, e solo io’, non ha trovato respiratori, mascherine né tamponi, ha costretto medici e infermieri a lottare negli ospedali a mani nude e a contagiarsi, ha chiuso tardi e male perché nel chiudere la Lombardia ha fatto confusione nella comunicazione producendo l’esodo dal nord che ha indotto il timore che il contagio potesse espandersi al centro e al sud; e poi le conferenze stampa in versione ‘signorina Buonasera’ al termine delle quali nessuno aveva capito cosa potesse o meno fare il giorno dopo. D’altronde se uno si affida a una ‘macchietta’ del Grande Fratello come Rocco Casalino, non vuole fare le cose in maniera professionale. Ma il Governo ha anche chiuso troppo (perché le grandi aziende tedesche, francesi e spagnole non hanno spento i motori mentre le nostre sì); ignorato che in 3/4 d’Italia il problema coronavirus non c’era, e che quindi le situazioni andavano differenziate almeno dal 1 aprile in avanti, quando era chiaro che il problema esisteva solo al nord, mentre altrove era, nella peggiore delle situazioni, gestibilissimo. Perché è stato vietato a un artigiano o un ristoratore di Roma, Caserta o Palermo di lavorare in sicurezza, per un problema distanze 600 km? Poi, le riaperture: un caos totale. E poi, il trattamento di sospetto e disistima verso chi in Italia vuole lavorare: il Governo chiude due mesi le attività anziché lasciarle aperte osservando misure di prudenza, le manda a picco, e ora intima loro di riaprire, ma non gli dà soldi a fondo perso; li aiuta a indebitarsi con prestiti a tasso quasi ordinario e scadenza a sei anni per ricominciare a pagare il 60 percento di tasse, solo rinviate a settembre. Una follia da dittatura che disprezza chi lavora e chi vuole creare posti di lavoro, cioè le imprese. Che cosi saranno costrette a
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POLITICA ANDREA RUGGIERI
chiudere e a licenziare. Il che produrrà un dramma che questo Governo non ha la minima idea di come gestire. Non è ancora il momento di fare i conti, però è chiaro che questo Governo ha sparato alle formiche col bazooka, si è sottomettesso a virologi che hanno detto tutto e il suo contrario diventando quasi vallette prezzemoline della Tv, e sull’emergenza sanitaria ci ha marciato, creando un danno enorme, che esploderà a breve e di cui il Governo ha ogni colpa. Né, se permette, mi piace la denominazione di Covid-19: questo è un virus cinese e la Cina deve risarcire l’Occidente. Le menzogne, i ritardi e le reticenze della Cina, che è una dittatura comunista pericolosa e che cerca persino di trarre vantaggio dal danno che ci ha causato venendo a fare shopping nelle economie che essa ha indebolito, non possono rimanere impunite. Questo Governo strizza l’occhio alla Cina e si vende per due mascherine, noi stiamo col mondo libero, cioè America ed Europa”. A suo modo di vedere la coalizione di Governo esce rafforzata o indebolita da questa prova? “Loro credono di essersi rafforzati grazie al terrore che hanno instillato nella gente. Io dico che tra due mesi vanno a casa. Meglio tardi che mai. Si scansassero e lasciassero fare a noi di centrodestra, che abbiamo idee, coraggio e sappiamo cosa significhi lavorare e rispettiamo chi in Italia crea posti di lavoro: artigiani, commercianti, partite Iva e imprese, che il Governo invece disistima del tutto”. Lei condivide la decisione di posticipare la riaperture delle sale gioco ad almeno il 15 giugno? “È una follia da talebani. Ma come si permette, il Governo? Oggi, tra mille difficoltà determinate proprio dal Governo, comincia la battaglia per difendere i posti di lavoro degli italiani, e loro lasciano a casa circa 20mila addetti, mettendone a rischio posto di lavoro e stipendio? Cosa pensano? Che siano professionisti e dipendenti di serie B? Che non abbiano famiglie da mantenere col loro lavoro, onesto come qualunque altro? Non sanno che il settore del gioco procura complessivamente 10 miliardi l’anno all’erario di Stato, e che, non ci fossero le agenzie di scommesse, quella funzione la eserciterebbe come in passato la criminalità organizzata? La verità è che il Governo gioca a fare propaganda idiota: le agenzie di scommesse vengono giudicate biscazzieri L UI
CH I
del peccato cui non concedere la riapertura, e cui invece si potevano applicare le stesse regole di bar, gelaterie o altri negozi. Ma è una questione di mentalità: se non si capisce che bisogna dare agli italiani libertà di creare più ricchezza possibile e dare tutto gas, l’Italia è finita”. Ritiene che l’emergenza e il lockdown delle attività possano aver “favorito” la criminalità organizzata e le sue “imprese” illegali, anche nel settore del gioco? Se sì, che cosa si può e si deve fare? “Riaprire il settore alla svelta e lasciar stare le tasse in più. Non è proprio il momento. Ecco cosa fare. Così si toglie terreno alla criminalità organizzata. E questa banda di ipocriti bacchettoni moralisti che abbiamo al Governo predica in un modo e razzola in un altro: anziché alle agenzie di scommesse, togliessero la libertà ai boss mafiosi cui l’hanno data con le scarcerazioni sbagliate di questo periodo”. Quali sono le proposte di Forza Italia per il rilancio dell’economia e a sostegno delle imprese di gioco? “Per il settore del gioco vale quello che vale per qualunque altra attività: soldi a fondo perduto per risarcire del fermo imposto troppo a lungo, taglio brutale delle tasse e rinvio al 2021 di quelle di quest’anno. E si riparte meglio di prima, anche nel gioco”. Cosa ne pensa dell’ulteriore tassazione delle scommesse sportive, così da alimentare il fondo salvasport? “Quello che le dicevo prima. È come appesantire un centometrista caricandogli una lavatrice sulle spalle e pretendere che faccia un tempo migliore di quello che faceva prima di due mesi di stop”. Pensa che sarebbe opportuno rivedere gli attuali rigidi divieti di pubblicità del gioco, anche in materia di scommesse sportive? “Io sono per la libertà. Poche regole, e chiare, e rispetto di chiunque si faccia il mazzo o voglia farselo. Perciò sì, le rivedrei eccome”.
È?!?
Andrea Ruggieri è nato a Roma il 21 novembre 1975. Diplomato al Liceo Mamiani di Roma e laureato in Giurisprudenza, diventa Avvocato nel 2001; è giornalista professionista dal 2007. Ha collaborato come autore e inviato di diversi programmi televisivi su Raiuno e su Raidue (tra gli altri, “Qui Radio Londra” con Giuliano Ferrara, “Presunto colpevole”, “Alice” con Anna La Rosa, “Italia sul Due” con Milo Infante, “Ultima Parola” con Gianluigi
Paragone, “Virus” con Nicola Porro). Ad aprile 2015 viene nominato da Silvio Berlusconi come responsabile dei rapporti con le Tv di Forza Italia. Viene candidato alle elezioni del 2018 da Forza Italia nel collegio plurinominale del Lazio 1 alla Camera dei deputati, venendo eletto. Ha avanzato proposte di legge per abolire l’obbligo di contributo previdenziale per le partite Iva a gestione separata; per vietare la diffusione a mezzo stampa
dell’immagine e del nome dei pubblici ministeri titolari di indagini penali; per istituire un Ministero del Turismo con portafogli; per consentire il peer to peer tra privati; per modificare la legge Gozzini-Simeone in materia di liberazione anticipata e benefici di leggi ai condannati in via definitiva. Nella XVIII Legislatura fa parte della commissione di vigilanza parlamentare Rai e della commissione Politiche dell’Unione europea.
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politica
B E N E D E T T A
F I O R I N I
Gioco legale presidio contro criminalità organizzata
PH. ESTHEBAN LOPEZ, UNSPLASH
Il
di Anna Maria Rengo
La deputata di Forza Italia Benedetta
Fiorini ritiene che le imprese del “trattamento” riservato dal Governo alle imprese di gioco, settore siano vittime di un pregiudizio nell’emergenza Covid-19, non è certo stato caratterizzato da ecideologico e sottolinea le conseguenze cessiva attenzione, fatte salve alcune proroghe nei versamenti. negative della tardiva riapertura e Lo sottolinea la deputata di Forza Italia Benedetta Fiorini, firdell’eccessiva tassazione mataria di un importante emendamento al Dl Imprese con il quale, nelle commissioni riunite della Camera, si è preso atto della necessità di intervenire ulteriormente sotto, appunto, il profilo del pagamento del Preu. Ma iniziamo la nostra intervista con Benedetta Fiorini partendo da una sua opinione complessiva: ritiene che le imprese di gioco legale siano discriminate, sia sotto il profilo della tardiva riapertura che dell’ulteriore tassazione delle scommesse? “Certamente questo Governo ha mostrato pochissima attenzione nei confronti di tutte le imprese e questo succedeva anche prima della emergenza da Covid-19. E adesso, all’interno del mondo delle imprese, sta discriminando alcuni settori come quello del gioco legale. Ritengo che non ci debbano e non ci possano essere lavoratori di serie A e di serie B, tutti devono essere messi in grado di poter lavorare perché tutti i lavoratori e tutti i settori hanno pari dignità. La tardiva riapertura e l’ulteriore tassazione sulle scommesse sono due facce della stessa medaglia, ovvero del pregiudizio ideologico. E questo è inaccettabile. Inoltre questo Governo ha scelto di prendere le decisioni da solo o consultandosi con le task force, senza consultarsi né con l’opposizione, almeno fino ad adesso così è avvenuto, e senza ascoltare il mondo delle imprese, calando decisioni dall’alto che producono danni sia alle aziende sia allo Stato, perché penalizzare le imprese del gioco legale è un boomerang anche per le casse dello Stato”. Quali potrebbero essere le conseguenze della tardiva riapertura e dell’eccesiva tassazione? “Essenzialmente due. La prima è di carattere economico. Stiamo parlando di un set-
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POLITICA BENEDETTA FIORINI
tore legale che ha circa 150mila addetti, e quindi parliamo di un numero considerevole di famiglie italiane, e che garantisce entrate allo Stato per 10 miliardi di euro. Dobbiamo quindi tutelare il lavoro e soprattutto un comparto presidio di legalità che altrimenti rischierebbe di finire nelle mani della malavita. E così vengo alla seconda conseguenza della tardiva riapertura e dell’eccessiva tassazione. In questo momento di emergenza sanitaria economica e sociale dobbiamo ancora di più alzare il livello di attenzione, non lo dico solo io ma lo dicono anche le Forze dell’Ordine: se vengono meno le imprese del gioco legale il settore verrà inevitabilmente fagocitato dalla criminalità organizzata. È mai possibile che il Governo non lo capisca? Togliere il presidio di legalità e trasparenza rappresentato dalle imprese del gioco legale vuol dire fare un favore alle mafie e al gioco clandestino”. Come giudica le disposizioni contenute nel decreto Imprese e quelle del decreto Rilancio, per quanto riguarda il sostegno al settore imprenditoriale in generale e a quello del gioco in particolare? “Le giudico negativamente perché il Governo non ha capito che oltre ai sussidi, che in questo momento sono assolutamente necessari, serve però anche un progetto coraggioso, un piano industriale a lungo termine per lo sviluppo economico del Paese. Il Governo ha guardato alla contingenza, ma se non si favorisce la ripresa economica, se non si mettono le imprese in grado di poter lavorare e produrre, di avere aiuti immediati, la politica dei sussidi è destinata a fallire perché le risorse pubbliche si assottiglieranno sempre di più. Stiamo quindi cercando di apportare i dovuti miglioramenti ai provvedimenti del Governo. Io e il mio collega onorevole D’Attis abbiamo chiesto che per questo specifico settore del gioco legale i termini per il versamento del prelievo erariale unico con scadenza 30 aprile e 30 giugno 2020 fossero prorogati al 31 dicembre 2020. Il Governo ha accolto la proposta con una riformulazione per la quale il prelievo unico erariale e il canone concessorio con scadenza 30 agosto sono prorogati al 22 settembre 2020 o rateizzabili in 4 rate fino a massimo il 18 dicembre 2020. È solo un primo passo, continueremo a tenere accesi i riflettori sul settore del gioco pubblico e a presentare le nostre proposte in Parlamento anche in sede di conversione in legge del decreto Rilancio”. Ritiene che ci sia bisogno di un riordino complessivo dell’offerta di gioco in Italia? “È necessaria una attenta e condivisa verifica della situazione attuale. È indispensabile, inoltre, che il Governo identifichi un interlocutore di riferimento per il settore. Poiché è solo tramite un’azione attenta e coerente che si apporta il giusto valore ad un settore importante per l’erario e per l’economia reale, evitando che interventi frammentati portino alla svalutazione della concessioni e, quindi, a un minor gettito per lo Stato e ad una ulteriore perdita per gli esercenti”. Attraverso quali strumenti si può promuovere il gioco respon-
sabile e combattere quello illegale? “Riteniamo che ci sia molto da fare per quanto concerne il gioco responsabile poiché ad oggi è rimessa alla discrezionalità del concessionario l’eventuale certificazione della propria attività improntata sulla responsabilità sociale. Vi sono comunque molti esempi di valore che i concessionari effettuano, offrendo esempi e best practice da seguire. Molto è stato fatto per il gioco online: si pensi ai meccanismi di autoesclusione dal gioco e la possibilità di iscrizione al Registro unico autoesclusi. Per quanto riguarda il gioco fisico, vi è molta strada da fare e la questione non si può risolvere esclusivamente con qualche controllo a campione. Serve, innanzitutto, una migliore analisi e comprensione del fenomeno nel suo complesso, utile punto di partenza per una discussione tra policy maker e operatori del settore. Nel complesso il confronto deve avvenire senza pregiudizi, ricordando l’indotto generato dal settore del gioco legale e le relative professionalità, in modo da mettere il comparto al riparo dall’aggressione della illegalità”.
LEI
CHI
È?!?
Benedetta Fiorini (Reggio nell’Emilia, 9 gennaio 1976) è una politica italiana.Dal 23 marzo 2018 è parlamentare della Repubblica Italiana iscritta a Forza Italia. Eletta in Emilia Romagna nel collegio uninominale di Sassuolo. È segretaria della X Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati. È una comunicatrice specializzata in Public affairs e Relazioni istituzionali che lavora come Institutional & Regulatory Affairs per un gruppo bancario. Dopo la laurea quinquennale in scienze della comunicazione con indirizzo in comunicazione d’impresa presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha conseguito il Master in comunicazione integrata d’impresa presso la Business School del Gruppo Sole 24 Ore.
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Vorrei ma non posso Mentre il settore del gioco aspetta di conoscere la data della “sua” ripartenza, si moltiplicano le pressioni dei territori. Molte Regioni hanno già i protocolli pronti: aspettano solo l’ok del Governo. di Francesca Mancosu
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abbiamo imparato in questi giorni di lockdown e informazione 24 ore su 24. Le ordinanze regionali sono ammesse solo se emanano disposizioni più restrittive rispetto a quelle introdotte dal Governo per decreto. Così, quelle che hanno provato ad allentare i divieti - vedi Calabria, con la governatrice Jole Santelli - sono finite direttamente sotto la lente del Tar, che alla fine le ha bocciate. Un tema “pesante” soprattutto per il settore del gioco, uno dei pochi a non avere ancora avuto il via libera, nonostante la pioggia di riaperture decise dal 25 maggio, in cui sono stati compresi anche i parchi divertimento e i circoli ricreativi, ma senza consentire i giochi con le carte, potenziale veicolo di contagio. Ma, al momento in cui scriviamo, qualcosa sembra iniziare a muoversi. L’emanazione di un nuovo Dpcm non spunta ancora sui radar, ma è probabile che si proceda ad integrare il protocollo adottato dalla Conferenza Stato Regioni sulle varie tipologie di attività produttiva e commerciale
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includendo, stavolta, anche il gioco. Potrebbero essere state decisive in tal senso le pressioni esercitate da più parti per chiedere all’Esecutivo la riaccensione degli apparecchi e la riapertura delle sale prima della data del 14 giugno fin qui ipotizzata, non solo dalle associazioni o dai lavoratori del settore, che hanno moltiplicato le proteste con lettere alle istituzioni, flash mob e sit in, ma anche da qualche esponente della Conferenza delle Regioni che ha portato il tema all’attenzione dei suoi colleghi per la prima volta, pochi giorni fa. Mentre anche nei territori qualcuno inizia a toccare la questione, seppur timidamente. Come in Abruzzo, dove l’assessore alle Attività produttive, Mauro Febbo, alla fine di maggio, si è confrontato con gli operatori del settore, sottolineando che “le sale/ agenzie sono chiuse dal Governo Conte con il Dpcm del 17 maggio con una valutazione che andrebbe sicuramente ripensata”, e ribadendo che “ogni decisione in merito, non può prescindere da ulteriori disposizioni
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politica
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MANUELA BORA
ROBERTO FAILONI
e indicazioni del Governo centrale, in particolare per quanto concerne i parametri sanitari da rispettare, attesa la specificità delle attività” in questione. Tali attività “se ne ricorrono i requisiti per accedere alle provvidenze previste” potranno accedere agli interventi di sostegno previsti dalla Regione”. Altro territorio sotto la lente è la Valle d’Aosta, dove la Presidenza della Regione fa sapere che “sono in corso alcune interlocuzioni in merito alla riapertura del Casinò di Saint Vincent in condizioni di massima sicurezza”. Sulla casa da gioco pesa più di tutto il divieto di spostamenti fra le regioni: “Normalmente il Casinò è accessibile solo alla clientela proveniente da fuori Valle: dal momento che i confini regionali sono chiusi fino al 3 giugno, la valutazione verrà fatta tenuto conto di quella data, alla luce della situazione sanitaria in prossimità di tale data”. Pronte a ripartire ma “impossibilitate” a farlo le Marche, dove l’assessore al Commercio Manuela Bora ribadisce che “le riaperture nella regione sono stabilite dal Gores - Gruppo operativo regionale emergenze sanitarie d’intesa con il presidente della Regione e successivamente ad accordi con il livello nazionale. I nostri servizi hanno comunque lavorato intensamente per predisporre i protocolli necessari alle riaperture di ogni attività commerciale compresa quella delle sale gioco. Come Regione saremmo pronti, abbiamo elaborato protocolli per quasi tutte le attività. Appena il Governo deciderà, noi ci siamo”. Altra osservata speciale la Provincia di Trento, che con la delibera del 16 maggio ha consentito la ripresa delle attività per le ricevitorie e quelle con codice Ateco 92.00.02, cioè la “Gestione di apparecchi che consentono vincite in denaro funzionanti a moneta o a gettone”, norma che aveva acceso le speranze di molti operatori e portato alcune sale a riaprire, per poi richiudere il giorno dopo, a seguito di un’interlocuzione con i Monopoli di Stato. La doccia ancora più fredda è arrivata qualche giorno dopo, il 22 maggio, con una nuova delibera di Giunta che, come conferma l’assessore provinciale al Commercio, Roberto Failoni, ha “sbloccato quasi tutte le attività economiche lasciando sospese, per il momento, le discoteche, le fiere e i congressi, le sale giochi, le sale scommesse, le sale bingo, i centri benessere, i centri termali - salvo l’erogazione delle prestazioni sanitarie
MARCO STELLA
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- i centri culturali, i centri sociali e gli impianti nei comprensori sciistici”. Con “l’obiettivo di trovare un equilibrio fra la tutela della salute e la ripresa in sicurezza delle attività economiche attraverso il ricorso a misure e protocolli da applicare nei luoghi di lavoro”. Mentre, sullo sfondo, si agitano istanze come quella presentata da Elisabetta Bozzarelli, consigliera comunale di Trento nelle file del Partito democratico, che si è vista approvare una mozione in cui ha chiesto di “far restare le serrande delle sale giochi abbassate, anche se il Governo dovesse decidere, nelle prossime settimane, di riaprirle”, al fine di contrastare più efficacemente il Gap. Ma nella provincia di Trento potrebbero aprirsi scenari positivi a lungo termine per il settore, visto che proprio durante il lockdown la commissione consiliare Politiche sociali ha aperto il confronto con gli stakeholder del comparto sulla possibilità di prorogare l’attuazione della legge provinciale che dall’agosto di quest’anno porterebbe alla rimozione degli apparecchi installati nei locali pubblici che distano meno di 300 metri da luoghi sensibili nei centri abitati. Possibilità su cui proprio l’assessore Failoni si è detto “disposto a riflettere” per poi “comunicare al più presto alla Commissione la posizione maturata dalla Giunta sull’argomento”. Tornando all’attuale chiusura delle sale, fra i “vorrei ma non posso” dei territori spicca quello del governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea l’intenzione di “portare avanti questa partita”, ricordando che coinvolge anche i casinò, ma che bisogna aspettare le linee guida e soprattutto il placet della Presidenza del consiglio dei ministri. Non mancano anche le pressioni “interne” alle regioni, come dimostra ad esempio l’appello lanciato in Toscana da Marco Stella, vice presidente del consiglio regionale, insieme con Giampaolo Giannelli, vice coordinatore provinciale di Forza Italia Firenze, per chiedere “la riapertura immediata del settore” poiché “ci sono tutte le condizioni per riaprire in sicurezza”, e richiamando l’attenzione di Giunta e Governo nazionale sulla situazione insostenibile in cui versano gli imprenditori e i lavoratori “che da quasi 3 mesi vedono aumentare le spese da pagare mentre non percepiscono introiti, salvo i famosi ‘600 euro’ che dovrebbero compensare le perdite subite (e che sono stati percepiti finora da pochissimi cittadini)”. Chiedendo che, a tutela del gioco legale, vengano “modificati vari fattori come la fiscalità e tutti i bandi di gara per le concessioni” e puntando il dito contro le conseguenze del perdurante lockdown, che ha visto, in qualche caso, le strutture illegali e clandestine prendere “nuovamente campo ora che quelle lecite sono chiuse”. Un rischio di non poco conto, senza considerare le perdite per l’Erario: secondo le stime, circa 750 milioni di euro per ogni mese di chiusura. Un motivo in più per “fare presto”.
inchiesta
gioco e covid-19
La dimensione ludica della socializzazione PH. BEWAKOOF, UNSPLASH
Come cambierà il modo di intrattenersi dopo il Covid-19? L’analisi del sociologo Stefano Cristante mette in luce la necessità che l’industria del gioco ripensi se stessa.
Il
di Michela Carboni
mondo dell’intrattenimento ha risentito, e non poco, dell’epidemia coronavirus che ha colpito il mondo intero, costringendo all’isolamento milioni di persone e portando a un cambio di visione sul modo stesso di divertirsi, incontrarsi, socializzare. Ma in che modo cambierà da ora in avanti il modo di socializzare delle persone? Lo abbiamo chiesto a Stefano Cristante, presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università del Salento e direttore della rivista internazionale H-ermes, Journal of Communication.
S T E FA N O C R I S TA N T E
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“Socializzare è un verbo non particolarmente elegante, e ‘socializzazione’ un sostantivo con ancora meno appeal linguistico. Però si tratta di parole-chiave per noi umani. Senza socializzazione, volendo essere sbrigativi, non c’è nemmeno essere umano. Siamo una specie in cui il singolo individuo può anche considerarsi solitario, ma non esiste senza gli altri. Lo storico Youval Harari ha efficacemente spiegato che Homo sapiens è diventato egemone nel pianeta per la sua capacità di coordinarsi in grandi numeri. Il presupposto di questo talento sociale è proprio la socializzazione, il mettere insieme le conoscenze attraverso esperienze e racconti. A causa del Covid-19 questa caratteristica è stata rivista, perché la priorità è stata ed è salvare vite impedendo o rendendo più difficile il contagio. Ora la distanza tra gli individui ha un limite misurabile, da 1 a 2 metri a seconda dei contesti. È una condizione inedita, che non può non modificare i modi di socializzare”.
LA DIMENSIONE LUDICA DELLA SOCIALIZZAZI0NE
Come si modificherà il mondo dell’intrattenimento? “Innanzitutto occorrerà verificare cosa è successo nella mente delle persone nella percezione stessa dell’intrattenimento. È possibile che per molti il lockdown abbia coinciso con un ripensamento dei propri modi di vita. È anche possibile che l’assorbimento mediatico collettivo durante la clausura si stabilisca in modo permanente nella mentalità comune. È d’altronde anche possibile che la concentrazione sui social e sui media broadcast stia provocando il desiderio di un contatto sociale meno rarefatto, anche rispetto ai luoghi dove si gioca. Sto parlando pure delle tabaccherie, per esempio. Ma questo desiderio dovrà comunque confrontarsi con la necessità di mantenere la distanza tra individui”. Le sale gioco e i locali dedicati all’intrattenimento sono stati chiusi alla luce dell’emergenza e non si sa ancora quando potranno riaprire. A suo avviso questo che peso ha sulla socializzazione? “Le persone abituate a recarsi spesso nelle sale gioco o nelle discoteche immagino non vedano l’ora di riprendere come prima. Immagino anche che ci siano persone disposte a una nuova immersione edonistica, a una scelta di ‘liberazione’ dopo le costrizioni della clausura. Ma c’è anche un altro atteggiamento possibile: spostare la socializzazione in altri contesti, ripensare alle modalità eccessivamente meccaniche e spersonalizzate in cui l’intrattenimento viene proposto. In fondo, per un certo numero di persone l’atteggiamento nei confronti del gioco finisce per somigliare a una sorta di lavoro: si scommette o si azzarda, si attende un numero o un colore, si cerca un partner occasionale investendo molto per apparire socialmente interessanti. È possibile che più di qualcuno si chieda se la socializzazione prima della pandemia non assomigliasse a un insieme di forme di dipendenza”. Secondo lei ci sarà una maggiore paura verso l’altro? “Temo di sì. La distanza in metri (uno o due non importa, basta la penetrazione del concetto) fissa i nostri limiti di tenuta sociale. La pandemia ci ha obbligati alla clausura, e dunque all’isolamento individuale o familiare, quindi all’atomizzazione. Siamo atomi sociali che riprendono a uscire in una Fase 2 complicatissima, perché l’epidemia non è finita e potrebbe anzi avere recrudeL ’ A P P R O C C I O
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“Per coloro che sono coinvolti nella regolamentazione del settore del gioco d’azzardo, due sono le domande chiave che ci si deve inevitabilmente porre: in primo luogo, quali leve dovrebbero usare i regolatori e in secondo luogo, quale atteggiamento dovrebbe essere adottato. L’attuale paradigma dominante nella regolamentazione del gioco d’azzardo è quello orientato al gioco responsabile”. Sono queste le prime considerazioni dalle quali parte l’analisi condotta dai ricercatori Jennifer Reynolds, Sylvia Kairouz, Samantha Ilacqua e Martin French, del Dipartimento di Sociolo-
scenze. Abituarsi al rallentamento di efficienza in quasi tutte le operazioni della vita quotidiana in seguito al distanziamento sociale potrà anzi implicare una maggiore asocialità da parte di molti. La compensazione a questa turbativa è solo nella costruzione di un racconto collettivo di cambiamento, ma lo sconquasso economico di questo periodo assorbe l’energia nervosa di molti, e potrebbe contenere la conseguenza di necessità di sfogo in una direzione, come detto, asociale se non anti-sociale”. In che modo a suo avviso i locali dedicati all’intrattenimento dovranno ripensare se stessi? “Credo che gli imprenditori di questo settore debbano ripensarsi in profondità. La distanza interpersonale e le altre misure di sicurezza dovranno ovviamente essere rispettate, e questa mi auguro sarà una certezza. Ma c’è in Italia, e non solo, anche l’urgenza di uscire dal modello del consumo pauperistico delle lotterie istantanee e di tutto ciò che insinua l’azzardo nelle pieghe della vita quotidiana. La via d’uscita potrebbe essere quella di accettare un ridimensionamento del rapporto tra azzardo e intrattenimento (anonimo e di massa) e di sviluppare maggiormente la dimensione ludica della socializzazione. Giocare è fare qualcosa insieme, cercare soluzioni ai problemi attraverso la creatività collettiva, imparare. Sono aspetti che il mondo ufficiale dell’intrattenimento ha sempre considerato marginali rispetto ai rapidi e spesso ingenti incassi del gioco individuale, ma che potrebbero inaugurare una nuova politica del settore, e presentare anche una buona possibilità di integrare on e offline”.
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gia e Antropologia della Concordia University, nel loro lavoro Responsible Gambling: A Scoping Review pubblicato nella rivista biennale Critical Gambling studies. Secondo i ricercatori “l’approccio al gioco responsabile fornisce un quadro per i legislatori nel progettare attività per prevenire e ridurre potenziali danni associati al gioco d’azzardo. Questo approccio si concentra nel settore della sanità pubblica con i regolatori che utilizzano leve che mediano gli impatti negativi del settore durante la messa a fuoco delle stesse leve sul comporta-
mento dei consumatori. Come quadro di governance per la regolamentazione del gioco d’azzardo quali sono i punti di forza e i punti deboli di un ragionevole approccio al gioco d’azzardo e in che cosa consiste il futuro dell’industria? A queste domande è possibile rispondere solo attraverso l’assistenza di ricerche mirate ed efficaci. Una recente recensione pubblicata da ricercatori della Concordia University’s Department of Sociology and Anthropology, e pubblicato sul Critical Gambling Studies, ha studiato e approfondito questi problemi”.
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ioco e Un nuovo retail gcovid-19 nella nuova normalità Come cambieranno i consumi nei prossimi mesi? Le aziende sono pronte per questo difficile compito e per una nuova evoluzione? Gioco News prova a dare risposte e a prevedere soluzioni.
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ello scenario retail italiano il binomio costituito da pandemia e lockdown sta portando a ingenti perdite di reddito per cittadini ed imprese. L’unica certezza in questa situazione è la necessità di mettere a punto un piano per fronteggiare l’emergenza. Economisti e sociologi evidenziano quanto sia fondamentale adottare il prima possibile misure integrate e su larga scala. Il tutto investendo sulla fiducia, in quanto asset intangibile e fondamentalmente emozionale che, basandosi su coerenza, credibilità, costanza e integrità, determina il funzionamento degli ingranaggi economici mondiali, in un verso piuttosto che in un altro. Anche il gaming, pur con le sue caratteristiche e peculiarità che, come ben sappiamo, lo rendono un settore distante da tutti gli altri, è destinato comunque a rispondere a determinati schemi. Ciò che è certo, in ogni caso, è che l’emergenza Covid-19 impone fin da dubito un’accelerazione nel processo di trasformazione digitale già in atto nel mondo retail. Una serie di fattori, quali la chiusura dei negozi, l’aumento del tempo medio di navigazione online, la crescente domanda di e-commerce e l’esigenza di sviluppare canali alternativi per comunicare e vendere, spingerà le aziende a dedicare nuove risorse allo sviluppo e all’implementazione delle strategie omnichannel. E qui subentrano vari punti di vista e filosofie. Su un punto sembrano però essere tutti d’accordo: gli operatori “terrestri” che coglieranno questa sfida e riusciranno ad affrontare il cambiamento potranno uscire dalla crisi più forti e competitivi. Già, ma come? È l’immediata domanda che ne consegue, rispetto alla quale vorrebbero tutti avere una risposta pronta. di Alessio Crisantemi
Parola d’ordine: reazione Il primo punto fondamentale, intanto, è quello di reagire prontamente alla situazione. L’impatto della pandemia sul retail è ormai più che evidente ed è difficile al momento prevedere in che modo il settore sarà in grado di reagire all’emergenza. Nel contesto attuale in cui l’intero Paese sta uscendo in questi giorni dallo stato di quarantena, la chiusura forzata della maggior parte dei negozi fisici ha privato la maggioranza dei brand, non solo del principale canale commerciale, ma anche del mezzo preferenziale di comunicazione, interazione e rapporto con i clienti. Peggio ancora, per il gioco, è il fatto di non essere ancora ripartito, mentre tutti intorno gli altri negozi sono ormai operativi. Rischiando di creare un ulteriore distacco con la clientela, soprattutto con quella occasionale, più soggetta alle influenze esterne e ai trend del momento. Se i giocatori abituali torneranno senza troppi dubbi a giocare, non è detto che tutti quelli che prima giocavano saltuariamente torneranno a farlo. O magari lo faranno, ma non subito: e/o non con la stessa frequenza.
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L’alternativa al canale di vendita fisico, ossia l’online, è naturalmente oggetto di attenzione da parte di un numero rilevante di catene retail (come abbiamo fotografato, numeri alla mano, nel numero precedente), che ne stanno prendendo in considerazione il potenziale, ai fini di comunicare e vendere i propri prodotti ai rispettivi clienti finali. Ciò si riflette in un’evidente crescita del trend già nelle prime settimane della quarantena, anche se il reale impatto economico dell’emergenza si è reso evidente solo di recente, nelle ultime settimane, ciò che comincia a essere chiaro è che la pandemia rappresenterà una forza motrice della trasformazione digitale del settore, e che l’online crescerà come canale preferenziale per gli italiani, in generale. Da questo punto di vista il prolungato lockdown può contribuire a far crescere nella mentalità degli operatori retail l’esigenza di intraprendere con urgenza un percorso strategico di trasformazione digitale. Portando, quindi, a un nuovo approccio culturale anche da parte degli stessi addetti ai lavori, prima ancora che dei consumatori.
UN NUOVO RETAIL NELLA NUOVA NORMALITÀ
La comunicazione farà la differenza In questo scenario, come del resto in qualunque nuovo paradigma, la comunicazione sarà il fattore chiave per attrarre nuovi clienti. Le aziende che riusciranno a differenziarsi dalla concorrenza in modo creativo e con messaggi appropriati beneficeranno di un aumento delle vendite. Sono numerosi i casi di retailer che hanno scelto di comunicare il proprio personale modo di affrontare la gravità del momento annunciando iniziative aziendali volte a tutelare la sicurezza e la salute dei propri clienti e promuovendo la disponibilità dei propri marketplace online come opzione di acquisto.
Per attrarre nuovi clienti, infatti, i retailer devono avere consapevolezza non solo delle caratteristiche degli utenti a cui si rivolgono ma anche del contesto in cui stanno operando: e nonostante il gioco, a differenza di qualunque altro settore, debba scontrarsi con il limite – tutt’altro che banale – imposto dal decreto dignità che viene ogni promozione del gioco, esistono comunque delle opportunità e delle possibilità per far parlare di sé. Basta affidarsi ai giusti canali e alle giuste strategie. Anche in questo caso, con un approccio puramente multicanale.
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Cosa fare adesso In questi giorni di pandemia il mondo fa i conti con una tragedia socioeconomica dalle proporzioni immani. E mentre ci si adopera affinché il problema sanitario rientri il prima possibile, inevitabilmente ci si interroga per capire come affrontare al meglio il dramma economico. Da questo punto di vista non è solamente necessario studiare provvedimenti per tamponare le perdite, ma anche progettare la ripresa. Una ripresa che però avverrà in un contesto profondamente diverso, di cui è necessario comprendere fin da ora le dinamiche, per ideare strategie efficaci. L’intero mondo retail nell’epoca ante coronavirus stava già attraversando un’importante fase di transizione, cominciata nel nuovo millennio con l’avvento dell’e-commerce e diretta da qualche anno verso un nuovo paradigma, incentrato su diversi concetti emersi intorno al
perno della omnicanalità, evoluzione della più semplice multicanalità. Giuseppe Stigliano e Philip Kotler lo definiscono Retail 4.0 e in un libro in cui elencano le dieci regole su cui esso si fonda (lettura consigliata, soprattutto se vi interessano le tematiche del Retail Marketing). È sotto gli occhi di tutti il nuovo boom dell’e-commerce, favorito dalla quarantena a cui il mondo è sottoposto. Secondo una ricerca lampo di Netcomm (associazione delle principali aziende di commercio online), il 75 percento degli acquirenti online in questo periodo non aveva mai sperimentato l’e-commerce in precedenza. Impensabile, quindi, che tutto questo possa essere cancellato una volta che le cose torneranno alla normalità. Ma non è neppure il caso di esagerare. Non per tutti i settori, almeno. Con il gioco che risulta uno di quelli dove la presenza “fisica” continuerà sempre ad essere preferita dai consumatori.
Nuovi modelli Il retail fisico non è morto, quindi, ma è tramontato il modo di proporlo. I punti vendita a terra hanno delle peculiarità, necessarie per il consumatore contemporaneo e complementari al canale digitale. Pertanto, si devono sviluppare modelli, anche nel gioco, che pongano al centro l’integrazione a 360° tra il commercio fisico e quello digitale. Alla ripresa que-
sti modelli resteranno la stella polare per qualsiasi retailer, ma ci saranno delle nuove dinamiche, che introdurranno qualche cambiamento al paradigma. In alcuni casi si tratterà di un consolidamento di tendenze già riscontrate, in altri di nuovi stimoli per ripensare la propria value proposition e/o i rispettivi business model.
