di Giorgio Belletti
indice
La classificazione delle fibre Fibre naturali: lana, lane speciali, cotone, seta, lino
Fibre "man made": artificiali (o cellulosiche) e sintetiche La catena tessile: una visione d'insieme della filiera T/A Il processo produttivo: la pettinatura, dalla fibra al filato e piccolo glossario
Il concetto di titolo di un filato (densitĂ per metro lineare) Il processo di filatura delle fibre Il processo produttivo dal filato al tessuto e piccolo glossario La nobilitazione: finissaggio, tintura, stampa, spalmatura e accoppiatura
LA CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE [lo schema di base]
NATURALI (disponibili in natura: cotone, lana, seta, lino...) ARTIFICIALI
FIBRE
(o cellulosiche)
da trasformazione di polimeri naturali
SINTETICHE
da polimeri di sintesi
MAN MADE (o chimiche)
[nella pagina seguente la classificazione completa]
FIBRE
Man-made
Naturali Vegetali Cotone Lino Canapa Juta ...
Organiche CO
Animali
Lana Seta
WO
Minerali Amianto
Inorganiche
da trasformazione di polimeri naturali Acetato CA Alginate ALG Cupro CUP Elastodiene ED Lyocell CLY Modale CMD Triacetato CTA Viscosa CV
from synthetic polymers Acrilico Aramide Clorofibre Elastane Elastodiene Fluorofibre Melamine Modacrilico Poliamide Poliestere Polietilene Poliimide Polipropilene Vinylal
PAN AR CLF EL ED PTFE MF MAC PA PES PE PI PP PVAL
Carbonio Ceramiche Vetro Metallo
CF CEF GF MTF
lana
cotone
seta
lino
lana
LANA È la pelliccia che ricopre la pelle della pecora e la isola dal caldo e dal freddo, mantenendo costante la sua temperatura corporea. Esistono diverse varietà di razze ovine che producono lana con fibre che differiscono per sottigliezza, lunghezza, lucentezza e resistenza. La razza ovina che fornisce il tipo di lana migliore è sicuramente la Merino. I più vasti allevamenti di questa razza, originaria della Spagna, si trovano in Australia. La lana Merino è costituita da una fibra non troppo lunga e di diametro molto sottile, che determina la sua superiorità rispetto agli altri tipi di lana. È molto morbida e leggera, ondulata in modo fitto ed è utilizzata per la produzione di indumenti di qualità superiore. Altre razze ovine che producono lana meno preziosa sono razze miste o indigene. Le razze miste, ad esempio quelle che derivano da incroci tra pecore merino e razze indigene, danno una lana fatta di fibre di media lunghezza, meno sottile e meno ondulata, utilizzata nella produzione di tessuti ruvidi come il tweed. Le razze locali producono lana di qualità ordinaria, di fibra piuttosto lunga e ispida, utilizzata per la produzione di tappeti artigianali e materassi.
lana
Dopo aver tosato l'animale, i fiocchi di lana della schiena, dei fianchi e del collo, più regolari e di migliore qualità, vengono separati da quelli meno pregiati provenienti dal ventre e dalle zampe. I fiocchi vengono prima battuti e aperti, per rimuovere le impurità superficiali, e quindi lavati. Dopo l'asciugatura, vengono controllati, cardati, filati e tessuti. Il tipo di tessuto dipende dal tipo di filato utilizzato, cardato o pettinato. Il filato cardato ha fibre lunghe e corte disposte in modo non uniforme in tutte le direzioni: per questo motivo è più soffice e lanoso. Il filato pettinato ha fibre di lunghezza uniforme, disposte parallelamente in modo omogeneo e intrecciate in modo tale da formare un filato regolare, liscio e compatto. Il panno cardato è soffice, gonfio e, allo stesso tempo, un po' ruvido, mentre quello pettinato è soffice, liscio e compatto. Le lane Merino sono indicate per la filatura pettinata, mentre le lane miste sono utilizzate maggiormente nella filatura cardata. Il tessuto ottenuto dalla tessitura richiede ancora una serie di operazioni di perfezionamento, definite rifinitura (o nobilitazione), necessarie per migliorare l'aspetto del prodotto. I trattamenti antistatici, antiinfeltrenti, idrorepellenti o antipiega migliorano la qualità originaria del tessuto, rendendolo ancora più adatto alle esigenze odierne.
lana
Proprietà della lana La fibra di lana è composta da cheratina, una sostanza simile a quella dei capelli. La lana ha elevate proprietà isolanti grazie ai cuscinetti d'aria che si formano tra le ondulazioni delle sue fibre. Più la lana è ondulata e fine, maggiore è il suo potere di isolamento termico. La lana è la fibra più igroscopica: è in grado di assorbire una quantità di umidità pari al 30% del suo peso, senza apparire bagnata. Assorbe anche vapore acqueo, evitando in tal modo il contatto tra il corpo e l'indumento bagnato. Inoltre la sua superficie idrorepellente è resistente allo sporco. La fibra di lana è elastica, ingualcibile e quindi estremamente resistente all'usura quotidiana. Come trattare i capi di lana Gli abiti di lana dovrebbero sempre essere lavati a secco almeno una volta a stagione, prima di riporli nel guardaroba, o anche più spesso se di colore chiaro o se indossati di frequente. Alcuni capi, soprattutto quelli lavorati a mano, possono anche essere lavati in acqua con l'accortezza di utilizzare sapone neutro e di seguire le indicazioni riportate sull'etichetta. Non dovrebbero essere messi in candeggina o strizzati. La stiratura dovrebbe essere profonda: il tessuto, reso umido dal vapore del ferro o da una pezza bagnata, dovrebbe essere asciugato completamente in quanto la lana assorbe l'umidità e le fibre riacquistano nuovamente volume ed elasticità.
lana
LANE SPECIALI Sono i peli di animali appartenenti alla famiglia dei camelidi e dei caprini. Questi animali solitamente non sono tosati: i loro peli sono raccolti con dei pettini. Ecco perché queste fibre hanno costi molto elevati. Viene utilizzato principalmente il sottopelo perché è più fine, soffice e morbido. Sono poi mischiati con lana ovina o usati da soli per ottenere tessuti di grande pregio. Gli alpaca e i lama sono due camelidi che vivono sulle Ande, in Perù, Bolivia e Argentina, ad altitudini di circa 4.000 metri. La loro pelliccia è di qualità ordinaria, spessa, segosa e di diversi colori: rossastra, nera, grigia, marrone scuro e chiaro, mentre il sottopelo è molto più pregiato e soffice. Il cammello è un animale originario del Nord America, migrato in Asia attraverso lo stretto di Bering durante l'era glaciale. La Siberia, la Mongolia e la Cina sono regioni in cui sono stati trovati esemplari che forniscono una lana di ottima qualità. I cammelli africani, invece, danno lana meno pregiata, adatta solo per la produzione di tappeti. Il pelo del cammello, raccolto quando cade o tramite pettinatura, è apprezzato per la sua leggerezza, la sua morbidezza e la sua capacità termica.
lane speciali
Tra le lane speciali, la più apprezzata è quella prodotta dalla vigogna, il camelide più piccolo del Sud America, che vive sulla Cordigliera andina ad altitudini tra i 4.000 e i 6.000 metri. In questo clima gelido, l'animale sviluppa un vello lungo e ispido e un sottopelo molto spesso, composto da fibre corte, morbidissime e di ottima qualità. Le fibre del sottopelo sono più pregiate di qualsiasi altro materiale tessile. Secondo alla vigogna, per la qualità della lana, è il cashmere: questa fibra è prodotta da una capra che vive sugli altopiani del Tibet, della Mongolia e dell'Iran. Il vello di questa capra è formato da peli lunghi e ruvidi. In inverno, però, si ricopre di un manto di peluria corta e soffice che protegge l'animale dal freddo. Questo sottopelo, raccolto in primavera con un pettine, fornisce la materia prima per l'industria tessile.
