Tesi: Nordic Invasion - tra design e fashion, 2017

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N O R D I C

I N V A S I O N

tra design e fashion

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NABA

Nuova accademia di belle arti, Milano Diploma Accademico di Primo Livello in Fashion Design A.A 2015/2016

Docente referente | Alessandro Manzi Studentessa | Giorgia Gueli 5636F



nordic

I N VA S I O N tra design e fashion



INTRODUZIONE L’ affascinante mondo scandinavo ha da sempre catturato la mia attenzione e da sempre è stato oggetto delle mie fantasie creative, così ho pensato di renderlo protagonista delle ricerche e delle analisi relative al mio progetto di tesi.

L’elaborato è suddiviso in cinque sezioni per favorire

sono il design della moda e il modo in cui questo si

una più chiara e semplice lettura.

stia rendendo più riconoscibile e si stia afferman-

Ad un’introduzione per contestualizzare fanno segui-

do sempre più. Si analizzano grandi colossi come il

to parti più elaborate, personali e di progettazione.

gruppo H&M e Marimekko ed altri designer e brand

Nella prima sezione si presenta la Scandinavia geo-

emergenti nella scena fashion.

graficamente e concettualmente, affrontando percorsi

La quarta parte è la più sperimentale perché presen-

sociali e politici, con un immancabile focus nella po-

ta tavole di associazioni e suggestioni estremamente

litica, sul welfare system.

personali tra il design e il fashion tratte unicamente

Si procede poi, nella seconda parte, ad osservare il

dal mondo scandinavo.

design scandinavo in generale, l’evoluzione delle sue

Nella quinta ed ultima parte si continua ad appro-

forme, le origini e le più importanti esposizioni, fino a

fondire il tema trattato attraverso un percorso visivo

sviscerare ciò che caratterizza ogni paese nello specifi-

su sketchbook che vede lo sviluppo del progetto di

co rendendolo unico, per evidenziarne la personalità,

collezione SISU uomo/donna, utilizzando, come ispi-

affiancando immagini con esempi di designer e fa-

razione, anche influenze decisamente esterne.

mose aziende. Nella terza parte gli argomenti toccati

7


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9



INSIDE

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INTRODUZIONE

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DESIGN NORVEGESE

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S C A N D I N AV I A

75

DESIGN SVEDESE

83

FA S H I O N

Tra geografia e concetti Percorsi sociali Percorsi politici Welfare system Istruzione Cultura prima di tutto

Fashion scandinavo

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GRUPPO H&M

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LE DIVERSE NAZIONI

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ACNE STUDIOS

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DESIGN

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WOOD WOOD

100

ANNE SOFIE MADSEN

104

HENRIK VIBSKOV

Espressione “design scandinavo” Design scandinavo Le forme naturali nell’evoluzione Origini ed esposizioni Caratteristiche

43

DESIGN DANESE

108

MARIMEKKO

53

DESIGN FINLANDESE

112

D E S I G N V S FA S H I O N

61

DESIGN ISLANDESE

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BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA



S C A N D I N AV I A


S C A N D I N AV I A Tra geografie e concetti

è

necessario fin dall’inizio chiarire la sostanziale differenza terminologica tra i termini “Nord” e

Scandinavia, usati erroneamente nel parlato come sinonimi di un non specificato gruppo di paesi. Nella lingua svedese Norden si riferisce ai paesi scandinavi oltre a Islanda e Finlandia, ed è un concetto prettamente culturale, riferito ad una comune matrice storica ed a una continua interrelazione tra i paesi dell’area, mentre Skandinavien è un termine geografico e linguistico e si applica esclusivamente alla penisola scandinava, comprendente Svezia, Norvegia e Danimarca. Dal punto di vista culturale, l’area attualmente definita “Scandinavia” è un mondo molto più variegato di quanto si pensi: risultato di molteplici vicende storiche, di contrapposizioni e sovrapposizioni di diversi fattori la cui elaborazione e interazione si è sviluppata in un percorso durato molti secoli. In effetti, nella valutazione della cultura scandinava, un elemento condiziona solitamente il giudizio; si tratta del carattere di persistente affinità che accomuna i Paesi nordici, unendoli in una sorta di “cultura panscandinava”: un fatto che, se da una parte si fonda su precise motivazioni, ci fa d’altro canto correre il rischio di sottovalutare le caratteristiche proprie di ciascuna nazione e, conseguentemente, di ignorare la complessità che esiste in quella regione. A questa considerazione occorre aggiungerne altre. La Scandinavia della preistoria, ad esempio, era un territorio senza confini al cui interno, in aree diverse per latitudine, altitudine, clima e disponibilità di risorse, vivevano e si muovevano gruppi di uomini che solo una valutazione superficiale giudicherebbe uniformi nelle abitudini e nell’organizzazione sociale. Anche in epoca storica non ha senso parlare di ‘nazioni’ o di ‘stati’ nordici, almeno fino alla fase finale dell’epoca vichinga, quando sarà davvero avviato il processo di trasformazione dell’antica organizzazione sociale secondo strutture ricalcate sui modelli dell’Europa continentale.

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Con l’espressione “cultura scandinava”, ci si riferisce soprattutto al patrimonio culturale dei Paesi nei quali si parlano lingue del gruppo nordico, idiomi riconducibili, attraverso il ramo germanico, a una matrice indoeuropea. Questo presupposto impone una notevole forzatura al concetto di “scandinavo” così come lo si intende in senso geografico: esso infatti esclude, nella sostanza, quasi tutto ciò che si richiama alla cultura finlandese, mentre fa spazio a quella islandese, sviluppatasi in un territorio che da un punto di vista strettamente geografico certamente non appartiene a quell’area (come del resto, a rigore, la Danimarca). Ma in queste valutazioni anche il fattore geografico trova la propria rivincita. Infatti, se la cultura scandinava mostra ancora oggi un forte grado di omogeneità (che si estende in buona misura anche alle zone nelle quali prevalgono lingue diverse e diverse etnie) ciò è dovuto in gran parte alla posizione periferica di queste terre nel panorama europeo. Il fattore geografico, da accomunare con altre circostanze ha sicuramente preso un importante posto tra le considerazioni. Infatti, se la cultura scandinava mostra ancora oggi un forte grado di omogeneità (che si estende in buona misura anche alle zone nelle quali prevalgono lingue diverse e diverse etnie), ciò è dovuto in gran parte alla posizione periferica di queste terre nel panorama europeo: una situazione che ha favorito il formarsi e l’affermarsi del concetto culturale di un mondo definito alquanto genericamente ‘nordico’, che nonostante la complessità delle vicende storiche e delle importanti interrelazioni con il resto del continente, ha continuato nel corso dei secoli a guardare con grande attenzione al proprio interno. Omogeneità e autoreferenzialità da una parte; diversificazione e relazioni con l’esterno dall’altra: questi dunque i due principali presupposti sui quali i Paesi della Scandinavia devono oggi misurare il proprio rapporto con l’Europa. Una situazione i cui sviluppi sono destinati a incidere in misura determinante sulla ‘cultura scandinava’ che è in perenne evoluzione.

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Stoccolma

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Percorsi sociali

Se è vero che avvenimenti politici di

gnità fra tutti gli esseri umani, si era

così grande portata hanno avuto im-

accelerato il declino dell’aristocrazia,

portanti riflessi sulla società dei Paesi

dimostratasi in molti casi incapace di

nordici, è d’altro canto altrettanto vero

misurarsi con la nuova realtà e, dun-

che essi sono stati, in misura non se-

que, di adattarsi al cambiamento.

condaria, effetto dei mutamenti che

A questi sviluppi si associò la cre-

si erano manifestati al suo interno.

scente affermazione della borghesia

Innanzitutto riguardo due categorie

(che, in sostanza, assorbì e sostituì la

sociali che per secoli avevano goduto

nobiltà) così come la formazione del

di una posizione di privilegio: il clero

proletariato, ma anche la maturazio-

e la nobiltà. Il pensiero illuministico

ne nelle diverse componenti sociali

aveva sottratto alla sfera religiosa tutta

di una coscienza politica che avrebbe

una serie di competenze che a lun-

trovato espressione nei partiti.

go avevano consentito alla gerarchia

Si passò dunque definitivamente

ecclesiastica di dirigere e ‘dominare’

dall’antica società che si fondava (e

diversi aspetti della vita sociale: ora

regolava) sulla suddivisione in stati

quelle stesse competenze divenivano

(nobiltà, clero, borghesia, contadi-

piuttosto di interesse della comuni-

ni) alla nuova, nella quale diveniva

tà che avrebbe dovuto gestirle in una

ora fondamentale il dinamismo delle

prospettiva laica. Parallelamente, con

diverse classi: i sudditi si stavano tra-

l’introduzione del concetto di pari di-

sformando in cittadini.

In Scandinavia i presupposti dello stato sociale erano stati posti, nonostante le molte difficoltà, negli anni tra le due guerre. La fine del secondo conflitto mondiale apriva dunque lo spazio al loro completamento così come alla definitiva modernizzazione degli Stati nordici. Naturalmente questo percorso è stato condizionato dalla diversa situazione economico-politica dei singoli Paesi, pur tuttavia in esso si possono riscontrare elementi e indicazioni comuni che ben hanno giustificato l’idea, tuttora assai diffusa, che essi siano la patria privilegiata dei diritti e del benessere dei cittadini.

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Percorsi politici

Tra la fine del XVIII e i primi decenni del XIX secolo i

di lavoro, orario e diritto alle ferie)

Paesi scandinavi vanno incontro a profondi cambiamenti.

• educazione (creazione di asili nido, regolamentazione

Il definitivo tramonto dell’assolutismo, la piena afferma-

della scuola dell’obbligo e dell’istruzione superiore, im-

zione del sentimento nazionale (una sorta di nuova ‘reli-

pegno economico per la costruzione di edifici scolastici e

gione di Stato’) che coinvolge in sostanza la totalità della

biblioteche, sussidi economici per lo studio);

popolazione, la crisi dell’autorità centrale della Chiesa di

• sanità (accesso generalizzato alle cure, realizzazione di

fronte al sorgere spontaneo di nuove organizzazioni reli-

ospedali e consultori, prevenzione)

giose, il passaggio da una società di ‘stati’ a una società di

• sostegno alle categorie sociali più deboli

‘classi’, il primo svilupparsi di veri e propri partiti politi-

(bambini, anziani, portatori di handicap);

ci: tutti fattori il cui concorso determinerà lo stabilirsi di

• famiglia (sostegno alla maternità, congedi parentali per

nuovi equilibri sui quali, almeno in parte, ancora poggia

entrambi i genitori, sussidi per i figli minori, aiuto dome-

l’attuale impalcatura degli Stati nordici e si misura la por-

stico in caso di necessità, contributi per l’affitto, consulen-

tata della loro sovranità.

za economica, supporto psicologico)

In Scandinavia i presupposti dello stato sociale erano sta-

• assistenza sociale (pensioni di vecchiaia e di invalidità,

ti posti, nonostante le molte diffcoltà, nei decenni tra le

reddito minimo).

due guerre. La fine del secondo conflitto mondiale apriva dunque lo spazio al loro completamento così come alla de

Senza dimenticare la creazione e la manutenzione delle

nitiva modernizzazione degli Stati nordici. Naturalmente

strutture necessarie per la vita della cittadinanza (am-

questo percorso è stato condizionato dalla diversa situa-

ministrazione statale, comunicazioni, trasporti) e tutte

zione economico-politica dei singoli Paesi, pur tuttavia in

le norme di legge che hanno avuto come finalità prima-

esso si possono riscontrare elementi e indicazioni comuni

ria quella di realizzare una effettiva uguaglianza tra gli

che ben hanno giusti cato l’idea, tuttora assai di usa, che

individui: parità di diritti e di opportunità (non solo tra

essi siano la patria privilegiata dei diritti e del benessere

uomini e donne ma anche tra diverse categorie sociali)

dei cittadini.

e, al contempo, di doveri. Obiettivo ambizioso e, occorre constatare, in buona parte realizzato: armonizzare la vita

Welfare System

personale con quella lavorativa nel pieno godimento dei

Il Welfare System in Scandinavia, è sempre stato e con-

diritti di ciascuno.

tinua ad essere molto famoso, funziona bene quando è

Eppure: il cammino verso questa meta non è stato e non

strettamente combinato con il “libero mercato” e con le

è tutt’ora facile, per via di ostacoli economici, sociali e

riforme sul lavoro. Il presupposto che lo Stato si debba

culturali. I motivi economici fondamentali sono da in-

fare carico della migliore e più equa organizzazione socia-

dividuare, come altrove, nel considerevole aggravio che

le sta, appunto, alla base di quello che viene comunemente

una tale politica porta alla spesa statale, aggravio riflesso

indicato con l’espressione inglese “welfare state”.

in una forte imposizione fiscale della quale il cittadino

I provvedimenti legislativi e l’istituzione di enti preposti

non sempre avverte un ‘ritorno’: combinati con periodi

a garantire l’effettiva applicazione di tale principio sono

di recessione economica questi fattori hanno indotto in

stati qui particolarmente numerosi ed efficaci e sono an-

diversi casi a una rimodulazione della legislazione sociale

dati ad incidere positivamente sulla qualità della vita dei

in senso restrittivo.

cittadini, in diversi ambiti:

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• lavoro (incentivi per l’occupazione, aiuto all’inserimento

Gli ostacoli sociali sono stati determinati da fattori quali

e al reinserimento occupazionale, tutela e contributo ai

l’immigrazione, la lotta per diritti nei fatti ancora molte

disoccupati, corsi di aggiornamento, condizioni sui luoghi

volte negati, il conflitto generazionale.


