Diego Sans Architecture

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tesi di giulia gioacchini

diego sans architecture - tesi di giulia gioacchini isia urbino - dilpoma accademico di i livello - a.a. 2010/2011



diego sans architecture Tesi di Laurea di Giulia Gioacchini Diploma accademico di I livello Relatore Prof. Adriano Filippetti Correlatore Dott.ssa Loretta Mattioli A.A. 2009/2010



"Se non fosse stata inventata la lettura io Mirko sarei pi첫 libero e felice." da le poesie che non so leggere



Indice. 9 13 25 31 41 45 51 59 69 77 81 85

introduzione la lettura la dislessia leggibilitĂ il progetto analisi dei caratteri esistenti schizzi e digitalizzazione font completa caratteri particolari conclusioni ringraziamenti bibliografia



introduzione



Nonostante la lingua italiana sia per definizione trasparente, in quanto basata su un sistema sillabico e con una omogenea corrispondenza grafema/fonema, le persone dislessiche in Italia corrispondono a circa il 4/5 % della popolazione. Pur possedendo capacità cognitive assolutamente nella norma, per bambini e adulti con queste caratteristiche il processo di integrazione a scuola e nella società in genere non è semplice. Autoefficacia e autostima risultano troppo spesso compromesse dalla mancanza di adeguati strumenti e condizioni che creino pari opportunità di successo scolastico o sociale. In Italia esiste oggi, dopo un lungo iter legislativo, una legge specifica che tutela i diritti delle persone con disturbo specifico dell'apprendimento, di cui la dislessia è per l'appunto quello dominante. La scelta di approfondire questa problematica e di tentare di progettare un ausilio che renda la lettura meno faticosa alle persone con dislessia nasce dal mio vissuto personale, in quanto mio fratello è dislessico. Ora che lui è cresciuto e si appresta ad iniziare l'università, grazie soprattutto alla sua forza di volontà e al sostegno di noi familiari piuttosto che agli aiuti, alla solidarietà e alla competenza di chi lo avrebbe dovuto accompagnare nel suo percorso scolastico, ho quindi pensato di progettare uno strumento che possa essere di aiuto a tutti i ragazzi dislessici per affrontare con maggior serenità e disinvoltura ogni compito che passi attraverso la lettura.

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la lettura



Premessa. Dalla fine dell'Ottocento la scienza indaga e cerca di spiegare quali sono tutti i meccanismi che concorrono nel processo di lettura, cercando di spiegare che cosa accade nel nostro cervello quando i segni grafici (scrittura), percepiti dagli occhi, vengono decifrati dal cervello in poche frazioni di secondo. Uno studio condotto da un team di ricerca inglese, addirittura, sostiene che si riesce a leggere grazie al funzionamento autonomo degli occhi, che riescono a leggere ciascuno differenti gruppi di lettere. Oggi sappiamo che gli occhi di un adulto occidentale con buone capacità di lettura nella sua lingua madre, di fronte ad un testo, lo scansionano orizzontalmente riga per riga, da sinistra a destra. Questo processo, del tutto automatico, segue un ritmo scandito da saccadi e fissazioni: i nostri occhi procedono a salti (saccadi) di circa 7/9 caratteri, intercalati da pause di qualche frazione di secondo (normalmente 250/270 millisecondi) su alcuni punti chiave, corrispondenti alle parole pi significative del testo. Queste pause sono importanti perché permettono di focalizzare le parole chiave in corrispondenza della centro della retina, dove si trova l'area più sensibile dell'occhio: la fovea che ha un diametro di due millimetri. Essendo la fovea una parte di retina, è formata anch'essa da piccole cellule neuronali sensibili alla luce: i coni e i bastoncelli. In particolare nella fovea vi è una massima concentrazione di coni e, di conseguenza, un'altissima definizione delle immagini. Allontanandosi progressivamente dalla fovea, il numero dei coni rispetto alla superficie diminuisce rapidamente, quindi anche la qualità delle immagini peggiora. Si potrebbe pensare che la grandezza del carattere

