Inciviltà e littering: causa e danni di un malcostume

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Supplemento al numero 49 - anno 70 - MercoledĂŹ 14 marzo 2018

via Po Conquiste del Lavoro

ECONOMIA

InciviltĂ e littering


Il littering, causa e dan

C

os'è il littering Ogni tipologia di bene o rifiuto può potenzialmente essere oggetto di abbandono, e per questo è difficile classificare ed elencare compiutamente tutte le tipologie di rifiuti che è possibile rinvenire nell'ambiente. Inoltre occorre considerare che le tipologie di rifiuti cambiano nel tempo colo modificarsi delle abitudini di consumo e con la disponibilità di nuovi materiali. Con "litter" si intendono tutti quei piccoli o medio-piccoli rifiuti gettati illegalmente in spazi pubblici o privati. I più comuni sono i "chewing gum", le bottiglie e le lattine, le confezioni di bevande, i pezzi di carta e di vetro, le scatole vuote di sigarette, i sacchetti, gli avanzi di cibo, le confezioni di alimenti e i piccoli imballaggi in genere. Il problema è finalmente all'attenzione pubblica grazie all'interesse e all'indignazione internazionale per il fenomeno del "marine littering" (accumulo di plastica nei mari e oceani). Dove si abbandona? In studi qualitativi sono state classificate le aree prevalentemente oggetto del fenomeno del littering ovvero: aree prossimali a siti residenziali (bordi delle strade, piazze, vicoli, o aree private non custodite ecc.); spiagge e aree lungo corsi d'acqua; aree industriali; posteggi per le automobili; zone prossimali a centri commerciali; parchi pubblici; autostrade; strade secondarie; aree 2

di GIORGIO GHIRINGHELLI Presidente ARS ambiente

rurali nei dintorni delle città. Il piccolo rifiuto buttato in modo improprio per eccellenza è il mozzicone di sigaretta. Chi abbandona e perchè Sono stati effettuati studi quantitativi sulla propensione al littering in diverse situazioni, partendo dalla teoria deduttiva che le norme sociali influiscono sul comportamento dei soggetti. Differenziando le norme sociali di tipo ingiuntivo (ciò che una cultura approva o disapprova sono esempi di normative impositive) e le norme descrittive (sono normative che suggeriscono il comportamento appropriato che molti soggetti seguono in un determinato momento imitando

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altri individui), il risultato degli studi afferma che: le norme descrittive favoriscono comportamenti pro-sociali solo in ambienti puliti; attivando norme di tipo descrittivo, il littering non diminuisce se ci sono altri rifiuti per terra. In uno spazio controllato con l'aumentare dei rifiuti cresce la propensione dell'individuo al littering e diminuisce il tempo di latenza con cui il soggetto butta il rifiuto illecitamente. In uno spazio controllato con l'aumentare dei rifiuti cresce la propensione dell'individuo al littering e diminuisce il tempo di latenza con cui il soggetto butta il rifiuto illecitamente. Tuttavia attivando


nni di un malcostume

nei soggetti osservati norme ingiuntive, l'attenzione si sposta da un comportamento antisociale a pro-sociale. Infatti i soggetti che sono stati esposti a una maggiore conscientizzazione "antilittering" tendono a sporcare meno in ambienti puliti, mentre gettano

più rifiuti dov'è già sporco. L'individuo che pratica il littering di solito sporca meno in un ambiente pulito. In generale da questi lavori di psicologia sociale si evidenzia l'importanza di attivare norme che influenzino il comportamento

umano, ma perchè poi questo tipo di norme ottengano reale efficacia l'ìndividuo deve considerarle importanti e interiorizzarle. Spesso le norme sociali di tipo ingiuntivo/impositivo appaiono più efficaci nel modificare il comportamento delle collettività

