Come sono diventato l'amante perfetto

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Come sono diventato

L’amante perfetto OSCAR LAFONTÉ

auto da fé


P

er circa tre anni il protagonista si diverte e fa divertire le proprie compagne, fino a quando raggiunge un livello di eccellenza e diventa l’amante perfetto. Questa autobiografia vi permetterà di conoscere il miglior modo di concepire la passione e il piacere. L’amante perfetto si evolve gradualmente conoscendo nuove donne, che sperimentano insieme a lui la vivenzia dell’estasi, raggiungendo il massimo del piacere carnale, talvolta rasentando la follia. Oscar Lafonté, da fine psicologo, sfrutta i pregi e le debolezze di entrambi i sessi: capisce cosa fa impazzire una donna e quali sono i problemi in grado di distruggere una relazione; e racconta tutto nel dettaglio.

OSCAR LAFONTÉ fino ai quaranta anni era un uomo assolutamente comune, poi in seguito a una fatalità ha improvvisamente riscoperto la passione e la lussuria, che lo hanno portato a scrivere questa autobiografia. ISBN ISBN 9781537278865 978-1537278865

90000 >

€ 12,90

9 781537 278865


OSCAR LAFONTÉ

Come sono diventato

Come sono diventato l’amante perfetto

L’amante perfett Auto da fé

… Licenziando queste cronache ho l’impressione di buttarle nel fuoco e di liberarmene per sempre (E. Montale)

OSCAR LAF

auto


© Oscar Lafonté, 2016 © FdBooks, 2016. Edizione 1.0 L’edizione digitale di questo libro è disponibile su Amazon e altri store online. L’edizione cartacea è disponibile su Amazon e in tutte le librerie italiane e straniere.

ISBN 978-1537278865 In copertina: Foto di Adriano La Blunda. Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni riproduzione, anche parziale, non autorizzata.


Oscar LafontĂŠ

Come sono diventato

l’amante perfetto



Premessa

Se il vostro desiderio è diventare l’amante perfetto, qualsiasi sia il vostro sesso, dovete leggere questo libro. L’amante perfetto è colui che è in grado di trasformare la passione in un’arte. Non sottovalutate questo libro considerandolo solo come letteratura erotica, visto il titolo e il tema principale, poiché questa testimonianza vi permetterà di conoscere un mondo semisconosciuto, quello della passione e del piacere estatico, con spunti di riflessione sul mondo d’Internet. È un libro che pone una grande questione: perché tante relazioni falliscono, mentre dovrebbero essere eterne?



Ringrazio voi tutte, mie muse, amanti, angeli e diavoli. Buona lettura.



Oscar LafontĂŠ

Come sono diventato l’amante perfetto



Prologo

Chi ha conosciuto l’amante perfetto ha la propria vita segnata. Ella, infatti, non riuscirà mai più a cancellarne la presenza, il suo sapore dalla bocca, il suo odore dalle lenzuola, a dimenticare le sue mani e il contatto con il suo corpo. Non riuscirà mai più a trovare un uomo simile e nonostante un perpetuo peregrinare nessuno potrà sostituire l’amante perfetto nel suo cuore ormai irrimediabilmente marchiato a fuoco. L’amante perfetto – facendole conoscere ciò che prima era a lei sconosciuto, la vivenzia dell’estasi, un sentiero unico ignoto alla maggior parte degli uomini – ne ha segnato il destino. La passione è una musa insidiosa che alimenta l’amore. Se fino a oggi pensavate di conoscere la passione, leggendo questo libro scoprirete cose mai viste né sentite. I nomi usati sono chiaramente travisati.