Nuove opportunità Tra i cambiamenti più o meno annunciati, ci saranno anche quelli relativi al mercato immobiliare commerciale, visto che chiuderà il 2020 con una contrazione degli investimenti del 25 percento in Italia (secondo una ricerca di Scenari Immobiliari) e questo potrebbe portare, a breve, a un eccesso di offerta di proprietà ad uso commerciale, che inevitabilmente abbasserà il prezzo di equilibrio, favorendo chi ha maggiore liquidità. Ma potrebbero anche favorire razionalizzazioni di centri più piccoli, con migrazioni di sale in locali più contenuti. Di sicuro si potrebbe approfittare per testare nuovi format. Come il “To-Go” o il “Drive Thru” (in cui si acquista
stando seduti in macchina) che sono particolarmente funzionali i tanti settori e verosimilmente nei prossimi mesi potranno portare a nuove applicazioni, in settori che al momento non immaginiamo nemmeno. E chissà che non possa essere un’opportunità anche per alcuni locali da gioco: quanto meno per gestire prenotazioni di giocate, come già avvniene in agenzie di scommesse. Ma la prossimità immaginabile per il futuro è ancora più fluida. Ci può essere spazio per applicazioni che sfruttano sempre di più la digitalizzazione degli store, creando customer journey alternative. Esperienze ibride a cavallo tra una tradizionale visita in un negozio e una
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sessione di ecommerce, potrebbero essere adottate in location più evolute o magari nelle agenzie di scommesse: anche per gestire e assecondare i tempi che rischiano di dilatarsi, a causa delle nuove disposizioni di carattere sanitario. E la tecnologia potrebbe aiutare a
gestire le attese e i tempi morti che si verranno a creare. Con ulteriori sviluppi della realtà aumentata e di quella virtuale che potrebbero rendere il tutto ancora più funzionale.
Meno contanti, ma sempre presenti Tra i trend più probabili, c’è l’accelerazione nell’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici e digitali. La svolta potrebbe essere promossa dagli stessi consumatori, anche in un Paese come l’Italia, che storicamente sconta un ritardo nell’adozione di questi strumenti. E persino in un settore così legato al denaro “sonante” come il gioco. Anche se, in questo caso, è ragionevole pensare a soluzioni intermedie più che puramente digitali, per evitare il poco gradito tracciamento (un esempio virtuoso lo proponiamo nelle pagine seguenti per l’accettazione delle scommesse). Gli stessi retailer, del resto, potrebbero favorire il pagamento cashless, proprio per evitare che il personale venga a contatto con i soldi. Da considerare anche che i tempi duri a cui andiamo incontro possono aumentare il malcontento sociale, che a sua volta innalzerebbe il
rischio di furti e rapine all’interno dei negozi. Con la diminuzione del contante in cassa verrebbero in parte contrastati. Attenzione anche al discorso criptovalute, di cui si parla da tempo nel gaming, che potrebbe ritornare in auge qualora qualche big company decidesse di accettare pagamenti in criptovaluta, o addirittura di coniare la propria valuta su una rete Blockchain, creando allo stesso tempo un nuovo tool di fidelizzazione, le cui potenzialità sono ancora da esplorare. Quest’ultima opportunità permetterebbe al cliente di detenere in un wallet digitale una quantità di moneta utilizzabile solo presso gli store o sull’e-commerce dell’azienda. Con i retailer otterrebbero flussi di cassa al di fuori del tradizionale circuito bancario. E la cosa potrebbe fare comodo a molti.
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Punteggi e standard igienico-sanitari Più in generale questa pandemia lascerà in dote un’attenzione verso gli aspetti igienico-sanitari senza precedenti, con evidenti riflessi sui punti vendita. In nord Europa, già da tempo, ogni bar o locale in cui si somministrano cibo e bevande espone all’ingresso un adesivo con uno score, relativo agli standard igienico-sanitari rilevati a seguito di regolare ispezione nel locale. Si tratta del Food Hygiene Rating Scheme, un vero e proprio marchio di qualità per orientare la scelta dei consumatori, in totale trasparenza. Questo modello diventerà sempre di più la normalità nel resto d’Europa e del mondo, magari anche nel gaming.
H A N N O
U C C I S O
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I cambiamenti nel retail degli ultimi anni, con la multicanalità e la nascita del modello “omni-channel”, hanno reso il negozio fisico un luogo totalmente differente da quello dei suoi esordi, quando era l’unico punto di contatto con la clientela. La riapertura dopo l’emergenza Covid darà un altro “scossone” al suo ruolo e lo porterà a cambiare volto un’altra volta. Prima dell’emergenza, il punto vendita nonostante il cambiamento di ruolo imposto dagli altri canali non sembrava aver perso il suo valore. I dati della Global Consumer Insights Survey di PwC presentati a fine 2019 evidenziavano come anche per Millennials e Generazione Z il punto vendita rappresenta ancora un
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Insomma, sono tanti i discorsi che si possono fare e in trend che si potrebbero perseguire e abbiamo voluto raccoglierli in questo speciale, per cominciare a pensare al dopo, perché una ripresa, prima o poi, ci sarà. Con modi e tempi ancora da definire, ma ci sarà. È innegabile che il gaming terrestre subirà anche delle conseguenze negative, con una razionalizzazione delle reti di vendita e ulteriori dinamiche che potranno provocare delle serie ricadute occupazionali, ma costruire una visione per il futuro aiuta ad arrivare pronti. E questo farà sempre la differenza.
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riferimento importante per gli acquisiti. Lo frequentavano per le loro spese e, negli ultimi tre anni, avevano addirittura aumentato in modo significativo la frequenza di utilizzo rispetto al passato. Per loro, ma anche per i clienti di altre generazioni, il punto di vendita fisico resta quindi un luogo di socializzazione, di scambio, di vicinanza e di confronto: elementi che continuano ad essere importanti almeno quanto la comodità, la velocità e la convenienza degli altri canali. Durante l’emergenza Covid il punto vendita è tornato ad essere un punto di riferimento, o meglio di “desiderio”. Il punto vendita diventa un luogo dove ritrovare relazione e “normalità” e nella scelta.
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V I V O Una ricerca condotta da Boston Consulting Group ha coinvolto i consumatori durante otto settimane di lockdown su come pensano di modificare i loro comportamenti e le loro abitudini di acquisto dopo la riapertura. Alcuni dei risultati dicono che l’attitudine verso l’acquisto nel punto vendita non cambierà molto. Anche chi ha apprezzato gli acquisiti online non è sicuro di proseguire nel tempo con il canale digitale e pensa di tornare alla fisicità per i propri acquisti. Quello che sicuramente è cambiato sono i criteri di scelta dei punti vendita dove fare i propri acquisti: l’applicazione di misure e procedure di sicurezza è al primo posto.
inchiesta
Obiettivo sicurezza gioco e
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Un nuovo sistema innovativo di accettazione delle scommesse senza contatto con l’operatore: parole di Maurizio Ughi, titolare di Obiettivo 2016
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biettivo sicurezza. È il leitmotiv di ogni operatore del gaming, fin dalle origini. Ma lo è ancor di più in questo momento, a causa della pandemia che impone nuove esigenze e regole, anche e soprattutto in termini di presidio sanitario. Dovendo rispondere a una serie di prescrizioni specifiche (che analizziamo in dettaglio in questo numero) mirate a salvaguardare la sicurezza dei giocatori ma anche quella del personale di sala. Garantendo un ambiente sicuro anche dal punto di vista del rischio di contagio. Ma il semplice rispetto dei protocolli e di tutte le misure previste per i locali pubblici può non essere abbastanza per il mantenimento di un’attività, soprattutto per quanto riguarda un locale di gioco e, in particolare, un’agenzia di scommesse. Non basta creare delle corsie di accesso e uscita, utilizzare barriere di protezione in plexiglass, fornire gel e mascherine e così via. La preoccupazione di un operatore, oltre che a garantire l’incolumità dei visitatori, è anche quella di proporre una soluzione efficiente, che sia in grado di assecondare il cliente garantendogli un’esperienza comunque positiva all’interno del punto vendita, anche se evidentemente diversa rispetto a quella di prima e di una situazione di normalità: evitando, quindi, di fargli perdere del tempo con lunghe attese, passaggi superflui, o altre inefficienze. Per questo, c’è chi ha già studiato soluzioni innovative e all’avanguardia per rispondere anche alle nuove esigenze specifiche dei negozi di scommesse. È il caso di Obiettivo 2016, la società di servizi specializzata nel settore del betting, guidata dall’esperto Maurizio Ughi, che già propone un innovativo format per l’accettazione delle scommesse in sala, in grado di consentire l’acquisto delle gio-
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cate e l’incasso delle vincite senza alcun tipo di contatto con l’operatore. Una soluzione ideale in tempi di pandemia, ma non solo. Non a caso, il progetto era stato avviato già prima del Covid-19, in quanto propone un passo in avanti nella gestione e organizzazione delle agenzie di scommesse, garantendo un alto livello di efficienza, potendosi adattare a qualunque condizione di lavoro. Anche a quelle più estreme, come il caso della pandemia, automatizzando tutte le operazioni tipiche di un’agenzia. Ma può anche adattarsi, in maniera modulare, per affiancare la normale attività degli operatori. “Un ambiente sicuro e funzionale è indispensabile per la ripresa delle nostre attività”, spiega Maurizio Ughi. “Per questo abbiamo realizzato un innovativo metodo per l’accettazione delle scommesse nelle agenzie che consente l’acquisto delle giocate senza il contatto con lo sportellista, ma consente anche l’incasso delle vincite senza alcun contatto con l’operatore”, aggiunge. “Una soluzione ancora più preziosa in un momento come quello attuale in cui è richiesto un ambiente sicuro e funzionale come requisito indispensabile per la ripresa delle attività di gioco e scommesse”.
COME FUNZIONE IL NUOVO SISTEMA Il funzionamento del sistema è semplice e intuitivo. Praticamente immediato. Il cliente acquista un voucher tramite una specifica “pay-station”: una postazione digitale abilitata ai pagamenti. È sufficiente inserire il denaro, cliccare sulla voce “stampa” che compare a video, e ritirare il proprio voucher con un credito iniziale e un codice a barre. Dopo l’acquisto del voucher, il cliente passa il codice a barre in uno scanner per caricare il credito sul termine “self” e, nel frattempo, può copiare il proprio voucher anche sul suo smartphone, attraverso un’App dedicata. Ed è già pronto per scommettere: effettuando in autonomia le proprie puntate, che vengono accettate e visualizzate in tempo reale, con il voucher che consente la gestione semplificata dei ticket. In qualunque momento il cliente può consultare il pannello di controllo denominato “i-tickets”. Annullando il biglietto, l’importo viene riaccreditato e simultaneamente, viene brandeggiato da una stampante nel backoffice per essere conservato ai fini fiscali. A questo punto basta cliccare su “verifica” e nel caso di scommessa vincente, la scomma viene accreditata sul voucher e il biglietto viene brandeggiato dalla stessa stampante nel backoffice per essere conservato, anche qui, a scopi fiscali. Quando il cliente decidere di concludere la sua giornata di gioco, torna alla pay-station, passa il voucher oppure direttamente lo smartphone nell’apposito lettore e incassa il suo saldo finale. Riscuotere è veloce e semplice, e si può fare tutto in piena autonomia. Ma non è tutto. Tramite lo smartphone, il cliente può consultare, senza interagire, l’intero storico delle scommesse effettuate, anche fuori dal negozio. Inoltre può stampare uno o più ticket con un semplice click, con la conseguenza che tali ticket spariranno dalla gestione voucher. Il format risulta efficiente anche in assenza della pay-station, che può essere quindi – provvisoriamente o meno – sostituita da un operatore. Naturalmente è in grado di dialogare con i sistemi di tutti i concessionari e provider di scommesse, per una perfetta e immediata integrazione con qualunque tecnologia già presente nelle sale. Ideato e realizzato con la collaborazione di aziende italiane esperte nello specifico settore, si tratta di un prodotto esclusivamente “Made in Italy”. Ragione in più per potersi fidare.
GIOCO &RETAIL
GIOCO &RETAIL A cura di Laura D’Angeli
eSports bar La nuova opportunità nel gaming retail La nuova frontiera dei locali pubblici che diventa ancor più interessante in tempi di lockdown e di ripartenza
Il
fenomeno degli eSports è in continua evoluzione e presenta enormi opportunità di sviluppo in relazione alla sua capacità di attirare un’elevata audience. Gli eSports, anche se sono un settore “nativo digitale”, presentano una forte convergenza con il mondo fisico. Dal punto di vista dell’offerta, diverse sono le occasioni che vedono il mondo online e offline intersecarsi, come nel caso dei tornei di eSports organizzati, in genere, utilizzando una formula mista che prevede la disputa delle fasi preliminari delle competizioni online e delle fasi finali live in arene. Per quanto riguarda la domanda, l’aspetto sociale degli “sport elettronici” rappresenta un elemento di estrema importanza. Le community che caratterizzano questo settore, infatti, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, partecipano attivamente sia a iniziative presenti sui principali social network che ad eventi live come spettatori. Partendo proprio dal desiderio di condivisione e di visione dal vivo di competizioni di videogiochi, in tutto il mondo, stanno nascendo gli eSports bar. Questi nuovi locali rappresentano la versione 4.0 dei vecchi bar dello sport e si rivolgono a target specifici interessati al mondo del gaming. In un mondo digitale non possiamo pensare che tutto resti immutato ma è necessario guardare avanti con l’idea di creare nuove esperienze di intrattenimento in grado di soddisfare le esigenze delle nuove generazioni. Gli eSports bar sono l’emblema del nuovo secolo, c’è da bere e mangiare, si possono guardare match e tornei in tempo reale, testare con mano gli ultimi videogiochi, fare streaming e competere con i gamer di
tutto il mondo con una connessione ad internet adeguata alla disciplina. A livello internazionale, si stanno affermando, con successo, catene in franchising di eSports bar che offrono modelli standard di sviluppo. Gli eSports in Corea del Sud, Stati Uniti, Regno Unito e Francia rientrano già nella quotidianità di tante persone. Il primo franchising estero di bar eSports è stato Meltdown, inaugurato nel maggio del 2012. Il successo è arrivato in pochissimo tempo. Uno dei Meltdown e-Sports bar più frequentato è quello di Londra seguito da quello di Parigi. L’investimento per la realizzazione di un eSports bar è variabile a seconda delle caratteristiche del punto vendita e del format che si desidera realizzare. Gli eSports bar infatti, si differenziano tra bar che prevedono solo la visione di eventi di eSports e bar che mettono a disposizione dei clienti postazioni per il gioco. In questo ultimo caso, i bar possono ospitare anche fasi di tornei live. Il punto fondamentale degli e-Sports bar è la creazione di una solida community che fa riferimento a una location fisica e online. In Italia, il fenomeno è ancora marginale ma destinato a crescere. Infatti, gli eSports bar presentano un grande potenziale di successo soprattutto se sviluppati in un’ottica di convergenza tra fisico e online. Questo significa la realizzazione di progetti che prevedono da un lato la realizzazione di un eSports bar fisico e dall’altro la costituzione di un sito che possa rilanciare e convergere azioni sul punto vendita in modo da fornire al cliente un’esperienza unica e cross canale. Gli eSports per un bar possono rappresentare un volano per i ricavi da food&beverage e aggiungere ulteriori
ambiti di redditività connessi alle attività di gaming, merchandising che si svolgono all’interno del punto vendita in modo ordinario e in modo organizzato attraverso la definizione di specifici eventi. Per il punto vendita, gli investimenti richiesti riguardano l’allestimento del bar in termini sia di arredi che di dotazioni hardware e software e di rete. La creazione di eSports bar o di una rete di franchising di eSports bar, essendo un business convergente attraverso una strategia multicanale web, mobile e offline, può essere un ottimo strumento per garantire la continuità delle attività anche nei periodi di lockdown. Infatti, durante questi periodi è possibile prevedere la continuazione delle attività online mantenendo viva la community e fornendo servizi a domicilio e/o da asporto per la parte food&beverage. Sulla base dell’esperienza maturata nel settore del gioco in più di quindici anni di attività di consulenza, concludo evidenziando che la chiave di successo per un eSports bar, oggi, è la convergenza tra offline e online associata alla definizione di un format originale che coniughi in modo coerente il target di clienti e i giochi da proporre (ogni gioco ha il suo target di clienti di riferimento) con l’offerta food&beverage. LEI CHI È?!? Laura D’Angeli è un business consultant con esperienza ventennale. Negli ultimi 10 anni la sua attività si è concentrata sul settore del gaming ed ha seguito, in tale settore, lo sviluppo di primarie società di gioco, media company e Telco ed ha sviluppato progetti di ricerca con primarie università in Italia.
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inchiesta
P H . K E L LY S I K K E M A , U N S P L A S H
Tasse e divieti è tempo di nuove regole di Anna Maria Rengo
L’avvocato Quirino Mancini sottolinea come l’emergenza Covid-19 abbia ulteriormente aggravato la già difficile situazione del gioco pubblico italiano, e auspica un ripensamento delle scelte fin qui compiute dalle autorità preposte
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ove non è arrivato il decreto Dignità con il suo divieto assoluto di pubblicità, dove non sono arrivate le varie leggi finanziarie con i loro certissimi balzelli di tassazione, dove non sono arrivati i provvedimenti regionali e locali che hanno imposto orari e distanze, è arrivato il Covid-19. Location di giochi, scommesse e bingo chiuse, dall’8 marzo scorso e, nella migliore delle ipotesi, almeno fino al 14 giugno, data di scadenza della sospensione dell’attività prevista dall’ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte che ha prorogato la sospensione della loro attività. Il coronavirus ha naturalmente messo a durissima prova le imprese italiane, ma ha colpito in particolare quelle di gioco, che saranno tra le ultime a poter riaprire i battenti. Una situazione carastrofica al limite dell’immaginabile e che richiede soluzioni immediate e robuste. A fare il punto degli QUIRINO MANCINI
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scenari che si potrebbero (e dovrebbero) ipotizzare dal punto di vista legislativo e giuridico è l’avvocato Quirino Mancini, partner dello Studio Tonucci & Partners nonché global head of the gaming & gambling practice. Ritiene che, alla luce del momento di difficoltà, sarebbe possibile e opportuno allentare gli attuali e totali divieti di pubblicità sanciti dal decreto Dignità, non solo per sostenere le imprese stesse, ma anche il mondo sportivo italiano? “Premetto anzitutto che nel rispondere volentieri alle sue domande esprimo soltanto la mia opinione personale e non la posizione ufficiale dello Studio di cui mi onoro di fare parte. Il buon senso e soprattutto un sano pragmatismo di carattere anglosassone, qualità che purtroppo non alligna facilmente alle nostre latitudini mediterranee, avrebbero certamente suggerito di cogliere l’occasione della pandemia globale in cui purtroppo siamo tuttora immersi (con letali conseguenze economiche su tutti i settori produttivi destinate a protrarsi negli anni a venire) per rivisitare in chiave più flessibile ed evolutiva il divieto totale di pubblicità dei giochi con vincita in dena-
TASSE E DIVIETI È TEMPO DI NUOVE REGOLE
ro. Ciò avrebbe consentito al Governo di fare un’operazione a costo zero perché un possibile allentamento del divieto, ben regolamentato e contingentato per quantità, tempi e modi, avrebbe fatto sì che gli operatori (penso in particolare ai neo-concessionari che davvero non so come potranno far sapere al mercato che esistono e che sono legali) reimmettessero nel circuito dello sport professionistico e dei media in genere vitali risorse economiche sotto forma di pubblicità tradizionale, sponsorizzazioni ed altri tipi di soft marketing, così evitando di far collassare definitivamente tutto il sistema già molto provato prima ancora che da Wuhan arrivassero i primi nuvoloni virali. Di contro, la posizione irragionevolmente talebana e preconcetta di ampi settori del Governo e del Parlamento ha impedito che ciò avvenisse per cui anche lo sport professionistico e i media dovranno ora iscriversi al lunghissimo elenco di questuanti nella speranza di essere anch’essi beneficiati dalle elemosine statali a pioggia che avranno lo stesso effetto di una compressa di alka seltzer propinata a una persona in preda a colica renale”. In che modo, dal punto di vista giuridico e politico, sarebbe possibile sostenere le imprese del gioco, la cui sopravvivenza è messa a rischio? “Come ho avuto modo di dire ogni qual volta mi è stata rivolta questa domanda, attesa la palese impossibilità (ed invero anche incapacità) degli operatori e delle loro varie associazioni di categoria a intavolare un dialogo tempestivo, serio, responsabile, concreto e fattivo con Governo e Parlamento, a mio avviso la sola soluzione sarebbe quella di impugnare il famigerato divieto in sede giudiziale per poi lasciare che, come spesso accade in Italia, il potere giurisdizionale si surroghi a quello legislativo facendo facili strame di norme che sono assolutamente censurabili e quindi impugnabili sotto molteplici profili giuridici, ivi incluso un probabile difetto di costituzionalità. Al riguardo devo ammettere che, eccezion fatta per un singolo operatore straniero concessionario dei Monopoli italiani colpito dalle sanzioni disciplinari per asserita violazione del divieto di pubblicità, per quanto mi consta ad oggi non è stato fatto nulla (o praticamente nulla) per portare il divieto al vaglio della giustizia dove in linea di principio le logiche populistiche e partitiche dovrebbero cedere il passo alla logica del diritto”. La tassazione del gioco, più volte ritoccata verso l’alto con le varie leggi finanziarie che si sono succedute, è congrua e sostenibile nel momento attuale? “Assolutamente e ovviamente no. Tuttavia proprio a riprova di quanto l’establishment nostrano sia lontano anni luce dalla realtà e in particolare dai problemi di autentica sopravvivenza e prospettiva del comparto giochi malgrado quest’ultimo assicuri annualmente alle casse dell’Erario miliardi e miliardi di euro di gettito fiscale, in un delirio di ‘accanimento terapeutico tributario’ su un paziente già in coma profondo, proprio in questi giorni è stato introdotto un nuovo balzello fiscale (con il decreto Rilancio che ha introdotto una ulterio-
re tassazione dello 0,5 percento per le scommesse, così da alimentare il fondo salva-sport Ndr) che si commenta da solo per lucidità di visione e strategia su come si pensa di reperire risorse per l’emergenza in corso andando a spremere sempre i soliti reietti del comparto giochi. Onestamente, date le premesse, la cosa né mi sorprende e tantomeno mi scandalizza”. Le location di gioco, anche una volta che saranno aperte, e gli apparecchi in generale, dovranno prepararsi a funzionare a ranghi ridotti, questo in contesti regionali in cui già ne venivano limitati gli orari di funzionamento. Ritiene che si possa e debba intervenire su questo fronte, e semmai attraverso quali strumenti? “Questo è un altro vaso di Pandora che ci occuperà nei mesi a venire perché, come dicevano i latini, ‘tot capita, tot sententiae’ e siccome in Italia ci sono ben venti regioni, oltre a una pletora di comuni con relativa frammentazione e talora anche sovrapposizione di potestà normative, possiamo facilmente immaginare cosa potrà accadere (come se non fosse abbastanza ciò che già stava accadendo ante-virus) quando si tratterà di disciplinare orari di apertura, social distancing, etc., a livello locale in esito all’emergenza pandemica. A tal proposito ritengo che non ci siano facili soluzioni e quindi non ci resta che auspicare che da un lato le autorità preposte provino (almeno che ci provino una volta tanto!) ad emanare regole chiare, semplici, congrue ed equilibrate, e dall’altro lato gli operatori sappiano trovare le giuste soluzioni logistiche, organizzative, logistiche, tecnologiche ed economicamente sostenibili per evitare quello che altrimenti diventerebbe un massacro annunciato”.
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inchiesta
La crisi aguzza l’ingegno
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on sia mai che ci si lasci scoraggiare dalle difficoltà. Così tante aziende, anche nel comparto del gaming, hanno “approfittato” della crisi e del lockdown generato dalla pandemia di Covid-19 per reinventarsi, tentare nuove strade. Adattarsi, in primis riorganizzando le proprie forme di lavoro, ma in alcuni casi anche diversificando o ampliando la propria produzione, spesso per venire incontro alle esigenze imposte dalla situazione di emergenza ad altre attività. Ne è un esempio Agesoft, società specializzata in soluzioni gestionali per noleggiatori di macchine da intrattenimento e gestori delle sale, che proprio in queste settimane ha lanciato ComproDaCasa, un’App totalmente gratuita per i commercianti che possono consegnare a domicilio i loro prodotti. Come funziona? Ce lo spiega lo chief executive officer Alessandro Volpi. “ComproDaCasa è una iniziativa nata in piena emergenza. Nel pieno del lockdown era una risposta al totale fermo dei commerci, un messaggio di speranza, una alternativa a costo zero per provare a consegnare i prodotti, come poi tutti hanno fatto, anche quelli di categorie merceologiche che in passato non erano mai state incluse nel delivery. Oggi, anche grazie al fatto che abbiamo avuto tantissime adesioni, è una iniziativa destinata al rilancio del commercio locale, una piattaforma per
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Molte aziende del gaming hanno “approfittato” della crisi da Covid-19 per rinnovarsi e mettere sul mercato nuovi prodotti. L’esempio di Agesoft, società specializzata in soluzioni gestionali per noleggiatori di macchine da intrattenimento e gestori delle sale, che proprio in queste settimane ha lanciato l’App ComproDaCasa.
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prenotare ritiri o continuare a consegnare i propri prodotti nel proprio territorio. Per i nostri clienti ComproDaCasa è una duplice opportunità che valorizza le profonde radici che queste aziende hanno localmente: la prima, di promuovere l’iniziativa che per le utenze professionali, prevederà un piccolo costo mensile, su cui riconosciamo una provvigione; la seconda, di diventare ‘rider’ e supportare le aziende nelle consegne con le proprie flotte di automezzi”. Ma oltre a tentare nuove strade, Agesoft si è impegnata anche per difendere il proprio core business, con varie iniziative. “Noi ci siamo organizzati, fin dai primi di marzo, per mettere tutto il nostro personale in smart working; la nostra attività di sviluppo non si è fermata nemmeno un giorno, ma indubbiamente l’impatto sui reparti di assistenza e di customer care è stato importante”, racconta ancora Volpi. “Molti dei nostri prodotti sono venduti a un canone che è stato sospeso (con proroghe gratuite) per correttezza, visto il totale blocco delle attività; In questo senso, quindi, pur essendo operativi, stiamo condividendo un calo dei ricavi con i nostri clienti e come loro auspichiamo che il settore possa ripartire quanto prima. Non ci aspettiamo un ‘mondo’ uguale a quello che conoscevamo a febbraio, probabilmente ci vorrà tempo per un ritorno alla normalità e forse sarà comunque una realtà diversa, ma la voglia che tutti noi del settore abbiamo di ripartire si sente ed è contagiosa, credo che sia un aspetto fondamentale per ricominciare nel giusto modo. Penso sia importante che i cambiamenti che dovremo realizzare passino
anche per una maggiore efficienza nei processi e da strumenti che migliorino la collaborazione fra gestori ed esercenti”. Quanto alla “risposta” alle nuove esigenze normative, il Ceo di Agesoft afferma: “Sicuramente il grosso dei problemi verrà nei prossimi giorni, ma noi ci siamo già organizzati per mantenere le distanze in ufficio, programmando uno smart working a rotazione, sviluppando software fortunatamente non avremo particolari vincoli da rispettare e in tal senso il fatto di essere parte di un gruppo importante, come il Gruppo Gamenet, ci ha permesso di godere di una pianificazione organica pensata per tutte le società che oggi ci fa guardare al rientro con una certa tranquillità”. Per quando il comparto tornerà alla “normalità”, Volpi pone al Governo delle richieste ben precise. “Sicuramente di facilitare le riaperture degli esercizi dove sono presenti apparecchi da gioco, chiarendo il prima possibile quelli che sono gli adempimenti organizzativi necessari, tenendo conto che questi mesi sono stati molto ‘complicati’ e che investimenti onerosi o procedure troppo ‘elaborate’ non aiuterebbero nessuno. Credo che la sicurezza si possa garantire coinvolgendo le parti in causa per cercare delle soluzioni sostenibili, l’errore che ci auguriamo non venga fatto è quello di studiare procedure valide in teoria ma non applicabili nella pratica. Il nostro settore dà lavoro a migliaia di persone che meritano di avere risposte chiare sul loro futuro e il rispetto che si dà a chi lavora onestamente ogni giorno”. (Fm)
inchiesta
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Andrew Spencer, head of education and training della Totally Gaming Academy, ribadisce l’importanza della formazione non solo online, ma anche terrestre, ed evidenzia come il settore debba puntare, oggi più che mai, sul gioco responsabile
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vedere persone e si può davvero formarle a gestire i tavoli da gioco con l’accesso a un tavolo! Ma ciò non significa che i benefici della componente di formazione online saranno dimenticati per quelle cose per cui sono appropriati. Così si svilupperà una sana ‘miscela’, come la chiamiamo noi. Ciò che molti altri settori e professioni hanno capito da anni è che persone diverse apprendono in diversi modi, quindi dobbiamo fornire opzioni. Non è ‘o l’uno oS l’altro’, è entrambi”. Le aziende del settore del gioco sono severamente messe alla prova dall’emergenza Covid-19. Quali sono quelle che sopravviveranno e in quali condizioni? “Quelle che non si sono fatte prendere dal panico, hanno fatto un passo indietro, hanno tenuto informati i loro clienti e hanno scoperto cosa vorranno nel ‘nuovo mondo’ e si sono assicurate di prendersi cura dei loro team. Dopotutto questa è un’industria guidata dal servizio al cliente. Quelle che hanno visto ciò come un’opportunità per ‘resettare’, valutano. La diversificazione e l’innovazione sopravviveranno. Ma tutti faranno affidamento su una combinazione di infrastrutture e governo che vedono l’importanza del settore per la loro economia e quindi lo supportano - con regole pragmatiche sul distanziamento sociale insieme a livelli realistici ENGLISHPAGES
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utti a casa, non solo a lavorare, a cucinare, a leggere, a guardare la Tv, ma anche a formarsi attraverso modalità a distanza. Sotto quest’ultimo profilo, dopo la quarantena cui sono stati obbligati milioni di persone, tra essi tantissimi operatori di gioco, su quali versanti in futuro dovrebbe essere orientata la formazione nel settore e come dovrebbero essere organizzate le aziende coinvolte appunto nell’organizzazione di corsi? Lo abbiamo chiesto ad Andrew Spencer, head of education and training della Totally Gaming Academy: “Le basi non sono cambiate. La formazione esiste per aiutare a migliorare il business migliorando le competenze, le conoscenze e l’atteggiamento delle persone. Le società di formazione dovrebbero chiedere ai propri clienti ‘quali problemi commerciali state cercando di risolvere e come possiamo aiutarvi a fare questo?’”. Come dovrebbe essere questa formazione? Quella “fisica” tornerà o verrà sostituita in modo permanente dalla formazione online? “Tornerà. Le persone vogliono ancora
di tassazione. Tuttavia, per quanto grande sia la leadership dell’azienda di gioco, sono in gran parte in balia dell’ambiente normativo”. L’emergenza Covid-19 ha cambiato l’identikit del giocatore terrestre e online? “È troppo presto per dirlo. L’ovvia conseguenza è lo sviluppo del ‘giocatore misto’! Un giocatore terrestre potrebbe benissimo essere un nuovo convertito che ha ‘fatto un tentativo’ nel lockdown, ma quando tutto sarà finito non vedremo l’ora di uscire, quindi potrebbe esserci un ritorno ai luoghi preferiti dei giocatori”. Quanto è importante promuovere il gioco responsabile in questo momento e in quelli, altrettanto difficili, che arriveranno? “È imperativo. L’industria deve guidare piuttosto che essere trascinata lungo questa strada o sarà messa alla gogna, c’è sempre qualcun altro da incolpare in tutto questo. L’inevitabile tensione mentale del lockdown porterà a comportamenti irrazionali, quindi, se il settore vuole evitare l’accusa di essere mercenario, deve guardare il comportamento dei giocatori e intervenire se necessario. Con la probabilità di condizioni di recessione, disoccupazione e budget interni tesi, il settore deve sorvegliare e sorvegliare se stesso per evitare la sindrome del paria”. (Amr)
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A testa alta verso il futuro
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
di Ludovico Calvi
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L’integrità dello sport durante e dopo il Covid-19
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assenza di competizioni sportive in tutto il mondo, a causa della pandemia da Covid-19, ha creato una finestra di opportunità per i truffatori e le organizzazioni criminali determinate a manipolare le competizioni sportive residue in tutto il mondo, per fini di lucro. In qualità di presidente di Glms, (Global Lottery Monitoring System), l’Associazione di Integrità dello Sport che rappresenta le lotterie, negli ultimi tre mesi ho osservato un periodo estremamente impegnativo a livello operativo con il rilevamento e analisi di diverse attività di scommesse irregolari e sospette. Gli hub Glms di Integrity a Copenaghen, Hong Kong e Montreal unitamente ai nostri membri e partner non sono mai stati così impegnati a combattere i fenomeni di partite fantasma e/o truccate. Negli ultimi tre mesi, infatti, ci sono stati casi di partite che non si sono mai disputate, ma sono state promosse sul web con l’unico obiettivo di truffare il pubblico e gli operatori di scommesse. Le organizzazioni criminali sono state molto attive sin dagli inizi della pandemia, cogliendo ogni opportunità, anche una crisi sanitaria, per promuovere le loro attività illecite e quindi Glms ha aumentato il livello di vigilanza e monitoraggio della sua intelligence e si appresta a continuare a farlo anche in futuro. Purtroppo, temo che fenomeni di corruzione nello sport, infatti, continueranno ad esserci non appena riprenderanno i principali eventi sportivi, visto che la
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crisi finanziaria ha colpito duramente tutta la filiera sportiva. Il modello strategico di Glms contro la corruzione sportiva basato su una politica multi-stakeholder, multi-giurisdizione con hub di monitoraggio in diversi paesi e trading floor dei nostri membri attive 24 ore al giorno sta dando i suoi frutti. Per gestire in modo efficace i flussi di dati in tempo reale, gli analisti di Glms utilizzano un sistema di monitoraggio che consente di analizzare la volatilità dei prezzi in tempo reale e rilevare i movimenti sospetti di quotazioni in tutto il mondo. I modelli predittivi di Glms analizzano più di un milione di quote ogni tre secondi. Cosa ancora più importante, i nostri team di analisti (Hong Kong, Copenaghen e Montreal) sono costantemente in collegamento con i trading floor di più di 30 Paesi nel mondo, che contribuiscono efficacemente al rilevamento di flussi sospetti su tutti i canali di distribuzione, retail, mobile e web. La dimensione “glocal” (globale+locale) della Divisione operativa di Glms è il vero elemento di differenziazione da altri soggetti che si occupano di integrità sportiva poiché abbiamo una presenza ed un’intelligence locale sul territorio ed una rete globale molto attiva e diffusa. Analisi tempestive e comunicazioni rapidi ed efficaci consentono al team Glms di attivare tutte le parti coinvolte nel processo di rilevamento e gestione dei casi sospetti. I suggerimenti sulle azioni di contenimento ai membri sono a) incrementare i limiti sulle puntate
L’INTEGRITÀ DELLO SPORT DURANTE E DOPO IL COVID-19
b) modificare drasticamente le quote c) chiudere il gioco su determinate tipologie di scommesse, d) chiudere il gioco su tutto l’avvenimento oggetto di scommessa, con l’impegno di allertare formalmente le federazioni sportive, le forze dell’ordine, i regolatori e i magistrati. Il fenomeno delle partite truccate è uno dei problemi principali che affliggono il mondo dello sport e delle scommesse regolamentate. C’è chi crede che la manipolazione dei risultati delle competizioni sportive sia una naturale evoluzione, negativa, dello sport poiché le implicazioni economiche legate alla legalizzazione delle scommesse sportive sono diventate parte dell’ecosistema e che sarebbe comunque un prezzo da pagare. Io personalmente non sono d’accordo e penso che la realtà confermi il mio pensiero sul tema. Abbiamo, infatti, evidenze concrete e solide che la legalizzazione delle scommesse sportive in molti paesi ha evitato la proliferazione dell’illegalità, delle organizzazioni criminali e quindi del fenomeno del “match fixing”. Glms ha sempre sostenuto il processo di legalizzazione del mercato delle scommesse sportive in una cornice regolatoria responsabile e sostenibile poiché i divieti e la mancata apertura dei mercati hanno spesso favorito l’illegalità e di conseguenza la corruzione nello sport. Purtroppo, il fenomeno di corruzione tra gli atleti di età relativamente giovane è ricorrente e nasce dalla mancanza di consapevolezza e dall’assenza di una cultura dell’integrità sportiva tra i giovani atleti. La tentazione di arricchirsi facilmente e senza essere scoperti, magari per la scarsa visibilità di alcuni eventi sportivi di basso profilo, sono stati fattori incoraggianti e alla base della proliferazione dei casi tra i giovani atleti professionisti, specialmente all’inizio della loro carriera, quando hanno molto poco da perdere e quindi sono più disposti a correre più rischi. Oltre agli atleti, in taluni casi possono essere implicati anche soggetti che occupano posizioni apicali in club minori con l’obiettivo di “generare cassa” per consentire alla squadra di superare indenni il periodo di crisi che sta attraversando tutto il movimento sportivo. Ci sono tante realtà sportive che a causa della crisi non riusciranno a far fronte ai costi relativi ai salari degli atleti, che in alcuni casi rappresentano circa il 65 percento del totale dei costi. Per questo motivo, se i governi non agiranno rapidamente con programmi di sostegno e sussidi vari, le condizioni per riprendere l’attività sportiva saranno proibitive anche se queste iniziative di supporto alla filiera sportiva saranno comunque limitate. A causa della pandemia, tutti i finanziamenti derivanti dalle sponsorizzazioni sono bloccati e ci sono sport come il calcio che hanno impiegato un decennio per sistemare e stabilizzare il sistema dopo la crisi finanziaria del 2008. Sono bastate poche settimane per far ripiombare l’intero settore, che peraltro ha una struttura di costi fissi molto alta, in una crisi senza precedenti. Gli accordi tra le squadre di calcio ed i media sui diritti
televisivi si sono insabbiati per il fatto che non sono stati disputati incontri e per questo motivo sono stati bloccati tutti i versamenti ai vari club. Inoltre, la ripartenza del calcio prevista a porte chiuse non riuscirà a compensare le perdite derivanti dalle mancate entrate per l’emissione di biglietti e in larga parte anche quelle delle entrate provenienti dalle attività di merchandising. Il conto economico di diverse squadre di calcio, peraltro, è anche impattato dal blocco delle attività di compravendita di giocatori che può rappresentare una discreta fonte di ricavo per diversi club ma che anche in questo momento risulta bloccata e con incerte prospettive nel breve termine. In generale, il “nuovo” mondo dello sport ai tempi del Covid-19 sarà sicuramente con molte più incognite e molte meno certezze. Assisteremo certamente ad un periodo di transizione nel breve e medio termine prima di ritornare ai livelli del 2019. Questo scenario ha creato le condizioni ideali affinché i “match fixers” o truffatori possano sfruttare le debolezze dell’intero sistema per trarne il massimo da questo momento di vulnerabilità nel cosiddetto “new normal”. È nostro dovere quindi continuare a vigilare e proteggere tutti i presidi di legalità atti a garantire la legittimità degli avvenimenti sportivi, la protezione degli atleti e gli interessi legittimi dei consumatori e di tutte le parti in causa, in ogni angolo del globo. Ludovico Calvi Da settembre 2017 Ludovico Calvi ha utilizzato la propria esperienza decennale nel settore del gaming e betting fornendo servizi di consulenza strategica, normativa e operativa a soggetti privati e pubblici, comprese lotterie, concessionari privati, governi, ministeri delle finanze, regolatori, federazioni sportive e forze dell’ordine. Da giugno 2015 è membro del comitato esecutivo di Global Lottery Monitoring System, nel giugno 2017 ne è stato eletto presidente e rieletto di nuovo nel maggio 2019 per il periodo 2019-2021. Da maggio 2019 è anche membro della World Lottery Association (Wla) Sports Integrity Committee. Da maggio 2015 è membro dell’American Gaming Association Sport Betting Task Force.