Interno del parlamento di Stoccolma, Svezia

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Anttinen Oiva Architects-Helsinki University Main Library

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ISTRUZIONE Nei Paesi scandinavi l’istruzione

Il rapporto tra il mondo dell’i-

superiore non è considerata un

struzione e il mondo del lavoro è

servizio di carattere privato, per

molto stretto e le visite all’interno

cui non è lo studente che deve

delle aziende nel corso del percor-

far fronte ai costi, bensì esiste

so formativo, ad esempio, sono

la concezione per cui una quota

un’abitudine radicata.

sempre maggiore di popolazione

Il rinomato welfare (lo stato socia-

che consegua alti titoli di studio,

le) dei paesi scandinavi si riflette

generi vantaggi per l’intera società

in una politica scolastica con mar-

in termini, ad esempio, di mi-

cate differenze rispetto agli altri

glioramento del livello culturale

paesi europei. Sono le istituzioni

e di promozione dell’uguaglianza

locali, nello specifico i Comuni, a

sociale, tali da giustificare il fatto

coprire gran parte della spesa to-

che lo stato si faccia carico della

tale per l’istruzione scolastica. Un

totalità o quasi, dei costi.

sistema fortemente decentralizza-

L’assenza di tasse scolastiche è

to quindi, che si sostiene con tasse

un grosso incentivo alla mobili-

sul reddito e con tasse scolastiche.

tà internazionale e ciò permette

L’istruzione è ovviamente gratuita,

a studenti di culture diverse di

e anche gran parte del materiale

incontrarsi, confrontarsi e la-

didattico è fornito gratis dagli isti-

vorare insieme. L’eccellenza dei

tuti. Il sistema scolastico dei Paesi

programmi di studio non è l’u-

nordici gode di fama mondiale per

nico parametro di valutazione

la qualità, le risorse investite nell’i-

che pone le università scandinave

struzione, e lo stretto legame tra

tra le migliori al mondo, sono da

scuola e il mondo del lavoro.

considerare anche: l’ottima qualità della vita e l’ottimo work-life ba-

LINGUA

La lingua di insegnamento è lo Particolarmente lodata è la Sve-

svedese, anche se alcune materie

lance - equilibrio vita/lavoro, tutti

zia. Qui fino a 16 anni gli studenti

di studio e alcuni testi obbligatori

servizi che si trovano all’interno

seguono lo stesso percorso d’istru-

sono in inglese. L’insegnamento

dei campus compresa l’assistenza

zione. Successivamente, scelgono

della lingua inglese è particolar-

sanitaria e il sostegno psicologico,

il percorso da seguire tra i diversi

mente approfondito, la Svezia

l’intensa vita sociale universitaria e

programmi nazionali. In tutti que-

promuove infatti il bilinguismo,

la bellissima natura nordica (pre-

sti programmi ci sono le medesi-

ragione per cui il livello di inglese

sente spesso anche in pieno centro

me materie comuni, obbligatorie,

parlato in questo Paese è presso-

città), il rispetto della quale è par-

che coprono all’incirca un terzo

ché perfetto. Le materie impartite

te dell’educazione.La scuola nor-

dell’insegnamento.

sono: svedese, inglese, matemati-

dica è considerata solitamente la

Il tempo rimanente viene impie-

ca, religione, educazione civica,

“scuola ideale”. Nonostante la crisi

gato dagli studenti per lo studio e

studi scientifici, educazione fisica

economica le risorse destinate al

la scelta di materie e attività speci-

e attività artistiche.

mondo dell’istruzione non hanno

fiche previste dai vari programmi,

subìto alcune essione.

scelti individualmente. 21


Molto simile il sistema scolastico in Danimarca, dove gli studenti a 16 anni decidono se proseguire negli studi e si trovano a poter scegliere tra un percorso più accademico (Gymnasium), e uno più professionale. La scuola comincia ad agosto e termina a giugno, e va frequentata dal lunedì al venerdì per una durata di ore che varia a seconda dell’istituto in linea con la guida fornita dal Ministero dell’Istruzione. Tra le materie: danese, inglese, matematica, storia, scienze sociali, biologia, arte, educazione fisica e anche lo studio di una seconda lingua straniera. In Finlandia gli studenti della scuola secondaria hanno dei moduli da seguire, alcuni obbligatori, altri a scelta, ma possono decidere autonomamente quando iscriversi ai diversi corsi. Per questo motivo l’avanzamento fino all’esame finale non è legato alle annualità, ma al completamento delle materie facenti parte del curriculum. Per quanto riguarda i Paesi che in passato hanno maggiormente vissuto l’influenza sovietica, sistema che ha prestato particolare attenzione alla scuola e alle diverse teorie pedagogiche, questi hanno subito un processo di rinnovamento scolastico negli ultimi decenni. Nella classifica Europa delle migliori università, gli atenei scandinavi, tradizionali eccellenze di formazione superiore, piazzano 11 università svedesi e 6 finlandesi in classifica; la Danimarca riesce a conquistare 6 piazzamenti, di cui il migliore è ottenuto dalla Aarhus University di Copenhagen. Ecco la classifica delle migliori 15 università scandinave entrate nella “top 200 European universities” del Times Higher Education Rankings 2016. 1. Karolinska Institute- Svezia 2. University of Helsinki- Finlandia 3. Uppsala University - Svezia 4. Lund University - Svezia 5. Aarhus University - Danimarca 6. University of Copenhagen - Danimarca 7. University of Oslo - Norvegia 8. Stockholm University - Svezia 9. KTH Royal Institute of Technology - Svezia 10 University of Gothenburg- Svezia 11. Technical University of Denmark - Danimarca 12 Aalborg University - Danimamrca 13. Aalto University - Finlandia 14. University of Bergen- Norvegia 15. University of Oulu - Finlandia

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Saami kids, Svezia.

Cultura prima di tutto Le Nazioni Nordiche, hanno a lungo fatto affidamento su una cultura che genera il successo economico e delle norme sociali. I fattori storici possono spiegare perchÊ si hanno elevati livelli di fiducia, una forte etica del lavoro e un accento particolare sulla responsabilità individuale sviluppata in queste terre fredde, abitate per molto da agricoltori indipendenti. Non è lo stato sociale che ha creato alti livelli di capitale sociale, ma il contrario. La loro cultura ha fatto si che le elevate imposte e prestazioni sociali potessero essere introdotte evitando sottrazioni; ed è sempre la cultura nordica che ha portato agli esiti socialdemocratici che tutti ammiriamo.

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le D I V E R S E

NAZIONI


DANIMARCA

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La Danimarca condivide il patrimonio culturale vichingo

dell’architettura moderna. I danesi sono orgogliosi della

con la Svezia e la Norvegia. I Vichinghi vissero in tutta la

loro regina e la loro monarchia reale. La Regina Mar-

Scandinavia, prima che furono fondati gli Stati nazionali.

grethe è ampiamente rispettata per la sua abilità intellet-

La semplicità nordica e le linee pulite dell’architettura e

tuale e le sue capacità artistiche come per esempio l’illu-

del design danese sono diventate famose nel mondo con

strazione, la scenografia teatrale e il tessile.

grandi designer come Arne Jacobsen, Poul Henningsen

Molto famosi sono i festival musicali dove i danesi ne of-

e Verner Panton. Gli edifici che ospitano i musei d’ar-

frono più di 100, tra rock, folk e jazz ogni anno; il più

te sono spesso attrazioni a pieno titolo, siano essi castelli

leggendario è Roskilde Festival, che è uno dei più grandi

o case padronali o espressioni distintivi dell’architettura

del mondo, ma le feste in Centrale Funen, Langeland e

moderna. La Louisiana Museum of Modern Art e Museo

Skanderborg sono anch’esse un punto irremovibile sulle

Arken di arte moderna nei pressi di Copenhagen, il Mu-

mappe europee dei rockfestival, mentre il festival di Ska-

seo Bornholm of Art, Museum North Jutland of Art di

gen e Tender sono vetrina della musica prevalentemente

Aalborg, Aros - Museo delle Arti di Aarhus ad Aarhus e il

popolare. La scena del festival danese attira grandi nomi,

Museo Trapholt of Art vicino a Kolding sono showpieces

ma lascia ancora spazio per stelle nascenti di domani.


The Winter Garden, NY Carlsberg Glyptotek, Copenhagen, Denmark

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Löyly Sauna · Helsinki, Finland

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FINLANDIA La Finlandia è considerato un Paese più Nordico che Scandinavo, si trova ad est della penisola Scandinava. Gli Svedesi conquistarono il paese a metà del XXII secolo e convertirono i finlandesi al Cristianesimo, rientrando nel regno Svedese fino al 1809, quando la Finlandia fu conquistata dalla Russia, che l’ha trasformata in un gran ducato. La cultura finlandese ha quindi avuto una grande influenza principalmente svedese ma anche russa. La sua Indipendenza arriva nel 1917. La sauna ha un ruolo speciale nella vita domestica per i finlandesi. Si tratta di una esperienza condivisa con la famiglia e gli amici. É anche comune che un incontro di lavoro può terminare con una sauna. Il calore (secco o a vapore) in sauna apre i pori della pelle e purifica completamente il corpo. Ci sono circa 2 milioni di saune in Finlandia. Vivere in armonia con la natura è sempre stata una parte della cultura finlandese. La Finlandia è famosa per la sua architettura. Lo stile finlandese è sempre stato semplice, anche se a suo modo, ricco. Alvar Aalto, il più noto architetto finlandese, ha guadagnato la sua fama per essere il precursore e il generatore del funzionalismo. I grandi e più riconosciuti marchi del design finlandese sono Artek, littala, Arabia e Marimekko. La Lingua Il finnico, al contrario, appartiene alla famiglia delle lingue ugrofinniche, un sottogruppo delle lingue uraliche. Il finnico non ha alcun legame di parentela con le lingue europee. Tra gli aspetti più comuni: • la mancanza di tonalità nel discorso (se parlate con un finlandese anziano o di mezza età potrete evincere come ad esempio il tono crescente che caratterizza le domande in italiano sia totalmente assente dalla sua parlata), • l’assenza di genere (non esiste il femminile o il maschile: ad esempio in finnico esiste un solo pronome hän, che corrisponde a esso/essa), • il gran numero di casi grammaticali, • la presenza di suffissi, che rappresentano i nostri aggettivi possessivi, • costruzioni particolari che sostituiscono il verbo avere (etc.)

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ISLANDA

I Vichinghi provenienti dalla Norvegia sono arrivati in ​​ Islanda nel 9 ° secolo. I primi abitanti potrebbero essere stati eremiti irlandesi, che hanno lasciato l’isola dopo l’arrivo del popolo dei norvegesi pagani. Gli islandesi parlano ancora la lingua dei Vichinghi, anche se è decisamente più moderna ed ha subito cambiamenti di

pronuncia

e,

naturalmente,

di

vocabolario.

Gli

Islandesi mantengono ancora una tradizione, vale a dire la consuetudine di utilizzare patronimici anziché cognomi. Gli islandesi sono la prova che una ricca vita culturale può essere sviluppata, nonostante una piccola popolazione. La tradizione letteraria della saga è stata ripresa, e l’Islanda è stata spesso l’ambientazione di molti racconti del 20° secolo. Diversi scrittori islandesi hanno ricevuto il plauso internazionale, come Halldor Laxness, che ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1955. Pro capite, l’Islanda pubblica più libri rispetto a qualsiasi altra nazione sulla Terra. In media, circa 1 su 10 pubblicherà un libro di prosa o di poesia durante la sua vita, una tradizione narrativa che risale ai Vichinghi.

Tetti ricoperti d’erba, Islanda

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Geyser, Islanda

Altre arti tradizionali includono la tessitura, la lavorazione dell’argento e le sculture in legno. L’indipendenza delle donne islandesi rappresenta una forte posizione nella società, si dice provenire dall’età vichinga, quando le donne erano a capo della fattoria, mentre i loro uomini erano fuori in mare. L’architettura, attinge ad influenze scandinave, ma tradizionalmente è stata influenzata dalla mancanza di alberi nell’isola, di conseguenza sono state sviluppate case con tappeti erbosi come copertura. Il nuoto è un’attività molto popolare durante tutto l’anno in Islanda. La maggior parte delle città e dei villaggi hanno piscine all’aperto o al coperto, piene d’acqua da sorgenti calde naturali. Il popolo islandese è orgoglioso del loro patrimonio culturale, e ha raggiunto una notevole qualità della vita. Il crimine è praticamente inesistente. Gli Islandesi amano viaggiare, come facevano i loro antenati. 31


Oslo, Norvegia

NORVEGIA Il patrimonio culturale norvegese viene, per molti, auto-

ti storici. Una visita a Maihaugen Open Air Museum a

maticamente associato ai Vichinghi. Più di mille anni fa,

Lillehammer, dà una visione di come poteva essere la vita

erano dei commercianti che navigavano verso l’estero e ri-

rurale della Norvegia dei secoli scorsi. La natura ha tut-

portavano nuovi impulsi alla Scandinavia, ma ovviamente

tavia formato il carattere norvegese e dato una sorta di

erano anche guerrieri che hanno fondato regni in terre

resistenza per la quale è accresciuto il desiderio di formare

straniere. Durante i loro viaggi, vennero influenzati anche

un’identità nazionale propria. Prima della creazione delle

da nuove religioni, come il Cristianesimo, portato poi in

strade, per i Norvegesi era indispensabile spostarsi con gli

Norvegia. Venivano costruire chiese in legno che esistono

scii; una storia lunga 4000 anni dello sci, ha fatto della

ancora oggi. La chiesa di Urnes è nella lista del Patrimo-

Norvegia, una nazione orgogliosa di questo sport con lo-

nio Mondiale dell’UNESCO. La Cattedrale di Nidaros

calità alpine e chilometri e chilometri di piste da fondo.

(1070), è considerata la più importante della Norvegia e

Anche gli esploratori alpini hanno dato un importante

si trova a Trondheim, chiesa di incoronazioni e insegne

contributo per tale orgoglio. Le spedizioni polari di Roald

reali. Gli indigeni della Norvegia, i Sami, erano in origine

Amundsen e Frithjof Nansens vengono ancora viste come

nomadi, la loro cultura si è sviluppata nella Scandinavia

imprese eroiche; gran parte delle attrezzature utilizzate,

settentrionale dopo l’arrivo dei primi abitanti circa 11.000

sono conservate nel Miseo Fram e Museo dello

anni fa. Oggi festeggiano una giornata dell’Indipenden-

Sci ad Oslo. Grazie alle ricche risorse naturali delle città,

za e hanno la propria bandiera; vivono in una zona che

la Norvegia è anche stata a lungo una nazione industriale;

si estende dalla parte centrale della Svezia attraverso il

le prime fonti di petrolio sono state trovate nel Mare del

nord della Norvegia e Finlandia, alla penisola di Kola in

Nord verso la fine deglianni ’60, potendosi così sviluppare

Russia. I motivi più trovati, risalenti alla Preistoria, sono

e diventare uno dei paesi più ricchi del mondo. Inoltre,

incisioni rupestri con un probabile significato rituale o

un altro orgoglio speciale nell’essere uno dei primi paesi a

magico, di solito animali, barche e persone. Il Paese ha

sradicare l’analfabetismo.

una ricca storia, ma non tacciabile nei pochi monumen32


Film ABBA, SKY arte

SVEZIA La Svezia, insieme alla Norvegia e Danimarca, ha avuto

farmaco contro l’ulcera, era più venduto della droga nel

il suo periodo di prosperità durante l’età Vichinga, circa

1990 ed è stato sviluppato da Astraleneca. SKF, Saab e

800-1050 d.C. Ha una lunga tradizione come paese

Volvo sono ancora note società svedesi internazionali.

indipendente e pacifico. Nel XVIII secolo la Rivoluzione

La cerimonia Nobel per la pace è tenuta a Oslo, mentre

scientifica è decollata. Nel 1739 è stata fondata l’Accademia

gli altri 6 premi Nobel vengono assegnati agli scienziati

Reale Svedese delle Scienze con persone dal calibro di

famosi a Stoccolma. Selma Lagerldf è uno dei 7 autori

Carlo Linneo e Anders Celsius come primi membri. Dal

svedesi che ha ottenuto il premio Nobel per la letteratura.

