suite’s brothers — sei, la neve
[1° STROFA] Luce nel buio, traviato. Cani mordono l’osso sbagliato. Scritture tra queste radure, epitaffi di classi sociali mature, lettere scure, tu leggi pure, zero censure, di nevi perenni ed alture; nuove pitture , visoni future sicure, montagne scalate poche attrezzature. Sono perso nel vuoto dimmi se vado, trattieni il respiro non serve il fiato, su quante candele ho soffiato? Il tempo lo tengo, dato, in custodie tipo conservato. Mi chiedo da dove veniamo, discendenze di cui non sappiamo. Il mondo su un piano diverso, divieti attaccati all’ingresso, all’indietro come retrocesso, nei retrovisori riflesso; stasera non so se ne esco, non credo che il posto sia questo, cose che poi le confesso, lei che poi scrive ogni verso. So tutto come si deve, a dovere, illustrato come “Sei La Neve”, santo per il mio quartiere, le sere illustro le schiere mute per farle tacere; notti da bere, epitaffi su cronache vere, cronache nere, sulle corriere, so tutto come “Sei La Neve”. [2° STROFA] Ricordo ancora i soggetti, le cose, le case, le catapecchie, nel portaoggetti le chiavi, ricordo cantavi canzoni già vecchie. Posti già chiusi da un pezzo, corsie ci tagliano in mezzo, vecchio poi non ci penso, sospendo poi spesso riprendo, oggetti scordati se scendo, ancora che tengo il tempo, a tempo. E’ un sistema che non si aggiorna, chi parte poi manco ritorna, esodo tipo in colonna, il posto è vuoto e rimbomba, al telefono la linea crolla, cade. Guardiamo spesso c’inchioda, l’Élite tutti vogliono il Gotha, il migliore ai mondiali al parcheggio, lattine sapessi il fraseggio; cabine chiuse nel seggio, ci spero quindi la corteggio, mi guardo da chi fa di peggio, spesso c’è chi fa di peggio. Conta come mi comporto, i pesi che non sopporto, il prezzo che paghi è lo scotto, galleggio se piove a dirotto, risorgo mi aspettano sotto, di nuovo che li sento addosso, nulla è mai stato rimosso, “ Sei La Neve” come un paradosso.
[RITORNELLO] Addosso, sento tutto addosso: giardini pensili, città pendenti, siamo spiacenti, in confusione. “Sei La Neve”, conosci il nome.
SEI LA NEVE
[RITORNELLO] Addosso, sento tutto addosso: giardini pensili, città pendenti, siamo spiacenti, in confusione. “Sei La Neve”, conosci il nome. .1
[1° STROFA] Il sangue va in circolo ancora, mentre il corpo si deteriora, esausti come le pile, crollati senza reagire, il veleno, i serpenti, le spire, il confine è sempre sottile. L’intuito è cosa per pochi, certi santi ancora li invochi. Innocui senza pungiglioni, non pungi niente assunzioni, la febbre di questi deserti, rossi nei vetri boccette, misti alle piogge sporcano mezzi, ombrelli con cui ti proteggi, a caso tipo sorteggi monumenti subiscono sfregi. Fari accesi, Farisei, tira tardi tipo le sei, la voce c’è, chiede: “Chi sei?”, io rispondo: “La Neve Sei!”. Casa mia, la strada quella, pelle d’oca sempre quella, non è lo stesso se lei ne parla, tipo perplesso: “ Di cosa parla?”. Sono dolori tu che maledici, dice male tagli precisi, niente tele dentro le cornici, nuovo futuro tu se vuoi predici; un uomo nuovo fa nuovi nemici, vuole guaritrici, ferite aperte, materiali, se non c’è si sente sotto le coperte. [RITORNELLO] Rimango sul fondo, profondo, rifugi si fanno da se, se c’è da restare io qua non rimango magari poi passo da te, passo da te, magari poi passo da te. Scrivo segreti li nascondo male, di male vuoi dirmi che c’è? Girare a vuoto, la notte di mezzo, senza coprifuoco, la notte di mezzo, per durare poco, ma poco davvero, per durare poco, poco davvero.
