Giovani&Web 2009

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REGIONE LIGURIA Assessorato alla Tutela del Consumatore

Comitato Regionale Liguria

C.R.C.U Comitato Regionale per la Tutela dei Consumatori Utenti

UNICEF Comitato Provinciale

Via Domenico Fiasella, 34/R 16121 Genova tel e fax: 010 53 25 50 e-mail: comitato.genova@unicef.it

Comitato Provinciale Corso Mazzini, 25 17100 Savona telefono: 0198 12 358 fax: 0198 33 73 08

REGIONE LIGURIA

Direzione Centrale Affari della Presidenza

Settore Rapporti Istituzionali Stampa e Comunicazione Ufficio Tutela del Consumatore Via D’annunzio, 113 Comitato Provinciale 16121 Genova Corso Italia, 65 tel. 010 548 53 13 Telefax 010 548 48 22 18012 Bordighera (IM) crcu@regione.liguria.it tel e fax: 0184 266984 e-mail: comitato.imperia@unicef.it

Comitato Provinciale

c/o V Circoscrizione del Canaletto Via del Canaletto, 90 19126 La Spezia tel e fax: 0187 51 57 07 e-mail: comitato.laspezia@unicef.it

DIREZIONE SCOLASTICA REGIONALE


Il progetto Giov@ni&Web

promosso dalla Regione Liguria nell’ambito del “Piano degli interventi per la tutela del consumatore per l’anno 2008” e condiviso dalle Associazioni dei Consumatori liguri che fanno parte del “Comitato Regionale per la Tutela dei Consumatori e degli Utenti” intende rafforzare la capacità dei giovani e degli adolescenti di comprendere i rischi, ma anche le opportunità della rete. La Regione Liguria ha stabilito in questo progetto un rapporto di partenariato con il Comitato Ligure per l’UNICEF e con la Direzione Scolastica Regionale che molto stanno facendo nella società ligure e nella scuola per la crescita della coscienza informatica dei giovani e degli adolescenti. Siamo sicuri che da questa iniziativa trarranno beneficio non solo gli studenti ma anche gli insegnanti e i genitori. Fare della rete un oggetto di didattica rappresenta sicuramente un modo nuovo per rilanciare il ruolo educativo della scuola. La tutela dei minori nella navigazione in Internet rientra nell’ambito più generale della protezione dei minori da ogni sorta di abuso, frode commerciale, oltraggio ed altro, prevista dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia in diversi articoli, una Convenzione che l’Italia ha ratificato nel 1991 inserendola nelle leggi del nostro paese. La campagna di sensibilizzazione “Web sicuro” lanciata dal Comitato Ligure per l’UNICEF ha avuto nella sua prima fase l’obiettivo di far avvicinare il mondo degli adulti a quello dei più giovani e di far comprendere ai giovani le infinite opportunità ma anche i tanti rischi della Rete in quanto sono milioni i bambini e gli adolescenti che affrontano la vita senza alcuna protezione da abusi, violenze e sfruttamento in un clima spesso di omertà che non consente neanche di valutarne l’entità. Oggi una iniziativa come quella di “Giov@ni&Web” va proprio nella direzione di rafforzare la capacità delle famiglie, dei giovani e degli adolescenti per meglio comprendere i molteplici problemi correlati al commercio elettronico tramite la rete Internet e cercare di dare una risposta sulla preoccupante diffusione del gioco d’azzardo e delle patologie ad esso correlate fra i giovani e gli adolescenti.


LA TUTELA DEL MINORE NEL COMMERCIO ELETTRONICO E NELLA RETE INTERNET

La proposta “Giov@ni&Web” si è articolata in questa prima fase, per l’anno scolastico in corso, con iniziative di formazione indirizzate agli insegnanti delle scuole secondarie di 2° grado in tutte le province della Regione Liguria coordinate da una scuola capofila per ogni provincia. Alla conclusione del programma è stato realizzato il presente opuscolo con allegato un DVD quale sintesi delle proposte formative per essere diffuso capillarmente nelle scuole della Regione e per costituire un primo documento sul tema della tutela del giovane consumatore. La Regione Liguria, le Associazioni dei Consumatori e l’UNICEF Regionale credono moltissimo in questa iniziativa perché completa le proposte formativa sul problema della pedo-pornografia ed alle ambiguità che si nascondono dietro l’utilizzo del web, offrendo opportunità concrete di riflessione e di individuazione di strumenti adeguati per tutelare i giovani e gli adolescenti dalle offerte che Internet, a volte in maniera spregiudicata, loro propone.

Renzo Guccinelli

Assessore alla Tutela dei Consumatori Regione Liguria

In termini generali il commercio elettronico può essere definito come “un qualsiasi tipo di transazione tendente a vendere o acquistare un prodotto o un servizio, in cui gli attori interagiscono elettronicamente piuttosto che con scambi fisici e contatti diretti”. Per il consumatore, il commercio elettronico è la vendita per via telematica di beni o servizi. La natura internazionale di Internet, che permette di varcare i confini degli Stati senza averne cognizione, insieme all’impetuoso sviluppo delle contrattazioni on line dalle caratteristiche che ne fanno un fenomeno unico nel suo genere (struttura estremamente decentralizzata, elevato grado d’automazione, impiego diffuso) pongono problemi nuovi e particolari, che esigono soluzioni innovative e specifiche, attuabili con rapidità e riposte su iniziative coordinate non soltanto a livello europeo, ma internazionale. E’ indiscusso che alle operazioni commerciali in rete si applichino i principi generali in tema di obbligazioni e contratti, ma si rende necessario coordinare le discipline nazionali con le regole frutto dell’elaborazione europea e internazionale. Fra i molteplici problemi correlati al commercio elettronico tramite la rete Internet viene in risalto la tutela del consumatore che, da tempo riconosciuto come contraente debole, ora più che mai necessita di tutele peculiari a fronte di insidie dalle inedite caratteristiche. Se non può esservi dubbio che gran parte della regolamentazione a tutela del consumatore sia applicabile anche alle situazioni giuridiche in cui si trovano i contraenti in rete, tema assai scottante – ma rispetto al quale tutele e rimedi sono meno definiti – è quello che riguarda i casi in cui con le vesti del consumatore operi un minore. Per i giovanissimi, che senza difficoltà accedono alla rete, si può pensare


