Il destino dei rifiuti urbani in Italia: i dati Ispra 2018

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AMBIENTE

FILIERE DEL RECUPERO

Il destino dei rifiuti urbani

cità è possibile comunque identificare gli elementi di “stress” del settore impiantistico, che è possibile suddividere tra fattori esteri (blocco di alcuni flussi verso la Cina e l’India, nuovo Pacchetto UE sull’Economia Circolare con importanti sfide sul livello di effettivo reL’ultimo rapporto Ispra fa il punto sulla gestione dei rifiuti urbani cupero, evoluzione dei modelli economici con superamento del modello lifotografando una realtà in cui decresce il conferimento in discarica neare e approccio ai nuovi modelli ecoa fronte di una crescita del recupero e dell’incenerimento. nomici basati sull’Economia Circolare, etc.) e fattori nazionali (distribuzione geografica disomogenea degli impiandi Giorgio Ghiringhelli (ARS ambiente Srl, Università Cattaneo – LIUC, Assorecuperi) to, maggiormente concentrati al nord, Approfondimenti: il 40%, mentre nel Nord si attesta al mancanza di un quadro normativo cerwww.largoconsumo.info/tag/Raccolta 12% (Ispra, 2018). to soprattutto per l’end-of-waste, neDifferenziata È possibile schematizzare i flussi di cessità di incrementare la concorrenza Italia avvia a riciclo circa destino dei rifiuti urbani per compren- tra i player del settore, necessità di un 91,8 Mt, pari al 65% dei rifiu- dere le “intersezioni” esistenti tra le quadro regolatorio più definito con ti speciali prodotti, e circa diverse fattispecie impiantistiche e le l’intervento di ARERA, etc.). 13,8 Mt, pari a circa il 47% di relazioni di interdipendenza del sistePer quanto attiene il fabbisogno imrifiuti urbani (Ispra, 2018). La gestio- ma impiantistico a servizio del tratta- piantistico nazionale occorre rifarsi ne dei rifiuti in Italia «vale» circa 28 mento dei rifiuti urbani (Fise Assoam- alle stime effettuate da diversi soggetmiliardi di euro: 11,2 miliardi di euro biente, 2019). ti istituzionali ( diversi sia per numeper i rifiuti urbani (Ispra, 2018) e 16,9 rosità che per “posizionamento” riIl conferimento in discarica spetto ai temi ambientali) ovvero Gomiliardi di euro di rifiuti speciali (Fise dei rifiuti urbani sta dimiAssoambiente, 2019). verno (con riferimento al Decreto c.d. Gli impianti a servizio della gestio- nuendo come media nazionale “Sblocca Italia”, Fise Assoambiente, ne dei rifiuti urbani in Italia sono Utilitalia, REF Ricerche e Legambien11.087 (Ispra, 2016) di cui 2.143 in Nel grafico seguente sono ben evi- te) che individuano necessità da 4 a 9 Lombardia. Le principali fattispecie denziati i trend che hanno interessato le nuovi inceneritori, da 22 a 53 impianti impiantistiche e la loro numerosità principali tipologie impiantistiche dal di digestione anaerobica/compostagmacro-regionale sono riportate nella 1998 al 2017 (Ispra, 2018): riduzione gio, da 0 a 16 nuove discariche e da 20 tabella seguente. dell’impiego dello smaltimento in di- a 26 impianti di ricicolo/recupero. CoDagli ultimi dati presentati da scarica e crescita delle altre forme di me si vede, pur nella grande variabiliISPRA, nel 2017 in Italia il 47% dei smaltimento (incenerimento) e recupe- tà delle stime raccolte è univoca la RU è avviato a recupero di materia - ro (TMB – Trattamento Meccanico- rappresentazione della necessità di circa il 20% recupero della frazione or- Biologico, Compostaggio/Digestione nuove infrastrutture impiantistiche nel ganica da RD (umido e verde) e 27% Anaerobica delle frazioni organiche e paese a servizio dello sviluppo delriciclo delle altre frazioni merceologi- Riciclo delle frazioni secche – in pri- l’Economia Circolare. che – mentre il 18% viene avviato a ter- mis Carta, Plastica, Vetro, Metalli). Concludendo si può certamente afmovalorizzazione e l’1% a recupero Il sistema impiantistico nazionale ha fermare che lo scarso sviluppo impianenergetico presso impianti produttivi diversi elementi di criticità che negli tistico determina incremento di costi di (es. cementifici, centrali termoelettri- ultimi anni si sono palesati anche in gestione non solo per i rifiuti urbani che). Una quota pari al 23% dei RU è modo drammatico; basti infatti pensare (soprattutto nelle aree del centro-sud) conferita in discarica, l’1% è esportato, agli oltre 300 roghi di impianti di stoc- ma anche per i rifiuti speciali e che mentre rimane una quota pari al 5% di caggio e trattamento che si sono verifi- l’Economia Circolare non può prescinrifiuti in giacenza presso gli impianti di cati in tutta Italia. Senza entrare nel dere da un’adeguata struttura impiantitrattamento. Ad incrementare il flusso dettaglio tecnico degli elementi di criti- stica a livello nazionale. Il fabbisogno di rifiuti verso il riciclo, la terdi investimenti a livello nazioGLI IMPIANTI A SERVIZIO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI movalorizzazione e soprattutnale per gli obiettivi del settoIN ITALIA, PER TIPOLOGIA E MACRO REGIONE: 2017 to la discarica interviene anre al 2035 (Pacchetto UE che il quantitativo di rifiuti a sull’Economia Circolare), è Tipologia impiantistica Nord Centro Sud Italia valle del trattamento meccanistato stimato in almeno 10 miCompostaggio 168 42 64 274 co-biologico, a cui nel 2017 liardi di Euro (Fise AssoamTrattamento integrato aerobico e anaerobico 26 2 3 31 sono stati conferiti circa 9,5 biente, 2019). Ma perché queDigestione anaerobica 19 0 2 21 milioni di ton di rifiuti urbani. sti investimenti abbiano positiTrattamento meccanico biologico (TMB) 42 36 52 130 Di fatto il conferimento in dive ricadute sul PIL serve una Incenerimento 26 8 7 41 scarica dei RU sta diminuenstrategia nazionale per un rieCoincenerimento 9 1 2 12 do negli ultimi anni come mequilibrio a livello territoriale e Discarica 52 31 51 134 dia nazionale: è del 23% nel la gestione dell’impiantistica 2017 rispetto al 46% del 2010 esistente in modo da limitare il Totale 342 120 181 643 ma a livello di macroarea nel trasporto fra diverse regioni e Largo Consumo Fonte: Ispra - Rapporto Rifiuti Urbani 2017 Sud, nel 2017, supera ancora le esportazioni. ■

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LARGO CONSUMO n. 1/2020


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