COPRIFUOCO
[2° STROFA] Senza freni poi che miti incarni, senza denti solo visi scarni, niente elenchi, non cercarmi, per non pensarti dovrò barricarmi. Spesse mura, mura spesse, sulle persiane come piovesse, ora l’interesse fa letteratura, carboni ardenti sulla bruciatura. Siamo fini a noi, fili tesi, dai balconi solo panni stesi, fraintesi è solo una fase, casa mia dopo le case. Capitati, capillari, pochi metri dove ti ripari, poca luce poi da questi fari, tutti nostri questi panorami. Venerati, venerandi, Venere, Venere come amanti, fuori fuco, scatti mossi, mille lire per i conti nostri, placa questa sete sotto le coperte, l’amore sempre dici: “ Si potrebbe!”. Ossa rotte, cuori rotti, oro dentro tipo lingotti. “La Neve Sei” saprei cosa dire, dimmi chi sei come va a finire, tipo sul sedile, tipo come vuoi, segreti nostri che teniamo noi. Resta tra noi tira tardi, come lucchetti, come sguardi, come mi guardi lo sai solo tu, se non ci sei manchi solo tu. [RITORNELLO] Rimango sul fondo, profondo, rifugi si fanno da se, se c’è da restare io qua non rimango magari poi passo da te, passo da te, magari poi passo da te. Scrivo segreti li nascondo male, di male vuoi dirmi che c’è? Girare a vuoto, la notte di mezzo, senza coprifuoco, la notte di mezzo, per durare poco, ma poco davvero, per durare poco, poco davvero.
.2
[1° STROFA] Piove per lasciarci nudi senza scudi, lasciti lasciati negoziati che non chiudi; guardami dal vivo mentre aspetto che ti schiudi, rose imbottigliate, brutali sempre più crudi. Nessuno rimane dondola un’altalena, il Re vende il trono, coltelli lungo la schiena, c’è il sale su Marte l’amore come si spiega, ogni evento unico può darsi si ripeta. Arterie recise queste strade su di me , orbito intorno ho satelliti su di me, spengo l’interruttore vado a fondo coi sonagli subliminali in fondo le istruzioni per trovarli. Luci artificiali, scatti sui cartonati, ronzio nei posti vuoti del vuoto che li ha svuotati, medaglie attaccate memorie dei tuoi primati, lampi d’intelletto come i primi primati.
[2° STROFA] Agganciano le celle ora sanno che sei metodico, quello che le scrivi ha un fine ed è sempre il solito, guardati da fuori nei pixel, tubo catodico, lo sporco che da dentro annerisce pure il tuo monitor. Documentari interi, tutto è documentato, caschetti sugli shuttles, leggeri passo felpato, conflitti intestini, ti cerco persa nei nugoli, dei numeri che sfiorano fino a che poi li superi. Altri prima di noi, etichette col nome mio, pochi sanno di noi del poco che ci capivo. Reticoli, irretito, nella rete in rete sempre, come te vecchie comete, come te, come ci si sente? È stato detto tutto, l’anima chiede ancora, il metro non cambia l’eco dentro la gola, non serve l’argento come negli anni di piombo, stesi sui tettucci come quando si fa giorno.
[RITORNELLO] Aspettiamo l’alba ore sempre più lunghe, tutto va all’indietro io rallento comunque. Icone sacre le tue foto stanotte, potrei caderci dentro e non pensarti stanotte.
[RITORNELLO] Aspettiamo l’alba ore sempre più lunghe, tutto va all’indietro io rallento comunque. Icone sacre le tue foto stanotte, potrei caderci dentro e non pensarti stanotte.
PER NON PENSARTI
(VeiveCura) «Le tue foto stanotte, non pensarti stanotte» feat. VeiveCura
.3
[STROFA] Mi curo di ciò che non curi, mi chiedo poi come guarisco, bruciati come idrocarburi, in curva per correre il rischio. Macchine guaste, dita sui tasti, noi fermi sul ciglio come primitivi poi miglio per miglio troviamo le scarpe e un giaciglio. Brillo. L’evoluzione in catena, in fila si come in catena, azioni compiute di schiena, lo stile di chi non si piega; lo stile ti uccide fucile, il tuo stile torcia senza pile, lo stato è febbrile, prima di uscire, tipo sul finire, avverti chi devi avvertire. Tutto si ripete, ne vuoi ancora, la prova che poi ci sorprende, dalle sue labbra buchi nel petto, il cuore è di chi se lo prende. Rettili in pianto come coccodrilli sopra le polo le squame, abbiamo le pietre qua mica i navigli, riflessi colore del rame.