che ‘navighino’ proprio con l’intento di curiosare tra i siti più allettanti –ma sovente i più pericolosi per chi, con ingenuità e credulità, aderisce con totale disponibilità a quanto reperito on line. Questi dati fotografano una realtà, quella di Internet, che è in continua evoluzione, tanto veloce che si ha l’impressione di essere già in ritardo nel momento in cui si studiano i problemi e si prospettano soluzioni. La precipua caratteristica di Internet, unica nel suo genere, è la simultanea natura di mezzo di pubblicazione e di comunicazione: Internet consente infatti diversi modi di comunicazione: utente/utente, un utente/più utenti, pluralità di utenti. Un utente della rete può indifferentemente trasmettere o ricevere informazioni; in qualsiasi momento, un utente passivo può diventare utente attivo fornendo informazioni, di propria iniziativa o per il reindirizzando il materiale pervenutogli da terzi. Internet si distacca, dunque, dai mezzi tradizionali tanto di trasmissione radiotelevisiva, quanto di telecomunicazione. Se si tengono in considerazione le peculiarità strutturali ed evolutive di Internet, si ha la sensazione di quanto efficacemente la disciplina dettata dalla direttiva 97/7/CE (recepita nel nostro ordinamento con il d.lgs. n. 185 del 22 maggio 1999), riguardante la protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza, si modelli coerentemente sulle ipotesi di contrattazione on line. Anche in questo caso la preoccupazione del legislatore europeo di fornire un mezzo adeguato alle tecniche di comunicazione a distanza ha dato luogo a tutele specifiche per i minori: l’art. 4 della direttiva 97/7 (cui corrisponde l’art. 3 del decreto di attuazione), infatti, richiamando il criterio del “modo chiaro e comprensibile” con cui devono essere fornite le informazioni commerciali, fa riferimento alle esigenze “di protezione di coloro che secondo le disposizioni legislative degli Stati membri sono incapaci di manifestare il loro consenso, come ad esempio i minori”.

La norma è di particolare rilevanza, soprattutto in riferimento al commercio telematico, poiché pone l’obbligo, in capo a chi propone beni o servizi sul Web, di realizzare pagine in cui appaia in modo inequivocabile lo scopo commerciale del messaggio. E’ stato evidenziato come possa essere parzialmente erroneo impostare il problema in chiave di ‘comprensibilità’ e ‘chiarezza’ in relazione alle capacità dei minori. Infatti, “il minore che utilizza lo strumento elettronico è sicuramente dotato di un certo grado di capacità tecnica nell’utilizzo del mezzo (talora maggiore di quello di molti adulti), mentre non è detto che abbia altrettanta capacità selettiva e di interpretazione di un messaggio”. A tre anni dalla direttiva attinente ogni tipo di contratti stipulati dal consumatore ‘a distanza’, il legislatore europeo ha adottato la direttiva 2000/31/CE, di recente attuata nel nostro ordinamento mediante il d.lgs. 70/2003, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione, in particolare il commercio elettronico nel mercato interno. La direttiva si propone di creare regole uniformi per il commercio elettronico, anche in considerazione delle incertezze esistenti in molti Stati membri circa le regole da applicare a questa forma distributiva e delle divergenze esistenti tra le varie legislazioni nazionali; intende, quindi, superare le difficoltà di natura strettamente giuridica, non già tecnica, quale potrebbe essere l’impossibilità di utilizzo dei mezzi elettronici per concludere contratti on line con attinenza a specifiche attività. Gli scopi principali di un programma di Educazione al Consumo per i Minori sul Web sono i seguenti: 1. portare alla creazione di esperienze di apprendimento attraverso le quali l’alunno acquisti la consapevolezza dei propri diritti e dei meccanismi cognitivi di difesa; 2. coinvolgere l’alunno nell’applicazione di queste conoscenze per arrivare alla soluzione dei problemi e difficoltà nell’uso quotidiano del Web. Contenuti 1. Il quadro normativo 2. L’autoregolamentazione: i codici di condotta 3. La ‘regolazione tecnologica’: i software di controllo e i ‘programmi filtro’ 4. Il contratto on line concluso dal minore 5. Conflitto tra strumento regolamentari e strumenti tecnologici di controllo


Il progetto Giov@ni&Web

Gi

b e w & i ov@n

i n o i z Rela renze e conf

è promosso dalla Regione Liguria in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori Liguri e con la Direzione Scolastica Regionale e con il patrocinio del Comitato Regionale Ligure UNICEF che ne ha curato gli aspetti organizzativi. Abbiamo voluto e sostenuto questo progetto in cui crediamo moltissimo e che oggi presentiamo in collaborazione con la Polizia Postale, la Guardia di Finanza ed esperti nella materia perché rappresenta, dopo l’impegno sul tema della pedopornografia on line, una risposta concreta su altri rischi della rete quali il commercio on line e il gioco d’azzardo. Come UNICEF sentiamo l’obbligo di scendere in campo per la difesa dei più deboli e per rispondere alle prevaricazioni di immagini e parole che nell’era della comunicazione via internet possono giungere in tempo reale sui computer dei nostri ragazzi. La scuola è sicuramente il principale soggetto attraverso cui i bambini e i ragazzi possano apprendere le infinite opportunità, ma anche i tanti rischi della rete. Il termine ciber spazio è stato coniato nel 1984 dallo scrittore William Gibson, per descrivere l’ambito in cui operavano i suoi personaggi. Da allora è stato definito come un complesso di reti elettroniche che attraversa gli Stati e le frontiere nazionali. Una realtà globalmente collegata, supportata da computers, la quale è generata da computers ed è multidimensionale, artificiale o virtuale. In questo mondo nel quale ogni schermo del computer è una finestra, la distanza geografica reale è irrilevante. Ma quello che in questa giornata andremo a discutere sono le regole di tutti i rapporti che avvengono attraverso il ciberspazio per evidenziare che si tratta di regole del mondo, sebbene di un mondo non materiale con ampi spazi privi di tutele e con scarsi appigli per giungere, nel caso di torti subiti, a soluzioni soddisfacenti. La tutela dei minori nella navigazione in internet rientra nell’ambito più generale della protezione delle bambine e dei bambini da ogni violenza e oltraggio, prevista dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia. A questo proposito vorrei ricordare che proprio quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della Convenzione e per noi è anche importante questo progetto per ricordare agli adulti che l’impegno assunto da tutti con l’ap-