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la dislessia



La dislessia evolutiva. "La Dislessia Evolutiva (D.E.) è una difficoltà selettiva nella lettura, in presenza di capacità cognitive adeguate e di adeguate opportunità sociali e relazionali, e in assenza di deficit sensoriali e neurologici". In altre parole la dislessia è un disturbo della lettura che si manifesta in individui in età evolutiva, privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali e che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche. Più precisamente è la difficoltà del controllo del codice scritto che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. I bambini dislessici mostrano un'inefficace automatizzazione del processo di lettura, abilità che dovrebbe essere strutturata dalla terza classe della scuola primaria, quando cioè il bambino dovrebbe cominciare a velocizzare la scrittura ed accedere direttamente al significato, durante la lettura. La diagnosi, quindi, può essere posta solo alla fine della seconda classe della scuola primaria, quando è stata superata la prima fase di apprendimento della lettura. I parametri considerati per una diagnosi sono quelli di velocità (numero di sillabe/minuto) e correttezza (errori commessi) di lettura adeguati all'età del soggetto. La dislessia può esordire in vari modi e comunque permane lungo tutto il corso della vita dell’individuo, anche se con diversi gradi di espressività in funzione della gravità del disturbo, delle caratteristiche cognitive del soggetto e delle opportunità educative e relazionali che il bambino riceve. Tale persistenza è dovuta alla sua natura neurobiologica, quindi congenita ed ereditabile. La dislessia può associarsi a disgrafia, disortografia e discalculia, in quanto presentano basi e prerequisiti comuni e sono Disturbi Specifici d'Apprendimento (D.S.A.).

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Brizzolara e Stella, 1995 pp 411-442.



leggibilitĂ



Nel progettare un elaborato è dunque necessario seguire degli accorgimenti per facilitare i processi di lettura. Ricordiamo che la percezione che abbiamo delle lettere è molto influenzata dalla relazione tra i tratti che le compongono e da quella che intercorre tra i neri e i bianchi, tra i vuoti e i pieni. Qui di seguito sono riportati alcuni degli esempi esplicativi, che riprendono quelli elaborati da Aldo Novarese, utili ad illustrare le principali correzioni ottiche da effettuare.

Pur essendo le due lettere dell'esempio identiche, la prima appare più grande e nera della seconda, questo perchè lo spazio circostante influenza la nostra percezione visiva.

Anche in questo caso le figure dell'esempio sono identiche per forma e dimensione ma il colore differente ne altera la nostra percezione, facendo risultare il quadrato bianco decisamente più ampio.

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Rossi 2004, pp 40-61.


Se osserviamo le linee dell'esempio qui sopra possiamo notare che, pur essendo dello stesso spessore, quelle orizzontali ci sembreranno più larghe di quelle verticali. La prima figura sembrerà più alta e formata da linee più spesse, mentre la seconda sembrerà più larga e formata da linee più sottili. Per ottenere un bilanciamento ottico saremo dunque costretti ad assottigliare le linee orizzontali.

Per questo motivo nella progettazione di caratteri è opportuno tenere conto di quest'accortezza, soprattutto quando le aste orizzontali si incontrano con quelle verticali. La stessa regola viene applicata anche alle linee curve, che nella loro parte più larga dovranno addirittura superare lo spessore delle aste verticali.

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il progetto



Motivazioni. Progettare un carattere che renda più agevole la lettura ad un soggetto con dislessia, penso sia la massima espressione del concetto di strumento compensativo. Attraverso un carattere tipografico che è capace di rendere un testo migliore dal punto di vista della leggibilità, la persona con dislessia potrebbe leggere maggiori quantità di testo, a maggior velocità, senza affaticarsi troppo e commettendo meno errori. Potrebbe cioè rinconciliarsi con quello che ritiene un suo nemico: il testo scritto. Destinatari. I lettori con dislessia. Obiettivi. Creare una famiglia di font ad alto grado di leggibilità per problematiche specifiche di lettura. Fasi Operative. - Studio approfondito del fenomeno dislessia e del processo di apprendimento della lettura. - Analisi dettagliata degli errori in cui incorrono più frequentemente i lettori con dislessia. - Ricerca delle regole generali per la creazione di un carattere tipografico. - Analisi delle similitudini tra le lettere che i lettori con dislessia confondono frequentemente. - Analisi delle particolarità di ogni lettera e studio volto ad esaltarne le differenze. - Ricerca di caratteri tipografici esistenti con caratteristiche adatte ai lettori dislessici. - Ricerca di caratteri tipografici già studiati per semplificare la lettura ai lettori dislessici.