La fame ci contraddistingue, sentieri sterrati , le spine, finisce pure la corrente come quando stacchiamo le spine. Il tempo sui tetti cadenti, orologi serrati sui polsi, l’ora segnata coi denti, da piccoli come coi morsi. In piedi negli osservatori, in piedi giusto per vederci, questi biglietti pagati per stelle che poi manco becchi. L’usato come ai mercatini, nessuno c’aveva scoperto, lacrime di coccodrillo negli occhi un diamante perfetto. Tutto si ripete, ne vuoi ancora, la prova che poi ci sorprende, dalle sue labbra buchi nel petto, il cuore è di chi se lo prende. Rettili in pianto come coccodrilli sopra le polo le squame, abbiamo le pietre qua mica i navigli, riflessi colore del rame.
LACOSTE
.4
[1° STROFA] Mi chiedi se vivo davvero, io vivo tra i libri ricerco equilibri più saldi, tra i saldi di un “venerdì nero” chi è salvo davvero sotto questo cielo si salvi. Lontani dal circolo empirico gratto sul fondo e ricerco lo spirito. Ricerco il divino, chiodi imbustati, nero corvino già tutti avvistati, sotto gli strati tutti guastati, voglio sapere ed ho libri imbustati. Sapere ciò che non sanno, stare dove non stanno, meccanismi complessi, volume ridotto, tu ne fai parte, stai sotto. Candidi numeri primi, codici a barre, ceppi latini, t’inceppi, rodato, l’istinto ti uccide, muse fuorviate, sbandate incallite. Mi chiedi se vivo davvero, “Si!”, io vivo tra i libri, ricerco equilibri più saldi. [2° STROFA] Li ho letti tutti! Solo crepe niente pieghe tra cui leggere leggeri che li ho letti tutti! Si, li ho letti tutti! Dal primo all’ultimo, li ho letti tutti! carte e trucchi, li ho letti tutti!
EQUILIBRI
Tutti sepolti, strati su strati, noi limitati, al limite del globo già globalizzati, iniziati, tuniche, cunicoli segreti, cariche opposte in attrazione come coi magneti. Altri pianeti, tipo altri livelli, lati occulti nei parcheggi dentro ai carrelli, stiamo in pole ai tornelli, d’oro vestiamo velli, numi silenziosi dentro corpi che crivelli. Conviene stare svegli, si conviene stare svegli, monete chiuse a chiave dentro scrigni che sorvegli; missive come missili, rossetti come timbri, vocali come timbri, sgombri come gli spazi.
.5
[1° STROFA] Poco resta da perdere, stabilità presunta, conta solo l’orario, ogni base rispunta , l’alba adesso prolunga notti sempre più brevi lampioni restano accesi, notti sempre più brevi. Il mondo resta a guardarci, noi oltre le siepi, tutto pare toccarci, mani che tanto non vedi, frugano già le tue tasche, compenso per il tragitto, dicono possa sentirlo ora che l’hanno trafitto. Il posto qua resta sfitto, vuoti che tanto non riempi, dici di case lontane,dici la fede, gli esempi; pesi sulla coscienza facciamo un tour degli abissi, itinerari rari sempre, vedi pochi turisti. Dimmi come ti vesti mute sere sul fronte tipo corse campestri per arrivare di fronte, soli come su vette, scritte sotto le insegne, zero scuse, illuse loro, buste chiuse tipo le consegne.
[2° STROFA] Riconosci chi sei, calcola gli abbonamenti, chiusi come i convogli, fermi negl’appartamenti, rimaniamo appartati sedili e miti sfatati, guardati a vista da sempre: in borghese dentro berline, veloci senza cinture occhi incollati sulle vetrine, qui tutto e senza sicure pace dalle lampadine. In tele nuovi demiurghi, chiedi cosa mi turbi, lampi negli occhi furbi, santi come chirurghi, santi come taumaturghi lunghi tratti da soli, come i migliori chirurghi noi ci curiamo da soli. In testa grilli parlanti vicini dentro un binocolo, ogni giorno è monotono tipo un lungo monologo. Sutura come coi punti, la conta sui bollettini, la notte ancora ci parla in macchina dai finestrini, saliamo dentro ascensori , distratti dalle vetrate, in fondo piano per piano perdiamo le nostre chiamate, sprecate.
[RITORNELLO — VeiveCura] Domani ti specchi e non compari più.
[RITORNELLO — VeiveCura] Domani mi specchio e non compari mai più.
