In chat è più facile...

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Giovanni Gentile

In chat è piÚ facile Come sono cambiate e continuano a cambiare le regole comunicative tra esseri umani

Manuali per vivere meglio www.psicoterapia.caserta.it


INDICE Premessa

pag. 3

I nuovi sistemi di comunicazione Cosa è MSN Cosa è la comunicazione Perché su Messenger è tutto più facile

pag. 5 pag.10 pag.13

Appendice

pag.22

Ringraziamenti

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Bibliografia

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Premessa Da utility all’ interno di un sistema operativo a fenomeno di massa, MSN Messenger ha sancito il passaggio ad una nuova forma di comunicazione che partendo dal telefono passando per il cellulare adesso è diventata scritta, senza limiti temporo spaziali e soprattutto GRATUITA. Questa innovativa forma di comunicazione, semplificando le regole comunicative del discorso e della lingua parlata, diventa linguaggio. La metacomunicazione sparisce ed al suo posto entrano in campo le emoticons. Simboli emotivi, con i quali colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di gesti, intonazioni vocali ed immagini. Tutto questo è la realtà, è il futuro, è ciò che stà accadendo, non possiamo tirarci indietro o accusare le nuove generazioni di degenerazione dei contatti umani, di impoverimento delle emozioni. Credo che questa invece sia un passaggio obbligato, verso un qualcosa che stà nascendo, berso un nuovo linguaggio che si modifica, verso una nuova forma di contatto umano, un’ ulteriore forma di comunicazione e condivisione non fa altro che accrescere le potenzialità di ognuno di noi. L’ altro lato della medaglia, quello cattivo, è rappresentato da un’ abitudine ormai sempre più comune di sostituire i classici rapporti umani (dialoghi, incontri, ecc.) con scambi multimediali, telematici, che restano nell’ ambito del virtuale e che a volte sono totalmente sganciati da quello che è reale. E’ questo il vero problema, la faccia cattiva di internet, della rete, quella di trasformare uno strumento di condivisione e crescita, in una macchina per l’ alienazione emozionale e personale. Le potenzialità o la distruttività di qualsiasi strumento sono figlie di colui che lo usa. Oggi in Italia, sebbene penultima nella classifica degli Stati europei nell’utilizzo del web, la Rete costituisce un fenomeno diffuso presente nelle case dell’italiani che ne sfruttano l’enorme capacità tecnologica per scaricare suonerie, film e canzoni, per immettere filmati più o meno comici o deliranti. Nulla di male in tutto ciò, in quanto è un modo per ognuno di esprimere la propria libertà ma mi domando: è proprio questo il miglior uso che si può fare della Rete? Fallito l’e-commerce di massa, monopolizzati da motori di ricerca, assopite le lotte di pensiero su software alternativi ai sistemi proprietari, è subentrato un binario di pigrizia intellettuale che ha limitato la Rete a semplici operazioni di posta elettronica e consultazione di siti di servizio o di informazioneaccostando sempre di più lo strumento informatico-telematico all’antenata televisione. Il ciber-navigatore (termine ormai in disuso, sostituito da utente) appare depresso e schiacciato dalla consuetudine e dalla ricerca di quell’economia digitale figlia non tanto del fallimentare capitalismo ma di quel neoliberismo economico poco etico e troppo veloce per essere ricordato.

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La Rete, oggi, questa bambina che ancora non ha raggiunto la maggiore età, è stata violata da fatti che l’hanno resa famosa più per gli aspetti negativi che ha veicolato piuttosto che dai silenziosi progressi che ha permesso di raggiungere, coinvolgendo in un lavoro reticolare, sinapsi collegate da ogni parte del pianeta. Ai giovani è affidato il futuro della Rete, a quanti non anestetizzati dalla produzione di atti e video di bullismo, preferiscono una crescita sociale basata sull’essere e sul saper fare, anziché l’apparire su un palcoscenico per poche ore. E’ una responsabilità enorme, da portare avanti attraverso un’azione mirata, in parte, a sconfiggere l’apatia di tanti che hanno smarrito quella innovazione, quella creatività, quel coraggio che permise ad un ragazzo di avviare non la compilazione di un software ma un evoluzione sociale, quale Linux. La Rete è un bene prezioso, essa deve essere diffusa e utilizzata con quella libertà edotta che permette di scegliere l’etico-sociale dal mero inquinamento digitale, tutto questo comporta una rivoluzione culturale non solo per il bene del singolo quanto per un progresso comune.Agli innovatori - siano essi informatici, sociologi, giuristi, economisti, filosofi, tutti nessuno escluso – spetta il compito di guidarci nel difficile cammino di questo Paese, affinchè si realizzi un governo digitale lontano da logiche politiche e concreto verso le esigenze del cittadino.Apatia, egoismo, indifferenza sono i principali avversari che tali innovatori dovranno sconfiggere ovvero aspetti tipici del modo più diffuso di vivere la società contemporanea. Tuttavia se rimarranno fedeli alla genesi della Rete, allo spirito della condivisione, alla capacità di veder lontano, sono certo credetemi, riusciranno ad invertire quel processo involutivo che oggi l’uomo ha avviato in danno non solo alle capacità offerte dalle moderne tecnologie della comunicazione, quanto a se stesso.

In questo volume cercherò di analizzare le componenti di questa “follia” di massa e spiegarne le dinamiche, paragonandole alla più classica forma di comunicazione il discorso faccia a faccia.

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Cosa è MSN

Partiamo dalle basi. Per quelli che masticano poco di internet e nuove tecnologie, il termine MSN Mesenger può non significare nulla.

