Cronache Gemellari
Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari Cronache gemellari
#1 #2 #3 #4 #5 #6 # 6 bis #7 #8 #8 bis #8 ter #9 #10 #10 bis #11 #12 #13 #13 bis #14 #15 #15 bis #15 ter #16 #17 #18 #18 bis #19 #20
Alcune premesse fondamentali La puericultrice, ovvero Aspettando Godot La puericultrice 2 - la vendetta (la mia però) “A’ bello ma chi ti credi di essere??” Mondo velico 9 giorni e 1 specchio 9 giorni e sempre lo stesso specchio Stralci di conversazioni Oltre la isica ... Ci vuole il isico! Oltre la isica ... Ci vuole il isico Oltre la isica... Ci vuole il isico Sante parole Mangiamo qualcosa? Tanto tuonò che piovve Vergine adottata scorpione Il punto R Fare e disfare è tutto lavorare (prima parte) Fare e disfare è tutto lavorare (seconda parte) Dolcetti dei gemelli Santi... E beati (loro!) Santi... E beati (loro!) Santi... E beati (loro!) Che cosa devo rispondere?? Quando due genitori non dormono Questione di idraulica (prima parte) Questione di idraulica (seconda parte) Hai voluto dei gemelli? Adesso nutrili! Eureka! 1
Avere due gemelli è un’esperienza fantastica Noi poi siamo stati particolarmente fortunati perché i nostri piccoli sono buonissimi e la loro gestione non è affatto complicata. In effetti non sono loro ma la nostra conformazione isica ad essere insuficiente: una bis-mamma (ma anche un bis-papà) dovrebbe avere, con i buoni dei pannolini e gli sconti sul latte artiiciale, la possibilità di ritirare anche due braccia e due mani extra. Dato che non funziona così le conseguenze sono tre: - è fondamentale non intestardirsi a voler fare tutto da soli. Ci si deve far aiutare, per forza. Due bimbi, anche se perfettamente organizzati e collaborativi, richiedono un impegno che non è gestibile 24/7 da una persona sola. Serve che ci sia qualcun altro che se ne occupi e dia delle pause per far riposare tutti, per il bene della famiglia, in generale, per il bene della mamma, in particolare e, certo non ultimo ma conseguenza dei precedenti, soprattutto per il bene dei piccoli - è altrettanto importante essere previdenti, il che signiica darsi delle routine e ricordarsi di avere le cose che servono a portata di mano perché si deve imparare il più un fretta possibile a prevenire la tempesta ma soprattutto si deve essere capaci, quando l’apocalisse scoppia, di intervenire rapidamente senza perdere la calma - ha molto senso riscoprire le funzionalità di muscoli che non ricordavate di avere ed essere creativi con gli arti e le parti del corpo che avete a disposizione (un ginocchio e un gomito hanno molti più utilizzi di quelli che immaginate!!) Ho iniziato le cronache per gioco e per necessità: in tanti mi chiedevano notizie e io non avevo il tempo di rispondere a tutti. In tanti erano preoccupati del mio stato di salute -soprattutto mentale!- e ho cercato una mia via per rassicurare tutti del fatto che stavo e sto benissimo, che mi diverto da morire e che non pensavo potesse essere così meraviglioso avere dei igli.
2
Credo che l’umorismo sia fondamentale nella vita e queste cronache - che spero un giorno i miei piccoli avranno voglia di leggere - volevano essere un mio modo per sdebitarmi con tutte le persone che in mille modi, in gravidanza e dopo, mi sono state vicine, mi hanno seguito e chiesto come stavo o anche ricordandosi di particolari e date che io per prima magari avevo perso per strada. Poi da più parti é arrivato il suggerimento di farne un librino. E a me l’idea di pubblicarlo per sostenere il Centro Aiuti per l’Etiopia, l’Ente a cui avevamo dato mandato, nell’ambito del percorso di adozione internazionale che stavamo seguendo. Il destino ha scelto per noi una strada diversa ma non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo mai chi ci offriva la possibilità di portare a casa un bimbo -che siamo certi sarebbe stato meraviglioso- e di scoprire così la gioia che si prova nel diventare genitori. Per questa e altre mille attenzioni ricevute dovrei ringraziare un gran numero di persone, tante forse da scrivere un secondo libro! Ma proprio perché la lista sarebbe davvero lunga, permettetemi di non citare nessuno, così da non rischiare di dimenticare qualcuno per colpa di una memoria ormai provata dall’età (!!) e da due piccoli, ma decisamente catalizzanti, personaggi. Ci tengo però assolutamente a spendere due parole per Giovanna e Gianpiero, i due medici (e dico medici, non dottori) che mi hanno seguito con pazienza per mesi, prima guidandomi in gravidanza e poi aiutandomi a mettere al mondo le due creature più strepitose che abbia mai conosciuto in vita mia. E dopo questa (troppo lunga? Beh ormai però l’avete letta!!) premessa, buon divertimento con le
Cronache gemellari! 3
Chi fa da sĂŠ fa per tre. Quindi in effetti ce la potrei fare.