SANTI TAUMATURGHI
feat. VeiveCura
.6
[1° STROFA] Vestiti già scollati, lasciami senza fiato, freddi come ghiaccio su schiene d’oro colato; dai palmi le cascate l’acqua segue i contorni, lascia i sedimenti nei posti in cui non ritorni. Noi non siamo salvi, nodi tra i capi saldi, coscienti nelle notti coi lampi di genio, sguardi; sgualciti come felpe vecchie sopra i polsini, poco che si legga che si leghi a noi per primi. Poi stimi, c’è stima, cestini dall’inizio, pugili suonati, guardia bassa, sanno il vizio; vibrano le corde che tocchiamo tipo squillo, terremoti dentro nell’attesa tipo assillo. A parte, a noi, nostalgia già passata, aspetto che ritorni tra i sogni già in nottata, notte già inoltrata, linea ricollegata, nulla che puoi dirci capricci d’una ventata. [RITORNELLO] Non compri ciò che siamo, cambia la prospettiva, non so restiamo, forse perdiamo prima; Soli, soli, case, chiuse, soli, soli, case, chiuse. Non so se torniamo magari saperlo prima, bastano le scuse quindi spesso non s’arriva; soli, soli, stiamo, meglio, soli, soli, stiamo, meglio.
SOLI
[2° STROFA] Chiuso sui cartelli, silenzio te lo imposti, muti col silenzio, leggi da solo i costi, accostati non ci prendi manco coi paragoni, voi coi paraocchi nottambuli sui burroni. Chi siamo? Chi è? Dove andiamo noi da soli? Immersi per intero, impostati, impostori, cromati per intero non ci prendi, non c’è campo, oggi non finisce ti assicuro non c’è scampo, scampoli di cielo come stesse respirando. Muti col silenzio labbra chiuse tipo soli, solidi lanciati sopra i posti che sorvoli, scoli nei canali originali interruzioni, è vero non ci prendi manco coi paragoni. Scuse stiamo soli, fidati non ci trovi, la porta resta chiusa quindi è inutile che suoni, restiamo ancora noi, voi restate ancora soli. [RITORNELLO] Non compri ciò che siamo, cambia la prospettiva, non so restiamo, forse perdiamo prima; Soli, soli, case, chiuse, soli, soli, case, chiuse. Non so se torniamo magari saperlo prima, bastano le scuse quindi spesso non s’arriva; soli, soli, stiamo, meglio, soli, soli, stiamo, meglio.
.7
[PARTE 1] Prendi tutto per buono se in un posto poi ci cresci, questi poco di buono dentro acquari come pesci, marchiato tipo a fuoco non è vero che guarisci, l’esperienza porta bene solo quando poi ne esci. Girano sti dischi le teste poi vanno a ruota, non servono stilisti sappiamo cos’è di moda, casa sulla mappa del resto poi la si nota, questi posti chi li ha visti poi nessuno vuoi li scopra.
[PARTE 2] [RITORNELLO] Sole giù al tramonto, sabbia attraverso i vetri, sui quadranti fermi, scrivo i nomi completi, dici tutto è vario il bello è quando ti perdi, il tempo passa uguale anche se stiamo fermi.
[RITORNELLO] Tutto sembra nostro poco resta davvero, manca sempre poco un minimo stai sereno, dici di partire ma coi soldi per un pieno, in pochi c’hanno preso, altri li hanno presi in pieno. Tutto sembra nostro poco resta davvero, manca sempre poco un minimo stai sereno, dici di partire ma coi soldi per un pieno, in pochi c’hanno preso, altri li hanno presi in pieno.
Ho riscritto tutto uguale tanto tutto ritorna, spariti poi tornati come il gesto delle corna. Il mio mantra è ciò che voglio, ecco cosa ripeto: “Mai restare indietro piuttosto moto perpetuo!”. Dita vanno da sole noi anche senza legami, pochi ti stanno a cuore spesso manco li chiami, le macchinette accese di notte più illuminati, questi lati nascosti a volte più complicati.
Il tempo passa uguale anche se stiamo fermi. Il tempo passa uguale anche se stiamo fermi. Il tempo passa uguale anche se stiamo fermi. Il tempo passa uguale anche se stiamo fermi.
[RITORNELLO] Sole giù al tramonto, sabbia attraverso i vetri, sui quadranti fermi, scrivo i nomi completi, dici tutto è vario il bello è quando ti perdi, il tempo passa uguale anche se stiamo fermi.