lane speciali
Il mohair è la fibra della capra di razza angora, un ovino che vive nella regione di Ankara, da cui prende il nome. Questo animale è allevato anche negli Stati Uniti e in Sudafrica da dove provengono delle varietà molto apprezzate. Il mohair, meno ondulato della lana merino, è lucente e di un colore bianco trasparente e, come la lana merino, ha proprietà isolanti dal calore ed è elastico e resistente. Il tessuto si differenzia per la mano secca e nervosa. Il kid mohair, ricavato dal vello del capretto, è la fibra utilizzata per i tessuti più fini. Possiede un elevato grado di lucentezza e morbidezza e un meraviglioso aspetto setoso che lo contraddistingue dal normale mohair. Infine, tra gli animali che forniscono pelame speciale, ricordiamo il coniglio d'angora, la cui origine non è conosciuta. La Cina è il più grande produttore di lana d'angora. L'animale è pettinato o cardato ogni tre mesi. Le fibre del suo manto sono bianche e setose, ottime per la produzione dei prodotti più soffici e caldi tra tutti quelli del settore della maglieria.
lane speciali
Proprietà delle lane speciali Le lane speciali hanno le stesse proprietà delle lane ovine, ma si differenziano da queste per la loro alta qualità, morbidezza e capacità di isolamento termico. Tutte queste lane sono estremamente leggere e calde, ma la maggior parte devono essere trattate con estrema cura perché sono meno resistenti. A causa del loro costo elevato, spesso queste lane sono tessute insieme ad altre fibre naturali come il cotone o la seta, ottenendo in tal modo tessuti più resistenti ma ugualmente caldi, soffici ed eleganti. Come trattare capi di lana speciale I capi di lana speciale dovrebbero sempre essere lavati a secco. Alcuni indumenti, soprattutto quelli lavorati a mano, possono essere lavati a mano utilizzando sapone neutro seguendo le indicazioni riportate sull'etichetta. Non devono essere messi in candeggina o strizzati. Questi tipi di capi dovrebbero essere stirati a calore moderato.
lane speciali
cotone
COTONE È una fibra vegetale ottenuta dalla capsula matura della pianta del cotone che è un arbusto alto circa 40 cm, con foglie e fiori di colore giallo o rosso. Quando il fiore viene fecondato, perde i suoi petali e, nel giro di 25 giorni, cresce la capsula circondata da una foglia chiamata brattea. La capsula è sorretta da un calice e ha una forma a goccia arrotondata al fondo. All'interno della capsula si trovano da cinque a otto semi sui quali si sviluppa la fibra. Quando la capsula è matura, si apre in quattro parti mostrando il bioccolo di cotone. La maturazione delle capsule non avviene allo stesso momento sulla pianta, il che significa che sono necessari più passaggi per la raccolta del cotone. Il raccolto viene effettuato una settimana dopo la maturazione. La prima operazione dopo il raccolto è la mondatura con la quale si separano le fibre dai semi. A questo punto il cotone viene cardato e pettinato per eliminare tutte le impurità. I criteri per valutare la qualità del cotone sono: Il grado Il colore La lunghezza delle fibre Il carattere
cotone
Il grado è dato dall'aspetto estetico del cotone ed è determinato sulla base della lucentezza delle fibre, dal suo colore più o meno bianco, dalla presenza di particelle della foglia o di altre sostanze esterne. Il colore è un altro importante elemento di valutazione del cotone. Di conseguenza, la purezza del cotone determina la facilità con cui le successive fasi di lavorazione saranno condotte nonché la possibilità di ottenere filati di buona qualità. Il colore delle fibre di cotone può essere molto diverso: quello del cotone coltivato è generalmente bianco, più o meno candido o tendente al grigio, ma ci sono anche varietà rossastre, brune, camoscio, eccetera. La lunghezza è la caratteristica più importante della fibra. In quest'ottica possiamo dividere il cotone in due grandi categorie: il cotone a fibra lunga (long stapled) che misura più di 28 mm, tra cui la varietà 'Sea Island' negli Stati Uniti detiene il record insieme a quelle egiziane Makò e Sakellaridis che raggiungono e a volte superano i 50 mm, e il cotone a fibra corta (short stapled), che non raggiunge la lunghezza di 18 mm e che è originario delle regioni asiatiche. Esiste inoltre una categoria di cotone intermedia la cui lunghezza della fibra si colloca tra i 18 e i 28 mm, come quello proveniente dagli altopiani degli Stati Uniti e che comprende la maggior parte della produzione mondiale, oltre il 60%. Il carattere è la qualità più difficile da determinare. È in parte connesso con l'origine, la varietà e il grado di maturazione ma, alla fine, un cotone con un buon carattere è quello le cui fibre sono le più forti e robuste, in grado di resistere alla trazione e alla rottura, sono omogenee e uniformi, tanto da produrre pochi scarti durante la lavorazione, e hanno una costituzione fisico-chimica perfetta, che dona alla massa di cotone notevole solidità, compattezza, morbidezza e setosità. Le maggiori coltivazioni di cotone si trovano in America, India, Cina, Egitto, Pakistan, Sudan ed Europa Orientale. In Italia esistono coltivazioni di cotone in Sicilia.
cotone
Proprietà del cotone Composto al 95% di cellulosa, il cotone è il materiale con cui viene fabbricato più del 90% delle camicie da uomo. Ha proprietà che lo rendono particolarmente adatto a essere indossato a contatto con la pelle. Soffice e leggero, il cotone permette alla pelle di respirare e ha buone capacità di assorbimento. A differenza della lana non infeltrisce in acqua, anzi, tende a diventare più morbido. È una fibra molto resistente che non si logora, ma si strappa. Inoltre si tinge facilmente e il colore tiene durante i lavaggi anche a temperature elevate. Come trattare i capi di cotone I capi di cotone bianco dovrebbero essere lavati in lavatrice a 60°C mentre i colorati, specialmente quelli neri, dovrebbero essere lavati a temperature più basse. Di solito devono essere stirati per il verso giusto. I capi neri dovrebbero invece essere stirati prima al rovescio e poi dalla parte esterna utilizzando un panno, in modo da evitare che il calore del ferro renda lucido il tessuto. I capi bianchi possono essere inamidati per conferire al tessuto maggiore consistenza ed evitare che si stropicci facilmente.
cotone
lino seta
LINO La fibra si ottiene dal fusto di una pianta (Linum Usitatissimum) alta da 80 a 120 cm, con pochi rami e fiori piccoli, di colore dal bianco al blu intenso, e che fiorisce per un solo giorno. La pianta del lino viene estirpata in modo tale da ottenere fibre della lunghezza massima. I rami vengono lasciati macerare affinchÊ le fibre si liberino della sostanza gommosa che le ricopre e le tiene unite in fasci. Dopo la macerazione, si procede alla separazione delle fibre tessili dai residui legnosi e alla cardatura per eliminare le fibre troppo corte e le impurità . A questo punto la fibra è pronta per la filatura, a secco o a umido, con il passaggio delle fibre in acqua. La filatura a umido consente di ottenere un filo piÚ sottile, regolare e resistente, molto piÚ adatto per la produzione di tessuti per abbigliamento.
lino
Proprietà del lino Composta al 70% di cellulosa, non provoca allergie, assorbe l'umidità e permette alla pelle di respirare: è quindi molto indicato per la produzione di abbigliamento estivo. Molto resistente può essere lavato molte volte senza subire alterazioni, diventando anzi addirittura più morbido, cosa molto importante per i vestiti di uso quotidiano, che richiedono lavaggi frequenti, come le camicie. Data la sua bassa elasticità, il lino non è soggetto a deformazioni. Come trattare i capi di lino I capi bianchi dovrebbero essere lavati in lavatrice a 60°C, mentre i colorati a temperatura più bassa. I capi bianchi andrebbero stirati ancora umidi con ferro molto caldo, con vapore medio e costante, prima dal lato interno, poi da quello esterno. I capi colorati, specialmente quelli scuri, devono essere stirati solo dalla parte interna. Non è necessario inamidare in quanto il lino durante la stiratura rinvigorisce. Se si appendono i vestiti in un porta abiti o piegati in valigia sopra la vasca piena d'acqua calda, torneranno al loro stato originario: il vapore contribuirà infatti a far ammorbidire le pieghe.
