architecture portfolio | giulia fornai

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P O R T F O L I O g i u l i a

f o r n a i

progetti selezionati 2011|2014


Giulia Fornai giuliafornai@gmail.com +39 3474446492


CURRICULUM VITAE Biografia

Nata il 14|12|1989 a Poggibonsi, provincia di Siena 2008

Diploma di Liceo Scientifico al liceo Alessandro Volta di Colle val d'Elsa, con la votazione di 100|100

2008

Iscrizione alla FacoltĂ di Architettura | UniversitĂ degli Studi di Firenze | corso di laurea magistrale a ciclo unico, classe LM-4

Conoscenze informatiche Microsoft office Auotcad 2D Adobe Photoshop | Lighthroom | Indesign | Premiere Rhinoceros | Rhinoceros+V-ray | Cinema 4D Archis | Ecotect | Termus-G | Primus

Conoscenze linguistiche Italiano | madrelingua

Inglese | buono, certificazioni Pet (2006) e

First (2007)


Concorsi

2014

Rome Motorino Check Point Parcheggio per motorini in Piazza dei Cinquecento, Roma en.archmedium.com

2013

Smart Harbor Riqualificazione dell'arsenale di Pesaro www.youngarchitectscompetitions.com

progetto menzionato

Seminari e workshop

2014

Seminario "Comunicare Alberto Di Cintio

l'Architettura

e

il

Design"

|

prof.

arch.

Produzione del video "Il luogo dello sguardo e della mano. Lo studio di Leonardo Savioli al Galluzzo"

2014

Seminario "Fotografia Digitale" | prof. arch. Paolo Brandinelli

2013

Workshop "Prato|China crossing New zeland" | prof. arch. Francesco Collotti www.fc-site.com


Progetti accademici

2013

Laboratorio di progettazione dell'architettura V | prof. arch. Fabrizio F.V. Arrigoni

2012

Laboratorio di progettazione dell'architettura IV e urbanistica II | prof. arch. Maria Grazia Eccheli

2012

Laboratorio di tecnologia II | prof. arch. Marco Sala www.abitaremediterraneo.eu

2011

Laboratorio di progettazione dell'architettura III | prof. arch. Andrea I. Volpe



P R O G E T T I SELEZIONATI


video documentario di architettura sullo studio di Leonardo Savioli al Galluzzo Seminario "Comunicare l'Architettura e il Design"


http://vimeo.com/101701835


parcheggio per motorini in Piazza dei Cinquecento, Roma concorso per studenti archmedium





Dalla Roma delle rovine, la città scavata e misurata, la città delle incisioni di Piranesi, nasce la proposta di intervento. Il progetto, proprio muovendo da uno dei disegni piranesiani, lavora sulla ricostruzione di un frammento di acquedotto romano, sulla sua sezione che variata di scala si fa edificio, in un'area che pone le sue radici nell'acqua, in un luogo, quello della Stazione Termini e di santa Maria degli Angeli, di terme e cisterne. È un'architettura che, posta in uno scavo, fuoriesce dalla terra, in una città di catacombe, ruderi, scavi, e tenta un nuovo dialogo con il contesto, nel tentativo di organizzare un vuoto urbano configurando piazze su due livelli. È un'architettura ritrovata, che attinge alla memoria, per rinnovarsi.



riqualificazione dell'arsenale di Pesaro concorso "smart harbor", young architects competitions

MENZIONE D'ONORE







Un progetto che parlasse di Italia, di mare, di Pesaro: questo il punto di partenza La proposta trasforma lo spazio del cantiere navale in un luogo, memore del passato e frequentante il futuro. L'intervento prevede la demolizione dei magazzini esistenti e la creazione di un parco aperto alla cittĂ . Si mantengono allo stesso tempo alcuni elementi del paesaggio esistente, testimoni della storia del luogo: i pavimenti rugosi e usurati sono la base per le nuove costruzioni; la rampa di varo delle navi diventa una piazza inclinata, nella parte alta punto di vista panoramico sul San Bartolo e sul mare, nella parte bassa anfiteatro sull'acqua; le tre gru rimangono,

watermark e segno nello skyline cittadino, come torri lanterna a custodire il porto. Ai piedi di esse, tre serie di setti in mattoni bianchi richiamano gli scheletri delle navi un tempo qui costruite e allo stesso tempo ricompongono nuovi fronti. I muri definiscono inoltre spazi dinamici e flessibili, adatti ad accogliere molteplici funzioni, temporanee e personalizzabili. Un'area giochi al centro completa l'intervento. Si costruisce cosÏ una soglia tra terra e mare, un luogo di passaggio; è un architettura che ritrova nella gravità , nella luce, nel mare i propri temi fondamentali. Un'idea complessa, sintesi di fattori concreti -il contesto, la funzione, l'economia- che si traduce in forme reali, precise, essenziali.



riqualificazione di un isolato al Macrolotto di Prato workshop "Prato|China crossing New Zeland"





KEYWORDS fence invbetween epiphany threshold place pause water meltin pot





nuove architetture per monterchi Laboratorio di progettazione dell'architettura V





RECINTI

"Disporrai il recinto tutt'attorno e metterai la cortina alla porta del recinto" Esodo, 40.8

Nell'affresco della Madonna del Parto una tenda tenuta da angeli avvolge la Vergine in dolce attesa: dal concetto di racchiudere, proteggere, contenere nasce l'idea progettuale fondante del recinto, che è filo conduttore di tutti gli interventi: recinto come temenos greco, lo spazio racchiuso da muri che delimitava il luogo sacro del tempio; recinto come hortus conclusus, giardino medievale e simbolo di Maria Vergine nell'iconografia sacra. Si declina in questo modo, ricorrendo alla spazialità antica, la relazione tra nuovo edificio e tessuto storico, tra spazio interno e involucro: un muro esterno in pietra dialoga con le preesistenze e definisce uno spazio racchiuso, costituendosi come soglia.