Innanzitutto cosa è MSN Messenger MSN è una chat Il termine chat (in inglese, letteralmente, "chiacchierata"), viene usato per riferirsi a un'ampia gamma di servizi sia telefonici che via Internet; ovvero, complessivamente, quelli che i paesi di lingua inglese distinguono di solito con l'espressione "online chat", "chat in linea". Questi servizi, anche piuttosto diversi fra loro, hanno tutti in comune due elementi fondamentali: il fatto che il dialogo avvenga in tempo reale, e il fatto che il servizio possa mettere facilmente in contatto perfetti sconosciuti, generalmente in forma essenzialmente anonima. Il "luogo" (lo spazio virtuale) in cui la chat si svolge è chiamato solitamente chatroom (letteralmente "stanza delle chiacchierate"), detto anche channel (in italianocanale), spesso abbreviato chan. Fra gli informatici, il servizio di chat con la storia e la tradizione più importanti è certamente la Internet Relay Chat (IRC), fondamentalmente basata sullo scambio di messaggi testuali. A questa tecnologia, che ancora oggi mette in comunicazione milioni di utenti ogni giorno, è associata una intera sottocultura (diversificata in decine di "sotto-sottoculture" per i principali server). Da questo contesto deriva gran parte della terminologia che anche altri sistemi di chat su rete hanno ereditato. IRC, un tempo unico servizio di chat su Internet, è oggi affiancata dalle webchat (spesso in java) ospitate da server autonomi e da numerose altre tecnologie; sono molto utilizzate, in particolare, le applicazioni dinstant messaging come ICQ o MSN Messenger, che in genere integrano anche posta elettronica (e quindi comunicazione asincrona) e interazione multimediale. Sono anche molto diffusi (forse non altrettanto utilizzati) i servizi basati sul Web, come gli applet di chat offerti da 5


molti portali, tipicamente a supporto di comunità virtuali formatesi attorno a strumenti come forum o message board. I diversi servizi di chat possono essere catalogate sotto due tipologie principali:

1-on-1, come gli instant messaging

group chat

Alla prima categoria appartengono i servizi di chat che principalmente permettono di chattare con una persona alla volta. I contatti di questo tipo di chat sono personali e contenuti in una rubrica, spesso archiviata on-line in modo che sia raggiungibile da ogni terminale collegato alla rete internet. Le finestre di conversazione sono una per ogni contatto con cui si sta chattando. Rispetto alla chat di gruppo la chat 1-on-1 ha delle funzionalità multimediali avanzate come l'invio di audio e video, clip audio ed animazioni personali e condivisione di cartelle. Fra i tanti, i servizi più usati di questo tipo sono MSN Live Messenger, Yahoo! Messenger, Google Talk e Skype. Solitamente i nick in questi servizi sono legati ad un indirizzo mail o ad un account identificativo. Le group chat hanno le potenzialità di mettere in comunicazione centinaia di persone allo stesso momento, in quanto i messaggi vengono inviati a tutte le persone che in quel momento sono collegate al gruppo (solitamente chiamato canale o stanza). I canali si possono differenziare per i loro contenuti tematici e per la lingua usata dai loro utenti. La finestra di conversazione è una per ogni canale. Vi è comunque la possibilità d'inviare, in modo analogo agli instant messaging, messaggi in una conversazione "privato" tra due singoli utenti (anche nota come query). Le chat di gruppo come IRC sono principalmente testuali e con elementi multimediali ridotti o assenti. I nick degli users non sempre sono legati ad un account permettendo così un maggior anonimato. Con il passare del tempo ed il potenziamento del web le differenze fra la chat 1-on-1 e le chat di gruppo diminuiscono: se con le chat di gruppo come IRC è sempre stato possibile inviare anche messaggi ad una singola persona, i servizi di chat 1-on-1 si stanno orientando verso la possibilità di utilizzare anche chat di gruppo (sebbene tale fuzione sia a volte disattivata dai gestori del server in seguito a polemiche e controverse derivanti da tale utilizzo)

MSN Classic Il progetto di MSN venne sviluppato dall'Advanced Technology Group della Microsoft, guidato da Nathan Myhrvold. MSN fu inizialmente concepito come un fornitore di contenuti online basato su

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una connessione dial-up, come America Online. Forniva inoltre dei contenuti proprietari attraverso un'interfaccia a cartelle integrata in Windows Explorer, il file manager di Windows 95. Conosciuto quindi ufficialmente con il nome di "The Microsoft Network", il servizio venne lanciato insieme a Windows 95 il 24 agosto 1995. Il servizio era incluso nell'installazione di Windows 95 e pubblicizzato attraverso Windows ed altro software della Microsoft rilasciato in quel periodo. Il supporto al prodotto veniva offerto attraverso l'MSN service, così come delle funzionalità di posta elettronica di base, un servizio di notiziari da MSNBC, funzionalità di chat e newsgroup. L'accesso al web non era incluso in origine nel servizio di MSN classic, ma veniva offerto attraverso il browser Internet Explorer, il quale era disponibile per il download da MSN service o dal pacchetto "Windows 95 Plus!".

MSN 2.0 Nel 1996, in risposta alla grande crescita della diffusione di Internet, il servizio MSN venne rinominato "MSN Classic", e fu creata una nuova versione conosciuta col nome di "MSN 2.0". La nuova versione combinava l'accesso ad Internet con contenuti web proprietari in un nuovo programma, "MSN Program Viewer". Una volta installato, il Program Viewer di MSN era essenzialmente un'interfaccia animata, stilizzata e integrata nel web browser Internet Explorer 3. Quando i membri effettuavano l'accesso, venivano presentati loro alcuni diversi "canali", i quali erano essenzialmente delle categorie per i vari tipi di contenuti disponibili su MSN. Oltre all'MSN Program Viewer era presente l'MSN Quick Launch, un'incona all'interno dell'area di notifica di Windows. Entrambi i programmi avevano un menu che si aggiornava dinamicamente per guidare i membri attraverso i conenuti ed i servizi di MSN.