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analisi dei caratteri esistenti



Caratteri. Prima di iniziare a progettare il carattere tipografico, mi sono documentata su quali fossero i parametri utili a semplificare la lettura alle persone con dislessia. Visitando forum specifici, leggendo interviste rilasciate da persone dislessiche e consultando studi già effettuati, è emerso che i caratteri sans serif (senza grazie) sono di gran lunga preferiti rispetto ai serif (graziati). Le grazie non sono altro che le piccole terminazioni presenti alla fine dei tratti delle lettere: esse enfatizzano il movimento orizzontale del testo e solitamente aiutano l'occhio a seguire meglio la riga, migliorando la leggibilità, tanto che nell'editoria è comune utilizzare caratteri graziati per la composizione dei testi. Purtroppo però quello che è valido per i normolettori non lo è altrettanto per i lettori con dislessia che, anzi, considerano le grazie soltanto fonte di distrazione che fa loro distogliere la concentrazione dal testo. Ne ho personalmente ricevuto riscontro la prima volta che ho mostrato il carattere da me abbozzato a mio fratello per sapere cosa ne pensasse e la frase "hai fatto bene a togliere quegli inutili fronzoli fastidiosi!" è stata una prima conferma alle ipotesi su cui stavo lavorando. Dato che la maggior parte dei lettori non si accorge della presenza o meno delle grazie, non avrei mai pensato che potessero essere così tanto riconoscibili e di disturbo al lettore con dislessia. Un'altra caratteristica che emerge spesso dalle testimonianze dirette è che questi lettori preferiscono le famiglie di font che hanno tratti ascendenti e discendenti molto lunghi, in grado perciò di differenziarsi significativamente dai caratteri sull'altezza della x. Inoltre preferiscono che le lettere solitamente speculari (ad esempio b, d, p e q) e quelle con tratti simili (ad esempio a

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schizzi e digitalizzazione



Schizzi. Sin dai primi schizzi ho disegnato la font con forme prevalentemente tondeggianti affinché risultasse abbastanza morbida e piacevole alla vista. Ho innanzitutto cercato di trovare un buon equilibrio tra l'altezza e la larghezza delle lettere, per poi esasperarne i tratti ascendenti e discendenti in modo da farli emergere nel testo: grazie a questo espediente l'occhio del lettore può trovare dei punti di riferimento in più che l'aiutino a distinguere i caratteri l'uno dall'altro. Ho focalizzato inizialmente la mia attenzione sulle lettere che vengono confuse più frequentemente come i gruppi b-p-q-d, ed m-n-u o la coppia a-e cercando di trovare un modo per rendere immediato il riconoscimento di ciascun grafema. Osservando le lettere ho notato come l'attenzione dell'occhio umano venga prevalentemente attirata dalle linee curve e dalle forme da esse circoscritte. Nel disegnare i caratteri, ho perciò scelto di effettuare le maggiori operazioni di differenziazione proprio sui tratti curvi, modificando le forme, e quindi l'intera struttura portante della lettera, piuttosto che aggiungere grazie o tratti terminali decorativi. Disponendo delle prime bozze, ho quindi cercato di comporre brevi parole anche prive di senso per testare la funzionalità di più caratteri affiancati e per delineare i disegni dei nuovi. Gli schizzi si sono poi lentamente evoluti grazie sia all'eliminazione di particolari che non pregiudicavano la riconoscibilità del carattere, che all'aggiunta di altri dove invece risultavano necessari. Molte lettere, per questo motivo, sono state pensate ed imbastite in svariate forme e solo dopo la digitalizzazione di tutta la font ho potuto provare e scegliere quali fossero

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Sopra diverse versioni della lettera A. Nella pagina a fianco diversi schizzi del carattere.



font completa



ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwwxyz 0123456789 <>#@$€©^°&.,;:“”‘’'!? {[()]} ÀÁÈÉÌÍÒÓÙÚàáèéìíòóùú In questo capitolo ho preferito fare una descrizione volutamente sintetica della font, per lasciare spazio e dare più risalto ad esempi visivi di frasi composte con il carattere Diego. Regular. Essendo la versione regular del carattere quella più in uso in qualsiasi testo scritto, mi sono dedicata con molta attenzione alla progettazione delle forme delle lettere, consapevole anche del fatto che le versioni bold ed italic sarebbero state progettate sulla base di questa. Naturalmente, dopo avere elaborato tutte le lettere maiuscole e minuscole dell'alfabeto, ho dovuto trattare anche i numeri, le lettere accentate, i segni di interpunzione ed i principali glifi utilizzati nella lingua italiana. Per tutti i grafemi ho mantenuto la stessa linea stilistica, continuando a porre attenzione sui punti che avrebbero potuto creare confusione ad un lettore con dislessia.