lino
seta
Fibra animale prodotta dal baco da seta (Bombyx Mori). Il baco da seta appena nato si nutre esclusivamente di foglie di gelso. Dopo 3/4 settimane diventa adulto e comincia a cercare un posto dove costruire il suo bozzolo. Da una apertura sotto la sua bocca, il baco da seta secerne a sottilissimo filamento che solidifica a contatto con l'aria. Tramite otto movimenti della testa il baco sovrappone questo filamento su piĂš strati costruendo cosĂŹ il bozzolo. Il baco da seta impiega tre o quattro giorni per terminare il bozzolo che risulta formato da 20 a 39 livelli concentrici fatti da un singolo filo. All'interno del bozzolo il baco da seta si trasforma prima in crisalide e poi in farfalla. In natura, la farfalla lascia il bozzolo e vive solo il tempo necessario per la fecondazione e per depositare le uova e poi muore. Nella coltivazione dei bachi da seta, al fine di non danneggiare l'integritĂ del filo, i bozzoli sono buttati in acqua bollente per uccidere la crisalide. Utilizzando una spatola si rimuovono gli strati esterni del bozzolo quindi, dopo aver trovato la fine dei singoli bozzoli, il filo di seta viene avvolto sulle bobine.
Esistono tre diversi tipi di filo di seta: seta coltivata trattata, la più regolare e utilizzata; seta tussor, ricavata da bozzoli che vivono in natura, con un filo grosso e irregolare; seta Shantung ottenuta grazie a un fenomeno naturale per il quale due bachi tessono lo stesso bozzolo, il cui filo presenta caratteristiche 'fiammature'. Proprietà della seta La seta riflette la luce con inimitabile splendore e assorbe le tinte facilmente con grande ricchezza di sfumature. L'elasticità del filo di seta dona ai tessuti una resistenza particolare e il semplice contatto con l'aria gli restituisce la sua freschezza anche senza stiratura. Non è resistente al sole e si macchia facilmente di sudore. È anti allergico e mantiene il calore del corpo. La seta vera si riconosce al tatto e dal peso, ma in caso di dubbio è sufficiente bruciare un filo per esserne certi. La seta brucia lentamente emanando un odore di corno, tipico delle fibre animali. Come trattare i capi in seta È preferibile lavare i capi in seta a secco. Se si utilizza l'acqua, prima di immergerli completamente è raccomandabile testare la tenuta del colore bagnandone solo un angolo. I capi andrebbero lavati in acqua calda e con detergente neutro; e non andrebbero strofinati né strizzati. Bisogna sciacquarli in acqua calda e appenderli in un ambiente ventilato, lontano da fonti di calore. È, infine, raccomandabile stirarli con ferro caldo. Il 'crespo di Cina' è un capo in seta che si restringe con il lavaggio, ma ritorna alla propria forma originaria dopo la stiratura.
silk
LE FIBRE MAN MADE
artificiali
LE FIBRE ARTIFICIALI Le fibre artificiali sono ottenute da materie prime naturali quali la cellulosa. Queste sostanze, attraverso processi chimici, sono rese solubili e la soluzione ottenuta, filtrata attraverso i fori molto piccoli di una filiera, viene raccolta in un bagno che la coagula sotto forma di filamenti o di fibre. L'inizio dell'industria delle fibre artificiali data intorno al 1884, e il processo fu brevettato in Francia da Hilaire De Chardonnet. Questi filamenti furono anche detti "seta artificiale" e, malgrado la differente natura, essi sono spesso brillanti come la seta. In tempi successivi furono fatti tentativi di produrre fibre artificiali partendo da proteine animali (latte) o vegetali (soia). Tra le fibre artificiali le pi첫 largamente usate sono: rayon viscosa rayon acetato cupro lyocell
artificiali
LE PIÙ' IMPORTANTI FIBRE ARTIFICIALI
VISCOSA (CV) FIBRE
MAN MADE ORGANICHE
ARTIFICIALI
VISCOSA
Fibra di cellulosa ottenuta con il processo "viscosa"
MODALE (CMD)
FIBRE
MAN MADE ORGANICHE ARTIFICIALI
MODALE
Fibra cellulosica avente una elevata forza alla rottura e un alto modulo a umido. La forza alla rottura allo stato condizionato e il modulo a umido richiesti per produrre un allungamento del 5% sono rappresentati dalla formula: BS > 1,3 LD + 2 LD FW > 0,5 LD
CUPRO (CUP) FIBRE
MAN MADE ORGANICHE ARTIFICIALI
CUPRO
Fibra di acetato di cellulosa di cui meno del 92% ma almeno il 74% deiFibra gruppicellulosica ossidrilici ottenuta con un è acetilato processo a base di cuprammonio
ACETATO (CA) FIBRE
MAN MADE ORGANICHE ARTIFICIALI
ACETATO
fibra di acetato di cellulosa in cui meno del 92% ma almeno il 74% dei gruppi idrossilici sono acetilati
TRIACETATO (CTA): fibra di acetato di cellulosa in cui almeno del 92% dei gruppi idrossilici sono acetilati
LYOCELL (CLY) FIBRE
MAN MADE ORGANICHE ARTIFICIALI
LYOCELL
Fibra cellulosica ottenuta con un processo di filatura chimica in solvente organico. E' inteso che: 1) "solvente organico" significa essenzialmente una soluzione di prodotti chimici organici e acqua 2) "filatura in solvente" significa dissolvere e filare senza la formazione di prodotti derivati
sintetiche
LE FIBRE SINTETICHE Queste fibre sono ottenute da composti chimici di origine sintetica derivanti dal petrolio e trasformati in filamenti o fibre. Si distinguono, sulla base delle materie prime di partenza, in organiche o inorganiche, e variano in base al processo produttivo. Le fibre sintetiche furono immesse sul mercato negli anni '40 e immediatamente si affermarono per la possibilita di ottenere prodotti tessile con una vasta gamma di proprietĂ , in grado di soddisfare ogni esigenza. Tra le piĂš usate ricordiamo il poliestere, il poliamide (o nylon), l'acrilico, il polipropilene e l'elastane (lycra). In generale, queste fibre son usate al 100%, o miste con le naturali, per ottenere manufatti morbidi, ingualcibili e molto resistenti per molti e differenti utilizzi: abbigliamento, arredamento, calzature, interni auto, usi medicali e tecnici ...
sintetiche
LE PIU' IMPORTANTI FIBRE SINTETICHE
ACRILICO (PAN)
FIBRE
MAN MADE
ORGANICHE SINTETICHE
ACRILICO
Fibre composte da macromolecole lineari aventi nella catena almeno l'85% in massa di unitĂ ripetute di acrilonitrile
ARAMIDE (AR)
FIBRE
MAN MADE
ORGANICHE SINTETICHE
ARAMIDE
Fibre composte da macromolecole lineari costituite da gruppi aromatici uniti da legami amidici o imidici. Almeno l'85% dei legami amidici o imidici deve essere unito direttamente a due anelli aromatici e il numero dei legami imidici, se presenti, non deve superare il numero dei legami aramidici.
CLOROFIBRE (CLF)
FIBRE
MAN MADE
ORGANICHE SINTETICHE
CLOROFIBRE
Fibre composte da macromolecole lineari aventi nella catena più del 50% in massa di unità vinyl chloride o vinylidene chloride (più del 65% nel caso in cui il resto della catena sia costituito da acrilonitrile, escludendo cioè la fibra modacrilica). Questa fibra è intrinsecamente flame retardant.