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verso l'antilittering. Alcuni ricercatori propongono un modello a due stadi comportamentali di chi partica il littering in luoghi pubblici: attivo e passivo. La differenziazione tra il comportamento attivo (per esempio, qualcuno che lascia cadere il rifiuto al suolo e continua tranquilllamente a camminare) e quello passivo (per esempio, qualcuno che 4

abbandona rifiuti sulla panchina dove è seduto e non lo rimuove quando se ne va) è influenzata dall'intervallo di tempo tra il momento in cui la spazzatura è abbandonata nell'ambiente e la mancata rimozione del rifiuto quando si lascia il territorio. I risultati hanno suggerito che l'inquinamento passivo è più resistente al cambiamento, cioè si

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tratta di un comportamento più difficile da modificare di quello attivo. Che danni causa l'abbandono di rifiuti I problemi causati dal comportamento incivile di alcuni cittadini che abbandonano i rifiuti nell'ambiente sono di ordine igienico-sanitario oltre che ambien-


tale ed evidentemente anche economico. I costi per recuperare i rifiuti abbandonati o per bonificare le discariche abusive vanno, infatti, a sommarsi a quelli relativi alla normale attività di raccolta e smaltimento di rifiuti e ricadono sulla collettività . A ciò va poi aggiunto il danno ingenerato dal degrado estetico delle strade e del territorio in genere, particolar-

mente rilevante in paesi, come l'Italia e la Svizzera, che fanno del turismo e della bellezza del suo territorio un elemento chiave del futuro sviluppo economico. E' possibile riassumere i danni causati dal fenomeno dell'abbandono e dal littering in queste categorie sintetiche: ambientale diretto (per esempio l'inquinamento del suolo o l'uccisione di

qualche animale che si ciba dei rifiuti abbandonati); ambientale indiretto (per esempio causato dalla trasformazione dei rifiuti nell'ambiente); sanitario (per il pericolo di infezioni legate alle condizioni igieniche delle aree soggette ad abbandono rifiuti); estetico; culturale, in quanto l'abitudine a gettare i rifiuti riduce la sensibilitĂ dei cittadini nel rispetto dell'ambiente e della cosa pubblica in genere; sicurezza (per esempio i mozziconi di sigaretta gettati nell'ambiente possono essere causa di incendi, possono otturare i tombini stradali e provocare allagamenti); economico diretto, per i costi di rimozione e pulizia dei luoghi; economico indiretto, per i problemi di immagine e gli investimenti necessari per il controllo e prevenzione del fenomeno. Da alcuni decenni, nei paesi industrializzati, le politiche sanitarie centrali e locali si vanno indirizzando con sempre maggior forza sul controllo dei determinanti non sanitari della salute (fattori genetici, stili di vita, condizioni di vita e di lavoro, contesto generale socio-economico, culturale e ambientale ecc.); nel nostro paese, giĂ da molto tempo, tali politiche hanno tenuto in grande considerazione i problemi connessi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti. Nelle varie fasi della gestione dei rifiuti possono verificarsi fenomeni di rilascionell'ambiente di sostanze chimiche sia in aria, che in suolo, che nell'acqua, oltre che di contaminazione microbiologica, con potenziali effetti dannosi sulla salute. Ai fini della protezione dell'ambiente e della salute sono quindi particolarmente importanti le norme che regolano la gestione dei rifiuti, in tutte le fasi del loro ciclo di vita: dalla produzione e immissione nell'ambiente, alla raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento finale. I rifiuti gettati nell'ambiente, oltre