provazione della Convenzione è un impegno “individuale” è stata scritta da adulti per gli adulti ma soprattutto impegna ciascuno di noi a creare un mondo più giusto un mondo a misura di bambino. Tutti noi sappiamo che ci si difende dai virus e da programmi malvagi con altri programmi che ci verranno indicati dal primo relatore, ma dai malintenzionati in rete ci si può difendere anche con il buon senso e con poche regole che abbiamo il dovere da adulti di trasmettere ai nostri giovani. I giovani oggi sanno usare il computer spesso meglio dei propri genitori ed in molti casi sono proprio loro ad insegnarne l’uso a noi adulti. Queste attitudini e questa sicurezza sono spesso il terreno fertile dove nascono le tante occasioni di rischi tramite la rete. Noi riteniamo che sia proprio compito dell’UNICEF impegnarsi nelle campagne di sensibilizzazione, sul tema della tutela dei minori in rete, con iniziative concrete indirizzate alle famiglie, alla scuola, ai giovani e a tutta la società civile. La nostra mission ci impegna principalmente in iniziative di advocacy sui temi dello sviluppo e della cooperazione internazionale e sull’attenzione sempre più necessaria verso i paesi poveri, ma noi riteniamo che saremmo non credibili in questa azione se non ponessimo attenzione anche ai temi che riguardano i giovani del nostro mondo. In questa senso il progetto giovani&WEB prevede la realizzazione di un video e di un opuscolo che verrà distribuito in tutte le scuole della regione. Per concludere desidero riaffermare che non possiamo avere tentennamenti sulla necessità di essere sempre più incisivi in questa azione di formazione.

Giacomo Guerrera

Presidente Comitato Regionale Ligure per l’UNICEF

L’impiego dei sistemi di comunicazione ad alta tecnologia ha modificato profondamente il nostro stile di vita tanto che le relazioni interpersonali si sono dilatate in maniera smisurata, in un territorio senza confini. La conseguenza della globalizzazione delle comunicazioni significa, però, anche maggiore vulnerabilità per gli utenti delle reti informatiche che corrono il rischio di subire attacchi da ogni parte del mondo. Da qui si presenta la necessità di riproporre anche nel mondo virtuale le condizioni di sicurezza poste in quello reale a tutela della collettività. La difesa degli utenti e degli operatori della rete internet dalla minaccia criminale è affidata, tra gli altri, alla Polizia delle Comunicazioni che si pone, appunto, come apparato di contrasto al crimine informatico. Nel far questo è necessario predisporre di risorse umane con particolari profili professionali e di risorse strumentali tecnologiche all’avanguardia nonché promuovere forme di collaborazione e di partenariato con soggetti pubblici e privati che operano nel settore delle comunicazioni e delle infrastrutture critiche in un sempre più ampio quadro di collaborazione internazionale. Molto è stato fatto dalla Polizia delle Comunicazioni da quando ha iniziato ad interessarsi di questa criminalità, ad esempio nel contrastare l’odioso fenomeno della pedofilia on-line. I successi ottenuti ne danno ampio riscontro. Tuttavia, a fronte di questa attività, permane sempre da parte degli utenti della rete una forma di prevenzione, infatti il timore di frodi, di attacchi informatici, di furti di dati personali rendono alcuni servizi non fruibili appieno. E’ proprio in questo settore che la nostra strategia di intervento sarà indirizzata, per reprimere, appunto, i crimini informatici e soddisfare, quindi, quella domanda di sicurezza che viene avanzata da tutti gli operatori ed utenti.


Pratico e veloce il pagamento elettronico ha conquistato milioni i italiani che, però, sempre più frequentemente, si ritrovano ad essere vittime di ladri invisibili ed ingegnosi pronti a svuotare i loro conti correnti. Un fenomeno quello delle frodi in forte aumento che coinvolge, soprattutto quei consumatori che sono poco consapevoli dei rischi ed attuano comportamenti fortemente a rischio. Il pericolo maggiore è il furto d’identità, fenomeno in rapida espansione che le statistiche dicono aver ormai colpito un italiano su quattro, che consiste nell’utilizzare le informazioni personali ottenute indebitamente, al fine di identificarsi, in tutto o in parte, in un soggetto per compiere azioni illecite a suo nome, anche contro terzi. Entrare in possesso dei dati personali di qualcuno, per chi vuole approfittarsene, non è difficile, specialmente attraverso la pirateria informatica. Vi sono diversi tipi di attività al riguardo, il più noto è sicuramente il cosiddetto “phishing”: per mezzo di mail costruite ad arte vi è un re-indirizzamento ad altre pagine web in tutto e per tutto simili a quelle genuine di istituti bancari al fine di carpire codici personali di accesso a conti on line, carte prepagate etc. Altro sistema per carpire i dati è lo Sniffing, che consiste nel monitoraggio dei pacchetti che passano in rete con lo scopo si acquisire account e password. Per ridurre i rischi di frode con carta di credito è consigliabile in primo luogo far sì che la propria carta venga maneggiata dal minor numero possibile di persone, in secondo luogo è opportuno effettuare spese sulla rete internet utilizzando siti conosciuti o che abbiano un minimo di credibilità per quanto

riguarda il prodotto venduto. Al riguardo si possono suggerire alcune accortezze che l’utente di un sito che effettua commercio elettronico dovrebbe adottare: • I siti dediti al commercio elettronico utilizzino i protocolli di sicurezza che consentano di cifrare la comunicazione: a tal proposito un’accortezza da utilizzare è il verificare se durante la transazione in basso a destra della finestra compaia un’icona con un lucchetto. • Evitare di fornire troppe informazioni personali. • Per quanto possibile fare uso delle varie soluzioni di home banking per controllare quasi in tempo reale il proprio estratto conto. • Impostare le notifiche via SMS delle spese effettuate con carta di credito. • Verificare con attenzione gli estratti conto, segnalando immediatamente alla società emettitrice ogni transazione sconosciuta. • Non cliccare sul link internet direttamente dal messaggio di posta elettronica, ma digitarlo sul browser. • Antivirus sempre aggiornato e uso di firewall. • Non utilizzare la stessa password per più account su siti diversi. • Non usare password facili: nomi di parenti, di animali di casa, data di nascita. • Essere gelosi delle proprie informazioni personali sia materiali che elettroniche. • Distruggere con attenzione scontrini della carta di credito, estratti conto della banca etc., per evitare il “trashing”.


In conclusione ciascuno di noi deve conoscere quali sono i comportamenti a rischio ed avere la consapevolezza che un corretto utilizzo della rete internet aiuta sempre ad evitare brutte sorprese.