Le ultime parole famose. 4
5
Cronache gemellari
#1 Alcune premesse fondamentali
Vorrei rincuorare tutti sul fatto che stiamo tutti benissimo. I miei/nostri igli sono di una bellezza folgorante (eh lo so, ogni scarrafone...) oltre che di una paciicità rara. Dormono, mangiano (la piccola poco ma ogni tanto stupisce tutti con guizzi di appetito), fanno delle facce meravigliose. Il mio supposto baby blues si riduce a questo: quando li guardo sono sopraffatta da quanto sono belli e mi commuovo. Sarò una madre snaturata ma non sento tristezza solo un’indescrivibile emozione -gioia pura mai provata prima. Piangono talmente poco -praticamente mai- che quando li sento tiro un sospiro di sollievo. Non sto cercando di fare tutto da sola, non sono stanca morta. Al contrario! Ho in troppa gente che mi aiuta e un’energia che si rinnova ogni giorno e cresce col diminuire del dolore del cesareo. Non soffro a stare sveglia -ero insonne anche prima- e ho aiuti che mi permettono di recuperare. Non ho nessuna ansia che questo momento passi. Al contrario! Spero che duri il più possibile! Come mi è stato detto una volta e senz’altro è così: i piccoli sono capaci di sopravvivere anche ai genitori più incapaci. Quindi sì, sono dispiaciuta di non avere ancora capito come si fa a far fare loro il ruttino ma mi consolo pensando che tra poco dovrò invece insegnar loro a NON farlo -e quello lo so fare, quindi pazientemente aspetto il giorno della riscossa. Ultimo ma non ultimo: ho un marito spaziale che mi sostiene e sostituisce in mille cose e che grazie al cielo credo sia più contento di avere una moglie che lo fa ridere alle 2 di notte raccontandogli le cronache gemellari che non di averne una che si preoccupa di correre dall’estetista (peraltro il suddetto marito spaziale mi ha regalato la possibilità di diventare mamma e adesso è felice di fare il papà e si gode l’avventura - e visto che oggi è il suo compleanno approitto per fargli gli auguri e dirgli che per tutto quello che è e tutto quello che fa non lo ringrazierò e festeggerò mai abbastanza!) 6
7
Cronache gemellari
#2 La puericultrice, ovvero Aspettando Godot
La puericultrice è quella persona che tu ingaggi mandando sul lastrico la tua famiglia perché ingenuamente credi che ti insegni come capire “il linguaggio segreto dei bambini” (c’è anche un libro per gli amanti del genere). La nostra, affettuosamente soprannominata Buckingham Palace, quando io le chiedo di preparare con me una sorta di programma della giornata mi risponde: “signora, ma lei deve riposarsi - perché non beve una bella tisana?” La comunicazione con lei è a tratti più dificoltosa di quella con i fagioli. Il quadro è circa il seguente. Comunicazione con i fagioli. Fagiolo 1 e/o 2: “ueee, ue-ue, eeeee-ueee” Signiicato: “Non penserai mica che traduca nella tua lingua vero? Non è colpa mia se hai dimenticato il fagiolese, vedi tu se ti sto dicendo: “ho fame/freddo/sete/sonno/sono coperto di cacca/annego nella pipì/devo fare un ruttino/una puzza/ordina una pizza cretina che mi sono già rotto del latte” Io/noi: “E va bene. Ti cambio, ti nutro, ti cullo. Se ti va bene è così se no guarda qui c’è il cell e il numero di speedy pizza, arrangiati”. Comunicazione con Buckingham Palace: Io “Scusi, ma come si fa a cambiare il bimbo senza che il quartiere pensi che si è trasferita la Franzoni nel nostro appartamento?” BP “Signora, le ho già detto che lei si deve riposare, se no le va via il latte. Si prenda una bella tisana della marca x. Anzi guardi la vada a far fare in erboristeria copiando tutti gli ingredienti di quella della marca x” Io: “Scusi, ma il latte materno quanto tempo dura in frigo? E si può scaldare più di una volta?” BP: “Signora, ma non avrebbe un contenitore di plastica per il bicarbonato con cui laviamo tutti i biberon, i ciucci, ecc così almeno non resta umido?” Io: “Scusi, ma come si fa a far fare il ruttino ai bambini?” BP: “Signora, non vorrà mica lavare i pigiamini e le tutine in lavatrice, magari insieme anche ad altre cose VOSTRE? As-so-lu-ta-men-te NO! Le cose dei bambini vanno lavate tutte a mano, con sapone Marsiglia delicato e un goccetto di napisan...” E allora la mia domanda è: ma perché noi non possiamo lavare le nostre cose con quelle dei fagioli per non contaminarle quando, ino a prova contraria, quelli che si riempiono di cacca ino al collo sono LORO e non NOI???
8
Cronache gemellari
#3 La puericultrice 2 - la vendetta (la mia però)
Adesso sto qui con il tiralatte inché l’alpeggio non ne ha prodotto almeno un litro. Poi vado di là e le dico: senza tisana, tiè!
9
Cronache gemellari #4
“A’ bello ma chi ti credi di essere??”