1870 si sviluppò anche la società ingegneristica; molte

August Strindberg e Astrid Lindgren sono altri due noti

delle aziende fondate dai primi pionieri a livello familiare

autori svedesi internazionali. Molti dei libri per bambini

sono ancora famose oggi internazionalmente. Gustaf

di Astrid Lindgren sono stati anche girati. Il più famoso

Dalén fonda AGA, e ha ricevuto il premio Nobel per la

è "Pippi Calzelunghe".

sua valvola di sole. Alfred Nobel inventò la dinamite e istituì i Premi Nobel. Lars Magnus Ericsson ha avviato

La Svezia ha una ricca tradizione musicale, che va dalle

l'azienda che porta il suo nome, Ericson, ancora una

ballate popolari medievali alla musica pop di oggi. Da

delle più grandi società di telecomunicazioni in tutto il

quando gli ABBA vinsero l’ “European Song Contest” nel

mondo. L'industria meccanica tradizionale è ancora una

1974, la musica pop svedese ha guadagnato subito fama

delle principali fonti di invenzioni svedesi, ma i prodotti

internazionale. Nel corso degli anni ’60 e ’70, la Svezia

farmaceutici, elettronica e altri settori ad alta tecnologia

era vista come leader per quanto riguarda la “rivoluzione

stanno guadagnando terreno. Tetra Pak è una invenzione

sessuale” e la parità di genere. La maggior parte delle

per la conservazione di alimenti liquidi, inventata da

donne svedesi lavorano fuori casa, il che è possibile a

Erik Wallenberg. Hakan Lans ha inventato il sistema di

causa di un obbligo per tutti i governi locali di fornire cure

identificazione automatica, uno standard mondiale per il

ai bambini; una parte del fondo dei genitori è riservata

trasporto e la navigazione dell'aviazione civile. Losec, un

solo per il padre. 33


Verner Panton, Chair 1967-1999

Orrefors, vetri di Edward Hald

L’ E S P R E S S I O N E D E S I G N S C A N D I N AV O

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Trinidad, by nanna DItzel

Secondo quanto sostenuto dallo storico inglese Kevin Davies, il termine design scandinavo è stato utilizzato per la prima volta in Inghilterra nel 1951, in merito

ad un’esposizione. Da quel momento è rimasto in uso per indicare pezzi di design che provenivano da quest’area geografica. La definizione concettuale di queste nuove

forme, nasce quindi in un paese anglosassone; ma verrà da subito adottata dai paesi scandinavi, quasi come una sorta di slogan, per indicare se stessi ed il loro design.

35


L

a Scandinavia è un patchwork di nazioni europee

e distante anche dal nostro stile di vita quotidiano, la

del nord, stati che formano un’entità culturale e

Scandinavia viene percepita come qualcosa a parte, un

regionale molto distinta dal resto dell’Europa. Queste nazioni

mondo lontano, freddo.

condividono tra loro radici economiche, culturali storiche

Questa sensazione si riflette anche nelle forme di design e

e linguistiche (ad eccezione della Finlandia), le nazioni

negli oggetti che compaiono sulla scena internazionale a

scandinave possiedono ciascuna un carattere unico che riflette

partire dagli anni cinquanta. Sono viste come innovative e

la loro differente geografia e condizioni ambientali. Ogni

differenti, diventeranno così il simbolo di una nuova faccia

paese ha stabilito uno status nazionale proprio, una forte

del modernismo; un’idea della linea come strumento

identità culturale, preziose associazioni storiche e miti dai

per creare forme funzionali, pratiche e semplici ma che

quali le persone hanno sempre tratto la maggiore ispirazione.

hanno all’interno una forte dignità; forme che si uniscono

La Scandinavia come entità politica e culturale nasce alla

all’elemento naturale, ne diventano parte e da cui spesso

fine del XIX ed è basata principalmente sulla visione esterna

prendono vita. Un mondo totalmente differente che

che si aveva di questa regione; l’idea di un’identità comune

irromperà prima in Europa, e poi negli Stati Uniti,

è stata così interiorizzata da queste nazioni, e dai differenti

attraverso un enorme successo nel pubblico alle varie e

movimenti artistici e decorativi presenti in esse. Queste

numerose esposizioni, e soprattutto, a livello di mercato.

società nazionali di design ed artigianato, che diventarono

Rilievo internazionale ovviamente accompagnato da un

sempre più concrete nel secolo successivo, hanno giocato

contemporaneo successo in patria. Gli stessi designer,

un ruolo primario nella definizione e nella costruzione delle

una volta premiati alle esposizioni internazionali più

diverse nazioni dal punto di vista della progettazione e del

prestigiose, tornavano in patria celebrati come veri e

design degli oggetti.

propri eroi nazionali.

Più che in qualsiasi altra parte del mondo, i designer in

L’idea che la qualità della vita potesse essere migliorata

Scandinavia hanno nutrito un approccio democratico verso

attraverso la bellezza, la semplicità e la quotidianità degli

il design che ha ricercato un ideale sociale ed un aumento

oggetti di tutti i giorni, era alla base dei progetti di design

della qualità della vita attraverso prodotti appropriati ed

scandinavo e delle differenti produzioni nazionali. Ancora

accessibili avvalendosi anche dell’uso della tecnologia. Dalla

oggi queste aziende ed i giovani designer, guardano a

sua nascita, circa nel 1920, il design scandinavo moderno è

questa fase storica, che viene definita come fase dell’oro

stato sostenuto da un ethos morale di stampo umanistico, le

del design scandinavo. Semplicità e chiarezza sono

cui radici si possono ricercare nel Luteranesimo, che insegna

ancora oggi le parole chiave di questo design, così come

che la salvezza può essere ottenuta attraverso il lavoro onesto

lo sono state sessant’anni fa, nella fase che probabilmente

che dona benefici ad ogni persona. Questa è la morale che ha

rappresenta il punto di maggior successo complessivo.

formato la filosofia reggente dal quale il design scandinavo si è evoluto ed è cresciuto. Un altro degli aspetti principali in merito al tentativo di definizione di cosa sia la Scandinavia, e cosa rappresenta all’interno della storia del design, è la nostra percezione in merito a questo fenomeno di passaggio dal Nord Europa fino a noi. Quasi come se fosse staccata dal resto dell’Europa continentale, forse perché così distante geograficamente

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Serie: Structure by Joton

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Le forme naturali nell’evoluzione del design scandinavo Una delle caratteristiche più evidenti del design scandinavo, che lo ha sempre reso così caratteristico ed immediatamente riconoscibile, è l’intrinseco e viscerale legame con la natura. Questo legame è presente in tutte le nazioni Scandinave, ognuna delle quali ha poi particolari punti di forza in relazione ad esso. L’elemento naturale, espresso attraverso le forme utilizzate ed i materiali, è l’essenza intima di questo design. Questa connessione deriva ovviamente dalla speciale vicinanza alla natura. Gli Scandinavi posseggono generalmente un’intima comprensione della natura e proprio per questo, hanno uno sviluppato apprezzamento per le intrinseche qualità dei materiali grezzi (soprattutto quelli naturali). La lunga e ricca tradizione dell’artigianato popolare che è presente in tutte e cinque le Nazioni, dimostra non solo come il popolo scandinavo abbia un’empatia verso questi materiali, ma anche il loro desiderio di infondere gli oggetti della quotidianità di una bellezza naturale e senza pretese. Comparandola con il resto dell’Europa Occidentale e degli Stati Uniti, l’industrializzazione è arrivata relativamente tardi in Scandinavia e pertanto le tradizioni manuali nazionali sono rimaste immutate. Una speciale attitudine ai materiali di base, una capacità di mantenere vive le antiche tradizioni manuali, come la lavorazione del metallo, del legno o della ceramica, una natura circostante che ha sempre fornito i materiali su cui lavorare ma soprattutto le forme visive a cui ispirarsi; sono le caratteristiche di base, dal cui mix nascono le fondamenta di questo ramo del design. Altro spunto di analisi che non può essere sottovalutato, nel momento in cui si ricercano gli elementi di partenza di queste forme di design, è la concezione della casa: per secoli la “casa” è stato il punto centrale dell’esistenza dei popoli scandinavi. Casa come riparo dalle difficili condizioni climatiche, e dalla natura stessa; casa come membrana avvolgente che teneva fuori la parte più forte e rigida della natura, ma che allo stesso tempo permetteva ad essa di penetrare all’interno delle mura domestiche. Essendo inseriti in condizioni climatiche “particolari”, le risorse materiali erano ovviamente limitate, di difficile reperibilità; divenne quindi una vera e propria necessità utilizzarle nel modo più efficiente possibile. Le tecniche artigianali tradizionali, sono state mantenute vive e sono confluite poi nelle diverse associazioni di crafts and design nate in ognuna di queste nazioni nel corso dell’Ottocento, per incontrarsi successivamente, con la progettazione e la produzione industriale. Un’efficienza delle forme dettata da esigenze concrete, che ben presto si trasforma in funzionalità, praticità e semplicità: gli oggetti di tutti i giorni dovevano seguire queste linee guida, ma non per questo rinunciare alla bellezza che poteva nascere dalle loro forme. Si rifiuta la mediocrità e la banalità; la vita quotidiana poteva essere migliorata anche solo passando attraverso gli oggetti più comuni.

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Unendo a questi fattori le abilità tecniche e di lavorazione, sviluppate e mantenute vive attraverso l’artigianato locale nel corso dei secoli, il design scandinavo si caratterizza sotto molteplici aspetti, per una forte propensione verso la natura. L’elemento naturale però non è visibile solo ed esclusivamente nei materiali che vengono scelti ed utilizzati per la produzione (primo fra tutti il legno); ma soprattutto elemento naturale come fonte di ispirazione per le forme stesse. Natura come essenza concreta in quanto fornisce i materiali di base su cui lavorare, ma anche motore di base che genera l’idea da cui nasce l’oggetto: il tangibile e l’intangibile si fondono insieme creando una perfetta unità. Il legno, che di sicuro era il materiale più facilmente reperibile, veniva lavorato ma molto spesso lasciato grezzo, non pretrattato prima dell’inizio della lavorazione del materiale, oppure sottoposto all’azione degli agenti naturali, per ottenere effetti caratteristici che trasformavano direttamente il materiale, senza l’azione dell’uomo. La pietra veniva lavorata o resa lucida, le foglie con le loro linee semplici e pulite si trasformavano quasi per magia in motivi per tavoli, il ghiaccio con le sue venature diventava un’ispirazione per un vaso, oppure serie di bicchieri. Lo stesso paesaggio naturale, con le sue linee e modulazioni diveniva un qualcosa a cui guardare per estrapolarne le forme, coglierne l’essenza e trasferirla negli oggetti della quotidianità . Il clima in Scandinavia, nove mesi di buio freddo invernale e tre brillanti mesi di gloriosa e abbondante estate, ha influenzato molto i designer, che, quindi, cercavano ispirazione dai piaceri del mondo naturale così come dal concetto di casa calda ed accogliente. È proprio questa preponderanza della natura che rende queste produzioni così particolarmente riconoscibili, difficilmente collocabili in ambienti non creati con la stessa concezione, caratteristica però che ne ha decretato il successo nel corso degli anni. Ovviamente questo aspetto naturale non deve far dimenticare il fatto che nel corso degli anni Venti, ad esempio, venivano prodotti oggetti di design in cui l’elemento naturale era, senza dubbio, risorsa materiale e fonte di idee, ma veniva tenuta in considerazione anche la possibilità di produrre in serie industrialmente questi pezzi. Esemplificativa in questo senso può essere la produzione di Alvar Aalto, che sotto questo aspetto può essere considerato un vero e proprio pioniere in merito al design scandinavo. Quando nel 1928 vince il concorso per la realizzazione del Sanatorio di Paimio, l’architetto/designer non progetta solo l’edificio, ma anche gli interni compresi di elementi d’arredo in cui l’attenzione non era rivolta solamente al paziente e all’aspetto umano (praticità, confort, ...) ma anche alla loro possibile produzione in serie a livello industriale. Produzione industriale che però non va mai ad eliminare in maniera totale, l’elemento naturale.

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L’Artek19, fondata nel 1935, inizia da subito a produrre e mettere sul mercato i pezzi disegnati da Alvar Aalto, non più quindi solo oggetti connessi al progetto del Sanatorio ma aperti ad un mercato e ad un pubblico più ampio. Non solo le forme quindi, ma anche la scelta dei materiali, come è logico che sia, viene influenzata da ciò che circonda i loro creatori, e la Scandinavia è totalmente immersa in un mondo in cui la natura si esprime con tratti decisi. La produzione dei vetri, insieme alla lavorazione del legno, sono quelle serie che ci permettono di vedere maggiormente come i designer scandinavi prendano l’elemento naturale, ed attraverso un processo mentale di elaborazione e successivamente manuale, lo trasformano in oggetto unico dal design inconfondibile, estremamente raffinato ma allo stesso tempo vitale. Acqua, ghiaccio, pietra, ma anche conchiglie, rami e intere vallate diventano un mondo da cui attingere per realizzare un universo di forme uniche mai proposte fino ad allora. Nonostante la sua indiscussa autenticità però, il design scandinavo non deve essere considerato come una curiosità etnografica, poiché è stato capace di adattare se stesso ai trend contemporanei diventando così parte del patrimonio visivo occidentale. Una volta apertosi lo scenario internazionale per queste forme di design, indipendentemente dalla loro origine basata sulla natura e sulle tecniche di lavorazione tradizionali, si inseriscono comunque all’interno del circuito produttivo e di mercato. La natura ed i miti, a cui i designer scandinavi si ispiravano, sono gli elementi di base da cui partire per comprendere il perché di alcune scelte o di alcune particolari forme. Successivamente altri elementi entreranno in gioco; partendo dalla politica fino alla pubblicità; l’utilizzo della fotografia come mezzo per porre ancora più enfasi sugli aspetti mitici e mistici della natura generatrice di forme, ed esposizioni mirate a conquistare un mercato sempre più vasto.

40


Louis Poulsen lights, banner

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Origini ed esposizioni

Design in Scandinavia exhibition, 1954

Già verso la fine dell’Ottocento, nel 1872 la prima “Nordic Exhibition of Industry and Art” si svolge a Copenaghen, il successo viene ripetuto nel 1888, e questa esibizione viene riconosciuta come la prima importante indicazione di quale livello le arti decorative nordiche ed industriali avrebbero

potuto

raggiungere.

La

dimostrazione

internazionale che qualcosa di nuovo stava per nascere, avviene l’anno successivo, nel 1889 all’Esposizione Mondiale di Parigi. Anche qui le nazioni scandinave oltre alla loro partecipazione singola montano anche una pura “esibizione nordica”, per rafforzare il senso comune, ispirarsi a vicenda e sottolineare le caratteristiche speciali

Padiglione del design finlandese, Triennale di Milano, 1936

di ogni nazione. La comparsa sulla scena internazionale del design scandinavo avviene quindi per gradi; fattori politici ed economici legati al secondo dopoguerra spingono queste nazioni ad avvicinarsi, ed a vedere concretamente la possibilità di uno scambio di influssi e di idee nell’ambito della progettazione e del design. Forse l’idea di un’entità unica e nordica non sarebbe stata dopotutto così male. Già nel 1945 i danesi promuovono l’idea di una conferenza per organizzare un grande congresso sulle arti decorative nordiche, che si tiene poi effettivamente a Copenaghen nel 1946, seguita poi da altre edizioni: nel 1948 a Oslo, nel 1950 a Stoccolma, nuovamente a Oslo nel 1952 e

questo spirito di collaborazione, fu “Design in Scandinavia”, un’esibizione

la conclusiva conferenza di Helsinki nel 1954. Furono

itinerante che attraversò gli Stati Uniti ed il Canada, tra il 1954 ed il 1957,

questi i primi passi che portarono alla nascita di un sentire

toccando ventiquattro differenti musei (l’esibizione venne inaugurata al

comune, di una possibile unitarietà di intenti nell’ambito

Brooklyn Museum di New York il 20 aprile del 1954, per poi spostarsi al

dell’ideazione e dell’esposizione del design proveniente

Virginia Museum of Fine Arts di Richmond e proseguire nelle principali

da questi luoghi.

città americane) e attirando un vasto numero di visitatori. Questa esposizione

Parallelamente alla messa in moto di questo processo,

contribuì al rafforzarsi dell’idea e dell’immagine del design scandinavo

mirato all’approdo sullo scenario internazionale (che

oltreoceano; immagine sostenuta anche da una grande “campagna stampa”

non avvenne però senza intoppi), le nazioni nordiche

portata avanti dai differenti quotidiani nazionali che si occupavano della

continuarono anche ad organizzare all’interno di esse,

mostra, presentavano i pezzi esposti ed aggiornavano sul grado di novità di

serie di esposizioni nazionali di arti decorative, design,

quello che veniva presentato.

proprio per andare a consolidare il loro legame, ma allo

Qui il design scandinavo è oramai arrivato oltreoceano, con il bagaglio di

stesso tempo sottolineare le peculiarità di ciascuna di esse.

successi e fama, creatosi in Europa negli anni precedenti.