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Sopra Diego regular. Nella pagina a fianco composizione tipografica in Diego regular.


caratteri particolari



dbqp 70

Sopra Helvetica: riflessioni tra le lettere.

p d b q

dbqp

db qp

db

q

Particolarità. Il gruppo di lettere d, b, q, p è quello che può creare più facilmente confusione nel lettore con dislessia. Ruotando o riflettendo una di queste lettere possiamo notare che è perfettamente sovrapponibile alle altre e quindi capace di generare incertezza o confusione. Ho differenziato al massimo ogni carattere innanzitutto esasperando i tratti ascendenti e discendenti, poi attribuendo ad ogni grafema una o più particolarità. La lettera d mantiene un aspetto abbastanza comune e dispone di una coda arrotondata, di cui è invece sprovvista la lettera b, accorgimento che le conferisce una forma molto tondeggiante. Nella lettera q è stato notevolmente abbassato il punto di raccordo tra la curva e il tratto verticale, per far risaltare la terminazione dritta che si differenzia dalla coda della d. Con quest'operazione anche la forma dell'occhio risulta cambiata notevolmente e per questo vengono evidenziate maggiormente le differenze con gli altri caratteri. La lettera p ha invece un andamento particolare: la linea curva e quella diritta si raccordano in modo da formare un angolo, la terminazione finale viene quindi eliminata, mentre l'intero occhio ha una forma più ovale ed asimmetrica rispetto alle altre.

Sopra Helvetica e Diego: lettere sovrapposte. A fianco Helvetica e Diego a confronto.


conclusioni



Conclusioni. Il carattere Diego Sans, seppure applicato su un campione ridotto, si è dimostrato efficace perché favorisce direttamente un significativo aumento della velocità e della correttezza nella decodifica di parole, di non-parole e del brano MT. Non solo, il miglioramento nella velocità di lettura del brano MT, di parole e di non-parole, a distanza di soli due mesi dal test precedente, risulta complessivamente superiore rispetto a quanto atteso in un anno dall’evoluzione naturale in soggetti dislessici. La variabilità individuale delle prestazioni è tuttavia un dato di cui tener conto; qualche soggetto, infatti, non si è completamente allineato a questo progresso. Potremmo dire che il miglioramento nelle prove è comunque quasi sempre presente. Un'ultima osservazione riguarda il fatto che le prove sono state somministrate, in alcuni casi, nell'orario immediatamente successivo a quello scolastico. Si ritiene, pertanto che questa variabile possa avere in qualche misura influito sui risultati delle prove. Anche se il campione della ricerca non è ampio, sulla base di questi risultati, si può ritenere che il carattere sia in grado di aiutare bambini con difficoltà di apprendimento riconducibili alla dislessia. Grazie ai risultati così incoraggianti, è in previsione uno studio più ampio e quindi con risultati più attendibili per verificare l’efficacia del carattere tipografico progettato.

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ringraziamenti

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Ringraziamenti. Desidero innanzitutto ringraziare il Professor Adriano Filippetti e la Dott.ssa Loretta Mattioli per avermi seguita durante tutta la stesura della tesi; inoltre ringrazio sentitamente il centro di neuropsicologia di Pesaro ed in particolar modo la Dott.ssa Daniela Rossi per avere seguito la parte sperimentale. Grazie a Rachiele Lo Piano per la gentile concessione della font "Leggimi!". Grazie al mio babbo, a Diego, a Fabio, a Elettra, a Stefania, a Claudia e a tutte le persone che mi sono state vicine, ma soprattutto grazie alla mia mamma per l'enorme supporto che mi ha dato costantemente.

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bibliografia



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