“Il vero problema di navigare in solitaria è dormire, perché più riesci a essere presente e vigile e più la barca va forte. Quindi ti concedi dei sonnellini da venti minuti al massimo”. -Ahahahh!!! 20minuti? Dilettante. “Il bello delle privazioni è che poi ti fanno apprezzare le cose semplici, come riposare in un letto o mangiare seduto a tavola”. -Mangiare a tavola? Riposare a Letto? Sei veramente privo di fantasia. Quando è in barca, però, Soldini non si arrende alla dittatura del cibo lioilizzato. Anzi. “Ho inventato un’ottima pasta in pentola a pressione, cotta con un bicchiere d’acqua dolce e uno di acqua salata perché in mezzo al mare la cosa più importante è risparmiare. Altro segreto è cucinare mezzo chilo di pasta per pranzo perché non sai cosa ti può succedere nelle ore successive. E poi, naturalmente, scorte di nutella e biscotti”. Piccoli sacriici ricompensati da momenti magici. -Ok allora torna quando avrai mangiato una simmenthal direttamente dal contenitore, con un bimbo in braccio mentre metti a scaldare un biberon e cerchi di aprire quelle maleiche bustine di cracker SENZA FAR RUMORE! “La mia prima vittoria è stata una tappa del giro del mondo da Cape Town a Sidney, il diretto concorrente era un australiano che si era giocato i bafi e quando l’ho superato ero veramente contento d’immaginarmelo senza quei baffoni”, -La mia prima vera vittoria è stata quando uno dei due fagioli ha fatto un ruttino degno del boato che si è sentito prima della tragedia del Vajont. Più che di bafi qui a casa si sono contate le meches. “Con gli altri dell’equipaggio s’instaura un rapporto speciale, parli di tutto. Bisogna avere molta iducia ed essere perfettamente coordinati il che, forse, è l’aspetto più dificile” -Equipaggio? Quindi si sta parlando di gente che collabora giusto? ... “È un immenso privilegio. Trenta o settanta giorni è lo stesso, vivi il presente e ti accorgi dello scorrere delle ore solo quando sei vicino all’arrivo. Prima di quel momento non c’è oggi o domani, neppure mattina o sera, magari hai l’orologio che segna mezzanotte ma dalla parte del mondo in cui sei inito il sole ti spacca la pelle”. Anche il risultato non deve condizionare troppo. L’ansia fa fare scelte sbagliate. “Dovresti essere contento di essere lì, comunque vada. -E va bene, dai. Su questo siamo perfettamente d’accordo. (Brani tratti da: http://m.repubblica.it/.../soldini_e_la_paura_mi_riporta_a_c.../) 10
Cronache gemellari
#5
“Mondo velico”
La Petit Bateau e altri produttori di tutine e varie (non mi chiedete di elencarli..) hanno scelto come logo barche a vela et similia. Vi siete chiesti perché? Non è affatto un caso. Volevo dire quindi al signor Soldini (non ce l’ho con lui giuro! Ma mi serviva un capro espiatorio) che quando parla di “Vento in poppa” noi mamme sappiamo perfettamente che cosa si intende, lui no.
11
Cronache gemellari #6 “9 giorni e 1 specchio”
Quando l’avventura è cominciata il viso di mamma e papà era più o meno questo.
Cronache gemellari #6bis
“9 giorni e... sempre lo stesso specchio”
A distanza di soli 9 giorni, la faccia di mamma e papà è diventata questa. Ci interroghiamo iduciosi su che cosa ci riserverà il futuro.
12
Cronache gemellari #7 Stralci di conversazioni
Dal neonatologo. “Scusi ma io posso bere un caffè alla mattina? Anche non tutti i giorni... Oppure inluisce sul latte?” “Signora, lei si può bere un caffè alla mattina e anche uno al pomeriggio ma pure un gin tonic, anzi glielo consiglio pure” ---Quest’uomo mi piace decisamente. Davanti alla crostata al cioccolato con fragole e doppia mousse di cioccolato bianco e nero. “Mi dai un’altra fetta?” “Sicura?” “Certo! Non lo sai che chi allatta brucia 500 calorie in più al giorno?” “Ah, e quante sono?” “Circa 2 o 3 fette fa” “Prima o poi dovranno anche fare geometria...ma tu ti ricordi qualcosa? “Sì” “Allora dimmi il teorema di Pitagora” “La somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa” “E i teoremi di Euclide?” “Quelli non me li ricordo. Ma perché evidentemente sono inutili” “Guarda che se fai così, rigurgita” “No tranquilla” “Allora: se rigurgita su di me ti do un pugno, se rigurgita su di te te l’avevo detto, se rigurgita sul pavimento pulisci tu”
13
Cronache gemellari #8
Oltre la isica ... Ci vuole il isico!
LEGGE DELLE QUANTITÀ “Ogni neonato è capace di stipare, processare e rilasciare quantità di aria, pipì e cacca di gran lunga superiori a quelle ingerite” LEGGE DELLA PROSSIMITÀ “L’entità e la lunghezza del ruttino è inversamente proporzionale alla distanza tra la bocca del neonato e il viso dei genitori” LEGGE DELLA CONVERSIONE “Ogni qualvolta il neonato trasforma quello che ingerisce in pipì e cacca, uno o più genitori si istupidisce e racconta l’accaduto a infastiditi e pietosi (nel senso di pieni di pietà per lui) interlocutori per un tempo direttamente proporzionale alla quantità delle suddette pipì e cacca”
14
Cronache gemellari #8 bis
Oltre la isica ... Ci vuole il isico!
COROLLARIO 1 ALLA LEGGE DI CONVERSIONE “Per qualche misteriosa ragione, i termini utilizzati per descrivere le attività quotidiane dei neonati sono inversamente proporzionali alle loro dimensioni”. COROLLARIO 2 ALLA LEGGE DI CONVERSIONE “Ogni attività del neonato è un’attività collettiva di cui terzi (solitamente i genitori) si prendono indebitamente il merito”
Esempi di corollario 1 e 2 -”MangiAMO il lattONE” -”facciAMO caccONA” -”Ohhh che pisciONA abbiAMO fatto” LEGGE DEL CONTRAPPASSO “Maggiori sono le responsabilità correlate ai ruoli professionali di uno e/o entrambi i genitori, minori sono le sue/ loro capacità gestionali del neonato”
Cronache gemellari #8 ter
Oltre la isica ... Ci vuole il isico!