La prima vera e più importante esibizione che emerse da 42


Caratteristiche All’idea di blocco unitario, si accompagna parallelamente anche quella che ogni nazione ha delle proprie caratteristiche uniche, che mette in evidenza all’interno del proprio design come punti di forza. Queste considerazioni emergono anche all’interno dei numerosi articoli che recensiscono l’esposizione americana. Un esempio può essere il pezzo del giornalista americano che nel 1954, scrive in merito all’esibizione: (traduzione della scrivente) : “I finlandesi sono persone vicine alla natura, e la loro cultura è profonda. Perfino i loro monumentali pezzi in gres sono pieni di sentimenti, primitivi, e allo stesso tempo raffinati [...] La Norvegia, benchè stia ancora uscendo dagli effetti della guerra, ha una caratteristica vitalità. È una nazione di valli e paesi isolati, naturalmente, l’artigianato è un fattore importante nelle loro vite [...] Gli Svedesi sono sofisticati, oggettivi, efficienti, sicuri di loro [...] La Danimarca è una nazione esuberante – una terra in cui fantasia ed immaginazione si espandono e toccano tutto, e diventano gli elementi principali del design danese.”. Ovviamente ad un nostro sguardo a posteriori, queste parole ci sembrano in larga parte farcite di un sentimento “mitologico” del design scandinavo,

ma all’epoca questo

nuovo approccio al modo di guardare gli oggetti di design del quotidiano, rappresentava veramente qualcosa di nuovo ed assolutamente moderno. Le caratteristiche di fresca e sobria eleganza, semplicità di significati e chiara, pragmatica utilità, saranno elementi che continueranno ed essere utilizzati dai critici per descrivere queste forme.

43



design

DANESE


avuto un impatto cruciale nello sviluppo del design. Kilnt,

ha un grandissimo impatto culturale sul resto

con i suoi studi dettagliati, non ripristina solo il concreto

del mondo da quando i Vichinghi dominavano una buona

ideale del Neo-Classicismo, ma stabilisce un approccio

parte dell’Europa. Dalla “Viking Age” fino ai giorni nostri,

centrato sull’essere umano al design, che forma le

il talento di adottare paradigmi funzionali e allo stesso

fondamenta della filosofia con cui il Modernismo danese

tempo estetici da diverse fonti e modellarli con grande

è cresciuto. Klint, inoltre, sperava di sviluppare idee e

abilità in qualcosa di “danese”, è sempre stato un punto

soluzioni eterne; con i suoi studenti, ha cercato anche di

focale nell’evoluzione delle arti applicate e decorative

studiare le caratteristiche di vari oggetti di successo del

in Danimarca. Per necessità, questa popolazione, ha

passato. Queste informazioni, usate in combinazione

sviluppato una approfondita conoscenza delle risorse

con il suo metodo antropologico, hanno portato, così, ad

naturali locali. Le condizioni economiche hanno fatto

uno sviluppo di numerose interpretazioni di importanti

si che venissero creati oggetti essenziali e duraturi,

pezzi storici. I suoi oggetti vantavano una grande cura

ma allo stesso tempo di una certa impronta estetica.

nella manifattura artigianale piuttosto che industriale.

Questo approccio sfocia nella semplicità, nel rispetto

Verso gli inizi degli anni ’30, con il cambio delle necessità

per la funzionalità, che sono diventate le caratteristiche

economiche, il suo approccio risultava sempre di più

che contraddistinguono il design danese. L’artigianato

bizzarro, in quanto nasceva il bisogno di oggetti low-cost

tradizionale danese, che si focalizza sulla creazione di

per tutti. Così, durante gli anni tra le due guerre, si può

attrezzi, è anche basato sulla passione per l’esplorazione

osservare la ribalta di designer come Poul Henningsen, che

di forme organiche, funzionali ed un’estetica essenziale.

invece promuoveva un approccio molto più industriale,

Infatti, non è sorprendente che gli oggetti d’arte

indirizzato alla necessità sociale del periodo. Era richiesta

giapponesi e il mobilio degli “Shaker” Americani, con

una maggiore imparzialità nel design, con lo scopo di

le loro basilari, ma per lo più spirituali qualità, fossero la

promuovere un’architettura e un design in accordo con le

maggiore fonte di ispirazione per molti designer danesi,

migliori imprese sociali, economiche e tecnologiche nella

particolarmente nel 20° secolo. A partire da Axel Salto con

cultura moderna. Si cercava di contrastare l’approccio

le sue sperimentazioni con lo stile orientale delle forme e

moderno del Bauhaus, che rigettava completamente il

dei particolari smalti delle ceramiche al sofisticato stile

passato e prendeva ispirazione da movimenti artistici

del mobilio di Hans Wegner e Borge Mogensen, la ricerca

d’avanguardia. I loro lavori riflettevano il generale

della forma essenziale o ideale ha avuto un profondo

consenso per cui il funzionalismo fosse sempre stato

effetto sul design. L’eccellente trattamento dei materiali,

presente nelle arti applicate e, perciò, il design avrebbe

altra caratteristica danese, deriva dalle ricche tradizioni

dovuto essere avanzato in modo evolutivo piuttosto che

aristocratiche, tramandate da generazione in generazione,

in modo rivoluzionario. Mutuando l’essenza del successo

e dalle collaborazioni tra designer/artisti e produttori. Il

precedente e aggiornandola attraverso uno stile moderno,

pioniere della ricerca del sistema antropometrico è stato

il design danese presenta una forma di Modernismo meno

Kaare Klint che, negli anni ’20 del ventesimo secolo, ha

didascalica e più accessibile.

46

n

onostante il piccolo territorio, la Danimarca


Le klint

Le Klint è una azienda di lampade danesi nota per i suoi paralumi fatti di carta pieghettata e ondulata.

ll progetto è stato originariamente creato dall’architetto Peder Vilhelm Jensen-Klint intorno al 1900 per uso proprio.

I primi paralumi e lampade Le Klint erano originariamente

di carta; oggi, la maggior parte delle lampade é di plastica per via della più facile pulizia e della maggiore durata.

47


Nel dopoguerra prende piede una grande enfasi nella produzione di oggettistica e mobilio popolare, nonché in altri prodotti domestici che erano adatti alle piccole abitazioni e potevano essere acquistati dalla maggior parte delle famiglie. Il design danese deve la sua fama alle varie exhibitions in America e in Gran Bretagna, diventando così internazionale. Un’altra delle ragioni del successo danese, è stata l’importazione agli inizi degli anni ’50 di un legno pregiato dalle Filippine, il teak, a causa del suo sovraccarico di produzione per l’utilizzo durante la II Guerra Mondiale. Venne addirittura coniato il termine “Teak Style”, per il grande utilizzo fatto da parte di parecchi designer. Tra i più conosciuti designer che si sono occupati di raggiungere il mass market e che hanno esplorato il potenziale del compensato modellabile troviamo Arne Jacobsen. Series 7 di Jacobsen, segnò una completa rottura con il tradizionale approccio evolutivo al design e fu anche tra i primi esempi di vero design moderno danese. Verso la fine degli anni ’50 i designer danesi, cominciarono ad utilizzare materiali come la vetroresina e la schiuma di lattice nei loro prodotti. Le rivoluzionarie poltrone Svanen (cigno) e AEgget (uovo) prodotte per il SAS Royal Hotel di Copenaghen, segnarono una nuova confidenza scultore che fu radicalmente evoluta da Verner Panton negli anni ’60 con gli ironici e psichedelici Phantasy Landscape coloratissimi e audaci nelle forme. Nonostante i lavori di Panton riflettessero il tipico approccio Scandinavo alla cultura pop senza sposare l’idea del “use-it-today-sling-it-tomorrow”, si cercò, in un modo poco danese, la divulgazione di forme rivoluzionarie che divergevano completamente da tutto ciò che era stato. La recessione globale dei primi anni ’70 determinò, almeno in parte, il declino dell’interesse del design danese. Aziende come Bang & Olufsen, Georg Jensen e Stelton riaffermano i loro committenti al design di alta qualità attraverso la produzione di prodotti bellissimi e razionali e ciò rafforzò le loro brand identities in un mercato sempre più competitivo. Verso la fine degli anni’70, Niels Jurgen Haugesen, producendo la X-line chair, introdusse la crescente influenza dell’high-tech nello stile scandinavo. Il rialzo economico degli anni seguenti portò i designer ad abbracciare, ma non del tutto, lo stile Post-modernista e ad esplorare maggiormente la libertà d’espressione. La lunga tradizione del Good Design rimane un punto fermo in Danimarca, producendo una valanga di prodotti iconici del design classico, estremamente riconoscibili grazie, non solo alla buona collaborazione tra designer e industria, ma anche all’idea eterna della semplificazione senza sconvolgere l’equilibrio tra estetica e funzionalità, del rispetto profondo per il lavoro manuale e per l’ambiente. Oggi i successi del design danese sono più importanti che mai contro l’esaurimento delle risorse naturali, i problemi ecologici, i cambiamenti sociali e la crescita della richiesta per prodotti più etici ed attinenti.

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Poul Henningsen per Louis Poulson, Lampada da tavolo

POUL HENNINGSEN Poul Henningsen è stato un architetto e designer

danese. Oltre che architetto, si è distinto come poeta, compositore, editore,scrittore, giornalista e critico

d’arte. Conosciuto ad amici e avversari con la sigla PH, fu la voce intellettuale della Danimarca. Poul

Henningsen attraversando in tram Copenaghen

e facendo attenzione agli interni delle case osservò: “L’arredo, i tappeti, lo stile di una abitazione sono

nulla a confronto con l’importanza del posiziona-

mento della luce. L’illuminazione non costa molto, ma richiede cultura”. La sua opera si basò proprio sul-

la ricerca di una luce armoniosa, diffusa come quella naturale, adatta all’abitare moderno.

Henningsen ha vissuto e lavorato in Danimarca, nell’ambito culturale e artistico della Scandinavia, incarnando la contrapposizione tra artigianato di alto livello e design industriale. Il designer si fece portavoce delle correnti d’opposizione estetica, rin-

facciando ai suoi avversari il fatto che rimanessero ancora “irrisolti tutti i problemi della modernità”.

Le sue lampade rappresentano la sua presa di distanza dalla tradizione preindustriale scandinava.

Poul Henningsen, PH Snowball White Pendant Light, 1958

49


V E R N E R PA N T O N Verner Panton, è stato un indu-

La sua portata rivoluzionaria risie-

rante e innovativo che si è guada-

bio e nel suo istinto sperimentatore.

strial e interior designer lungimi-

gnato un ruolo di primissimo piano nella storia del design del secolo scor-

so, grazie al proprio rivoluziona-

rio approccio al colore e ad un senso matematico della forma capace di

trasformare la geometria in pura

meraviglia. I suoi progetti, tra i più innovativi sono probabilmente

quelli ispirati alle forme organiche, ipnotici sviluppi di linee sinuose che sfuggivano a ogni precedente esperimento di design.

50

deva nel suo temperamento capar-

Panton era affascinato dalle moderne tecnologie che si affacciavano in quel periodo nel panorama produttivo ampliando le possibilità dell’industria del mobile e dei nuovi materia-

li, in primis la plastica. Con la sua

visione unica dei colori e del futuro, Panton, giocò un ruolo radicale nella trasformazione del design, non solo

Scandinavo, negando le tradizioni danesi del rifinire oggetti già esistenti usando materiali naturali.


Verner Panton, Phantasy Landscape per Visiona II exhibition , 1970

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Arne Jacobsen, interni del SAS Royal Hotel di Copenhaghen, Danimarca, 1955-1960

ARNE JACOBSEN Arne Jacobsen è un’icona del design danese, un celebre architetto che ha lasciato

un’eredità importante al patrimonio architettonico mondiale. Arne Jacobsen è il

designer di alcuni pezzi di arredamento immortali, come le sedie Egg e Swan, ma

è anche il progettista di molti edifici ed

interi interni, famosi della Danimarca. Jacobsen credeva che fosse indispensabile per gli edifici e per gli oggetti di design

una buona proporzione e che i materiali

e i colori dovessero essere compatibili in modo da raggiungere “l’impressione generale” in modo ottimale.

Le 3 sedie iconiche di Arnie Jacobsen per il SAS Royal Hotel, in esposizione al Copenhagen Design Museum

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Nanna Ditzel, loungechair in vimini, 1963

Nanna Ditzel, child’s high chair per Kold, 1955

NANNA DITZEL Nanna Ditzel, con il suo atteggiamento post-moderno e la ribellione nei confronti della tradizione, è diventata una figu-

ra di spicco del rinnovamento del design danese degli anni ’90. Molto spesso le sue opere non avevano intenzione di “risolvere

i problemi”, ma piuttosto avevano un punto di partenza sogNanna Ditzel, Seashell chair, 1996

gettivo. Tuttavia, aveva una magnifica capacità di trasfor-

mare i suoi sogni artistici in progetti molto funzionali e decisi. Per la Ditzel, l’estetica della sedia era altrettanto importante quanto la funzione.

“It is very important to take into account the way a chair’s ap-

pearance combines with the person who sits in it. Some chairs look like crutches. And I don’t like them at all.”

53



design

FINLANDESE


LLa

a Finlandia è uno degli Stati più ad est-

due compagnie che perseverano e rinvigoriscono tradizioni manuali,

nord

dando l’opportunità al designer di esplorare i propri impulsi creativi

del mondo, un terzo è all’interno

del Circolo Polare Artico, primeggia in natura

attraverso nuove forme e tecniche.

con paesaggi mozzafiato. “Il Nord” possiede una

Essendo stati per secoli sotto dominio della Svezia e della Russia, i

particolare attrazione per i finlandesi di cui ammirano

finlandesi hanno goduto solo di piccoli periodi di politica autonoma fino

il magnifico temperamento e la loro bellezza sensibile

alla dichiarazione di indipendenza nel 1917. Uno dei punti di svolta nella

e genuina. Vivere per secoli immersi nella natura, ha

storia finlandese avvenne nel 1835 quando Elias LOnnrot pubblicò un

sviluppato nei finlandesi un rapporto unico con la

poema epico conosciuto come Kalevala (Terra degli eroi) che, durante la

natura che si manifesta nel loro approccio al design

seconda metà del 1900 diventò, non solo il simbolo della consapevolezza

attraverso forme organiche e un rispetto innato per

nazionale e del patriottismo, ma anche l’ispirazione culturale più

i materiali. Grazie a questa mistica affinità con la

importante dell’arte e del design finlandese. Grazie a Kalevala e

natura, i loro prodotti vengono spesso visti come la

alla sempre più crescente aspirazione ad affermare l’autonomia, il

miglior espressione della “Soul of the North”.

Romanticismo Nazionale emerse nelle arti, nell’architettura e nel design

La tenacia, la calma, l’abilità a resistere in condizioni

alla fine del ‘900. Il Romanticismo Nazionale fu anche parte dell’ampio

difficili, e la loro determinazione, sono i tratti

movimento della “New Art” che fiorì in Europa e in America nei primi

caratteristici del concetto ”Sisu”, che sta alla base della

del XX secolo.

loro filosofia, che rappresenta l’orgoglio finlandese

La sintesi del nazionale e internazionale, divenne un’importante

“ciò che deve essere fatto, sarà fatto comunque sia”.

caratteristica che definisce il design moderno finlandese.