Capitolo uno

Il vulcano La mia storia è breve ma intensa. ero consapevole di essere un vulcano di passione, ma sapete come sono i vulcani: ci sono quelli attivi, quelli dormienti e quegli altri ancora addirittura spenti. Da buon francese trapiantato in Sicilia conosco i vulcani dell’isola, mi bastava guardare oltre il mare che riuscivo a scorgerne due: Vulcano e Stromboli, entrambi delle isole Eolie. Il primo straordinariamente maestoso, ma ufficialmente spento, sfoga tutti i suoi bollori sotto forma di gas, fango, calore e così via… sfoghi dolci e innocui. Il secondo è attivo, attivissimo e sfoga quotidianamente tutto il suo fuoco e ogni tanto con degli improvvisi sussulti fa anche danni. Bene, io per quarant’anni sono stato proprio come il primo dei due; ribollivo dentro ma tutti i miei sfoghi erano alla fine dolci e innocui, la mia passione smisurata ribolliva nelle viscere ma un enorme tappo le impediva di uscire, di sfogarsi, di materializzarsi. Poi un evento improvviso e traumatico alla soglia dei quarant’anni piombò nella mia vita con la devastante forza di un terremoto. Il mio matrimonio e la mia famiglia andarono in frantumi, la mia dolce moglie siciliana all’improvviso decise che doveva lasciarmi, abbandonandomi da solo in terra straniera. L’evento, come ogni catastrofe, mi lasciò temporaneamente inerme


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ed esanime, distrutto direi. Tutte le certezze che avevo avuto fino a quel momento erano sparite all’improvviso, la famiglia, le abitudini, la quotidianità e anche le amicizie… in un giorno tutto dissolto. A quel punto non mi rimaneva molto da fare. O restare devastato a terra e continuare a piagnucolare come un bimbo impaurito o ricostruire la mia vita sulle macerie del passato. Anche perché la mia ex, poco dopo la separazione, con lo scopo di ferirmi ebbe modo di dire riferendosi a se stessa: «Aveva una Ferrari e non l’ha saputa sfruttare». A questo punto il mio orgoglio ferito mi diede una scossa, anche perché sia che possediamo una Ferrari oppure una Fiat 500 se non c’è benzina queste sono solo bellissimi oggetti che non servono a un cazzo, quindi per farle camminare ci vuole il carburante e nel mio rapporto questo mancava. Sì, mancava il fuoco della passione e non ero certamente io a non averlo, come dimostra la stesura di questa narrazione. Sapete, ognuno di noi porta con sé il fardello del passato e ricominciare con rinnovato entusiasmo non è facile per nessuno, ma io capì che non avevo scelta, la vita m’imponeva di risorgere; piangermi addosso era un lusso che non potevo permettermi. V’illustrerò come da vulcano quiescente il cataclisma mi abbia trasformato in uno Stromboli e la passione che fino allora era controllata si sia trasformata in un fiume inesauribile di lava incandescente, facendomi diventare l’amaint parfait che, ripeto, non dipende affatto dal numero di donne avute ma dal piacere in grado di dare non solo a livello orgasmico, ma emotivo e passionale e soprattutto al cambiamento da uomo “normale” ad aspirante Casanova.


Capitolo due

La rinascita Il mio risveglio si presentò irto di ostacoli e, come già detto, alla fine del mio matrimonio mi ritrovai senza parenti e, viste le mie origini, senza alcun amico poiché i miei amici erano i nostri amici e sinceramente provavo disagio nel riprendere le vecchie frequentazioni. Questi sentimenti che avevano preso il sopravvento su di me mi fecero ritrovare completamente solo ed emarginato, da un giorno all’altro, e come molti altri separati mi ritrovai solo. Per non parlare della vita sentimentale, completamente inesistente. Dopo vent’anni di convivenza accanto a mia moglie le mie doti di conquistador de corazones si erano inesorabilmente assopite! Senza amici, senza donne, con la timidezza che dominava la mia vita, capii che dovevo darmi una scrollata oppure avrei finito con il raggiungere la pace dei sensi in fretta, troppo in fretta… e non potevo permetterlo. Mosso da questa consapevolezza incominciai a scoprire ed esplorare un nuovo mondo, un universo fino allora sconosciuto: la rete Internet divenne il mio tutor e la mia armatura. E allora, parole a me sconosciute come social network, Facebook, chat, chattare, chat room si


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fecero largo tra le mie nuove abitudini e, soprattutto, curiosità. Scoprì che questo nuovo e affascinante universo virtuale era tuttavia pieno di insidie e trabocchetti: uomini e donne ipocriti, impostori e infami… ma non parlerò ora di tutto ciò perché questa scoperta mi donò l’entusiasmo di ritornare ad amare, conquistare e soprattutto avvertii la consapevolezza di essere un autentico vulcano di passione; un uomo intrigante ed estremamente affascinante per un nutrito numero di donne, anche loro passionali e alla costante ricerca di trasgressioni ed emozioni forti.