Ma veniamo al nostro Windows Live Messenger Windows Live Messenger è il client di messaggistica istantanea della Microsoft attualmente in sviluppo. È disponibile per i sistemi operativi Windows XP, Windows Vista, Windows Server 2003, Windows Server 2008 e Windows Mobile ed è completamente gratuito. Denominato inizialmente MSN Messenger Service, la prima versione rilasciata è stata la 1.0, disponibile dal 22 luglio1999. Con la versione 4.6, rilasciata il 23 ottobre 2001, è stato rinominato MSN Messenger ed ha assunto l'attuale denominazione con la versione 8.0 rilasciata per la prima

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volta in versione beta il 13 dicembre 2005.[1] La versione attuale è la 2008 (8.5) rilasciata il 6 novembre 2007. Windows Live Messenger è stato lanciato nel 2005 assieme a Windows Live di cui è parte e si connette a .NET Messenger Service di Microsoft. Aziende ed imprese possono inoltre integrare le loro Live Communication Server e Active Directory con la rete per conto dei loro client. La maggior parte dei grandi client multi-protocollo possono anche collegarsi al servizio. La versione finale di Windows Live Messenger 8.5 è stata rilasciata il 6 novembre 2007. Windows Live Messenger 9 è attualmente in fase di sviluppo. In una presentazione al Georgia Institute of Technology's IEEE Student Branch, il dipendente della Microsoft e Georgia Tech, Andrew Jenks ha annunciato che sarà disponibile "alla fine del 08 o all'inizio del 09".

Le ultime funzionalità di MSN Messenger sono: Condivisione cartelle

La condivisione di una cartella con un amico è un'alternativa all'invio di un singolo file. Quando un utente vuole fornire un file in un'altra persona, nella sua lista dei contatti, la finestra "condivisione cartella" viene visualizzata, con delle immagini in miniatura che sintetizzano il contenuto della cartella. Quando i file vengono aggiunti alla "condivisione cartella" per quella persona in particolare, il file verrà automaticamente trasferito al corrispondente del computer quando è online. Ciò significa che la cartella è letteralmente "condivisa" tra due computer. Se un utente elimina un file, per esempio, il file verrà eliminato dal corrispondente del computer cartella condivisa. La condivisione della cartella viene automaticamente ricreata alla prima connessione di Windows Live Messenger di un nuovo pc. Telefonate da PC a PC

In aggiunta alle chiamate da PC a PC che sono anche supportate nelle versioni precedenti, Windows Live Messenger supporta ora le chiamate da PC a telefono con Windows Live Call. Negli Stati Uniti, questa funzione è supportata da Verizon, contrassegnato come "Verizon Web Calling". Orange France ha anche un servizio simile. Questa funzione è disponibile solo in alcuni paesi, compresi gli Stati Uniti, il Regno Unito (Verizon prevede la fine del servizio per l’agosto del 2008), Francia, Germania, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Irlanda, Belgio, Spagna e Italia. 8


Compatibilità con altri client

Il 13 ottobre 2005, Yahoo! e Microsoft hanno annunciato piani per introdurre la compatibilità tra i due client, [16], la seconda più grande creazione di messaggistica istantanea base degli utenti di tutto il mondo: il 40 per cento di tutti gli utenti. L'annuncio viene dopo anni di interoperabilità con altri client (in particolare Trillian e Pidgin), e critiche da Google che la maggior parte dei client di messaggistica istantanea hanno bloccato la rete ad esso. Microsoft ha anche avuto colloqui con AOL, in un tentativo di introdurre ulteriori interoperabilità, ma finora AOL non sembra disposta a partecipare. L'interoperabilità tra Yahoo! E Windows Live Messenger è stata lanciata il 12 luglio 2006.

[17] [18]

Questo permette agli utenti di Yahoo! e Windows Live Messenger (utilizzando testo o voce) gli uni con gli altri senza la necessità di creare un account su altri servizi, a condizione che i contatti utilizzino le ultime versioni del software. Tuttavia, se un utente utilizza un vecchio o un client di terze parti, essi verranno visualizzati in modalità non in linea per gli utenti sulla rete. Messaggistica offline

A differenza delle versioni precedenti, si possono inviare messaggi a contatti che sono offline, che riceveranno i messaggi una volta che si sono connessi. Inoltre, si possono iniziare conversazioni anche quando il suo stato è impostato su invisibile, in modo simile al comportamento di Yahoo! Messenger e ICQ. Se parlate con qualcuno che ha un vecchio client di MSN Messenger, perderete la possibilità di parlare con voi stessi dopo un breve periodo di assenza di attività, visto che altri utenti potrebbero pensare che siate offline. Windows Live Messenger è stato reso disponibile su alcuni dispositivi mobili; una nuova tendenza che è dovuta al fatto che la gente preferisce inviare messaggi su Windows Live Messenger gli uni con gli altri attraverso una connessione Internet, al posto dei messaggi SMS.

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Cosa è la comunicazione ?

Credo sia importante dare una definizione univoca di Comunicazione. La comunicazione ha avuto diverse e più precise definizioni nel corso del tempo. Lo studio della comunicazione e delle sue dinamiche è divenuto sempre più rilevante in psicologia sociale e in sociologia; l’evoluzione degli studi delle cosiddette “scienze umane” percorre una direttrice interdisciplinare coinvolgendo disciplini quali l’informatica, la semiotica, la scienza politica, la letteratura, le scienze mediche, e altre ancora. L. Gallino affronta il concetto di “comunicazione“, graduando e ordinando dal generale allo specifico, verso progressive restrizioni di campo, ottenendo il seguente quadro: Trasferimento di risorse: si ha comunicazione tutte le volte che “una proprietà, una risorsa, uno stato viene trasmesso da un soggetto ad un altro”. In questa generica definizione si includono una moltitudine di eventi sia fisici che sociali, dove è possibile scambiare sia risorse materiali e non. Soprattutto possiamo intendere (come è stato inteso fino alla società industriale) il trasferimento di merci e persone attraverso le vie e i mezzi di comunicazione, vedi strade, ferrovie, automobili e autostrade. Il concetto stesso stesso di spostamento e viaggio è comunicazione. Vedi Mattelart, 1994. Influenza: rappresenta l’approccio comportamentalista che associa la comunicazione alla reazione stimolo/risposta di qualsiasi essere vivente, senza distinzioni tra società animali o umane. Ogni comportamento che ne condiziona un altro, prescindendo dalla sua intenzionalità, compresi quelli puramente reattivi e inconsapevoli, è una forma di comunicazione; Scambio di valori sociali: questo fa rientrare la comunicazione nell’ambito esclusivo della società umana secondo le regole determinate all’interno della specifica società. I segni, gli scambi, il linguaggio stesso fanno riferimento a strutture mentali che li controllano. Il significato si pone su un piano antropologico. 10