ELASTANE (EL)
FIBRE
MAN MADE
ORGANICHE SINTETICHE
ELASTANE
Filamento composto di almeno l'85% in massa di poliuretano segmentato che, se allungato fino a tre volte la sua lunghezza normale, rapidamente ritorna al suo stato originale quando la tensione viene rimossa.
MODACRILICA (MAC)
FIBRE
MAN MADE
ORGANICHE SINTETICHE
MODACRILICA
Fibra composta da macromolecole lineari aventi nella catena almeno il 50% e meno dell'85% in massa di acrilonitrile. La fibra è intrinsecamente flame retardant ed è soprattutto usata nei tessuti per l'arredamento sicuro e per le pellicce ecologiche.
POLIAMIDE (PA) FIBRE
MAN MADE ORGANICHE SINTETICHE
POLIAMMIDE
Fibra composta da macromolecole lineari aventi nella catena legami amidici ricorrenti, almeno l'85% dei quali sono legati ad unitĂ alifatiche o cicloalifatiche.
POLIESTERE (PES)
FIBRE
MAN MADE ORGANICHE SINTETICHE
POLIESTERE
sportswear
arredamento
geotessile
Fibra composta da macromolecole lineari aventi nella catena almeno l'85% in massa di un estere o di diolo e acido tereftalico.
filtrazione
POLIPROPILENE (PP)
FIBRE
MAN MADE ORGANICHE SINTETICHE
POLIPROPILENE
Fibra composta da macromolecole lineari costituite da unitĂ idrocarboniche saturate alifatiche in cui un atomo di carbonio su due porta un gruppo laterale metilico, generalmente isotattico e senza ulteriore sostituzione.
La catena tessile Dalle fibre al prodotto finito: una visione d'insieme dell'industria tessile
UN POSSIBILE SCHEMA TEORICO DI CATENA TESSILE INDUSTRIA MECCANOTESSILE
lana cotone...
CONFEZIONE
FIBRE TESSILI
FILATURA
TESSITURA MAGLIERIA
FINIS SAGGIO
DEL PRODOTTO FINITO
FIOCCO MAN MADE seta
FILO CONT.
TRASFORMAZ.
CREATIVITA' E MARKETING UNA INTENSA RELAZIONE CON L'INDUSTRIA PRODUTTRICE DI FIBRE E' UN'ALTRO PUNTO DI FORZA DI OGNI CATENA TESSILE
DISTRI BUZIONE
consumatore
NATURALI
VISIONE DELLA CATENA TESSILE DALLE MATERIE PRIME AGLI END USES evoluzione di fibre, prodotti e processi, innovazione, performance, tecnicità END USES
TECNOLOGIE
INNOVAZIONE
PER LA PRODUZIONE USI DIRETTI nontessuti supermicrofibre spunbonded
FIBRE NATURALI POLIMERI “vecchi” e nuovi
FILI
FILATURA (cotoniera, laniera, O.E., compact… TRASFORMAZIONE
(testurizzazione, torcitura..)
PER LA NOBILITAZIONE COLORANTI PIGMENTI AUSILIARI CHIMICI MEMBRANE RESINE PER COATING NANOPARTICELLE…
TESSITURA ortogonale magl. trama magl. catena tufted tessuti tecnici
tintura finissaggio stampa accoppiatura spalmatura plasma nanotecnologie
ESTETICA
tessuti a pelo stitch bonded
FIOCCHI FIBRE MAN MADE
activewear
indutech bodywear buildtech sportswear clothtech fashion protech sportech formale geotech packtech medtech agrotech hometech tessili FR mobiltech imbottiture
FUNZIONALITA’
MATERIE PRIME
carpeting decorazione tessile casa TRADIZIONE Le definizioni dei tessili tecnici sono tratte dalla segmentazione Techtextil
LA FILATURA DELLE FIBRE IN FIOCCO
DEFINIZIONE Il processo di stirare e ritorcere insieme le fibre per produrre un filato
IL PROCESSO PRODUTTIVO DALLA FIBRA AL FILATO BALLE DI FIBRA
APERTURA CLASSIFICAZIONE, SCARTO, LAVAGGIO
PETTINATURA NASTRO DI STIRATOIO
BANCO DI FUSI
RING ROCCATRICE
ROCCHE DI FILATO
la pettinatura
LA PETTINATURA
La pettinatura è la prima fase di lavorazione a cui viene sottoposta la fibra, che si presenta come una massa di materiale imballato, nelle condizioni in cui è stato raccolto. Scopo della pettinatura è di ordinare questo materiale e di prepararlo al passo successivo di lavorazione, cioè la filatura. CICLO TECNOLOGICO DELLA PETTINATURA CLASSIFICAZIONE E SCARTO
MISTAGGIO
CARDATURA
PETTINATURA
LAVORAZIONE
LAVAGGIO PREPARAZIONE PETTINATURA
FINISSAGGIO
LISCIATURA MISTAGGIO RIPETTINATURA CARBONIZZO (eventuale)
IMBALLO
CLASSIFICAZIONE E SCARTO La classificazione delle fibre è necessaria per ottenere la massima omogeneità possibile tra le stesse. E’ importante perché maggiore è la loro omogeneità al momento di questa prima lavorazione, maggiore sarà la qualità dei filati e dei tessuti che da esse si otterranno. Le fibre simili per colore, finezza e qualità vengono quindi lavorate raggruppate e, grazie al procedimento di mistaggio, mischiata ulteriormente insieme per contenere al massimo le disomogeneità.
LAVAGGIO
la pettinatura
Questo procedimento è necessario per eliminare le impurità dalle fibre, si effettua facendo passare il materiale attraverso una serie di vasche a differenti temperature. Nel caso delle fibre animali (lana in particolare) l’immersione avviene in acqua mista a sapone e carbonato di soda. In questo modo le fibre vengono ripulite, anche se non completamente: infatti è importante che esse mantengano ancora una percentuale di grasso residuo (attorno allo 0,5-0,6%) che faciliterà le operazioni successive, in particolare la filatura, dove le fibre vengono sottoposte a tensione e torsione. Il grasso permette loro di mantenere un certo grado di elasticità e di maneggevolezza che eviterà eccessive rotture e il rischio di creare elettricità statica dovuta allo sfregamento tra le fibre e sui macchinari. All’uscita dalle vasche di lavaggio le fibre vengono spremute e asciugate in essiccatoio.
CARDATURA E’ il processo grazie al quale le fibre, da massa informe vengono ordinate una prima volta e vengono ripulite di tutte le parti vegetali estranee che contengono. L’operazione viene effettuata da macchinari detti carde che aprono delicatamente le fibre e il risultato è un nastro continuo di fibre distese.
PREPARAZIONE Consiste in tre passaggi successivi in stiratoi a pettini, seguiti da macchine accoppiatrici e da stiratori. L’obiettivo è dare maggiore distribuzione e regolarità ai nastri.
la pettinatura
PETTINATURA
E’ la fase in cui i nastri di fibre vengono letteralmente pettinati da pettini muniti di denti metallici, più o meno fini, che le rendono più lisce ed omogenee. Le ciocche vengono unite una all’altra, scartando le più corte e ottenendo così nastri in cui le fibre sono divenute molto più lunghe.
FINISSAGGIO E’ l’ultimo procedimento della pettinatura. I nastri di fibre vengono fatti passare attraverso uno stiratoio che riunisce ulteriormente le fibre, per poi subire il processo di lisciatura, che si compone di un nuovo bagno in acqua saponata e, se necessario, agenti sbiancanti, seguito dal risciacquo e dall’asciugatura. Infine, i nastri passano nello stiratoio finitore che riduce il loro peso alla misura ottimale per la filatura.
la pettinatura
Dalla pettinatura della lana si ottiene la lanolina, cioè la cera normalmente secreta dalla pelle delle pecore come protettivo ed emolliente per l’animale. E’ quindi grasso completamente naturale, e viene molto usato in farmacia e cosmetica per le sue proprietà idratanti.