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Betting shop alla difficile prova Covid Il coronavirus ha colpito anche il Regno Unito, mettendo in ulteriore crisi i negozi di scommesse
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negozi di scommesse del Regno Unito stavano già affrontando una battaglia per la sopravvivenza molto prima che li colpisse la pandemia di Covid-19. Il loro numero era al livello più basso da quando sono stati legalizzati nel 1961 ed è destinato a diminuire ulteriormente con la chiusura forzata e le nuove restrizioni introdotte per i locali retail. La natura dei negozi di scommesse e il servizio che forniscono significano che alcuni faranno fatica a rispettare i requisiti di distanza sociale necessari per riaprire, pur essendo in grado di operare in modo “fattibile” - non arriviamo fino al punto di dire “redditizio”: - Alcuni negozi di scommesse sono unità molto piccole. Applicare misure di distanziamento sociale significherà che solo una manciata di clienti potrà essere realisticamente ammessa. - Nella maggior parte dei negozi retail i clienti di solito completano l’acquisto e poi se ne vanno. Nei negozi di scommesse i clienti piazzano una scommessa (effettuano un acquisto) e spesso rimangono nel negozio per assistere a una gara. Questo comportamento di indugiare nei negozi di scommesse per periodi prolungati non è compatibile con il nuovo mondo consapevole del Covid. - Alcune attività del negozio di scommesse sono sensibili al tempo, basate sul programma di eventi dal vivo, ad esempio le corse di cavalli. Questo non si trova in altre attività retail. Per avere la possibilità di riaprire, i negozi di scom-
di Lorien Pilling Direttore di Global Betting and Gaming Consultants
messe dovranno apportare cambiamenti radicali al loro funzionamento. Gbgc qui fornisce alcuni suggerimenti su un nuovo modello operativo basato su un negozio che possa ospitare cinque clienti: - “Stazioni” di scommesse - allestite con chiare partizioni in Perspex e una distanza adeguata tra ognuna, una stazione sarà composta da una sedia, un tavolino, foglietti per le scommesse, penne, mascherina facciale usa e getta e una bottiglia di disinfettante per le mani. - Clienti - a un cliente verrà assegnata una specifica stazione di scommesse e gli sarà richiesto di utilizzare la mascherina facciale. -Regole di ingresso: * Ai clienti sarà richiesto di piazzare una scommessa su ogni corsa di cavalli del Regno Unito programmata. * Per mantenere il proprio posto nel negozio, il cliente deve selezionare il vincitore della gara. * Un cliente può scommettere su più di un cavallo per corsa. * Se un cliente non scommette sul vincitore deve lasciare il negozio e può entrare un nuovo cliente che stava aspettando in una coda distanziata di fuori. * Il cliente espulso può unirsi alla coda e attendere di rientrare. Se non ci sono code in attesa, può rientrare immediatamente. - Piazzare scommesse - le scommesse possono essere piazzate al banco o tramite terminali di scommesse self-service (Ssbt), a seconda dello spazio disponibile. Sarà incoraggiato l’uso della carta di debito per ridurre
BETTING SHOP ALLA DIFFICILE PROVA COVID
al minimo la gestione del contante. Immunità vincente dall’espulsione: * Insieme: se tutti i clienti - in questo esempio, cinque - scelgono il vincitore di una gara specifica, tutti e cinque ottengono l’immunità dall’espulsione per la gara successiva. Ciò significa che per la prossima gara non devono trovare il vincitore per rimanere nel negozio. * Macchine da gioco - le vincite o le perdite sulle macchine da gioco non influenzano l’immunità dall’espulsione. Ma se un cliente centra il jackpot in una slot vincerà l’immunità per il resto della giornata. Quel cliente può rimanere nel negozio per tutto il tempo che desidera ed è immune dall’espulsione. Se esce dal negozio, tuttavia, il suo status privilegiato termina. * Altri sport: le scommesse su altri sport non influenzano l’immunità. I clienti possono scommettere come desiderano. - Igiene delle mani: anche una buona igiene delle mani può far ottenere l’immunità dei clienti dall’espulsione. * Ci sarà una campana posta dietro la scrivania della cassa. * A intervalli casuali la campana verrà suonata dal manager o dal cassiere. * Il primo cliente ad applicare il gel dal flacone di disinfettante per le mani assegnato riceverà l’immunità dall’espulsione per la gara successiva. La decisione del gestore è definitiva. Una simile impostazione presenta diversi vantaggi: - Consente ai negozi di scommesse di riaprire nel nuovo panorama retail del Covid-19. - Fornisce un ambiente sicuro in cui i clienti possono scommettere e il personale lavorare. - Incoraggia le scommesse sull’ippica del Regno Unito. Questo è positivo per il tributo che versa e che avrà subito un colpo nel 2020 a causa della cancellazione delle corse. - Offre ai clienti un incentivo a scegliere con cura le loro selezioni di corse perché i vincitori sono fondamentali per rimanere nel negozio. - Offre un incentivo a giocare con le macchine perché una vincita del jackpot dà l’immunità quotidiana dall’espulsione. - Promuove buoni informatori: tutti gli informatori nei media che possono trovare costantemente vincite saranno richiesti perché se i clienti ottengono vincite, rimangono nel negozio. - Incoraggia la civiltà al personale del negozio di scommesse e che ha il controllo della campana dell’igiene. Questo dà a esso una misura di potere sul cliente perché vincere la gara per applicare il gel per le mani dà un’immunità temporanea dall’espulsione. La reazione immediata di molti lettori a queste idee sarà che non sono realizzabili, indesiderate e improbabili. Può darsi. Ma sono anche inevitabili. Mentre le proposte presentate qui da Gbgc potrebbero non essere le uniche, o le migliori, soluzioni, tali idee saranno necessarie - almeno nell’immediato futuro - se i negozi di scommesse desiderano sopravvivere.
I responsabili dei retail sostengono già che i clienti “non potranno mai fare acquisti allo stesso modo”. Steve Rowe, Ceo di Marks e Spencer, ritiene che “mentre alcune abitudini dei clienti torneranno alla normalità, altre sono cambiate per sempre”. Il lockdown della pandemia ha anche accelerato le tendenze e le abitudini che stavano già accadendo, più ovviamente l’uso degli acquisti online. Naturalmente i clienti potrebbero non accettare le nuove regole dell’ambiente del negozio di scommesse e stare alla larga. Ma questo risultato non aggiunge alcun reale rischio aggiuntivo alla terribile situazione in cui si trovano i negozi di scommesse del Regno Unito. Sulla base delle attuali linee guida sembra improbabile che qualsiasi punto vendita retail sarà autorizzato a riaprire nel 2020, a meno che non possano dimostrare misure per tenere al sicuro le persone (personale e clienti). I clienti possono già fare tutto ciò che offre un negozio di scommesse sul proprio telefono cellulare o computer. Nel Regno Unito la tendenza a uno spostamento verso il gioco d’azzardo in Internet è già stabilita. Il lockdown nella prima metà del 2020 non farà che aumentare il cambiamento nel comportamento delle scommesse. La ristretta situazione del retail potrebbe persistere fino a quando non saranno disponibili test di massa e sarà stato sviluppato con successo un vaccino per il Covid-19. I tempi per questo potrebbero facilmente essere 18 mesi, se non del tutto. Non molti negozi di scommesse sopravviverebbero alla chiusura per così tanto tempo. Il settore delle scommesse deve accettare molto rapidamente che le cose sono cambiate. Dovrà applicare alcune soluzioni pensando ai suoi sbocchi se vogliono rimanere rilevanti. Come realizza Dorothy ne “Il mago di Oz” dopo che il tornado porta via la sua casa - “Ho la sensazione che non siamo più nel Kansas”.
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CASINOBEATS MALTA UN’EDIZIONE VIRTUALE Sbc Events ha spostato al 30 giugno e fino al 2 luglio il super evento maltese che ha riscosso sempre numeri pazzeschi e sarà così anche online con tante opportunità di lavoro e di approfondimento
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evento fisico avrebbe dovuto svolgersi all’InterContinental Malta a metà giugno. Ormai lo ripetiamo a raffica ma, purtroppo, il Covid-19 e i protocolli di sicurezza hanno ancora apposto restrizioni sui viaggi e sui movimenti che incidono tuttora sulle attività commerciali. Per questo CasinoBeats è stato trasformato in un evento digitale nelle nuove date dal 30 giugno al 2 luglio. E Sbc Events ha lanciato la conferenza di tre giorni che sarà totalmente virtuale offrendo anche un’importante esperienza espositiva e di networking. Organizzata in collaborazione con GamingMalta, CasinoBeats Malta Digital utilizzerà lo stesso ambiente tecnologico avanzato che ha alimentato il successo del vertice Sbc Digital alla fine di aprile. CasinoBeats Malta Digital replicherà gli elementi chiave che rendono le fiere fisiche così importanti per l’industria dei giochi e li renderà accessibili alle persone di tutto il mondo. GamingMalta è una fondazione indipendente senza fini di lucro istituita dal governo di Malta e dalla Malta Gaming Authority (Mga). Incaricata di promuovere Malta come centro di eccellenza nel settore dei giochi digitali e remoti a livello globale, è anche responsabile del collegamento con le autorità locali competenti per migliorare l’attrattiva di Malta
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come giurisdizione e migliorare l’ecosistema che circonda l’industria del gioco. Ivan Filletti, chief operations officer di GamingMalta, dichiarato: “Tramite questa collaborazione con Sbc, stiamo mostrando come Malta rimane aperta per gli affari, mentre celebra la resilienza del settore dell’igaming. La risposta efficiente delle autorità maltesi alla pandemia di Covid-19 non è passata inosservata agli investitori internazionali. CasinoBeats Malta Digital 2020 sarà la piattaforma di leadership di pensiero ideale per fare il punto sullo scenario attuale di Malta e del settore igaming internazionale, insieme a ciò che sta dando forma all’agenda del settore. Desideriamo utilizzare questa piattaforma per condividere con il pubblico e le parti interessate perché Malta è e rimane la sede dell’eccellenza dei giochi”. I delegati possono aspettarsi una conferenza a cinque tracce con 120 relatori di alto livello del mondo dei casinò online, slot, conformità, marketing di affiliazione e pagamenti condividendo le loro opinioni sulle sfide e idee uniche del 2020 sulle opportunità a lungo termine per il settore. Possono anche conoscere le ultime innovazioni dei principali fornitori presso le 30 cabine interattive nella sala espositiva virtuale e creare nuove connes-
sioni nella sala di rete virtuale e in speciali sessioni di rete incentrate su temi e segmenti di mercato specifici. Stewart Darkin, amministratore delegato di CasinoBeats, è sulla stessa lunghezza d’onda: “Con gli effetti della pandemia ancora avvertiti dalle aziende di tutto il mondo e dal mercato dei giochi in una forma molto diversa rispetto all’inizio dell’anno, è più importante che mai per le persone del settore condividere conoscenze e lavorare insieme. CasinoBeats Malta Digital è la piattaforma ideale per farlo. Abbiamo avuto un grande sostegno da parte di relatori, sponsor ed espositori grazie alla partecipazione all’evento fisico e che vedono il potenziale offerto dalla conferenza virtuale e dal formato della mostra, non da ultimo da partner chiave come GamingMalta e Kpmg Malta. Quindi, non vediamo l’ora di offrire un grande evento per i 3.000 delegati che si uniranno a noi”. L’agenda della conferenza include panel che esaminano come le aziende hanno affrontato l’impatto della pandemia di Covid-19 sul mercato dei casinò e i prossimi passi per l’industria nel momento in cui il mondo emergerà dal lockdown. Presenta anche sessioni che affrontano le sfide di conformità e pagamenti che si sono presentate negli ultimi mesi. (Ca)
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IL FUTURO DI BETTING E CASINÒ IN USA E CANADA
Il
Come riavviare il settore del gioco d'azzardo negli Stati Uniti e in Canada? Se ne parla, naturalmente online, nel primo Sports Betting and Casino Summit North America dal 23 al 24 giugno.
team di GamingAmericas.com, portale del network della Hipther Agency si è dovuto adeguare a tutti gli altri eventi e conference live che hanno dovuto migrare online riscuotendo sempre un discreto successo. Al via, quindi, dal 23 al 24 giugno il Sports Betting & Casino Summit North America che sarà l’edizione inaugurale dell’importante meeting. Il summit digitale sarà ospitato in un layout virtuale che aprirà la strada a una conferenza (finalmente) dal vivo che si terrà nel 2021. La conferenza virtuale è progettata per riunire regolatori, operatori, fornitori, responsabili del marketing, dirigenti di livello C, responsabili delle politiche e altro ancora per due giorni di apprendimento online e networking di qualità. Gli argomenti principali della conferenza includono il riavvio del settore del gioco d’azzardo negli Stati Uniti e in Canada, con enfasi sia sulle attività terrestri che online, ma sottolineando anche le sfide e le opportunità significative che il mercato può offrire. “Stiamo lanciando il Summit delle scommesse sportive e dei casinò in Nord America al fine di portare il nostro format nella regione e incoraggiare anche le possibilità di apprendimento e networking di qualità. I nostri piani in-
cludevano questa espansione nel 2021, tuttavia, a causa della situazione attuale, ci viene offerta un’opportunità unica per metterci alla prova nella regione. Siamo anche desiderosi di pianificare alcune conferenze dal vivo negli Stati Uniti e in Canada, a partire dal prossimo anno”, dichiara Zoltán Tűndik, co-founder e head of business della Hipther Agency. Grande entusiasmo negli Stati Uniti e gli esperti sono già pronti per far parte di questo evento inaugurale che accoglierà i partecipanti da remoto. Jeremy Kleiman, legale esperto di gioco e membro della Saiber Llc, aggiunge: “In un’affollata sala conferenze dell’industria del gioco, la Hipther Agency si distingue offrendo eventi unici, intimi, in stile boutique incentrati sugli aspetti pratici del business. Ho partecipato a molti dei loro eventi in Europa centrale e sono entusiasta che il team Hipther venga negli Stati Uniti per inaugurare il digital summit sulle scommesse sportive e sui casinò del Nord America. Sono sicuro che sarà un evento assolutamente da non perdere”. Bill Pascrell, partner del Princeton Public Affairs Group la pensa allo stesso modo: “L’intero team dell’Agenzia Hipther è un esempio di eccezionale professionalità nei suoi eventi per l’in-
dustria del gioco. Sono i massimi professionisti del settore con una spiccata capacità di sintetizzare tutti i principali componenti di una conferenza sul gioco. Sarà un evento imperdibile, con contenuti eccezionali, opportunità di networking di grande impatto e ospitalità di classe mondiale. Il loro ingresso negli Stati Uniti sarà decisivo!”. Tra i relatori e i moderatori inizialmente annunciati, ci saranno Laila Mintas (consigliere della Dott.ssa Mintas Consulting), Katie Lever (chief legal counsel presso Drew Las Vegas), Daniel Wallach (fondatore di Wallach Legal Llc) , Jaka Repanšek (esperto di diritto dei media e Tech), Joerg Hofmann (partner di Melchers Law e, come già annunciato, Jeremy Kleiman (avvocato e membro di Saiber Llc) e Bill Pascrell, III (partner di Princeton Public Affairs Group). Programma in continuo aggiornamento visto che ogni giorno vengono aggiunti relatori e moderatori in più. Per essere aggiornati costantemente e per poter partecipare anche all’evento, basta visitare , il sito web ufficiale del digital summit: summits.gamingamericas. com. (Ca) JEREMY KLEIMAN
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MANILA (FILIPPINE)
politica esteri
L'emergenza sanitaria mondiale ha ritardato anche l'esordio dell'evento organizzato da Clarion Gaming per la prima volta nel continente asiatico. Ma dall'8 al 10 giugno l'evento si terrà comunque sul web.
ICE SBARCA IN ASIA MA VIRTUALMENTE
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nche Ice Asia 2020, quest’anno, sarà digital. E l’organizzazione di Clarion Gaming, di cui Gioco News è media partner per questo e tantissimi altri eventi, ha sviluppato un programma impressionante di nuovi relatori e argomenti. Come detto, sarà un evento virtuale ed è in programma da lunedì 8 a mercoledì 10 giugno. Sarà la “prima volta” in Asia per il marchio Ice e l’organizzazione cercherà di sviluppare una serie di argomenti che l’industria dei giochi di questa particolare regione del mondo dovrà affrontare nei prossimi mesi e negli anni dopo lo “tsunami” Covid-19. Per questo è pronto da tempo un ricco programma di sessioni che interesseranno tutti gli operatori di gioco asiatici, i produttori, i rappresentanti della politica e altri esperti del settore. Ice Asia Digital inizierà con uno speech di centrale importanza di Andrea Domingo, presidente e Ceo di Pagcor, l’ente regolatorio dei giochi nella Filippine. Seguirà un focus sulle prospettive
ANDREA DOMINGO, CEO DI PAGCOR
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dei giochi asiatici nel nuovo mondo post Covid-19, comprese le discussioni sullo stato dei mercati e su come potrebbe apparire la ripresa dell’area regionale nei prossimi mesi. Il panel includerà Alidad Tash di 2nt8 Ltd., Kevin Clayton precedentemente di Galaxy Entertainment e Sands China e Vitaly Umansky di Sanford C. Berstein. Seguirà un panel sull’impatto normativo che il coronavirus avrà sui settori di gioco in tutta l’Asia e comprende Jamie Nettleton di Addison, Ranjana Adhikari di Nishith Desai Associates e Lau Kok Keng di Raja & Tann Singapore. Altri argomenti includeranno una discussione sul matrimonio tra gioco digitale e terrestre guidate da Jonathan Pettemerides del Rank Group e una revisione dettagliata delle normative australiane che sarà guidata da Michael Sarquis, direttore esecutivo dell’ufficio del liquore e del dipartimento di regolamentazione dei giochi oltre che procuratore generale. Il secondo giorno dell’evento inizierà con un altro keynote presentato da Andrea Domingo di Pagcor. Questo sarà seguito da una tavola rotonda sulla riapertura dei casinò in Asia e su come sarà la “nuova normalità” da una prospettiva operativa. Il panel sarà presieduto da Jose Angel Sueiro, chief opera-
ting office di Ph Resorts. A seguito della discussione del panel, Steve Wolstenholme, ceo delegato di Hoiana Casino, darà la sua opinione sullo sviluppo di resort integrati e l’industria del gioco in generale in Vietnam. L’attenzione regionale si sposterà durante la seconda metà del Day 2 per lanciare un aggiornamento sullo sviluppo del resort integrato in Giappone. Presieduto da Brendan Bussman di Gma, la discussione del panel sarà incentrata sulla linea temporale per lo sviluppo dei casinò in Giappone e sarà discussa da Ayako Nakayama della Japan Ir Association, Kazuaki Sasaki della Toyo University e Toru Mihara, presidente del consiglio nazionale sulla legislazione sui giochi. Questo panel sarà seguito da un’esplorazione mirata del consenso pubblico sullo sviluppo del casinò giapponese da parte di Dominic Carter del Gruppo Carter. La giornata si concluderà con uno sguardo al consumismo e al turismo cinesi di Annie Siara di 86 Connect. Ci sono altri argomenti che verranno aggiunti all’ordine del giorno nei prossimi giorni, tra cui più contenuti nei mercati di Macao e Corea. L’evento si conclude con un terzo giorno dedicato alla formazione di gioco, ospitato gratuitamente dal fornitore di corsi internazionali Totally Gaming Academy. Questa formazione si concentrerà sulle sfide terrestri, tra cui Aml e Cft, la commercializzazione dei casinò e i giochi sociali per gli operatori terrestri. La registrazione a Ice Asia Digital è gratuita, inclusa la formazione. Per ulteriori informazioni, tra cui l’agenda completa, i relatori, la registrazione avanzata e le opportunità di sponsorizzazione, visitare www.ice-asia.com. (Ca)
COVER STORY
Play’n GO Il suono del successo L’azienda svedese leader nella creazione di contenuti per i casinò online svela i segreti delle sue slot, dove la giocabilità viene potenziata dalla scelta di colonne sonore d’eccezione
“La
vostra esperienza di gioco sarebbe divertente senza musica? Anche se possiamo darlo per scontato, la musica è una parte importante di ciò che rende fantastico un gioco. La musica influenza l’umore, il tono e persino la durata di una sessione di gioco, ma la maggior parte dei suoi effetti può passare inosservata. La musica gioca un ruolo importante nella vita della maggior parte delle persone in generale, ed è per questo che l’idea di prendere quella di un artista solista o di una band e di fonderla con i giochi di slot è un ottimo modo per creare un fantastico titolo di slot. È stato un passo naturale dopo l’aggiunta della musica ai giochi di slot. L’unica cosa migliore che ascoltare musica mentre si gioca è ascoltare musica che si riconosce e diverte”. Questa è la filosofia di Play’n GO, fornitore leader di contenuti per i casinò online, uno dei primi a riconoscere e utilizzare il potenziale del mobile. E sempre pronto a scoprire e conquistare nuovi orizzonti. “Dall’introduzione delle slot musicali nell’industria abbiamo visto titoli basati su artisti del calibro di Bon Jovi, Jimi Hendrix e Guns N’Roses che presentano un’intera serie di alcuni dei loro brani più popolari. Abbiamo anche visto che queste slot hanno ottime performance in
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gran parte grazie a tali caratteristiche. Ora ci sono persino siti dedicati per le slot basate sulla musica perché hanno una base di fan molto significativa nella moderna industria dei giochi. Nei nostri primi anni a Play’n GO non abbiamo mai tentato di introdurre nel settore una slot basata sulla musica. Sapevamo che quando lo avremmo fatto, come per ogni altra cosa che facciamo, sarebbe dovuto essere il momento giusto e avremmo dovuto farlo a modo nostro”, dicono ancora dall’azienda. Infatti, solo nel 2018 la società svedese ha rilasciato la sua prima slot musicale, House of doom, basata sulla musica della band scandinava doom metal Candlemass. “Da allora - ricordano ancora da Play’n GO - abbiamo pubblicato una vasta selezione di titoli, lavorando con varie band per dare vita al loro suono e alla loro personalità in forma di slot. Il nostro processo segue i binari di una forte collaborazione con gli artisti; vogliamo assicurarci di fornire tutta l’essenza di ciò che fanno nei nostri prodotti. Comprendiamo che il materiale degli artisti è importante per loro e per i loro fan, quindi, prima di tutto, vogliamo rendergli giustizia. Ciò significa stare a stretto contatto con loro in ogni fase, dall’idea alla progettazione. Dalla scelta delle tracce e dell’aspetto giusti fino alla decisione di utilizzare simboli e caratteri; è un continuo avanti e indietro con idee
COVER STORY PLAY’N GO
che scorrono da ogni parte fino a quando non troviamo la quadra. Dal rilascio di House of doom abbiamo pubblicato una selezione di slot musicali basate su band di vari generi rock/metal. Dagli stili power metal dei Sabaton, disco di platino, alle melodie hard rock della band italiana Black Mamba, fino ai Testament”. Ma questo non vuol dire che le band e i loro sound siano sufficienti per produrre un buon gioco. “Usiamo ancora questi concetti come base per creare un gioco che può essere apprezzato da chiunque, che sia fan della musica o meno. È importante ricordare che prima di tutto ogni titolo di slot deve essere divertente e offrire qualcosa al pubblico, qualunque sia il loro gusto musicale. Quest’anno stiamo programmando il rilascio di 52 giochi, inclusi alcuni titoli musicali che siamo sicuri il pubblico apprezzerà. Ciò include la nostra prossima collaborazione con i Twisted Sister: guidato dall’enigmatico frontman Dee Snider, è un gruppo heavy metal nato a New York nel 1972, che ha rivoluzionato il rock negli anni Ottanta con un suono energico e video divertenti e ribelli”, fanno sapere ancora dal fornitore di prodotti per casinò online. “La slot è legata ai più grandi successi della band, ‘I wanna rock’ e ‘We are not gonna take it’. I giocatori possono divertirsi ascoltando queste hit mentre giocano ed il gioco è anche ricco di funzionalità innovative, inclusa una emozionante partita gratuita basata sulle loro canzoni e sui video musicali che li hanno accompagnati nel corso della loro carriera”. Inoltre, “l’utilizzo della loro musica per informare il design non solo ha creato un forte legame tra la narrativa e il gameplay, ma ci ha anche permesso di sviluppare funzionalità entusiasmanti che consentono di apprezzare il gioco non solo per i nomi e i volti ad esso associati. Ad esempio, la caratteristica principale del gioco è ‘We are not gonna take it’, un round gratuito che vede un mega simbolo, formato dalla band, farsi strada attraverso i giri dei rulli. Si combinano con i Wild e poi li buttano fuori dai rulli in un’animazione emozionante. Questa è una caratteristica unica che i giocatori adoreranno e i fan della musica riconosceranno il simbolo Wild angry dad, come personaggio dei loro video musicali. Inoltre, l’animazione che mostra che viene espulso dai rulli imita i loro iconici video musicali. La creatività della band ha ispirato direttamente il gameplay della funzionalità, che ha portato a qualcosa di nuovo che i giocatori possono apprezzare e questo è ciò che le collaborazioni come queste portano con sé. Se si è fan della musica dei Twisted Sister e dell’heavy metal, si sarà sicuri di ottenere molto dalla slot ma, se si è
solo un giocatore alla ricerca di una sessione divertente ci sono comunque molte occasioni per divertirsi. Così è per tutte le nostre slot musicali: ogni gioco è unico nella sua giocabilità e nelle sue caratteristiche, è il risultato dell’apporto di una band e della natura unica del loro catalogo di successi. Dalle sequenze in espansione del brano ‘Throne of thorns’ dei Testament alle caratteristiche speciali della ‘performance solista’ di Black Mamba, ai rulli incatenati di Sabaton e ai Mega symbols, è possibile scegliere fra una varietà così ampia da poter soddisfare tutti gli interessi. Ma, in ogni gioco, si può ascoltare una playlist selezionata dei più grandi successi di una band e persino ascoltarne un paio in più durante le funzioni speciali in alcuni casi, consentendo ai giocatori di scegliere la colonna sonora per la loro sessione di gioco e godersi i loro preferiti ancora e ancora”, sottolinea il fornitore svedese. “La musica è ovunque e, che ne siamo consapevoli o no, ha un profondo effetto su chi siamo e cosa facciamo. Basare le slot sull’atmosfera prodotta da alcuni brani musicali è un modo per collegare i giocatori a un gioco su un altro livello. Aggiunge un ulteriore step all’esperienza per i fan delle band, facendo conoscere al contempo un certo tipo di musica a un pubblico completamente nuovo di giocatori di slot che potrebbero non aver nessuna familiarità con essa ma godersi semplicemente il gioco per quello che è. Più musica, più giochi, più divertimento. Di più in un Go”.
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normativa politica
GLI SPORT ELETTRONICI SONO UN NUOVO MONDO TUTTO DA ESPLORARE, ANCHE PER QUANTO ATTIENE LA PROTEZIONE DELLA LORO PROPRIETÀ INTELLETTUALE
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redazione di questa rivista dedica uno spazio costante e molto approfondito alla materia degli eSports in quanto sono, e ancor di più, stanno diventando un fenomeno di grande rilievo a livello sia economico che sociale (come emerge anche nel saggio di Chiara Sambaldi e Andrea Strata: “Esports – un universo dietro al videogioco” edito da Gn Media). Il concetto di eSports è una novità all’interno del più ampio settore del gaming e a tutt’oggi manca una definizione e una regolamentazione del settore, anche se per numeri ed ampiezza del fenomeno certamente sarebbe auspicabile un intervento da parte di un ente regolatore internazionale. La nozione riportata dal saggio richiamato è la seguente: “L’equo confronto, diretto o indiretto, tra due o più contendenti, caratterizzato da due elementi essenziali: l’impiego di computer, tramite supporti fisici di qualsiasi tipologia e forma, che consentano l’interazione
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di Serena Corbellini
dei contendenti tra loro e/o con il computer stesso, e l’impiego di programmi/ videogiochi (i cosiddetti videoludici), specificatamente sviluppati al fine di rendere tale interazione misurabile e quantificabile in modo da determinare la prestazione migliore”. Questa definizione è stata data dall’Isef (International eSports Federation), ovvero la prima organizzazione internazionale che si occupa della materia, per definire le attività a cui sovraintende. Basta leggere questa definizione per comprendere che la materia ha un notevole contenuto creativo. L’importante impatto economico comporta anche la necessaria ricerca di tutele degli apporti creativi degli eSports: tutelare i risultati creativi significa anche tutelare gli investimenti (economici e non) necessari per realizzarli e quindi anche favorirli. Per individuare quali tutele la proprietà intellettuale possa offrire alla materia degli eSports occorre partire dalla definizione degli stessi e l’individuazione degli apporti creativi che ne derivano. Ritengo che que-
PH. FLORIAN OLIVO, UNSPLASH
Esports, creatività e tutela
NORMATIVA ESPORTS, CREATIVITÀ E TUTELA
sta analisi sia più chiara se si scindono alcuni aspetti che emergono dalla definizione stessa: 1. l’aspetto/apporto organizzativo degli eSports, ovvero “l’impiego di computer, tramite supporti fisici di qualsiasi tipologia e forma, che consentano l’interazione dei contendenti e l’individuazione della prestazione migliore”; 2. l’aspetto “inventivo in senso proprio”, ovvero l’impiego di programmi/videogiochi specificatamente sviluppati per consentire interazione ed individuazione della prestazione vincente; 3. credo infine che a queste due categorie se ne possa aggiungere una terza, qualora l’obiettivo sia un’analisi degli sforzi creativi, e in particolare il lato del giocatore. In questo caso mi pare che gli aspetti da considerare siano quanto meno due: l’immagine del giocatore che abbia acquisito notorietà attraverso il gioco e la partecipazione ai tornei di eSports, e gli apporti creativi dello stesso per esempio nell’adozione di particolari schemi e strategie di gioco, proprio come un allenatore di una squadra di calcio. Poiché l’argomento contiene molte sfaccettature mi limiterei in questo primo articolo a una individuazione degli elementi tutelabili dagli eSports per poi trattarli nel dettagli in trattazioni successive e magari con degli esempi tratti da questo “nuovo mondo”. Anzitutto sia le competizioni di eSports, sia il videogioco o programma hanno un titolo ovvero un nome, la cui rilevanza va al di là dell’individuazione della competizione o del videogioco considerato, perché, specie nei casi di successo commerciale, sarà poi utilizzato per il licensing legato al prodotto, ed in questo caso trovano certamente applicazione le tutele del nome, del titolo di un’opera e del marchio. L’organizzazione del torneo/ competizione può richiedere notevoli sforzi oltre che economici anche creativi per l’individuazione delle regole e dello schema e/o modalità di presentazione del gioco, come se si trattasse di un format televisivo. Il primo degli elementi della definizione richiamata è “l’impiego di un computer o altro supporto fisico”, quindi un hardware di qualche genere, una consolle, o
comunque un dispositivo di gioco che consenta l’utilizzo del programma/veideogioco considerato. E in questo caso le tutele considerabili sono certamente quelle del brevetto per invenzione industriale, modello di utilità o design sia per il prodotto finito che per i suoi componenti. Naturalmente poi l’aspetto forse più complesso da considerare è il programma per elaboratore e il videolucido, ovvero il gioco in sé stesso. E quindi naturalmente vengono in considerazione la tutela del software, del videogioco in quanto tale, del personaggio di fantasia creato per il videogioco, ma anche della grafica, dell’ambientazione ed anche della trama, proprio come se si trattasse di una vera e propria opera cinematografica. Infine, quanto al terzo aspetto, ovvero le tutele riservate al giocatore vengono senz’altro in considerazione la tutela del nome e dell’immagine dello stesso, soprattutto qualora la fama ne comporti anche l’utilizzo per sponsorizzazioni e quindi per la pubblicità, oltre l’aspetto forse più discutibile ovvero l’impiego di particolari schemi/ format o strategie di gioco creative o comunque inventive che lo stesso possa attuare durante lo svolgimento del videogioco o dei videogiochi considerati. Dal punto di vista delle tutele della proprietà cd. intellettuale, ovvero comprendente opere dell’ingegno tutelabili dal diritto di autore, opere industriali tutelate dal brevetto, marchio design e concorrenza sleale, la materia degli eSports è senz’altro ricca di sfaccettature che meritano di essere approfondite in prossimi articoli.