Roberto Surlinelli

Direttore Tecnico Principale Polizia Postale

Dalla serie di incontri organizzati grazie all’iniziativa di UNICEF e Regione Liguria è emerso un dato inconfutabile: la sicurezza nell’utilizzo di internet dipende dalla corretta informazione sul suo funzionamento, sotto tutti i punti di vista (tecnici, legali, psicologici e sociali). Se è possibile identificare la fine della preistoria dell’umanità con la capacità di comunicare con la parola scritta, non può sfuggire che, dopo la rivoluzione della comunicazione attraverso la stampa, la divulgazione di internet (sintesi di scrittura e telecomunicazione) abbia proiettato l’umanità oltre la storia. Ovviamente occorre comprenderne le capacità e i limiti d’impiego, ma, come si dice in fisiologia, la funzione sviluppa l’organo; quindi occorre apprenderne l’utilizzo in ciascun campo applicativo. È necessario che le nuove generazioni siano correttamente informate e preparate all’utilizzo di questa tecnologia. Per quel che concerne il commercio, la contrattazione telematica a distanza ne ha profondamente innovato il sistema, costringendo i legislatori nazionali ad adattare prima ed innovare di conseguenza le norme che regolano il mercato interno. Poiché internet consente di stipulare contratti anche con diversi sistemi giuridici frutto di esperienze culturali differenti, i legislatori tendono ormai a creare norme uniformi e coordinate, una sorta di “globalizzazione” normativa. L’Unione Europea ha emanato numerose direttive, recepite dai singoli Stati che vi appartengono, che hanno rinnovato in particolare il sistema delle tutele a favore del consumatore. In Italia queste regole sono state raccolte principalmente nel Codice dei Consumo (Decreto Legislativo 6 settembre 2005 n°206) che regola gli acquisti tra venditore professionista e acquirente privato. Il principio fondamentale su cui si incardina la tutela del consumatore è quello della corretta e chiara informazione, derivato dal più generale principio di buona fede e correttezza contrattuale, finalizzato a rendere consapevole il consumatore degli aspetti che riguardano il contratto. In particolare agli acquisti su internet si applicano le regole proprie dei contratto concluso a distanza, ovvero quelli in cui chi compra e chi acquista si trovano in luoghi differenti (per esempio chi vende si trova a Genova e chi acquista invece a Finale Ligure) e l’accordo


avvenga per scritto o per vie telematiche o telefoniche. Ovviamente queste norme sono poste a tutela di tutti i consumatori, senza tenere conto della loro età, esperienza, capacità intellettive o culturali (da qui la necessità che le informazioni siano il più possibile chiare). Pertanto, si pone il problema della tutela dei minori, che per motivi generazionali in questo momento storico hanno più capacità di accesso ad internet di quanto ne abbiano molti adulti, sottoponendoli a maggiori rischi di inganni negli acquisti per la naturale propensione a credere a ciò che gli viene fatto vedere non avendo ancora acquisito sufficiente capacità critica. La questione è delicata in quanto, seppur il minore non abbia normalmente la capacità di agire (ovvero la capacità di compiere atti giuridicamente riceventi e di fare valere in maniere attiva i propri diritti) e quindi non abbia la capacità di concludere un contratto, è anche vero che un acquisto effettuato da un minore è valido per il nostro sistema, tutte le volte che l’altra parte non abbia approfittato consapevolmente della situazione al fine di ingannare il minore, costringendolo a concludere un contratto svantaggioso per lui. Solo in questo caso il contratto sarà annullabile (il contratto è annullabile entro 5 anni dal minore da quando ha raggiunto la maggiore età ovvero dai genitori (o da chi esercita la potestà genitoriale da quando è stato scoperto l’errore o il dolo). Il legislatore italiano ha formulato una norma di principio a tutela del minore imponendo un codice di condotta a chi vende e che le informazioni siano date in modo chiaro e non equivoco tenendo conto della particolare qualità del minore. Quindi, è compito degli adulti siano essi genitori o educatori imparare ad usare i nuovi strumenti tecnologici in maniera consapevole, in modo da trasmettere le proprie conoscenze alle nuove generazioni.

Valerio Catrambone

Avvocato del Foro di Genova

DIPENDENZA DA INTERNET E GIOCO D’AZZARDO ON LINE Internet non è solo un semplice mezzo tecnologico ma essendo entrato a far parte della vita quotidiana di tutti noi ha anche delle forti implicazioni psicologiche. Quando si sente parlare di dipendenza in generale vengono subito in mente le cosiddette dipendenze da sostanza come la tossicodipendenza o la dipendenza da alcool, stupisce dunque sentire parlare di Dipendenza da Internet ma è ormai risaputo che esiste anche un’altra classe di dipendenze, le dipendenze senza sostanza, ovvero quei casi in cui la dipendenza è legata ad un comportamento e a come ci si sente mentre lo si mette in atto. In questa classe di dipendenze troviamo per esempio lo shopping compulsivo, la dipendenza da lavoro, da gioco d’azzardo e la dipendenza da internet. La Dipendenza da Internet si caratterizza per i seguenti sintomi:

1)

Accesso a internet sempre più frequente rispetto all’intenzione iniziale, il soggetto se non è collegato prova un senso di apatia, irritabilità, stanchezza e malessere; 2) Sforzi inutili di limitare il proprio uso della rete; 3) Deprivazione del sonno; 4) Difficoltà familiari e scolastiche/lavorative, ritardo agli appuntamenti, trascuratezza di amici e parenti a causa del tempo trascorso on line; 5) Risposte false a domande circa il tempo che si trascorre online.

Non sono molti anni che si parla di Internet Addiction per questa ragione non è ancora presente nel DSM-IV-TR, ovvero il manuale diagnostico di psicologi e psichiatri, e non è ancora possibile stilare un vero e proprio profilo caratteriale dell’ Internet Dipendente, tuttavia Kimberly Yung, una delle prime ricercatrici in questo campo, durante una sua ricerca sul problema ha posto l’accento sull’esistenza di alcune caratteristiche ricorrenti:

* Spesso l’internet dipendente ha già problemi emotivi e relazionali; * Spesso è un ex-alcolista o ex-tossicodipendente; * Spesso ha una vita sociale insoddisfacente/vita sentimentale problematica; * Non per forza è una persona introversa ma spesso sono ragazzi estroversi che cercano ulteriori amicizie;