IL FILATO Per filato si intende un insieme di fibre disposte assieme in modo più o meno omogeneo o regolare, a formare uno stoppino. Questo viene a sia volta stirato, cioè allungato, torcendo tra loro le singole fibre in modo da tenerle unite a formare il filo, che resiste alla trazione. La fondamentale divisione dei filati è tra: filati cardati, in cui le singole fibre sono liberamente mischiate, disposte in tutte le direzioni e meno ritorte tra loro filati pettinati, in cui le fibre sono disposte in modo molto più omogeneo e regolare, parallelizzate, stirate e ritorte molto più strettamente Un altro importante elemento di classificazione del filato è il titolo, che ne indica il grado di finezza ed è espresso con il rapporto tra peso e lunghezza. Anche la torsione, cioè il numero di giri dati al filato per metro lineare, è un fattore che determina importanti caratteristiche, quali la mano più o meno morbida, la resistenza alla rottura, l'elasticità ecc.. Per ottenere effetti di colore o fantasia si uniscono filati di colori diversi (moulinè, jaspé) o si abbinano filati con irregolarità di forma o struttura (fiammati, bottonati, bouclè, ondè) che danno un aspetto più mosso e variato al tessuto.
il filato
Il primo stadio: alimentazione e apertura
balla di fibra
alimentazione
apertura
miscelatura
filatura
carda
cilindro d'acciaio o cromato o rivestito in ceramica
schema del cilindro di stiro asta guida stoppino
schema della intera macchina
filatura
Schema di un banco a fusi dispositivo di alimentazione
filatura
posizione simmetrica dei fusi
alette a velocitĂ costante
fusi a velocitĂ angolare variabile
vista in sezione
filatura
schema di un dispositivo di filatura ring
filatura
SCHEMA E IMMAGINI DI UNA ROCCATRICE
IL TITOLO DI UN FILATO
Secondo BISFA, la parola "titolo", ancorché largamente usata, è un termine di uso sconsigliato e si suggerisce di sostituirla con l'espressione "densità per metro lineare"
L'espressione "titolo di un filato" indica la finezza del filato stesso, e deve essere conosciuto per calcolare la quantitĂ di filato necessaria per produrre un dato metraggio di tessuto. Essa rappresenta la lunghezza del filato in relazione al suo peso. Vi sono tre sistemi per indicare il titolo di un filato: sistema che fa riferimento a un peso prefissato sistema che fa riferimento a una lunghezza prefissata sistema TEX
il titolo di un filato
1. Il sistema "a peso fisso" E' usato per indicare il titolo dei filati da fiocco ed è basato sulla lunghezza del filato per 1 kg. di peso. Maggiore è la lunghezza del filato che pesa un kg., piÚ fine esso risulta essere, e piÚ elevato è il numero che rappresenta il titolo. Nm 1 = L (1.000 m) / P (1.000 gr) Nm 20 = una matassa di filato lunga 20.000 m e pesante 1.000 gr
il titolo di un filato
Il titolo dei filati ritorti
Quando un filato è ritorto, cioè quando due filati dello stesso titolo sono avvolti assieme, il filato è grosso il doppio, e di conseguenza la lunghezza del filato che pesa un kg. è dimezzata. Il numero che esprime il titolo indica sia il titolo del singolo componente, sia il numero dei componenti che costituiscono il ritorto.
il titolo di un filato
2. Il sistema "a lunghezza fissa" Questo sistema è usato per indicare il titolo di un filamento continuo, ad esempio di seta o di nylon. Si basa su una lunghezza prefissata di filato, riferita a un peso variabile, ed è misurata in "denari". Il titolo di un filo espresso in denari indica il suo peso in grammi per una lunghezza di 9000 metri. PiÚ grosso è il filo, maggiore è il numero che ne esprime il titolo in denari. Ad esempio, 9000 metri di un filo di 30 denari pesano 30 grammi.
il titolo di un filato
3. Il sistema TEX Anche questo è basato su una lunghezza fissa, ad esempio "peso per unità di lunghezza". Il sistema TEX rappresenta il peso in grammi di un km. (1000 metri) di filo. Un filo dal titolo 10 TEX pesa 10 grammi al km. Il numero che esprime il titolo aumenta con la grossezza del filo ed è seguito dalla parola TEX.
il titolo di un filato
piccolo glossario del filato BOUCLE' - è un filato arricciato irregolarmente, che forma piccoli anelli o nodini, usato in maglieria e laneria, cui conferisce una superficie molto mossa BOUTONNE' - filato fantasia, con effetto di palline e ingrossamenti, anche di diverso colore, usato sia in maglieria sia nei tessuti come donegal e tweed CHINE' - letteralmente significa screziato, sfumato, striato per stampa o tintura. Dicesi anche di filato stampato in matasse che crea tale effetto sui tessuti. CINIGLIA - filato ritorto molto gonfio, con ciuffetti di pelo ritto e voluminoso, per tessuti di effetto simile al velluto, ma piÚ morbidi e aperti FIAMMATO - la fiammatura è un ingrossamento irregolare che costituisce un difetto del filato. Sfruttando volutamente tale effetto, si creano filati che presentano ingrossamenti a intervalli voluti, con i quali si producono maglie fantasia o tessuti come lo shantung (tessuti fiammati) JASPE' - filato in cui sono mescolate in modo omogeneo fibre di diverso colore, con un effetto screziato e fuso, senza contrasti di tono ONDE' - filato fantasia ottenuto per ritorcitura, con effetto di onde e spirali
dal filato al tessuto
IL PROCESSO PRODUTTIVO DAL FILATO AL TESSUTO
FILATO
ORDITURA BOZZIMA TESSITURA
TESSUTO
dal filato al tessuto
DEFINIZIONI ORDITURA Il processo di produrre un fascio parallelo di fili avvolti su un subbio per tessere il tessuto
BOZZIMA L'applicazione di un film gelatinoso sull'ordito prima di tessere. Serve a proteggere il filato dall'abrasione. Le sostanze usate comprendono l'amido e il polyvinyl alcool. TESSITURA Il metodo o processo di intrecciare due filati di natura simile in modo che si incrocino ad angolo retto, per produrre un tessuto
dal filato al tessuto
IL CICLO DI TESSITURA Il ciclo di tessitura è abbastanza simile, come procedura, per tutti i tipi di tessuto prodotto. Variano però i metodi, a seconda degli intrecci e del tipo di telaio, e quindi variano anche le velocità e le caratteristiche di produzione. Nel campo dei telai meccanici automatici troviamo i super veloci modelli senza navetta, mentre per certe produzioni pregiate sono ancora usati i telai jacquard, molto complessi e lenti. La preparazione alla tessitura, cioè l'orditura, significa predisporre secondo un ordine prestabilito dai disegnatori, dei fili che formeranno la catena di ordito, i quali poi, alzandosi e abbassandosi nel telaio, formeranno l'intreccio. Il telaio muove alternativamente in altro e in basso i vari fili di ordito e fra questi viene "sparata" la navetta, che porta la spola da cui si dipana la trama, formando l'intreccio.