L’AUTORE
Avv. Serena Corbellini Legal advisor JJ Gaming srl
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normativa politica
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Distanziamento sociale e distanziamento espulsivo È POSSIBILE DIMENTICARE LA QUESTIONE TERRITORIALE IN TEMPI DI COVID-19? L’ANALISI DEL PROCEDIMENTO DI REVOCAZIONE CHE INTERESSA LE SENTENZE DEL CONSIGLIO DI STATO RELATIVE AL DISTANZIOMETRO DELLA PROVINCIA DI BOLZANO. A cura di Geronimo Cardia
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entre si combatte sul fronte del Covid 19 per le misure basilari per resistere alla pressione finanziaria e per la riapertura del gioco pubblico con le misure di sicurezza, si continua la gestione del contenzioso sul fronte dei distanziometri espulsivi dei territori. In questi giorni è in fase di conclusione la vicenda relativa al giudizio di revocazione sulla della sentenza del Consiglio di Stato n. 1618/2019, notificata in data 13.3.2019, emessa nel procedimento R.G. 764/2017, riunito ai procedimenti R.G. 176/2017, 943/2017, 1110/2017, 1114/2017, 1133/2017, 1248/2017, 1365/2017, 1474/2017, 2998/2017, tutte relative alla Provincia di Bolzano. Al riguardo si è già avuto modo di precisare le posizioni assunte dagli operatori del gioco. E infatti, ai sensi del combinato disposto degli artt. 106 c.p.a. e 395 n. 4 Cpc, sono richiamati i presupposti per la revocabilità della sentenza per “effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa”, errore di fatto che in particolare è costituito dal travisamento delle risultanze della consulenza tecnica d’ufficio. In particolare, l’errore di fatto, perché sia idoneo a mettere in discussione la sentenza, occorre risponda alle seguenti caratteristiche: deve derivare da un’errata od omessa percezione del contenuto degli atti del giudizio, la quale abbia indotto l’organo giudicante a decidere sulla base di un falso presupposto fattuale, supponendo l’esistenza di un fatto la cui
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verità è esclusa ovvero considerando inesistente un fatto documentale provato (Cass. 16 settembre 2016 n. 16845); deve attenere ad un punto non controverso del giudizio; deve costituire un elemento decisivo della decisione da revocare (Cass. Su 23 gennaio 2009 n. 1666, Cass. 18 febbraio 2009 n, 3935); deve essere evidente ed oggettivo, quindi di immediata e semplice rilevabilità (Cass. 13 agosto 2015 n. 16845); deve avere carattere autonomo, ossia incidere direttamente sulla sentenza di cui si richiede la revocazione (Cass. 16 settembre 2016 n. 18251). I PRESUPPOSTI DELLA DOMANDA DI REVOCAZIONE - Ebbene, nel caso della sentenza sul distanziometro di Bolzano, oltre a tutte le criticità che sono state elencate nei precedenti articoli sul tema, vi sono due aspetti che più degli altri si atteggiano come idonei a fondare la domanda di revocazione in quanto rispondenti a tutti i predetti specifici requisiti. Il primo è il seguente. Nel motivare un giudizio comunque positivo sul distanziometro espulsivo della Provincia, la sentenza afferma che risulta “assodato” che spostare in periferia il gioco pubblico significhi tutelare tutti i giocatori razionali, sebbene la Ctu evidenzi l’immunità dal rischio per tali soggetti. Ebbene, non sfugge come la suddetta argomentazione non risponde ad una valutazione scientifica ma si basa in realtà unicamente su una mera opinione fondata su un postulato di fatto deducibile da quel che si ritiene
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essere il comune sentire. In particolare, la sentenza, andando contro all’opinione della dottrina scientifica in materia, si spinge ad individuare una potenziale, possibile, eventuale debolezza dei giocatori razionali, laddove precisa che “l’introduzione del distanziometro, sotto il profilo della tutela della salute, ben può essere ritenuto un intervento idoneo ed efficace per prevenire forme di ludopatia, nella misura in cui il gioco occasionale sia interpretato come lo stadio iniziale di un processo che, ancorché in termini probabilistici, porti linearmente allo sviluppo di una dipendenza”. Come a dire: essere sani è lo stato iniziale della malattia. Ma il cuore dell’errore che integra tutti i presupposti della revocazione è il seguente: nell’affermare che il distanziometro espulsivo (o marginalizzante) che sposta tutto in periferia è un utile distanziometro perché salvaguarda tutti i giocatori razionali, la sentenza non considera che, azzerando l’offerta di gioco pubblico nel centro e marginalizzandola in periferia, sarebbero forse (e si sottolinea forse) salvaguardati solo i pochi utenti razionali del centro ma, per quel che qui rileva, sicuramente non i ben più numerosi utenti razionali delle periferie. Peraltro, la sentenza non considera che il giocatore razionale che vive in centro ha comunque continue occasioni di gioco, in primo luogo tramite il gioco online non soggetto alle medesime restrizioni o il gioco illegale comunque esistente, e inoltre potendo scegliere di allontanarsi dalla propria abitazione per spostarsi in periferia e giocare fuori dagli occhi indiscreti dei concittadini residenti in centro. LA DOTTRINA SCIENTIFICA - Non è un caso che la dottrina scientifica anche di recente abbia confermato tale aspetto (Cfr., in particolare, lo studio “Disturbo da gioco d’azzardo, implicazioni cliniche, preventive e organizzative” redatto da studiosi e ricercatori di Sopsi, associazione nazionale di psicopatologia, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Psychopathology n. 1/2020 e disponibile anche sul sito della rivista scientifica al link www. jpsychopathol.it. In particolare dal suddetto studio emerge che “una parte dei giocatori problematici (mediamente il 10 percento) spesso scelga di rivolgersi a sale distanti dall’abitazione, proprio per nascondere il disagio che ne può derivare. Doxa (2019) mette in evidenza che la maggior parte dei giocatori non ha alcun problema a scegliere una sala più lontana (…). Solamente il 12 percento – emerge dallo studio – smetterebbe di giocare, qualora chiudesse il luogo di gioco abituale. Il divieto praticamente assoluto di gioco in zone urbane potrebbe paradossalmente favorire il soggetto affetto da Gd (i.e. Gambling Disorder), determinandone pertanto la concentrazione delle sale in luoghi periferici, isolati dallo sguardo altrui e dallo stigma derivante. Inoltre, le periferie stesse potrebbero finire per essere penalizzate da un’elevata densità di offerta, con una probabile influenza negativa sui giocatori sociali normalmente residenti nelle zone stesse”. Dello stesso tenore sono poi le considerazioni pubblicate
negli studi Eurispes (Osservatorio permanente su giochi, legalità e patologie) “Gioco pubblico e Dipendenze in Piemonte”, maggio 2019 e “Gioco pubblico e dipendenze nel Lazio”, ottobre 2019, in cui, tra l’altro, si legge che: (i) “i giocatori fortemente problematici preferirebbero privacy e lontananza dai luoghi dove si vive quotidianamente e si è maggiormente conosciuti. L’assunto secondo cui il “distanziometro” non serve in quanto chi manifesta il disturbo non viene dissuaso dal gioco per la distanza, viene così addirittura ribaltato: il “giocatore problematico” ricerca luoghi lontani che garantiscono privacy e occultano in qualche misura la sua condizione di difficoltà”; (ii) “le imprese del gioco, dovendo mantenere in attivo i propri conti ma operando, per effetto del “distanziometro”, negli spazi marginali e residui (alle periferie dei centri urbani), concentrerebbero inevitabilmente le proprie politiche commerciali sui giocatori “problematici” e “patologici”, i quali finirebbero, così, per costituire l’unica tipologia di clientela per gli esercizi”; “i giocatori problematici e patologici, a fronte della riconosciuta legittimità del “distanziometro”, possano essere lasciati alla mercé delle politiche di marketing aggressive degli operatori, in quanto unici “utenti” affezionati e disposti a rincorrere l’offerta di gioco spostandosi fisicamente”. La realtà è che il distanziometro sostanzialmente espulsivo perché viziato da errore tecnico non dissuade né cura, da un lato, e addirittura penalizza, dall’altro. Sono necessarie quindi nuove e diverse strategie preventive, supportate da studi scientifici che ne valutino l’adeguatezza, per poter arrivare a un’offerta moderata, sana e capillare, unita a una forte azione di prevenzione per tutti gli utenti e a un’efficace azione per quelli problematici e patologici, siano essi del centro che delle periferie delle città. Ed ecco che il travisamento integra tutti singoli presupposti per la revocazione: (i) perché è un fatto oggettivo che nelle periferie vivano i giocatori razionali delle periferie (ben più numerosi per le nota maggiore densità abitativa delle periferie) e che questi si troveranno ad incontrare le sale spostate dal centro; (ii) perché il punto controverso è un altro e riguarda il fatto se esiste un
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normativa
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divieto sostanzialmente assoluto o no e se questo sia presupposto per ritenere non manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate; (iii) perché l’errore costituisce il perno centrale del ragionamento della Sentenza che ha portato a ritenere ben fatto il distanziometro della Provincia di Bolzano; (iv) perché è evidente ed oggettivo che nelle periferie esistano utenti e cittadini e che pertanto i giocatori razionali delle periferie, invece, si trovino ad incontrare le sale spostate dal centro; (v) perché l’errore incide direttamente sulla sentenza in cui viene operata erroneamente la valutazione della manifesta infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate. Il secondo è il seguente.
LE VALUTAZIONI SULL’EFFETTO ESPULSIVO - La sentenza afferma che non esisterebbe “Effetto espulsivo” (o marginalizzazione) perché tutte le realtà economiche potrebbero (ancorché in linea meramente astratta, teorica e non dimostrata) spostarsi in periferia senza problemi. Lo spostamento in periferia di tutte le sale per la sentenza, infatti, sarebbe consentito, da un punto di vista economico, dai maggiori ricavi assicurati alle sale spostate dalle maggiori giocate effettuate dai giocatori problematici e patologici, i quali, si ricorda, solo gli utenti più vulnerabili e che nei luoghi nascosti cercano di celare le proprie debolezze. Su questo si possono fare due considerazioni preliminari. Da un lato, gli eventuali spostamenti in periferia da parte delle sale non sono affatto così scontati anche perché in conseguenza dell’applicazione delle misure imposte lo spostamento implicherebbe la spesa di ingenti somme che non è detto siano disponibili. Dall’altro, colpisce come il Collegio sposi una teoria di per sé allarmante: l’economia delle sale che riescano a spostarsi in periferia si potrebbe in ogni caso reggere sulle spalle e sulle debolezze dei giocatori problematici e patologici, la cui salvaguardia dovrebbe essere invece oggetto centrale e finalità ultima della norma, ma dei quali inspiegabilmente la sentenza non sembra preoccuparsi, al contrario affermandone ed accettandone il sacrificio. Quel che qui rileva ai fini della revocazione è un ulteriore passaggio dove si afferma che i maggiori ricavi generati dalle maggiori giocate dei giocatori problematici e patologici, che nel passaggio immediatamente precedente costituivano il perno centrale della teoria dell’equilibrio dei ricavi e della sopravvivenza delle sale post spostamento, si esaurirebbero in ogni caso nel breve periodo poiché “Trattasi, invero, di effetti negativi nel breve periodo, da affrontare in un momento successivo con interventi adeguati incentrati sulle categorie dei giocatori problematici”. Delle due l’una: o non esiste l’Effetto espulsiL’AUTORE vo e non vi sono quindi Geronimo Cardia conseguenze negative Avvocato, dottore commercialista e per le sale a fronte delrevisore contabile lo spostamento imposto Studio Cardia e Cardia nelle periferie, poiché gli www.gclegal.It
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BOLZANO
operatori resisteranno e sopravvivranno senza problemi grazie ai maggiori ricavi sempre e comunque assicurati dai giocatori patologici e problematici, come si afferma in un primo passaggio, oppure al contrario, esso esiste con tutte le sue conseguenze negative per le sale costrette all’unica soluzione teorica dello spostamento nelle periferie, non potendo tuttavia gli operatori sopravvivere a tale spostamento poiché i maggiori ricavi dei giocatori problematici e patologici vi saranno solamente nel breve periodo, essendo quindi tali operatori destinati a scomparire, come chiaramente espresso dal Ctu e richiamato dalla sentenza stessa in un passaggio successivo. Ed ecco che anche questo travisamento sembrerebbe atteggiarsi integrando tutti i singoli presupposti per la revocazione: (i) perché nella sentenza vi è l’errata percezione che i maggiori ricavi dei giocatori patologici e problematici possano essere registrati per sempre quando invece è oggettivo (e pure affermato nella sentenza) che le sale possano contare su tali maggiori ricavi solo per il breve periodo; (ii) perché nessuno ha sostenuto che il pregiudizio in capo ai soggetti problematici o patologici in sale spostate in periferia potesse essere di breve o lungo periodo; (iii) perché l’evidenza dell’errore è certificata dalla sentenza stessa che, nella parte inziale, presuppone l’esistenza di un pregiudizio persistente in capo ai giocatori problematici e patologici idoneo ad assicurare la sopravvivenza alle sale spostate, mentre, nella parte finale, nel dare un giudizio positivo al distanziometro ha precisato che un pregiudizio in capo ai giocatori problematici e patologici sia di mero breve periodo; (iv) perché ritenendosi possibile e sostenibile lo spostamento delle sale senza conseguenze sulla sopravvivenza, si legittima la norma di riferimento, si dà dignità alla sostanziale espulsione definendola marginalizzazione in periferia, si passa sopra l’incertezza irredimibile della individuazione dei luoghi sensibili denunziata, si omette di verificare l’impossibilità in concreto di spostamento, si smentisce il fatto che la norma finisca per essere contro lo scopo, si travisa in sostanza la denunzia centrale avanzata dal Ctu, si rigettano i ricorsi; (v) perché l’errore incide direttamente sulla valutazione della manifesta infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate. Ebbene, è vero che tutto il comparto sta lottando per la riapertura in sicurezza e per il riconoscimento di misure di sostegno, quasi relegato in terapia intensiva per non soccombere, ma è anche vero che usciti dall’emergenza ci si troverà a doversi confrontare con i problemi altrettanto vitali della Questione Territoriale. E la revocazione in qualche misura può contribuire a sciogliere il nodo ormai inspessito dagli anni che ha vissuto.
L’ORA DEL GIOCO
L’ORA DEL GIOCO
Decreto Rilancio, ma non per tutti
FISCO&SLOT
A cura di Francesco Scardovi
VARATO IL NUOVO PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO CHE CONTIENE DIVERSE MISURE DI SOSTEGNO ALLE IMPRESE, MA RESTA GRAVE IL SILENZIO SULLA RIPARTENZA DEL COMPARTO DEL GIOCO PUBBLICO, ANCORA FERMO AL PALO.
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opo il “Cura Italia” di marzo e il “Liquidità” di aprile, è stato approvato anche il tanto atteso “decreto Rilancio”: un’opera colossale, di ben 266 articoli e oltre 300 pagine che abbraccia anche una serie di misure e determine sicuramente rinviabili rispetto alle impellenti esigenze di imprese e lavoratori. Pochi e ridotti – purtroppo - gli interventi a favore delle aziende devastate dall’emergenza Covid, tra cui gli operatori di raccolta di gioco legale. Ma proviamo a vedere i più significativi individuabili nel testo. Contributi a fondo perduto: i gestori di apparecchi e sale giochi con ricavi nel 2019 inferiori ai 5 milioni di euro, potranno richiedere all’Agenzia delle entrate, mediante procedura ancora da definirsi, un contributo a fondo perduto conteggiato in percentuale sulla differenza tra il fatturato di aprile 2020 (generalmente pari a zero a seguito della intervenuta sospensione dell’attività) rispetto a quello di aprile 2019. Il contributo sarà pari al 20 percento della differenza per le imprese con ricavi annui inferiori a 400mila euro, al 15 percento per le aziende con ricavi tra 400mila e un milione di euro e al 10 percento per quelle con ricavi compresi tra uno e cinque milioni di euro. In realtà si tratta di somme ridotte. Ipotizziamo un gestore che nel 2019 abbia conseguito ricavi per 300mila euro dei quali 25mila nel mese di aprile 2019: non avendo conseguito L’AUTORE
Francesco Scardovi Studio Associato Scardovi e Giordani
ricavi nel mese di aprile 2020 potrà accedere a un contributo del 20 percento di 25mila e dunque pari a 5mila euro. Bonus Affitti: sempre per le aziende con fatturato 2019 inferiore ai 5 milioni di euro spetterà un credito di imposta del 60 percento sui canoni di locazione (per qualsiasi tipologia di locale commerciale) eventualmente corrisposti nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Proroga della cassa Integrazione: i datori di lavoro possono usufruire di una proroga dell’ammortizzatore sociale per ulteriori cinque settimane, entro il 31 agosto 2020, qualora abbiano interamente fruito delle nove settimane già previste dal decreto Cura Italia di marzo; potranno quindi richiedere ulteriori quattro settimane di trattamento tra il primo settembre e il 31 ottobre 2020. Rinvio di scadenze fiscali: ritenute su redditi da lavoro dipendente, contributi previdenziali, Iva e premi per l’assicurazione obbligatoria, già rinviati al 30 giugno 2020, vengono ulteriormente posticipati al 16 settembre 2020 sempre per i contribuenti che hanno subito una riduzione di ricavi di almeno il 33 percento rispetto all’esercizio precedente (50 percento per imprese con ricavi superiori ai 50 milioni); inoltre le imprese con fatturato inferiore ai 250 milioni potranno non versare il saldo Irap per il 2019 ed il primo acconto Irap 2020; saranno comunque dovuti, per chi non li avesse versati nei termini, gli acconti Irap per il 2019 che rappresentano in ogni caso la quasi totalità dell’imposta per l’esercizio passato. Un’altra novità di rilievo riguarda l’eco bonus del 110 percento delle spese sostenute da persone fisiche ed imprese per adeguamento sismico di immobi-
li, di riqualificazione energetica ed installazione di impianti fotovoltaici. Non sfugge come l’unico incremento di tassazione inserito nel decreto riguardi l’aumento di prelievo dello 0,5 percento sulle scommesse sportive, raccolte in agenzia (ancora chiuse, mentre scriviamo) e online, per finanziare lo sport. Segno della perdurante convinzione che il settore del gioco sia un pozzo senza fondo cui continuare ad attingere pur nella drammatica situazione in corso. Ma ancor più inaccettabile è l’ennesima discriminazione rivolta agli operatori di raccolta, tra i pochi a non poter ripartire dopo la fine del lockdown (18 maggio) senza che ne sia stata fornita alcuna spiegazione o motivazione. Nell’evidenza che il rischio di contagio per l’utilizzo delle slot, fermi restando i rigorosi protocolli sanitari di sicurezza da rispettare, non possa certo essere superiore a tante altre attività riaperte (bar, ristoranti, teatri, musei, palestre piscine fino ai centri massaggi asiatici!). A riprova ancora una volta di una “avversione” delle istituzioni a un settore, che lo si ricorda sempre, conta migliaia di piccole e medie imprese, ben oltre i 100mila occupati e ha rappresentato in questi anni un vero e proprio baluardo contro il gioco illegale oltre che un sostegno alle casse erariali con oltre 11 miliardi di euro annui che mai come adesso farebbero comodo allo Stato per fronteggiare il dramma sanitario ed economico in corso. Avversione che se non sarà presto superata attraverso un piano di ricostruzione e di riforma serio del settore, finirà per distruggere definitivamente un intero comparto economico con tutte le conseguenza nefaste che ne deriveranno.
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comma 7
RIPARTIRE IN SICUREZZA Il mondo delle sale giochi senza vincita in denaro è pronto a mettere in atto tutte le regole necessarie per una riapertura sicura delle attività
ALESSANDRO LAMA
“Il
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settore amusement è profondamente colpito dal Covid-19: le nostre sale sono chiuse da mesi e siamo ancora in attesa di avere notizie in merito a una data di riapertura che ci auguriamo possa essere il prima possibile. Una volta di più, in questo frangente drammatico, ribadiamo la necessità che le istituzioni riconoscano dignità al nostro comparto, troppo spesso confuso e misconosciuto”. Lo sottolinea Alessandro Lama, vicepresidente Fee (Family Entertainment Expo), tracciando un amaro bilancio della situazione in cui versano le sale da gioco senza vincita in denaro, colpite anche loro dall’emergenza coronavirus. Come immaginate la vostra Fase 2? “Vogliamo passare dalla paura alla prudenza. Certamente bisogna essere scrupolosi e attenti a tutelare la salute di clienti e operatori, ma siamo pronti a mettere in pratica tutte le regole che consentano una riapertura sicura delle attività”. Ci sono le condizioni per riaprire e come vi state organizzando? “Abbiamo preparato e inviato alle autorità competenti un protocollo con un elenco dettagliato di misure che consentano di ripartire in
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sicurezza. Speriamo possa essere di aiuto alla task force governativa che sta affrontando la questione. Pensiamo che in un momento storico in cui, dopo due mesi di reclusione, stanno riaprendo le varie attività e le persone tornano al lavoro, ma le scuole ancora restano chiuse, sia tanto più necessario pensare a spazi che possano offrire ai bambini momenti di svago e di aggregazione in sicurezza. Vogliamo mettere le nostre strutture a disposizione anche per questo”. Che peso sta avendo l’emergenza Covid-19 sull’occupazione? “Purtroppo l’impatto del virus sull’occupazione è drammatico. Parliamo di circa 2.500 aziende con 25.000 addetti fermi. Speriamo davvero che la morsa si allenti e possa avvenire la riapertura dei locali entro l’estate, altrimenti la situazione, già gravosa, diventerà davvero irrecuperabile, colpendo per giunta i lavoratori estivi che non hanno alcun tipo di ammortizzatore. Servono aiuti veri, perché gli sgravi fiscali, se la fatturazione è nulla, sono tristemente inutili”. In che modo il mondo dell’amusement potrà ripartire dopo questa emergenza? “Come per tutti i settori produttivi
colpiti dal virus, la ripartenza sarà all’insegna della tutela della salute di clienti e operatori. Non possiamo dire ‘quando’ – aspetto per il quale ci affidiamo ai tecnici – ma speriamo, con i protocolli presentati, di potere aiutare a dire ‘come’: siamo convinti che rispettando le regole necessarie e le opportune precauzioni presto si possa convivere con il virus anche nel nostro comparto”. La prossima fiera di settore che occasione sarà per il mondo del gioco di puro intrattenimento? Quali saranno i temi da affrontare? “Le fiere sono sempre un’occasione importante per mostrare novità ed eccellenze, incontrare clienti, sviluppare il business e fare il punto sul settore. In questo particolarissimo momento storico però, prima di partecipare con convinzione ed efficacia ad un simile appuntamento, abbiamo necessità di ripartire con la nostra attività, fare un bilancio della situazione e capire che direzione si possa prendere: queste al momento sono le priorità. Stiamo immaginando anche, per concentrarci sulle necessità più urgenti senza perdere tutte le opportunità che una fiera offre, una soluzione virtuale, in attesa che si chiarisca il quadro”.
flipper
Il Covid-19 ferma il ranking di flipper sportivo, ma le competizioni continuano in rete: nasce il nuovo Campionato Icr da giocare in diretta streaming
La nuova sfida è a distanza
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entre il flipper sportivo internazionale attende di conoscere i dettagli per la cosiddetta Fase 2, l’International flipper pinball association (Ifpa) – la Federazione che gestisce la disciplina nel mondo - continua a monitorare gli impatti del Covid-19 a livello globale allo scopo di far ripartire il movimento nel modo più sicuro e più rapido possibile. Tuttavia, nonostante la stessa federazione “vorrebbe essere in grado di gestire eventi di flipper sportivo in questo momento, visto che l’organizzazione stessa e la sua esistenza dipende strettamente dal flipper competitivo, oltre al fatto che esso è una fonte di gioia e divertimento per ognuno dei suoi membri – scrive l’organismo in una nota ufficiale – tenendo conto della vicinanza e della natura di contatto elevato che caratterizzano gli eventi di flipper, Ifpa riconosce il livello elevato di rischio che essi comportano spiegando di sentirsi a nostro agio nell’incoraggiare la raccolta in gruppi di persone, indipendentemente dalle dimensioni, per giocare durante una pandemia altamente contagiosa”. Inoltre, l’Ifpa è un’organizzazione globale. E per tale ragione deve tenere conto delle esigenze di tutti i Paesi, che sono a volte diverse tra loro. “Mentre alcune regioni stanno riaprendo o non sono state gravemente colpite dal virus, vogliamo garantire che i nostri piani per riavviare il ranking siano equi per tutti i giocatori”, scrive ancora Ifpa. Spiegando di fare affida-
di Vincenzo Giacometti
mento sull’esperienza e serietà dei propri direttori nazionali (country directors) attraverso i quali sta monitorando costantemente la situazione su base locale ascoltando il loro parere riguardo al fatto di poter ripartire o meno. Ed è proprio dal parere unanime dei singoli rappresentanti territoriali che a fine maggio è stato deciso di confermare l’interruzione del ranking. Ma nel frattempo, nulla è perduto. E poiché lo spettacolo del flipper sportivo deve continuare, l’Ifpa ha pensato bene di lanciare una nuova modalità di competizione a distanza, dando vita a un nuovo campionato. Si tratta dell’Ifpa Challenge Rankings (Icr), a cui potranno partecipare tutti i giocatori. In collaborazione con MatchPlay.Events, l’Icr si baserà sui risultati delle partite ufficiali dell’Ifpa Challenge tenute tra due giocatori, a distanza, che possono trovarsi in qualunque parte del mondo. In maniera molto semplice: cioè dispuntando partite tra due giocatori in contemporanea, collegandosi con l’avversario attraverso qualunque social network o strumento di condivisione che permette di trasmettere in video dal vivo. Attraverso i risultati di queste partite ufficiali dell’Ifpa Challenge, la Federazione calcolerà la classifica di un giocatore all’interno dell’Icr. Con questa nuova modalità di competizione a distanza Ifpa vuole incoraggiare i giocatori a diventare creativi con le nuove “partite-sfida
Ifpa”, giocando sia a casa con i propri famigliari sia connettendosi con altri giocatori di flipper di tutto il mondo per competere in remoto utilizzando piattaforme come Discord, Twitch, Zoom, FaceTime e Skype. “I giocatori sono invitati a giocare tutte le partite che vogliono contro qualsiasi avversario – spiega Ifpa - Accettiamo una vasta gamma di formati, da un gioco standard a tre palline alla modalità di corsa, giocando a titoli diversi e confrontando i punteggi nel miglior modo possibile. Finché entrambi i giocatori accetteranno la sfida, anche noi la accetteremo!” MatchPlay.Events gestirà la presentazione di queste partite e, dunque, entrambi i giocatori che partecipano alla sfida avranno bisogno di un account MatchPlay.Events per la partita da registrare e affidare alla classifica Icr. Ma non è tutto. In concomitanza con il lancio del sistema Icr, Ifpa annuncia anche il nuovo campionato Ifpa Challenge Rankings Championship: i primi 64 giocatori ammessi nel Cicr che dal 1° gennaio 2021, avanzeranno alle finali del campionato. L’Ifpa finanzierà il montepremi del campionato Icr con la quota di 1 dollaro per ogni giocatore classificato nell’Icr fino a 1.000 dollari. Un modo per tenere vivo l’interesse nei confronti della disciplina e delle competizioni. Per non disperdere tutta l’energia tipica dei tornei di questa disciplina e la voglia di intrattenimento degli atleti di flipper sportivo. I primi otto giocatori classificati riceveranno premi in denaro, con i primi quattro che avranno diritto anche una a targa. Per una nuova sfida, tutta da giocare.
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politica ippica
MENO SLOGAN
E PIÙ FATTI IPPODROMO CHILIVANI
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di Michela Carboni
ccorre ridare uno slancio all’attività ippica, dopo l’emergenza Covid-19. Soprattutto ora che le corse sono ripartite, seppure a porte chiuse. È questa l’opinione di Aldo Salaris, capogruppo dei Riformatori in Sardegna, il quale sottolinea: “Personalmente ho una visione dell’ippica su due livelli, uno nazionale e uno regionale, che vorrei vedere convergere verso obiettivi generali unici e condivisi e che, contemporaneamente, tengano conto delle specificità e delle realtà locali. È a tutti noto che la Sardegna è depositaria di una solida tradizione ippica che si traduce nel Dna di molti tra i più importanti fantini del mondo. Per questo motivo la Regione sarda è stata ed è particolarmente attenta a questo comparto e da tempo ha attivato iniziative per fronteggiare la crisi generale dell’ippica ben prima dell’emergenza Covid 19. L’attuale consiglio regionale della Sardegna sta per esaminare una proposta di legge che, presentata dal sottoscritto e dal suo gruppo, è stata unanimemente condivisa dalla commissione Attività produttive che l’ha fatta propria, perché da tempo si registrava l’impatto negativo di un certo disimpegno della politica rispetto al comparto e, contemporaneamente, l’esigen-
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Aldo Salaris, capogruppo dei Riformatori in Sardegna, chiede al Governo di ripensare il settore ippico a partire dalla governance za di una rivisitazione del comparto ippico ed equestre della Sardegna che possa ricondurre a sistema un mondo complesso ed articolato di portatori d’interesse e che ponga al centro di tutto questo il cavallo. La Sardegna è stata la prima regione in Italia ad attuare iniziative di cofinanziamento del montepremi delle corse assegnate ai tre ippodromi regionali: Chilivani, Sassari e Villacidro. La quota di cofinanziamento è più o meno equivalente al montepremi riservato dallo stato ai tre ippodromi. Da qui partirei per entrare più nello specifico della sua domanda. Al Governo chiediamo, ponendoci a fianco agli operatori del comparto, che colga l’occasione che questa triste emergenza può comunque fornire: rivedere completamente il sistema nelle sue regole e nella sua organizzazione. Chiediamo, poi, che il Governo riconosca concretamente la filiera dell’ippica come tutte le altre filiere, che non consideri la stessa come un’attività non indispensabile e, quindi, spesso negletta nell’attuazione di misure a sostegno delle attività produttive. È, oggi, indispensabile un nuovo studio approfondito del comparto che lo analizzi in tutte le sue componenti e lo riporti alla dignità che merita, ricordandosi il ruolo che l’Italia ha svolto in passato
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con autorevolezza e riconoscimenti internazionali. Può sembrare ormai un luogo comune ricordarlo, ma anche l’ippica ha urgenza di una drastica semplificazione burocratica che snellisca i processi. Tutte le componenti del comparto lamentano una reattività a dir poco ‘torpida’ del Mipaaf rispetto all’erogazione dei propri servizi e, soprattutto alla liquidazione delle spettanze. Il ritardo nel pagamento dei premi è tema che ritorna drammaticamente in questi giorni in cui il blocco delle attività ha determinato l’impossibilità da parte di molti di anticipare le spese e in generale gli oneri della propria attività. Chiediamo anche che il ministero decida che fare per la gestione futura del comparto e ripensi alla professionalizzazione interna per i tecnici del settore. È evidente che la soppressione dell’Unire e la parcellizzazione delle competenze che ne è conseguita hanno determinato un allontanamento siderale degli operatori dalla centrale del comando in cui molti, non del tutto irragionevolmente, vedono nel Mipaaf un pesante conflitto nell’esercizio delle funzioni di controllore e controllato. Ogni cavallo in attività corrisponde a 1,8 Ula (unità lavorative annue). I proprietari non sono certo in grado di reggere ulteriormente l’onere economico di tutto questo ed il sistema rischia evidentemente il default in assenza di erogazioni urgenti che compensino almeno in parte gli effetti della stasi di questo ormai troppo lungo periodo di emergenza. Alla fine, mi si consenta di dire che chiediamo anche per la Sardegna una maggiore attenzione da parte del Ministero. Troviamo incomprensibile che il Mipaaf non abbia un occhio di riguardo nei confronti di una Regione che cofinanzia al 50 percento l’attività ippica, riservandole quote veramente irrisorie del montepremi nazionale del galoppo e delle giornate di corse”. Quali sono le misure che il Mipaaf deve mettere in campo per il settore, una volta passata l’emergenza? “Ancora prima che questa emergenza possa diventare un ricordo, il ministero dovrà attuare un percorso di conoscenza, revisione organizzativa, riqualificazione professionale interna ed esterna, organizzazione della filiera riconoscendo tutte le componenti senza mai dimenticare che tutto il processo parte dall’allevamento che deve avere riconoscimento e tutela e che il binomio uomo/cavallo è espressione di una nobile passione ma è anche uno straordinario volano di economia e di lavoro”. Cosa si augura per il futuro dell’ippica italiana a livello politico e di governance? “L’augurio è, naturalmente, che il nostro Paese possa tornare a giocare un ruolo leader nell’ippica, a partire dalle produzioni per arrivare alla qualità della formazione, dell’organizzazione del sistema e della piacevolezza dello spettacolo. Dalla politica ci si devono aspettare fatti. Le parole sono state dette. La stessa governance va completamente rivista. Sia che il Governo decida di lasciare alla gestione diretta del Mipaaf il governo del comparto, sia che voglia in futuro indivi-
IPPODROMO DI SASSARI
duare un nuovo soggetto istituzionale, il punto cardine è rappresentato dalla competenza e dalla reale conoscenza di ogni aspetto del settore. I pochi funzionari che al ministero si occupano del comparto fanno, onestamente, quello che possono e a loro va tutto il nostro rispetto, ma sono pochi e gravati da responsabilità che non potranno a lungo sostenere. Ovviamente questo non è soltanto un problema di questo comparto ma un po’ di tutti. La differenza è la natura complessa e differente dell’ippica rispetto alle logiche che governano le altre realtà produttive dell’agricoltura e che, in linea generale, riconoscono processi e dinamiche comuni”. Qual è la situazione dell’ippica sarda in questo momento storico particolare? “L’ippica in Sardegna, in questo momento, soffre esattamente come nel resto d’Italia ma, pur nelle enormi difficoltà, va detto senza dubbio che ancora una volta va reso onore alla passione dei nostri allevatori che, in buona parte dei casi, sono anche proprietari. Essi, con grandi sacrifici, sostengono il comparto pagando a cascata allenatori, fantini, groom, maniscalchi, veterinari, trasportatori, l’alimentazione, la cura e così via. In tutto questo, però, va detto che la regione Sardegna non intende lasciare soli questi operatori. Alcuni provvedimenti sono già attivi, come il finanziamento del montepremi aggiuntivo anche per l’anno in corso, senza escludere ulteriori specifici interventi per l’emergenza in corso per i quali, sicuramente, giunta e consiglio regionale troveranno prestissimo la necessaria sintesi. Non scordiamoci che, in Sardegna, la passione per l’ippica è talmente diffusa che non mancano certo sostenitori delle istanze del comparto anche all’interno di questi organi istituzionali”. A livello occupazionale cosa teme? “È questa un’analisi complessa. Il tutto è subordinato alla possibilità di mantenere i cavalli in preparazione, compensare il lavoro di tutti gli operatori, garantire il sostegno finanziario a ciascuno di essi in maniera che la resilienza dimostrata dal settore in questo lungo periodo di blocco non venga poi vanificata da una ripresa zoppicante e non adeguatamente sostenuta. Il tempo è un fattore fondamentale. Non vogliamo che nessuno perda il lavoro, ma perché avvenga questo non possiamo ulteriormente contare sullo sforzo finanziario dei proprietari dei cavalli. Lo Stato deve fare rapidamente la sua parte e così anche la Regione”.
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scommesse
LA LOTTA DEL BETTING DI STATO CONTRO... LO STATO Dall’ansia della crisi economica generata dall’emergenza sanitaria da Covid-19, allo sfogo e alla creazione di un gruppo Facebook che diventerà un’associazione per dare pari dignità agli esercenti di gioco legale. Nel 2020, solo in Italia, c’è bisogno davvero di tutto questo? Purtroppo pare proprio di sì. di Cesare Antonini
Il
gruppo Facebook ha oltre 700 addetti ai lavori del settore delle scommesse sportive, per non parlare del gruppo Telegram. Strumenti utili, in pieno lockdown, per consolarsi e rimanere vicini quando il distanziamento sociale ha diviso tutti. Quando è iniziata la Fase 2, la doccia fredda: le sale da gioco, le sale bingo e le agenzie di scommesse non hanno potuto riaprire. Da lì gli “Esercenti del gioco legale” sono cresciuti a dismisura e, anche se va fatta una conta precisa di quante agenzie e corner ci sono e a quali bookmaker appartengono, il movimento sembra avere un piglio molto forte e delle motivazioni piuttosto condivisibili che, come diciamo a Mario Valentini, uno dei founder della neonata associazione, purtroppo alcune le ascoltiamo da almeno 14 anni, cioè dall’anno della liberalizzazione del betting in Italia. “I gruppi sono nati dall’idea mia e di altri due esercenti durante la pandemia – spiega il titolare di un’agenzia di scommesse, Mario Valentini - invece di lavarci le mani per tutto il giorno ci siamo messi al lavoro per i colleghi degli esercenti di scommesse sportive muniti di autorizzazione Tulps per operare sul territorio. Riteniamo
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opportuno che il settore sia unito e compatto in questa battaglia che vede il gioco pubblico discriminato e demonizzato. È però anche vero che a volte possono crearsi situazioni in grado di generare vedute contrapposte e alcuni interessi di parte vanno tutelati”. Diventerà un’associazione vera e propria e si chiamerà molto probabilmente “Esercenti di gioco legale”. Come dicevamo, assurdo che si debba creare un’associazione per sottolineare il fatto che esistano lavoratori che operano per lo Stato nella piena legalità. Ma, tant’è. E ascoltando le motivazioni alla base della nascita di questo gruppo di bookmaker si capisce il paradosso generato non certo dai lavoratori del gioco pubblico, ma da chi lo gestisce: “Abbiamo tre punti principali che individuiamo in mezzo alle tante motivazioni che c’hanno spinto ad associarci – attacca Valentini – innanzitutto l’obiettivo è quello di ridurre il gap tra noi imprenditori del gioco e gli imprenditori di altri settori. È ormai alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti la differenza sostanziale dei trattamenti che il Governo riserva a noi e vogliamo ridare dignità professionale all’esercente delle scommesse sportive”.