Inoltre la Yung ha evidenziato che esistono delle differenze di genere nelle motivazioni che avvicinano alla rete, le ragazze/donne infatti cercano amicizia o avventure romantiche per superare la monotonia e per questo utilizzano spesso le chat, i ragazzi/uomini invece cercano potere e affermazione sociale perciò si iscrivono frequentemente ai giochi di ruolo online nei quali possono impersonificare chi desiderano, dal sacerdote all’eroe di guerra... Per dare un’idea del fenomeno di cui stiamo parlando riporto le testimonianze di una ragazza e un ragazzo affetti da dipendenza da internet: Ragazza: “Quando mi trovo con i miei veri amici, penso continuamente a quelli in rete, ma quando sono con gli amici delle chat room non penso mai a quegli altri. Un giorno una delle mie amiche di chat mi ha detto che voleva smettere di parlare con me, ho pianto per giorni”, è evidente che la rete diventa qualcosa di più di uno strumento tecnologico ma arriva anche a sostituire gli amici reali, questo perché a differenza di questi ultimi Internet c’è sempre e c’è sempre qualcuno in rete disposto ad ascoltarti. Ragazzo: “I giochi MUD (giochi di ruolo) sono per me come una religione e lì sono un Dio. Sono rispettato da tutti, diventare sempre più forte nel gioco mi da uno stato di ebbrezza, anche quando non sono connesso penso alle strategie . Mi piace avere il potere nelle mie mani”, in questo caso si tratta di uno sportivo che non ha raggiunto i livelli desiderati e riversa il suo bisogno di affermazione nella rete, dove lui è un sacerdote che tutti rispettano e ammirano per le capacità strategiche. Parlando di adolescenti è importante essere consapevoli che tutti provano un grande entusiasmo per Internet ma non c’è nulla di allarmante in questo, ciò che va valutato è il modo in cui il ragazzo naviga e soprattutto come reagisce in assenza del computer. Spesso l’uso eccessivo della rete non è poi di per sé una patologia ma può essere un sintomo che maschera problemi sottostanti come un disturbo ossessivo-compulsivo, una depressione, un disturbo d’ansia sociale o altri

disordini relazionali; in ogni caso quando si nota un continuo desiderio di connettersi seguito da nervosismo e apatia in assenza della rete è consigliabile contattare uno psicologo o un neuropsichiatra infantile. La domanda che bisogna porsi è: “Perché i ragazzi adorano Internet?”, le risposte sono varie e se alcune sono positive, per esempio la voglia di socializzare, di giocare, di imparare, altre lo sono meno come per esempio il sentirsi incompresi e trovare nel computer un ascolto, sentirsi in gabbia e trovare nel computer un mondo libero, sentirsi insicuri e vivere il monitor come una protezione dai giudizi degli altri. Trattando di dipendenze è necessario inoltre fare un accenno ai meccanismi psicologici che differenziano un uso ricreativo del mezzo da uno patologico, questi sono: 1) Tolleranza: necessità di aumentare il tempo o il denaro per ottenere lo stesso effetto. 2) Astinenza: sintomi specifici (fisici, psichici, sociali) con l’interruzione dell’attività. 3) Craving: desiderio irresistibile di dedicarsi all’attività con sofferenza psichica e fisica se non viene soddisfatto. La Dipendenza da Gioco d’Azzardo online non è altro che un mix dei sintomi della Dipendenza da Gioco d’Azzardo e della Dipendenza da Internet, ciò che, se possibile, rende ancora più subdolo il gioco d’azzardo online è la possibilità che offre la rete di giocare 24 ore su 24 lontano dagli occhi degli altri. L’età di esordio dei comportamenti di dipendenza coincide nella maggior parte dei casi con l’adolescenza ed esistono dei fattori di rischio che possono condurre alla dipendenza: a) Caratteristiche personali (impulsività, scarso controllo degli impulsi, scarsa tolleranza alla frustrazione, ricerca forti emozioni, depressione) b) Comportamenti a rischio (uso eccessivo del computer e di internet)


c) Eventi di vita sfavorevoli (esperienze di isolamento e abbandono) Inoltre esistono fattori che mantengono la dipendenza: 1) Isolamento sociale, ovvero la mancanza del giudizio altrui e del confronto con gli altri; 2) Mancanza di limiti (pratici e psichici), accesso illimitato 24 ore su 24. 3) Perdita della funzione socializzante del gioco che diventa un rituale solitario e l’attività prioritaria della giornata conducendo così ad un aumento dell’isolamento. E’ importante che insegnanti e genitori collaborino innanzitutto familiarizzando loro per primi con il computer, solo così potranno essere buoni modelli di comportamento e dare informazioni ai ragazzi circa l’uso corretto di Internet, stabilendo con loro delle regole di utilizzo soprattutto circa il tempo che possono passare online e le attività che gli è permesso svolgere. In caso ci sia il sospetto di una dipendenza è consigliabile non fare diagnosi, si interromperebbe la comunicazione col ragazzo che quasi mai sarà consapevole di avere un problema, sarebbe utile invece ascoltarlo e fargli notare i suoi comportamenti sbagliati. Infine assolutamente sconsigliato vietare l’uso di Internet, ormai fa parte della quotidianità e, come si faceva una volta con i motorini degli amici, oggi il ragazzo si connetterebbe da un altro PC. Per concludere sottolineando l’aspetto positivo del Web, riportiamo una ricerca della Fondazione Mc Arthur (http://digitallearning.macfound.org)del 2008 dove sono stati osservati per 3 anni 800 adolescenti al computer ed è emerso che i ragazzi stando online sviluppano importanti abilità sociali e tecniche, dato confermato anche da uno studio statistico del Censis che ha dimostrato come il primo motivo di utilizzo di Internet per i giovani sia lo studio. Siti consigliati: www.retenuovedipendenze.it www.nuovedipendenze.it www.osservatorionuovedipendenze.org www.dipendenze.com

Laura Bissolotti e Marina Cirio Psicologhe

La sicurezza dei Minori in rete e gli strumenti tecnologici di controllo Buongiorno a tutti. Sono Mauro Ozenda, consulente informatico che ha seguito per conto di Microsoft sessioni formative nell’ambito della sicurezza della navigazione in rete da parte dei minori. Passo ad indicare gli argomenti trattati quest’oggi: 1) Riferimenti portali web sicurezza e scenario attuale minori e nuove tecnologie; 2) I rischi e pericoli della rete: come prevenirli e arginarli 3) Le truffe on line: modalità comportamentali e strumenti tecnologici di protezione 4) La cultura della sicurezza in rete e la valutazione dei contenuti. Vorrei prima di iniziare premettere che l’obiettivo del mio intervento è mettere in guardia circa i rischi e pericoli che si incontrano nel mondo virtuale. Daremo dunque per scontato che si conoscano le potenzialità del web che sono immense e che permettono oggi di raggiungere risultati in positivo che non avremmo mai immaginato. Fra i principali portali di riferimento per la protezione in rete vado ad indicare in particolare il portale sviluppato da Microsoft Italia: - www.apprendereinrete.it sul quale invito i docenti ad iscriversi. E’ completamente gratuito e consente di accedere a risorse on line in particolare nell’ambito della formazione on line nell’ambito delle nuove tecnologie con una sezione dedicata completamente alla sicurezza dei minori dove è possibile scaricare presentazioni e documenti da condividere con i ragazzi in aula informatica. Fra gli altri una menzione al mio blog www.tecnoager.eu sull’uso consapevole, legale e sicuro di internet sul quale sono presenti consigli preziosi per genitori, ragazzi ed insegnanti. Per quel che riguarda le truffe on line il portale di riferimento è www.anti-phising.it mentre per i