Trasferimento di informazioni: la comunicazione è passaggio da un emittente ad un ricevente di un messaggio strutturato attraverso vari canali di comunicazione. In questo caso si trasferisce qualcosa di immateriale e non oggetto fisico (chi trasferisce non se ne priva). Il trasferimento di informazione implica l’esistenza di un codice (linguaggio comune) che consente di codificare e decodificare il messaggio o testo che viene trasmesso. Nella società post-moderna l’informazione è un bene altrettanto importante della merce (società dell’informazione). Condivisione dei medesimi significati: si delimita la comunicazione alle condizioni necessarie per fare in modo che due o più individui si riconoscano nello scambio di segnali, otteniamo un ulteriore passaggio oltremodo selettivo, anche se in realtà risulta possibile comunicare anche in presenza di una minima condivisione del significato, come l’appartenenza ad un gruppo dove le motivazioni sono solo occasionali o pretestuose. Unità sociale: la maggiore restrizione semantica si ottiene considerando la comunicazione come condizione “dell’avere in comune elementi di comportamento o modi di vita, grazie all’esistenza di insiemi di regole”, “unità sociale a partire da individui singoli mediante l’uso di un linguaggio e di segni”. In questo caso si escluderebbe ogni situazione in cui due o più persone si scambiano idee, allacciano conversazioni, esprimendo opinioni del tutto opposte. Il discorso consiste di più frasi tra loro coerentemente correlate in uno schema di comunicazione. L’analisi del discorso consiste nel riconoscimento di eventi descritti in più segmenti di frase. •

Monologo (la comunicazione fluisce in una sola direzione)

Dialogo (comunicazione bidirezionale con frasi con direzione di comunicazione alternata: domande, risposte...)

Human Computer Interaction (HCI – dialogo limitato dalle capacità del sistema di sostenere una conversazione; strategia per limitare la conversazione e permettere di capire le espressioni dell’utente in un contesto limitato di interpretazioni

Monologo e dialogo richiedono la risoluzione di alcuni fenomeni: – Stato dell’informazione (precedentemente fornita o meno) – Problemi di coerenza – Risoluzione dei riferimenti – Implicazioni sottintese, intenzioni Dialogo richiede la gestione del riconoscimento di – Alternanza del parlante 11


– Conoscenze di base (eventualmente condivisa) – Riconoscimento e correzione di interpretazioni erronee – Strategie nell’interazione – Modello mentale di ciascun parlante (modello del discorso)

Il contributo di Grice La conversazione è per Grice un’attività linguistica razionale e cooperativa, governata dal “principio di cooperazione”: in base a questa regola tacita, i partecipanti si sentono, per così dire, obbligati a dare un loro contributo affinché la conversazione in cui sono immersi funzioni bene. Il “principio di cooperazione” è così formulato da Grice in Logica e conversazione: “Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato”. Ben si capisce, da tale formulazione, come quella di Grice sia una concezione eminentemente pragmatica del linguaggio, inteso come una forma di azione. Il principio di cooperazione si declina in quattro gruppi di massime, che si richiamano direttamente alle categorie kantiane: a) della quantità; b) della qualità; c) della relazione; d) della modalità. Secondo la massima della quantità, occorre dare un contributo conversazionale in modo opportuno, ossia né maggiore né minore di quanto richiesto: l’evasività e la laconicità fanno smarrire l’obiettivo della conversazione, e la ridondanza è fonte di confusioni e talvolta può indurre a pensare che l’intento della comunicazione sia un altro rispetto a quello esplicito. Secondo la massima della qualità, occorre fornire un contributo appropriato, ossia quello che ci si crede essere in diritto e in dovere di fornire. In altri termini, il soggetto parlante è tenuto a dire la verità e ad effettuare affermazioni della cui fondatezza è certo. Secondo la massima della relazione, occorre essere pertinenti, senza uscire fuori tema: nel caso in cui si vada fuori tema, si vanifica il raggiungimento della comunicazione o si dà di nuovo l’impressione di voler comunicare qualcosa di diverso da quel che esplicitamente si è espresso. Infine, secondo la massima della modalità, occorre essere perspicui, ossia occorre evitare ambiguità di ogni sorta, oscurità, prolissità e caos nel modo in cui si articola il proprio discorso. La trasgressione di queste quattro massime può far uscire l’interlocutore dalla strada della comunicazione: ma esse possono naturalmente anche essere trasgredite spontaneamente, caso in cui il soggetto parlante tenterà di riportare tale trasgressione all’interno del “principio di cooperazione” e la concepirà come il tentativo di suggerire qualcosa che va al di là del significato esplicito delle parole impiegate.

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Perché su Messenger è tutto più facile?

Un dialogo tra due persone fatto su MSN Messenger avviene attraverso regole condivise completamente diverse da quelle che sottostanno ad un dialogo tra due persone che parlano “a vista”. Gli utenti delle comunità virtuali si scambiano sullo schermo parole gentili, discutono e danno vita a dibattiti intellettuali, effettuano transazioni, si scambiano conoscenze, si danno reciprocamente un sostegno emotivo, fanno progetti, cercano soluzioni brillanti, fanno pettegolezzi, si vendicano, si innamorano, trovano e perdono amici, giocano, flirtano,discutono di arte e fanno moltissime chiacchiere: tutto quello che succede nella vita reale, ma lasciano fuori il corpo. Non si può baciare nessuno, né ricevere un cazzotto sul naso ma, entro questi limiti, ne possono succedere di tutti i colori. (Reingold, 1994). Stiamo assistendo ad una nuova idea di socialità, alla formazioni di tribù, microgruppi. Stiamo assistendo ad un processo di “disindividualizzazione” della comunicazione. Il sentimento di appartenenza che permea l’ anima di queste nuove tribù si avvale dello sviluppo tecnologico. Gruppi di persone che condividono una stessa matrice comunicativa: il ciberspazio. Si consolidano così gruppi dotati di configurazioni e obbiettivi diversi (sportivi, amicali, religiosi, sessuali).