ECCEZIONE AL COROLLARIO 1 ALLA LEGGE DI CONVERSIONE “Con una dose di suprema ipocrisia, l’unica attività che sfugge alla pratica degli accrescitivi pur essendo, al contrario, più che proporzionale alle dimensioni del neonato è l’eruttazione. Si parla dunque impropriamente (almeno a parere della scrivente) di <ruttINO> pur trovandosi davanti a un fenomeno spesso incontrollabile nonché correlato ad altre espulsioni che interessano il cavo orale o altri tratti di cui si preferisce in questa sede omettere l’indicazione”
15
Cronache gemellari #9 Sante parole
Questa volta devo decisamente spezzare una lancia a favore di BP. Ieri sera, raid in ospedale per visita di controllo mia. BP ci dice: “ma perché non state fuori a cena voi due soli? Tanto qui ci sono io”. Inutile dire che l’abbiamo guardata come se ci avesse proposto di buttare i piccoli nel Lambro. “Magari ci fermiamo a un kebab, prendiamo qualcosa e torniamo al volo”. E lei di nuovo: “Fate come volete ma non sarebbe bello per voi due ritagliarvi anche solo un paio d’ore per cenare senza pensieri?” ... All’uscita dall’ospedale sondo il terreno. “In effetti però... Mangiare dobbiamo mangiare... Potremmo fare una cosa veloce.. Magari inalmente andare a mangiare il sushi che sono 9 mesi che non ci andiamo...” Rapida decisione sul ristorante. Cena goduta appieno con tanto di sakè. Al rientro guardo BP e dico: “Grazie, abbiamo mangiato pesce crudo”. Mi guarda come se avessi buttato i piccoli nel Lambro. “Ho sbagliato? Fa male al latte?” E lei “Signora se l’ha mangiato con gioia va benissimo”. Piuu, fuori una. Continuo un po’ imbarazzata: “Comunque... Sembrerà ridicolo ma ci sono mancati tanto”. E lei: “Ma signora, non dica così. Saranno i suoi igli per sempre”.
16
Cronache gemellari #10 Mangiamo qualcosa?
“Non ce la faccio più, ho bisogno di mangiare qualcosa” “Ti faccio due scaloppine al marsala?” “Ma no, mi basta anche un po’ di formaggio, qualcosa di veloce che possa mettere sotto i denti subito” “Ma cosa vuoi che ci metta a farti due scaloppine? È un attimo...” “Ma sei stanca, è tutto il giorno che corri, davvero tranquilla, mi basta un po’ di formaggio” “Non puoi continuare a mangiare prosciutto e formaggio. Ti va il colesterolo a mille. Ci metto un secondo, ti faccio le scaloppine” [....... Un’ora dopo .......] “Ti va bene un toast?” “Perfetto. Anzi fammene due, tre se riesci”.
17
Cronache gemellari #11
Vergine adottata scorpione
Quando una neo mamma si trova in casa due igli e un marito scorpione non può che apprendere rapidamente che la vendetta è un piatto che si gusta freddo. Non essendo nativa del segno, però, la vergine non sempre dirige i propri strali nei confronti di chi se li è meritati ma colpisce un po’ a casaccio, giusto per togliersi qualche soddisfazione. Questa la premessa, adesso i fatti. Alle 6 e qualcosa arriva il messaggio della tata che avvisa che ha la febbre e che non vuole attaccarla a me o ai piccoli e quindi sta a casa oggi e domani. Vista la totale inettitudine del soggetto sono particolarmente contenta del fatto che abbia preso l’inluenza e spero anzi di aver contribuito personalmente alla sua unzione mandandola in giro a fare spese accampando necessità quali dover mangiare i iocchi d’avena o aver bisogno di altre amenità -come le buste porta biancheria- non esattamente rintracciabili nelle vicinanze. Così almeno me la sono tenuta fuori di casa e io mi sono goduta i piccoli in santa pace senza aver a che fare con lo sguardo pallato di un’oca che sa dire solo “mi faccio un caffè” o “vado a fare la pipì”. E adesso la mia personale vendetta. Dopo aver passato oltre tre mesi alle prese con la nausea, il vomito e la sputacchiosi (termine non scientiico per la scialorrea) adesso provo un sottile piacere mandandole il seguente messaggio: “Non ti preoccupare. Rimettiti”
18
Cronache gemellari #12 Il punto R
Mentre schiere di uomini (e forse anche di donne) da anni si arrovellano per trovare il punto G, i neo genitori si struggono nella ricerca del punto R - il punto Ruttino. Ora sono ben due le cose da sapere prima di scoraggiarsi, desistere o decidere che la migliore educazione passa attraverso l’esempio e quindi armarsi di litri di coca cola per dare il via ad un concerto che nella migliore delle ipotesi vi farà tagliare i ponti con tutti i vostri vicini. La prima è che il punto R è come i ristoranti rustici descritti da Stefano Benni in Bar Sport - è semovente. Non appena pensate di aver individuato il mezzo cm di schiena da premere per far tuonare di soddisfazione la vostra minuscola creatura, ecco che non sarete mai più in grado di ripetere l’exploit che aveva generato applausi a scena aperta di nonni e genitori. La seconda cosa da sapere è che il punto R non va confuso con il punto R1, molto più subdolo perché vicinissimo al punto R ma dedicato a ben altra emissione: il temutissimo Rigurgitino. Ruttino e rigurgitino segnano alternativamente la ripresa e/o la ine delle pappe. Il bello dell’operazione è che è del tutto imprevedibile, sia nella durata sia nell’esito inale: in entrambi i casi comunque è consigliabile maneggiare la creatura tenendola a debita distanza dalla faccia -il rigurgitino ci mette un attimo a trasformarsi in vomito a getto- o meglio ancora di lato, girata verso eventuali ospiti sgraditi. Mai dimenticare la legge della prossimità!
