Giorgio Dalla Costa / LIBERO DI ESSERE SCHIAVO

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GIORGIO DALLA COSTA

LIBERO DI ESSERE SCHIAVO

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GIORGIO DALLA COSTA

LIBER0 DI ESSERE SCHIAV0 LABIRINTO DEL RICORDO

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RICORDO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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ASSUEFATTO / INCAPACE DI AGIRE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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PRESENTE / RESPINTO DALL’OLTRE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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MEMORIA / UNA FEDELE RIPETIZIONE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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FILTRO / LIMITE IMPOSTO

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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FALSITÀ VERITÀ /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021


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BLOCCO EMOTIVO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021


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MANCANZA DI PROSPETTIVA /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021


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LIBERO DI ESSERE SCHIAVO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021 COLLEZIONE PRIVATA


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ATTRATTO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021 COLLEZIONE PRIVATA


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ILLUSIONE /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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COSTRIZIONE /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021


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LABIRINTO DEL RICORDO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021 COLLEZIONE PRIVATA


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SO DI ESSERE CIÒ CHE NON SO

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UN’IMMENSA SOLITUDINE DEFINITA ARTE.

Osservala, impara a riconoscerla e attraverso l’Arte mettiti in ascolto. Diventa critico e sappi che ogni critica sarà verso te stesso; inconscio e umiltà si faranno sentire regalandoti consapevolezza. L’Arte ti tiene sveglio, attento osservatore, distaccato dal luogo e pensiero comune uniformato. Non si regala la propria identità, anima, profondità di pensiero, ad un potere vile, costruito sul ricatto e la falsità, in cambio di una schiavitù travestita da libertà a tempo. Amati senza pretendere di essere amato. Giorgio Dalla Costa _ 2021


© PH : ALESSANDRO LAZZARIN

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BIOGRAFIA

“Tolgo materia per riempire lo spazio …” esordisce così Giorgio Dalla Costa parlando della sua arte e questa affermazione per molti aspetti è rivelatrice del suo incalzante desiderio di liberarsi degli orpelli e protendere liricamente all’essenza dell’interiorità. Tutto il suo universo artistico infatti ruota attorno ad una forza dinamica emozionale che sottende alla silenziosa attività dello spirito. Giorgio Dalla Costa nasce nel 1970 ad Arzignano, nel 1988 si diploma Grafico Pubblicitario e due anni più tardi apre uno studio di pubblicità e comunicazione che conduce fino al 2002, quando decide di dedicarsi definitivamente all’arte. L’interesse per l’arte in Giorgio Dalla Costa scaturisce da legami ancestrali. Il suo cercare è un da sempre confidare in se stesso assecondando l’impulso di tradurre in gesti grafici e segni ciò che sente e vive, annotando il tutto in foglietti, blocchi per appunti, fogli di carta Tintoretto (quello insomma che si trova disponibile attorno a lui nell’immediato). Questo apparente disordine di supporti occasionali e sparsi contrasta con la nitidezza e la chiarezza del suo procedere progettuale: i tratti sono rapidi, asciutti e incisivi, spontaneamente esatti e conformi alla limpidità dei suoi processi mentali. La ricerca artistica di Dalla Costa rimane nell’ombra per molto tempo e viene da lui condotta segretamente in parallelo alla sua carriera di grafico finché egli decide appunto di dedicarsi a tempo pieno all’arte concedendo un maggior respiro alle sue creazioni, che invadono anche il territorio dei materiali complessi. Comincia così una intensa fase di sperimentazione, acquisizione e successiva pa-


dronanza delle diverse tecniche artistiche che si dimostrano di volta in volta funzionali al suo desiderio di aggiungere tappe al percorso di conoscenza del sé e dell’esistenza. I lavori dei primi anni Duemila sono generalmente di piccolo formato ed eseguiti con medium narrativi di carattere calligrafico come pastelli, chine e pennarelli. Dalla Costa, come un miniaturista medievale, calibra nello spazio di pochi centimetri segni precisi, colori morbidamente plastici e un viavai di linee che fluidamente entrano ed escono dal supporto rigenerandosi continuamente. L’artista inizia in questo modo il viaggio introspettivo verso la scoperta della profondità della condizione psicologica e degli stati emozionali, condotti al ritmo di un segno che equilibra nella composizione la tensione tra ciò che si minimizza e ciò che si espande, tra il dato reale e il visionario, tra il fisico e lo psichico. Ne escono opere come: “Il riflesso della vita”, “Fertilità”, “Presagio”, “L’attesa”, “Virilità”, “Il confronto”, “Volontà”, “Rievocazione”. Un segno il cui valore è magnificato quando, poco più tardi, Dalla Costa abbraccia la tecnica della pirografia: l’artista di-segna a fuoco sull’anima viva del legno ritracciandone i meandri delle fibre e delle nervature, sollecita i residui di linfa per far riaffiorare la struttura originaria della vita, ma non come codice su cui meditare, ma come evidenza del sentimento, del sensibile (“La scelta”, “Limite”). Per Dalla Costa il fare arte è un vero e proprio cerimoniale che gli consente di ritrovare una comunicazione con l’abisso del tempo e della memoria collettiva. Il suo avanzare operoso non è affatto convenzionale, anzi è un’audace ripercorrere le strade remote rinsaldando i passaggi che aiutano a capire il processo di continuità