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Le sostanziali differenza tra queste nuove forme di comunicazione e i vecchi metodi comunicativi appare evidente.

Un nuovo contesto comunicativo L’ aspetto cruciale della comunicazione via chat è il cambiamento del contesto in cui gli utenti interagiscono, parlano. Un contesto in cui le persone sono in grado di cambiare la stessa natura della comunicazione. In questo contesto si individuano nuove possibilità relazionali e nuovi paradigmi conoscitivi, si assite ad un capovolgimento del classico paradigma della comunicazione lineare di Shannon e Weaver. Stiamo parlando del network paradigm un modello di comunicazione del tutto nuovo, un processo di negoziazione del significato. Gli attori della comunicazione dunque non sono in una relazione biunivoca isolata, ma fanno parte di una interazione complessa tra tutti i partecipanti alla rete.

Assenza di Metacomunicazione (comunicazione non- verbale) Le forme tradizionali di comunicazione, così come le sfumature di una conversazione create da cenni del capo, sorrisi, contatto visivo, distanza, tono della voce e altri comportamenti non verbali, diventano variabili “enigmatiche”, capaci di creare incomprensioni, nel momento in cui si cerca di percepirne il senso derivandolo dal contesto del messaggio o dal tono che automaticamente gli viene attribuito dall’ immaginazione umana. Gli utenti sono stati così costretti a compensare (e di fatto compensano) la mancanza di queste espressioni contestuali sviluppando un sistema rotazionale costituito da icone emotive (emoticons) che simulano sorrisi, facce tristi, ecc. La discussione in chat su Messenger manca del tutto di metacomunicazione. Ma cosa è la metacomunicazione? Metacomunicare cosa significa? Significa inquadrare e fornire un punto di riferimento alla comunicazione, porre attenzione alle azioni comunicative e non più al linguaggio, che diviene pertanto solo il mezzo della comunicazione. Comunicare

sulla

comunicazione

è

questo

il

significato

etimologico

del

termine

metacomunicazione, dare e ricevere quelle informazioni in più per rendere maggiormente 14


comprensibile il tipo di relazione che abbiamo creato spesso in modo inconsapevole e incontrollato. E’ proprio dal nostro messaggio inconscio e dalla libera interpretazione di esso che deriva la risposta dell’ interlocutore, a cui noi a nostra volta rispondiamo in un’altra maniera e così via, creando a volte dei malintesi e quel circolo vizioso in cui l’uno ritiene responsabile l’altro della cattiva comunicazione e viceversa. “ti racconto una barzelletta” “sto scherzando” “come sei invecchiato, come me del resto” “questo è un ordine”

Gli esempi possono aiutarci a capire come Metacomunicare in modo adeguato ci permette di comunicare in maniera efficace e comporta l’acquisire la piena consapevolezza di noi stessi e degli altri, in quanto orienta l’ascoltatore a predisporsi nella maniera dettata da chi parla. La comunicazione è il nostro biglietto di viaggio, grazie ad essa ci mostriamo e ci presentiamo agli altri, incontriamo le persone entrando nel loro mondo. Avere consapevolezza del contenuto e della relazione che le parole che pronunciamo portano con sé ci aiuta a creare discorsi trasparenti, concreti, lineari e soprattutto ci permette di andare oltre le apparenze, di spostarci dal proprio punto di vista per andare a capire quello del nostro interlocutore. Quante volte ci sarà capitato di essere protagonisti di conversazioni come quelle che seguono e non sapere di aver “rotto gli schemi”comunicativi semplicemente facendo una domanda. Aver metacomunicato sul livello verbale: A: tu non mi rispetti B: che cosa intendi per rispetto? oppure sul livello para - verbale: A: Andiamo a casa B: come mai hai usato quel tono così arrabbiato? O ancora sul livello non – verbale: B: perché hai quello sguardo cupo?

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Assenza di Prossemica, Gestica, Apparenza fisica e Localizazione Un’ altra differenza sostanziale tra un dialogo classico ed uno intrapreso su MSN Messenger è la totale assenza in quest’ ultimo di Prossemica, Gestica, Apparenza fisica e Localizzazione. Tutti elementi visivi che arricchiscono il dialogo. Mi spiego meglio, è certamente diverso parlare con una persona standole a mezzo metro di distanza oppure vicino tanto da toccarla, una stessa frase assume diversi significati se detta sbracciando muovendo le mani oppure restando immobili. Ultimo ma forse il più importante dei quattro elementi è l’ appartenza fisica, in una società come la nostra l’ immagine rappresenta una grande fetta della comunicazione, in MSN Messenger viene a mancare l’ apparenza fisica hic et nunc sostituita da un ricordo, un idea, un avatar mentale che la persona con la quale parliamo, qualora la conoscessimo, ha riposto dentro di sè. Quando invece chattiamo con una persona che è a noi sconosciuta di cui non conosciamo l’ aspetto fisico, il modo di vestire, il suono della voce, allora partono in automatico delle dinamiche immaginative che riempiono quel vuoto comunicativo, e nella nostra testa creiamo un avatar della persona con la quale stiamo interagendo, le attribuiamo un modo di vestire, un modo di muoversi, il colore della pelle, degli occhi,il suono della voce. È’ quindi chiaro che quando scambiamo pensieri, parole con uno sconosciuto siamo tesi ad inviare al nostro interlocutore anche una positiva immagine di noi, bello/a, interessante, socialmente accettabile. Ecco che la dinamica del “presentarsi al meglio” è scattata e con essa tutta una serie di comportamenti più o meno consci, atti a delineare e definire nell’ altro un’ idea di noi quanto più vicina a quella del nostro ideale. Riflettendoci meglio appare chiaro a tutti che questo è un processo complicatissimo e artificiale, che ha come prodotto una discussione tra due persone che non esistono, due personaggi ideali. Questo stesso processo diviene addirittura centrale in giochi come Second Life, dove lo scopo è quello di crearsi proprio una seconda vita del tutto artificiale, e conforme a quell’ idea di perfetto che abbiamo in noi stessi.