19
Cronache gemellari #13
Fare e disfare è tutto lavorare (prima parte)
Ormai che si parli in casa solo di cacca, pipì e pappe è un fatto assodato. La ripetitività di quei gesti, cambio del pannolino, lavaggio della creatura, preparazione della pappa, mi ha fatto tornare in mente la famosa e ininita sequenza “dai la cera, togli la cera”. « Prima lava tutte le macchine. Poi le lucidi, con la cera. Devi dare la cera con la mano destra e la devi togliere con la sinistra. Dai la cera, togli la cera. Il respiro lo prendi con il naso e lo emetti dalla bocca. Dai la cera, togli la cera. Non dimenticare il respiro è molto importante. » (Maestro Miyagi durante gli allenamenti di Daniel) Avrei tanto voluto vedere il caro maestro Miyagi durante il cambio del pannolino. Intanto la sequenza. Non é infatti consigliabile lavare la creatura e poi procedere con le altre operazioni. Prima di tutto vanno spogliati, caro il mio Pat Morita! Vanno tolti il pigiamino, il bodino e soprattutto il pannolino (tutto ino) e solo a quel punto si possono lavare!!
20
Peraltro è del tutto impossibile pensare di piazzare i bimbi in linea tipo catena di montaggio: qui ogni intervento è altamente personalizzato - un pò come i servizi legali e iscali (dovevate concedermela eh!). Comunque, come si dice, tirem innanz. Sempre secondo il maestro, dovrei lucidare la creatura -e qui viene il bello- con la mano destra e poi levargli la cera con la sinistra. Ma siamo impazziti?? Qui ogni minimo successo va istantaneamente capitalizzato: pensa te se disfo quello che con fatica sono appena riuscita a fare!! E poi ...Analizziamo la cosa con calma. Intanto si è completamente saltato il passaggio dell’apertura di pigiamini e body. Quando una li compra prende, consigliata da schiere di commesse che ti guardano con pietà (e non si sa se nei tuoi confronti o pensando alle creature), quelli tutti aperti su un lato perché -dicono loro- sono più facili da inilare. Neanche a suggerire che è meglio slogare un braccio che rompere una testa. Quello che omettono però è che entrambi i modelli hanno due caratteristiche: -automatici robustissimi -automatici piccoli e/o piazzati in posti irraggiungibili. E così mentre la creatura piange sul fasciatoio -non perché soffra ma perché ha già capito di essere di nuovo nelle mani del genitore incapace- si devono rapidamente sganciare gli automatici. (Mamme! Altro che andare dal parrucchiere o a fare la ceretta!! Vi siete ricordate di tagliarvi le unghie PRIMA di partorire?? Dopo non avrete più tempo... ma sarete costrette a trovarlo privandovi di un po’ del vostro sonno prezioso se vorrete continuare a cambiare i vostri igli!) Scordatevi di riuscirci usando solo la mano destra! Ho osservato bene anche BP: nemmeno lei, suprema maestra del cambio senza lacrime e senza pipì a tradimento (e di questo parleremo) ce la fa con una mano sola! E non per imperizia... Per colpa di quei dannati, minuscoli e robustissimi automatici!!! (To be continued) 21
Cronache gemellari #13 bis
Fare e disfare è tutto lavorare (seconda parte)
Quando inalmente avete liberato la creatura da pigiamino e body é il momento della rivelazione: sarà pipì o cacca? Chi tra mamma e papà li trova entrambi vince una fuga di due minuti e mezzo al bar a prendere un onesto cappuccio con brioche (Ma tanto non succede, vince sempre BP, asso pigliatutto)! Facciamola semplice, diciamo che avete trovato solo la pipì. Lo so. Il fatto che non abbia fatto la cacca vi getta in uno stato di profonda costernazione seguito immediatamente da uno sguardo accusatorio nei confronti del coniuge “sei tu che sei stitico/a mica io! Ha preso da te!” Comunque sia in quei momenti non avete certo anche il tempo di recriminare quindi, andiamo avanti. Se siete scrupolosi, afferrate la creatura sotto le ascelle, la ruotate come vi hanno fatto vedere al corso preparto e cercando di non sbatterle la testa contro il fasciatoio la spostate sopra il lavandino per lavarla. Se la pietriicate dal terrore c’è il caso che non si dimeni come arlecchino servitore di due padroni. Altrimenti sono tutti cavoli vostri. Comunque sia escludete categoricamente di completare l’operazione lavaggio alternando la mano destra e la sinistra. Se non siete scrupolosi, afferrate una salviettina umida e la passate al volo dove è più probabile che sia arrivata la pipì (un consiglio: non escludete a priori le ascelle, la pipì trova vie impensabili per diffondersi ovunque). A questo punto potete procedere all’asciugatura, ma VELOCI!! E soprattutto non dimenticate di asciugare nelle pieghe!! (A proposito.. Auguri! I neonati sono praticamente tutti pieni di pieghe, oserei dire che se siete fortunati tra le pieghe troverete anche la vostra creatura visto quante ne hanno!!) E poi... Eccoci al dunque, caro Maestro Miyagi , dobbiamo ripetere la sequenza della “svestizione” al contrario!! Ah-ha!! E qui ti voglio!! Mica avrete pensato che sia uguale a prima solo nella sequenza opposta??? SIETE IMPAZZITI?? Ma davvero ancora credete che si riesca a industrializzare qualcosa con un neonato?? Ogni singola attività è un happening imprevedibile. 22