COLLAGE
[PARTE 3] Restiamo chiusi in garage per vedere che effetto fa, per vedere se poi ci vediamo, divisi in due faremo a metà. Nudi i vestiti se togli le marche, scriverò libri per dire sull’arte. Freddi con loro, freddi con loro, chiusi in garage, pezzi, collage, metti di tutto per fare un collage, storie su storie dentro i collage, pezzi di cuore dentro i collage, chiusi in garage. Restiamo chiusi in garage per vedere che effetto fa, per vedere se poi ci vediamo, divisi in due faremo a metà. Nudi i vestiti se togli le marche, scriverò libri per dire sull’arte. .8
[1° STROFA] Restiamo attaccati siamo strade per i brividi, vertebre segnate tra i ricami dei tuoi limiti, segni sopra corpi celesti e indistinguibili, l’ho letto nei tuoi occhi che da qui sembrano vitrei. I segreti sono niente se svelati all’imbrunire: scritte sopra tronchi, formule da impartire. Lei gioca sopra i tubi già coperti di vernice, si taglia coi diamanti legati ad un’appendice. Il buio non ci prende appoggiati sui comodini ora che lei si sveste tentacoli e cartellini, pesci sopra le maglie strappate dagli appendini nuotano code opposte in tinte come acquitrini. Verità fin troppe nella testa tengo i crucci Venere s’impiglia tra i capelli nei cappucci, la cerniera mangia i lacci confessa pieghe intime, riti popolari tengo santi sullo stipite. [RITORNELLO] Distinguiti dentro gli acquari. Languidi dentro gli acquari. Distanze appaiono abissali. Diventi pietra se toglie gli occhiali.
ACQUARI
[2° STROFA] Glaciali senza sole, coperti sempre più opachi, tumulto nei respiri aspetto giusto si plachi; annodo i miei pensieri sentieri finora ignoti rimango sulle mie aspetto che lei li annoti. Ergono santuari, frasari, foreste vergini, strette così forti che quasi strappiamo i tendini. Poetica di turno: macchine come acquari, chiusi dentro noi stessi campioni, nuovi esemplari. Bevo queste pozioni coi sensi tutti appannati, lascio che mi soverchi discorsi tutti attaccati; seguo le geografie poi leggo le diciture, curve e litografie l’urbe fa facce scure. Marche sopra i vestiti, cappotti sempre più logori, falde tra le mani ripari per ciò che mormori, pitture rupestri, vetri di posti cavi, orecchie turate per stare come in acquari. [RITORNELLO] Distinguiti dentro gli acquari. Languidi dentro gli acquari. Distanze appaiono abissali. Diventi pietra se toglie gli occhiali.
.9
[1° STROFA] Scrivo rimango comodo, scrivo poi scambio caratteri, ogni viso è più stolido sui manifesti che imbratti. Il posto è deserto ti sogno la notte laconico. Tutto si chiude in un dedalo, pioggia dai fiori che spetalo, estetica nuova tempi di prova, congelo, notizie diffuse trapelo, nell’intimo voglio ed anelo. Buio, notte, reminiscenze, dentro luci come resistenze, false parvenze, sangue e vene, zone di culto, chi le mantiene? Sguardi fissi è quasi eclissi, il bianco ti tinge da Dea, vendo tutto, riflessi d’oro, mi compro una buona nomea. Ogni memoria si azzera, elimina tera su tera , piatti ciottoli piatti, vicini sopra i rotocalchi, rullini tra i volti risalti, amuleti giusto per salvarti. A piedi isolati, posti isolati, tutto è remoto scosso, l’occhio silura un’altra vettura porta le insegne addosso. Storie che ascolto m’impalo, spesso risolvo se poco è risolto lo imparo.
[RITORNELLO] Stasera cosa ti metti? Cosa mi metti in testa? La strada si chiude quasi ci sequestra. Da giorni sei il mio chiodo fisso, correrò il rischio. Perfetti senza mai una pecca, vanno di fretta, in casa da soli nessuno ci aspetta, orologi sciolti bevo una lancetta.
ACHIL EA
.10
[2° STROFA] Chiedimi come ne esco, mi chiedi: “Che piano è mai questo?” Messaggi con cui ti tempesto: “parlami e scendi giù adesso!”. Scrivo con la penna a sfera, ti leggo il futuro stasera, nuova livrea, leggimi Oh Dea, velocità di crociera. Non c’è mai stato sorpasso, ombre sulla ringhiera, mi chiedo: “Che cosa è rimasto tra le fantasie di esperti in materia?” Ombre sulla ringhiera, ombre sulla ringhiera, mi chiedo: “Che cosa è rimasto di vero tra le fantasie di esperti in materia?”
1. Sei la neve / 2. Coprifuoco / 3. Per non pensarti (feat. Veivecura) / 4. Lacoste / 5. Equilibri / 6. Santi Taumaturghi (feat.VeiveCura) / 7. Soli / 8. Collage / 9. Acquari / 10. Achillea