L’ importanza del nickname Per poter partecipare alla comunicazione digitale in un cyberspazio con l’anonimato “apparente” che la fa da padrone, tutti gli internauti hanno dovuto darsi un nickname, talora per commentare un post, per aprire un topic in un forum, oppure per iscriversi semplicemente ad un sito. Ma tra i luoghi virtuali della Rete, quello ove il Nickname riveste il ruolo più importante sono sicuramente le chat, in particolare quelle testuali, ma anche videochat e chat 3d (sebbene però in MSN Messenger la 16


funzione del nick è ridimensionata dalle immagini in cam o dall’avatar tridimensionale). Se nella comunicazione vis a vis il corpo risulta essere tra i primi veicoli di informazione sull’altro, nella comunicazione al buio tale impatto è lasciato in prima battuta al nickname, una sorta di biglietto da visita che titola e simula, nella creazione del mascheramento, una costruzione della propria immagine volutamente trasferita. Prima dell’ingresso in Chat, nessun utente è qualcuno, è niente: la scelta di un nickname costituisce il primo mattone della sua identità on-line, del suo essere chatter. La scelta del nickname emula il valore dei nomi propri così come era in uso nelle società tribali, quali i pellirossa d’America, ad esempio. In queste ultime i nomi propri si avvicinano agli pseudonimi, ravvisandosi tracce della genealogia di un individuo, della sua appartenenza al clan, del suo ruolo e della sua collocazione nel territorio sociale. In riferimento alla nostra società consumistica, il nickname in chat sembra assumere il valore di una marca o meglio di uno slogan pubblicitario, attraverso cui trasmettere sinteticamente e velocemente identità ed obiettivo. Quanto detto evidenzia pure una generale tendenza a scegliere il proprio nickname per rivelare qualcosa della propria personalità profonda. Ciò indicherebbe non un distacco dalla propria reale identità come potrebbe sembrare ai sostenitori della separazione tra vita online e offline, bensì una elaborazione consapevole che dimostra la partecipazione della propria personalità reale a quella virtuale. Ovviamente la scelta di un nickname può essere pure frutto di casualità o di una invenzione del momento, senza che vi sia dietro alcuna espressione cosciente di volontà. Anche in questa ipotesi, per me, è comunque ravvisabile una propensione del chatter a non volersi identificare, assumendo in chat spesso un comportamento superficiale e poco consapevole.

Presenza di un “ritmo” artificioso Una comunicazione su MSN Messenger non ha il ritmo classico del discorso. Mi spiego meglio: quando chattiamo abbiamo tutto il tempo di pensare alla frase da dire, scriverla, comporla al meglio ricontrollarla e poi inviarla al nostro interlocutore, un po’ quello che avviene con gli SMS. Diverso è un discorso fatto “dal vivo”. In uno scambio comunicativo classico, è sempre presente un ritmo del discorso, a volte molto rapido, cioè gli interlocutori scambiano informazioni molto velocemente, a volte molto lento, a volte uno degli interlocutori non rispetta il “ritmo” del discorso e si è costretti a ristabilire le regole “Stai parlando da solo, adesso mi fai rispondere?”. Questa assenza di ritmo, facilita la comunicazione, rende il processo sopra descritto di creazione di un immagine ideale molto più semplice e preciso, non può “scapparci” la parola, non deve.

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Ed ecco che nel momento in cui lo scambio verbale tra i due attori, viene trasportato nella realtà, si assiste ad un radicale cambiamento delle dinamiche di scambio relazionale, e la persona ci appare totalmente diversa da quella che era in chat. Credo che questi meccanismi contribuiscano alla creazione di un personaggio ideale. Un attore che Pirandellianamente riesce ad adattarsi ai mille volti degli svariati interlocutori che incrocia, incontrandone il favore, un processo che viene agito da entrambe le parti dello scambio comunicativo, con il risultato di avere due persone che, potendolo fare senza grossi problemi, cercano di aderire alle richieste che ricevono, di essere quello che non sono, di essere quello che l’ altro desidera tu sia.

Protezione offerta dal mezzo Tutto ciò contribuisce al superamento illusorio delle barriere , soprattutto psicologiche, che frustrano la vita nella realtà. La timidezza, l’ introversione, vengono superate grazie alla protezione offerta dal mezzo, la capacità di socializzare se ne avvantaggia notevolmente. La maggior parte dei “chattatori” dichiara di confidare sinceramente aspetti della propria vita privata e usa la chat come un mezzo che avvicina agli altri, una sorta di antidoto all’ alienazione, all’ anonimato. Risulta evidente quindi la possibilità di tenere un comportamento disinibito dovuto alla mancanza di forme di controllo sulle espressioni non verbali o di condurre più di una conversazione, nello stesso tempo, con più persone, variando di volta in volta il proprio profilo. Alcuni ricercatori sostengono che questo tipo di contatto a distanza (relay) incoraggia gli utenti a essere disinibiti.Non essendoci contesto sociale, la sola parola scritta viene letta come offuscatrice dei confini che distinguono le forme di comportamento accettabili da quelle inaccettabili. Alla scarsità di reazioni in grado di dominare il comportamento gli utenti assumono atteggiamenti che di regola non verrebbero accettati, specie se si ha a che fare con estranei. E’ chiaro che non tutto il male viene per nuocere. La possibilità di attuare un comportamento disinibito, l’ anonimato, associato alla conversazione partecipata tramite terminale, è un vantaggio per quelli che soffrono di timidezza. Risulta dunque chiaro come la comunicazione tramite MSN o chat in genere, consente agli utenti la libertà di “aprirsi” a una persona estranea, rivelando ad essa confidenze che difficilmente avrebbe potuto confessare faccia a faccia. In questo ambito va collocato il fenomeno delle net romances, relazioni virtuali capaci di creare ed incoraggiare legami emotivi tra persone, che a volte culminano addirittura nella scelta di una condivisione di vita matrimoniale. 18


Ma non è tutto oro quello che luccica, dall’ altra parte del filo c’è un diverso tipo di approccio alla comunicazione il cosiddetto net sleazing cioè l’ insieme dei comportamenti a sfondo sessuale circolanti in rete. Si tratta cioè di sessualità computerizzata o link sex che consiste nella descrizione e rappresentazione grafica di comportamenti sessuali da rivolgere ai propri interlocutori virtuali. In questo modo la chat può diventare lo strumento di veri e propri rapporti sessuali telematici in cui l’ atto sesuale viene sostituito dalla verbalizzazioen erotica e volgare dei due interlocutori.