giochi d’azzardo on line sui quali occorre fare opera di prevenzione i principali siti web sono www.giocoresponsabile.com e www.andinrete.it. Per la prima volta nella storia i RAGAZZI ne sanno più degli adulti, apprendono più facilmente dei grandi. Daremo indicazione su quali siano gli strumenti tecnologici che consentono di filtrare e dunque di proteggere i minori da contenuti inadatti agli stessi, fondamentale resta però diminuire il gap che esiste fra il livello di preparazione dei ragazzi e quello dei docenti/genitori. Questi ultimi in particolare debbono non poter controllare ma soprattutto educare i ragazzi ad un sano utilizzo del mezzo. Internet oggi è una giungla all’interno della quale sono presenti lati positivi e negativi come nella vita reale. Nonostante i ragazzi abbiano le competenze tecniche e soprattutto l’elasticità mentale per utilizzare al meglio gli strumenti tecnologici, quando si trovano di fronte a rischi e pericoli non sanno come affrontarli. Mancano dell’esperienza e della maturità che invece hanno gli adulti. Non hanno la parvenza del valore dei beni digitali e scaricano musica/video coperti da diritto d’autore non rendendosi conto che questo è un reato. E’ importante far capire loro non tanto le sanzioni cui possono andare incontro bensì il fatto che un domani loro stessi potranno esseri gli autori di questi beni (software, musica, video, immagini etc) e non vorrebbero chiaramente essere derubati delle loro opere. Il rispetto e la tutela della privacy oggi non viene considerata come dovrebbe e incautamente vengono inserite sul web immagini e video di altre persone senza il necessario consenso delle stesse. I blog oggi sono il diario personale dei ragazzi, i genitori se vogliono realmente sapere quello che fanno anche nella vita reale è sufficiente che seguano i contenuti pubblicati sul web. Contenuti che purtroppo molte volte non seguono le regole della rete in particolare mancano di rispetto per la privacy degli altri, utilizzano un linguaggio inadatto e “rubano” immagini e video a persone che inconsapevolmente, senza aver dato alcun tipo di autorizzazione si ritrovano sotto gli occhi del mondo intero. I ragazzi non

si rendono conto che un domani il potenziale datore di lavoro ricercherà le informazioni sul web e che tutto ciò che viene pubblicato in rete anche solo per pochi secondi poi resta indelebile. Infatti è sufficiente che una persona nel mondo ne faccia una copia che la stessa riappare costantemente, vedi ad esempio il caso delle dichiarazioni dei redditi 2005. Sono apparse qualche ora e da quel momento chiunque può ottenere di ricercarle con i più comuni canali di file sharing (ad es. Emule). Vi sono addirittura portali che memorizzano tutto quello che sul web viene inserito anche se poi successivamente eliminato (www.archive.org ). La reazione da parte degli adulti è quella sentendo i rischi e pericoli che si corrono in rete, di censurare l’utilizzo del mezzo. Questo è assolutamente sbagliato in quanto le nuove generazioni definite “nativi digitali” non svilupperebbero gli anticorpi che gli consentono di fronteggiare i rischi e i pericoli che si presentano. I principali rischi che corrono oggi i ragazzi in rete sono: - Possibili contatti con adulti che vogliono conoscere e avvicinare bambini e ragazzi (adescamento) - Rischio di molestie o maltrattamenti da coetanei (cyber bullismo) - Uso eccessivo di Internet/Cellulare (dipendenza tecnologica) - Videogiochi violenti e diseducativi - Scarico di software, musica o film coperti da diritti d’autore - Virus informatici (malware) in grado di infettare computer e cellulari Fra i principali rischi che si corrono oggi in rete vorrei menzionare il “keylogger”. Un sistema che si può inserire all’interno del sistema mediante codice malevolo e consente ai criminali informatici di ottenere un file con all’interno il contenuto di tutto ciò che è stato digitato sulla tastiera, compreso l’eventuale password di accesso al conto corrente bancario o alla casella di posta elettronica. Porre molta attenzione ai contenuti presenti all’interno della propria casella di posta prima che la stessa venga violata (ad esempio la busta paga in formato pdf).


Fra le regole principali da ricordare per un navigare in sicurezza vorrei ricordare quanto segue: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Usare un software antivirus e tenerlo sempre aggiornato Non effettuare mai acquisti suggeriti da e-mail non richieste Usare un client firewall sui computer collegati a Internet Non rispondere allo spam e ignorare i link al suo interno Non usare la modalità “anteprima” nel client di posta Utilizzare indirizzi secondari e fornirli solo a persone fidate Non rispondere mai ai messaggi che richiedono informazioni finanziarie personali 8. Visitare i siti Internet delle banche digitando l’indirizzo nell’apposita barra 9. Non cliccate sui popup 10. Non salvare le password sul computer o su dispositivi on-line 11. Installare un buon firewall/antivirus/antispyware con funzionalità di anti-rootkit e anti-keylogger 12. Installare un sistema di Antispam per la protezione della propria casella di posta elettronica 13. Dotarsi di un sistema di check dei siti presenti sul web per verificare l’assenza di codice malevolo 14. Aggiornare costantemente sia i sistemi di protezione (antivirus etc.) e il sistema operativo (Windows) e di produttività (Office) 15. Utilizzare password forti (12 caratteri alfanumeriche) e non riconducibili a se stessi 16. Non aprire mai allegati di posta elettronica senza prima averli verificati con l’antivirus 17. Utilizzare prima di tutto norme di BUON SENSO. Nessuno strumento tecnologico è più efficace di una buona dose di BUON SENSO.

