In difesa di Raffaele Viviani

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IN DIFESA DI RAFFAELE VIVIANI: IL COSTRUTTIVISMO E IL DISTRUTTIVISMO DI PAOLO RICCI E CARLO BERNARI
AMBROSIO
MAURO GIOIA CHANTE RAFFAELE VIVIANI
GIOVANNI

MAURO GIOIA

SENSO VIVIANI

RASSEGNA DI POESIA E MUSICA

DEDICATA A RAFFAELE VIVIANI

IDEATA DA GIANNI VALENTINO

IPOGEO DEL COMPLESSO MUSEALE

SANTA MARIA DELLE ANIME

DEL PURGATORIO AD ARCO

VIA DEI TRIBUNALI, 39 NAPOLI

IN DIFESA DI

RAFFAELE VIVIANI:

IL COSTRUTTIVISMO

E IL DISTRUTTIVISMO

DI PAOLO RICCI

E CARLO BERNARI

MAURO GIOIA CHANTE VIVIANI

Dal Manifesto dell’Unione Distruttivisti ed Attivisti Napoli, 1929

Guglielmo Peirce, Carlo Bernari e Paolo Ricci

1) Non esiste un'arte rivoluzionaria e un arte non rivoluzionaria: l'arte vera è sempre rivoluzionaria.

Extrait du Manifeste de l’Union des destructivistes et des militants

Napoli, 1929

Guglielmo Peirce, Carlo Bernari e Paolo Ricci

1) Il n’y a ni art révolutionnaire ni art non révolutionnaire: le véritable art est toujours révolutionnaire.

Fin dagli anni trenta Paolo Ricci si trova a combattere fra due ordini di problemi, l’avanguardia, da una parte, e la tradizione culturale dall’altra. In questa duplice alternanza Ricci scoprì l’azione catalizzatrice di Raffaele Viviani, perché riusciva a far convivere le spinte più avanzate delle esperienze avanguardistiche europee, con tutto il retroterra culturale che si veniva condensando nel suo teatro.

Depuis les années trente, Paolo Ricci lutte entre deux ensembles de problèmes, l’avant-garde d’une part et la tradition culturelle d’autre part. Dans cette double alternance, Ricci a découvert l’action catalytique de Raffaele Viviani, car il a su rassembler les axes les plus avancés des expériences d’avant-garde européennes, avec tout le contexte populaire et culturel qui se condensait dans son théâtre.

Nei capolavori di Viviani l’umile non è sottoposto a nessun abuso paternalistico, vive con una sua propria dignità, rifiutandosi a tutte le civetterie care alla Commedia dialettale.

Dans les chefs-d’œuvre de Viviani, les humbles ne sont soumis à aucun abus paternaliste, ils vivent avec leur propre dignité, refusant tous les flirts chers à la Comédie dialectale.

Le sue poesie, le sue canzoni, sono la matrice del suo teatro, costituiscono le intuizioni fulminanti di un artista, attento a cogliere dalla realtà urbana, sociale e storica della sua città i dati di una speranza, di una ribellione, di un’aspirazione alla libertà.

Ses poèmes, ses chansons, sont la matrice de son théâtre, ils constituent les intuitions fulminantes d’un artiste, soucieux de saisir les données d’une espérance, d’une rébellion, d’une aspiration de la réalité urbaine, sociale et historique de sa ville à la liberté.

Gli faceva, è vero, un grande piacere sentirsi paragonare ad Antonio Petito a Edoardo Ferravilla a Gaston Baty, ai grandi attori russi, ma nello stesso tempo tremava al solo sentire nominare, non so, a suo proposito, a proposito della sua arte, Lenin, Trotzkij, Stalin, il “Lumpenproletariat “ napoletano.

Certes, c’était un grand plaisir pour lui d’être comparé à Antonio Petito, Edoardo Ferravilla, Gaston Baty aux grands acteurs russes, mais en même temps il tremblait à la simple mention de lui, de son art, à Lénine, Trotsky, Staline, au “Lumpenprolétariat” napolitain.

Guglielmo Peirce : Viviani. In Nostalgia napoletana

Edizioni Il Borghese – 1962

Si era in pieno fascismo e Viviani era perseguitato nel modo più perfido e subdolo dan Ministero della cultura popolare. Nei suoi confronti era scattato fin dal 1926-1927 una “legge” secondo la quale il teatro in dialetto era considerato un crimine contro l’unità della cultura italiana e quindi condannato al sabotaggio più spietato.

Nous étions en plein fascisme et Viviani a été persécutée de la manière la plus perfide et la plus subtile par le ministère de la Culture populaire. Une «loi» avait été promulguée contre lui dès 19261927 selon laquelle le théâtre en dialecte était considéré comme un crime contre l’unité de la culture italienne et donc condamné au sabotage le plus impitoyable.

Paolo Ricci Op. cit.

Viviani spostando il canto dalla voce dello sventurato a quello della donna conscia della realtà del suo stato, devia con consapevolezza tutta la poesia dal solco della tradizione capace di vedere nell’amore solo il peccato e nella donna unicamente la lasciva portatrice del disonore; affinché la vittima stessa di tante orge sentimentali e sensuali possa rivendicare il suo diritto all’amore e affermare la sua libertà di dedicare il proprio amore all’uomo che ama.

Viviani, faisant passer le chant de la voix de la malheureuse à celle de la femme consciente de la réalité de son état, dévie consciemment toute poésie de la tradition de ne voir que le péché dans l’amour et seulement le porteur lascif du déshonneur chez la femme; pour que la victime de tant d’orgies sentimentales et sensuelles puisse revendiquer son droit d’aimer et affirmer sa liberté de vouer son amour à l’homme qu’il aime.

Carlo Bernari da Napoli silenzio e grida 1977 Editori Riuniti.

Giudicato, in senso dispregiativo autore e attore “popolare”, fu per fortuna proprio il popolo ad avvertire per primo ciò che di profondamente “nuovo” ed originale conteneva l’opera vivianesca.

Jugé, au sens péjoratif, auteur et acteur «populaire», ce sont heureusement les gens qui ont été les premiers à percevoir ce qui était profondément «nouveau» et original dans l’œuvre de Viviani.

Paolo Ricci L’Unità. 23 gennaio 1965.

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