Quindi, dicevamo, avete la creatura urlante sul fasciatoio. Diciamo che l’avete anche asciugata e che lei vi ha graziato non facendo pipì (anche di questo parleremo) subito dopo. Con un gesto felino la alzate tenendole la testa e vi assicurate di nuovo che body e pigiamino siano fuori dall’area destinata a ospitare il patello. La cosa è già di per sè pressoché impossibile perché i pannolini sono alti 25cm - li fanno apposta così: sulla carta per proteggerli dalla pipì in verità per convogliarla meglio sotto le ascelle (vedi precedente passaggio in proposito). Poi, arrivano gli automatici... Siete abituati alle tastiere degli smartphone e credete che non ci sia niente di più piccolo? Avete creduto che dopo il parto le dita si sarebbero sgoniate e avreste recuperato la vostra normale sensibilità? INGENUI! con le dita grosse come quelle di un camallo abituato a scaricare casse da 20ton cercate di afferrare l’automatico di sopra per farlo combaciare con la sua metà. Non vi preoccupate: se ci riuscite al primo colpo e continuate ieri facendo fuori tutta la ila, scoprirete quando arrivate all’ultimo che li avete combinati saltandone uno. Così almeno potete ricominciare tutto daccapo, tranne per il fatto che la creatura, ormai al limite della sopportazione, si contorce come un serpente corallo (citazione per pochi - W i Ciappter Ileven) con grande soddisfazione del Maestro Miyagi! Ah, un’ultima cosa: “Il respiro lo prendi con il naso e lo emetti dalla bocca. Non dimenticare il respiro è molto importante”.
23
Cronache gemellari #14 Dolcetti dei gemelli
INGREDIENTI 3 uova 250 gr zucchero 2,5 ml panna fresca 250 gr farina aroma di vaniglia 1/2 bustina di lievito per dolci 1 pizzico di sale Decorazioni di zucchero PROCEDIMENTO Montate a spuma le uova con lo zucchero. Aggiungete il sale, la panna, qualche goccia di aroma di vaniglia (viene bene anche con lâ&#x20AC;&#x2122;aroma di mandorle e vorrei provare con quello di arancia e/o limone - NdR) e la farina setacciata con il lievito. Amalgamate con cura e versate negli stampi riempiendoli per metĂ . Infornate a 170/180°C per circa 20/30 minuti. Sfornate, lasciate raffreddare e riilate i dolcetti con un coltello da pane per poterli rovesciare bene. Decorate a piacere.
24
25
Cronache gemellari #15
Santi... E beati (loro!)
Avete presente quel momento della Messa in cui si elencano i santi e i fedeli rispondono “prega per noi”? Bene, la stessa cosa succede nelle case che ospitano uno o più neonati, dove ogni mamma,nella gestione delle proprie creature, sceglie una serie di santi a cui votarsi. Lo fa, beninteso, in modo estremamente più pratico che non semplicemente pregando. Anche perché a quel punto sarebbe troppo tardi mentre una mamma sa bene, soprattutto con i gemelli, che l’anticipazione degli eventi è tutto. Quindi, come sempre agisce per tempo e nella fase in cui, come si dice, fa il nido, sceglie -completamente alla cieca perché non ha la minima idea di che cosa la aspetti- una serie di “oggetti” che spera la possano aiutare nelle lunghe notti (e giorni) che la vedranno alle prese con l’attività principale che interessa il neonato -la sedazione. È chiaro che ogni mamma ha i propri santi e strumenti - io vi dico di seguito i miei (almeno ad oggi). SAN CIUCCIO I pareri ciuccio sì, ciuccio no si sprecano e come sempre non mi sembra ci sia una teoria unica in merito. Nel caso di due gemelli piangenti all’unisono, riuscire a depistarne uno con il ciuccio è già un primo risultato che, come tale, va capitalizzato. Prima di tutto perché anche i ciucci più piccoli in circolazione sono grandi per le bocche microscopiche delle vostre creature. Avete presente lo scambio di battute durante il ilm Apollo13? ---------------------------------------TECNICO COMUNICAZIONI: È un’emergenza che non è mai stata presa in considerazione. DR. CHUCK: Il livello di CO2 sta per diventare tossico. GENE: Beh, allora inventatevi come mettere un piolo quadrato in un buco rotondo. E di volata. TECNICO: Okay, gente. Attenzione. Dal piano di sopra ci hanno riilato questa rogna e gliela dobbiamo risolvere. Ci dobbiamo inventare il modo di mettere questo nel buco fatto per questo. Usando solo questa roba. Vediamo di organizzarci. È meglio che qualcuno faccia del caffè, ragazzi.” ---------------------------------------26
In secondo luogo perché il piccolo magari è anche affamato ma non è scemo e dopo la prima ciucciata ha capito benissimo che state cercando di fregarlo. Quando intercettate quello sguardo inconfondibile -sdegnato e accusatorio- cominciate a contare i secondi che vi separano tra quando la creatura prende la mira e quando spara via con una potenza da salto quantico il ciuccio... Naturalmente centrando con una precisione da cecchino di lungo corso l’unico mucchietto di peli di gatto che è sfuggito alle pulizie perfette della colf. (To be continued)
27
Cronache gemellari #15 bis
Santi... E beati (loro!)