LA LOTTA DEL BETTING LEGALE DI STATO CONTRO… LO STATO
Il secondo punto è condivisibile e un po’ romantico anche se, dopo tanti anni di vita del settore, mai avremmo pensato che questi concetti dovessero essere ribaditi: “Vogliamo educare l’opinione pubblica al gioco della scommessa sportiva – prosegue Valentini - noi oggi siamo come i vecchi gestori del bar dello spor,t dove la persona viene, legge il giornale, guarda la partita, parla con gli amici, con gli altri scommettitori. È un gioco di abilità e come tale va trattato e faremo capire cos’è davvero una scommessa sportiva”. Il terzo problema da combattere vive sempre nel campo del paradosso: “In questi mesi sono nate delle associazioni che difendono i ‘dot com’, ed è capitato per mano di quei legali che li hanno rappresentati in questi anni e che hanno sempre agito nei meandri della legislazione carente. Comprendiamo che per portare avanti gli interessi di parte siano stati ingaggiati avvocati e consulenti ma che addirittura adesso nascano delle associazioni ad hoc ci sembra davvero assurdo. Soprattutto per gli annosi problemi concorrenziali che queste società che operano senza licenza Adm, hanno provocato agli esercenti di gioco legale in tutti questi anni. Per questo lanciamo un appello a tutti i nostri colleghi di aderire alla nostra nuova associazione per tenere a distanza realtà che con noi non c’entrano nulla”, conclude Valentini. Come detto e come ripetiamo, questi problemi sono irrisolti e vanno avanti dalle liberalizzazioni del mercato del betting. Sul futuro qual è la visione del nuovo gruppo di bookmaker? “Nel momento in cui ci sarà un altro bando i concessionari dovranno essere chiari con noi esercenti ma, soprattutto – spiega Valentini – andrà scritta una norma che non venga aggirata e che non crei quelle falle in cui gli operatori borderline provano a sguazzare. Finora le distorsioni del mercato sono state rese possibili dalle carenze di una legislazione debole e per questo prima di aderire al bando e partecipare alla gara bisognerà avere un quadro chiaro e preciso per tutelare poi, in fase di assegnazione delle licenze, gli esercenti del gioco legale. Anche sul tema delle distanze dai luoghi sensibili si devono aprire gli occhi visto che le sale ‘dot com’ non rispettano le regole e nascono dove vogliono”. Spesso anche in location in cui i regolamenti comunali e regionali hanno imposto la chiusura o lo spostamento di quelle legali. Un altro tema è quello dell’aumento della tassazione dello 0,50 percento sul turnover previsto nel decreto Rilancio approvato a fine maggio che, come al solito, prima di intaccare i livelli in alto, verrà spalmata su quelli in basso della filiera, in primis gli scommettitori con una riduzione sensibile del payout, e poi sui margini delle agenzie legali: “L’aumento della tassazione è assurdo in considerazione del fatto che noi siamo chiusi – sbotta Valentini – solo in Italia può accadere qualcosa del genere che, credo, in tutto il mondo non esista: le agenzie sono chiuse ma lo Stato fa salire la pressione fiscale. Siamo consapevoli che la nostra non sia un’attività necessaria per il ritorno alla vita normale dopo il lockdown ma, in cuor nostro, speravamo che, almeno con
pochi giorni di ritardo, facesse seguito anche la nostra richiesta di riapertura ma siamo rimasti assai delusi. Ma già sapevamo e adesso il segnale è ancora più forte, che c’è in atto una lotta strenua e senza frontiere contro il nostro settore, quello del gioco legale, con una demonizzazione vera e propria da parte di una certa politica. Eppure noi non facciamo un euro di ‘nero’ e svolgiamo un servizio pubblico regolato dalla riserva di legge dello Stato. Chi governa adesso dovrebbe forse convincerci del fatto che le scommesse siano più pericolose dalle armi, dalle sigarette e dall’alcol”, si sfoga Valentini. Mentre scriviamo, in effetti, le agenzie di scommesse, le sale bingo e le gaming hall in generale (così come le slot e altri giochi nei bar), non hanno ancora una data utile per riaprire, almeno stando a quanto scritto nell’ennesimo decreto prodotto dal Governo Conte in questi mesi drammatici per il nostro Paese. Le scommesse online proseguono e l’altro contro senso è che il Mipaaf ha dato l’ok per la ripartenza delle corse ippiche il 25 maggio, seppur a porte chiuse, per la felicità del settore. Ma dove scommetteranno e in quale agenzia se in quei giorni non era ancora arrivato il via libera dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli per i betting shop sportivi e che offrono anche scommesse ippiche? E le agenzie non temono i protocolli di sicurezza, anzi, sembrano fatte ad hoc per gestire l’emergenza: “I protocolli di sicurezza si adeguano alla perfezione a sale strutturate e ampie come le nostre e siamo pronti per adeguarci a qualsiasi disposizione – prosegue ancora Valentini - slot e scommesse in bar e tabacchi dove i minori possono avere più facile accesso rispetto ai nostri rigidi controlli oltre al rischio di creare assembramenti che è decisamente maggiore. Se su queste considerazioni sembra evidente che non si possa dissentire, allora in assenza di un rischio sanitario concreto, un prolungamento del lockdown creerebbe una totale discriminazione ad un intero settore economico oltre a generare palesi violazioni dei principi costituzionali”, concludono gli Esercenti di gioco legale.
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LEDRITTE DELMAESTRO di Gianni Carra
Che scommesse saranno dopo la pandemia? PROMOSPACE
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entre scrivo questo articolo, siamo ancora nellea Fase 2 del brutto periodo del coronavirus. Pochi sport stanno incominciando a preparare le riaperture con ancora molte incognite. Il calcio si divide tra i campionati top e il settore dilettantistico. In Germania le sfide sono ripartite dal 16 maggio mentre altri campionati hanno stabilito il riavvio a giugno. In Italia l’unica certezza è la chiusura dei campionati di Serie D e di tutti i campionati dilettanti, mentre si tentenna quotidianamente per la ripartenza della Serie A senza trovare qualcuno che si prenda la responsabilità di fornire una data certa. I motivi che spingono le società professionistiche a riaprire sono sulla carta molteplici ma in valore assoluto il vero motivo è di ordine economico. La massima serie italiana vuol ripartire soprattutto per incassare i soldi dei diritti televisivi: senza quelli molte squadre rischiano di non iscriversi al prossimo campionato e altre di non poter fare le solite campagne acquisti faraoniche impoverendo il nostro calcio rispetto agli altri campionati che, invece, hanno potuto concludere le regular season. Pur di ripartire qualche club accetterà anche cambiamenti di regolamento, ma sono troppo importanti questi
introiti per sopravvivere. In Serie B e Lega Pro la situazione è più difficile e rimaniamo in attesa di quante squadre potranno iscriversi alla prossima stagione. La situazione più drammatica è quella del calcio dilettantistico e delle scuole calcio. In una regione come la Sardegna, ad esempio, una squadra di promozione con l’obiettivo di rimanere nella serie costa mediamente 100mila euro: questo denaro viene raccolto al 90 percento da sponsor che sono principalmente, negozianti, commercianti, bar e ristoranti, insomma piccoli imprenditori. Dopo il disastro economico generato dal Covid-19, i dirigenti di queste società come faranno a chiedere contributi piccoli o ingenti alle attività? Il calcio dilettantistico non potrà permettersi i rimborsi spese e i gettoni mensili ai propri atleti, e il rischio è la scomparsa di molte squadre di categorie minori. Il settore giovanile rischia di dimezzarsi perché molte famiglie dovranno rivedere il budget famigliare e spendere i soldi delle iscrizioni per i loro bimbi non è più possibile per tutti. Altri sport stanno cercando di organizzarsi. Il basket e il volley hanno chiuso da tempo dando appuntamento a settembre, mentre il tennis proverà sicuramente a ripartire almeno con tornei minori, probabilmente senza raccattapalle come accade nei tornei di quarta categoria. Una delle categorie che ha scongiurato per il momento una chiusura prolungata ma che continua ad avere grandi problemi per il futuro è sicuramente l’ippica, un settore che aveva grandi problemi anche prima della pandemia. La titolare del dicastero delle Politiche agricole e fore-
Rubrica a contenuto informativo ai sensi delle Linee Guida Agcom (Delibera n.132/19/CONS)
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Chi è Gianni Carra Cinquantotto anni, un passato sui campi da tennis, serie C1 nel 1984, ha insegnato nei vari circoli lombardi dal 1980 al 1987. Dal 1976 ha iniziato a frequentare gli ippodromi italiani, nel 1992 diventa collaboratore del quotidiano Cavalli e Corse e speaker dell’ippodromo di San Siro. Dal 1996 la sua attività professionale principale è scommettere sugli avvenimenti sportivi. Nel 2006 inizia la sua avventura anche nel mondo del poker, prima come giocatore e poi come organizzatore. Dal giugno 2012 entra nel team Vipbox.it, poi nel luglio del 2013, il salto di qualità: Carra diventa l’unico poker-pro di PaddyPower.it. e cura alcune rubriche radiofoniche e televisive, tra cui il seguitissimo programma “Qui studio a voi stadio” su Telelombardia, prima come uomo Paddy Power poi come opinionista. Quotidianamente centinaia di lettori lo seguono sulla sua pagina Facebook e sul blog “Le Dritte del Maestro, www.ledrittedelmaestro.com, dove il suo motto è “mano passata mano finita”. Dal 2016 si è trasferito in Sardegna dove cura anche il calcio locale sardo. Collabora con varie testate giornalistiche e da 6 anni con Gioco News.
stali, Teresa Bellanova, di concerto con il sottosegretario con delega, Giuseppe L’Abbate, alla fine hanno compreso il problema consentendo, se non altro, la ripartenza delle corse a porte chiuse. La speranza è che con questa riapertura si possano salvare almeno ventimila lavoratori a rischio e tutelare 4mila purosangue che rischiavano il macello. I problemi da risolvere sono tanti, ma, almeno si torna a correre. In effetti c’è anche la beffa dello Stato che riversa la quota delle scommesse con cui sopravvivono le gare, i fantini, gli allevatori e quel mondo sconosciuto ai più, di allenatori, stallieri e veterinari, con mesi di ritardo. In ogni caso l’Italia ha bisogno di tornare alla normalità. Il virus, almeno nel nostro Paese, sembra indebolirsi e con i dovuti accorgimenti molte attività sportive di tutte le categorie potrebbero e dovrebbero assolutamente ripartire. Gli scommettitori in questi mesi hanno scoperto sport che non conoscevano, uno su tutti il ping pong, mentre i Paesi dell’Est hanno continuato i loro campionati e tornei anche nel periodo di lockdown. Molti scommettitori occasionali hanno conosciuto il mondo online per scommettere e ne trarranno benefici per il futuro dove il digital farà sempre più parte della nostra vita quotidiana. Olè.
politica poker
Per il poker
ANDRÀ TUTTO BENE di Cesare Antonini
L’ottima fase per l’online, l’attesa per la ripartenza del live e per le Wsop di Las Vegas: Simone Ricci, ex manager Caesars Entertainment tornato in Italia per nuovi progetti, analizza con Gioco News il momento storico per il settore
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ovid-19, poker live, gioco online e World Series of Poker. Passato e futuro del gioco più bello del mondo. Nei giorni in cui sarebbero dovuti partire i campionati del mondo del Texas Hold’em, del Pot Limit Omaha e di tutte le varianti possibili immaginabili, lo scorso 26 maggio, guarda caso abbiamo in agenda un’intervista con Simone Ricci, ex director of events and sponsorship di Caesars Entertainment e per ben cinque anni nel board che organizzava proprio le Wsop. Poi, finite le World Series del 50ennale, quelle dei record di tutti i tempi, ha deciso di tornare in Italia e sta seguendo una serie di progetti. E sta studiando il mercato del poker coinvolto, come tutti, nello “tsunami” causato dal Covid-19. Chi, meglio di lui, può mettere in relazione quei 4 elementi che sono nell’attacco di questo articolo? Coronavirus, gioco terrestre, poker online e Wsop. Andiamo direttamente al cuore di questa chiacchierata: qual è la tua opinione di questo momento del mercato e del post (speriamo quanto prima) Covid-19? “Mi sembra che ci siano delle linee discordanti sul mercato del live e, quindi, della sua ripartenza – attacca Simone Ricci - c’è chi è molto conservativo e aspetterà probabilmente prima della fine dell’anno o poco prima, e c’è anche chi è già ripartito e fa addirittura tornei
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dal vivo oltre che cash game. I primi aspettano che ci siano delle linee guida o che ripartano con sicurezza i casinò ma tutto questo sta vivendo ancora in una specie di limbo. Dall’altra c’è chi ha buttato il cuore oltre l’ostacolo come il mio amico Tony Burns del Seminole Hard Rock Casino della Florida, negli States. Loro hanno aperto con plexiglass, mascherine e sanificazioni e sembra siano tutti molto contenti e non ci sono state polemiche e critiche da parte di chi ha giocato. Quindi a questo punto la domanda da porsi è se sarà più forte la voglia di tornare a giocare dal vivo rispetto al timore del virus e alle criticità del rispetto dei protocolli da utilizzare. Alla fine io penso che la gente vorrà tornare alla normalità”. Ma sarà come prima il poker live? “Esiste un rischio di un forte calo delle presenze e questo dipenderà più dal timore delle persone e dalla diversa percezione dell’emergenza che stiamo vivendo da Paese a Paese. Inoltre preferirei aspettare di riprendere a regime piuttosto che giocare 4 handed o 5 handed che potrebbe non piacere ai giocatori e, ovviamente, è molto più costoso per avere più personale, più tavoli e il rapporto costi/benefici di una ripartenza in questo modo sarebbe assai negativo. L’esperienza delle mascherine, dei guanti, le continue sanificazioni possono inficiare
PER IL POKER ANDRÀ TUTTO BENE
sull’esperienza dei players. Quindi meglio essere sicuri di poter riaprire all’80-90 percento della capacità di offerta e di raccolta. Poi c’è da considerare anche che alcune aziende potrebbero dover forzare l’apertura. Ad esempio il King’s di Rozvadov ha le forze per poter riaprire anche così e vive in una nazione in cui la percezione del Covid-19 è decisamente più bassa. In Italia, in questo particolare momento, se parli di entertainment in generale c’è già il lucchetto e parlo dei grandi eventi, dei concerti, del calcio. Tutto sembra rinviato già al 2021 e forse è dipeso da un eccesso di terrorismo psicologico da parte dei media”. Tuttavia, alla ripresa, secondo Ricci il “rimbalzo” sarà positivo e non ci saranno grossi problemi per ripartire: “La ripresa sarà positiva e non lenta. La gente ha voglia a giocare e lo dimostra chi vuole tornare a giocare 4 handed, coi guanti e col plexiglass. Poi dipenderà dall’economia di ogni Paese ma nel mondo del gioco chi è abituato a intrattenersi col poker e altri verticali, difficilmente sente le flessioni economiche. In ogni caso, specie in Italia, in questo momento storico i buy in più sono più accessibili e anche per viaggiare e seguire i festival ci sono buoni deal. Abbiamo vissuto una buona ripartenza per i locali pubblici e questo ci dà buone sensazioni che i players potranno tornare a giocare. All’inizio può essere penalizzante dover seguire tutte le norme anti Covid-19 ma poi, alla fine, diventerà un’abitudine”. In questi mesi abbiamo vissuto un ottimo momento del poker online, cosa succederà quando tutto tornerà alla normalità o alla “nuova” normalità? “Le room nel nostro Paese hanno addirittura avuto problemi di traffico per i volumi fin troppo elevati rispetto alle fase precedenti. I players – analizza Ricci – sono tornati a giocare quasi ai livelli del lancio del poker online e in molti hanno rispolverato i loro account. Cosa succederà tra qualche mese? Facendo un esempio semplicissimo, fossimo partiti da 100 per salire sopra a quota 300, quando ci sarà la flessione fisiologica che tutti si aspettano, il settore si fermerà sopra quota 200. L’effetto positivo che abbiamo vissuto in lockdown e anche in Fase 2, rimarrà ancora lasciando tracce importanti. E da qui bisogna ripartire. Le mie care Wsop, rinviate a fine 2020, sono migrate sul network online su Ggpoker dove ci sono garantiti anche da 1 milione di euro che sono stati raddoppiati. Voglia di giocare da casa c’è e ci sarà ancora dopo. Per questo vedo la possibilità di continuare anche con coi grandi tornei online al fianco di quelli live che torneranno. E noi, con le Wsop, siamo stati dei precursori visto che avevamo già organizzato dei grossi eventi online al fianco di un festival unico al mondo. Ma abbiamo visto anche Partypoker col World Poker Tour che ha registrato numeri pazzeschi: e questa è la strada giusta per continuare a coltivare l’online”. C’è anche un modello che potrebbe funzionare: “Non è una novità assoluta ma il modello ibrido potrebbe continuare in maniera stabile e non solo organizzare satelliti per i tornei ma iniziare eventi online e concluderli nelle location live. In Italia il poker dal vivo potrebbe
tornare in auge e le room potrebbero avvicinarsi ancora proponendo proprio qualcosa di ibrido. In ogni caso il poker online non morirà, terrà botta”. Quest’anno le World Series of Poker non si giocheranno ed è una notizia storica per il nostro settore. Purtroppo. Che sensazioni hai? “Il giorno che sarebbero dovute iniziare mi sono svegliato con una nostalgia fortissima. Sarebbe stato il giorno in cui arrivavano tutti gli italiani e l’avvio dell’evento è sempre una grande emozione. Per come è andata alla fine mi è andata bene perché negli Usa stiamo vedendo che non si guarda in faccia a nessuno e, anche se l’emergenza Covid-19 era una cosa eccezionale, sono stati licenziati tantissimi lavoratori. Sono ancora in contatto con tanti colleghi e amici e so che in molti hanno avuto difficoltà e mi dispiace: la situazione è surreale. Per fortuna è arrivato un partner forte come Ggpoker e ora c’è la speranza di poter tornare a giocare dal vivo a novembre o dicembre ma la data non è ancora ufficiale. Al di là dei problemi organizzativi dipenderà tutto dalla pandemia e da quello che deciderà il governo americano. Ma anche cosa accadrà in tutto il mondo potrebbe far perdere molti players dall’Europa, ad esempio. Si vive, quindi, con l’alea di questi fattori mentre i lavori proseguono”. Tante incertezze ma c’è chi dice, non abituiamoci al fatto che non tornerà tutto come prima ma speriamo di tornare esattamente a come stavamo nella fase pre coronavirus: “Io credo che i grandi eventi torneranno, come torneranno i grandi concerti, il calcio e gli eventi di massa. Certo ora se guardi la Bundesliga ti rendi conto come sembri un po’ falsata. Ma la ripartenza sarà globale e dove eravamo ripartiremo. È auspicabile, però, continuare nel segno dell’innovazione”. E dopo tutto questo c’è anche chi imparerà una lezione: “In questo momento emerge il fallimento della gestione del gaming online da parte delle case da gioco. Un’onda che non è mai stata cavalcata. Invece doveva essere un fondamentale strumento di revenue che doveva ‘rubare’ qualche giocatore ai big player del settore. Specie i giocatori di casinò che potevano continuare l’esperienza live nella versione online delle case da gioco più belle d’Italia. In questa pandemia sarebbe stata una grande opportunità da sfruttare”, conclude Ricci.
SIMONE RICCI
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poker
L’HOLD’EM PROVA A RIPARTIRE
CON GUANTI, PLEXIGLASS E MASCHERINE Plexiglass, mascherine, guanti, igienizzanti per le mani, sanificazioni, distanziamento sociale. Il poker live vuole ripartire ma non è facile. Specie perché il primo distanziamento è quello dei confini ancora bloccati. Cosa sta accadendo in Italia, in Europa e in Usa? Ecco il punto della situazione. di Cesare Antonini
ROZVADOV E PRAGA IN POLE POSITION Le case da gioco di Leon Tsoukernik sono partite molto prima di tutti. Prima a metà maggio tra Praga e Rozvadov con il cash game e i protocolli di sicurezza. Poi, dal 25 maggio, sono ripartiti i poker live tournament a Rozvadov, al King’s Resort, la room punto di riferimento dell’Hold’em e delle sue varianti. Una ripartenza “timida” visto che al livello 1 c’erano appena 18 players, schierati naturalmente in modalità 6max e con tutte le precauzioni che la casa da gioco aveva presentato da giorni. Poi le entries saranno cresciute ma, ovviamente, la settimana non presentava ancora i mega festival con migliaia di entries cui il King’s c’ha abituato. In ogni caso i daily tournament delle giornate normali ci sono e i players si sono avvicinati. In programma, ancora, il main Wsop Europe e tutto il festival in generale per il prossimo ottobre che potrebbe essere una buona data quando la libera circolazione di persone potrebbe tornare quasi alla normalità. Non a caso, il problema è che i confini sono ancora chiusi, specie per l’Italia, ma, piano piano si riparte e la speranza è di continuare a bruciare le tappe senza ricadute in termini di morti e contagi. In Repubblica Ceca la percezio-
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ne del problema è davvero molto più bassa rispetto al nostro Paese dove, forse, qualcosa è stato un po’ esacerbato. E, ripetiamo, la speranza è che gli ottimi trend di questi giorni siano confermati dopo i canonici giorni di attesa dell’incubazione e quindi dell’eventuale manifestazione del virus. Se tutto andrà così si potrebbe tornare a giocare qualche eventi dal vivo molto prima della fine dell’anno.
Le regole di safety del King's: Mascherine obbligatorie per tutte le persone che circolano nel casinò. Quando un giocatore lascia il suo posto al tavolo, subito una persona delegata disinfetterà l’area prima che un altro giocatore si sieda. Scudi facciali saranno forniti a tutti gli impiegati del casinò e saranno disponibili nella reception del casinò se qualcuno li vuole affittare. All’interno del casinò non è consentito consumare cibo. Gli ospiti che vogliono ordinare del cibo devono uscire dal casinò e ordinarlo nell’area designata a tre metri dall’ingresso principale del casinò dove ci sono dei tavoli esterni all’aperto. Cibo e bevande in scatola confezionate in buste di plastica saranno disponibili all’interno del casinò, dove per un piccolo costo gli ospiti potranno prendere il cibo e consumarlo. Nel giro di 14 giorni le restrizioni sul cibo e sulle bevande saranno dismesse. L’albergo e il ristorante resteranno chiusi fino a ulteriori novità.
L’HOLD’EM PROVA A RIPARTIRE CON GUANTI, PLEXIGLASS E MASCHERINE
ITALIA COI CASINÒ CHIUSI E I CIRCOLI MEZZI APERTI Di poker dal vivo, in Italia, difficilmente ne sentiremo parlare se i casinò, nel mese di giugno, non riapriranno ancora. Sono rimasti in tre e si stanno muovendo per ripartire ma il Governo sul gioco legale tarda ancora ad esprimersi sempre per la solita battaglia ideologica di parte della maggioranza. Il dibattito si è spostato sui club dal vivo che, come sappiamo, non sono inquadrati nell’alveo concessorio dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e quindi dallo Stato anche avuto negli anni vari precedenti legali e pronunce che gli consentono di stare aperti. Con la ripartenza della cosiddetta “Fase2b”, le linee guida hanno dato un colpo mortale al poker dal vivo anche se, come dobbiamo ripetere, non è inquadrato con le attività che lo Stato e le Regioni hanno regolato. Tuttavia questa parte delle linee guida è decisamente castrante: “È vietato l’utilizzo di strumenti di gioco per i quali non è possibile una disinfezione ad ogni turno, ad esempio le carte da gioco”. Si tratta dell’ennesima conferma che, purtroppo, per prudenza estrema, alcuni giochi sono inibiti nei circoli culturali e ricreativi. Ed è qui, che forse, dobbiamo correggerci subito: sicuri che il poker live sia compreso? Considerando che in alcune tabelle dei giochi proibiti aggiornate costantemente dalle Questure il poker è assolutamente vietato, in quei casi è proprio impossibile organizzare qualsiasi tipo di torneo o tavolo anche con le regole solite consigliate dalla Corte di Cassazione e dalle sentenze favorevoli: no premi in denaro, no rebuy e buy in non superiori ai 50 (100?) euro. E anche uno degli esperti della trasmissione Tagadà di La7, in commento ad un servizio giornalistico dove i cir-
coli in questione hanno fatto vedere i tavoli per i giochi di carte accatastati e complesse procedure per i tavoli di biliardo e le bocce, giochi che spesso vedono protagonisti uomini e donne over 65, soggetti maggiormente esposti al pericolo Covid-19, ha confermato che le carte da gioco andrebbero disinfettate dopo ogni utilizzo. È il parere dell’esperto infettivologo, il professor Aldo Morrone. I circoli per anziani e ricreativi hanno messo da parte questi giochi. Il poker live si è interrogato ma qualche circolo aveva già riaperto col timore di una parte dei competitor che al primo problema di sicurezza, al primo contagio, c’avrebbe rimesso tutto il settore. Staremo a vedere (mentre scriviamo la riapertura è avvenuta davvero da pochi giorni), sperando che non succeda nulla, ovvio. Detto tutto questo crediamo che, come al solito, il poker dal vivo rimanga borderline e, come tale, potrebbe anche riaprire. Tuttavia i rischi che si assumono gli organizzatori sono elevati anche se li abbiamo visti in questi giorni impegnati a mettere in piedi sontuose sanificazioni e protocolli di sicurezza. A questo punto l’utilizzo dei guanti sembra d’obbligo anche se le linee guida tagliano la testa al toro eliminando proprio totalmente, almeno per questa fase, i giochi di carte. Di difficile applicazione lo shuffler automatico e sanificante che suggeriva Ike Haxton nel suo interessante phamplet sul poker live. Ma questo sistema costa davvero troppo sia per i nostri club che per i casinò americani più importanti che spesso sono dotati di mescolatori meccanizzati ma senza azioni igienizzanti. Spendere migliaia di dollari in questa fase è sicuramente antieconomico.
USA IN PLEXIGLASS Il plexiglass in Italia non è comparso nei ristoranti e neanche tra i primi tavoli da poker. Nello scorso numero avevamo scritto che il Casinò di Sanremo stava progettando un tavolo sicuro con divisori trasparenti quando avrebbe potuto riaprire. Anche qui dovremo capire se la decisione sarà confermata visti i feeedback negativi dai players di casa nostra. Quello che è certo è che al Seminole Hard Rock Casino di Tampa, in Florida, la riapertura è stata segnata proprio dalla presenza del plexiglass e anche di guanti e mascherine. Ma non solo: “Plexiglass, mascherina e guanti. Ma la cosa più importante è la shuffle machine nei tavoli, altrimenti con i guanti i dealer non sarebbero riusciti a mischiare le carte”, ha commentato la scuola di croupier Jca analizzando le soluzioni adottate in Florida. Insomma nel Seminole di Tampa c’è il massimo della sicurezza: plexiglass, mascherine e guanti a players e dealer e persino il mescolatore automatico. Inserendo anche un sanificatore nel mescolatore si otterrebbe un indice di ri-
schio davvero bassissimo in termini di contagio durante la distribuzione delle carte. . Cerchiamo, però, di andare oltre anche perché il plexiglass è davvero bocciato da tutti i players e da tutti i lettori che hanno gentilmente seguito le nostre news. Quindi la soluzione ultima e definitiva per ripartire con un poker live sicuro potrebbe essere guanti (solo per i dealer), mascherine, distanziamento sociale e modalità 6max e in più lo shuffle che sanifica il mazzo. In più a essere sanificate dovrebbero essere anche le chips. Ricordiamo sempre che queste soluzioni valgono per le case da gioco autorizzate in Italia ed in Europa (e nel Mondo) ma che non esiste un protocollo specifico da seguire. Per i più timorosi e per quelli più nostalgici del poker live di una volta non resta che aspettare ancora per tornare ai tavoli dal vivo.
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MACAO
casinò
AUGURANDOSI IL MEGLIO ASPETTANDOSI IL PEGGIO!
di Gianfranco Scordato
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I casinò di tutto il mondo alla sfida Covid-19, l’imperativo resta “The show must go on!”
ebbene Macao abbia già da mesi riaperto le porte dei suoi casinò, slot machines e tavoli da gioco rimangono vuoti e la situazione economica continua a deteriorare. I risultati di questi ultimi mesi sono stati a dir poco, disastrosi... e aprile, con un crollo degli incassi pari al 97 percento, si attesta come peggior mese di sempre a Macao. Dovremmo aspettarci un simile scenario anche per la riapertura di Las Vegas? E in Europa, invece? Secondo l’improrogabile “show must go on!” imperativo dell’entertainment industry, si conta adesso su giugno come mese per una possibile ripartenza e dimenticando completamente, quelle che sono (e che saranno) le reali aspettative ed i bisogni effettivi di futuri ospiti/clienti, ci si prospettano scenari a dir poco tetri e raccapriccianti: zombies che si sposteranno in aereo-ambulanze per raggiungere delle cliniche-hotel; improbabili gruppi di giocatori in mascherina che attraverso passaggi obbligati, controlli di temperatura e quant’altro, si incammineranno solitari, tra le tante fantasiose invenzioni che ci proietteranno verso una nuova vita ibernata nel plexiglass (consiglio vivamente ai tanti nuovi e improvvisati venditori d’assalto che propongono innovazioni a marchio “anti-Covid19”, di mettere a catalogo anche una serie di buone assicurazioni legali contro le cause che fioccheranno ai primi contagi effettivi), verso nuove frontiere dell’intrattenimento touchless. Da Las Vegas comunque sono già arrivati i primi protocolli di sanificazione e contenimento Coronavirus e parte così, da Wynn Resort, Mgm e Las Vegas Sands la grande sfida dei casinò al Covid19. Anche il Nevada Gaming Control Board ha poi rilascito le linee guida per la riapertura. Imbarazzante silenzio invece dal vecchio continente, dove fatta eccezione per qualche raro esempio, non si vedono ancora indicazioni certe o validate da alcun Ente, Associazione di categoria, Autorità di controllo giochi.
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Il nostro plauso va ovviamente, a coloro i quali (pochi) hanno avuto l’iniziativa, la responsabilità, la capacità, la chiarezza, e forse, anche il coraggio di rendere le loro procedure interne fruibili e consultabili da tutti. Si tratta di leadership. Non vi è alcun segreto nel tracciare le possibili linee guida di una riapertura. Il personale, come la clientela, “deve” poter conoscere le intenzioni e le implicazioni di quanto prospettato dalle aziende. Annunciare misure e dar notizia di lavori in corso, senza mai darne un riscontro pratico ed evidente, si riduce invece in un patetico tentativo di modesta – quanto inutile se non dannosa - campagna di Pr. In Europa, dove l’industria del gioco rimane principalmente popolata da una miriade (frammentata) di microgestori, gli effetti di questa crisi non possono che amplificare a dismisura una già difficile situazione di sofferenza finanziaria e quel cronico scollamento dalla realtà, di un settore che ancor oggi ama definirsi “gioco tradizionale” e che da ben prima dell’arrivo della pandemia, si trovava già in una situazione di chiara deriva esistenziale, oltre che strutturale. Siamo passati di colpo, dalle sale semivuote, tavoli da gioco abbandonati, clienti e visite sempre troppo diradate, all’esigenza di concordare e controllare una gestione delle code all’entrata, assembramenti vari, capienza massima delle sale e addirittura, la riduzione dell’offerta di gioco. Visto che questo completo ribaltamento di prospettive sembrerebbe ormai metabolizzato, potremmo ancora fare qualche sforzo e considerare anche una rivisitazione di alcune variabili che potrebbero infierire sulle nostre premesse di riapertura: i) La mobilità riacquistata - per decreto – e la riapertura delle porte, potrebbe non rispecchiare la mobilità e la volontà individuale di una clientela che potrebbe presentarsi con tempi totalmente differiti dalla nostra data di riapertura; ii) Una volta rientrati, i clienti possibilmente, non saranno più gli stessi, né avranno bisogno esattamente degli stessi
CASINÒ AUGURANDOSI IL MEGLIO, ASPETTANDOSI IL PEGGIO!
servizi. Durante questi mesi di assenza, i loro bisogni, le loro aspettative, chissà, forse anche i loro valori potrebbero essere cambiati... Ci hanno osservato, seguito, ascoltato, ed avranno elaborato tutta una loro idea e giudizio su come abbiamo affrontato questo periodo e le aspettative che riponiamo sul futuro. Chi invece ha preferito il silenzio, evitando ogni possibile avversità implicita di una comunicazione aperta, può star certo che alla fine, quel silenzio si convertirà nella più potente amplificazione di un messaggio chiaro e distinguibile, che proprio brillando per la sua evidente assenza, avrà esplicitato tutte le risposte; iii) In ultimo, e non certo per importanza, semmai il contrario: pensare che, il personale rimasto - di fronte a uno scenario economico senza precedenti e con ricadute pesantissime sulla disoccupazione - a questo punto, temendo la sicurezza del proprio impiego, sarà accondiscendente e pronto ad abbracciare qualunque rischio e situazione, a qualunque prezzo e condizione... beh, anche questa premessa credo andrebbe ponderata con maggior prudenza. È possibile invece che proprio perché messo di fronte a prospettive di un lavoro alienante come sempre e, adesso, ancora meno attrattivo; di una non crescita professionale se non di una involuzione professionale (downsizing) che consisterà in sempre meno gente, per sempre più lavoro e possibilimente, per minori benefici; uno staff non coinvolto - da subito, non informato sulle evoluzioni della crisi e sugli sforzi che la nostra azienda sta compiendo per uscirne con il minor danno possibile, uno staff che non ha potuto condividere nuovi programmi, nuovi obiettivi e che sarà solo rimasto all’angolo aspettando il giorno del giudizio, sarà ancor meno (pre)disposto ad “abbracciare” nuove strategie di posizionamento ed accoglienza della clientela (ancor peggio se non riporrà piena fiducia nelle misure di prevenzione e diffusione dei contagi implementati dai protocolli interni). Cosa ci si può aspettare dunque a breve? Previsioni di incassi a caduta libera, costi di gestione in significativo aumento e disequilibrio delle risorse (comprese quelle umane) in forte tensione. Se volessimo poi anche citare gli “obblighi di sicurezza e di rischio inerenti al posto di lavoro”, imposti dal buon senso (?), sicuramente sanzionati dalla “responsabilità amministrativa” che incombe sui gestori, allora sì, ci sarebbe da interrogarsi sui tempi e le aspettative reali per una possibile, quanto lontana ripresa. Intanto, la tensione tra proprietà e gestione è sempre più evidente: troppo onerosa per i primi, troppo rischiosa per gli altri. Tra i tanti effetti indiretti a cui questo virus ci ha esposti, vi è indubbiamente, un’estrema accelerazione verso la tangibilità e la trasparenza (niente più chiacchiere e distintivo) che metterà in evidenza – come mai prima - ciò che non è più prorogabile e men che meno, giustificabile. Una ripresa accelerata di nuove acquisizioni favorirà una nuova fase di consolidamento per i “super big”, mentre le strutture individuali che non riusciranno a beneficiare dalla leva fornita dai volumi e dai vantaggi della concentrazione, non riusciranno facilmente a far fronte alla crescente sofisticazione di un mercato, sempre più esigente
e competitivo, sempre più stretto dalla morsa degli obblighi di diligenza e compliance. Vi sarebbe un reale bisogno, specialmente per le piccole strutture individuali che restano ai margini della competizione mondiale di questa industry, di sinergia e condivisione di una strategia (regionale) unitaria di settore, come anche di maggior condivisione di dati, statistiche e best practices. In generale, invece, si continua a procrastinare ogni decisione ed investimento, a restare seduti alla finestra, aspettando che ritorni il sereno per capire, come e se agire, sempre con la speranza di un ritorno alla normalità (?), già... un giorno tutto ritornerà come prima! In verità, c’è da aspettarsi che saranno veramente poche quelle realtà che avranno ancora qualche chance di sopravvivenza, e non saranno certamente quelle che oggi stanno lavorando sulla possibile “riapertura”, bensì quelle centrate su una strategia di uvera e propria “nuova apertura”. Organigramma, job descriptions, organizzazione delle risorse (quelle umane, in primis), budgets e previsioni, prodotti e processi, tecniche di marketing, promozione e comunicazione... tutto via! Spazzare proprio tutto via e ricominciare! Servirà ridisegnare l’accessibilità, la disposizione delle aree da gioco, l’offerta di prodotto presente come anche bar, ristoranti, etc.. Riqualificare il personale e le loro mansioni, secondo caratteristiche e qualità oggi imposte da questo periodo di riapertura a tentativi (le “soft-skills” saranno sempre più necessarie e richieste). Riformulare (da zero) budgets e previsioni finanziarie, evitando di ripartire da dove si è lasciato. Continuare a comparare le figure su stesso periodo anno prima e Vs budget corrente sarebbe solo un ostacolo alla nostra consapevolezza ed accetazione del fatto che “quel che era, non sarà più”. E ancora, ridefinire “mission & values” aziendali, darne evidenza attraverso l’esempio diretto a tutti i nostri clienti (esterni ed interni) e ricalibrare quindi la nostra comunicazione e le campagne di marketing, tenendo fede alla rinnovata promessa dell’avvenuto cambiamento. Saremo tutti delle start-up e impareremo “trial and error” a proporre non solo un rinnovato prodotto/servizio, ma anche e soprattutto una nuova fruibilità, offerta con modalità nuove e che sapranno intercettare gli ormai mutati interessi, bisogni, valori di una clientela che non si accontenterà più di semplici operazioni di “restyle” e impegni di responsabilità “a salve”. Che sia finalmente giunta l’ora di ripartire da una piena consapevolezza del valore umano? dalle capacità di sistema? da una innovazione tecnologica sapientemente implementata? da una gestione d’impresa più semplice, più chiara, più condivisa? Una cosa Gianfranco Scordato è certa; non ci sarà più di ausilio la questione manzoniana del “fu Gianfranco Scordato è gaming vera gloria?” che potremo rimanexecutive e managing partner di CasinoMarketWatch, una dare con un “ai posteri l’ardua boutique firm con base a sentenza” ma piuttosto, un praMalta, specializzata in ricerca, tico: “ne riparliamo tra qualche espansione e sviluppo prodotto/ business; business evaluation (due mese... o forse, anche tra qualche diligence); M&A. settimana!”