Differenze nell’ approccio alle chat tra uomini e donne Vi sono precise differenze nell’ approccio alla chat da parte dei due sessi. Le donne chattano per fare nuove amicizie, considerano la chat un luogo di ascolto dove le loro sofferenze i loro bisogni vengono accolti in modo veloce e privato, gli uomini utilizzano le chat soprattutto per fare nuove conquiste. Alzi la mano chi non ha mai chiesto il contatto di MSN Messenger per poi passare al numero di cellulare. Sostanziali differenze tra uomini e donne emergono anche dall’ utilizzo della rete più in generale. Secondo l'Istat, solo il 36% delle donne accede al web contro il 46% degli uomini. A fine 2007, infatti, il nostro paese risulta terzultimo in questa graduatoria europea (fonte Eurostat) ma con un raddoppio dei valori rispetto al 2005 che lo avvicina sempre più al trend europeo (fonte Censis). Ciò significa, con ogni probabilità, che anche in Italia, come nel resto d'Europa, la fortuna dei Social Network ha determinato l'esplosione di Internet, contribuendo a superare una situazione, sia globale che di genere, segnata (qui più che altrove) dal digital divide. A conferma di questa lettura possono essere spesi altri dati Istat del 2007 e una ricerca Doxa del 2008, dai quali risulta un aumento della frequentazione femminile del web col diminuire dell'età. Secondo l'Istat, tra i 20 e i 24 anni non si registrano gap di genere, mentre tra i 18 e i 19 anni prevale la vocazione femminile (70,4% contro 66,8%). Il trend si conferma tra gli adolescenti (1317 anni) sondati dalla Doxa. L’ utilizzo delle chat come mezzo di comunicazione e scambio e come strumento di condivisione e crescita resta appannaggio delle donne, che preferiscono utilizzare la rete come mezzo di espressione e comunicazione, rispetto agli uomini che utilizzano internet per lo scambio file (P 2 P), ed i contenuti ludici.

19


La chat come agenzia matrimoniale? Spesso la visione generale della chat è molto più simile ad un’agenzia matrimoniale che ad un luogo virtuale dedicato primariamente alle “chiacchiere”. Io, non sono d’accordo circa questa definizione di chat, ho sempre avuto una considerazione aulica della comunicazione digitale, sia che questa si sviluppi in un forum, in un blog o in una più diretta videochat, ossia un’opportunità per mettere a confronto esperienze di vita e porzioni di conoscenza tra persone diverse e che stanno in luoghi lontani. Non trovo condivisibile l’idea della chat e della comunicazione digitale solo come un mezzo per trovare “moglie”, credo addirittura che un contatto in chat troppo duraturo, sia un pericoloso nemico, perchè tutto viene amplificato, tutto idealizzato e fatalmente si creano aspettative che poi la realtà, tragicamente, potrebbe anche smentire. Paradossalmente è meglio farsi male prima, ma almeno si riesce ad avere una fotografia nitida e concreta della situazione e delle eventuali possibili evoluzioni. Internet e le chat sono, prima di tutto, un mezzo di espressione, un luogo metafisico in cui scambiare in contemporanea opinioni e punti di vista, da cui possono scaturire amicizie vere basate sulla condivisione di idee ed empatie che scavalcano le apparenze dell’aspetto e del contatto fisico.

Gli studi sul campo R. Perris, M.A. Gimeno, D. Pinazzo, G. Ortet, V Carrero, M. Sanchiz and I. Ibanez gli autori di Online Chat Rooms: Vitrual Spaces of Interaction for socially oriented people, affermano che le relazioni che nascono on-line il più delle volte sono forti e stabili. Solo dopo un periodo di “internet incubazione” i chatters sono disposti ad incontrarsi faccia a faccia; questo il più delle volte è un complemento che rende le razioni nate su internet più forti e durature. Secondo Judy A Mc Cown, Diane Fischer, Ryan Page e Michael Homant, autori dell’ articolo Internet relationship: people who meet people, la maggior parte degli internauti che stabilisce relazioni amicali tramite l’ uso delle chat è sincero ed onesto circa la sua vita, tranne che per elementi che minerebbero l’ anonimato. E’ interessante notare come gli autori inquadrano il fenomeno anche come un sostituto dei vecchi mezzi di comunicazione quali ad esempio telefono fisso e cellulare. Un terzo dei soggetti che prendono parte all’ esperimento, infatti, si conosce prima di intraprendere le comunicazioni tramite chat, e anzi preferisce tenersi in contatto tramite questo mezzo piuttosto che utilizzare il telefono o il cercapersone. L’ incontro tra i soggetti dell’ esperimento che non si conoscevano prima di intraprendere le loro conversazioni sulla chat non avviene in tutti i casi, e comunque quando accade viene sempre preceduto da una telefonata.

20


L’ ipotesi di partenza del loro lavoro è che le persone scelgono come mezzo di comunicazione, e come strumento per fare nuove amicizie, internet, poiché questo è informale ed anonimo. Le donne userebbero internet e più nello specifico le chat rooms per cercare l’ anima gemella, gli uomini per relazioni amicali di breve durata o comunque per relazioni occasionali.

