Tasca - Una regione attenta alla logistica dei rifiuti - Appalti Verdi - feb2010

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RICERCA E TECNOLOGIE

Una regione attenta alla logistica dei rifiuti Analisi statistica dei costi per la gestione dei rifiuti urbani in Lombardia

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DI

LUISA TASCA* E MICHELE GIAVINI** *CESTEC SPA **ARS AMBIENTE

I

n Regione Lombardia la gestione dei rifiuti urbani, a livello comunale, ha presentato negli ultimi anni un’evoluzione rapida e in continuo miglioramento. La Lombardia ha superato ormai da tempo la fase di assoluta dipendenza dalla discarica, sviluppando modelli di raccolta, abbinati al conseguente smaltimento/recupero, in linea con le più recenti direttive europee. Il tasso di raccolta differenziata in Lombardia è pari al 47% per l’anno 2008, con punte di eccellenza se si considera che ben 5 Province presentano valori superiori al 54% come media provinciale. Un’altra eccellenza riguarda la gestione e il monitoraggio da parte dell’Osservatorio Regionale Rifiuti, che fa capo ad ARPA Lombardia, efficiente e innovativa grazie all’utilizzo dell’applicativo O.R.SO. (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale) che permette l’inserimento di tutti i dati tramite internet e dà la possibilità di effettuare statistiche avanzate e raffinate. La Direzione Generale Reti Servizi di Pubblica utilità, Struttura del Garante dei Servizi locali ha svolto, con la collaborazione di Cestec SpA, un’analisi dettagliata dei dati economici sulla gestione dei rifiuti inseriti nel database online O.R.SO. da tutti i Comuni lombardi, l’anno di riferimento è stato il 2008. Lo studio ha permesso di ottenere risultati interessanti anche grazie l’utilizzo di indicatori innovativi. Per poter paragonare i dati relativi a comuni con popolazione molto differente è stato infatti utilizzato il parametro “abitanti equivalenti” che ha reso possibile un confronto più realistico in grado di eliminare le distorsioni dovute alle presenze turistiche o alle attività non domestiche che producono rifiuti assimilati agli urbani. L’indicatore di costo Euro/tonnellata è stato pertanto accantonato in quanto, a titolo esemplificativo, incapace di rappresentare i benefici risultanti da politifebbraio 2010

che di riduzione di rifiuti totali o dal passaggio dal sistema “a cassonetto stradale” a quello “porta a porta”. Gli abitanti equivalenti sono stati calcolati integrando il dato dei residenti con quello delle utenze domestiche che pagano la tassa rifiuti (es. seconde case, non residenti etc.) e delle utenze non domestiche, secondo una modalità di calcolo già utilizzata dall’Osservatorio Provinciale Rifiuti di Varese. Sono stati eliminati dal campione i comuni peri i quali il costo totale per abitante per la gestione dei rifiuti, al netto dei ricavi derivanti da alcune frazioni differenziate, sia risultato evidentemente anomalo, in assoluto o in relazione all’anno precedente.


■ CORRELAZIONI TRA COSTI E VARIABILI DI SCENARIO Densità urbanistica Dall’analisi statistica dei costi totali normalizzati suddivisi per fasce di densità urbanistica si evince che non esistono significative variabilità dei costi di gestione dei rifiuti legate alle caratteristiche geografiche e insediative del territorio. Popolazione Anche la differenza di popolazione nei comuni non appare una variabile rilevante da influenzare in modo netto i costi per la gestione dei rifiuti, fatta eccezione per le città con più di 30.000 abitanti per le quali si ha un costo mediamente superiore del 15% circa. Modello di raccolta (contenitori stradali / porta a porta) Un approfondimento specifico ha riguardato la variabilità dei costi totali normalizzati rispetto ai differenti modelli di raccolta differenziati dei rifiuti. In Lombardia sono presenti due grandi macrotipologie di sistemi per la raccolta dei rifiuti urbani: quello cosiddetto “porta a porta” e “a cassonetti”. Sono 1.109 i Comuni con sistema porta a porta, su un totale di 1.547. Dall’analisi effettuata si consolida la dicotomia tra i due modelli, correlata in particolare ad alcune variabili, come la percentuale di raccolta differenziata e la produzione totale di rifiuti. Il sistema porta a porta infatti obbliga i cittadini ad una maggiore separazione delle frazioni e limita il conferimento improprio ed eccessivo di rifiuti. % Raccolta differenziata ottenibile Media Media PORTA A PORTA CASSONETTI 53,2% 30,5% Totale rifiuti prodotti (kg/ab.eq. anno) Media Media PORTA A PORTA CASSONETTI 383,2 424,1 La comparazione più interessante riguarda il costo totale per l’intero servizio di gestione dei rifiuti (costo della raccolta più costo dello smaltimento). Costi TOTALI: € /ab.eq. (escl. spazz.) Media Media PORTA A PORTA CASSONETTI € 69,31 € 74,45