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casinò CASINÒ DEAUVILLE PH. NEIL STODDART
Sogna ragazzo sogna
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ono qui davanti l’entrata di uno dei più bei casinò del mondo. Proprio davanti a una spiaggia immensa, di sabbia. C’è bassa marea oggi, la spiaggia è ancora più grande, e quando il mare si ritira, ci vogliono almeno cinque minuti prima di arrivare a bagnarsi. L’acqua è fredda, anche se siamo ai primi di luglio. Ma non è acqua dei nostri mari, io sono nato sull’Adriatico, e questo mare è diverso. Però oggi sono contento anche davanti a questo mare. Sono appena arrivato a Deauville, una delle località più lussuose della costa della Normandia, il mare della Manica divide la Francia dalle coste inglesi. Con un collega, siamo partiti ieri pomeriggio, tutta la notte in auto, ci siamo dati il cambio alla guida, abbiamo percorso più di 1.600 Km e infine siamo qui. Da qualche mese abbiamo terminato la scuola croupier, e la nostra prima meta di lavoro in un casinò è proprio questo piccolo paesino dell’estremo nord della Francia. E ora sono qui davanti l’entrata. Sono a due passi dalla realizzazione di un grande sogno, forse il più grande di tutta la mia vita. Da tanto tempo sognavo di lavorare in un casinò, dietro il tavolo di una roulette o di un blackjack. Dai facciamoci coraggio, lasciamo battere il cuore più veloce, entriamo. Salgo una bellissima scalinata, sono le 11 di mattina, soltanto la sala delle slot-machine è aperta, la sala dei Grandi giochi, come la chiamano qui, apre nel pomeriggio. Ci rivolgiamo a una assistente slot, una bella ragazza mora che ci accoglie sorridente, ci presentiamo e chiediamo del direttore dei giochi. La ragazza si informa se egli può riceverci, e nell’attesa ci offre un caffè. Che meraviglioso inizio. Il direttore arriva dopo qualche minuto, gli fa piacere parlarci in italiano, anche se noi ce la caviamo bene nella lingua dei cugini transalpini. Ci mostra la sala dei giochi tradizionali. A detta di tutti è una delle sale di gioco più bella di tutto il mondo, e io sono
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di Giuseppe Testi
lì, giovane ragazzo che sogna, a parlare con il direttore. Ci spiega il funzionamento, le modalità contrattuali, gli orari di lavoro, le regole, ci informa sul luogo dove siamo alloggiati, una specie di residence a pochi passi dal casinò. Risponde cortesemente a qualche nostra domanda, per chiarirci le idee, poi ci congeda augurandoci buon lavoro. Dopo due giorni comincio, ho già conosciuto qualche collega, gli ispettori, faccio parte di un team di dieci croupier, l’ispettore che la dirige è molto simpatico, cortese, mi sento a mio agio da subito. Sono le 20, scendo in sala, con la mia giacca e il papillon, vado al tavolo di black-jack, prendo il posto di un collega che non conosco, ha finito il suo turno. Guardo i gettoni, davanti a me 7 giocatori che sfumacchiano sigari e bevono champagne, non importa chi io sia. Sono un impiegato. “Bonsoir messieurs”. Buonasera signori, e inizio a distribuire le carte dal sabot. Il sogno è cominciato e non me ne sono neanche accorto. Era il 3 luglio 1996, cominciava la mia carriera nel mondo dei giochi. E oggi sono qui, a scrivervi da casa, seduto comodamente davanti al computer, mentre tutti i casinò di Francia sono chiusi. Anche in Italia sono chiuse tutte le sale slot, bingo, scommesse e ovviamente, i casinò. Ma perché ci sono i casinò in Italia? Certo ce ne sono ben tre, prima erano quattro, pensate. Ma il Casinò di Campione, come tutti sanno, è chiuso, ma era già chiuso da prima, esattamente da luglio del 2018, per fallimento. Ma dai ma come si fa, un casinò che fallisce, non è possibile. Infatti, come dice il proverbio, se si racconta non si crede. Eppure è vero. Ma come può una casa da giochi che incassa 250.000 euro al giorno, a fallire? Non entro nel merito, ma vi lascio indovinare. Il sistema gioco italiano. In Italia ci sono tantissime sale slot e bingo, molti bar hanno delle macchinette, però esistono solo tre casinò, tutti rigorosamente al nord. Il sistema gioco italiano. Prima di entrare a lavorare nel settore del gioco d’azzardo, ho frequentato a Roma una scuola per croupier. Attirato dalla notizia che di lì a poco
CASINÒ SOGNA RAGAZZO SOGNA
il Parlamento, con una legge specifica, avrebbe autorizzato l’apertura di nuovi casinò, almeno uno per regione, ma forse molti di più. Ci sarebbero state assunzioni, e molti impiegati di gioco italiani, che lavoravano da tanti anni all’estero, avrebbero potuto rivedere la loro terra, non per passarci le vacanze, ma per tornarci a vivere, dignitosamente, e mettere la loro esperienza a disposizione dei nuovi luoghi deputati al gioco lecito. Passarono i mesi e poi gli anni, le notizie sull’apertura dei nuovi casinò scomparvero dai titoli dei giornali, e tutto restò come prima. Chi avesse voluto intraprendere la carriera di croupier, doveva per forza andare all’estero, nuovo migrante non per bisogno ma per inseguire un sogno. Io sono uno di quelli, e in Italia ci torno solo per passarci le vacanze, e per riabbracciare i familiari e gli amici. Circa vent’anni fa, il comune francese dove lavoravo era gemellato con uno italiano, proprio uno di quei luoghi incantevoli del sud, dove per alcuni mesi tanti anni fa era stato aperto un casinò. Poi le autorità lo hanno fatto chiudere, chissà perché gli altri sono rimasti aperti, allora la legge non è uguale per tutti. Nel corso di una breve visita al casinò dei rappresentanti di questo comune italiano, ebbi modo di parlare con il vicesindaco, e gli chiesi cosa ne pensasse della difficoltà di aprirne di nuovi in Italia, mi fece capire che avremmo dovuto porre la domanda ai responsabili di un piccolo Stato, veramente minuscolo, ma che ha tanto potere in tutto il mondo. Ma come mai, mi domandai, pensavo che questo Stato non si occupasse del gioco, ma di cose ben più… alte! E chissà perché i governanti di questo Stato si occupano del gioco, ma solo di quello italiano, invece negli altri Paesi non hanno alcun potere, anche questo rimane un grande… mistero! Perché il governo italiano, così attento a emanare regole a raffica, cambiandole anche di giorno in giorno, per arginare le difficoltà di questo momento, non è mai stato capace di creare regole certe per il settore dei giochi. In questa rivista ogni mese appaiono articoli, in cui si parla giustamente del bisogno di disposizioni precise per regolamentare il settore, spesso ci sono interviste a questo o quel politico che dice la sua. Ma niente cambia. Oppure si fa finta di cambiare tutto, per non cambiare nulla, come diceva saggiamente il principe di Salina nel Gattopardo. La storia italiana ce lo insegna. Quell’Italia di fine ‘800 che vedeva nascere la sua cosiddetta unità, era al tempo stesso creatrice delle istituzioni legali e illegali, lo Stato unitario contrapposto ma connivente con la criminalità organizzata, che iniziava proprio allora la sua storia, prima di emigrare nelle Americhe e nel resto dell’europa, insieme agli uomini, costretti ad abbandonare la loro terra, loro per bisogno, prima ancora di intravedere un sogno. Torniamo ai giorni nostri, fra pochi giorni, qui in Francia dovrebbero riaprire i circa 200 casinò, non appena il Governo lo permetterà. Sia gli impiegati che i clienti dovranno rispettare le nuove norme di igiene: mascherine, guanti, gel disinfettante a disposizione ovunque in sala, limitazione del numero di entrate, spazi fra le slot nel rispetto delle norme sanitarie, protezioni in plexiglas all’entrata, per il controllo d’identità, e alle casse. Tutti gli im-
piegati saranno formati, per rispettare e far rispettare queste regole. Ho parlato di controllo d’identità all’entrata dei casinò francesi, obbligatorio dal 1° novembre 2006. In questo modo minorenni e interdetti di gioco, non possono entrare. Non è poi così difficile. Perché in Italia PESCARA, si parla tanto di ludopatia, ma non ci sono norme a tutela del giocatore, e della sua famiglia. Perché sappiamo bene che chi è dipendente dal gioco, mette a rischio il suo benessere e quello dei suoi cari. E per quanto riguarda il controllo del gioco minorile, sfido chiunque a riconoscere un ragazzo o una ragazza di 16 o 17 anni, che giochi tranquillamente in una sala slot o in un bar. Pertanto è semplice, basta controllare un documento di identità. Io sono a casa da più di due mesi, per fortuna ho mantenuto, come tutti i lavoratori del settore del gioco, e di tutti gli altri settori di attività, il mio stipendio, con una perdita del 20 percento circa. In questi mesi di inattività forzata, è lo Stato francese, attraverso gli enti che gestiscono la disoccupazione, a farsi carico dell’erogazione dei salari. Durante il periodo di lockdown, sono uscito soltanto per fare la passeggiatina alla mia cagnetta, e per fare la spesa una o due volte a settimana. Da una settimana, al momento in cui scrivo, non siamo più obbligati a restare a casa, ho ripreso a fare lunghe passeggiate sui sentieri lungo il fiume, sia per perdere un po’ di peso in eccesso, accumulato nelle ultime settimane, sia per rinfrancarmi la vista e lo spirito. Non è come passeggiare su una spiaggia abruzzese, ma mi devo accontentare. Spero di poter tornare presto, a godere della brezza marina di quelle spiagge, del gelato più buono del mondo, e della vera pizza. Ma come, direte voi, miei cari lettori, hai parlato male dell’Italia e poi ci vuoi tornare? No mi avete frainteso, io non ho parlato male dell’Italia, né degli italiani, rileggete bene le righe se avete dubbi. Io ci torno, perché amo il mio Paese, e coloro che ci vivono. E quello che avete letto prima, l’ ho scritto proprio per questo motivo, per amore. E perché sogno ancora. Non sogno più l’apertura dei casinò, sarebbe troppo tardi, va bene così. Sogno che questo Paese sia, nel suo modo di funzionare, all’altezza del suo popolo. Del cuore e dell’anima di questo popolo. Buone vacanze, dovunque siano, ma meglio, ove possibile, su una spiaggia o una montagna italiana.
PONTE DEL MARE
LUI CHI È?!?
Originario di Pescara, Giuseppe Testi è direttore di sala presso il Seven Casino di Amnéville les Thermes, nella regione Lorena, in Francia. Ha iniziato a lavorare nei casinò francesi nel 1996, debuttando a Deauville come croupier. Ha lavorato in diversi casinò, attualmente si occupa della gestione della sala, sia del reparto slot, come dei giochi tradizionali. Si è occupato inoltre di formazione dei croupier, sia in Italia che in Francia. Dal 2018 è coach professionale, per accompagnare le persone, sia in ambito privato che aziendale. www.gioconews.it
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incertezza. La crisi di liquidità che ha colpito la popolazione e il blocco del turismo non gioveranno alla ripresa. Altro aspetto da tenere in considerazione è quello psicologico, ovvero se la voglia di divertimento vincerà la diffidenza e la paura che oggi ancora ci accompagnano rispetto alla possibilità di contrarre il virus. Atteggiamenti che a quanto abbiamo visto a maggio non hanno caratterizzato i giovani, ma la clientela con la quale i casinò devono tornare in contatto è per la maggior parte di età avanzata, quindi la speranza che vengano sconfitti timori e preoccupazioni rappresenterà una variabile molto importante. Un accenno meritano anche i servizi complementari al gioco, ospitalità in primis. Per molti clienti giocare significa anche poter contare su strutture ricettive, quindi alberghi e ristoranti. Un comparto che sta ripartendo con grande difficoltà. Nel complesso, lo scenario resta complicato, ma noi vogliamo ottimisticamente pensare che questo cambiamento del nostro stile di vita che abbiamo dovuto subire possa rappresentare comunque un’opportunità. Difficile crederci oggi, forse domani…
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re che assicurino la distanza tra croupier e cliente oltre che clienti tra loro. Giochi come il black jack, il punto banco, il trente quarante, il poker caraibico potranno a nostro parere essere gestiti senza grossi problemi. Intravediamo qualche oggettiva difficoltà per la gestione del craps - il tavolo dei dadi è infatti sinonimo di aggregazione per antonomasia - lo stesso dicasi per la roulette francese, mentre per la fairoulette con alcuni accorgimenti potrebbe essere possibile operare in sicurezza. Le nostre sono solo considerazioni, occorrerà comunque attendere ciò che le fonti ufficiali comunicheranno, accertato che il settore, forse per l’esiguità delle aziende che vi operano, non è mai stato oggetto di attenzioni specifiche da parte del Governo e questo nonostante il peso a livello economico che le case da gioco rappresentano in termini di occupazione e di tributi assicurati alle casse delle regioni e dello stato. L’auspicio resta quello che l’allentamento del lockdown porti con sé la voglia di divertimento che in tempi passati ha sempre caratterizzato l’utenza abituale dei casinò. Un tema, quest’ultimo, sul quale pesa grande
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te in Piemonte e Lombardia, solo parzialmente in Liguria. Ne consegue che un’ipotesi di apertura delle sale da gioco resta fortemente condizionata dall’abbattimento dei divieti tuttora vigenti in tema di mobilità interregionale. Per quanto riguarda la clientela Vip, il mercato è geolocalizzato in modo diverso, quindi distribuito su tutte le regioni, con concentrazioni importanti in quelle del sud Italia. In questo caso la ripresa delle relazioni commerciali è condizionata anche dalla possibilità di disporre nuovamente di collegamenti aerei regolari. Con riferimento invece all’operatività delle case da gioco, in assenza al momento di disposizioni specifiche, possiamo solo ipotizzare che il distanziamento sociale rappresenti la regola principe da rispettare, in aggiunta alla sanificazione dei locali, di tutti gli arredi e delle attrezzature di gioco, il che non è cosa di poco conto. Giocherà sicuramente a favore dei casinò la disponibilità di grandi spazi che caratterizza gli edifici in cui operano. Escludiamo problemi per gli accessi, sia in entrata che in uscita, mentre qualche perplessità resta per la gestione di alcuni giochi. Il parco slot a disposizione di ognuno è talmente ampio da consentire ai clienti di giocare in massima sicurezza. Per i tavoli da gioco la situazione si complica. Occorrerà probabilmente allestire pannellatu-
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mese di maggio è trascorso nel rispetto delle scadenze programmate per la cosiddetta Fase 2 di allentamento del duro lockdown al quale siamo stati obbligati ad adeguarci a causa della pandemia. Lentamente, grazie anche a un andamento decrescente delle curve di contagi e di decessi, si è intravista la possibilità di tornare alla quasi normalità o quantomeno a un regime meno restrittivo per quanto riguarda la nostra mobilità. Molte attività hanno ripreso a lavorare con regole molto impegnative per assicurare quel distanziamento sociale invocato come unica cura contro l’infezione da Covid-19. Questa prima riapertura non ha interessato il mondo del gioco d’azzardo di cui ci occupiamo in questa rubrica e per il quale lo scenario in vista di una ripresa dell’attività resta alquanto complesso. Il primo problema è rappresentato dall’impossibilità di muoversi al di fuori della propria regione di residenza. Com’è oltremodo noto i Casinò attingono la propria clientela soprattutto dalle regioni/stati confinanti o, come abbiamo avuto più volte modo di scrivere, il raggio di influenza in termini di attrazione della stessa può essere rappresentato da un cerchio con un raggio di 200/250 chilometri al massimo. Per il Casinò di Saint-Vincent, ad esempio, che opera all’interno di una regione che vanta poco più di 100mila abitanti, il bacino di utenza primario è sicuramen-
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pochi mesi dalla completa acquisizione da parte del Gruppo Novomatic Italia, Capecod Gaming ha appena lanciato con una nuova slot. Ne abbiamo parlato con il Ceo & Founder Mauro Roncolato. Come avete affrontato questi difficili mesi di quarantena? “Durante il lockdown non ci siamo fermati. Già prima di questo evento l’azienda era abituata a collaborare con professionisti provenienti da tutte le parti del mondo. La difficoltà è stata quella di estendere questo approccio lavorativo a tutti i collaboratori, ma grazie alle nostre metodologie di lavoro, e all’impegno delle persone, possiamo dire che l’azienda non ha risentito negativamente di questo momento. Per noi è stato anzi un momento di grande riflessione dal quale usciamo convinti che la nostra vision sia quella giusta; questo evento ha fatto da catalizzatore rispetto a un cambiamento che era già in atto e i numeri del gioco lo confermano. Il gioco è sempre più ‘mobile al quadrato’: mobìle come i dispositivi utilizzati ma anche mobile, con i giocatori che vogliono accedere all’esperienza ludica anche all’esterno di casa, al bar, al parco o durante una passeggiata non più solo la sera dal proprio divano di casa come capitava un tempo. Siamo pertanto molto felici, in questo contesto, di avere rilasciato sul mercato un gioco che va incontro proprio a questa esigenza di mobilità”. Abbiamo parlato del cambiamento delle abitudini delle persone, quanto ritiene importante conoscere e approfondire le esigenze e i gusti dei giocatori? “È fondamentale per essere sicuri di avere la prua dell’azienda orientata nella giusta direzione. Ma la nostra mission aziendale va oltre questo; il nostro obiettivo dichiarato è quello di anticipare. Essere i primi non ci ha mai fatto paura. Siamo stai i primi in Italia a credere nel portare nell’online i titoli di maggior successo nei Bar, siamo stati i primi a realizzare esclusivamente prodotti in doppia tecnologia, flash e Html5. Oggi siamo i primi che offrono prodotti nati e sviluppati esclusivamente per il canale mobile”. Vertical Revolution è il claim della campagna di lancio; da dove nasce? “Il gioco è fruibile nella sola modalità mobile portrait (schermata verticale) e la versione desktop segue questa logica, simulando il gioco visto da telefono. Ma la rivoluzione nasce a monte, dalla progettazione, con spazi pensati e ottimizzati per questo tipo di utilizzo. Il primo sketch è stato realizzato sul ‘foglio verticale’ e abbiamo fin da subito escluso di adattare la slot ad altri formati; il non doversi piegare al ‘giusto compromesso’ è, secondo noi, la vera rivoluzione”. Avete quindi in programma altre slot con questa caratteristiche? “Sicuramente, questo è solo il primo di una famiglia di prodotti che sono già in lavorazione, questa soluzione rappresenta sicuramente il presente nel mondo del gioco online. E noi stiamo già preparando la prossima rivoluzione”.
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CAPECOD GAMING (NOVOMATIC ITALIA) STARDUST EXTENDED LA NUOVA SFIDA VERTICALE
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LASLOTONLINE DELMESE
GREAT RHINO MEGAWAYS Un safari ricco di avventura e tanta adrenalina | Nome_ Great Rhino Megaways | Data di rilascio_ aprile 2020
| Produttore_ Pragmatic Play | Disponibile su_ Omnichannel
| Payout_ 96,58%
Provala subito!
›› grafica
Dopo il grande successo di Great Rhino, i giocatori sono pronti a viaggiare nuovamente in un Safari, dove il protagonista assoluto, come il nome lascia ampiamente intendere, è un rinoceronte a cui fanno compagnia anche gli altri abitanti tipici della savana, che rappresenta lo scenario di base del gioco. Un’ambientazione decisamente ben realizzata, dal punto di vista della grafica, resa al meglio da un’impeccabile scelta della simbologia: molto accurata e decisamente accattivante. Tra i simboli, tutti realizzati con la massima attenzione e cura dei dettagli, compaiono i seguenti animali: iena, ghepardo, gorilla, fenicottero e coccodrillo (con il simbolo Wild rappresentato naturalmente dal Rhino). Ci sono però anche le immancabili carte da gioco, per un esplicito richiamo alla tradizione, anche se vengono realizzate come se fossero delle statuette di legno (accuratissime anche queste) per non rinunciare in alcun modo alla coerenza dell’ambientazione. Idem per la griglia di gioco che si presenta delimitata da alcune lance e bastoni rigorosamente in legno, a cui fa da sfondo un’immagine tipica della savana, con alberi, animali ed ovviamente un cielo terso.
›› sound
L’accuratezza e la coerenza sono i due driver che hanno guidato l’intera progettazione della slot e che si ritrovano chiaramente anche nella parte audio. Con una colonna sonora in perfetto stile safari, quindi in linea con il tema della Great Rhino Megaways, e una serie di musiche ed effetti molto piacevoli e divertenti, in grado di fondersi alla perfezione con le diverse dinamiche del gioco. Caratteristica, anche questa, che si ritrova in tutte le componenti della slot: nella fase bonus, per esempio, oltre ad aumentare il ritmo, anche il cielo si oscura, mentre si va a caccia di premi, per una totale immersione provocata da una serie di effetti speciali più da cinema o da cartoon, che da slot!
›› giocabilità
Per chi ha già provato la precedente Great Rhino, dove un grande rinoceronte offriva la possibilità di conquistare un ricchissimo Jackpot, può già rendersi conto del fascino di questa slot, che viene qui arricchito da nuove funzioni straordinarie come il cosiddetto “Megaways”, che permette di moltiplicare fino a 20mila volte il valore della scommessa eseguita nel giro che l’ha generata. Questa particolare funzione consente di giocare in modo rapido e con la possibilità di ottenere dei premi quando i simboli arrivano a cascata. Con le combinazioni positive si conquistano delle preziose reazioni a catena di specifici simboli, che lasciano il posto agli altri che arrivano dall’alto (Megaways). In generale, si tratta di una slot 6×4 rulli, oltre a una riga di quattro simboli, che si muovono da destra verso sinistra, in alto alla griglia di gioco. Con ben 200.704 modalità di vincita e 25 linee di pagamento.
›› bonus
Come anticipato nella parte grafica, il grande rinoceronte agisce da simbolo Wild e può apparire sui rulli 2-3-4-5, nella riga superiore. Il grande Rhino può sostituirsi a tutti i simboli (non Scatter) nel formare delle combinazioni della tabella pagamenti. Questa preziosa funzione si attiva quando almeno quattro Scatter (simbolo rinoceronte dorato) appaiono sui rulli, anche non in linea, offrendo anche vincite moltiplicate. Durante questa funzione speciale, i giocatori possono scegliere fra due opzioni: selezionare un numero di giri gratis più alto (da 5 a 15) e moltiplicatore più basso, oppure dei giri gratis inferiori, ma con moltiplicatori più elevati (da 1x a 10x).
il nostro giudizio. Pragmatic Play si è contraddistinta nel tempo grazie a una serie di slot online molto ricche e divertenti, che hanno saputo ricavarsi ben presto uno spazio importante sul mercato italiano. In questo caso, grazie alla partnership con Big Time Gaming, viene introdotto il sistema Megaways in un titolo già famoso e il risultato è una slot molto bella, divertente e che sa come tenere incollati i giocatori davanti allo schermo. Grazie a un pregevole utilizzo della tecnologia Html5, peraltro, permette di essere giocata anche sui dispositivi mobili, di qualunque tipo, portando così al massimo della comodità l’esperienza dell’utente. Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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GIOCONEWS #06 GIUGNO 2020
Chi produce bellezza non perde mai Francesca d’Aloja racconta i suoi “Corpi speciali”e la sua quarantena romana, tra lettura, scrittura e riflessioni sugli scenari per il dopo Covid-19
INTERVISTE
di Anna Maria Rengo
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ettersi in gioco attraverso l’arte. Nelle più diverse accezioni, intercambiabili e fluide, a rappresentare al meglio le più complesse e variegate sfacettature della propria anima e creatività. È quanto fa Francesca d’Aloja, artista romana che nel corso della sua lunga carriera ha toccato tanti ambiti, sempre con successo e soprattutto con grande sensibilità. La incontriamo, ovviamente in maniera virtuale in questi tempi di Covid-19, e la prima domanda verte, necessariamente, proprio sulla sua poliedricità. Attrice, scrittrice e regista: quali tra queste vesti le calzano di più? “Ciascuna mi appartiene e tutte racchiudono la stessa inclinazione , vale a dire il bisogno di esprimermi. Probabilmente si tratta della naturale evoluzione di chi, come me, sentendosi costantemente insoddisfatta esplora altri mezzi, sconfina in altri territori, ma la matrice è la medesima. Inoltre,
Lei chi è?!? Francesca d’Aloja è nata e vive a Roma. Scrittrice, attrice e regista, ha lavorato tra gli altri con Vittorio Gassman, Carlo Verdone, Ferzan Özpetek, Ettore Scola, Ricky Tognazzi e Marco Risi. Ha debuttato nella narrativa nel 2007 con il romanzo “Il sogno cattivo”, seguito da “Anima viva” nel 2015 e da “Cuore, sopporta” nel 2018. Nel 2018 ha pubblicato, insieme a Edoardo Albinati, “Otto giorni in Niger”.
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GIOCONEWS #06 GIUGNO 2020
un attore è abituato allo studio di un testo, alla confidenza con la parola. La scrittura, dunque, può diventare una possibile appendice. Oggi però posso dire che scrivere è diventata una mia priorità”. Nel 2020 ha dato alle stampe “Corpi speciali”, edito da La Nave di Teseo: quali tra le tante vite che racconta ha sentito più vicina al suo modo di essere? E con quali criteri ha scelto i suoi corpi speciali? “Il criterio è stato fondamentalmente sentimentale. A ciascuno di essi dovevo qualcosa, e non soltanto a quelli che ho avuto la fortuna di conoscere. Sono persone spinte dalla sete di conoscenza, che hanno consacrato la loro vita alla ricerca di qualcosa. È questa fiamma che rende una vita piena. Nel mio piccolo posso dire di aver seguito lo stesso impulso, quello di farmi stupire dalla vita”. Come ha vissuto questo periodo di quarantena? Che cosa le ha insegnato? “La mia quotidianità non è poi così cambiata, vivo gran parte della giornata in casa, non ho dunque provato disagi sostanziali. È stato per me un periodo di iperattivià, sembra un paradosso ma è così. Ho ideato un programma per la Rai (Scrittori fuoriclasse), ho scritto, ho partecipato a parecchie dirette sui social, non mi sono mai sentita in solitudine (condizione che prediligo)! Nei primi tempi avevo difficoltà a leggere, non avevo la giusta concentrazione, credo sia un effetto naturale. Quello che ho imparato lo saprò più avanti”. Pensa che dopo il Covid-19 gli italiani saranno mi-
gliori, peggiori oppure uguali? Quali sono le sfide che dovranno affrontare? “Cambio idea ogni giorno, passo dalla fiducia alla totale sfiducia. La sorprendente ottemperanza alle regole dimostrata dagli italiani non so se sia davvero il frutto di un imprevedibile senso civico. Credo piuttosto cinicamente che si tratti di reazione alla paura. La paura rende ubbidienti… Sarebbe bello rimettere il naso fuori e scoprire la mia città (Roma) pulita, i suoi abitanti rispettosi dell’ambiente e delle regole. Ma non sarà così purtroppo. Ricordate un marziano a Roma di Flaiano? Ecco, temo sarà proprio così”. Il gioco ha mai ispirato qualche sua opera letteraria oppure è mai entrato in qualche film o documentario che ha diretto o interpretato? “No, però mi piacerebbe scrivere una sceneggiatura ispirata al bellissimo romanzo di Balzac ‘La pelle di zigrino’ nel quale il gioco ha un ruolo fondamentale”. Qual è il ruolo che l’arte e la cultura svolgono in questo difficile presente e che potranno svolgere nel futuro? “Pensiamo a come sarebbe stata questa quarantena senza musica, letteratura, cinema… L’arte ha una funzione protettiva, consolatoria. Produce fiducia nel genere umano, perché finché saremo capaci di produrre bellezza potremo non dirci perduti”.
INTERVISTE
Ottavio re di Roma e di Napoli, la sua vita non è stata un gioco di Cesare Antonini
Ci vorrebbe un'enciclopedia solo per raccontare gli inizi della carriera, gli anni a Napoli con Maradona, quelli a Roma con la famiglia Viola e aneddoti infiniti. Dalle conversazioni intime con la figlia Camilla è nata la biografia di mister Ottavio Bianchi, che si racconta anche a Gioco News.
“A
cena con amici del calcio, con giornalisti e scrittori era ormai una gara a chi voleva scrivere la mia biografia. Ma sono sempre stato schivo per queste cose anche se di battute, racconti e aneddoti ne avrei a iosa per quattro libri almeno. Mia figlia mi diffidava sempre dal cedere alle offerte e così ho raccontato a lei la mia vita nel calcio”. Lui è Ottavio Bianchi, 77enne giocatore prima, e allenatore di successo poi. Ha vinto uno scudetto col Napoli di Maradona, una Coppa Uefa e due Coppa Italia di cui una con la Roma dell’amato (e poi compianto) Dino Viola. La figlia si chiama Camilla, giornalista de l’Eco di Bergamo, e il senso di quello che dice Bianchi è tutto qua: “Si parla di calcio, ovvio, si parla di tutti i personaggi che vi aspettate di trovare ma è principalmente il racconto della mia vita vista dagli occhi di mia figlia e anche della vita di quegli anni, uno spaccato sociale importante”. Un unicum nella libreria delle biografie sportive: “Qualche mese fa è arrivata col taccuino e per giorni andava e tornava e ogni giorno faceva domande – racconta Binchi - nella testa di Camilla l’idea era maturata da tantissimo tempo. Fa la giornalista da più di vent’anni ma non si occupa di sport e per questo ne è uscito un lavoro molto personale, intimo e soft”.
Quando tutti si aspetterebbero che in testa a tutto ci sia il Napoli di Diego Maradona, col quale ha vissuto anni importanti, ecco la sorpresa: “Si parla molto della Roma di Viola che ha rappresentato un intervento molto turbolento della mia carriera. Ero venuto per Dino anche se non mi sentivo all’altezza dell’incarico, non mi sentivo addosso il posto. Ma poi ho conosciuto un grande dirigente come lui e tutto è stato più facile. E nella biografia non si parla solo di Maradona, si racconta l’oratorio, una realtà che a molti ragazzi di oggi è sconosciuta ma che è stata la base degli inizi della mia carriera. È il racconto della vita di un ex ragazzo”. Il filo conduttore della carriera calcistica, invece, è questo: “I miei percorsi non sono mai stati acqua piatta. Tutti penserebbero ai successi di Napoli ma il periodo di Roma è stato sottovalutato e io trovai una delle migliori persone che ho incontrato nella via vita. Andai per lui, per Dino Viola. Abbiamo vinto la Coppa Italia ma lui è venuto a mancare quando siamo arrivati in finale della Supercoppa d’Europa e so che per lui sarebbe stato il massimo. Ma la situazione non era serena, c’erano sempre dei problemi ambientali e societari. A Como, invece, ho fatto solo l’allenatore, per fortuna”. Bilancio positivo, comunque: “Ricordo tutte le società in cui sono stato perché ho
sempre ottenuto il massimo rispetto alle richieste di inizio stagione. Anche nell’Inter nel periodo di transizione tra Pellegrini e Moratti le cose non sono state facili ma anche in quel caso abbiamo tirato fuori il massimo. Poi vieni ricordato in base ai risultati, ovvio, ma dal mio punto di vista molto pragmatico e professionale puoi anche lavorare bene e non averne”. E pensare che era proprio l’ultima cosa che Bianchi non avrebbe voluto fare, l’allenatore: “Pensavo di rimanere nel calcio ma in ambito dirigenziale. Poi ho avuto la possibilità di finire la carriera a Ferrara dove era stato esonerato l’allenatore e c’era un interregno dove ho ricoperto il ruolo del giocatore-allenatore e ho capito che potevo fare bene. Dal supercorso di un anno a Coverciano a tutta la gavetta fino ai successi, insomma”. Tutti parlano a vanvera di Maradona e lo confrontano con Messi, lei che l’ha allenato cosa può dire in proposito? “Nulla, quando si parla di questi talenti bisogna solo ammirarli. Ho giocato coi migliori di allora, di allenarmi con loro e di marcarli direttamente. Ricordo Altafini, Riva, Rivera, Sivori, Diaz, Voeller, Aldair, ma l’elenco sarebbe lunghissimo e spaventoso”. Ci faccia scavare un po’ a fondo, rammarichi? “L’unico riguarda l’estero, forse non mi sarei stancato del calcio così in fretta. Ma in quel momento storico l’Italia era il campionato più importante e non ho avuto il sentore di accettare alcune offerte. Forse avrei ancora allenato per qualche anno”. Parliamo un po’ di gioco, con cosa si intrattiene? “Io scommesse nella mia vita non ne ho mai fatte e al massimo se gioco a scopa la mia abilità è lì e sono completamente fuori dalle nuove tecnologie che ignoro e rifiuto totalmente”. I giocatori, però, hanno sempre scommesso, usato i giochi di carte e ora la PlayStation: “Quando c’ero io giocavano spesso a biliardo e passavano ore a giocare a carte, c’erano solo quelle. Ma era un calcio differente, un mondo differente senza mogli, procuratori, sponsor e avvocati. Alla fine meglio così, meglio aver mollato prima, sarei stato in difficoltà”, conclude.
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Come rendere ancora più amichevoli le relazioni diplomatiche fra alcune delle maggiori super potenze dell’Asia orientale? Giocando ai videogame. Questa la prospettiva messa in campo dal primo torneo tri-nazionale di esports che vedrà fronteggiarsi le squadre di Giappone, Cina e Corea del Sud. La sede della competizione, in calendario a novembre, sarà la coreana Seul, secondo quanto annunciato ufficialmente dal ministero della Cultura, dello sport e del turismo del Paese. Il torneo includerà quattro titoli di esports, relativi a Pc, dispositivi mobili e altre categorie di sport elettronici, che saranno selezionati congiuntamente dalle tre nazioni. La competizione è stata organizzata fin d’ora con una modalità decisamente a prova di Covid-19: potrà essere giocato online senza un pubblico dal vivo, come confermato anche dal portavoce del ministero. I titoli ufficiali non sono ancora stati decisi, ma considerando le tendenze del momento, la piattaforma e i partecipanti, le scelte più papabili sembrano essere League of Legends, Honor of Kings, Super Smash Bros. Brawl. Il ministero ha anche evidenziato l’intenzione di espandere il torneo in altre parti dell’Asia e di spingere per far entrare gli sport elettrnoci fra i titoli sportivi ufficiali dei Giochi Olimpici.
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Secondo fonti accreditate, la Las Vegas Sands Corporation, la più grande azienda di casinò al mondo, non cercherà più di ottenere una licenza per gestire un resort integrato in Giappone. La società sperava di espandere il suo impero nel Sol levante dal 2005, ma a quanto pare i blocchi stradali eretti attraverso il processo legislativo nipponico sono diventati troppo per il management, che ha deciso di abbandonare il campo. Il ritiro dell’offerta di Sands è vista come una grande battuta d’arresto per il Partito democratico al potere in Giappone, che fra i capisaldi della sua politica di rilancio dell’economia mette anche il turismo e i casinò legalizzati, al fine di attirare gli appassionati di giochi provenienti dal resto dell’Asia. Un “piano” accettato dall’opinione pubblica e alla fine anche dal Governo, dopo l’approvazione di un disegno di legge nel 2016 che ha legalizzato il gioco nei casinò inclusi nei resort integrati, e dopo le offerte di vari governi locali di ospitare la sede delle tre strutture di questo tipo consentite nel Paese. A scoraggiare Las Vegas Sands, che si era detta pronta a spendere 10 miliardi di dollari per un resort nell’area di Tokyo, la prospettiva di una concessione limitata a 10 anni, mentre a Macao e Singapore durano dai 20 ai 30 anni.
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Gli eSports uniscono Giappone, Cina e Corea del Sud
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Las Vegas Sands si ritira, niente casinò in Giappone
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Giappone Giochi fra le frontiere Procuratore gioca a mahjong in quarantena, criticato il premier Abe Potrebbe costare cara al primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, la decisione di Hiromu Kurokawa, capo dell’Alta Procura di Tokyo, di giocare a mahjong con alcuni giornalisti, puntando del denaro. Nel pieno dell’emergenza coronavirus e in due occasioni. Il procuratore Kurokawa, un personaggio molto in vista nel Paese, da tempo in stretti rapporti con l’ufficio di gabinetto del premier, ha deciso di dimettersi in seguito all’accaduto, ma la vicenda potrebbe avere ulteriori strascichi sul Governo, che era appena riuscito a porre fino allo stato di emergenza in quasi il 90 percento del Paese, avviando il rilancio della sua economia. Dopo il fatto, la coalizione governativa ha deciso di accantonare un disegno di legge che avrebbe prolungato l’età pensionabile a 68 anni per i pubblici ministeri, una mossa che avrebbe gettato le basi per far diventare procuratore generale Kurokawa, che a gennaio aveva visto estendere il suo mandato otto giorni prima che compisse 63 anni, l’età pensionabile legalmente obbligatoria, come un’eccezione alle regole. Una scelta da cui Abe si è dissociato, affermando che era stato il ministero della Giustizia a decidere di prolungare l’età pensionabile ma poi manifestando l’intenzione di “prendere sul serio le critiche del pubblico”.