tra presente, passato e futuro e delineare possibili traiettorie reali. Nella decorazione delle pelli e delle anfore a cui si dedica tra il 2004 e il 2006 trova la sublimazione dei suoi intenti: la pelle ricorda la superficie e l’immanenza del corpo umano, mentre le particolari forme dell’anfora (mitico contenitore ed emblema di raccolta e custodia della vita), rimandano all’unione di tutti i reciproci, all’incontro tra maschile e femminile, tra contenitore e contenuto, oltre a evocare l’infinito dualismo dello svelare mascherando, tanto caro all’artista. Egli catalizza i ritmi dello spazio rivestendo le sue anfore con una silenziosa danza di segni e una gioiosa armonia di colori e li coordina in uno snodo preciso del tempo, che è quello della loro origine. I titoli: “Vita”, “Conflitto d’amore”, “La passione”, “Nell’animo”, come sempre esprimono la sua poetica e potenziano l’energia dei suoi lavori. A questi oggetti seguono nel 2008 delle piccole sculture in terracotta dipinta e in pietra. Qui il gesto di Dalla Costa si fa a tutto tondo, l’autore estrae l’architettura dello spazio tridimensionale intrecciando il segno con il vuoto, non il vuoto come assenza, ma come possibilità di altro. Uno spazio dunque in cui l’opera e l’osservatore, nel loro incontro, possano espandere i limiti dello spazio disponibile, anche nel senso. Ne è un esempio evidente “Destino”, la monumentale scultura iniziata nel 2009 in pietra bianca di Vicenza, un materiale rivelatosi ottimale per l’artista per la sua plasmabilità e la sua caratteristica di possedere la memoria di milioni di anni di stratificazione di organismi fossili. Sembra infatti che nel momento in cui ci troviamo dinnanzi all’opera, questa scateni la sua mitologia latente attirandoci nella sua orbita di atemporalità, in un luogo remoto

in cui le nostre specifiche singolarità si annullano e riaffiorano le immagini del nostro inconscio nella matrice dell’universo. Giunti al 2010, risulta difficile fare il punto della ricerca artistica che in questo momento sta conducendo Giorgio Dalla Costa perché la sensazione è che, mentre si sta parlando, lui sia già oltre, verso nuovi orizzonti linguistici. Le sue opere più recenti sono delle incisioni a puntasecca, in alcuni casi anche di grandi dimensioni, eseguite su una lastra di plexiglass. Ancora una volta il protagonista assoluto è il segno, inferto con una padronanza incisiva calibrando armonicamente i tratti in sospeso tra una presenza e un’assenza, in un ritmo ascensionale che decodifica il percorso verso l’essenza più pura. Giorgio Dalla Costa avanza così, possedendo la consapevolezza dell’istante giusto nel momento giusto, nello spazio e nel tempo. Sicuro come un funambolo in bilico sull’abisso dell’Io, persegue il senso più alto delle cose scandagliando il tempo dell’eternità. Vicenza, 25 Novembre 2010

Martina Gecchelin

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ASSUEFATTO / INCAPACE DI AGIRE

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PRESENTE / RESPINTO DALL’OLTRE

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MEMORIA / UNA FEDELE RIPETIZIONE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021

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FILTRO / LIMITE IMPOSTO

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FALSITÀ VERITÀ /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021

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BLOCCO EMOTIVO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021

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MANCANZA DI PROSPETTIVA /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021

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LIBERO DI ESSERE SCHIAVO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 60 X 60 CM / 2021 COLLEZIONE PRIVATA

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ATTRATTO /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021 COLLEZIONE PRIVATA

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ILLUSIONE /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021

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COSTRIZIONE /

GIORGIO DALLA COSTA / ACRILICO SU TELA / 50 X 50 CM / 2021

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LABIRINTO DEL RICORDO /

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GIORGIO DALLA COSTA VIA CAPPELLETTO, 63 36045 LONIGO - VI - ITALIA +39.347 1633832

dallacosta@dallacosta.it

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