Capitolo tre

Le chat rooms Esplorando Internet scoprii l’esistenza di intriganti luoghi d’incontro non materiali ma virtuali chiamati chat room. Luoghi nei quali ognuno può liberamente incontrare persone dell’altro sesso e, senza timidezza né limitazione alcuna, ha la possibilità di dialogare con gli interlocutori virtuali e – nel migliore dei casi – intrattenere rapporti un po’ più “confidenziali”, che a volte conducono al sesso. Già… anche quello. Da qualche tempo ormai come quasi tutti conoscevo l’esistenza della webcam, ma non avrei mai potuto immaginare che quell’aggeggio potesse servire anche ai miei fini, divenendo la sex-cam… Certo questo tipo di esperienza è interessante, utile per certi versi, ma poi diventa estremamente noiosa poiché il sesso carnale è un’altra cosa. Tornando a noi, m’iscrissi in queste chat rooms e anche qui scoprii nuove parole come profilo, nickname etc., da qui ebbe inizio la mia nuova avventura, la mia rinascita come passionate man. Sì… anche conoscere l’inglese serve, sapete. Iniziai a incontrare nuove persone e, finalmente libero dalla timidezza, riuscì ad approcciarle senza timori, a essere me stesso e a tirare fuori la bellezza del mio intimo


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e per ultima la mia passionalità. All’inizio incontrai di tutto, soprattutto persone che non avevano niente di meglio da fare che trastullarsi dietro un pc. Altre persone talmente brutte che per loro nascondersi dietro uno schermo era l’unico modo per avere delle relazioni. Altre ancora che dietro lo schermo nascondevano la loro perversione; altre che sfogavano la propria omosessualità come se fosse una cosa da nascondere e celare in un mondo parallelo. Trovai anche persone sposate che si spacciano per single, sia maschi che femmine; poi le cosiddette bimbeminchia, ragazzine dai dieci anni in su che creano profili fittizi e poi vendono le loro immagini dietro compenso. Trovai le cam girl, che non sono altro che escort virtuali che ti dirottano sui loro spazi web a pagamento dove dilettano gli interlocutori con striptease virtuali. Sono interminabili le operatrici del sesso che operano su web, abbiamo ancora le ragazze che ti adescano in chat e t’inducono a scriverti in siti a pagamento che danno loro delle provvigioni in base ai potenziali nuovi iscritti. Poi esistono i truffatori, maschi e femmine, veri pirati del web, di cui parlerò al capitolo quattro; infine un nutrito numero di single realmente alla ricerca dell’anima gemella. Il contatto delle carni intrise al calore è tutta un’altra cosa.


Capitolo Quattro

I predatori del web Nel capitolo precedente ho accennato brevemente agli interlocutori che potremmo incontrare sul web, ma sento l’esigenza di parlare in maniera più approfondita di due tipologie di individui che riescono ad assumere la caratteristica di predatori, che io definisco gli illusionisti sessuali e gli illusionisti sentimentali. Ora apro una parentesi per illustrare la tattica usata da entrambe queste categorie; per quanto riguarda i primi preciso: io non sono vittima di sentimenti omofobici, non mi appartengono, piuttosto desidero far sapere a chi si affaccia sul web per la prima volta che questi pericoli esistono, così che siano avvisati del pericolo e siano in condizione di difendersi. Molti di questi navigatori del web che hanno tendenze omosessuali creano profili fittizi con nomi e foto femminili; le foto da loro usate spesso sono così invitanti e accattivanti – addirittura hot – e riescono con questo ingannevole sistema ad adescare ignari uomini in chat. L’uomo che viene a contatto con tali individui è in genere anch’egli in cerca di sesso, eros e libero sfogo della propria lussuria. Può essere single o sposato ma generalmente è un vizioso. Ebbene agli ignari navigatori dico: la prima cosa che vi permetterà di riconoscere