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verone dicendo: ‘Mentre guardo le persone in fila tagliare i capelli e per fare le unghie, non possiamo dire ai georgiani di andare al bowling senza un letto ospedaliero che li aspetta”. Una pubblicità negativa che deve preoccupare gli addetti ai lavori, i quali devono pensare al loro futuro una volta revocato il lockdown. Cynthia Winterhalter, responsabile delle operazioni di Switch International, avverte: “Gli atteggiamenti cambieranno e l’industria dovrà cambiare.” Corey Dykstra, amministratore delegato di Brunswick Bowling Products, aggiunge: “Non c’è dubbio che al bowling sia stato dato un doppio gancio destro”. Ciò su cui sono tutti d’accordo è la consapevolezza che la “nuova normalità” non sarà affatto normale. Con i giocatori ormai consapevoli (e forse per la prima volta) di questioni come lo spazio personale e l’osservazione di misure da adottare all’interno di luoghi affollati, anche tutte le compnenti dell’industria del divertimento e del tempo libero dovranno rendersi “presentabili”. Winterhalter afferma: “Dovremo lavorare sodo e in modo intelligente per recuperare”. La sua ricetta è quella di spingere gli operatori a fare l’ovvio: “Assicurarsi che il loro centro abbia il miglior servizio possibile, sia tenuto impeccabilmente pulito e sia accogliente per tutti i clienti che sono stati in autoisolamento da tempo”. Non crede, tuttavia, che ci sarà una riluttanza da parte dei giocatori a uscire di casa. Winterhalter sente che torneranno, quasi all’istante, e a frotte. La sfida è garantire che continuino a tornare. “Abbracceranno la riapertura dei loro centri. Saranno disperati di uscire di casa, ma inizialmente vorranno rimanere localmente. Vorranno un intrattenimento piacevole e conveniente con una grande selezione di passatempi e gli operatori devono sfruttare questo in modo rapido”. Ma in QubicaAmf non si è così sicuri ENGLISHPAGES
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uando sarà tutto finito - quanto spesso lo sentiamo dire in questi giorni? - sarete pronti a noleggiare le scarpe nel vostro bowling locale? Sarete felici di immergere il pollice in una palla sudata? Sarete pronti a fare la fila per affittare le corsie? Ma forse ancora più importante: sareste pronti ad andare nel vostro bowling bowling preferito, già oggi? Gli operatori sono ansiosi di avere le risposte. E, in poche parole, non potranno saperlo prima di andare a vedere cosa accade. Intanto, quel poco che possono fare è perfezionare il più possibile le loro operazioni. Installare gli angoli di igiene con i distributori antisettici, magari con salviette trattate per lucidare una palla prima che un giocatore la usi. E una particolare attenzione sarà richiesta per i bagni, anche se questi avrebbero dovuto essere sempre all’altezza degli standard previsti nei locali. Naturalmente la maggior parte dei giocatori abituali di bowling, hanno le loro scarpe e le loro palle da bowling che useranno in questi primi giorni, ma il giocatore occasionale non deve essere trascurato in quanto fornisce una percentuale vitale della linea di fondo. Gli elementi di supporto che accompagnano un bowling - l’area di gioco di tutti, le pareti da arrampicata, i giochi da sala giochi - sono tutti molto tattili, se ci pensate. Niente di tutto ciò presenta un futuro degno di ottimismo. E i fornitori devono essere ancor più preoccupati rispetto ai titolari dei locali. I problemi sono racchiusi in una storia raccontata dal direttore dello sviluppo aziendale di Qubicamf, Roger Creamer: “In Georgia, negli Stati Uniti, il governatore ha incluso il bowling nell’elenco delle attività che potrebbero aprire. Questo in gran parte non è accaduto, perché il sindaco di Atlanta, Keisha Lance Bottoms, si è detta pubblicamente in disaccordo e ha alzato un bel polPROMOSPACE
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I livelli di paura dei consumatori stabiliranno il ritmo con cui si può reagire all’allentamento del lockdown
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A cura di David Snook
sui numeri di ritorno. Osservando che in Georgia quei luoghi che sono già riaperti stanno vivendo un momento business molto al di sotto del livello che ci si aspetterebbe normalmente. “Questo è preoccupante in quanto dà qualche indicazione che anche quando i centri di bowling sono autorizzati a riaprire ci può essere una riluttanza tra i clienti a tornare in numero, sentendo che è più sicuro continuare con il distanziamento sociale”, spiegano dall’azienda. Se la ‘nuova normalità’ è che le persone hanno meno possibilità di socializzare, allora si dovrà attendere il 2021 prima che i proprietari dei centri di bowling inizino a reinvestire nelle loro attività”. Ma non è tutto così nero. Tutti conservano una quota di ottimismo. Corey Dykstra dichiara: “Riteniamo che il mercato possa tornare rapidamente mentre l’intera industria inizia ad avere un’attenzione mirata per assicurare ai consumatori che il bowling è un’attività sicura. È stato incoraggiante vedere la creatività e la dedizione che molti leader dell’industria stanno mettendo nelle procedure di pulizia, controlli di processo e sforzi di marketing necessari per assicurare ai consumatori che è sicuro tornare e giocare. Se il lockdown ha insegnato qualcosa all’industria del tempo libero è probabilmente la conferma di ciò che già sapeva: che i consumatori non amano essere bloccati a casa. La domanda di intrattenimento sociale è probabilmente più forte che mai a causa della pandemia e i giocatori torneranno.
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A cura di Maddalena Baldini
Voglia di Happy Hour! Qual è il significato che ruota attorno a un calice di vino o a un drink bevuto in compagnia? Una domanda che oggi, più che mai, assume differenti sfumature, soprattutto se analizzata in chiave sociologica.
Il
professore Gabriele Manella dell’Università di Bologna ne dà una chiara spiegazione. Non esistono “barriere” al concetto di convivialità che porta con sé il vino. È storia vecchia verrebbe da dire, una di quelle tradizioni che da sempre sono intrinseche nella memoria e nelle azioni dei popoli: dalle ataviche terre del Caucaso alle moderne e attrezzate cantine orgoglio dell’Italia e non solo. Il vino ha una sua vita, non può essere interrotta, come ha una sua vita la vigna che porta avanti il suo ciclo senza badare più di tanto a ciò che capita attorno: l’importante che abbia le giuste cure, la giusta pioggia e il sole. Così è per il vino che, una volta in cantina, a prescindere che sia in barrique, in tonneau o già in bottiglia, va avanti nel suo cammino, non si può fermare.
ciologico, il vino ha sempre svolto un ruolo fondamentale e questo compito continuerà a svolgerlo; ha una simbologia intrinseca, al di là della mera qualità o dei gusti soggettivi, raccoglie una variegata serie di elementi che spesso vengono dati per scontati ma che, oggi più che mai, parlano ad alta voce, esprimendo il valore assoluto di consuete abitudini o espressioni. Basta citare una frase su tutte: “Ci vediamo per bere qualcosa assieme”, per comprendere quanto possa essere d’impatto, soprattutto se analizzata con gli occhi della situazione odierna: il verbo “bere”, l’avverbio “assieme” e il pronome indefinito “qualcosa” (che sempre si declina in un drink, in un bicchiere di vino o in un caffè), racchiudono il senso della convivialità.
AMICIZIA E FAMILIARITÀ ESPERIENZA CHE UNISCE “Il vino trascina soprattutto quando diventa la finestra di un territorio”, spiega Gabriele Manella, professore dell’Università di Bologna, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia. “È opinione comune che gustare un buon vino vuol dire anche conoscere chi l’ha prodotto, la terra dove sono coltivate le viti, la tipologia della vendemmia, come si lavorano le uve in cantina. Oramai si è sempre più orientati su un discorso che mette al primo posto l’esperienza. Questo vale per l’enologia ma per qualsiasi altro prodotto che nasca dalla terra”. In ambito soIL MAGAZINE DEL PUBBLICO ESERCIZIO
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“Ray Oldenburg, un sociologo statunitense, parlava dell’importanza dei luoghi di ritrovo informali, che lui chiamava third places, perché erano ‘luoghi terzi’ rispetto alla casa e al lavoro – spiega il professore – io credo che la forza del ‘bere qualcosa assieme’ stia qui, nel piacere di ritrovarsi in ‘campo neutro’, dove è possibile stare con i propri amici in un clima che è comunque familiare”. Amicizia e familiarità diventano sinonimi in un rituale destinato a durare: “Il piacere di stare assieme non vale solo per le grandi città, come per esempio in occasione dell’aperitivo, ma anche nei piccoli centri! In Italia ce ne sono ancora molti e i ritrovi di questo tipo, a volte, sono l’unica possibilità di passare del tempo libero fuori di casa”, prosegue Manella. Senza ombra di dubbio la sicurezza sarà una delle priorità, anche all’interno dei locali dove si dovranno rispettare le norme di distanza sociale, la puli-
zia degli ambienti, il rispetto reciproco, ma la voglia di stare assieme non si esaurirà: è una necessità sostanziale, fa parte della nostra vita, siamo “animali sociali” e il piacere di condividere momenti speciali non verrà mai meno, dovremmo farlo con un certo riguardo, almeno per un po’, ma sedersi a un tavolo e sorseggiare assieme un calice di vino resterà sempre un aspetto importante della nostra vita.
PIACERE E SOLIDARIETÀ Un messaggio di positività, utile per dare una spinta a tutto il comparto dell’enogastronomia, comprese le piccole realtà. Serve avere una visione molto ampia, capace di andare oltre le difficoltà del momento affinché un buon bicchiere di vino resti un piacere al quale non rinunciare. La caleidoscopica impronta italiana ci dà una garanzia sulla quale fare leva: “Restiamo fedeli alle origini delle nostre tradizioni, dando il giusto valore ai nostri prodotti, al comparto agroalimentare, al mondo del vino – continua il professore Manella – Sono convinto che l’enogastronomia in generale sarà capace di giocare una partita fondamentale per il Paese, una partita che saprà vincere, facendo scendere in campo non solo la qualità ma anche la solidarietà!”. “I social e la presenza di internet hanno modificato molto il panorama, soprattutto tra i giovanissimi – conclude Gabriele Manella – ma il desiderio di stare assieme sopravvive (e sopravviverà anche questa volta) perché il mondo dell’enogastronomia è sempre stato un collante naturale”. E se il vino rimane il simbolo assoluto della convivialità, un selfie di gruppo con un calice in mano o seduti a un tavolo, sarà guardato con occhi diversi perché starà a significare che siamo di nuovo liberi.
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PH. ARIANNA GIUNTINI
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Gianluca Aresu Lezioni di cioccolato
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“Mi
piacciono in genere tutti i dolci, ma preferisco i classici, come il tiramisù e la crème brûlée. Quelli che amo preparare sono a base di cioccolato: lavorarlo è sempre stata la mia grande passione, fin da piccolo”. Una sorta di predestinazione quella di Gianluca Aresu, pasticcere, cioccolatiere – ma anche autore, docente, consulente, imprenditore, come lui stesso si definisce – e volto di “Cinquanta sfumature di cioccolato”, programma interamente dedicato al “cibo degli dei” nelle sue infinite varietà e declinazioni in cucina trasmesso su Alice Tv. “Diciamo che sono cresciuto in mezzo ai dolci! Sono nato a Torino, dove mio papà Giuseppe lavorava alla Baratti, una tra le più rinomate confetterie del Piemonte, aperta fin dal 1858. Poi, all’inizio degli anni ’70, la mia famiglia ha deciso di rientrare nella sua città d’origine, Cagliari, e di fondare, appunto, la Pasticceria Piemontese. Crescendo, mi sono reso
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A cura di Francesca Mancosu
conto che il cioccolato faceva sempre più parte di me, e ho continuato il mio percorso di formazione collaborando con grandi maestri e importanti aziende internazionali, anche negli Stati Uniti e nel Sud America. Tra i nomi che hanno lasciato il segno nella mia formazione professionale, insieme a mio padre, ci sono Luigi Biasetto, Hugo Ernesto Sosa, Pascal Brustein, Pino Scaringella, e ancora Tino Savio e Giuseppe Tonon”. Ispirato da questi numi tutelari dell’arte pasticcera, Gianluca Aresu ha dato forma ai suoi sogni, coniugando il suo lavoro come pastry chef a quello di formatore. “Riesco a conciliare questi ruoli con spirito aperto e di condivisione costruttiva, in ogni occasione: non sono il classico ‘docente da cattedra’. Dopo tutte le esperienze che ho fatto ho deciso di fondare la mia scuola - l’Italian chef cooking school - a Cagliari, con l’idea di creare in Sardegna una vera testimonianza dell’artigianalità di questo mestiere. Io credo in questa professione e la amo davvero, per questo voglio condividere tutto il mio sapere con coloro che hanno la mia stessa passione. I corsi sono sia amatoriali che professionali, e abbiamo anche ospitato, dal 2015 e per primi in Italia dopo tanti anni, i più grandi nomi del panorama interna-
zionale. Qui gli allievi si sentono a casa e vivono una full immersion vera e propria, grazie a un lavoro ‘mani in pasta’, alla competenza, al confronto, alla conoscenza e alla convivialità. Stiamo già organizzando il programma del prossimo autunno e non vediamo l’ora di ripartire!”, racconta. Anche con il programma tv “Cinquanta sfumature di cioccolato”, in cui è affiancato da Benedicta Boccoli. “Mi trovo molto bene: mi diverto, mi sento a mio agio e credo di riuscire ad essere spontaneo e naturale, senza ‘costruzioni’. Visto da fuori, mi descrivono come un ‘anticonvenzionale’, che cerca sempre di stringere rapporti sereni, costruttivi e aperti al confronto, con clienti, colleghi, collaboratori, allievi e amici. Aggiungerei anche con i telespettatori: almeno questo è quello che mi auguro di trasmettere attraverso lo schermo”. Ma i suoi progetti non finiscono qui. “Sono un frullatore di idee, non riesco a stare fermo: ci sono diversi progetti che sto portando avanti, sia sul fronte dell’attività professionale in senso stretto, con la mia pasticceria di Cagliari, sia sul fronte del marketing. In queste settimane abbiamo messo a punto il sistema di delivery e ora del ritiro dei dolci presso i nostri punti vendita. Contemporaneamente, con il mio team sto lavorando a progetti di comunicazione importanti: un nuovo sito, video, promozioni legate alla scuola. E magari in futuro penserò anche a un nuovo libro”.
La ricetta del pastry chef TORTA FRANGIPANE Ingredienti per 4 persone Per la frolla sablè: 300 g burro / 150 g zucchero a velo / 25 g uova / 450 g farina biscotto, 3 g sale
Per il composto frangipane: 250 g polvere di mandorle / 250 g burro / 250 g zucchero a velo / 100 g farina / 250 g uova
Preparazione Per la frolla sablè: impastare in planetaria con la foglia il burro morbido assieme alla farina e il sale, unire lo zucchero e per ultimo le uova. Far riposare in frigorifero. Per il composto frangipane: montare burro e zucchero, unire le uova poco per volta poi incorporare le mandorle e la farina e impastare fino a rendere il tutto omogeneo, foderare le tortiere di pasta frolla, mettere il ripieno sul fondo, riempire di frangipane, rifinire la superficie a piacere e cuocere in forno a 160°. Montaggio: foderare una tortiera da 18 con la frolla, posizionare sul fondo uno strato sottile di confettura di albicocca, degli spicchi di albicocca sciroppata e granella di nocciole. Versare il composto frangipane e creare una griglia con la frolla rimasta. Infornare e una volta sfornata decorare con lo zucchero a velo.
ALBAR DEGLIESPORTS
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Questo articolo è realizzato in collaborazione a eSportsMag.it, il primo magazine online in Italia interamente dedicato al fenomeno degli eSports
LOSFIZIO DELGIOCO
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Quando il gioco si fa serio
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periodo di segregazione forzata che tutto il mondo ha vissuto a causa dell’epidemia dovuta al coronavirus ha contribuito a far crescere di molto la curiosità e l’interesse nei confronti degli sport elettronici. Player e appassionati, abituati da sempre a vivere gran parte delle loro emozioni online (gli “scontri” in presenza sono riservati di solito alle fasi finali delle competizioni, ma solo per i tornei principali) non hanno faticato ad abituarsi a un tipo di sfida esclusivamente virtuale. Ma è stata soprattutto l’apertura di molti sport e di molti sportivi alle gare virtuali, dopo che tutti gli eventi sono stati cancellati, a regalare una popolarità ancora maggiore al videogioco competitivo. Piloti, calciatori, motociclisti, cestisti e personaggi dello spettacolo, hanno fatto a gara per apparire e competere l’un l’altro sui titoli videoludici più famosi. E poco importa se non si tratta di vero eSports. Per i veri rappresentanti di eSports il fatto che un calciatore “reale” ne sfidi un altro su Fifa o Pes è infatti solo un gioco, un passatempo. Lo stesso è per gli sportivi che partecipano. Un po’ di confusione la fanno, di solito, i media generalisti, che senza sapere cosa sono davvero i videogiochi competitivi, in questo periodo di quaran-
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A cura di Daniele Duso
tena hanno parlato di eSports ogni volta che un paio di nomi famosi si sono sfidati online. Ma anche tra gli sportivi/player, tuttavia, c’è stato chi ha preso la propria competizione assolutamente sul serio, portando la rivalità del videogame dritta dritta anche nel mondo reale. E non sono schermaglie di poco conto visto che, in qualche occasione, episodi accaduti nel torneo virtuale hanno avuto conseguenze anche nella realtà. I casi forse più eclatanti sono accaduti nel simracing, le competizioni motorsport giocate utilizzando una postazione di guida “casalinga”. Da tempo i titoli di simulazione di corse sono utilizzati dai piloti reali durante gli allenamenti, e hanno raggiunto un realismo e una precisione tali che i piloti virtuali (simracer) possono ormai competere anche su pista con i piloti reali giocandosela alla pari e arrivando anche a batterli (è già capitato). Una sovrapposizione tra virtuale e reale che rende sempre più importante l’immagine che ogni pilota rende all’esterno. Tra gli esempi più recenti c’è quello del francese Simon Pagenaud, vincitore della competizione virtuale IndyCar iRacing Challenge, che nel corso di una gara ha preso a sportellate digitali Lando Norris, buttandolo fuori pista all’ultimo giro per vendicarsi di un presunto torto subito. Un episodio disdicevole, peraltro messo in atto in diretta Tv e so-
cial, di fronte al quale molti spettatori e molti piloti hanno espresso indignazione, e anche il Ceo di McLaren, Zak Brown, ha ritenuto necessario intervenire scrivendo su Twitter, a proposito di Pagenaud, che “non è il comportamento che ti aspetteresti da un campione”. Un paio di settimane prima era toccato ad un altro pilota, Kyle Larson, di fare da trait d’union tra videogioco e realtà nel peggiore dei modi: il pilota del team Chip Ganassi, durante una partita online, ha rivolto un pesante insulto razziale ad un collega; un comportamento incivile nel virtuale che gli ha causato il licenziamento immediato dal team nel mondo reale. È stata invece una decisione presa durante una gara dell’eNascar Pro Invitational a costare cara al pilota Bubba Wallace, che si è ritirato dopo aver utilizzato, nei primi dieci giri di gara, i due “reset” consentiti nelle gare virtuali per le riparazioni. Wallace ha detto che con la vettura danneggiata non si divertiva più, ma la sua decisione non è piaciuta al suo sponsor Blue Emu, che ha risposto di non amare chi molla, e poi ha rescisso il contratto. Tre casi che potremmo definire emblematici. Mentre molti piloti nelle scorse settimane hanno osannato i simulatori, mentre piloti veri e simracer si dimostrano ormai quasi intercambiabili, mentre il realismo dei simulatori si fa sempre più impressionante, anche le decisioni, i comportamenti dei piloti nel virtuale attirano sempre più l’attenzione, e diventano fondamentali per squadre e team. Una questione di immagine, ovvio. Un aspetto che rende un affare serio quello che molti pensavano fosse solo un passatempo. Eppure tutto era già chiaro. La Ferrari come il Barcellona, la Bmw come il Paris Saint Germain, così come tantissimi sponsor che sono entrati negli eSports, tutti lo hanno fatto per rinsaldare la loro immagine sul mercato. Qualsiasi atteggiamento, anche nel virtuale, che possa finire col ledere all’immagine, avrà sempre più spesso implicazioni anche nella vita reale. Con buona pace di chi ancora pensa che gli eSports siano solo un gioco.
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dedicare alla vita interiore o ad attività non direttamente produttive e remunerative l’uomo “giocatore” si presenta quindi come “l’apice dell’evoluzione culturale” se per gioco si intende, con Rahner “un’attività spirituale e fisica tipica dell’uomo, l’espressione ben riuscita di una capacità spirituale interiore che si manifesta nel gesto fisico visibile, nel suono udibile e nella materia palpabile. In questo senso il gioco non è altro che l’esercitarsi dello spirito a diventare corpo”. Di qui anche la creazione artistica ed anche lo stesso gioco amoroso – quello di cui ci parla Ovidio nella Ars amandi”, pieno di imprevisto, di rischio, di sorpresa e di inesauribile novità. riservata ad una aristocrazia che si permetteva il lusso di intrecciare storie di seduzione amorosa ormai svincolate dagli aspetti “contrattuali” delle relazione concordate e di potere. Di qui la elaborazione fantasociologica di Herman Hesse che nel suo Il gioco delle perle di vetro immagina una umanità impegnata in un gioco planetario il cui unico “serto, come quello di alloro nei giochi olimpici, non ha valore economico ma puramente simbolico. Ma già constatiamo una anticipazione di questa evoluzione anche nei grandi “giochi olimpici” o più ancora nel campionato mondiale di calcio o di Formula 1 che attrae attorno a un televisore simultaneamente miliardi di esseri umani in una appassionata condivisione di intenti.
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È psichiatra e direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt. Dal 2007 è direttore scientifico di Orthos, associazione per lo studio e il trattamento dei giocatori d’azzardo.
quale, come direbbe Kipling “vuoi che tu nasca leone o gazzella non è facile arrivare a sera vivi se non mettendocela tutta”. Ma è anche vero che noi colleghiamo l’idea del gioco a una attività non legata alla “necessità”, come il lavoro (echeggiando la condanna biblica per la quale “guadagneremo il pane con il sudore della fronte” ma ad una attività che, seppure può assorbire tutta la nostra attenzione e creatività, è improntata ad un elemento di libertà e di “gratuità”. Tema questo che fa mettere in discussione il fatto che il “gambling”, collegato ad una scommessa in denaro (che spesso ne rappresenta una delle motivazioni primarie), possa legittimamente essere incluso nelle attività propriamente “giocose”. Resta comunque caratterizzante il forte “assorbimento”, in certi casi una vera “possessione” per dirla con un grande studioso dell’argomento, Frobenius, che sottolinea come “nei popoli, come nei bambini e in ogni uomo creativo, il dare forma nasce dalla ergriffenheit. Come appunto giocano per antonomasia i bambini che lo fanno in modo creativo, leggero, intenso, totale “seriallegro” (spoudogeloios in greco, come sono gli dei). In una società che ci libera dalla dura schiavitù della condanna ai “lavori forzati” per la sopravvivere e che ci permette di avere più tempo “libero” (otium per i Romani) da
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edichiamo il contributo di questo mese al convegno online, promosso dal Centro studi di terapia della Gestalt, da Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio e dalla Federazione italiana scuole istituti Gestalt, che si è svolto su questo tema a fine maggio. Un tema di grande importanza… da che mondo è mondo se, come si diceva nella presentazione dello stesso, “L’uomo gioca e gioca da sempre. O almeno da quando, distinguendosi dagli altri primati, diventa uomo” come ci ricorda Huizinga nel suo Homo Ludens “La “civiltà umana sorge e si sviluppa nel gioco, come gioco”. Una posizione forse estrema, come ha commentato lo scrivente in apertura del convegno, e che forse sottovaluta gli aspetti del gioco collegati al bisogno di crearsi una “rappresentazione del mondo” di cui gli esseri viventi, in particolare più evoluti, hanno bisogno per elaborare strategie di caccia o comunque di sopravvivenza in un mondo meraviglioso quanto complesso nel
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cun obbligo per la P.A. di pronunciarsi su tale istanze, secondo il Collegio qualora tale potere venga esercitato, l’Amministrazione deve “dar conto dell’interesse pubblico concreto ed attuale, da rivalutarsi anche in base alle sopravvenienze di fatto e di diritto- e del raffronto dello stesso con l’interesse privato coinvolto, e deve esplicitare, non solo i contenuti della nuova valutazione dell’interesse pubblico, ma anche la prevalenza di tale interesse pubblico concreto ed attuale su quello privato inciso”. L’art. 21 quinquies della L. 241/1990 infatti statuisce che “Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento o, salvo che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell’organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti.” Nel caso di specie le modifiche apportate all’art. 7 comma 2 della L.R. n. 43/2013 hanno di fatto comportato un mutamento della situazione di diritto e di fatto esistente al momento della revoca della licenza, non prevedibile ex ante, rendendo pertanto compatibile l’attività del ricorrente sia con la normativa intervenuta, sia con la cura dell’interesse pubblico concreto ed attuale di tutela della pubblica sicurezza. Applicati tali principi il Tar ha riconosciuto la fondatezza delle censure con cui il ricorrente lamentava il deficit istruttorio e motivazionale del provvedimento di rigetto dell’istanza di riesame in quanto “le ragioni addotte a sostegno della revoca devono rivelare la consistenza e l’intensità dell’interesse pubblico che si intende perseguire con il ritiro dell’atto originario; la motivazione della revoca deve esplicitare, non solo i contenuti della nuova valutazione dell’interesse pubblico anche di tipo negativo, allorché sussistano nuove situazioni di fatto e di diritto che possano o debbano (secondo criteri di buon andamento, imparzialità e adeguatezza) far propendere per il ritiro di un atto sfavorevole per il privato, ove non vi siano più ragioni per mantenerlo.” Il ricorso, pertanto, è stato accolto dal Tar Puglia nei limiti della motivazione descritta.
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Puglia presentando ricorso per l’annullamento di due diversi provvedimenti amministrativi: il decreto del Questore di Taranto con cui si revocava la licenza per la raccolta di scommesse e il decreto con cui la stessa Questura respingeva l’istanza intesa ad ottenere il riesame in autotutela e il conseguente annullamento della revoca della licenza ex art. 88 Tulps. n. 773/1931. Il ricorrente, in particolare, lamentava la violazione/falsa applicazione dell’art. 7 della L.R. n. 43/2012 e della L.R. 21/2019; degli artt. 10 e 88 Tulps n. 773/1931, e degli artt. 1 e 2 della L. 241/1990. A tali censure si aggiungevano l’eccesso di potere per sviamento, nonché difetto di istruttoria ed erronea valutazione dei fatti, difetto di motivazione, violazione dei principi dell’azione amministrativa ecc. Il Tar, ritenuto non fondato il ricorso quanto al provvedimento di revoca della licenza ex art. 88 Tulps n. 773/1932, lo accoglieva invece in relazione alle censure addotte nei confronti del provvedimento di rigetto dell’istanza di riesame in autotutela. In particolare, richiamandosi alla consolidata giurisprudenza amministrativa il Tar ha evidenziato che: “la legittimità di un atto amministrativo deve essere accertata con riguardo allo stato di fatto e di diritto esistente al momento della sua emanazione, secondo il principio del “tempus regit actum” e che dall’intervenuta abrogatio legis posteriore all’adozione del provvedimento amministrativo impugnato non può in alcun modo discendere un giudizio di legittimità per la sopravvenienza normativa.” Nel caso di specie, al momento dell’adozione del provvedimento di revoca della licenza ex art. 88 Tulps n. 773/1931, era ancora in vigore la prescrizione prevista dall’art. 7 comma 2 della L.R. n. 43/2013. Da tale circostanza si evince, pertanto, l’impossibilità di ritenere in un momento posteriore, a seguito della modifica della legge regionale regolante la materia, l’illegittimità del provvedimento di revoca della licenza, poiché al momento della sua adozione era perfettamente legittimo. In relazione alla seconda censura, invece, il Tar accoglieva il ricorso ritenendolo fondato nella parte in cui deduceva il deficit istruttorio e motivazionale del provvedimento con cui veniva rigettata l’istanza di riesame in autotutela della revoca disposta. In tal senso, infatti, seppur non esista al-
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on la recente sentenza n. 00521/2020 il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia ha accolto “nei sensi e limiti di cui in motivazione, con salvezza delle successive determinazioni dell’Amministrazione resistenti” il ricorso presentato da un operatore del settore del gioco lecito avverso due decreti del Questore di Taranto. La vicenda traeva origine dal provvedimento di revoca della licenza di raccolta scommesse dell’operatore poiché in violazione dell’art. 7 comma 2 della L.R. n. 43/2013 per aver “esercitato l’attività in un raggio inferiore a 500 mt, misurata per la distanza pedonale più breve dai centri d’aggregazione (istituiti scolastici, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi, centri giovanili e sociali) e precisamente a 350 mt dalla piscina comunale”. A una settimana da tale provvedimento, tuttavia, il consiglio regionale della Puglia introduceva una serie di modifiche alla L.R. n. 43/2013, emanando la L.R. n. 21/2019, con la quale veniva disposto che l’art. 7, comma 2 fosse così sostituito: “Fuori dai casi previsti dall’art. 110, comma 7, del r.dl. 773/1931, le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 mt, misurati per la distanza pedonale più breve su suolo pubblico, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto. Restano valide le autorizzazioni comunque concesse prima della data di entrata in vigore della presente disposizione”. L’operatore, pertanto, presentava istanza di riesame in autotutela ai sensi dell’art. 21-quinquies L. 241/1990, richiedendo alla Questura di Taranto di ritirare il decreto di revoca della licenza ex art. 88 Tulps n. 773/193, dato che le recenti modifiche legislative avevano eliminato le strutture sportive dall’elenco dei luoghi sensibili rilevanti per legge, nonché dettato una diversa norma transitoria, che faceva salve tutte le autorizzazioni concesse prima dell’entrata in vigore della L.R. n. 21/1990. L’istanza di riesame in Giovanni Adamo autotutela veniva rigettata dal Questore di TaFondatore Studio Legale Adamo ranto e, a fronte di tale (www.studiolegaleadamo.it) Avvocato in Bologna – Cultore rigetto, l’operatore ricordella Materia di Diritto Civile reva al Tribunale amminell’Università di Bologna nistrativo per la regione
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Tra revoca e nuova legge
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Licenza scommesse
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Il virus ti costringe a casa? È il momento giusto per leggere! Riccardo Zerbetto Il senso del gioco
Geronimo Cardia La questione territoriale
Tra competizione, vertigine, caso e responsabilità: la sfida del giocatore e quella delle istituzioni
Il proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa locale
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Q ue st o vo lu me è ri vi st st at o aG re al iz pu nt o io co N ew za s. La di ri fe te st at to gr az ie ci pa li ri al la ra a, ce nt ri m en to pe cc ol ta r l’i nd ed it a da G di gi oc di bu di ar ti us tr ia n si ne ss o, in co li a de l gi M ed ia , in It , po lit si em oc o pu ic a, ec al ia e al l’e e al qu cu ra de llo st er o, on om bb lic st ot id ia o. D is è lo st ia , m no on es so au to tr ib ui a an ch ru re e pu lin e G ta in e di co m en to di io co N tu tt e ap pr of st um ew s. it bb lic at i su le az e, so on di m ie nd e lla ci et à en to de l se ra pp re se nt e lif e de lle tt or e a il st yl e. pi ù im po rt an e ne i pr in ti te m at ic he
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Chiara Sambaldi Andrea Strata eSports: un universo dietro al videogioco
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ardia Av vo ca to ca ss az na le io ni st ci vi le a, do e pe na tt or e ri sp ru le e cu co m m de nz ra to re a, er ci al co n m le ga le le ga li is ta e fa lli m as te r in te rn in te rn re vi so en ta re in D ir i di im az io na re co da ol . È la it to tr pr es e le , as nt ab ile tr e un ur ea to ib ut ar e di gr su m e de ce ol tr e in Ec io . D gi ud iz up in nn ca ri ch ch e Ct pi di on om op o ci io ne ia le ci im pr es i in pr l se tt ia e u al rc a di vi lis co m m de i le or e de Tr ib uop ri o e e fo ti co e ec i an ga li di er ci o e di re l gi oc nd a lo ni di am m e in tt am o le ga im pr es at ti vi in is tr st ud io as si st G iu en te , le cu tà in at iv o, a an Ca e, an co st it rd ia e ra nd on un o st ch e fi M & A, ch e pe ui sc e zi os o Ca e na ud io co rd r i liz pr of ili st ar t ia . È rp or at e ge st (s tr ag za te im pe up , uf le ga li, is ce uf e, al iu di zi le JV in ca ri gn , ba nk fi ci le ri st ru at o as al e e fi sc al fi ci ch i di ga li in tt ur az in g, co gi ud iz i, si co du pr m pl ia te rn i am en io ni di es id en ia le ). nt ra tt liq ui da pe r l’a nc e, te In re al ua lis te , co gr up pi to re , co nt en tt iv it ti ca e tà is ti m po ne co m m e di È st at à so ci zi os o te m at tu zi on is sa ri de bi ti nt e o o co ad et ar ia ic he o liq ui al i pu . Co n co m po , or di iu to re ti pi ch az ie nd bb lic da to i co lle ne nt e na ri a, e he e gi ud iz re e cu e; lo ca gh i di un ic o st ra or pr ia ra iv l le st ud io at e, in to re co nt ri co un di na ri di Co ne ll’ am in di ve se l di bu ti du st ri lle gi a, de m in is fo rm Si nd ac rs e pr gr up pi l co nt al i e tr az io di D ir at iv i oc ed fi na nz en al i e in te rn it to e ne st no nc ur e. di O rg ia ri e az io na hé uf ra or di Pr at ic sv ol ge lis ti ca an is m fi ci al li; m em na ri a a Tr ib e di co in Sc i di Vi di gr ut ar ia br o di lega lità ie nz e gi m an de lle la , pl em su Gio chi di so pr im a, nz a, co m m M an ag pr iv at en to ci et à; o Eur ispe s is e er si di vità di de iz on ia li pr cu st od za zi on te del l’Ist itut D ir it to lla G i m in se tt or baldi e svo lge atti Per ma nen es so ua rd ia is te ri i”, Ed e gi ud e de l Tr ib ut Chiara Sam di Gam ing ser vat orio l’U ni ve nza iz io ni al i pe di Fi na ga m in iz ia ri ar io i si occ upa ca esp erie ttor e del l’Os ann rs it à cifi r Il So le Dire o In 15 spe l’a g (p ag nz to, e te to di oca ss a. G ià rn az io tura G . D ’A Avv Da oltr eg na 24 O in a ne ave ndo ma pr of es in gio co”. na le , zi on e ndi me nto nn un ale re Li br lia rofo dizi w s de “Ita giu app zi o di po i, de so re di e stra coli di i, e di l si to e pat olo gie, a a co nt giu dizi ale Ch ie ti l co rs num ero si arti di ve rs www ta, la rac colt . Au to ra tt o Aut rice di di ass iste nza o di la e pu bb .g cl eg sule nza e ed illeg ali. And rea Stra re de con ur sivi ega al .it ). abu ea lic az io coll eni l te st 201 8 ha sp ec ia , con il ni di to dei fen om o “P ro A giu gno , ha cur ato na tu nel con tras Lex Gio chi. di set tore fi li gi ra fi sc ial Me dia ntif iche e ”, edi ta da ur id ic Soc ale scie del illeg ste al e e ed rivi i l’am bito in m er blic ati su tra lega le Me dia , nel it o al e: i con fini tem atic o pub zza to da Gn sco mm ess orts , org ani “Gio chi e el sug li eSp di dot trin a tric e al pan qua le rela par tec ipa to ano . We ek di Mil
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Special Dream 7
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CASINÒ FRANCESI
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Una slot decisamente variopinta, in grado di spaziare tra diverse ambientazioni anche molto distanti tra loro, mettendo insieme sette titoli differenti, per una perfetta combinazione tra classico e moderno. Da qui l’ampia gamma di elementi grafici e simbologie, che hanno visto i progettisti sbizzarrirsi in vari modi: riuscendo a fornire, in tutti casi, soluzioni di alto livello. Sia nella creazione di simboli nuovi, che nella loro resa grafica, di alta qualità. La più bella esteticamente, per noi: Jurassic Island.
EFFETTI SONORI E AUDIO 19
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Anche dal punto di vista delle sonorità si possono fare considerazioni simili a quelle fatte per la grafica. Ampia e varia, anche qui, la selezione degli effetti, delle musiche e dei suoni che intervengono durante le varie fasi di giochi. Con qualche musica di sottofondo che risulta molto più che piacevole e che potrebbe farsi ascoltare anche fuori dal gioco (come nel caso di Juicy Star, ma non solo) e i vari jingles che si ascoltano durante le vincite che si fanno particolarmente apprezzare e anche per questo i giocatori vorrebbero sentirli più spesso possibile.
GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO 19 /20 Una slot divertente e molto varia. Capace di mettere insieme ben sette titoli anche molto diversi tra loro: dai 20 rulli e 30 linee di pagamento della (bella) X-Road, ai 15 rulli e 10 linee di Bloody Vampire e Jurassic Island, passando per le 15 linee (sempre su 15 rulli) di Juicy Star, Monte Carlo, Golden FortuIL NOSTRO GIUDIZIO: Un prodotto davvero ben riuscito. Come
del resto ci si poteva ampiamente attendere da una partnership tra due aziende leader nel settore come Nazionale Elettronica e Octavian che hanno esperienza da vendere nel settore e che possono già contare su una lunghissima lista di successi realizzati in passato. In questa slot le due realtà hanno unito il meglio e il risultato è un prodotto fresco, vivace, piacevole. Da provare, assolutamente.
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DESIGN E GRAFICA 19
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Quando si uniscono due colossi del gaming, non possono che uscire buone cose. Ed eccone una prova, con l’ultima slot lanciata sul mercato da Nazionale Elettronica e realizzata in partnership con Octavian sul potente hardware Max2. Per una collaborazione all’insegna del gioco puramente “Made in Italy”, il cui risultato è inevitabilmente notevole.
nes, Princess of the Nile. Ognuna della quali presenta, tra l’altro, un diverso frazionamento del “bet”. Per un mix perfetto, tra l’altro, dato anche dalla combinazione di giochi più moderni e innovativi e altri più tradizionali, come l’intramontabile gioco di carte, qui rappresentato da Monte Carlo. Si tratta sicuramente di una slot che sa come intrattenere il giocatore e che, proprio grazie alla sua varietà di proposte, riesce a farsi apprezzare da un pubblico anche più trasversale. Ideale, quindi, per le sale, potendo reggere il confronto con le Vlt, ma anche e soprattutto nei bar, dove le nuove restrizioni la rendono ancora più utile, visto che unisce sette giochi in un unico cabinet. Ciliegina sulla torta: il motore di pagamento, molto dinamico e concreto.
PRESTAZIONI 19
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Troppo presto per poter giudicare le prestazioni, trattandosi di una novità, fresca di omologa. E, soprattutto, venendo da un periodo di lockdown che non ha consentito a nessuno di muoversi e, soprattutto, di giocare. Noi, che abbiamo avuto la possibilità di testare questa slot a distanza, ne abbiamo comunque apprezzato le potenzialità, che risultano davvero notevoli. Per un prodotto che sembra sapere cosa vuole un giocatore. Per questo, merita sicuramente pieni voti.