Mauro Ozenda Consulente informatico Microsoft

IL NUCLEO SPECIALE FRODI TELEMATICHE Quando si parla di “criminalità informatica” si utilizza un concetto dai contorni non ben definiti potendo questo riferirsi a una molteplicità di condotte criminose lesive dei più diversi beni giuridici: reati contro il patrimonio, contro la riservatezza e la libertà individuale, contro la proprietà intellettuale, ecc. . Probabilmente questo avviene perché la tecnologia è innanzitutto un mezzo, uno strumento e, in quanto tale, può essere orientato tanto allo sviluppo quanto all’offesa. La minaccia criminale nel mondo virtuale si distingue da quella tradizionale perché caratterizzata dal superamento delle classiche categorie di tempo e di spazio. La condotta delittuosa può concretizzarsi in più azioni svolte in tempi diversi o contemporaneamente, da più soggetti o da uno solo, in luoghi diversi o in uno spazio virtuale; possono essere colpiti immediatamente o a distanza di tempo una o più vittime in uno o più luoghi. La velocità con la quale la tecnologia permette di trasferire, alterare o distruggere grandi quantità di dati e informazioni e, più in generale, di portare a termine un crimine, nonché la aterritorialità del fenomeno che può assumere una connotazione transnazionale svincolandosi dai confini dei singoli Stati, rappresentano i limiti più gravi alla persecuzione di tali forme di offesa. La diffusione a livello mondiale della Rete e la scomparsa del luogo del delitto ha creato gravi problemi di competenza territoriale, di giurisdizione nonché di norme applicabili laddove vengano coinvolti più paesi e conseguentemente più magistrature e diverse forze dell’ordine. Il Corpo della Guardia di Finanza nel luglio del 2000 ha istituito una unità specializzata nella lotta al crimine hi-tech, il Gruppo Anticrimine Tecnologico (G.A.T.) nell’ambito del Comando dei Reparti Speciali istituiti per lo svolgimento di investigazioni connotate da alta specializzazione in determinate materie. L’istituzione della nuova unità altamente specializzata nella lotta alla criminalità tecnologica è stata ritenuta necessaria dal Comandante Generale del Corpo che ne ha disposto la creazione con lo specifico fine di


dotare la Guardia di Finanza di una struttura cui demandare le attività tipiche del Corpo in settori non tradizionali e cioè la prevenzione ed il contrasto agli illeciti economico-finanziari commessi attraverso l’utilizzo di sistemi telematici ed informatici. La costituzione di questa unità specializzata, ora denominata Nucleo Speciale Frodi Telematiche, rappresenta quindi la decisa volontà del Corpo di adeguarsi al progresso tecnologico, di sfruttarne le opportunità per rendere sempre più incisiva l’attività di contrasto alla criminalità: il campo d’azione di questa nuova unità abbraccia tutto quello che riguarda l’impiego di tecnologie per commettere reati. Sono stati affidati a tale Reparto determinate attribuzioni e compiti da svolgere a livello nazionale; in particolare vengono demandati al N.S.F.T. : • lo studio delle avanzate tecnologie di comunicazione telematica attraverso le quali si realizza l’attività economico-finanziaria; • le attività di prevenzione e contrasto degli illeciti economico-finanziari che hanno a fondamento avanzate tecnologie di comunicazione telematica; • e funzioni di supporto tecnico-operativo ai Reparti del Corpo.

IL COMMERCIO ELETTRONICO Nell’ambito del commercio elettronico possono trovare espressioni attività idonee ad integrare varie tipologie criminali. Si tratta di fattispecie penalisticamente rilevanti assai eterogenee e non sussumibili in un’unica categoria. Alcune illiceità penali riguardano l’attività svolta in internet in sé considerata: rientrano in tali casi di ipotesi le figure di abusivismo (ossia svolgimento di attività riservate senza autorizzazione amministrativa), ovvero l’espletamento in rete di attività in sè vietate (scommesse clandestine, giochi d’azzardo). Altre fattispecie riguardano il contratto del commercio elettronico: si tratta sia della truffa contrattuale, sia di altre forme di truffe e dell’insolvenza fraudolenta, sia infine della frode informatica. L’illiceità penale deriva altre volte dai caratteri del bene oggetto di negozi telematici: rientrano in tali classe di ipotesi le fattispecie inerenti la frode in commercio, pedofilia telematica, la cessione abusiva di materiale protetto da copyright

(software, banche dati, files musicali). Alcune attività in rete possono poi ledere altri beni della persona giuridicamente protetti: si pensi ad esempio alla editoria elettronica ed alla diffamazione online che può ricollegarsi alla gestione e diffusione dell’informazione.

GLI ILLECITI RELATIVI AL NEGOZIO: LA TRUFFA CONTRATTUALE ONLINE Nell’ambito del commercio elettronico si ha spesso la formazione istantanea della volontà contrattuale o comunque meccanismi rapidi di manifestazione della volontà: si pensi così alle schermate contrattuali in rapida successione con default di “accettazione” (sicché il consumatore è indotto a cliccare Ok per andare avanti nell’esecuzione del programma), ove un rischio per il consumatore di non valutare adeguatamente l’utilità di pervenire o meno alla conclusione del negozio è connesso alle stesse modalità telematiche, estremamente rapide, di conclusione del contratto: in altri termini, nell’interazione rapida che è alla base dei meccanismi negoziali online spesso si accompagna il rischio di subire una truffa contrattuale. In tali casi, peraltro, la manifestazione di volontà del soggetto è spesso impegnativa per il nostro ordinamento, senza possibilità per questi di invocare a fini liberatori la propria inadeguata valutazione del contratto stipulato. L’art. 640 del C.P. punisce, tra i delitti contro il patrimonio mediante frode, il reato di truffa, punendo colui che, con artifici o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé od altri un ingiusto profitto con altrui danno. La norma tutela il patrimonio dei soggetti attraverso la tutela della capacità di autodeterminarsi nelle scelte che sul patrimonio possono incidere; tutela altresì l’interesse pubblico affinché la libertà del consenso delle parti contraenti e la buona fede presiedano alla costituzione, al regolamento ed all’estinzione dei rapporti giuridici patrimoniali. Nell’ambito della truffa rileva quale figura speciale la truffa contrattuale, nella quale, l’inganno determina un errore sulla motivazione del volere e provoca una inesatta conoscenza della situazione di fatto sulla cui base la volontà si determina alla conclu-


sione del contratto. Possiamo evidenziare nella struttura della truffa contrattuale due distinti processi causali: uno fra il comportamento dell’agente e l’errore altrui; l’altro fra l’errore e l’atto di disposizione patrimoniale del soggetto truffato. Sotto il primo profilo, occorre individuare artifizi ed inganni di natura antigiuridica tali da incidere in modo significativo sul processo di formazione della volontà. L’artifizio è collegabile ad una c.d. messa in scena e, cioè, ad una trasformazione della realtà, diretta a far ritenere “esistente l’inesistente”; nel raggiro invece vi sarebbe un’aggressione dell’altrui psiche, tramite un’attività menzognera, finalizzata ad indurre in errore. In entrambi i casi, l’artifizio o il raggiro devono essere tali da incidere sulla volontà negoziale del soggetto passivo.

