L'ardua scelta della prima reflex digitale

Page 1

L’ardua scelta della prima Reflex Digitale

“Ok, ce l’hanno tutti, e poi ho fatto il corso, la voglio anche io, vado in negozio e me la compro!” Sovente inizia così l’avventura nel mondo delle reflex digitali, con un impeto d’orgoglio, dettato magari dall’euforia assolutamente normale che ci coglie dopo aver partecipato ad un corso di fotografia. Spesso però, anche se la decisione è presa, l’acquisto è rimandato e rimandato ancora. Moltissimi dubbi, sollevati dagli amici e dai parenti, frenano la corsa al negozio e via che parte la frenetica raccolta dei pareri: su Internet, sulle riviste specializzate, dagli amici “espertoni”, si acquisisce in breve tempo una marea di informazioni, si viene sommersi da ondate di dati tecnici, non sempre comprensibili, di esperienze personali, di semplici chiacchiere, e che succede? Semplice, la confusione si fa sempre più grande! Domanda: “Ma ci sarà pure un modo di semplificare la scelta?” Risposta: “Si, leggere questo articolo!” Battute a parte, ora facciamo sul serio, mettiamo in un cassettino della nostra memoria tutti i dati che abbiamo raccolto, chiudiamolo a chiave per ora, e iniziamo a porci delle domande alle quali dobbiamo assolutamente rispondere, e ben prima di estrarre il nostro portafoglio dalla tasca: 1. “Che cosa vorrei fare con la mia nuova reflex digitale?” 2. “Quanto tempo penso di passare con l’occhio incollato al mirino?” 3. “Quanto posso spendere per la macchina, gli obiettivi e gli accessori che mi servono?”


Sembrano questioni piuttosto sciocche, ma se rispondiamo sinceramente, beh, noi avremo le idee chiare, il compito del commesso sarà molto più facile così sarà anche più predisposto allo sconto di fronte ad un cliente che non lo fa faticare no? Utilizzo: cercare di capire il genere di fotografia che attira maggiormente la nostra attenzione. Ok, abbiamo seguito quel corso che da qualche tempo volevamo fare, cosa ci ha colpito maggiormente delle vastissime tipologie di fotografia che abbiamo seguito? I ritratti? Forse i panorami? E che dire delle macrofotografie agli insetti… Ecco, facciamoci un esamino di coscienza e cerchiamo di intuire (esserne certi, soprattutto quando si inizia è difficile) quale sarà il nostro genere, poiché le moderne reflex digitali si differenziano anche per destinazione d’uso, inutile avere una reflex in grado di sfornare mille fotogrammi al secondo se faremo Still Life, vi pare? Una volta risposto a questa facilissima(!) domanda avremo già scremato parecchio la nostra scelta, vedremo anche nel corso dell’articolo che è davvero questa la domanda fondamentale. La scelta finale poi sarà ovviamente personale, legata anche al budget che abbiamo intenzione di investire in questo fantastico hobby (prepariamo dei porcellini molto capienti, serviranno…). Ciò che propongo di seguito sono alcune risposte alle domande più comuni che assillano quanti sono alle prese con il fatidico acquisto. Iniziamo dal Budget: Quanto possiamo spendere? Inutile dire che chi non ha problemi economici può comprare qualsiasi cosa, anche una reflex professionale (che forse non riuscirà mai a sfruttare al 100%), ma se così fosse non leggerebbe nemmeno questo articolo. Se i soldi sono pochi, (e lo sono sempre!) non abbiamo grande libertà di manovra, ma non scoraggiamoci, oggi la scelta è talmente vasta che possiamo ugualmente acquistare una reflex digitale in grado di darci grandi soddisfazioni. Pensate lo scriva così, tanto per allungare l’articolo? No, credetemi, è la pura verità. Inutile nasconderlo, a qualcosa dovremo rinunciare spesso però si tratta di rinunce teoriche, che non incideranno, o incideranno marginalmente, sulla nostra attività di fotografi, soprattutto se siamo stati chiari con noi stessi nel rispondere alla prima domanda. Teniamo presente che anche la più economica delle reflex ci apparirà meravigliosa se rapportata alla compatta che abbiamo utilizzato durante le ultime vacanza al mare, perché una reflex digitale è sicuramente più versatile, veloce, comoda da impugnare e capace di produrre foto migliori nonostante abbia dimensioni maggiori e nonostante abbia gli obiettivi intercambiabili. Le domande che sicuramente ci siamo posti Quanti Megapixel dovrà avere? Affrontiamo subito questo che, per molti, è lo scoglio più impegnativo poiché pare sia il dato di maggiore importanza (e non lo è!). Dobbiamo sapere che un sensore da 6 megapixel (oggi ormai non ce ne sono più in commercio nel nuovo) è più che sufficiente per le esigenze della maggior parte dei fotoamatori.