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questi predatori sessuali è proprio la gestione dei loro profili: a differenza di ciò che normalmente fanno le donne in chat, che aspettano di essere contattate dagli uomini riservandosi la facoltà di scegliere il tipo più intrigante, questi invece prendono l’iniziativa e vi contattano con una tattica studiata ad arte. Iniziano lanciando l’esca virtuale; dopo aver rotto il ghiaccio cominciano a condire la conversazione con particolari ammiccanti e piccanti, tipo: «Hai mai fatto sesso in chat?». Addirittura usando espressioni sfacciate e dirette del tipo: «Quanto è lungo il tuo pene?». Il pollo di turno incomincia a eccitarsi e così rincarano la dose con domande del tipo: «Cosa dici alle donne per farle eccitare?»; «Descrivimi quello che sai fare a letto» o «Cosa ti piace fare quando sei con una donna?». Poi cominciano a scriverti: «Mmhh… sai cosa sto facendo adesso? Immagina che sono tutta un lago!», invitando quindi a descrivere con dovizia di particolari le performance sessuali dell’ignaro “pollo” e dando così iniziò al virtual sexy show, che non è nient’altro che una masturbazione via web. Non è tutto, i più perversi vanno oltre: con la scusa di avere la webcam guasta invitano il malcapitato a masturbarsi davanti alla propria webcam e loro dall’altro lato partecipano con miagolii e gemiti; alla fine voi vi sarete fatti una sega e loro anche. Io rido ma, come diciamo in Sicilia, c’è da “tagliarsi il viso con il più affilato dei coltelli” se cadiamo vittima di tali tranelli. Fortuna vuole che alcuni ignari malcapitati alla fine, dopo reiterate richieste di contatto, scoprano l’inganno e non si prestino più a tale gioco.


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Diffidate quindi di chi si nasconde dietro uno schermo e vi dice che ha la webcam guasta poiché quasi sempre è un pervertito/a. Un’altra categoria di furbetti in questo campo riguarda sempre gli uomini ma le loro vittime questa volta sono donne, in genere lesbiche o bisex. Il web è pieno di donne che cercano altre donne stufe degli uomini, e come dar loro torto visto che in genere siamo egoisti e superficiali. Bene, molti furbacchioni prendono foto dal web, creano un profilo farlocco con foto di donne rubate da altri profili presenti nei social network e s’identificano come lesbiche o bisex; questo in genere attira donne con un tipo di orientamento omosessuale. Anche in questo caso gli impostori adescano le ignare vittime proponendo uno scambio di foto piccanti che immortalano le parti intime, solo che mentre le vittime inviano foto proprie gli impostori riciclano immagini prese da Internet. Anche in questo caso prima di fare scambi simili proponete una video chat e vedrete che non ci sarà disponibilità da parte loro!

I predatori sentimentali Parleremo ora di coloro che ho definito i predatori sentimentali; ora capirete perché li definisco così. Questi individui possono essere uomini e donne, prevalentemente persone dell’Est Europa, la loro immagine ufficiale è sempre quella femminile; forse perché noi maschi siamo più ingenui delle donne. Si presentano


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all’apparenza come ragazze normali, ragazze di casa che vivono in famiglia nei paesini più sperduti della Russia piuttosto che della Romania; sono donne sempre molto belle, il loro book fotografico è quasi sempre nutrito con foto nelle pose più o meno invitanti… e qui scatta l’inganno! Come saprete le chat sono a pagamento solo per gli uomini – si spende infatti una quota mensile per interagire con le donne – mentre per le donne l’ingresso e l’utilizzo è comunque gratuito, nel senso che per essere visibili ed essere contattate e interagire devono iscriversi ma non hanno bisogno di pagare. In genere i predatori sentimentali iniziano mandando una mail in chat, utilizzando un nome rigorosamente straniero, in cui vi richiedono la mail privata con la scusa di non essere iscritte alla chat e quindi impossibilitate a interagire con voi. Diranno che per puro caso vi hanno notato e che siete riusciti ad attirare la loro attenzione al punto tale che, nonostante le difficoltà della situazione, il loro desiderio è quello di conoscervi; sono irresistibilmente attratte da voi, sottolineano di essere ragazze serie e sostengono pertanto che per avere una relazione con loro è necessario prima frequentarsi per un po’ via mail, visto che non vi è altro modo. Così facendo, come pescatori telematici gettano decine di ami aspettando che uno dei tanti “pesci pollo” abbocchi; difatti decine di ignare vittime con entusiasmo accettano l’invito rispondendo alle loro mail e da qui la pesca continua. Le “interlocutrici” inizieranno a mandare foto di ragazze attraenti (che in teoria dovrebbero essere loro stesse) e poi piagnucolando si lamenteranno di non avere un computer


