Giulia Gioacchini
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RIZZOLI
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Giulia Gioacchini
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RIZZOLI
a Fabio e alla sua pazienza
Narrastorie Bismillah ar rahmani ar rahim Bazar di tappeti Fumo Volto di donna Il Bosforo e la pesca Piccoli occhi che osservano il mondo Ritagli personali
turkey... Cosa succederebbe se la fotografia potesse fermare e catturare i gesti del quotidiano? Tutte quelle impronte insignificanti, quei gesti frettolosi consumati nell’asetticità di un attimo, che l’occhio umano quasi disdegna, fatica a cogliere e memorizzare per il loro essere fugaci, temporanee? L’idea alla base del progetto è quella di rivelare gli aspetti istantanei della realtà, quegli aspetti ai quali non prestiamo più caso, perché rientrano ormai nell’abitudine di ogni giorno, per imparare a vedere le cose in modo diverso, da altri punti di vista, da distanze differenti. La registrazione fotografica “off camera” è lo strumento utilizzato, in quanto non selettivo, a differenza dell’occhio umano, bensì capace di rimediare a quei disturbi dello sguardo di cui la società contemporanea sembra soffrire: il guardare senza vedere, il guardare senza meravigliarsi, il non guardare affatto, il guardare sapendo già in anticipo che cosa si deve vedere. In una società sovraffollata di immagini in cui tutti noi guardiamo sempre più, ma vediamo sempre meno, osserviamo per un attimo i banali, piccoli, fugaci gesti che affollano la nostra vita e che in realtà costituiscono l’essenza più intima dell’essere.
Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della Preghiera. E lui rispose dicendo: Voi pregate nell’angoscia e nel bisogno, ma dovreste pregare anche nella pienezza della gioia e nei giorni dell’abbondanza.
Perché non è forse la preghiera l’espansione di voi stessi nell’etere vivente ? Se riversare la vostra notte nello spazio vi conforta, è gioia anche esprimere l’alba del vostro cuore. E se non potete fare a meno di piangere quando l’anima vi chiama alla preghiera, essa dovrebbe spingervi sempre e ancora al sorriso. Pregando vi innalzate sino a incontrare nell’aria coloro che pregano nello stesso istante, e non potete incontrarli che nella preghiera.
Perciò la visita a questo tempio invisibile non sia altro che estasi e dolce comunione. Giacche se entrate nel tempio soltanto per chiedere, voi non avrete. E se entrate per umiliarvi, non sarete innalzati. O se entrate a supplicare per il bene altrui, non sarete ascoltati. Entrare nel tempio invisibile è sufficiente.
E cos’è lavorare con amore? E’ tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato. E’ costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato. E’ spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse goderne il frutto il vostro amato. E’ diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito, E sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi. Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno: “Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella pietra, è più nobile di chi ara la terra. E chi afferra l’arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine umana, è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi”. Ma io vi dico, non nel sonno ma nel vigile e pieno mezzogiorno, il vento parla dolcemente alla quercia gigante come al più piccolo filo d’erba; E che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore.
Ma poi capii che, per quanto si possa amare, alla fine, lentamente, un viso che non si vede mai lo si scorda.
Se il vostro amico vi apre la mente, non temete il “no” nella vostra, né trattenete il vostro “sì”. E se lo vedrete silenzioso, il vostro cuore non cessi d’ascoltare il suo cuore; Perché senza parlare, nell’amicizia, tutti i pensieri, tutti i desideri, tutte le aspettative, nascono e sono condivisi con una gioia priva di clamori. Non vi attristate, quando vi dividete dall’amico;
Perché le cose che amate di più in lui saranno più evidenti durante l’assenza, come la montagna a chi sale, che è più nitida dal piano. E non vi sia altro scopo nell’amicizia che l’approfondimento dello spirito. Perché l’amore che non cerca unicamente lo schiudersi del proprio mistero, non è amore, ma una rete che pesca soltanto cose inutili. La parte migliore di voi sia per l’amico.
Esisteva, cosi’ mi dissero quando ero giovane, una citta’ dove tutti vivevano secondo le Scitture. Io dissi:”Mi mettero’ in cerca della citta’ e delle sue beatitudini”.
Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!