Tabella delle caratteristiche dei partecipanti all’ esperimento:

Internet relationship: people who meet people Uomini Donne Totale Metodo utilizzato per la comunicazione on-line www

3

4

7

Emai

2

2

4

Char rooms

10

5

15

Altro

2

2

4

Età

8

1

9

Nome

7

6

13

Sesso

3

0

3

Interessi

4

0

4

Occupazione

3

0

3

Caratteristiche fisiche

5

0

5

Nessuna bugia

4

7

11

Di scarsa importanza

8

4

12

Amicale

7

5

12

Intima

0

2

2

Romantica

2

2

4

Telefono

6

6

12

Faccia a Faccia

6

4

10

Nessun contatto

11

7

18

Tipi di bugia

Tipologia di relazione formatasi on-line

Contatti mantenuti off-line

21


APPENDICE

Tu chiamale se vuoi emoticon Le emoticon(o smiley, in italiano faccine) sono riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali umane che si manifestano in presenza di un'emozione (sorriso, broncio, ghigno, ecc.). Vengono utilizzate prevalentemente su Internet nei programmi di messaggistica chat e negli SMS per sopperire alla mancanza del linguaggio non verbale nella comunicazione scritta. Il nome nasce dall'accostamento delle parole "emotional" e "icon" e sta ad indicare proprio un' icona che esprime emozioni. La nascita delle prime emoticon è molto controversa. La prima in assoluto pare essere stata usata il 12 aprile 1979 da un certo Kevin MacKenzie in un'e-mail inviata agli iscritti a MsgGroup (una delle prime BBS) in cui suggeriva di introdurre qualche sentimento nei freddi testi dei messaggi; per esempio consigliava di utilizzare un trattino preceduto da una parentesi chiusa (cioè ")-") per indicare una linguaccia ma la proposta fu criticata dai più. Secondo una ricerca di Mike Jonesun della Carnegie Mellon School of Computer Science risalente al febbraio 2002, la prima emoticon sarebbe stata utilizzata il 19 settembre 1982 in un messaggio apparso in una BBS del Carnegie Mellon University da un certo Scott E. Fahlman per sottolineare l'ironicità di una sua frase poiché spesso un commento umoristico non veniva preso per tale e dava adito ad interminabili discussioni. Questa volta la proposta ebbe successo. Scott successivamente si rammaricò di non aver conservato il messaggio poiché non gli sembrava così importante al momento ma fu poi recuperato da un salvataggio su nastro. Secondo altri, l'emoticon non sarebbe altro che una stilizzazione dello smiley realizzato da Harvey R. Ball molto di moda negli anni settanta e ottanta. Il racconto poliziesco di Daniele Luttazzi Daumenlutschen Ausdruckserscheinungen von Entfremdungsgefuehl (contenuto in Adenoidi, 1993) è stato il primo testo italiano di narrativa a contenere emoticon.

§

°-° normale, è anche usata come emoticon universale

§

:-) oppure :) sorriso o tono scherzoso/amichevole

22


§

:-( oppure :(, è broncio, tristezza

§

:'( piangere

§

:-S :-| imbarazzo, o disagio infastidito, o stupore

§

:-D riso

§

;-) ammiccante o occhiolino

§

:-))) forte sorriso o tono molto amichevole

§

X°D oppure xD o XD risata oppure sfacciataggine

§

:-p linguaccia o "oops"

§

:-O oppure :O stupore ("a bocca aperta")

§

:-S confuso, imbarazzato

§

:| di stucco di una parola senza senso (si può anche fare con la L minuscola :l)

§

8-) stupore partecipato

§

=_= noia, ma anche bramosia

§

^_^ sorriso

§

-_- oppure -.- o anche -o- noia o sarcasmo

§

.-. oppure ._. o anche :| sconvolgimento e O_O oppure O.O, stupore, shock

§

o_O oppure O_o oppure o.O oppure O.o, confusione, diffidenza

§

ç_ç o :'( o T_T o Y_Y pianto

§

'>_<,è.é fastidio, seccatura

§

XQ_ cupidigia

§

U_U,u.u superiorità

§

<_< sguardo stranito (ma anche >_>)

§

*_* o ** o *___* commozione o ammirazione

§

:* o anche :-* o anche :-x bacio

§

\o/ ballare

§

@_@ confusione

§

§_§ stordimento

§

x_x oppure ò_ò, nervosismo

§

-.-" oppure -_-oppure -_-" non sorpresa

§

:Q___ oppure =Q___ oppure *ç* oppure *Q* sbavare

§

=3 oppure :-3 oppure x3 tenerezza

§

^^ contentezza

§

:-@ arrabbiato

§

@>-- rosa

§

ù_ù Sentire di aver ragione

23


§

?_? Confusione

§

OwO Grande sorpresa

§

°° Stupore (in positivo ma per lo più in negativo)

§

*w* Meraviglia / Stupore, sempre in senso positivo.

§

T.T Pianto a dirotto

§

#_# Morto

§

^_^.I. Ghigno

§

@:-) Pensiero Stupendo

Stiamo andando verso questo tipo di comunicazione…non è il diavolo è evoluzione I bambini di domani, invece di seguire un modello “televisivo” disporranno di un ambiente molto più aperto, interattivo, collaborativo,verbale, riflessivo e questo cambierà il modo in cui saranno adulti, nella famiglia e nel lavoro (Tapscott 2006). I nuovi media, sono interattivi, distribuiti, altamente malleabili, sono semplicemente quello che vogliamo essi siano.

24


Della stessa collana su www.psicoterapia.caserta.it: “Ansia da esame? Superala in 4 semplici mosse” “Dimagrire consapevolmente: Piccolo manuale per chi vuole cominciare ma soprattutto finire una dieta.” “Superare lo stress. Strumenti e metodi per una vita felice.” Critiche e suggerimenti (altri temi da trattare tramite questi brevi e-book), sono ben accetti. Inviateli all’indirizzo: dr.giovannigentile@gmail.it

Si ringrazia

www.iopsicologo.it Tutte le risorse per la professione di Psicologo.

25


Bibliografia: Wikipedia (www.wikipedia.it) SABA Blog (http://sabaland.altervista.org/blog/?p=100) Internet relationship: people who meet people Judy A Mc Cown, Diane Fischer, Ryan Page e Michael Homant MySpace and Facebook: Applying the Uses and Gratifications Theory to Exploring FriendNetworking Sites JOHN RAACKE, Ph.D. and JENNIFER BONDS-RAACKE, Ph.D. Who Visits Online Dating Sites? Exploring Some Characteristics of Online Daters PATTI M. VALKENBURG, Ph.D. and JOCHEN PETER, Ph.D.

26


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