La sisu , in altre parole è la capacità di superare da soli le avversità e gli ostacoli che si pongono dinanzi.

Durante il 1900, il governo assistette allo sviluppo del design supportando

Non dimentichiamo che i Finlandesi hanno vissuto

le organizzazioni e incoraggiando i giovani artisti a collaborare con le

perlopiù in campagna fino agli anni Cinquanta

industrie per aumentare gli standard degli obiettivi quotidiani.

e “dover sbrigare le faccende da soli” era quasi una

Dal 1905 in avanti, le aziende sponsorizzavano competizioni in design

necessità. La sisu è la qualità che fa camminare 20

per attrarre giovani talenti capaci di sviluppare prodotti che potessero

km a temperature glaciale senza morire assiderati,

essere esibiti all’estero.

che fa creare uno stradello per la barca incastrata

Durante gli anni tra le due guerre, un distacco emerse. I prodotti di vetro

nel ghiaccio senza chiamare aiuto, che fa costruire

utili ed economici di Aino Aalto e Alvar Aalto, indirizzati al mercato

un cottage in mezzo alla foresta praticamente da

dell’oggettistica domestica, possono essere visti come una diretta

soli. Sisu è diventato il concetto base delle fonti

reazione all’austerità di quel periodo, con l’idea di miglioramento della

d’ispirazione per architetti e designer, rivelando

vita quotidiana attraverso la bellezza, la semplicità e la funzionalità.

un’ostinata

migliore

Durante gli anni ’30, Alvar Aalto, fornì una reinterpretazione necessaria

equilibrio tra forme, materiali e funzionalità. E’

di Movimento Moderno e funzionalismo con il suo approccio olistico e

interessante che i finlandesi compensino il loro essere

centrato sull’uomo, che rifiuta i bordi netti e l’estetica del Bauhaus.

taciturni e riservati con l’uso del design e dei colori

Incorporando forme organiche e materiali naturali nei suoi oggetti

come espressione di creatività.

rivoluzionari ma anche pratici, Aalto sperava di avere connessioni

L’espressività

perseveranza

artistica

nell’avere

finlandese

il

è

nata

migliori tra l’utente e il prodotto.

maggiormente dalla tradizione di produrre splendidi

Rimarcando l’affinità che hanno i Finlandesi con la natura, i lavori di

prodotti unici insieme a prodotti tradizionali più

Aalto richiamano le forme dei paesaggi locali; ad esempio, le forme

democratici. Tutt’oggi, la tradizione di produrre pezzi

ondulate dei laghi le possiamo ritrovare nei suoi famosi Savoy vase.

esclusivamente artistici continua con Arabia e Iittala, 56


Advertising campaign: “Artek presents a new perspective on modern living”

Una delle chiavi più importanti della filosofia

Mobili, tessuti, ceramiche e vetri proiettavano una

base del design scandinavo è stata fornita da Alvar

vitalità che guardava al futuro rappresentando lo

Aalto esprimendo l’essenza della natura attraverso

spirito del tempo.

l’umanizzazione e l’essenzialità.

Il periodo degli anni ’60-’70 è perciò definito “Golden

Un’altra figura molto importante del design finlandese

Age” del design, periodo in cui nessun altro paese

del dopo-guerra fu Arttu Brummer, editore di

veniva considerato interessante quanto la Finlandia.

Domus, giornale italiano di design, insegnante e

L’influenza del Post-Modernismo, portò lo sviluppo

direttore artistico alla Taideteollinen Korkeakoulu.

di molti prodotti in modo radicale come la lampada

Come insegnate, spronò gli studenti a progettare

Scaragoo, a forma di insetto di Stefan Lindfors.

stimolando sensi e sensibilità, esplorando il ricco

Durante la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni

vocabolario delle forme presenti in natura.

’90, le aziende finlandesi cominciarono a reintrodurre

Brume ebbe un enorme impatto nei lavori delle

il design “classico” ispirandosi al loro passato illustre

successive generazioni di designer come Tapio

e famoso accanto a prodotti creati dalla nuova

Wirkkala e Timo Sarpaneva.

generazione di designer.

Dopo la II Guerra Mondiale, ci fu un irrefrenabile

Il design finlandese si può distinguere per la semplice

bisogno di rilanciare l’identità del paese.

ed onesta funzionalità, per l’affinità verso la natura,

Durante questi anni di ottimismo, i designer

per la purezza, per la forte autenticità stilistica e

forgiarono un linguaggio voluttuoso che portò i loro

per l’interesse nei confronti dell’uomo. Oggi i loro

lavori ad un livello superiore per quanto riguarda

prodotti sono riconosciuti internazionalmente e

l’espressione artistica. Nel 1951, Wirkkala, vinse in

negli ultimi anni hanno goduto di un gran boom

numerose categorie di design alla IX esibizione alla

economico che è diventato motivo di invidia da parte

Triennale di Milano, chiamato “Milan Miracle”.

degli altri vicini scandinavi.

57


Iittala è stata fondata nel 1881. Quello che era iniziato come una

fabbrica di vetro di Iittala, in Finlandia, oggi festeggia generazioni di oggetti essenziali fatti per arricchire la vita quotidiana delle persone. Gli oggetti dovrebbero essere distintivi, combinabili e multi-funzionali, con un design che ispira un uso individuale e di espressione duratura. L’idea di base dietro ad Iittala è quella di offrire esteticamente e funzionalmente prodotti durevoli che portano il divertimento e il piacere della vita quotidiana, se si tratta di pranzo, la creazione di uno stato d’animo, conservando piccoli oggetti a casa.

In alto: Iittala per Issey Myake In basso: vasi di vetro di Alvar Aalto per Iittala

58


Poltrona 41 (Paimio), Alvar Aalto, 1931.

Mount Angel Library, St. Benedict, Oregon, Alvar Aalto, 1970

A LVA R A A LT O

Alvar Aalto, è stato un architetto, designer e accademico finlandese, tra le figure più importanti nell’Architettura del XX

secolo. L’attività di Aalto spazia dal design di arredi e oggetti in vetro all’architettura e alla pittura. Dal punto di vista

architettonico è stato il maggior esponente dell’architettura organica europea, nonché appartenente a una folta schiera di

maestri del movimento moderno insieme a Le Corbusier, Mies

van der Rohe e Gropius, tutti appartenenti alla generazione di nati nel decennio del 1880. A partire da oggetti piccoli come

un cucchiaio, fino ad arrivare al progetto di città (è autore anche dei piani regolatori per Finlandia e Svezia), l’opera di

Aalto si caratterizza per un suo ricorrente particolare architettonico, il segno della sua “onda”, che in finlandese è chiamata aalto come il suo cognome. Aalto Theater, Opernhaus

“Si deve sempre ricercare una sintesi degli opposti... Quasi tutti gli incarichi progettuali comprendono decine, spesso centinaia, talvolta migliaia di fattori diversi e contraddittori, riuniti in un’armonia funzionale soltan-

to dalla volontà dell’uomo. Quest’armonia non può essere raggiunta con strumenti diversi da quelli dell’Arte”

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Tapio Wirkkala, tavolo da caffè, “Rythmic Plywood Table”

TA P I O W I R K K A L A Tapio Wirkkala è una figura sim-

scultore, i suoi lavori spaziano da

sta di dalle mille sfaccettature per cui

sign industriale sotto forma di bot-

bolica del design finlandese, un arti-

nessun materiale era estraneo e non ha lasciato nessuna area del design inesplorata. E ‘stato uno degli artisti più illustri nel modellare il design

scandinavo e l’arte industriale. De-

signer molto produttivo e versatile

Vasi “Pollo” di Tapio Wirkkala per Rosenthal Studio, 1970

60

creazioni eccezionali di vetro al detiglie di birra e banconote. Wirkkala

progettò anche gioielli, sculture e mobili. Inoltre, è stato premiato in

diversi concorsi prestigiosi e varie medaglie alla Triennale di Milano nel 1954 e nel 1960.

Tapio Wirkkala per Venini Bolle


EERO SAARINEN

Timo Sarpaneva, Marcel vase, Iittala Finland

Eero Saarinen, designer e scultore, è sempre stato fautore dell’inovazione nella creazione di strutture e forme sculturali con un approccio pragmatico alla funzionalità di quanto prodotto, e ai requsiti per la produzione. E’ stato sempre molto in grado di lavorare in armonia sia con le convenzioni e gli stili internazionali che con il proprio tipo di espressionismo. Timo Sarpaneva è un designer che contribuì a rendere famoso nel mondo il design finlandese. Cominciò come grafico ma si ritrovò nel mondo del design industriale. Espone i suoi lavori in tutto il mondo. Le sue opere sono presenti in molti musei, tra i quali il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum di New York e il Corning Museum of Glass. Inizia la collaborazione con Venini nel 1988.

Vaso Kukinto, Timo Sarpaneva

Eero Saarinen, “Tulip Chair”

61



design

ISLANDESE


L

Islanda è un paese di splendidi contrasti naturali, ghiacciai, con rigorose montagne, attività termali sotterranee che la rendono uno dei paesi con

maggiore attività vulcanica del mondo. Sin da sempre questo clima rigido ha messo a dura prova la sopravvivenza, che ha giocato un ruolo fondamentale nel modellare il carattere e lo stile di vita degli islandesi, riconosciuti per il loro spirito imprenditoriale, la loro tenacia e la loro venerazione per il linguaggio puro islandese., da cui derivano gli altri linguaggi scandinavi. Molto famosa è stata la produzione di letteratura medievale, the Icelandic sagas, considerata il miglior conseguimento del Medioevo. La cultura islandese è stata caratterizzata per secoli da uno spirito di cooperazione per quanto riguarda l’ambiente rigido e le avversità coloniali, fino alla sua indipendenza avvenuta nel 1944. A parte in qualche breve periodo, l’Islanda non ha mai avuto significative distinzioni di classe, perciò i designer non sono stai mai veramente motivati nel creare oggetti di “alta-classe” o solo per la nicchia, ma piuttosto si sono focalizzati sull’enfatizzare la funzionalità. Tranne per poche risorse naturali locali, l’Islanda ha sempre dovuto utilizzare materiali di importazioni estere e ciò ha avuto un forte impatto nello sviluppo del design. Per molti secoli, la sua posizione geografica sfavorevole, ha fatto si che venisse considerata decentrata e poco significante a livello coloniale, ma dal tardo IX secolo, il Paese cominciò a trasformarsi da nazione di agricoltori autosufficienti ad abitanti di città. Durante questo periodo il sentimento nazionalistico venne incitato e l’idea di affermare la propria identità culturale attraverso architettura ed arti applicate scatenò la fantasia della popolazione, che cominciò a partecipare ad eventi ed esibizioni. Come negli altri paesi scandinavi, il Romanticismo Nazionale, ispirò i designer islandesi, anche se non condividevano lo stesso livello di nostalgia per il passato, essendo appena emersi dai loro “anni oscuri”. Durante i primi trenta anni del ventesimo secolo, designer islandesi, come Gudjon Samuelsson, utilizzarono abilità artistiche tradizionali per produrre mobilio con il legno importato, che somigliava stilisticamente ad una reinterpretazione dello stile Vichingo oppure alla versione semplice ed austera del National Classicism. Durante gli anni tra le due guerre, il vero design islandese cominciò ad apparire nelle architetture e nel design, quando la prima generazione ritornò dagli studi all’estero, introducendo il concetto del Movimento Moderno. Gli oggetti che venivano prodotti erano generalmente caratterizzati da robustezza e da una determinante semplicità, ma molto spesso finivano per assomigliare al design danese. A causa del peggioramento della situazione nel mondo durante la II Guerra Mondiale, gli islandesi ebbero difficoltà a spostarsi all’estero per studi, perciò, nel 1939, venne stabilita a Reykjavik la Icelandic School of Applied Art. Questo fu un evento cruciale che segnò la storia del design islandese. Grazie alla supervisione di 64


Ludvig Gudmundson, la scuola fu determinante nel formulare un approccio maggiormente unificato della teoria e della pratica del design. Dopo la sua indipendenza, l’identità islandese divenne sempre più riconoscibile e riconosciuta, soprattutto nella branca del graphic design. I grafici islandesi, caratterizzavano i loro lavori attraverso l’uso di color block e forme semplici. Il loro interesse per il design basico, le soluzioni che arrivano “diritte dal cuore” e la disponibilità limitata dei materiali ha fatto si che non aspirassero a prodotti puliti e fini, rispetto ai loro vicini. Verso la fine degli anni ’80, Einar Þorsteinn Ásgeirsson progettò una sedia particolare dalla forma inusuale, la Bucky chair, che rivelò la tendenza dei designer islandesi di prendere forme già esistenti e adattarle in qualcosa di completamente nuovo e talvolta sorprendente. Negli anni ’90, invece, con l’avvento della tecnologia, ci fu un’esplosione di graphic design, musica, film e giochi per il computer. Oggi, gli islandesi continuano a perpetuare una tradizione di individualismo che colloca separatamente i loro lavori rispetto a quelli delle altre nazioni scandinave. La ricerca di produttori esteri ricettivi al loro peculiare design è sempre più frequente. Il design islandese si distingue dagli altri per sperimentare maggiormente con i materiali, le tecniche e per un giusto bilancio tra la connessione primitiva con la natura e la fiducia verso il progresso tecnologico. Durante tutto l’anno, Reykjavík è letteralmente invasa dal design autoprodotto, tema importante per un paese come l’Islanda, che non ha una facoltà di design e quindi si va spesso a studiare all’estero. Gli Islandesi si sentono isolati e forse proprio per questo motivo il 95% delle case della nazione ha un collegamento alla rete - pur essendo pochi abitanti sono quindi piuttosto internazionali forse anche perché Reykjavik è sulle rotte per New York e Asia - Icelandair promuove in modo efficace questo stop-over. Per i designer locali uno degli scogli maggiori è trasformare un prototipo, la cui realizzazione ha già un prezzo fuori mercato, in un prodotto industriale. Un ottimo lavoro lo fa Anthony Bacigalupo e la sua Reykjavicktrading con esperienza di auto-produzione e auto-distribuzione. “Siamo un Paese senza materie prime”, spiega Katrin Olina, una delle designer più note a livello internazionale con una formazione a Parigi ed esperienze a Londra e Hong Kong, attualmente alle prese con una residenza d’artista a Helsinki. “Qui non abbiamo aziende in grado di produrre; il design industriale è davvero un mondo tutto da scoprire e sviluppare in Islanda”.

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Brynjar Sigurðarson, The Silent Village, 2013

BRYNJAR SIGURÐARSON Brynjar Sigurðarson è un designer originario di Reykjavik, Islanda, e con il suo progetto The Silent Village, realizza-

to per la parigina Galerie Kreo, esprime l’attaccamento alla

sua terra natia. The Silent Village è il suo progetto finale per la Iceland Academy of the Arts, ed è dedicato al viaggio che il designer ha compiuto nel 2009 fino alla cittadina di Vop-

nafjörður nel nord est dell’Islanda. The Silent Village è il suo progetto finale per la Iceland Academy of the Arts, ed è dedicato al viaggio che il designer ha compiuto nel 2009 fino

alla cittadina di Vopnafjörður nel nord est dell’Islanda. Ci è rimasto per quattro settimane, vagando per il porto, incon-

trando gli abitanti locali e scoprendo il patrimonio naturale del suo paese. Qui Sigurðarson ha incontrato per caso un pescatore di squali 70enne (Hreinn) che gli ha insegnato una tecnica di lavoro a maglia con ago e filo di nylon, usata per

costruire le reti per la pesca dei lompi. Estrapolando il me-

todo dal contesto e applicandolo alla progettazione di mobili, Sigurðarson ha completamente trasformato l’intento e il valore estetico dei pezzi prodotti per Galerie Kreo. Con una forte

sensibilità verso il design durevole, realizzato con materiali nobili come il legno, le corde e il Krion, il designer reinventa

gli arredi sotto nuove forme. Unendo artigianto e produzione

industriale, tutte le reti di questi pezzi sono realizzate a mano nel suo atelier.

