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Davide Van De Sfroos Concerto a San Siro
Le parole di Davide
Dopo un viaggio di oltre sei mesi su questa astronave delle meraviglie finalmente sono atterrato a casa e posso valutare le cose una per una, ripensare serenamente a tutte le avventure che ho vissuto. Un viaggio arduo che negli ultimi tempi si era trasformato in una scalata. La vetta era sempre più lontana eppure ogni giorno più vicina. Avevo quasi la nausea del baraccone, della mia immagine riproposta e rispecchiata ovunque. Ma venerdì sul palco di San Siro, con i fan a riempire il prato e gli spalti tutto è esploso, è stato magico. Una luna che si è fatta piena come quella che brillava nel cielo di Milano, si è completata grazie all’alchimia tra il pubblico e la musica. Lo sciamano azteco me lo aveva detto. Aveva benedetto con l’incenso lo stadio, gli strumenti e il prato qualche ora prima e aveva profetizzato l’energia positiva che ci avrebbe guidato. E la luna si è riempita con lo spirito dei presenti ma anche degli assenti. Una parola, un saluto per far sentire vicino anche chi era lontano e non ha potuto salire a bordo della nave. Sì, San Siro come una immensa nave che ha viaggiato a lungo sulle onde fatte di persone arrivate da tutti gli angoli d’Italia, da Roma e da Como, dal Molise e da via Biancamano, la strada di Monza in cui sono nato. Una nave che è giunta in porto sotto una luna splendente, abbracciata dal mare di pubblico. Una magia corale, fatta dei 20 musicisti e dei due ospiti con me sul palco, per sconfiggere la paura. Il popolo che ci ha seguito in questi vent’anni ha cantato e ballato senza farsi bloccare dai fantasmi del terrore. Una notte di pienezza, di complementarietà in cui tutti hanno fatto circolare il flusso positivo, un’onda che torna e ritorna ma sono le canzoni che hanno fatto da collante e sono volate sulla testa delle persone. Un mistero insondabile non risponde alle mie domande: «Cosa cerca questa gente? Cosa ci fa qui?». E poi quella galassia di stelle fatta di cellulari illuminati, a dire che la via del folk passa attraverso i cuori. Una magia che, un giorno, potrebbe tornare ad accendersi. Non posso fare a meno di pensarlo.
Il sognatore di Mezzegra ha incantato San Siro (rimanendo se stesso) di Massimiliano Capitanio Concorezzo.org
Ci sono i bambini che corrono avanti e indietro per il prato (coperto) di San Siro come fossero al Luna Park. Ci sono ballerine che interpretano le canzoni come fossero alla Scala. Ci sono coppie che ballano. Ci sono vortici dove si "poga". E ancora le maschere del carnevale di Schignano, l'armonica del puma di Lambrate, Fabio Treves, lo sciamano, gli Schiver Folk da Briosco, i Luf dalla Vallecamonica, la Gnola Blues Band. Il 9 giugno doveva essere la data simbolo della carriera di Davide Va De Sfroos, è invece è stata qualcosa di più. Il cantautore monzese, cresciuto a Mezzegra sul lago di Como, è arrivato là, a San Siro, il tempio della musica che è abituato a confrontarsi con gente come Bruce Springsteen. Davanti a più di 20mila persone, il cantautore laghée si è tolto lo sfizio di rimanere se stesso, di parlare ai propri fan come se li conoscesse ad uno a uno (e ci sono le dediche a chi non è potuto esserci per assistere il padre malato o anche per Matteo e Fulvio che, in quel momento, chiederanno rispettivamente la mano di Lina e Daniela), di masticare folk, blues e rock senza piegarsi a smanie di grandezza. Non è stato un evento da strapaese esportato in un teatro internazionale. E' stato semmai il contrario: è stato premiato il coraggio di uscire dai canoni con un concerto vero, riempito da artisti della musica, salutato con entusiasmo e divertimento dal pubblico. Un pubblico caleidoscopico e intergenerazionale, la miglior risposta alla paura terrorismo che, anche venerdì sera, ha imposto misure di sicurezza mai viste. In poco meno di tre ore, De Sfroos ha emozionato con pezzi come Ventanas e 40 pass, ha scatenato il "pogo" con Cyberfolk, Cauboi e Grand Hotel, ha fatto cantare con La ballata del Genesio, Pulenta e Galena Fregia, La balera, ha sorpreso iniziando il concerto con Lo sciamano. Missione compiuta. Quando le luci si stanno per riaccendere per rispettare il tassativo orario delle 23,30,c'è tempo per canticchiare abbracciato alla sua band La Curiera. Per lui, che non giocava a calcio nemmeno in oratorio, era come sbarcare sulla luna. Ci è arrivato. E si è portato dietro migliaia di persone entusiaste.
La scaletta
Lo sciamano La balada del Genesio Televisiun Nona Lucia Il costruttore di motoscafi Grand hotel Ventanas 40 pass La figlia del Tenente De sfroos El diavul La ballata del Cimino Il duello E semm partii
El mustru Il figlio di Guglielmo Tell El carnevaal de Schignan La machina del ziu Toni Cauboi Il paradiso dello scorpione Yanez Akuaduulza Hoka hey Pulenta e galena fregia Cyberfolk La Balera La Curiera
Concerto a San Siro
Foto e design di Giorgio Belletti giugno 2017
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Davide Van De Sfroos