Dal confronto tra i due modelli di raccolta non si evidenzia una sostanziale differenza per quanto riguarda il costo complessivo di gestione dei rifiuti tra i due sistemi, si evidenzia infatti mediamente un maggior costo attribuibile al modello a cassonetti nella misura di circa un +7% rispetto ai costi attribuibili al sistema porta a porta. In generale si confermano performance più elevate dal punto di vista della percentuale di raccolta differenziata raggiungibile nel caso dei sistemi porta a porta. Costi di raccolta di singole frazioni differenziate ed intercettazione È stato condotto un approfondimento ulteriore per quanto riguarda i costi di raccolta delle singole frazioni, funzionali alla verifica di quanto sia efficace ed opportuno intensificare le frequenze di raccolta. Quello che emerge, pur tenendo in debita considerazione la variabilità dei dati e il numero più ridotto di schede compilate in dettaglio dai Comuni nel database O.R.SO. per quanto riguarda i costi, è la possibilità di effettuare una raccolta efficace dal punto di vista dell’intercettazione a costi contenuti, mantenendo le frequenze ad un livello ragionevole (ad esempio quindicinale per carta, plastica e vetro, bisettimanale per l’umido o addirittura monosettimanale in inverno e bisettimanale nei mesi estivi). Soprattutto per quanto riguarda la raccolta dell’organico si nota come costi più elevati di raccolta, associati il più delle volte a frequenze di ritiro elevate, non garantiscano maggiori intercettazioni. Molto probabilmente sono altri i fattori che determinano il successo di questo tipo di raccolta, come ad esempio la fornitura di sacchetti e contenitori ai cittadini idonei, comodi e possibilmente gratuiti o addebitati in tassa rifiuti. Raccolta differenziata Di particolare interesse, nell’ambito della pianificazione a scala regionale e locale della gestione dei rifiuti, è la relazione tra il costo totale normalizzato e la percentuale di raccolta differenziata (RD) raggiunta. Ma ad una raccolta differenziata a livelli elevati corrisponde a costi altrettanto elevati? La disponibilità di una popolazione di dati molto ampia permette di confermare la debole correlazione tra i costi totali della gestione e la percentuale di raccolta differenziata raggiunta, tuttavia si può affermare che le fasce che presentano i costi più elevati siano quelli con percentuali di raccolta differenziata inferiori al 30%. febbraio 2010

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RICERCA E TECNOLOGIE Analisi delle voci di dettaglio dei costi Un campione significativo di comuni ha indicato correttamente i singoli centri di costo nelle schede compilate in O.R.SO., permettendo così di disaggregare ad esempio le voci principali relative alla sola raccolta ed al solo smaltimento/recupero delle frazioni differenziate e dell’indifferenziato. Nel grafico sottostante si evidenzia, all’aumentare della percentuale di raccolta differenziata, l’incremento dei costi di gestione della differenziata (CDIFF) e la diminuzione di quelli relativi alle frazioni indifferenziate (CINDIFF), ma è interessante notare la decrescita della somma di questi due valori. Analisi della variabilità per fasce di RD dei due indicatori CDIFF / CINDIFF (per abitante equivalente) e la loro somma co correlati al modello di raccolta, come i costi di spazzamento, e quelli generali e comuni. L’analisi è quindi mirata alla sola fase di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Per quanto riguarda il grafico seguente, si nota come i costi della sola raccolta (CRACC, ricordando che si tratta delle raccolta sia delle frazioni differenziate che dell’indifferenziato) appaiono costanti con l’aumentare della percentuale di raccolta differenziata, fatta eccezione per la fascia dei comuni sopra al 70% di RD, per i quali evidentemente il sistema di raccolta molto spinto genera un incremento dei costi. Analisi della variabilità per fasce di RD dei due indicatori CTRAT / CRACC (per abitante equivalente) e la loro somma

I quattro indicatori (CRACC, CTRAT, CDIFF e CINDIFF) non comprendono i costi “invarianti” o po-

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■ CONCLUSIONI L’analisi condotta ha permesso di far emergere valutazioni molto importanti a partire da una grande mole di dati finora non analizzata ad un dettaglio così spinto. I modelli di raccolta dei rifiuti urbani appaiono suddivisi in due macrotipologie (porta a porta e cassonetti) per le quali emerge un più alto livello di raccolta differenziata nel sistema porta a porta a fronte di una maggiore intercettazione di rifiuti urbani in genere (causa di un incremento di costi) con il sistema a cassonetti. Come costi totali la valutazione in ¤/abitante equivalente al netto dei costi di spazzamento, finora mai utilizzata in letteratura, apre lo spazio ad interessanti considerazioni e confronti tra cui la sostanziale invarianza dei costi totali di gestione in Comuni con tipologia urbanistica nettamente diversa. La raccolta differenziata spinta ottenuta con il sistema porta a porta comporta costi totali sostanzialmente invariati, se non per la fascia di Comuni con %RD > 70% per i quali si evidenzia un incremento nei costi di raccolta. Ciò offre lo spazio a possibili ottimizzazioni, come ad esempio la riduzione delle frequenze di raccolta per le frazioni meno abbondanti. ❰ Lo studio completo è disponibile sul sito di Regione Lombardia, all’indirizzo www.ors.regione.lombardia.it


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