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Reading horse by Katrin Olina

OLINA KATRIN Olina Katrin presenta una serie

abitanti tra il IX e il X secolo (Ska-

folklore locale che narra di diverse

nata “da una combinazione fra la

di piccoli oggetti d’arredo ispirati al

leggende legate ai cavalli; Reading

Horse, titolo del progetto di Olina, è nato dalla collaborazione con la

fonderia Studlaberg nella regione a

nord del paese di Skagafjordur ed è dedicato a chi ama la lettura – gli

islandesi sono grandi appassionati di letteratura e adorano i libri. Colui che consuma tanti libri viene chiamato appunto “reading horse” e da

qui il rimando al cavallo selvaggio

islandese, una razza importata dagli

gafjordur è il regno di questa specie)

passione per la lettura e questo straordinario animale; “due simbologie

importanti per la cultura del nostro Paese”, aggiunge. Si tratta di oggetti da tenere vicino al divano per

celebrare l’arte del dedicarsi a sé: un mini-portalibri (solo pochi e buoni) con i piedi in legno massello, nella

varianti che includono anche l’accessorio della lampada per leggere o un

Tabels by Katrin Olina and Garðar Eyjólfsson

piccolo tavolino da appoggio.

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design

NORVEGESE


L La

a Norvegia, situata all’estremo nord dell’Europa, è terra di imponenti catene montuose, dense foreste e fiordi mozzafiato. Fino al XX secolo, gli abitanti si stabilivano nelle

isole vicino ai fiordi ed le famiglie generalmente erano forzate a vivere le loro vite, sopravvivendo con le proprie risorse e con poco contatto con il mondo esterno. I lavori si alternavano in base al rigido clima che non rendeva possibile coltivare le terre per molti mesi all’anno, perciò si cimentavano maggiormente su lavori industriali ma soprattutto domestici, come la tessitura e il cucito di abiti tradizionali. I pattern e le forme si sono evoluti ispirandosi alle popolazioni Vichinghe e Sami, ma anche alla palette cromatica ricca che offre la natura. Si sviluppò così negli anni una ricca cultura distintiva e folcloristica, incentrata sull’artigianato e sull’amore per i materiali. Lo sviluppo del design norvegese è stato influenzato più di ogni altra cosa da queste tradizioni. Fino al 1905, data della sua Indipendenza, la Norvegia è sempre stata dominata da stranieri, ed è stato proprio il suo essere rurale piuttosto che urbana a preservare la sua identità nelle arti e nell’artigianato. Il desiderio di un’identità culturale assieme alla minaccia della “Danification”, aiutarono a rafforzare le tradizioni artistiche e folcloristiche, dai dipinti con le rose ai tessuti a fantasia realizzati a mano. Durante l’Indipendenza norvegese, ci fu un punto di svolta rispetto al National Romanticism verso un design più internazionale, dimostrato dall’accettazione dell’ Art Nouveau. Siccome l’Art Nouveau si ispirava alla natura piuttosto che a stili storici passati, può essere considerata il primo vero stile moderno internazionale e nessun’altra nazione scandinava come la Norvegia lo sposò così bene. Gustav Gaudernack e Thorolf Holmboe furono i designer che meglio esplicavano il concetto di Art Nouveau Norvegese con le loro squisite plique à jour, che incorporavano la stilizzazione di flora e fauna. Prodotti come questi, con linee incredibilmente delicate, rappresentano il grandioso lavoro di oreficeria norvegese che rimane tutt’ora una delle qualità riconosciute. Nonostante il punto d’ispirazione fosse la bellezza della natura, durante gli anni antecedenti alla guerra, designer come Frida Hansen, venivano influenzati direttamente dalle tradizioni folcloristiche. Dopo gli sconvolgimenti della I Guerra Mondiale, venne fondata un’importante organizzazione di arte e artigianato, conosciuta come la Foreningen Brukskunst e più tardi come LNB (Landsforbundet Norsk Brukskunst), che giocò un ruolo vitale nella formazione dell’identità nazionale norvegese attraverso la promozione di grandiose cooperazioni tra artigiani e designer e l’incrocio delle discipline artistiche. Attraverso numerose esibizioni, LNB ha coltivato una crescente conoscenza nel rispetto per la qualità del design e per la produzione tra i norvegesi.

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Durante il periodo tra le due guerre, molti designer norvegesi vennero influenzati dallo stile dell’Art Deco e cominciarono a produrre lavori distinguibili per la semplificazione delle forme e decorazioni. Come nelle altre nazioni scandinave, nei primi anni ’40, una leggera for aid Modernismo cominciò a raggiungere la Norvegia. Si cominciò a intravedere, non solo un approccio più umanistico nella progettazione, ma anche uno studio verso l’ergonomia del prodotto finale. L’approccio più intimo ed introverso, con la bassa densità della popolazione e le capacità industriali limitate spiegano perché il design norvegese non raggiunga il livello di successo che hanno raggiunto gli altri Paesi durante gli anni del dopo guerra. Durante la “Golden Age” del design scandinavo (1950-70), la Norvegia continuò ad aggrapparsi alla stabilizzazione di un’identità culturale propria, che fece risultare difficile l’emergere in un mercato così competitivo. Dagli anni ’70, la Brukskunst venne abbandonata e il design diventò una disciplina indipendente. L’assenza della sinergia tra le varie discipline determinò una riduzione nelle sperimentazioni, che fu causa di una generale mancanza di innovazione. Complice di questa contrazione, il fenomeno norvegese delle riserve di oli e gas, che provocò un rialzo economico senza dover contare sul supporto del commercio del design. Non si dimentichi, però, che le riserve non costituiscono fonti inesauribili, pertanto si auspica un rilancio del design, specie sul panorama internazionale. Con la sua caratteristica di combinazione tra abilità manuali e idee sociali, il design norvegese è stato storicamente caratterizzato da un’integrità nella costruzione, da funzionalità e dall’abile manipolazione dei materiali. Oggi c’è una coscienza, nella comunità dei designer norvegesi. Una coscienza che guarda all’unione dell’arte con la tecnologia e alla focalizzazione su soluzioni sostenibili capaci di creare prodotti innovativi che allo stesso tempo affascinino l’estero.

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Gustav Gaudernack, portafrutta con libellule, 1910

Gustav Gaudernack, servizio da caffè, 1906-07

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G U S TAV G A U D E R N A C K Gustav Gaudernack fu il leader dell’Art Nouveau in Norvegia. Studiò a Vienna come lavorare, decorare e verniciare il

vetro. Nel 1891 si trasferì ad Oslo dove divenne il designer per Christiania Glasmagasin. Tra il 1892 e il 1910 divenne famoso internazionalmente per i suoi lavori con il vetro, così da creare un suo negozio. La natura era la sua più grande

ispirazione, che rendeva i suoi lavori eleganti ed innovativi. Era anche interessato nell’aspetto più tecnico della verniciatura sperimentando nuove tecniche.

Durante la Fiera Mondiale a St Louis nel 1904 ha ricevuto il Grand Prix per il suo lavoro.

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PORSGRUND Porsgrund è stata fondata nel 1885 e si occupa di porcellane con una forte attenzione per il design, la qualità e l’artigianalità.

Johan Jeremiassen era l’uomo con l’idea e

la volontà di investire e Carl Maria Bauer

era lo specialista tecnico e professionale della porcellana. Porsgrund ha una storia piuttosto importante ed un grande patrimonio, ma

contemporaneamente puntano sul continuo sviluppo e innovazione dei prodotti per sod-

disfare le esigenze future, contattando nuovi designer norvegesi

Porsgrund The Old Story Dish Bowls

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Stavkanne per Porsgrund Porselen


Shelf Lamp’ by Andreas Engesvik

ANDREAS ENGESVIK Andreas Engesvik, giovanissimo designer del panorama norvegese, dopo vari studi, nel 2009 intraprende una carriera indipendente e fonda il suo nuovo studio a Oslo. Il suo studio lavora in vari settori del design, dai mobili e dalle stoviglie al design industriale per diversi clienti internazionali come Iittala,Muuto, Ligne Roset and Asplund. Dopo numerosissimi premi, è stato nominato nel 2012 Guest Professor presso la University College of Arts, Crafts and Design (Konstfack) di Stoccolma.

Lampada da tavolo, BLOM by Andreas Engesvik

Andreas Engesvik & StokkeAustad, The Wood, 2013

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design SVEDESE


L

a Svezia occupa gran parte della Penisola Scandinava ed è la

A questo fine, il design di Carl e Karin Larsson, decorò le case in uno

più grande dei cinque paesi. Ha un’importante geografia piena

stile pre niente pretenzioso, molto casalingo, con il desiderio di preservare

di laghi, cascate, pianure fertili, foreste, montagne e una miriade di

le tradizioni artigianali.

piccole isole che formano arcipelaghi intorno alla sua costiera rocciosa.

Lo stile Art Nouveau svedese fu più un suggerimento dettato dal

Nonostante l’espansione territoriale sia cambiata, la Svezia ha goduto di

desiderio di affermare una loro estetica nazionale distintiva.

secoli di storia auto-governativa. Come nazione che segue “pace-amore”,

La scrittrice e femminista Ellen Key fu ispirata dalle illustrazioni di

ha sempre ripudiato la necessità di dover ricorrere alle armi, perciò ha

Carl Larsson, semplici ed interessanti esteticamente, per scrivere un

sempre giocato un ruolo neutrale durante i conflitti. Storicamente,

suo opuscolo intitolato “Skonhet at alla” (Bellezza per tutti, 1899).

come le nazioni vicine, la Svezia sbocciò da una cultura prevalentemente

La Key definì che raffinando il gusto delle persone e coinvolgendo il

contadina e povera ad una società altamente industrializzata con un

loro apprezzamento verso l’estetica, gli standard del design potrebbero

sistema welfare avanzato. Il bilanciamento tra libertà individuali e

sollevarsi ad un livello tale che porterebbe a sviluppare un programma di

responsabilità collettive, hanno assicurato lo sviluppo di una società

riforme sociali ad ampia portata.

molto stabile ed aperta.

L’anno successivo, la “Svenska Slojdforeningen” istituì un’agenzia che

Tra l’altro, l’influenza della religione, il Luteranesimo Evangelico, ha

promosse il contatto tra artista e artigiano come supporto alla qualità

portato grande enfasi nella morale personale e nell’idea della fede, che si

delle merci prodotte industrialmente.

manifesta nella purezza, nella funzionalità, nell’importanza della società e

L’idea di semplicità come caratteristica principale della bellezza, cominciò

nel design svedese, che si è sempre occupato di produrre soluzioni etiche

a prendere piede in Svezia dopo la I Guerra Mondiale, quando apparve

a vere problematiche sociali, come per esempio le due grandi aziende

la necessità di avere idee sempre più fresche e al passo con la società in

IKEA e Volvo.

mutamento sfruttando le nuove tecnologie.

Le origini dell’identità del design svedese, si possono trovare nel XVIII

Nel 1919, Gregor Paulsson, pubblicò un manifesto rivolto ai manifatturieri

secolo, quando Re Gustav III introdusse uno stile decorativo ispirato

“More Beautiful Everyday objects”, dove identificò un nuovo ampio

dall’alto Stile Neoclassico, specialmente francese. L’ accento veniva

gruppo di clienti, trascurati dai manifatturieri, a cui servivano prodotti

posto principalmente sulla luminosità, sul comfort, sulla semplicità

low-cost, funzionali ma allo stesso tempo di bell’aspetto così da sfruttare

e sul senso di spazio attraverso una palette cromatica pastellata. Negli

il design come uno strumento di competizione nel mercato.

anni successivi, 1830-40, i designer svedesi presero ispirazione dallo

Durante il 1920, molti designer svedesi studiarono a Parigi o Berlino

stile tedesco Biedermeier, probabilmente per la scarsa importazione di

e furono fortemente influenzati dalle avanguardie artistiche emergenti.

materiali, interpretandolo attraverso i loro credo nella morale e nella

Gli altri designer che rimasero in patria, furono ispirati dalla rapida

semplicità.

industrializzazione di una società che prima era fortemente rurale.

In risposta all’eclettismo di stili durante la metà del XIX secolo, venne

Durante l’esposizione del 1926 a Parigi, il padiglione svedese mostrò delle

fondata nel 1845 la “Svenska Slojdforeningen” (Società svedese per il

vere e proprie contraddizioni: primitivo vs moderno, urbano vs rurale,

design industriale e l’artigianato) che compì i primi sforzi per far si che

nazionale vs internazionale. Nonostante ciò, il carattere dominante e

la progettazione venne guidata dalla convinzione che il design dovrebbe

distinguibile fu la semplicità e l’eleganza, per cui il critico inglese Morton

essere usato come uno stimolo per i cambiamenti sociali. Verso la fine

Shand, coniò il termine “Swedish Grace”.

del secolo, vennero influenzati dall’idea di avere una propria cultura

Il partito della democrazia sociale vide l’industrialismo come un modo

nazionale distintiva promossa poi dal British Arts & Crafts Movement.

per collegare la lacuna dell’ideologia tra il capitalismo e il collettivismo.

78


“Pianificare socialmente” divenne l’obiettivo del design svedese e perciò

Modernismo che fu caratterizzato dalle forme sensuali, colori caldi della

il Funzionalismo Svedese, progettò un’estetica sterile ed istituzionale

terra e materiali naturali.

che enfatizzasse sia l’igiene che la comodità della vita domestica. Questa

Durante gli anni ’50, una generazione pionieristica di ingegneri e

preoccupazione per la pulizia e l’igiene si può chiaramente trovare

designer cominciò a sviluppare una varietà di prodotti innovativi, una

nell’esplosione dell’epidemia di colera che afflisse la Svezia durante il

visibile espressione dell’Era della Macchina con veicoli, strumenti,

tardo XIX secolo. Si continuò anche negli anni ’20-’30 a mantenere come

macchinari ed elettrodomestici.

priorità la buona qualità degli alloggi e l’igiene contro l’alta incidenza di

Nonostante la forte influenza dell’ottimizzazione Americana, i designer

tubercolosi per una nazione in buona salute e forte.

industriali svedesi, utilizzarono forme aerodinamiche non per questioni

Nel 1930, l’Esibizione di Stoccolma, segnò un punto di svolta nel design

di stile ma per avere migliori performance dai prodotti. Nel 1957,

svedese. Erik Gunnar Asplund fu il responsabile delle forme moderne

venne fondata la Society of Swedish Industrial Designers (SID) che

del credo Funzionalista che determinò la bellezza nel design. Questa

successivamente, risollevò la nomina del design industriale sia all’estero

esibizione voleva celebrare il progresso urbano sulle tradizioni rurali

che all’interno del Paese. Fu in questo periodo che i designer svedesi

progettando nuovi spazi pubblici per la società. I designer associati a

cominciarono a forgiare un’identità nazionale ben distinta all’interno

questo movimento, credevano che l’industrializzazione fosse un ideale

del campo dell’industrial design e allo stesso tempo stabilirono una

sia sociale che estetico e sostenevano che le costruzioni dovessero essere

reputazione internazionale per quanto riguarda la qualità dei loro

standardizzate come macchinari e che il mobilio dovesse funzionare

prodotti.

come equipaggiamento per vivere. Non tutti però furono ammaliati da

Verso la fine degli anni ’50, il baby boom portò a concentrarsi nel design

queste promesse utopiche, Josef Frank, ad esempio, sosteneva che la casa

dell’infanzia, mentre negli anni ’60-’70, si focalizzarono in prodotti

dovesse essere anche confortevole e intima e non solo funzionale.

ergonomici e di sicurezza.