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a causa della loro povertà per cui sono costrette a interagire con voi solo tramite mail senza mai potervi vedere in webcam. Vi diranno che per potervi rispondere devono recarsi in un vicino Internet cafè e poiché questo è l’unico modo per comunicare interagiranno con voi in modo talmente persuasivo che gli ignari interlocutori giorno dopo giorno, cominceranno a esserne coinvolti emotivamente e sentimentalmente. La necessità dunque degli ignari navigatori di mettere a proprio agio colei che piano piano sta diventando la donna della loro vita diventa così impellente che, come per incanto, l’idea di farle avere un pc per poter interagire meglio si fa largo. È ovvio però, dietro consiglio della stessa donna, che sia più pratico acquistarlo in loco. Il pollo, sempre più raggirato, provvederà quindi a inviare la somma necessaria tramite vaglia e, come diciamo noi francesi, le jeux sont fait; con l’unico risultato finale che le ragazze spariscono e i poveri creduloni neo-cuori infranti si leccano le ferite! In altri casi entra in gioco l’istruzione, quando la necessità di “arricchirsi culturalmente” è talmente impellente che il viaggio in Italia è indispensabile; ovviamente la donna in questione è un’ottima massaia e una brava cuoca, insomma la moglie amabile e premurosa che avete sempre cercato, oltre che molto bella… e si sa, questo non guasta, anzi. La donna perfetta è servita, dopo una vita! Ecco che scatta l’offerta da parte dell’uomo di inviare i soldi per i biglietto e… addio! Il pollo resta senza la gallina che, venale, si dissolve nel nulla insieme ai suoi profili farlocchi rendendosi così


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irrintracciabile e difficilissima da denunciare! Purtroppo anch’io sono cascato in questa trappola e nonostante sia un uomo intelligente mi sono innamorato di una dolce “donzella”. Avevo già preparato tanti bei soldini da me guadagnati con chissà quali sacrifici pronti a essere inviati, ma per fortuna i miei quaranta anni dovevano servire a qualcosa… così appena prima di provvedere, più per diffidenza che per curiosità, clicco il nome della mia “amata” in un motore di ricerca e scopro che il nome e l’indirizzo di quest’ultima non erano altro che quello di un famoso truffatore russo che aveva con questo semplice ed economico sistema truffato e infranto il cuore di centinaia di single e non di mezzo mondo. Alla fine ero anch’io pollo, ma almeno non spennato. A questo punto della mia storia faccio il “grande salto”, iniziando l’intreccio intrigante tra il virtuale e il reale, tra il mouse e la vita, l’amante perfetto così prende vita…


Capitolo cinque

Gold hands… la scoperta Strano titolo per un capitolo, ma da qui come detto inizieremo a parlare di come casualmente ho scoperto un mezzo di passione che possedevo a mia insaputa e che costituirà un mio cavallo di battaglia: le mani. Proprio così, grazie alle mie doti di massaggiatore e al desiderio di dare un taglio al passato affronto la mia prima estate da separato decidendo di partire per lavorare in Calabria in un villaggio turistico come massaggiatore. Prima di iniziare questo racconto voglio raccontarvi un aneddoto simpaticissimo avuto con quello che poi è diventato il mio “scudiero” per questa interessantissima estate passata da single: Lucia.

Lucio Beh, in realtà si faceva chiamare “Lucio” ma lui si sentiva più Lucia che Lucio… in che senso vi chiederete, nel senso che molti di noi spesso sono costretti ad apparire ciò che non sono, come lui in questo caso: gay ormai dichiarato più o meno ufficialmente da decenni.