SAN POANG È la cosa più simile a una sdraietta per adulti che troverete in commercio. Avere una poltrona sulla quale rilassarsi è fondamentale -o almeno sapere di averla ...anche se realisticamente non vi ci siederete mai. Se però riuscite ad acchiappare le due creature già mangiate e rigurgitate, a stringerle in un doppio abbraccio, ad avvolgerle in una copertina leggera e caldina, a sincronizzare il vostro respiro con il loro, a mettere il cuscino per l’allattamento intorno a voi tre a mo’ di cintura di sicurezza e inalmente ad addormentarvi con loro traboccando felicità e dolcezza... ...Potete stare certi che il tecnico della lavatrice -che doveva venire alla mattina e che naturalmente non si è visto e nemmeno ha chiamato per dirvelo- si incastrerà nel vostro citofono facendo morire di infarto anche i vicini, entrerà nella vostra amuchinizzata casa con degli scarponi bagnati e fangosi neanche avesse guadato l’Orinoco, manovrerà la lavatrice -possibilmente bestemmiando- facendovi pensare che la stia facendo a pezzi e vi sgriderà urlando per il ferretto del reggiseno che è rimasto incastrato nel cestello e che per colpa della vostra imperizia ha macchiato di ruggine tutte le vostre cose. Comunque fanno €50 per l’uscita.
28
29
Cronache gemellari #15 ter
Santi... E beati (loro!)
SAN GREMBO ARMONICO Si sa che la musica fa miracoli. Perciò, ben contenta, ho accolto la proposta di mio zio Filippo, inventore del Grembo armonico, di crescere in musica i cuccioli, in dalle loro prime settimane di vita. A partire dalla 14esima settimana di gravidanza, infatti, ho quotidianamente appoggiato una fascetta con due minuscoli altoparlanti sulla mia pancia per stimolare i piccoli “con le particolari formule musicali, studiate in funzione del progressivo sviluppo del loro sistema neurosensoriale e neurocerebrale”. Il programma -come da istruzioni- andava completato con esercizi di canto e vocalizzazione della mamma, che “consentono di offrire un “nutrimento” sonoro di alta qualità e di dare vita ad una precoce interazione affettiva tra lei ed il nascituro.” Ma di questo parliamo dopo. Quindi prima le cose serie. Nelle poche occasioni in cui i piccoli oggi si imbizzarriscono contemporaneamente e piangono a squarciagola per motivi tutt’ora ignoti -scartati pipì, pupù, pappa, nanna e fastidi di vario genere- far riascoltare loro le musiche del grembo armonico funziona alla grande e riporta velocemente alla quiete le due piccole creature urlanti. Nelle molte occasioni in cui ne acchiappo una a turno per il cambio di pannolino e seguente nutrizione, avere in sottofondo le musiche del grembo mi aiuta, in generale, a rendere l’operazione meno traumatica (per loro, ovviamente). E, inine, nelle saltuarie occasioni in cui riesco a stringere entrambe le creature e a dondolarmi (tecnici di elettrodomestici permettendo) sulla San Poang, le musiche del grembo armonico sono talmente rilassanti che -ebbene sì, lo confesso!- una volta abbiamo tutti saltato un turno di pappa, felici come eravamo di dormire stretti insieme. E adesso le facezie. Come anticipato il programma prevede anche che la mamma canti. Probabilmente per la stragrande maggioranza delle persone non è un problema ma io sono stata l’unica, in
30
141 anni (dalla fondazione della mia scuola a quando ho inito il liceo) ad essere esonerata dalle prove di canto -un eufemismo per dire che sono stata buttata fuori dal coro- dopo una pietosa quanto umiliante esibizione in refettorio davanti a centinaia di compagne. All’epoca le suore, prima di gettare la spugna, avevano tentato in tutti modi di prendersi cura di me -più che altro delle mie corde vocali- non solo durante l’anno ma anche durante le vacanze estive e natalizie passate con loro, sacriicandone una, tendenzialmente sorda e afidandole l’impossibile compito di educare la mia voce a sostenere almeno due o tre canzoncine di base: tanti auguri a te e un altro paio di canti di chiesa. Ovviamente senza mai ottenere altro risultato se non quello di gettare nella depressione più profonda anche la suora più motivata.Con queste premesse sentirsi dire che il canto della mamma “offre un “nutrimento” sonoro di alta qualità e dà vita ad una precoce interazione affettiva tra lei ed il nascituro” è cosa dificile da credere. Mio zio, però, mi ha detto più volte di non preoccuparmi e che non era grave che fossi stonata come una campana - ai piccoli non sarebbe importato. Nonostante le sue rassicurazioni confesso di non aver avuto quotidianamente il coraggio di sottoporli a questa tortura sonora anche perché, onestamente, cantare alla propria pancia, per quanto semovente e decisamente viva, fa sentire un tantino imbecilli. Ma adesso che le creature ce le ho davanti ho scoperto di essere una mamma canterina. Incurante dei danni psicologici che potrei loro provocare, canto ninna nanne improbabili inventate al momento, cercando rime impossibili e conidando nel fatto che ancora non è importante quello che dico ma come lo dico. E funziona! ...Ma sono realista. So perfettamente che ci sono delle differenze e che mentre i bimbi delle altre mamme lentamente si addormentano cullati dalla dolce voce della loro genitrice, i miei, dimostrando già una certa dose di intelligenza, per non sentirmi più, hanno adottato una tecnica eficacissima: perdere istantaneamente conoscenza. Così piccini e già così attrezzati.