Gli opponenti al Funzionalismo riuscirono a riconoscere che i bisogni

Nel 1970, il libro di Victor Papanek, Design for a Reali World, diventò

sociali avevano bisogno di essere indirizzati attraverso l’implemento del

presto una bibbia per i designer, dove veniva puntata la luce sulle numerose

design moderno e, dopodiché, una ricerca di compromessi che dovevano

e reali questioni etiche e sociali, come la sicurezza nell’automobile e

bilanciare i materiali naturali con la produzione industriale. Questa “terza

l’inquinamento ambientale, il progettare per disabili e il Terzo Mondo.

via” venne impersonata dalla “Eva chair” di Bruno Mathsson, elegante ed

Durante i primi anni ’80, il design svedese risentì dell’incantesimo del

essenziale.

Post-Modernismo, con la “Concrete chair” di Jonas Bohlin, che diventò

Dopo la II Guerra Mondiale, l’idea della “casa delle persone” venne

una delle primi manifestazioni di questo nuovo stile internazionale. Fu

tramutata in un welfare state con una politica dell’abitazione controllata

però IKEA, con i suoi prodotti moderni e convenienti, a giocare il ruolo

dallo Stato, che ebbe una grande influenza nella struttura della

più importante nell’esportare il design e promuovere il concetto svedese

società. Il Modernismo divenne un potente simbolo del sogno della

di “design come lifestyle” all’estero.

casa del post guerra. Nell’esibizione del 1949, a Zurigo, i designer

Ora, il design svedese, continua a mantenere le caratteristiche di

svedesi cominciarono ad evolvere un Modernismo meno austero che

resistenza, convenienza, onestà e funzionalità attraverso prodotti dalle

si rifletteva nell’intimità domestica degli interni del dopo guerra con

soluzioni democratiche che rispondono alle esigenze della società,

mobili di legno chiaro, tende a fantasia e tappeti intessuti. La grande

sempre guidati dalla convinzione che i prodotti ben progettati possano

prosperità economica di quel periodo, li fece allontanare dal rigore del

migliorare la qualità della vita, come nel manifesto “More Beautiful

Funzionalismo e dalla standardizzazione e si vide un’evoluzione del

Everyday Objects”.

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EDWARD HALD Edward Hald, è stato un pittore,

artista del vetro ed incisore svedese.

Edward Hald “Fish graal” for Orrefors

Nel 1917 ha cominciato a lavorare per le vetrerie Orrefors, dove ha

progettato sia capolavori artistici che

d’utilità. Uno dei capolavori della

carriera di Hald è stata Sky Globe, una sfera di vetro alta 53 cm con incisioni di costellazioni creata per l’e-

sposizione di Stoccolma del 1930, ora è conservata nel Museo Nazionale.

Nel 1933 diventò presidente della vetreria dove fu costretto a trovare un equilibrio tra interessi economici ed artistici, e dopo il 1944 è stato direttore artistico.

Edward Hald for Orrefors. The Sky Globe, 1930.

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Elsa Gullberg, arazzo tessuto a mano, Elsa Gullberg, tappeto intessuto con pesci, 1960

venduto da Modernity, Sweden.

Elsa Gullberg, tappeto di lana intessuto, 1960

ELSA GULLBERG Nata in Svezia, Elsa Gullberg ha iniziato ad usare il primo telaio in casa durante la sua infanzia. Dopo aver

studiato arte e design a Stoccolma, nei primi anni del XX secolo, ha iniziato la progettazione di tessuti sia per arti-

giani che per l’industria. E’ stata fortemente influenzata dal movimento razionalista e il Deutscher Verbunk. Nel

1927 ha creato la sua azienda “Elsa Gullberg Textilier” e si è specializzata nella progettazione di tappeti e arazzi.

Elsa è stata uno dei primi designer tessili a concentrarsi nei vincoli della fabbricazione tessile industriale.

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“Argenta” Vase by Wilhelm Kåge, per Gustavsberg, 1930

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ALGOT WILHELM KÅGE Algot Wilhelm Kåge era un designer e artista svedese, principalmente conosciuto per le sue ceramiche, leader dell’azienda

di porcellane Gustavsberg. Il focus delle ceramiche di Kåge, come la maggior parte del design svedese di quel periodo, era

trovare soluzioni pratiche alle problematiche della società. Il suo successo commerciale fu la serie di vasi Argenta, per l’a-

zienda Gustavsberg, di color acquamarina con decorazioni in

argento, prodotti in varie forme e misure, adatte per tutti i gusti.

Våga Stoneware Ceramic Bowl by Wilhelm Kåge per Gustavsberg

Wilhelm Kåge, Surrea vase for Gustavsberg, 1940

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fashion

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FA S H I O N S C A N D I N AV O La moda e l’industria tessile nordica condivide una cultura nel design e una tradizione per l’artigianato unica, che contiene un potenziale straordinario per i vantaggi competitivi ed economici sulla crescita nel mercato mondiale. Il design scandinavo è riconosciuto in tutto il mondo ed è basato su una estetica pulita e semplice e su uno stile di vita funzionale, che è approcciato anche all’abbigliamento rendendolo accessibile, democratico e alla moda. Gli scandinavi utilizzano questi valori come vantaggi per quanto riguarda la competitività. Già negli anni ’60 e ’70, la moda Scandinavia veniva associata alle stampe dai colori audaci del brand finlandese Marimekko. Nel 1980 Marc O ‘Polo è stato il marchio smart casual svedesetedesco scelto per gli yuppie. Dopo, negli anni ’90, le boutique e i grandi magazzini di lusso hannosostituito lo stile dark pre-scandinavo con uno stile danese più femminile e bohemian. Ora, negli anni 2000, non ci si può definire “hipster” se non si indossa un paio di skinny jeans neri di Cheap Monday. Nel corso dei decenni, la gloria della progettazione di questi Paesi, sono stati amalgamati nella nostra mente diventando qualcosa di amorfo ma allo stesso tempo ben distintivo che oggi noi conosciamo come “Stile Scandinavo”. Si tratta di un’estetica che attraversa le tessiture a mano tipiche norvegesi alle lussuose giacche in pelle bestseller del brand svedese Acne Studios, ormai internazionale. Negli ultimi anni, i brand scandinavi hanno visto un clamoroso successo, sia nelle varie boutique che sui social, dove abbiamo vari account Instagram popolari che lo dimostrano. La Scandinavia ha inoltre “invaso” il nostro guardaroba attraverso l’ High-street. Nel maggio del 2016 la multinazionale svedese del Gruppo H&M ha una capitalizzazione di mercato di oltre 60 miliardi di euro, il più alto valore tra i marchi di moda europei Dallo sperimentale streetwear allo stile più principesco, l’offerta moda scandinava è indiscutibilmente eclettica. “The design coming out of Scandinavia at the moment is very strong, I think there’s a new movement in fashion design,” says Dorothea Gundtoft

Nella progettazione della moda Scandinava, i fashion designer, vengono influenzati dai progettisti come Børge Mogensen, Arne Jacobsen e Bang & Olufsen. Crescere con questi elementi è parte integrante dell’essere scandinavo, come le condizioni meteorologiche e le temperature, l’estate è corta e di solito la gente tende a viaggiare molto; i colori del nord sono prevalentemente tonalità fredde, ma ciò non ha impedito di sbizzarrirsi con

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i colori delle stampe, tenendo sempre le stesse linee pulite del design. Mentre c’è una sensibilità nordica collettiva, come per il design, ogni paese ha un suo approccio distintivo anche nel fashion. Brand svedesi come Acne, Filippa K e COS hanno una loro estetica molto minimale nelle linee, invece, i danesi tendono ad utilizzare molto di più stampe, colori e tessuti diversi. In Norvegia, dove l’economia è abbastanza fiorente grazie al commercio del petrolio, i designer tendono ad essere più stravaganti, a sbizzarrirsi con tessuti ricchi, invece i finlandesi giocano molto con le stampe, ricordiamo Marimekko, ma una nuovo brand molto interessante sta spopolando, Samuji, che utilizza colori molto tenui e freschi con un’ottima comunicazione fotografica. Di tutti questi paesi, la Danimarca sta conducendo il gioco. La Fashion week di Copenhagen sta diventando sempre più un punto di riferimento per i nuovi interessanti designer come Astrid Anderson e Henrik Vibskov che stanno sfilando anche a Londra e Parigi. Un altro brand danese che sta spopolando è Wood Wood, partiti da un edizione limitata di t-shirt, sono finiti a sfilare alla fashion week di Copenhagen. Qui, si tratta di una collisione astuta di streetwear e alta moda che mantiene comunque le caratteristiche scandinave. “We came from the whole graffiti scene at the beginning of the 90s, which we were a big part of in Copenhagen”, spiega Olsen, uno dei designer; “We tried to take some of that energy with us into this project. In subcultures you have to keep on moving, and that’s the same more or less in fashion. We like to think of ourselves as not quite streetwear, a little bit off traditional fashion and with strong subcultural aesthetics, but still built upon recognisable classics. I think we do clothes that we want to wear ourselves,” Olsen considers, “and also we like to travel a lot,

we like art and we look to other creators, all of this influences Wood Wood.”

Ci sono anche molti nuovi brand sperimentali come Henrik Vibskov, laureato alla Central St. Martins di Londra, che ora sfila durante la settimana della moda Parigina. Le sue sfilate sono definite quasi come spettacolari installazioni ed ha influenzato altri designer danesi portandoli a sperimentare di più. Un’altra giovane fashion designer e abile illustratrice è Anne Sofie Madsen, che lavora in maniera molto diversa rispetto ad altri designer, ispirandosi a creature oscure riferendosi ad artisti, film, che tramuta in abbigliamento.

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Anthology of Finnish Fashion al Helsinki Design Museum’s. La mostra sul Fashion Finlandese è stata suddivisa in 9 macrotemi: Folk, Globalization, The Engineering Mindset, The Millennium, Modernism, Change, the Economic Boom, Winter and Equality

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H&M Campaign S/S 2016

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GRUPPO H&M Da un negozio di abbigliamento femminile a Västerås (Svezia) a sei

Emmanuelle Béart, Vincent Gallo, Johnny Depp e Geena Davis”. Ma

diversi marchi e 4.135 punti vendita in tutto il mondo.

soprattutto inaugurando nel 2004 una serie di collaborazioni con celebri

Azienda svedese di abbigliamento giovanile e trendy, fondata col nome

stilisti (da Kar Lagerfeld a Roberto Cavalli) che ne hanno disegnato la

“Hennes” (in svedese “per lei”) da Erling Persson che, nel 1947, apre

limited edition. In terzo luogo, sfilando al Museo Rodin, nel febbraio

a Vasteras il primo negozio di abbigliamento femminile. In seguito

2013, durante la settimana della moda parigina. Infine, con una strategia

all’acquisizione di Mauritz Widforss, che ha permesso di allargare

retail monomarca estensiva: nel 2004 aveva inaugurato l’apertura dello

l’offerta al target maschile, nel 1968 cambia il nome in Hennes &

store n. 1000, sei anni dopo il n. 2000 e nel 2013, il n. 3000: nel 2014, ha

Mauritz, poi divenuto H&M. Nel 1974 si quota alla Borsa di Stoccolma

aperto quasi un punto vendita al giorno (356 complessivamente).

e due anni dopo apre a Londra il primo negozio al di fuori dei Paesi

Per quanto riguarda l’awareness, H&M è l’image leader del segmento.

scandinavi. È nel 2000, con il debutto a New York in Fifth Avenue, che

Il gigante svedese risulta essere uno dei migliori tra i marchi fast fashion

il marchio svedese intraprende una strategia internazionale aggressiva:

che utilizzano i principali social network. Ha account ufficiali su quasi

da allora nei soli Stati Uniti hanno visto la luce più di 370 stores. Nel

tutti i principali social network, tra cui le piattaforme cinesi Youku e Sina

2003 il debutto nel difficile mercato italiano, a Milano, in corso Vittorio

Weibo. Con l’aiuto di tali piattaforme l’azienda riesce a promuovere sia

Emanuele a pochi passi da Zara e Benetton, cui lancia la sfida. Il

l’immagine della corporate che il prodotto, attraverso la condivisione di

concetto di business espresso dall’azienda è chiaro e semplice: “Fashion

video, comunicati stampa ed e-marketing.

and quality at the best price”. Ma il marchio svedese si è contraddistinto

Negli anni è riuscito a sfruttare l’e-commerce nella sua totalità,

soprattutto per aver cambiato le regole del gioco nel segmento basso

dall’approvvigionamento alla logistica, fino al monitoraggio delle vendite

dell’abbigliamento. È infatti l’azienda che più decisamente è riuscita ad

e delle scorte all’interno dei propri punti vendita. È stata questa strategia

abbinare ad un basso prezzo una formidabile, strategia di comunicazione,

distributiva ad aver aiutato il marchio a reagire nel minor tempo possibile

riuscendo a costruire uno dei marchi più noti al mondo. Come? In

alle nuove tendenze imposte dal marcato.

primo luogo facendo ricorso a “svariate star di Hollywood che hanno prestato il loro volto per campagne pubblicitarie, tra cui Bridget Fonda,

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Il gruppo H&M è composto da sei diversi marchi: •

Il primo, H&M è il marchio ammiraglia e “crea moda sostenibile con proposte adatte a tutti, sempre al miglior prezzo. Le collezioni comprendono capi di ogni tipo, da collezioni per i party a basic essenziali e pratici capi sport per donna, uomo, teenager e bambino, per tutte le stagioni. Oltre ad abbigliamento, scarpe, borse, bigiotteria, cosmetici e intimo, H&M offre anche articoli per la casa con il concetto H&M Home. È presente con punti vendita in 59 mercati in tutto il mondo e offre la possibilità di fare shopping online in 16 paesi.

COS, un marchio moderno, senza tempo, concreto e funzionale. Esplora il concetto di stile oltre la moda e propone capi trendy da donna, uomo e bambino per un guardaroba contemporaneo, con un design di alto livello e una qualità che dura più di una sola stagione. La proposta COS è pensata per un pubblico metropolitano amante dell’arte e del design, e caratterizzata da uno stile minimal, con linee estremamente pulite e senza fronzoli; ha punti vendita in 25 mercati e, online, in 19 paesi europei.

Monki, invece, esprime un modo di vivere la moda con capi, accessori e un concetto di negozio vivaci, creativi e dal vivido design grafico; anche se l’originale streetwear del marchio si rivolge principalmente a un pubblico di giovani donne, offre uno stile personale per tutte le età.

Weekday è un concetto multibrand progressivo e incentrato sull’abbigliamento moderno e impegnato, che ha a cuore il futuro della moda e della società. Weekday propone uno stile internazionale dalle influenze scandinave, con un assortimento comprendente marchi propri e una selezione di designer indipendenti.