Nel progetto del museo il recinto petroso definisce uno spazio contemplativo, dal carattere sacrale, al cui interno trova posto un volume vetrato, Impenetrabile allo sguardo, orientato secondo l'asse est-ovest -orientamento della cappella in cui l'affresco era stato dipinto da Piero della Francescae dimensionato in pianta secondo lo spazio originario. Tale scrigno vitreo costituisce il volume esterno della sala dell'affresco, primo elemento visibile ma non svelato e meta ultima della visita, una scatola di vetro dentro una scatola di pietra, aperta verso il cielo. Il recinto e i terrazzamenti che lo collegano al paese, intimamente legati e accomunati dall'uso dell'elemento murario come ordinatore degli spazi, definiscono insieme un sistema organico di disegno del paesaggio, tracciando, nella vista da valle, uno zoccolo in pietra a sorreggere l'abitato, componendo un'analogia con i grandi terrazzamenti petrosi che organizzano il tessuto edilizio del paese.





Nel progetto della scuola l'alto muro di pietra definisce nella campagna un luogo privilegiato, introverso, e contiene quattro volumi di dimensioni differenti -corrispondenti alle diverse funzioni alloggiate- che, disponendosi all'interno del perimetro, disegnano un sistema di spazi coperti, delimitati da superfici vetrate, passaggi sopraelevati e corti interne, come stanze a cielo aperto, che ritma e qualifica lo spazio, disegnando viste passanti.







museo archeologico sui resti etruschi di Gonfienti Laboratorio di progettazione dell'architettura IV e urbanistica II



"La vista delle rovine ci fa fugacemente intuire l'esistenza di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di richiamare in vita. È un tempo puro, non databile, assente da questo nostro mondo di immagini, di simulacri e di ricostruzioni, da questo nostro mondo violento le cui macerie non hanno più il tempo di diventare rovine. Un tempo perduto che solo l'arte può recuperare." Marc Augé, Rovine e macerie





Costruire dove è già stato costruito, è questo il tema profondo del progetto, dare nuova esistenza ad una storia antica, ad una città perduta, conservata sacra in profondità, tra capannoni e strade cementate.

"È come se da i brandelli di messaggio che aveva tra le mani, egli avesse capito che la ricostruzione finale doveva portare alla scoperta di una mappa ..." ( Il pendolo di

Focault, U. Eco). E' così che, fin dai primi disegni, la volontà è stata quella di confrontarsi non solo con l'episodio sporadico di una casa signorile, ma di ridisegnare l'esistenza di una città attraverso l'evidenziazione e la ricostruzione dell'elemento che la distingue dagli agglomerati caotici di oggetti: le sue strade. Così l'edificio, che trova le sue misure proprio a partire da moduli ricavati dalle dimensioni della strada, si pone a quinta scenica della villa, di fianco alla strada principale etrusca rinvenuta, quasi a disegnarne il limite, e si interrompe, tagliato, laddove le altre strade emerse lo intersecano, disegnando con volumi e ombre un reticolo di assi. All'interno lo spazio è il risultato di uno scavo e della ripetizione di un sistema di setti che definiscono lo'ambiente e ritmano una serie di stanze passanti regolari , subordinate, come cappelle della grande navata. E' uno spazio continuo, una sorta di navata virtuale, definita dai grandi portali e affiancata da cripte sotterranee laterali e alti ambienti, che ripropone la suggestione del frammento, della rovina. Si tratta quindi di un lavoro in sezione, un progetto ipogeo, sulla scia di quello che di poco si conosce delle architetture etrusche.





edificio per uffici a Novoli Laboratorio di tecnologia II





“"A Firenze è diverso: i palazzi levano contro il forestiero le loro mute facciate quasi ostilmente, un vigile orgoglio perdura intorno alle buie nicchie e alle porte, e neppure il sole più vivo può cancellarne le ultime tracce. [...] Ma una volta conquistata la fiducia di quei palazzi, essi ti raccontano volentieri, benigni, la favola della loro esistenza nella splendida lingua musicale dei loro cortili." ” R.M.Rilke




Il ballatoio, non riscaldato,in inverno si comporta come spazio tampone nei fronti esposti a nord, come serra nei fronti esposti a sud. Completamente apribile, in estate si trasforma in una loggia aperta sulla piazza interna.


Dalla necessitĂ di relazionarsi ad un contesto urbano dai caratteri giĂ marcati nasce l'esigenza di un involucro esterno silenzioso, che riproponga, astraendo, i temi tipici del costruire fiorentino; all'interno, viceversa, si svela una complessitĂ di livelli, ombre, viste e ritmi di facciata che assorbe marcatamente i caratteri della modernitĂ : il progetto consta quindi di due anime contrapposte, in stretta relazione tra loro. I fronti esterni sviluppano, al di sopra di un basamento chiuso, pesante, massivo, una teoria di aperture rettangolari, con un alternanza regolare di pieni e vuoti che conferisce rigore e armonia alla costruzione. I fronti interni, completamente vetrati, sono ritmati da un sistema di montanti e traversi in cor-ten: i primi, a interassi variabili, scandiscono orizzontalmente la facciata e ne separano le parti apribili dalle parti fisse; i secondi rimarcano la sovrapposizione dei livelli, garantendo movimento e complessitĂ alla composizione.



museo dell'acqua e dell'acquedotto a Livorno Laboratorio di progettazione dell'architettura III










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