BUDGET 19
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Oltre alla convenienza insita in tutti i multi-game che con un unico prodotto permettono di avere più giochi diversi (in questo caso, ben sette) e l’ulteriore virtù dovuta al fatto che il gioco è disponibile su un’ampia gamma di cabinet, grazie alle iniziative commerciali messe in atto da Nazionale Elettronica, distributore ufficiale della Special Dream 7, tutti i gestori possono ottenere anche questa slot a condizioni più che vantaggiose, potendo riprogrammare gli stampati “Max 2”. Un’iniziativa lodevole, che andrà incontro alle esigenze della filiera in questo momento particolarmente difficile per il mercato. DESIGN E GRAFICA EFFET TI SONORI E AUDIO GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO PRESTAZIONI BUDGET
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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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GIOCONEWS #06 GIUGNO 2020
POKER STRATEGY TORNEANDO
RIFLESSIONI DAORSO
FISCO&SLOT
A cura di Vincenzo Giacometti
Specifiche normative_ Art. 110 Tulps, Comma 6a
NOTE GENERALI
FISCO&SLOT
L’ORA DEL GIOCO
RIFLESSIONI DAORSO
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Scoprila online:
Produttore_ Nazionale Elettronica / Octavian
POKER STRATEGY
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Nome_ Special Dream 7
Anno produzione_ maggio 2020
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reentube, la divisione interattiva di Novomatic, ha siglato un accordo per lanciare una selezione dei suoi contenuti di casinò online premium con la principale società di tecnologia del gioco d’azzardo Playtech. I classici titoli Novomatic, che sono stati adattati per i canali online, saranno disponibili tramite l’aggregatore, in combinazione con i nuovissimi contenuti di gioco all’avanguardia degli sviluppatori del fornitore e studi innovativi. I clienti di Playtech avranno anche accesso a successi recenti come Diamond Link: Mighty Elephant e Cash Connection Charming Lady come parte dell’accordo, in cui due giganti del settore hanno unito le forze per aumentare il loro reciproco successo globale. Il portafoglio di giochi di Greentube sarà inizialmente disponibile in Polonia, Spagna e Regno Unito, ampliando la portata del fornitore in Europa, e anche in Messico, un mercato che si sta dimostrando un motore per i giochi online nella regione latinoamericana. “Entrare a far parte del marketplace dei giochi di Playtech crea vantaggi significativi per entrambe le nostre attività: i clienti di Playtech avranno accesso ai titoli preferiti dai nostri giocatori che hanno dimostrato di fornire risultati positivi, mentre accelereremo ulteriormente la nostra portata in mercati strategici chiave”, afferma Michael Bauer, chief games officer di Greentube.
PANNONERO
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TORNEANDO
DT9 MEDIA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL SERVIZIO DEL BETTING
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L’ORA DEL GIOCO
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mercato delle affiliazioni nel settore del gaming si porta a un livello superiore grazie all’impiego dell’intelligenza artificale in soluzioni specifiche pensate, create e sviluppate appositamente per il settore del betting e del gioco online. A portare questo tipo di tecnologia sul mercato italiano è DT9 Affiliations, società leader nel campo delle affiliazioni nel gaming, che attraverso la partnership esclusiva siglata con il gruppo danese Power Media, è in grado di offrire degli strumenti digitali di comparazione quote e comparazione bonus – rispettivamente per i segmenti di betting e poker/casino games – che rispondanoe al meglio alle esigenze dei giocatori, ma al tempo stesso, anche a quelle delle società di gioco che vogliono farsi trovare. Il tutto, in perfetta conformità con le prescrizioni previste dal legislatore in termini di pubblicità e promozione dei giochi d’azzardo, attraverso servizi di informazione ai consumatori, che seguono i dettami dell’Autorità garante delle comunicazioni. “Siamo orgogliosi di portare questa nuova tecnologia sul mercato italiano, certi delle sue potenzialità – commenta Danilo Di Tota, Ceo di Dt9 Media - dopo mesi di sviluppo per integrare la soluzione sui nostri sistemi, siamo ora pronti per adottare gli strumenti software all’avanguardia di Power Media che consentiranno di estendere ulteriormente il campo delle affiliazioni e la capacità di assecondare le richieste dei consumatori”.
L’ORA DEL GIOCO
DANON PERDERE
GREENTUBE CASINO GAMES, NUOVA DISTRIBUZIONE STRATEGICA IN EUROPA E MESSICO
ESPORTS SPORT ELETTRONICI COME BUSINESS E NON SOLO GIOCO, NEL DIGITAL PANEL DI GIOCONEWS.IT
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eSports, in Italia, si parla ormai da tempo, a tutti i livelli. Ma quanto vale, oggi, il mercato italiano degli sport elettronici e quanto, soprattutto, potrà valere in futuro? Quali sono le possibilità già presenti per generare ricavi nel settore, in forma sostenibile e all’interno dei limiti normativi esistenti? Gioco News ed eSportsMag ne parlano con i principali esperti e con i protagonisti della scena italiana degli esports, in un Digital Panel dedicato, mirato a capire in quale direzione si sta andando nell’universo degli esports. L’evento, dal titolo: “eSports: non solo gioco - I modelli di business emergenti nel settore degli eSports e prospettive di sviluppo” è in programma per il 4 giugno alle 12, su piattaforma Zoom e in live streaming su GiocoNews.it ed eSportsMag.it (e sui rispettivi canali social). Con l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte degli esports in Italia. Capire cosa è stato fatto fino ad oggi, in termini di sport, business e regolamentazione e in quale direzione si sta andando. Intervengono: Angelo Cito, presidente Fita (Coni); Laura D’Angeli, business consultant esperta di gaming ed eSports; l’avvocato Luca Pardo, founding partner Ontier Italia; Ferdinando Ferrero, sales director Sportradar; Luca De Dominicis, founder & Ceo Accademia italiana videogame; Stefano Corti, esperto di cinema e videogiochi; Pier Luigi Parnofiello, Ceo di Pg Esports e Luca Pagano, founder & Ceo Qlash. Modera i lavori: Alessio Crisantemi, direttore responsabile GiocoNews.it/eSportsMag.it. Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
www.gioconews.it
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ILUOGHI DELGIOCO
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L’OROSCOPO
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DALMONDO
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– così che una volta che il mouse viene mosso e che viene cliccato un tasto, il responso su schermo sarà pressoché istantaneo. La tensione del pulsante a molla metallica affina ulteriormente l’esperienza mantenendo i tasti sinistro e destro in tensione, offrendo una sensazione di clic, una risposta e un feedback eccezionali. Per aiutare i gamer ad ottenere il massimo dal loro equipaggiamento, il G203 LIghtsync può essere programmato usando l’Hub di Logitech G. dotato di un’interfaccia moderno e pulito, questo avanzato software da gaming permette di personalizzare rapidamente i comandi per ogni tasto del mouse.
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LOSFIZIO DELGIOCO
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rriva un nuovo strumento in aiuto dei giocatori. Logitech G lancia il mouse da gaming G203 Lightsync, capace di fornire performance di prima qualità per il gioco, versatilità ai massimi livelli e un design classico a un prezzo ultra-competitivo. Il mouse da gaming ha un design classico e altamente collaudato da sei tasti, può essere utilizzato immediatamente dopo averlo collegato oppure completamente personalizzato per semplificare o cambiare differenti azioni in-game. Il mouse include un sensore ad alta precisione con Dpi regolabili fino a 8000 Dpi, garantendo la massima precisione e velocità di movimento. Il G203 Lightsync è dotato di una palette di oltre 16,8 milioni di colori e di differenti livelli di luminosità, ed è capace di creare un effetto arcobaleno in movimento. Il dispositivo comunica con il Pc fino a 1.000 volte al secondo – otto volte di più di un mouse standard
I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE
LOSFIZIO DELGIOCO A cura di Michela Carboni
G203 LIGHTSYNC PER UNA NUOVA IMMERSIONE NEI VIDEOGIOCHI
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L’ORA DEL GIOCO
L’ORA DEL GIOCO
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veri amanti dei videogiochi non potranno farsi sfuggire la felpa con cappuccio, Nerd. Si tratta di un capo unisex, perfetto per un look casual nei giorni di mezza stagione. Il tessuto lavorato che riveste internamente la felpa è girato all’esterno in corrispondenza delle maniche. Ha tutto l’aspetto di una felpa e allo stesso tempo la leggerezza di una maglia: difficile dire a cosa somigli di più! I taglio risulta più sagomato sugli uomini e leggermente ampio sulle donne. Maniche e orlo del cappuccio sono in tessuto lavorato french terry. Disponibile anche nei colori grigio melange, navy melange e rosa-crema melange. Della stessa linea, la maglietta da donna dal taglio comodo, da indossare in una giornata di relax al parco o con gli amici. Un indumento che diventa ancora più piacevole grazie al taglio comodo e allo stile boyfriend. Le maniche sono corte con risvolto e la scollatura è ampia. Più corta davanti e più lunga dietro, risulta molto sbarazzina.
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STILE NERD
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mondo degli amanti degli eSports è ormai molto vasto, tanto che Creation Lilly ha ideato alcuni oggetti che si rifanno proprio a questo settore del gaming. Un esempio è la borraccia griffata eSports. Un sorso d’acqua e una boccata d’aria, non rinunciando mai allo stile. Grazie al gancio fornito in dotazione, si può fissare questa borraccia al proprio zaino o ai pantaloni, in modo da averla a portata di mano quando la sete si fa sentire. Per chiuderla ci sono due modi: si può usare il sigillo a ventosa con tappo per aprire e chiudere rapidamente oppure un tappo ad avvitamento con impugnatura. È totalmente realizzata in alluminio e non è adatta a contenere bevande gasate.
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ESPORTS CHE PASSIONE!
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Head-on to the future Andrew Spencer, head of education and training of the Totally Gaming Academy, reaffirms the importance of training, not only online, but also land-based one, and highlights how the sector must focus, today more than ever, on responsible gaming
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GIOCO &ARTE NUOVE TENDENZE POKER STRATEGY
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PROMOSPACE
ENGLISH PAGES A cura di Natasha Crisantemi
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at home, not only to work, to cook, to read, to watch TV, but also to train through remote ways. From the latter point of view, after the quarantine to which millions of people have been forced, among them there are many gaming operators, on what sides should training in the gaming sector be oriented in the future and how should the companies involved in training be organized? We asked Andrew Spencer, head of education and training of the Totally Gaming Academy: “The basics haven’t changed. Training exists to help improve business by improving peoples skills, knowledge and attitude. Training companies should be asking their clients ‘what business issues are you trying to resolve, and how can we help your people do this?”. How should this training be? Will “physical” training return or will it be permanently replaced by online training? “It will return. People still want to ANDREW SPENCER
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see people and you can only really train people to manage gaming tables with access to a table! But that doesn’t mean that the benefits of the online training component will be forgotten for those things it’s appropriate to. So, a healthy ‘blend’ as we call it will develop. What many other sectors and professions have understood for years is that different people learn in different ways, so we have to provide options. It’s not ‘one or the other’, it’s both”. Companies in the gaming sector are severely tested by the Covid-19 emergency. What are the ones that will survive and under what conditions? “Those that didn’t panic, took a step back, kept their clients informed and find out what they will want in the ‘new world’, and made sure they looked after their teams. After all, this is an industry that is driven by service to the customer. Those that saw this as a chance to ‘reset’, evaluate. Diversification and innovation will survive. But they will all rely on a combination of infrastructure and government that see the importance of the sector to their economy and so support it – with pragmatic rules on social distancing, along with realistic levels of taxation. However, great the
leadership of the Gaming company, they are very much at the mercy of the regulatory environment”. Has the Covid-19 emergency changed the identikit of the land-based and online player? “It’s too early to say. The obvious consequence though is the develop of the ‘blended player’! A land based player may well be a new convert having ‘had a go’ in lockdown, but when this is all over we’ll all be looking forward to getting out, so there may be a bounce back to the players’ favourite venues”. How important is it to promote responsible gaming right now and in the difficult times that will come? “It’s imperative. The industry must lead rather than be dragged along this route, or it will be pilloried, someone else to blame in all of this. The inevitable mental strain of ‘lockdown’ will lead to irrational behaviour, so, if the sector is to avoid the accusation of being mercenary, it must watch player behaviour and intervene if necessary. With the likelihood of recession conditions, unemployment and strained domestic budgets, the sector must watch and police itself to avoid the pariah syndrome”. (Amr)
PH. STEVEN R AMON, UNSPLASH
gioco e covid-19
MANILA (FILIPPINE)
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The global health emergency has also delayed the debut of the event organized by Clarion Gaming for the first time on the Asian continent. But from 8 to 10 June the event will still be held on the web.
ICE LANDS IN ASIA BUT WILL BE DIGITAL
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ce Asia 2020 will be digital this year, too. And the organization of Clarion Gaming, of which Gioco News is media partner for this and many other events, has developed an impressive program of new speakers and topics. As mentioned, it will be a virtual event and is scheduled for Monday 8 to Wednesday 10 of June. It will be the “first time” in Asia for the Ice brand and the organization will try to develop a series of topics that the gaming industry in this particular region of the world will have to address in the coming months and years after the Covid-19 “tsunami”. For this reason, a rich program of sessions has been ready for some time, which will interest all Asian gaming operators, producers, representatives of politics and other experts in the sector. Ice Asia Digital will begin with a keynote speech by Andrea Domingo, president and Ceo of Pagcor, the gaming regulatory authority in the Philippines. A focus will follow on the outlooks of Asian games in the new post-Covid-19 world, including discussions on the state of the markets and what the recovery in the regional area could look like in the coming months. The panel will include Alidad Tash of 2nt8 Ltd., Kevin Clayton previously of Galaxy Entertainment and
Sands China and Vitaly Umansky of Sanford C. Berstein. A panel will follow on the regulatory impact that coronavirus will have on gaming across Asia and includes Jamie Nettleton of Addison, Ranjana Adhikari of Nishith Desai Associates and Lau Kok Keng of Raja & Tann Singapore. Other topics will include a discussion on the union between digital and land-based gaming, led by Jonathan Pettemerides of the Rank Group and a detailed review of Australian regulations, which will be led by Michael Sarquis, executive director of the liquor office and of the games regulation department as well as general attorney. The second day of the event will begin with another keynote presented by Andrea Domingo of Pagcor. This will be followed by a round table on the reopening of casinos in Asia and how the “new normal” will be from an operational perspective. The panel will be led by Jose Angel Sueiro, chief operating office of Ph Resorts. Following the panel discussion, Steve Wolstenholme, Ceo of Hoiana Casino, will give his opinion on the development of integrated resorts and the gaming industry in general in Vietnam. Regional focus will shift during the
second half of Day 2 to launch an update on integrated resort development in Japan. Chaired by Brendan Bussman of Gma, the panel discussion will focus on the timeline for casino development in Japan and will be discussed by Ayako Nakayama of the Japan Ir Association, Kazuaki Sasaki of Toyo University and Toru Mihara, president of the national council on legislation on games. This panel will be followed by a targeted exploration of public support on the development of the Japanese casino by Dominic Carter of the Carter Group. The day will end with a look at Chinese consumerism and tourism by Annie Siara of 86 connect. There are other topics that will be added to the agenda in the coming days, including more content in the Macau and Korea markets. The event ends with a third day dedicated to gaming training, hosted free of charge by the international course provider Totally Gaming Academy. This training will focus on land-based challenges, including Aml and Cft, casino marketing and social games for landbased operators. Registration for Ice Asia Digital is free, including training. For more information, including the full agenda, speakers, advanced registration and sponsorship opportunities, visit www. ice-asia.com.
ANDREA DOMINGO, CEO DI PAGCOR
www.gioconews.it
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CASINOBEATS MALTA A VIRTUAL EDITION
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Sbc Events has moved the super Maltese event to June, the 30th and until July, the 2nd, which has always collected crazy numbers and will also be online with many job and in-depth study opportunities
he physical event was expected to take place at InterContinental Malta in mid-June. By now, we repeat it often but, unfortunately, the Covid-19 and the security protocols have still put restrictions on travel and movements that still affect commercial activities. For this reason, CasinoBeats has been transformed into a digital event in the new dates from 30 June to 2 July. And Sbc Events launched the three-day fully virtual conference, also offering an important exhibition and networking experience. Organized in cooperation with GamingMalta, CasinoBeats Malta Digital will use the same advanced technological environment that fueled the success of the Sbc Digital summit in late April. CasinoBeats Malta Digital will repeat the key elements that make physical fairs so important to the gaming industry and will make them accessible to people around the world. GamingMalta is an independent nonprofit foundation established by the Government of Malta and the Malta Gaming Authority (Mga). In charge of promoting Malta as a center of excellence in the sector of digital and remote games at a global level, it is also responsible for connections with the relevant local authorities to improve
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the attractiveness of Malta as a jurisdiction and improve the ecosystem surrounding the gaming industry. Ivan Filletti, GamingMalta’s chief operations officer, said: “Through this cooperation with Sbc, we are showing how Malta remains open for business, while celebrating the resilience of the gaming industry. The efficient response of the Maltese authorities to the Covid-19 pandemic has not gone unnoticed by international investors. CasinoBeats Malta Digital 2020 will be the ideal thought leadership platform to take stock of the current scenario of Malta and the international igaming sector, together with what is shaping the sector’s agenda. We want to use this platform to share with the public and stakeholders because Malta is and remains the home of gaming excellence.” Delegates can expect a five-track conference with 120 top-level speakers from the world of online casinos, slots, compliance, affiliate marketing and payments sharing their views on the unique challenges and ideas of 2020 on long-term opportunities for the industry. They can also learn about the latest innovations from the main suppliers at the 30 interactive booths in the virtual
exhibition hall and create new connections in the virtual network hall and in special network sessions focused on specific subjects and market segments. Stewart Darkin, Ceo of CasinoBeats, thinks the same: “With the effects of the pandemic still felt by companies around the world and the gaming market in a very different form than at the beginning of the year, it is more important than ever for people in the sector to share knowledge and work together. CasinoBeats Malta Digital is the ideal platform to do this. We had great support from speakers, sponsors and exhibitors thanks to the participation in the physical event and they see the potential offered by the virtual conference and the format of the exhibition, not least by key partners such as GamingMalta and Kpmg Malta. So, we can’t wait to offer a great event for the 3,000 delegates who will join us.” The conference agenda includes panels that study how companies have addressed the impact of the Covid-19 pandemic on the casino market and the next steps for the industry as the world will come out from the lockdown. It also features sessions addressing the compliance and payment challenges that have come up in recent months.
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industry. They are the top professionals in the sector with a strong ability to summarize all the main components of a conference on gaming. It will be a must-attend event, with exceptional content, high-impact networking opportunities and world-class hospitality. Their entry into the United States will be decisive!”. Speakers and moderators initially announced will include Laila Mintas (adviser of Dr. Mintas Consulting), Katie Lever (chief legal counsel at Drew Las Vegas), Daniel Wallach (founder of Wallach Legal Llc), Jaka Repanšek (expert on law media and Tech), Joerg Hofmann (partner of Melchers Law) and, as previously announced, Jeremy Kleiman (lawyer and member of Saiber Llc) and Bill Pascrell, III (partner of Princeton Public Affairs Group). The program is continuously updated, as more speakers and moderators are added every day. To be constantly updated and to participate in the event, just visit the official website of the digital summit: summits.gamingamericas.com.
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included this expansion in 2021, however, due to the situation, today we have a unique opportunity to test us in the region. We also want to plan some live conferences in the United States and Canada, starting next year,” Zoltán Tűndik, co-founder and head of business. of the Hipther Agency, says. Great enthusiasm in the United States and the experts are ready to be part of this inaugural event, that will welcome the participants remotely. Jeremy Kleiman, legal gaming expert and member of Saiber Llc, adds: “In a crowded conference room of the gaming industry, the Hipther Agency stands out by offering unique, intimate, boutique-style events, focused on the practical aspects of the business. I have attended many of their events in Central Europe and I am thrilled that the Hipther team is coming to the United States to inaugurate the digital summit on sports betting and casinos in North America. I’m sure it will be an event not to be missed”. Bill Pascrell, partner of the Princeton Public Affairs Group, thinks the same way: “The entire Hipther Agency team is an example of exceptional professionalism in its events for the gaming CASINÒ FRANCESI
he team of GamingAmericas.com, portal of the network of the Hipther Agency, had to adapt to all the other events and live conferences that had to migrate online, always getting some success. Therefore, the Sports Betting & Casino Summit North America will start in June, 23-24, and will be the inaugural edition of the important meeting. The digital summit will be hosted in a virtual layout that will pave the way for a (finally) live conference to be held in 2021. The virtual conference is designed to bring regulators, operators, suppliers, marketing managers, level C executives, policy makers and more together for two days of online learning and quality networking. The main topics of the conference include the restart of gambling sector in the United States and Canada, with attention to both land-based and online activities, but also highlighting the significant challenges and opportunities that the market can offer. “We are launching the Sports Betting and Casino Summit in North America to bring our format to the region and also encourage quality learning and networking opportunities. Our plans
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How to restart the gambling industry in the United States and Canada? The first Sports Betting and Casino Summit North America, online of course, will talk about it, in June, 23-24.
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Betting shops at the difficult Covid test Coronavirus has also hit the UK, placing betting shops in further crisis
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he UK’s betting shops were already facing a battle for survival well before the Covid-19 pandemic struck. Their number was at its lowest level since they were legalised in 1961 and it will fall further with the enforced shutdown and the new restrictions put in place for retail premises. The nature of betting shops and the service they provide mean that some will struggle to comply with the social distancing requirements needed to re-open, whilst still being able to operate in a viable – let’s not go as far as saying ‘profitable’ - manner. • Some betting shops are very small units. Enforcing social distancing measures will mean that only a handful of customers can realistically be admitted. • In most retail outlets, customers usually complete their purchase and then leave. In betting shops, customers place a bet (make a purchase) and then often stay in the shop to watch a race. This behaviour of lingering in betting shops over prolonged periods is not compatible with the new Covid conscious world. • Some betting shop activity is time sensitive, based around the schedule of live events e.g. horse races. This
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di Lorien Pilling Direttore di Global Betting and Gaming Consultants
is not found in other retail activity. To have any chance of being allowed to re-open, betting shops will have to make dramatic changes to how they operate. GBGC here makes some suggestions as to a new operating model, based on a shop that can accommodate five customers: • Betting “stations” – set up with clear Perspex partitions and appropriate distance between each one, a station will consist of a chair, side table, betting slips, pens, disposable face mask and bottle of hand sanitiser. • Customers - a customer will be allocated a specific betting station and required to use the face mask. • Rules of entry: - Customers will be required to place a bet on each scheduled Uk horserace. - In order to retain their place in the shop, the customer must select the winner of the race. - A customer can bet on more than one horse per race. - If a customer does not bet on the winner, they have to leave the shop and a new customer who has been waiting in a distanced queue outside can come in. - The ejected customer can join the queue and wait to
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kable, unwanted and unlikely. Maybe so. But they are also unavoidable. Whilst the proposals presented here by Gbgc might not be the only, or best, solutions, such ideas will be necessary - at least in the immediate future - if betting shops wish to survive. Retail bosses are already claiming that customers ‘may never shop the same way again’. Steve Rowe, Ceo of Marks and Spencer, believes that ‘whilst some customer habits will return to normal, others have changed forever’. The pandemic lockdown has also accelerated trends and habits which were already happening, most obviously the use of online purchases. Of course, customers might not accept the new rules of the betting shop environment and stay away. But this outcome adds no real additional risk to the dire situation in which Uk betting shops find themselves. Based on the current guidance, it seems unlikely that any retail outlet will be allowed to re-open in 2020 unless they can demonstrate measures to keep people (staff and customers) safe. Customers can already do everything that a betting shop offers on their mobile phone or computer. In the UK, the trend for a move toward internet gambling is already established. The lockdown in the first half of 2020 will only have increased that change in betting behaviour. The restricted retail situation could persist until mass testing is available and a vaccine for Covid-19 has been developed successfully. The timeframe for this could easily be 18 months, if at all. Not many betting shops would survive closure for this long. The betting sector must accept very quickly that things have changed. It will have to apply some corkscrew thinking to its outlets if they are to remain relevant. As Dorothy realises after the Twister carries off her house - ‘I’ve a feeling we’re not in Kansas anymore’. DANON PERDERE
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re-enter. If there is no queue waiting, they can re-enter immediately. • Placing bets – bets can be placed over the counter or via self-service betting terminals (Sssbts), as space allows. Debit card use will be encouraged to keep cashhandling to a minimum. • Winning immunity from ejection: - In it together: If all customers – in this example, five – choose the winner of a specific race, they all five get immunity from ejection for the next race. This means for the next race they do not have to find the winner to stay in the shop. - Gaming machines – wins or losses on gaming machines do not influence immunity from ejection. BUT: if a customer hits the jackpot on a slot game, they win immunity for the rest of the day. That customer can stay in the shop for as long as they wish for that day and are immune from ejection. If they leave the shop, however, their privileged status ends. - Other sports: bets on other sports do not influence immunity. Customers can place bets as they wish. • Hand Hygiene - Good hand hygiene can also win customers immunity from ejection. - There will be a bell placed behind the cashier’s desk. - At random intervals, the bell will be rung by the manager or cashier. - The first customer to apply gel from their allocated bottle of hand sanitiser will be awarded immunity from ejection for the next race. The manager’s decision is final. Such a set-up has several advantages: • Allows betting shops to re-open under the new Covid-19 retail landscape. • Provides a safe environment for customers to bet and staff to work. • Encourages betting on Uk horseracing. This is good for the Levy, which will have taken a hit in 2020 because of the cancellation of racing. • Gives customers an incentive to choose their racing selections with care because winners are crucial to staying in the shop. • Gives an incentive to play the machines because a jackpot win gives daily immunity from ejection. • Promotes good tipsters: any tipsters in the media that can find winners consistently will be in demand because if customers get winners, they stay in the shop. • Encourages civility to betting shop staff that is in control of the hygiene bell. This gives them a measure of power over the customer because winning the race to apply hand gel gives temporary immunity from ejection. The immediate reaction of many readers to these ideas will be that they are unwor-
BETTING SHOPS AT THE DIFFICULT COVID TEST
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by Ludovico Calvi
Sports Integrity during and after Covid-19
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he cessation of mainstream sport competitions worldwide due to the Covid-19 outbreak has created a window of opportunity for malefactors to exploit and manipulate sports betting across the globe. As President of GLMS -- the Global Lottery Monitoring System -- I have observed an extremely busy period during the last 3 months with the detection of mounting irregular and suspicious betting activities. As the sport integrity association of choice for state lotteries across the world, Glms has launched Integrity Hubs in Copenhagen, Hong Kong and Montreal. Together with members and partners, we have never been so busy in fighting the phenomenon of ghost matches and match fixing. During the last 3 months, there have been cases of “matches” which never actually took place, but were promoted on the web with the goal of profiting at the expense of the unsuspecting public and betting operators. Criminal organisations have been very active since the outbreak of Covid-19 seizing any opportunity - even during a pandemic crisis - to further their illicit activities. As a result, Glms has increased the level of vigilance and intelligence monitoring and will do more so in the future. In fact, additional threats could well materialize when sport events resume, given that the financial crisis has adversely impacted countless sport organisations globally, which in turn, may increase the level of risk-taking and vulnerability of athletes and sport stakeholders. Against this backdrop, Glms’ strategic approach against sports corruption is paying off, precisely because of the multi-stakeholder, multi-jurisdiction coordination through integrity monitoring
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the gaming ecosystem. I personally disagree, and the key facts appear to confirm my opinion. We have concrete proof that the legalization of sports betting in many countries has averted the proliferation of black markets, criminal organisations and therefore match fixing. GLMS has always supported regulated, responsible and sustainable betting market environments since bans have often favoured sport corruption. Unfortunately, the tendency of relatively young inexperienced athletes to succumb to corruption is an ongoing dynamic manifested over decades, regardless of country or nationality. This negative phenomenon originates from a lack of awareness and the absence of an embedded integrity-centric culture particularly among young athletes. In addition, the temptation of “easy money” particularly in low-profile sports events that avoid detection has fostered the proliferation of cases among young professional athletes. Young athletes at the beginning of their careers may feel they have little to lose – an attitude that leads to an inevitable reputational damage in the medium to long term. Similarly, key sport club stakeholders may also be implicated in such cases with the objective of making easy unfiltered money to allow the club to “survive” in low key championships where finances are scarce. The world of “post-Covid 19” sport will be full of unanswered questions and economic instability for some time, placing unprecedented pressure on new revenue, cost management, and financial offsets. This scenario will inevitably create fertile ground for fraudsters seeking to exploit weaknesses and take advantage of this moment of vulnerability of the system in the “new normal”. It is our duty to remain vigilant while strategically deploying safeguarding measures to guarantee the legality of sports betting, and to protect athletes and stakeholders across the globe.
hubs and active sport lotteries trading floors across the globe. To manage real-time data flows effectively, Glms Integrity analysts use a peerless monitoring system to allow robots to analyse real time price volatility and detect suspicious line/price movements. GLMS predictive models analyse more than 1 mln prices every 3 seconds. More importantly, GLMS Operational team can leverage intelligence from the active trading floors of 31 countries, which contribute to the detection of suspicious betting patterns in retail and digital environments. This “glocal” feature (global+local) serves as the critical differentiator, setting Glms apart from other sports integrity entities. “Glocal” means having a meaningful local presence and intelligence-gathering capability on the territory, integrated within a tightly structured global network. Timely analyses and prompt and effective alerts allow the Glms Integrity team to activate all parties involved in the detection and management process. Glms recommendations to Members – escalated in the face of detected risk – typically are to: a) increase limit thresholds, b) drastically alter odds/prices, c) close betting on a given market, d) close betting on entire events, while engaging formally with Sport Federations, Law Enforcement Agencies, Regulators and Prosecutors. The phenomenon of match fixing is one of the main problems facing the world of global sport and legalized betting. There are those who believe that Ludovico Calvi the manipulation of • President of Global Lottery Monitoring sports competitions is System Executive Committee the inevitable outco• Member of the American Gaming Association Sport Betting Task Force (Aga) me of the evolution of • Member of the World Lottery Association legalised sport betting (Wla) Sports Betting Integrity Committee as a core element of
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Consumer fear levels will set the pace when it comes to fighting back following the easing of lockdown
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BOWLING’S RECOVERY
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hen it’s all over – how often are we hearing that now? – will you be prepared to rent shoes at your local bowl? Will you be happy to dunk your thumb into a sweaty ball? Will you even be prepared to stand in line to rent lanes? Perhaps more importantly, will you be prepared to go to your local bowl at all, or at least immediately? Bowling centres are agonising over the answers. And simply put, they are not going to know. It is very much going to be a case of suck it and see. What little they can do is polish up their own operation as much as possible. Install hygiene corners with antiseptic dispensers, maybe with treated wipes to polish up a ball with before a player uses it. And the rest-rooms… well, they should have always been up to standard anyway. Of course, most bowlers these days, except the most casual, have their own shoes and their own bowling balls, but the casual player must not be overlooked as they provide a vital percentage of the bottom line. The accompanying support elements to a bowl – the tots’ play area, climbing walls, games arcade – are all very tactile, if you think about it. None of this presents an optimistic future. And those even more concerned than the operators themselves must be the suppliers. The issues are encapsulated in a story recited to us by QubicaAMF’s director of business development, Roger Creamer: “In Georgia, US, the governor included bowling in the list of businesses that could open. That largely didn’t happen, because the mayor of Atlanta, Keisha Lance Bottoms, publicly disagreed with him and really put the cat among the pigeons with: ‘As I look at people standing in line for haircuts and to get their nails done, what we are essentially saying to Georgians is ‘go bowling and we will
have a (hospital) bed waiting for you.’” That kind of publicity must make those who make and sell tenpin bowling put their heads in their hands. And they have to think about the future once the lockdown is lifted. The best that Creamer can come up with is “uncertain”. Go to Cynthia Winterhalter, Coo at Switch International, and the answer is: “Attitudes will change and the industry must change be prepared.” At Brunswick Bowling Products, Corey Dykstra, Ceo, said: “There is no doubt that bowling has been dealt a one-two punch!” What is common to all of them is perhaps the realisation that the “new normal” isn’t going to be normal at all. With players now conscious perhaps for the first time of elements such as personal space and eyeing crowded places with trepidation and scrubbing up at every opportunity, all parts of the amusement and leisure industry will have to scrub up too. Winterhalter said, somewhat needlessly, that the industry had come to an abrupt stop. “We will have to work hard and intelligently to recover.” Her recipe for recovery is to push operators into doing the obvious: “making sure that their centre has the best service possible, is kept impeccably clean and is welcoming to all the customers who have been in self-isolation for some time.” She doesn’t believe, however, that there will be a reluctance on the part of the players to come out of doors. Winterhalter feels that they will come back, almost instantly, and in droves. The challenge is to ensure that they keep coming back. At QubicaAMF, Creamer is not so sure about the returning numbers. He noted that in the aforementioned Georgia situation, those locations that had reopened were
experiencing business way below the level that would normally be expected. “It is that uncertainty that is there that worries me. If the ‘new normal’ is that people take fewer chances in socialising, then it will be well into 2021 before bowling centre proprietors start to re-invest in their businesses.” It isn’t all gloom and doom. All three retain degrees of optimism. Said Corey Dykstra: “We believe the market can return quickly as the entire industry begins a laser-like focus on assuring consumers that bowling is a safe activity. It has been heartening to see the creativity and dedication so many industry leaders are putting into the cleaning procedures, process controls and marketing efforts needed to assure consumers that it is safe to come back and bowl. If the lockdown has taught the leisure industry anything, it is probably confirmation of what it already knew – that consumers were not meant to be stuck at home. Demand for social entertainment is probably stronger as a result of the pandemic than ever and the players will return.
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COREY DYKSTR A OF BRUNSWICK
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a cura di Nashira astrologa e sensitiva
17, 18, 58 Ambo, Terno e su Tutte, Roma, Milano SUPERENALOTTO
Renzo Arbore (Lorenzo Giovanni Arbore)
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cantautore, clarinettista, conduttore radiofonico, autore e conduttore televisivo Foggia, 24 giugno 1937
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PAROLADI COLLOVATI
PESCI Smettetela di lamentarvi perché a giugno la fortuna busserà alle vostre porte e non dovrete fare altro che aprire, per essere colmati da una serie di doni che saranno particolarmente ricchi e graditi in campo amoroso. Ovviamente, il momento è ottimo anche per tentare la fortuna al gioco.
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SAGITTARIO Siete proprio incontenibili con la fine della quarantena e a giugno sprizzerete energia da tutti i pori. Questo contagerà, ma stavolta in senso buono, tutte le persone a voi care, che brilleranno assieme con voi. Momento così così, però, per giocare.
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ACQUARIO Un giugno che vi regalerà tante soddisfazioni sia nella vita privata che in quella professionale, che si sta ripristinando. Sarete apprezzati in tutti gli ambiti ma dovrete fare attenzione a non salire su un piedistallo che vi renderebbe un po’ saccenti e vanitosi. Gioco: aspettate luglio.
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SCORPIONE È venuto il momento di allentare la tensione che avete accumulato nelle ultime settimane e di prepararvi a un’estate che sarà diversa dal solito ma lo stesso e rigorosamente all’insegna del relax. Del resto, avete proprio bisogno di rasserenarvi. Giocate con prudenza.
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LEONE Dovete essere coraggiosi, come si richiede a un vero leoncino, e affrontare questo graduale e difficile ritorno alla normalità con l’audacia e la verve che sempre vi contraddistinguono. Il quadro astrale è favorevole! Per giocare attendete metà mese.
VERGINE Che ne direste di prendere posizione? Siete chiamati, anche se non vi fa piacere, a essere giudici di una delicata questione, ma essere di parte non vi fa onore, specie se lo siete per motivi personali. Gli astri suggeriscono saggezza in quantità industriale. Giocate poco sino a metà mese.
CAPRICORNO State prendendo un po’ troppo sul serio delle vicende familiari che sono invece più semplici di quanto possano sembrare. Non caricate il mondo di ulteriori problemi, ma sfoggiate un pizzico di saggezza e tutto si risolverà per il meglio. Al gioco bene specie nella prima decade.
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TORO Ritorno alla normalità benvenuto, ma il vostro capo vi chiederà molto e sarete dunque sottoposti a uno sforzo supplementare per accontentarlo al meglio. Ma ne verrà certamente la pena… chissà se non è in cantiere una promozione. Prudenza al gioco.
GEMELLI Cercate di sorridere, che il periodo è difficile per tutti e dunque una dose di ottimismo gioverà al benessere di tutti. Tra l’altro, siete tra i segni più fortunati del mese e dunque avrete solo da scegliere tra le opportunità che vi si presenteranno davanti. Benino al gioco, niente di più.
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BILANCIA Una persona tornerà dal passato e vi regalerà un delizioso revival di ricordi che scacceranno le recenti angustie. Avrete dunque l’opportunità di riallacciare un rapporto che solo in apparenza sembrava rotto per sempre. Però, tenete conto di tutto quello che avete imparato. Fortunati al gioco.
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CANCRO Non siate timidi, e non dite di no alla vita che torna a bussare alla vostra porta. Il mondo è ben disposto nei vostri confronti ma non lo mettete troppo alla prova! Sarete i primi a trarre beneficio da una migliore predisposizione d’animo! La dea bendata vi ama comunque!
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ARIETE Essere tenaci e testardi vi fa onore, in questo momento nel quale è richiesto il massimo sforzo da parte di tutti. Ma non eccedete e scegliete bene i vostri obiettivi, per evitare di perdere tempo e di farvi male. Ce ne sono di interessantissimi da valutare. Benino al gioco, niente di più.
Contenuto informativo da operatore gioco legale ai sensi delle Linee Guida Agcom (Delibera n. 132/19/Cons).