Le collezioni Cheap Monday prendono spunto dalla street fashion e dalle sottoculture urbane, abbinandole a tocchi più sofisticati visti sulle passerelle. Al centro del marchio c’è la gamma denim, sempre all’ultima moda, completata da capi e accessori di alta moda a prezzi accessibili a quasi tutte le tasche.

L’ultimo marchio della scuderia, & Other Stories, lanciato nel marzo 2013, offre un ampio assortimento di capi, scarpe, borse, gioielli e cosmetici. Il brand è moda allo stato puro. In particolare, pone l’accento sulla qualità e sui dettagli del design, con creazioni personali che raccontano la storia di chi le indossa”9.

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COS Campaign F/W 2015/16

Vans e & Other Stories Campaign con la supermodel Daphne Selfe

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ACNE STUDIOS ACNE, “Ambition to Create Novel Expression”

Nel 2001 la compagnia cominciò a fiorire economicamente, Mikael

Stoccolma, 1996: quattro giovani creativi, 10.000€ e ognuno con il

Schiller e Johansson cominciarono ad aggiungere altre produzioni alla

sogno di creare qualcosa di nuovo. Insieme, fondarono ACNE studios.

linea per non farsi identificare solamente nel singolo capo iconico.

Specializzandosi principalmente in Advertising, Film e Produzione, cosa abbastanza inusuale rispetto ad altre storie di brand.

ACNE PAPER, lanciato nel 2005, è il magazine bi-annulae del brand.

Non c’era il nome di un unico designer per cominciare e nessun fashion

Originariamente stampato in grande formato e su carta da giornale,

college famoso. Invece, c’è stata una vera passione nel creare qualcosa

portava avanti la filosofia del brand. Lontano dal classico stereotipo delle

con una differenza e una brillantezza quando si trattava di branding,

pubblicazioni di moda, ogni uscita era creata intorno ad un’idea: un tema

marketing, identità visiva, e senza dubbio, una naturale capacità di essere

abbastanza ampio da poter coinvolgere ogni persona interessata nell’arte,

semplicemente Cool.

indipendentemente da età e culture. Sotto la direzione editoriale e

Nel 1997, il Co-Founder, Johnny Johansson, creò 100 paia di jeans con

creativa di Thomas Persson, ACNE PAPER dispone di un’identità

una semplice cucitura rossa come dettaglio e li diede ai “the creative kids”

editoriale che si fonde con il passato e il presente, mentre ogni numero

a Stoccolma per indossarli. Fu una strategia che fece notizia: fashion

esplora il soggetto da vari e spesso inaspettati punti di vista.

insider, graphic designer, film makers e hipster volevano saperne di più

Riconosciuta globalmente, la rivista ha collaborato con alcuni dei più

su questo brand esclusivo. I jeans divennero presto popolari e Johansson

importanti nomi nel mondo della fotografia, arte, fashion e cultura da

cominciò a ricevere ordini su ordini.

David Bailey, Alber Elbaz e Tilda Swinton, a Mikhail Baryshnikov, Fran

La storia così poco convenzionale di Johansson è probabilmente la chiave

Lebowitz e Richard Serra.

del successo di ACNE e delle altre sezioni dello studio, dal ready to wear uomo e donna, al mobilio, i magazine, i libri, le esibizioni e le migliori

ACNE Studios continua a fondere il mondo dell’arte e della moda.

collaborazioni. Johansson inizialmente arrivò a Stoccolma per cercare

Una recente collaborazione con l’artista Peter Schlesinger, composta

di fondare un band, non un marchio. Non ha seguito una formazione

da una capsule collection di pigiami di seta con pattern derivanti dalle

nella moda, ha sempre amato musica, cultura e design. E’ interessante

sue sculture. Il libro, che è il focus della loro collaborazione, celebra i

considerare il collegamento tra l’intelligente modello di business che è

lavori di Schlesinger, fotografati dal suo compagno, Eric Boman. LA

ACNE e l’abilità di Johansson di predire i trend e di rispondere alle

collaborazione con ACNE è nata dopo una chiacchierata apparentemente

richieste dei giovani. Lui è un esempio di come non sempre c’è bisogno

innocente sui pigiama con Johansson.

di avere un diploma nel campo fashion per avere successo tra i brand. E’ stato geniale cominciare progettando il capo iconico per eccellenza,

Molte sono le collaborazioni di ACNE con vari artisti, magazine.

il jeans, proponendo però un approccio completamente nuovo rispetto

ACNE + Peter Schlesinger, Max Lamb + Acne Studios, ACNE +

agli altri brand più popolari che conducevano il mercato. Un jeans fatto

SomethingAboutMagazine, ACNE + Bozarth Fornell, ACNE +

con denim grezzo, gamba dritta e reso particolare da una cucitura rossa.

Snowdon Blue

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Acne Studios collaborated with furniture and interior designer Max Lamb for its global flagship on Madison Avenue on NYC’s Upper East Side

Acne Studios spring-summer 2017 presentation seen by Mehdi Mendas

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A book created by Acne Studios in collaboration with photographer Snowdon.

Acne Paper

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WOOD WOOD Quando proviene da bravi designer, non è necessario che abbiano avuto chissà quale surplus tra le generazioni passate per fare una buona impressione. Ciò di cui si ha bisogno è creare prodotti audaci, diversi e semplici, qualcosa che le persone abbiano voglia di indossare. Wood Wood fa esattamente questo. Fondata nel 2002 da Karl-Oskar Olsen e Brian SS Jensen, hanno aperto il primo flagship store a Copenhaghen in Danimarca e presto sono diventati d’ispirazione a livello internazionale. Mescolando lo street style degli anni ’90, l’alta moda e lo sports wear, Wood Wood crea look che tagliano via l’allure pretenziosa degli anni 2000 e si focalizzano in abiti artistici che bilanciano stile e praticità. Il loro primo interesse era focalizzato sull’essere senza tempo e principalmente di stile. Vivendo l’idea nordica della pulizia e del vivere essenzialmente, il brand danese è stato creato come uno stile di vita che comprende

and attitude. We were raised with the desire to constantly

evolve and we’ll keep on taking the brand even further

by combining elements of underground and high-end into our very own aesthetic.”

Karl-Oskar Olsen, Co-founder and Creative Director, Wood Wood

sneakers, skateboard, giochi da collezione, libri d’arte e

L’approccio di Wood Wood unisce la consapevole

ovviamente fashion.

raffinatezza della moda con le radici urbane e anche

Sia Olsen che Jensen sono cresciuti tra le subculture degli

la scelta della loro sede a Nørrebro a Copenhagen, ne

anni ’90 ispirate profondamente da graffiti e dalla street

è la dimostrazione.

culture. Ciò ha direttamente influenzato la direzione che

La loro mentalità aperta a livello internazionale ha

ha preso Wood Wood.

permesso di poter conoscere molte aziende e persone

La fusione di arte, musica, cultura giovanile, moda, sport

e nel corso degli anni ha avuto più di 50 collaborazioni

e streetwear, definisce la direzione del brand.

con noti marchi globali come Nike, LEGO, Barbour,

Essendo un nuovo brand, Wood Wood potrebbe

Eastpak e Adidas e marchi di nicchia e artisti come

non possedere un forte heritage rispetto a molti dei

Peter Sutherland , Elmgreen & Dragset, So-Me e fusi

loro competitori scandinavi, ma la carenza di storia è

UVTPK. Nonostante mantenga le sue caratteristiche

compensata dall’estetica forte e definita.

e il suo profilo grafico e vivace, le collezioni di Wood

Wood Wood ha superato i vincoli tipici della moda,

Wood si sono evolute in maniera sofisticata ed hanno

sia con lo stile di vita che con la capacità invidiabile di

assunto una silhouette riconoscibile mescolando

muoversi nel mondo fashion creando sia pezzi accessibili

fashion e sport.

che pezzi di fascia alta.

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“Wood Wood is much more than a brand. It’s about style


Wood Wood S/S16 Campaign

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Wood Wood S/S16 Campaign

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ANNE SOFIE MADSEN Il fashion è un compromesso straordinario per Anne Sofie Madsen. La sua esperienza sotto John Galliano ed Alexander McQueen ha portato questa giovane designer danese a vedere la moda come “un’ espressione molto personale”, anche se ciò significa mostrare un lato più fragile e vulnerabile di se stessa. Nonostante la Madsen ha passato molto tempo a studiare animazione e storyboarding, la moda ha catturato poi la sua attenzione anche se lei lo definisce “il suo lato oscuro”. Un anno dopo essersi laureata, ha lanciato il suo brand, fatto di contrasti e ambivalenze sfidando, il tutto è a cavallo tra divertimento, fantasia e seria complessità dei dettagli sartoriali. Il marchio vuole porre delle sfide e spingere i confini dell’uso quotidiano e contemporaneamente creare capi che possano essere funzionali ed indomabili. Il suo cliente ideale è ovviamente contraddittorio, sia invitante che fuori dalla portata, sia street che signorile, ragazzino ma un po’ femminile allo stesso tempo. Lei progetta per vere donne, in un mondo reale, non per principesse in un mondo fiabesco, anche se punta a portare un po’ di magia nella realtà. Questa filosofia ha da sempre accompagnato i lavori della Madsen. Ha vinto numerosi premi, tra cui il Danish Fashion Award, il GenArt’s Fresh Faces a New York, il DANSK Design Talent prize ed è stata scelta come uno dei Vogue Talent a Milano. Nel 2014, il suo brand ha presentato la sua prima sfilata a Parigi Readyto-Wear Fashion Week, dove sfila tutt’ora.

Anne Sofie Madsen SS 17

Anne Sofie Madsen illustration

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Anne Sofie Madsen FW16 Lookbook Collection

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HENRIK VIBSKOV Questo designer danese, impiega più

curiose e palette di colori piuttosto

tempo nel pensare la progettazione e

d’impatto. Il contrasto di eleganza e di

creare piuttosto che parlare di sé stesso.

ribellione nei suoi progetti non è proprio

Ama la musica, la moda e l’arte e crede

tipico delle sue radici danesi. Al posto

che vengano tutte dalla stessa fonte, ma

di pulizie, linee nitide e combinazioni

non lavora per manipolarli insieme, li fa

di colori monocromatici, l’approccio di

semplicemente coesistere.

VIbskov è un’infarinatura di lontane

Dalle creazioni di moda stravaganti per

influenze culturali: i modelli tribali, le

varie band musicali, Henrik Vibskov

silhouette tipiche dei monaci tibetani

mantiene l’imprevedibilità con il suo

sono completate poi da un tocco di punk

approccio freestyle. Non è una novità

londinese e skater californiani. Il risultato

che i disegni partano da una sensibilità

è un abbigliamento che si intreccia nella

scandinava, regno delle meraviglie.

individualità di chi lo indossa.

Le sue creazioni si possono osservare

Nonostante

nelle sfilate di moda presentati come

così particolare, Henrik è una persona

spettacoli teatrali, con i modelli in marcia

piuttosto introversa, probabilmente la

che creano effetti sonori; si vedono anche

progettazione è uno sfogo per esternare

nell’esposizioni museali per cui crea delle

ciò che ha dentro. I cappelli sono un

installazioni d’arte. Il mondo creativo di

elemento focus delle sue collezioni e i suoi

Vibskov è più comunemente visto nei suoi

clienti li comprano per distinguersi, invece

disegni di moda stravaganti. Il suo stile, a

lui li indossa per nascondersi.

primo impatto, è piuttosto d’avanguardia: capi classici ed eleganti vengono offuscati da 106

grafiche

inaspettate,

proporzioni

crei

un

abbigliamento


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Henrik Vibskov A/W 09-10 Copenhagen

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Henrik Vibskov backstage FW 14

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MARIMEKKO Azienda particolarmente riconosciuta a livello mondiale che ha ottenuto l’approvazione di Jackie Kennedy e della costumista di “Sex and the city” Patricia Fields. Hanno particolare cura per l’ambiente e definiscono un perfetto esempio producendo tutto in Finlandia, oltre a utilizzare materiali riciclati. La direttrice creativa è Minna Kemell-Kutvonen. Marimekko, “vestito di Mari”, è stata lanciata nel 1951 da Armi Ratia e il marito Viljo. Armi, trasformò l’azienda tessile del marito, Printex, in un lifestyle desiderabile e fu uno dei primi ad accogliere artisti emergenti a cui commissionare design radicali e nuovi e soprattutto che siano senza tempo. Insistette sui colori forti e accesi ma dichiarò che non dovessero esserci disegni floreali tra le stampe perché credeva fossero talmente belli da non poter essere usati come motivi. Nonostante ciò, venne creata “Unikko”, di Maija Isola, che andò contro a ciò che era stato richiesto, ed è probabilmente la stampa più riconosciuta nel mondo, diventata anche icona del marchio. Tiina Alahuhta-Kasko disse di Marimekko: “Armi had said publicly that she didn’t want any flowers, but Maija refused to accept her decision and designed a whole range of floral patterns which were so gorgeous and distinctive that Armi bought eight straight away.”

Dopo la II Guerra Mondiale, l’Europa era pronta per i colori e i coniugi Ratia arrivarono al momento giusto, ma al momento le vendite non furono così alte perché nessuno sapeva come utilizzare questi tessuti così audaci. Venne poi assunto un amico della coppia per creare, da quei materiali, semplici sottovesti. Alla prima sfilata, il pubblicò impazzì e comprò i vestiti appena finito lo show. Nel 1957, vennero invitati a sfilare alla Rinascente di Milano, su invito dell’allora display manager Giorgio Armani. Il nome dell’azienda venne cambiato da Printer a Marimekko, l’anagramma del nome di Armi assieme alla parola “vestito” in finlandese. Qualche anno dopo, nel 1979, Armi Ratia morì e l’azienda venne venduta andando incontro a problemi economici. Nel 1991, Kirsti Paakenen comprò Marimekko e salvò l’azienda. Nel 2007, cominciarono a fiorire vari monomarca del brand e da quando Carrie Bradshaw venne fotografata indossando un costume di Marimekko e indosso un abito in Sex and the city, l’azienda tornò in prima linea. Conosciutissima per le loro stampe tessili vistose e i prodotti ready-made, Marimekko, è diventata ormai un nome nel panorama del design mondiale. 111


Nuove stampe: Tiara

Marimekko SS 13 Bags and accessories campaign

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Marimekko S/S16 show

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design


fashion

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Grete Jalk, teak-faced laminated lounge chair, 1963 (Danimarca) ACNE Studios, Knot bag (Svezia)

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Wilhelm Kage, Surrea vase for Gustavsberg, 1940 (Svezia) ACNE Studios, 2017 (Svezia)

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Alvar Aalto, Paimio armchair, 1931-32 (Finlandia) ACNE Studios, 2017 (Svezia)

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Tapio Wirkkala, laminated birch platter, 1951 (Finlandia) ACNE Studios, pre-fall 2016 (Svezia)

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Le Klint, Poul Christiansen, Pendant Lamp (Danimarca) Anne Sofie Madsen, SS 14 (Danimarca)

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Bruno Mathsson, Eva chair, 1933-36 (Svezia) COS, SS 16 (Svezia)

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Verner Panton, Textile e interior design (Danimarca) Henrik Vibskov, FW 16 (Danimarca)

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Heikki Orvola, Maalais filigraani per Nuutajärvi, 1972 (Finlandia) Visbøl de Arce, FW 10 (Danimarca)

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Iittala, Kastehelmi Drikkeglass (Finlandia) Peter Jensen, SS 16 (Danimarca)

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