GLI ILLECITI RELATIVI AL PAGAMENTO ONLINE Una rilevante quantità di illeciti posti in essere in rete riguarda poi la fase esecutiva di negozi e, soprattutto, il pagamento: si pensi in tale ambito a tutti i problemi inerenti la sicurezza dei pagamenti in Rete e l’allocazione dei rischi per gli usi indebiti di carte di credito o di pagamento. I pagamenti in rete avvengono attraverso vari strumenti: trasferimento elettronico dei fondi, pagamento attraverso carte di credito, con assegno elettronico ecc. Tra queste forme di pagamento, i rischi principali e gli illeciti in rete riguardano allo stato in via pressoché esclusiva le carte di credito. Internet ha modificato le modalità di uso delle carte di credito, smaterializzandole: infatti, l’uso della carta di credito in rete equivale al mero uso delle informazioni e dei dati ad essa relativi, eliminando la possibilità di controllo immediato ed effettivo dell’identità dell’utilizzatore della carta e, ancor più, dello stesso possesso della carta di credito. Alcuni dati statistici inerenti le frodi nei sistemi di pagamento a mezzo carta di credito, evidenziano, nell’ultimo anno, un tasso di crescita in Europa del 55.4% delle frodi a mezzo carte di credito. Va precisato che, in proporzione, le frodi inerenti i sistemi di pagamento sono assai scarse se confrontate con i casi di mancata consegna del prodotto venduto online, e della distribuzione dei beni privi delle qualità

promesse o addirittura difettosi. Secondo uno studio inglese i principali sistemi di frode nei pagamenti con carta di credito si caratterizzano per: • l’utilizzo di nome e cognome e di un indirizzo realmente esistente, ma non corrispondenti a quelli del titolare della carta utilizzata; • l’utilizzo del nome e cognome del titolare della carta ma di un indirizzo diverso, realmente esistente, ove i truffatori carpiscono dal sito del fornitore i dati personali del compratore e ne assumono l’identità, facendo modificare l’indirizzo a cui la merce dovrà essere consegnata; • appropriazione dei soli dati personali della vittima e riutilizzo in rete con sostituzione al titolare (c.d. furto d’identità), sfruttando l’anonimato garantito dalla rete e la velocità delle transazioni elettroniche; • frodi con numero di carte di credito invariato (carding matematico, nel quale la generazione dei numeri delle carte avviene attraverso programmi che utilizzano appositi algoritimi in grado di riprodurre la numerazione usata dalle principali società emittenti le carte di credito); • acquisizione dei numeri di carte di credito attraverso l’accesso abusivo ai sistemi informatici che li raccolgono. In proposito, si è acutamente osservato che diversamente da quello che comunemente si pensa i rischi di acquisizione dei numeri di carte di credito utilizzate nelle transazioni in rete non si ricollegano alla intercettazione dei dati durante le transizioni online, in quanto la quasi totalità delle informazioni delle carte fisicamente utilizzate non viaggia in chiaro ma è protetto da cifratura ovvero i flussi dei dati in chiaro in transito sono di fatto non intercettati in quanto si tratta di attività che presuppongono un’alfabetizzazione informatica non comune e che comunque richiederebbe l’impiego da parte dell’hacker di sofisticate apparecchiature il cui costo sarebbe eccessivo rispetto al vantaggio economico realizzabile. Sotto tale profilo, risulta condivisibile l’affermazione secondo cui i rischi dell’uso delle carte di credito in rete non sono maggiori di quelli inerenti l’uso ordinario nella realtà fisica. L’iter che invece più comunemente si segue riguarda invece la violazione delle banche dati non adeguatamente protette dove le società che offrono beni e servizi custodiscono le informazioni relative ai clienti: si tratta dun-


Pasquale Diana

Guardia di Finanza

Si ringraziano: Dott. Attilio Massara, Direttore Generale

Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria

Generale Raffaele Romano

Comando Regionale della Guardia di Finanza

Ing. Roberto Surlinelli, Direttore Tecnico

Polizia Postale delle Comunicazioni della Liguria

Gli Uffici Scolastici Provinciali I Comitati Provinciali UNICEF Sergio Mendelevich

Ufficio tutela dei Consumatori della Regione Liguria

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie all’impegno e alla collaborazione delle seguenti scuole capofila di ogni provincia: LICEO ARTISTICO PAUL KLEE

Via Giovanni Maggio, 5 – 16147 Genova Preside: prof. Emilio Mattei ISTITUTO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI G. RUFFINI

Via Terre Bianche, 1 – 18100 Imperia Preside: prof. Giovanni Poggio

LICEO SCIENTIFICO ANTONIO PACINOTTI

Via XV Giugno – 19122 La Spezia Preside: prof. Michele Rigazio

ISTITUTO SECONDARIO SUPERIORE DI FINALE LIGURE

Via Manzoni, 12 – 17024 Finale Ligure (SV) Vicepreside: prof.ssa Donatella Porro

Realizzazione grafica della classe IV dell’Istituto Secondario di Finale Ligure

que essenzialmente di un problema connesso con il livello spesso basso di sicurezza informatica delle aziende del commercio elettronico. Sotto il profilo civilistico, quanto ai rapporti tra utente e intermediario in relazione all’uso su internet delle carte di credito come strumenti di pagamento, occorre considerare che secondo le regole contrattuali che presiedono all’uso delle carte di credito la legittimazione al pagamento si ricollega non solo al possesso della carta e alla sua titolarità, ma altresì alla firma dell’ordine di pagamento (lo scontrino rilasciato) e alla conformità di tale firma con quella apposta sulla carta: ciò implica, data l’impossibilità di sottoscrizione dello scontrino in internet e di verifica della conformità delle firme, che la dazione del numero della carta da parte di un soggetto non autorizzato importa per il venditore il rischio di vedersi annullato il pagamento, e per il compratore l’onere di contestare la legittimità dell’operazione addebitatagli sull’estratto conto nel termine fissato. Secondo quanto disposto dal D. Lgs. 185/99, l’istituto emittente deve riaccreditare al consumatore i pagamenti che questi dimostri essere stati effettuati mediante uso fraudolento della sua carta o che risultino per importo eccedente rispetto a quello pattuito per la vendita. Sotto il profilo penalistico, a tali fattispecie può trovare applicazione l’art. 12 della L. 197/91, il quale disciplina l’uso indebito di carte di pagamento. In particolare, prevede come reato il fatto di chi, al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi. In tale caso il profitto rappresenta il fine specifico richiesto dall’agente ed il reato si consuma con l’utilizzazione abusiva della carta. Di tale circostanza si sottolinea l’inconsueta tecnica sanzionatoria per i reati contro il patrimonio, che, nel punire chi utilizza al fine di trarne profitto, configura un reato di pura condotta, con un dolo specifico; non occorre quindi il conseguimento di alcun vantaggio né di alcun danno.


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