dal filato al tessuto
orditoio sezionale
imbozzimatrice
schema di una imbozzimatrice
dal filato al tessuto
SCHEMA DI UN TELAIO
1. subbio a frazione 2. catena 3. liccio 4. pettine 5. navetta 6. trama 7. rullo avvolgi tessuto
dal filato al tessuto
ALCUNE IMPORTANTI STRUTTURE
canvas
twill
satin
dal filato al tessuto
LE ARMATURE FONDAMENTALI Il filato compone il tessuto secondo un certo intreccio o armatura, cioè il modo col quale trame e orditi si legano e si intrecciano tra loro. L'armatura influisce indirettamente non solo sull'estetica ma anche sulle caratteristiche strutturali del tessuto. Le infinite armature esistenti derivano da tre tipi fondamentali: armatura tela armatura saia armatura raso o satin
dal filato al tessuto
ARMATURA TELA Detta anche "taffetà", è la più semplice e diffusa. Ogni filo di trama si intreccia (cioè passa sopra e sotto) ad ogni filo di ordito, per ogni intersezione dei fili. La armature a tela hanno diritto e rovescio uguali, sono molto resistenti e presentano una superficie regolare. Tra le varianti ricordiamo: armatura nattè o panama, che impiega parallelamente due o più fili in trama e in catena armatura oxford, usata in prevalenza nelle tele leggere per camiceria, è ottenuta con due fili di ordito e uno di trama armatura rep o cannellèe si aumentano in numero e proporsioni diverse i fili di trama e di ordito, ottenendo un effetto a coste
dal filato al tessuto
ARMATURA SAIA Detta anche "batavia", è l'armatura base dei tessuti d'abbigliamento ed è caratterizzata da un andamento diagonale molto regolare, da sinistra in basso a destra in alto. Nell'armatura saia l'intersezione dei fili di trama e ordito si ripete ad intervalli regolari, ma sfalsati diagonalmente. Le saie sono tessuti piÚ elastici delle tele, molto resistenti, e permettono una grande combinazione di disegni, tra cui gli spigati, in cui si usa l'armatura spiga, che è ottenuta invertendo alternativamente, a brevi intervalli, la direzione diagonale della saia.
dal filato al tessuto
ARMATURA RASO Detta anche "satin", reca punti di intersezione, o legature, molto radi e distanziati, dando così alla superficie del tessuto una apparenza liscia ed uniforme, lucente e morbida. I rasi sono però poco "legati" e quindi meno resistenti e più facili a logorarsi. Molto diffusi sono i rasi da 5 e da 8, in cui cioè il filo di ordito si intreccia ogni 5 o 8 trame. Altre varianti sono il raso turco o il raso duchesse.
dal filato al tessuto
CLASSIFICAZIONE DEI TESSUTI CON EFFETTI DI SUPERFICIE
rasati garzati o follati tessuti a pelo
CON EFFETTI DI DISEGNO O COLORE
uniti (tinti in pezza) disegnati (con fili colorati) operati (con disegni di fondo) stampati ricamati
SEMPLICI quelli che si ottengono da un ordito e da una trama su telai normali
COMPOSTI quelli che si ottengono con pi첫 orditi e pi첫 trame su telai speciali
tessuti doppi o double (due serie di filati in catena e in trama) tessuti multipli (con tre o pi첫 serie di orditi e trame) "double face" (le due trame e orditi danno colori o disegna diversi) spugna (un filo da un ordito supplementare forma anelli arricciati)
piccolo glossario del tessuto BROCCATO - tessuto pesante e molto ricco, generalmente di pura seta, con effetti a rilievo nei ricami, su fondo spesso color oro o argento CADY - tessuto pettinato di cotone, lana o altre fibre, usato per abbigliamento elegante CALANDRATO - o "satinato", tessuto passato tra le "calandre", cilindri rotanti riscaldati, che lo stirano, per dare un aspetto liscio ed appiattito, o incidono disegni CANNELLE' - o "reps", dicesi dei tessuti "scannellati", a coste distanziate, di solito robusti e compatti CASENTINO - panno di lana originario dell'omonima zona della Toscana, rustico ma soffice, con pelo di media altezza leggermente arruffato CHIFFON - un tessuto molto fine e leggero (gr. 40 o 50 al metro), di seta o altre fibre, in filati molto ritorti e sottili, trasparente come un velo CIMOSSA - detta anche "lisiera" o "vivagno", è il bordo laterale delle stoffe, in generale piÚ fitto e resistente, nel quale talvolta viene intessuta la marca o il marchio del fabbricante o altre scritte (cimossa "parlante") CORDA ROTTA - una particolare armatura tessile per ottenere effetti di disegno
piccolo glossario del tessuto CRESPO - nome generico dei tessuti dal caratteristico aspetto granuloso, increspato, ondulato o comunque mosso, ottenuto per effetto di armatura, o più spesso usando i filati omonimi, ad elevata torsione DAMASCO - è un tessuto jacquard di origine orientale inizialmente fatto su telai a mano, con armatura e tessitura più stretta e rigida del broccato. spesso è realizzato in unico colore, con filati brillanti che creano disegni a rilievo chiaro - scuri DAMIER -disegno a scacchi o quadri alternati e contrastati, piccoli o medi, come una scacchiera DECATISSAGGIO - operazione finale con cui si trattano i tessuti per eliminare gli stralucidi di pressatura, umidificando il tessuto per fissarne stabilmente le dimensioni DONEGAL - un tweed originario irlandese fatto a mano. Oggi oltre che in cardato, si fa anche in semipettinato. L'aspetto è ruvido e sportivo, la mano dolce, la superficie ha tanti bottoni colorati FELTRO - panno tessuto, ma anche nontessuto, che si ottiene sfruttando la proprietà feltrante della lana. Feltri sono anche i cappelli di lana o pelo di coniglio
piccolo glossario del tessuto FLANELLA - è un classico dell'abbigliamento, di peso medio o leggero, con struttura abbastanza compatta, mano morbida e calda, follata o garzata. La flanella pettinata è più resistente e più fine, quella cardata, detta anche vigogna, è morbida e delicata. FUSTAGNO - robusto tessuto di cotone, realizzato con filati molto resistenti, garzato sul diritto sì da sembrare uno scamosciato più o meno vellutato GABARDINE - è un tessuto base per l'abbigliamento, elastico e resistente, ad armatura diagonale, con struttura serrata e liscia, ben rasata. L'ordito è di doppia densità rispetto alla trama e i pesi sono variabili dai tipi estivi sino al tipo pesante GARZATO - è ogni tessuto cui sia stato sollevato il pelo, facendolo scorrere, dopo averlo follato, a contatto con cilindri rotanti provvisti di punte metalliche (garze) o di cardi vegetali GIRO INGLESE - speciale armatura con un doppio filo di ordito, che "gira" intorno ai fili di trama evitando lo scorrimento e dà al tessuto maggiore stabilità GOFFRATO - tessuto a nido d'ape con effetti a rilievi e incavi formanti disegni geometrici, realizzati per effetto di armatura o incisi con la calandratura
piccolo glossario del tessuto GRISAGLIA - è un classico disegno del tessuto maschile, con un effetto di scaletta diagonale poco pronunciato, realizzabile in armature e pesi diversi GROS GRAIN - tessuto a grana grossa, con nervature di ordito pronunciate, usato anche come guarnizione MERCERIZZATO - dicesi del cotone o lino sottoposti al trattamento di mercerizzazione, con un bagno chimoco che dà lucentezza, elasticità e sostenutezza ai filati e ai tessuti NATTE' - detto anche "panama" o "stuoia", è un'armatura tela in cui lavorano appaiati più fili, in trama e ordito, da cui tessuti pesanti ma sciolti, con disegni marcati, simili a stuoie, usati in laneria ORGANZA - una mussola di cotone, fine e leggera (da 30 a 40 gr e più) molto trasparente, realizzata con filati dal titolo altissimo, rinforzata da un appretto rigido OTTOMAN - pettinato di medio peso a struttura serrata con coste orizzontali ben delineate, ottenute con grossi fili di trama che vengono coperti da un sottile filo di ordito PANNO - genericamente sta per tessuti lanieri molto follati e feltrati
piccolo glossario del tessuto RASATO - dicesi di tessuto pettinato non garzato, che ha subito una cimatura a fondo, senza peluria SPINATO - detto anche "spigato" o "spina pesce", è un disegna base, ottenuto da armatura saia invertendo a intervalli la direzione delle diagonali TAFFETA' - termine generico indicante i tessuti in armatura tela, di seta o di cotone TWEED - tessuto cardato di peso medio o invernale a grana grossa un pò ruvido, disegni fantasia in due o tre colori o spigato (Harris Tweed) VELLUTI - in generale tutti i tessuti con una superficie di fitto pelo perpendicolare all'armatura, liscio, lucido e compatto. Una variante è il velluto a coste per effetto di tessitura o per altri procedimenti ZEPHIR - tessuto di cotone fine e leggero (ma anche di lana), ritorto a due capi, soprattutto per camiceria ZIBELLINO - dal nome di un piccolo animale da pelliccia, in laneria indica un drap con pelo orientato o un tessuto cardato a pelo, con riflessi serici simili a quello di una pelliccia, ottenuto con una forte follatura o feltratura, successivamente, garzato e stricato, e quindi cimato in bagnato
DEFINIZIONE DI TESSUTO A MAGLIA Mentre nella tessitura cosiddetta "a navetta" il tessuto viene formato da fili diversi di ordito e trama che si intrecciano, incrociandosi sempre ad angolo retto, la maglia viene formata da un filo unico, che ha un andamento curvilineo, e che viene legato dagli aghi in una serie di occhielli concatenati uno all'altro, detti maglie. Ne consegue che la produzione è più semplice ed economica ed è caratterizzata da notevole velocità e flessibilità, superiore a quella dei tessuti tradizionali schema di maglia in catena
schema di maglia in trama produzione di maglia in catena
macchina da maglieria rettilinea
macchina da maglieria circolare
Uno strato, velo di carda o insieme di fibre, orientate in modo direzionale o casuale, legate tra loro per frizione e/o coesione e/o adesione, con esclusione della carta e dei prodotti frutto della tessitura, della maglieria, della tecnologia tufting o stitchbonding, ovvero contenenti fili o filati di cucitura, o feltrate per follatura a umido, che siano o meno ulteriormente agotrattate. Le fibre possono essere di origine naturale o man-made, in forma di fiocchi o fili continui, ovvero essere formate "in situ"."