“Ma non è possibile, sono pochissimi!” Invece è così: con 6 milioni di pixel (formato del file 3000 x 2000 pixel) possiamo stampare le nostre foto su una rivista, alla massima qualità (300 punti/pollici), in formato 20 x 25 cm. Se invece le stampiamo in casa, con una stampante inkjet, 6 megapixel ci consentono di arrivare al formato 30 x 40 cm, senza perdita di qualità apprezzabile. Ecco perché 6 megapixel sono sufficienti, anche per scatti professionali, a meno che non si vogliano stampe giganti, oppure maxi ingrandimenti di porzioni dell’immagine (crop, ve lo ricordate questo termine?), sempre con una qualità molto alta. Un sensore da 10-­‐12 megapixel, poi, è sufficiente per pubblicare la foto su una “doppia” (due pagine di una rivista affiancate). Ma allora perché le case costruttrici insistono sui megapixel? E’ il mercato (potenza del marketing) a chiederlo: i megapixel sono un ottimo sistema per promuovere le vendite delle nuove macchine, anche se la tendenza attuale sta facendo passi indietro in questo senso. Consumer, Semi-­‐professionale, Professionale? “La macchina più costosa è certamente la migliore!”: altro mito da sfatare, è vero, la macchina che costa qualcosa in più, generalmente, qualcosa in più l’ha, ma non è detto che tutti principianti, fotoamatori, anche professionisti, abbiano necessità di quel “qualcosa”. In molti casi la reflex più costosa può rivelarsi una pessima scelta: troppo pesante, troppo ingombrante, troppo difficile con tutti quei comandi. Le reflex professionali hanno certamente un autofocus migliore, un mirino migliore, il corpo bilanciato con i teleobiettivi, ecc. ecc., ecco perché è giustificato un costo maggiore. Ma attenzione: una reflex professionale si sfrutta solo accoppiandola a ottiche altrettanto professionali. Quelle economiche, spessissimo, vanificano i pregi del sensore e non solo. Ecco perché tanti professionisti si “accontentano” di una reflex semi-­‐professionale, un po’ meno robusta, forse, ma tremendamente pratica e, dulcis in fundo, meno costosa. Le macchine che oggi vengono definite semi-­‐professionali sono una scelta eccellente anche per l’appassionato di fotografia evoluto, per chi la utilizzerà solo per documentare la festa di compleanno, beh, le cosiddette consumer oggi vanno splendidamente. Una reflex professionale è uno strumento destinato a chi ne fa un uso quotidiano, magari in condizioni estreme, certamente chi la utilizza per guadagnarsi il pane chiede uno strumento che possa resistere ai “maltrattamenti” e alle intemperie, ma chi la tira fuori di tanto in tanto dall’armadio e non fotografa sotto i diluvi, nelle foreste tropicali o in cima all’Everest a -­‐30°, può infischiarsene della tropicalizzazione. Chi non ha la necessità di “congelare” un colibrì in volo, scoprirà che una reflex capace di 3 foto/secondo è già velocissima. Visto che la prima domanda era davvero importante?


Quattro Terzi, APS-­‐c, Full Frame?

I sensori delle reflex digitali non sono tutti uguali, si distinguono per risoluzione (ne abbiamo parlato prima dei megapixel) e per il formato. Il cosidetto Full Frame (formato pieno, in riferimento alle macchine a pellicola 35mm, le dimensioni sono 24mmx36mm) è il più grande, ha un rapporto di conversione per le ottiche 1:1, questo vuol dire che un 50mm montato su una reflex Full Frame si comporta effettivamente come un 50 mm utilizzato sulle reflex a pellicola. Il formato APS-­‐c, oggi il più utilizzato per le reflex digitali, è più piccolo rispetto al Full Frame. Ha un fattore di conversione (a determinarlo è la differenza di dimensioni tra la pellicola 35 mm per cui gli obiettivi sono stati progettati, 24 x 36 mm, e il sensore montato sulla fotocamera digitale APS-­‐c, che fa le veci della pellicola) che varia a seconda del produttore e del modello, ad esempio 1,5:1 oppure 1,6:1 o 1,3:1 (il primo per le macchine Nikon, gli altri per le Canon). Per capire cosa comporta la dimensione del sensore, torniamo un attimo al 50mm di prima, con i sensori APS-­‐c la focale dell’obiettivo va moltiplicata per quel fattore, in soldoni avremo quindi una focale (se prendiamo Nikon come esempio) corrispondente a 75mm, non sarà più un “normale” come viene comunemente definito il “cinquantino”, ma sarà più simile ad un medio-­‐tele. Il formato Quattro Terzi, nato per volere di Olympus e Panasonic, è circa la metà del Full Frame e comporta un fattore di conversione delle ottiche pari a 2:1. Anche in questo caso, anzi, ancor di più direi, il 50mm diventa un medio teleobiettivo, da 100mm, buono per i ritratti. Quando è nato, il formato Quattro Terzi ha promesso reflex digitali e obiettivi dedicati molto compatti. In realtà alla fine non è stato proprio così, sulle ottiche si può risparmiare in termini di peso e di ingombri, ma