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a comportare diversi danni di natura ambientale in senso lato (danno estetico, danno civico ecc.) causano, per le loro caratteristiche chimiche, biologiche e tossicologiche, danni anche sulla qualità della vita e sulla salute umana. Ne derivano, a vari livelli, ingenti costi economici diretti e indiretti. Ad oggi è difficile quantificare l'impatto sulla salute umana che possono avere i rifiuti, nelle varie fasi di gestione del loro ciclo di vita. Gli studi epidemiologici sinora condotti non permettono una chiara individuazione di pericoli nè tantomeno una stima del rischio, per esempio, per le popolazioni residenti in prossimità di impianti di trattamento/smaltimento dei rifiuti (discariche o incerenitori), per la difficoltà di raccogliere dati consistenti, statisticamente validi che tengano conto da un lato dell'esposizione della popolazione e dall'altro degli effettti sulla salute. Ma anche la porzione residua di una sigaretta, il mozzicone detto "cicca", rappresenta una seria minaccia per l'ambiente. La combustione per uso voluttuario del tabacco produce più di 4.000 sostanze chimiche, molte delle quali ad azione irritante, nociva, tossica e cancerogena. Una parte di queste sostanze resta nelle cicche; di conseguenza la porzione di sigaretta non fumata contiene diversi agenti chimici pericolosi e rappresenta una seria minaccia per l'ambiente. Anche l'acetato di cellulosa, materiale costitutivo dei filtri, in quanto non biodegradabile, contribuisce alla contaminazione ambientale. Un mozzicone di sigaretta può sembrare una cosa piccola me, quando si guarda al quadro complessivo, alle statistiche (72 miliardi le sigarette consumate ogni anno in Italia), il piccolo mozzicone diventa un'importante fonte di inquinamento. Come affrontare il tema dell'abbandono Gli studi e le ricerche sul littering e l'abbandono dei rifiuti hanno dimostrato la complessità del tema, soprattutto in relazione alla complessità psicologica del fenomeno che impedisce di avere uno "stereotipo" di chi abbandona. L'atto di gettare i rifiuti nell'ambiente è influenzato dal luogo, da cosa si ha da gettaree se le persone sono sole o in gruppo. Nella complessità descritta le ricercyhe cercano di supportare i decisori e gli attori coinvolti nel pro6

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blema (autorità locali, polizia ecc.), di identificare e categorizzare i target e le possibili azioni. Un elemento chiave di qualsiasi percorso contro il littering e l'abbandono di rifiuti è introdurre elementi per educare i cittadini al rispetto dell'ambiente e cambiare quindi le abitudini e la percezione dell'importanza del fenomeno e dei gesti di ciascuno. Le migliori pratiche antillering prevedono quindi, per parole chiave: ricerca, capire il problema: conoscere a fondo il problema è fondamentale implementare strumenti conoscitivi specifici per l'area di interesse; educazione, spiegare il problema: aumentare il livello di educazione al tema rimane una delle azioni decisive a medio-lungo termine per cambiare la sensibilità della collettività e dei singoli; rafforzamento, rafforzare il messaggio: integrare l'educazione con l'informazione continua, con diversi media, e informare delle norme e sanzioni che sono a tutela della collettività; infrastrutture, gli attrezzi per cambiare: per fare la cosa giusta i cittadini devono avere a disposizione un'adeguata dotazione di strumenti (cestini per i rifiuti, cartelli informativi ecc.) e di servizi (svuotamento cestini perchè siano sempre a disposizione ecc.) affinchè il gesto giusto non sia faticoso o addirittura impossibile; incentivi, persuadere i cittadini a cambiare le cattive abitudini: forme di incentivazione diretta sono possibili per stimolare i cittadini a portare i rifiuti nei luoghi idonei; lavorare insieme, creare comunità di intenti: lavorare in modo coordinato, ciascuno con riferimento alla propria area di azione e competenze, è fondamentale per il successo di iniziative di prevenzione del fenomeno; partecipare alla creazione, pianificazione e implementazione dei programmi di azione; buona comunicazione, ogni passaggio deve essere ben comunicato: una forte comunicazione di ogni fase è importante per costruire il giusto supporto alla comunità e portare a successo il programma; monitorare e valutare gli effetti, come sta andando? Stabilire una linea di base quantitativa per il successivo monitoraggio delle azioni intraprese è fondamentale per misurare l'efficacia delle azioni di educazione , prevenzione e cambiamento dei comportamenti. Conquiste del Lavoro / via Po / 14 marzo 2018

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58° via Po Economia, diretto da Mauro Fabi - Supplemento al n. 49 - anno 70 Quotidiano di informazione socio economica

ISSN 0019-6348

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