nontessuto
DEFINIZIONE DI NONTESSUTO
finissaggio
finissaggio
IL FINISSAGGIO TESSILE Scopo del finissaggio dei tessuti è di fornire al mercato un prodotto valido sia dal punto di vista estetico che funzionale, soddisfacendo le esigenze tecniche dell'industria della confezione e le richieste di comfort e di performance dei consumatori. Ciò si ottiene valorizzando le proprietà intrinseche delle macromolecole fibrose del tessuto, o aggiungendone di nuove con lavorazioni opportune. Il finissaggio è infatti spesso detto anche "nobilitazione". Sul tessuto greggio, appena sceso dal telaio, i trattamenti da attuare sono essenzialmente tre: eliminare le sostanze estranee sviluppare il "finish", nelle sue componenti fondamentali di mano e di aspetto conferire al tessuto finito proprietà tali da assicurare un comportamento ottimale in confezione e durante l'uso.
finissaggio
LE OPERAZIONI FONDAMENTALI Durante il finissaggio, il tessuto viene sottoposto ad una serie complessa di operazioni, assai variabili secondo l'articolo, raggruppabili in due fondamentali sottocicli: finissaggio a umido (che può comprendere anche la tintura in pezza)
finissaggio asciutto In sintesi si può dire che il primo pone le basi per la qualità e la mano del tessuto, il secondo le sviluppa e le perfeziona. La figura a lato rappresenta lo schema del processo di finissaggio.
finissaggio
IL FINISSAGGIO A UMIDO LAVAGGIO - Ha lo scopo di eliminare le impurezze accumulate nel corso delle lavorazioni precedenti e di provocare il rilassamento delle tensioni interne, con effetto sulla mano. FOLLATURA - Sfruttando il fenomeno della feltratura, tipica della lana, conferisce al tessuto, ove richiesto, un particolare grado di compattezza e massa per unità di superficie. FISSATURA - Prevede numerose varianti, e provoca un fenomeno di "setting", con effetti sia sulla mano, sia sulla stabilità ai trattamenti successivi, che potrebbero alterare l'assetto del tessuto. CARBONIZZO - Mediante un trattamento con acido solforico, sono eliminate le particelle vegetali eventualmente presenti sul tessuto. GARZATURA - Se richiesto dal particolare finissaggio, questa operazione estrae il pelo dalla superficie del tessuto, disponendolo poi in varie maniere, per intervento della "stricatura". L'operazione può aver luogo su tessuto umido od asciutto, su macchine dotate di garzi vegetali o metallici.
finissaggio
IL FINISSAGGIO A SECCO CIMATURA - Ha lo scopo di rasare o egualizzare il pelo ad una determinata altezza, in relazione all'articolo in lavoro. Una variante dell'operazione è il "bruciapelo". PRESSATURA - Si tratta di un'operazione che conferisce alla superficie del tessuto un aspetto più piatto e lucido, e comporta anche un moderato "setting". Può avvenire in continuo (calandra) o in discontinuo VAPORIZZO - E' un trattamento di rilassamento delle tensioni interne, provocato dall'azione del vapore su un tessuto libero da vincoli meccanici. Ne consegue una riduzione delle dimensioni del tessuto (restringimento), e una migliore stabilità. DECATISSAGGIO - E' l'operazione fondamentale ai fini della mano e della lavorabilità del tessuto: si tratta di un'azione di "setting" per effetto del vapore su di un tessuto sottoposto a vincolo meccanico. Gli effetti ottenibili sono molto vari, in base alle regolazioni di processo: temperatura del vapore, durata, natura del vincolo meccanico, modalità operativa e quantità di umidità presente sul tessuto.
finissaggio
I PRINCIPALI FINISSAGGI TIPO Si possono classificare in tre grandi categorie: finissaggio rasato: è tipico dei tessuti pettinati, in particolare di quelli leggeri (estivi) e si caratterizza per l'assenza dell'operazione di follatura, per la cimatura eseguita a fondo e per l'aspetto nitido, che mette in evidenza il disegno. finissaggio follato: include la follatura e conduce quindi ad un tessuto compatto e dall'aspetto più fuso, con armatura meno in evidenza e leggera peluria superficiale. Si applica prevalentemente ai tessuti cardati. finissaggio a pelo: normalmente riservato ai tessuti cardati (e previamente follati), si caratterizza per l'operazione di garzatura. Secondo le modalità di lavorazione e in base all'aspetto del pelo (corto o lungo, coricato o no ...), si distinguano numerose sottocategorie: velour, loden, drapé ecc...
la tintura
IL PROCESSO DI TINTURA Il processo di tintura è finalizzato a conferire al tessuto o alla maglia un valore cromatico idoneo al suo utilizzo finale. Esso può essere realizzato in stadi differenti del processo produttivo tessile e in differenti forme: in fiocco, in filo, sul tessuto o in capo. Quando la tintura è realizzata in una fase iniziale del processo, ad esempio in fiocco, si può ottenere una migliore solidità del colore. La tintura in filo avviene quando la fibra greggia è già stata filata, ed è indispensabile per la produzione di tessuti Jacquard o rigati; questo metodo di tintura garantisce una buona solidità del colore perché la tintura penetra nelle fibre e raggiunge anche la parte più interna del filato. La tintura può avvenire in matasse, o su rocche in autoclave, oppure ancora i fili di ordito possono essere tinti su subbi perforati, sempre in autoclave. La tintura in pezza è realizzata con diversi tipi di macchinari e il tessuto può essere tinto in largo o in corda. I più importanti processi di tintura in pezza sono: jigger system jet (o rope) system beam system
Gli schemi di questi tre processi sono raffigurati nelle pagine seguenti
la tintura
Queste macchine sono state usate per lungo tempo per trattare lotti di tessuti di media grandezza con un processo di tintura a esaurimento in largo. Il tessuto si muove mentre il liquido sta fermo, eccezion fatta per le macchine pi첫 moderne, che sono equipaggiate anche con una pompa di circolazione.