lo scotto da pagare è una qualità delle foto, con il Quattro Terzi, non all’altezza di quella che si ottiene con il formato APS-­‐c. La scelta del formato Chi sceglie il Full Frame lo fa per diversi motivi, ne cito un paio. La prima ragione sta nella dimensione dei pixel di cui è composto il sensore, a parità di megapixel un sensore Full Frame, essendo più grande, offre maggior spazio a ogni singolo pixel, che può perciò essere di dimensioni maggiori. La luce viene sicuramente “raccolta” molto meglio, soprattutto quando si lavora con alti valori ISO (sensibilità, ricordate il corso che avete certamente fatto?), il Full Frame garantisce immagini con un disturbo (rumore come viene definito) minore ( minor disturbo=qualità maggiore).Il vantaggio dunque c’è, ma può essere trascurabile se fotografiamo prevalentemente di giorno, all’aperto, oppure con il flash, e non intendiamo stampare le foto in formato poster.Il secondo è il fattore di conversione. Chi possiede già ottiche provenienti dai corredi analogici, ad esempio, un 20mm e vuol continuare ad usarlo come quel meraviglioso grandangolo che è, con una reflex Full Frame può farlo. Tiriamo le somme: il sensore attualmente più diffuso, l’ APS-­‐c, va benissimo per i principianti, gli appassionati e persino per molti tra i professionisti (sempre in dipendenza del genere praticato). Il fattore di conversione favorevole, ad esempio, permette di portarsi appresso teleobiettivi compatti che si comportano come tele più “spinti” (un 200 mm luminoso diventa un 300 mm luminoso, per chi vuol praticare la fotografia agli animali come uccelli o altro avrà degli indiscussi vantaggi). Il grandangolo invece può dare qualche problema per chi ha già degli obiettivi, abbiamo visto prima che esiste quel fattore di moltiplicazione che “trasforma” un 28 mm in una focale equivalente pari quasi a quella di un normale sul 35 mm, ma non preoccupatevi, vi sono in commercio anche gli obiettivi dedicati al formato APS-­‐c, ad esempio il 12-­‐24mm (uno zoom grandangolare appunto), che vi risolveranno questo problema (sono prodotti sia dalle maggiori aziende sia dai produttori di ottiche universali). Compatta, Media, Extra Large? La dimensione è sovente diretta conseguenza della scelta fra i modelli Consumer, Semi-­‐Professionali o Professionali, le reflex professionali sono grandi, a volte troppo, ma attenzione però a non scegliere una reflex troppo piccola per le nostre mani, l’ergonomia è molto importante (anche se è una questione strettamente soggettiva). Una reflex digitale grande e pesante, a mio avviso, si impugna meglio e si rivela spesso ben bilanciata anche con i teleobiettivi di focale maggiore (300, 400, 500mm). C’è però un rovescio della medaglia: il peso maggiore, e non è questione da poco conto, se si pensa di passare molte ore con la macchina in mano o se si è abituati a fare lunghe passeggiate in montagna è un fattore determinante per la scelta corretta. Il mio parere? Una reflex leggera e compatta, che useremo volentieri, sarà decisamente meglio di una reflex pesante, “professionale”, che non useremo mai. Spero di avere chiarito qualche dubbio e concludo con un ultimo consiglio: prima di staccare l’assegno, ritagliamoci un momento di calma, entriamo in un negozio e proviamo di persona, una accanto all’altra, le reflex che abbiamo selezionato: impugnatura, comandi, menu, mirino. Se poi sarà possibile fare qualche scatto fuori dal negozio, con la propria scheda di memoria inserita (per guardarsi a casa con calma i risultati), tanto meglio, effettueremo il nostro acquisto senza il rischio di pentirci dopo la prima uscita. Buona luce a tutti. Giorgio Baruffi


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.