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Lo conobbi nell’albergo nel quale avevo iniziato a lavorare come massaggiatore, lì svolgeva la mansione di governante; un lavoro tipicamente femminile ma svolto egregiamente dal nostro amico Lucio. Il mio approccio con lui fu a dir poco traumatico; afflitto da sempre da conflitti omofobici mi ritrovai nel volgere di una notte a condividere la camera proprio con lui, un gay, cazzo che trauma: dormii per due notti con la schiena appoggiata al muro divorato da pregiudizi atavici sugli omosessuali. In realtà egli, come tutti questi uomini particolari, era dotato di una sensibilità e di una dolcezza fuori dal comune e con pazienza nel giro di qualche settimana abbatté senza forzature ogni mio preconcetto sui gay. A parte il comportamento dignitoso, non si permise mai di andare oltre le righe; fino a quando una notte in maniera molto composta mi disse: «Se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi chiedere, sai che io ci sono e sono disponibile per te». «In che senso?», gli chiesi. «Beh, sei un bell’uomo ma da quando siamo qui non ti ho visto mai accompagnato con una donna, quindi se hai bisogno di sfogarti chiedi; certo non sono una donna ma, sai, volendo posso sostituirla a modo mio». Stranamente quello che un tempo avrebbe fatto imbufalire il mio ego maschile, questa volta non m’infastidì più di tanto. Certo Lucio non era a conoscenza delle mie frenetiche attività segrete di cui parleremo più avanti, quindi la sua proposta poteva anche essere lecita; comunque in modo molto composto gli risposi: «Caro amico ho capito a cosa ti riferisci, però voglio dirti una


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cosa. Siamo amici e apprezzo tantissimo la tua amicizia, ma come hai potuto appurare in questa fase della mia vita non fumo, non bevo, non mi drogo ma ho solo un vizio: la figa… la amo ed è per me irrinunciabile, quindi la tua proposta – seppur gentile – non m’interessa». Lui in maniera molto composta accettò il rifiuto, certo non senza rammarico perché a suo dire gli facevo sangue e si sarebbe accontentato anche di farmi un pompino, tanto per addentare il frutto del peccato; ancora più appetibile di quelli che aveva succhiato fino a quel momento, logorati da frenetiche attività sessuali tra uomini. Nonostante questo particolare episodio la nostra amicizia più tempo passava più si rafforzava, al punto da divenire inseparabili. Quell’estate infatti, anche forse per scopi egoistici, mi resi conto che un gay attirava a sé molte amiche, tantissime potenziali fighe, quindi era un’ottima compagnia per un arrapato come me. Inoltre mi fece innamorare dei balli caraibici e in particolar modo della bachata. Tutte le sere dopo il lavoro andavamo in un locale frequentato da ballerini chiamati salseri, tra i quali c’era la sua maestra di ballo: una strafiga cubana di nome Fatima; vederla ballare mi ammaliava, soprattutto per come interpretava la bachata, che esaltava la sua sensualità. M’intrigava molto e stavo lì a guardarli mentre strusciavano i loro colpi con quell’insolente e romantico ritmo; poi una sera Lucio, a mia insaputa e memore dei miei discorsi entusiastici su quel ballo, parlò in segreto con Fatima chiedendole di coinvolgermi in qualche modo nelle attività del gruppo di ballo. Così ella, mentre una


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sera li guardavo, si avvicinò a me, tese la mano e mi disse in maniera risoluta: «Vieni, balliamo!»; non riuscii a oppormi e la seguii come un cagnolino. Mi afferrò e brevemente mi spiegò i passi base, che a dire il vero non erano complicatissimi. Una volta preso il ritmo in modo sfacciato mi disse: «Bloccami a te mentre ci muoviamo, continua a fare i passi senza muoverti lateralmente e balla sul posto piegando in avanti il ginocchio». Mentre eseguivo i suoi comandi ella, aprendo le gambe, strusciava la sua vagina sulla mia coscia suscitando in me pensieri indecenti, poi afferrò le mie mani incrociandole e con una giravolta su se stessa si girò di spalle completando l’opera e strusciando il suo scultoreo culo sul mio pene già eccitato. All’inizio la cosa m’imbarazzò non poco e cercavo di scollarmi da lei per non farle sentire la mazza indurita che c’era tra me e lei ma notai che lei ogni volta che mi allontanavo si avvicinava strusciandosi sempre di più quasi provasse piacere in quella mia reazione incontrollata e incontrollabile. Così mi avvicinai all’orecchio – tutto questo mentre ballavamo – e gli dissi: «Ma lo fai apposta?». Lei improvvisamente si rigirò per guardarmi in faccia e rispose sorridendo: «In un certo senso sì!». «Che vuol dire?», replicai io. Ella mi spiegò che quel tipo di ballo era una coreografia di corteggiamento e dalla reazione del partner ci si rende conto se egli è più o meno disponibile a essere corteggiato; in buona sostanza mentre si balla la bachata uno ci prova e dalla reazione al contatto fisico dell’altro ci si rende conto se quest’ultimo può essere più o meno disponibile.


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