Schema di un impianto di tintura in pezza jigger
la tintura
Queste macchine, in cui sia il liquido che il materiale si muovono, sono usate per la tintura in corda e la preparazione; il tessuto è trasportato e guidato nella macchina solo dalla forza del fluido. Questo sistema funziona ad alte temperature (massimo range di temperature tra i 135 e i 140°C).
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Schema di un impianto di tintura in pezza a 1. jet 2. rullo guida 3. tubo di trasporto 4. scambiatore di calore 5. pompa di circolazione
jet 6. pompa ausiliaria 7. tino per aggiunta liquido 8. tessuto e tino di sosta 9. segnalazione magnetica 10. valvola by-pass
la tintura
La diffusione del poliestere - una fibra che richiede una temperatura di tintura molto elevata, (fino a 140°C) - ha portato ad una diffusa applicazione delle macchine di tintura su subbi. Esse comprendono un'autoclave di tintura con circolazione del liquido, e il tessuto in largo è posto su un subbio perforato munito di piastre.
Schema di un impianto di tintura su
subbio
Il processo di stampa può essere considerato una sorta di "tintura selettiva", che dà un importante contributo all'estetica del tessuto, grazie alla combinazione di colori e metodi di tintura. Per ottenere disegni ben definiti, precisi e riproducibili, i comuni coloranti tradizionalmente usati non sono sufficienti, a causa della capillarità e/o igroscopicità delle fibre e la migrazione delle tinte, che non può garantire campi di colore ben nitidi e incisi. E' quindi necessario usare speciali liquidi, convenzionalmente detti "paste di stampa", la cui principale caratteristica è un alto grado di viscosità. Di conseguenza, il colorante applicato sul tessuto, in ben definite zone per riprodurre il disegno desiderato, non può migrare verso altre aree del tessuto. L'applicazione del colore di stampa si realizza"forzandolo" attraverso il tessuto grezzo su speciali blocchi di stampa o rulli cavi perforati, applicati sul tessuto. Il colore è quindi fissato col vapore. Le tre principali tecnologie sono: stampa a quadri stampa a cilindri stampa a transfer
la stampa
IL PROCESSO DI STAMPA
racla
quadro di stampa
tessuto
cinghia trasportatrice
quadro pasta di stampa
racla a rullo
tessuto
contenitore colorante
la stampa
Schema di una macchina di stampa a quadri
Schema di una macchina di stampa a cilindri sistema di raffreddamento alimentazione del tessuto dispositivo a rullo
testa di stampa
tessuto gommato rullo pressore
sottopezza
tessuto stampato
Dettaglio di una tesata di stampa rullo di stampa inciso racla (lama pulente) rullo di alimentazione colorante vasca del colorante
la stampa
forno di essiccamento
rullo di carta con la stampa
rullo di tessuto
Schema di una macchina di stampa a transfer
la stampa
cilindro riscaldato fino a 170/180째 C
Con il lancio e la diffusione delle resine sintetiche, i processi di "spalmatura e accoppiatura" hanno conosciuto una straordinaria crescita, soprattutto in Italia. I tessuti spalmati e accoppiati sono classificati secondo il loro uso, ad esempio per abbigliamento, arredamento, calzature, pelletteria e articoli tecnici. Generalmente il processo parte da un tessuto o da un nontessuto, usato come "supporto". Tutte le fibre possono essere usate, dalle sete leggereal lino e alla canapa, dalle fibre sintetiche alle fibre di vetro. Per quanto riguarda le resine usate per lo strato di spalmatura, i produttori un tempo impiegavano solo prodotti naturali ma ora si usano quasi esclusivamente polimeri di sintesi di elevato peso molecolare. Questi polimeri sono legati al tessuto di fondo per mezzo di calandre, sotto forma di sottili fogli e sono soprattutto applicati in forma di dispersione acquosa o sciolti in solventi. Le caratteristiche e proprietĂ dei tessuti spalmati dipendono dalla struttura chimica delle resine applicate e dal tipo di tessuto usato per il fondo.
spalmatura&accoppitura
SPALMATURA E ACCOPPIATURA
spalmatura&accoppitura
batteria di accumulazione testa di spalmatura
zona di accoppiatura forno di essiccamento
raffreddament o
alimentazione tessuto
forno di essiccamento raffreddamento
zona di distacco
Schema di una linea di spalmatura
dispositiv o a rullo
spalmatura&accoppitura
batteria di zona di accumulazione accoppiatura alimentazione del tessuto testa di spalmatura
forno di essiccamento
raffreddamento dispositiv o a rullo
Schema di una linea di accoppiatura
spalmatura&accoppitura
LA LAMINAZIONE DI UNA MEMBRANA E' il processo di trasferire un sottile film polimerico (membrana) a un tessuto. Questo "layer" applicato al tessuto impartisce le desiderate proprietĂ di traspirabilitĂ e impermeabilitĂ , pur mantenendo la mano morbida e il buon drappeggio del tessuto.
tessuto esterno
membrana
nonwoven/maglia
fodera
spalmatura&accoppitura
Gore-Tex, marchio registrato di W.L. Gore & Associates, è certo la più nota delle molte membrane esistenti sul mercato per rendere i tessuti impermeabili e traspiranti. Gore-Tex è realizzato con la espansione termo - meccanica di politetrafluoroetilene (in sigla PTFE), ed altri polimeri fluorurati. Essi sono usati in una vasta gamma di applicazioni, quali tessuti high performance, applicazioni medicali, filtrazione, isolamento di fili e cavi, guarnizioni e sigillanti. I tessuti che portano il marchio Gore-Tex sono realizzati con l'accoppiamento di una sottilissima membrana porosa fluoropolimerica con un coating uretanico, e in genere sono composti da nylon o poliestere. La membrana ha circa 9 milioni di pori per pollice quadro, ciascuno dei quali è circa 20,000 volte più piccolo di una goccia d'acqua, rendendolo impenetrabile ai liquidi, mentre consente alla piccole molecole di vapore di passare all'esterno. Il risultato è un materiale traspirante e insieme impermeabile e antivento. Le più diffuse applicazioni del Gore-Tex sono nell'abbigliamento e nelle scarpe per attività outdoor . In quel contesto, aiuta a proteggere 1. vento e pioggia sono bloccati 2. la traspirazione passa attraverso i micropori PTFE l'utilizzatore da pioggia e vento 3. tessuto esterno consentendo al sudore di 4. membrana GORE-TEX PTFE 5. tessuto interno uscire all'esterno ed evaporare. 6. trattamento superficiale oleofobico
LE MEMBRANE IDROFILICHE
gocce d’acqua water droplets
tessuto fabric gruppi idrofilici nella catena polimerica hydrophilic groups of the polymer chain.
molecole di vapore acqueo water vapour molecules
accoppiatura idrofilica bonded hydrophilic layer
Nel caso delle membrane non microporose, al tessuto è infatti un sottilissimo strato di poliuretano con proprietà idrofiliche, che svolge una duplice funzione. Da un lato la sua superficie continua funge da barriera impenetrabile all’acqua e all’aria, rendendo il tessuto altamente impermeabile e naturalmente “wind stopper”. Dall’altro la sua natura idrofila consente una elevata traspirabilità, favorendo il passaggio dell’umidità prodotta dalla sudorazione. Il trasferimento verso l’esterno avviene per osmosi, in quanto le componenti idrofiliche del poliuretano assorbono il vapore acqueo a livello molecolare e lo trasportano da un lato all’altro del tessuto, tramite un processo di diffusione. L’umidità e la temperatura fungono da motore in questo processo, e, poiché queste sono più alte all’interno che all’esterno di una scarpa o di un capo d’abbigliamento, il vapore acqueo derivante dalla sudorazione migrerà verso l’esterno, creando una sensazione di asciutto e assicurando un elevato livello di comfort.
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