31
Cronache gemellari #16
Che cosa devo rispondere??
“Oh guarda! Un passeggino doppio!” (...) “Ma sono gemelli?” “Sì” “Maschio e femmina?” A) anvedi, sei meglio di Sherlock! B) no, ho scelto una navicella azzurra e una rosa per confonderli in da piccoli C) ti tocchi ...Vi prego, trovatemi voi una risposta!
32
Cronache gemellari #17
Quando due genitori non dormono
“Vorrei comprare “ritorno al futuro” “ “Compriamolo su iTunes così ce l’abbiamo per sempre. Come “La truffa” “ “Qual è La truffa?” “Quello di lui, chi è? Richard Gere... Che lui, la truffa... poi c’è la iglia e la moglie... Ti ricordi?” “No” “Vabè, ce l’abbiamo, puoi rivederlo quando vuoi”
33
Cronache gemellari #18
Questione di idraulica (prima parte)
Chiunque abbia un iglio maschio sa bene di che cosa sto per parlare (certo, anche le femmine a volte non sono da meno ma i danni che possono provocare sono di gran lunga inferiori...) L’argomento del giorno è la “pipì a tradimento”, ovvero quel getto imprevedibile - eppure atteso - che colpisce, a tradimento appunto, uno o più tra i malcapitati astanti. Risalire ai fatti che hanno determinato le origini di questo fenomeno non è dificile. Quando Dio ha creato l’uomo e la donna non ha avuto da subito la necessità di trovare un nome per tutte le cose e in particolare per alcune funzioni squisitamente corporali di cui -almeno per quanto se ne sa- Adamo ed Eva non hanno avuto bisogno di occuparsi inché hanno potuto godere delle gioie del paradiso terrestre. Poi però c’è stata quella brutta storia della mela e sappiamo come è andata a inire per tutti noi. Ma intanto sono nati due maschi: Caino e Abele. È stato allora che si è posto il problema di identiicare con maggiore precisione le emissioni provenienti da quei minuscoli corpicini distinguendo chiaramente quelle di genere gassoso da quelle di tipo liquido e semi-solido (o, se sfortuna colpisce, semi-liquido). Essendo stati ben presto battezzati e avendo chiaramente compresa l’origine del getto, i primi genitori del mondo si arrogarono il diritto di trovare un nome per cotanta abbondanza e decisero quindi di usare un acronimo: nacque così il termine P.I.P.Ì. -Pisello Ingovernabile Pronto a Irrigare. Non avendo avuto iglie femmine, non si preoccuparono di eventuali questioni di genere e il termine rimase in uso anche quando a “sparare a tradimento” era una donna. (To be continued)
34
Cronache gemellari #18 bis
Questione di idraulica (seconda parte)
Come dicevamo il PIPÌ è pronto a colpire in dai primi momenti di vita. Io per esempio in casa ho la prova vivente di quello che scrivo: la prima cosa che il mio piccolo ha fatto quando è venuto al mondo non è stato un vagito -cosa che avrebbe molto rassicurato la sua semi-sedata madre...- bensì la pipì, sulla mano della mia ginecologa. E così, invece di sentire la voce della creatura, ho sentito quella del mio medico che diceva: “ma no! Mi ha fatto la pipì addosso!!” Da lì in poi il suo destino è stato segnato. Non che lui ce l’abbia in particolare con i medici -non lesina a nessuno le sue prodezze- ma tanto per par condicio ha fatto pipì anche sulla pediatra. In quel caso, forte dei precedenti, io mi sono sentita di avvisarla: “guardi che lui tende, come dire, a colpire all’improvviso..” E lei forte a sua volta di una pluridecennale esperienza: “non si preoccupi... Lo so, lo so...” Con una mossa rapida lo ha girato in modo da non lasciarci il tailleur. Ma appena il tempo di farlo e splash! È subito partita la prima sparata. L’ho pulito più in fretta che potevo e neanche troppo imbarazzata veramente, in fondo l’avevo avvisata. Il tempo di riprendere la visita e splash! Come si dice, altro giro, altro regalo. Ora, quello che va precisato e che distingue i neonati maschietti dalle femminucce, è che l’irrigazione maschile segue una nota regola geometrica che recita: “l’ampiezza della supericie irrigata è funzione dell’irrequietezza del soggetto”. E sì perché i piccoli mica stanno fermi, anzi: al momento dello sparo compiono una torsione che sida quasi tutte le leggi della isica e ruotano su loro stessi in modo che il pisello, già di per sè ingovernabile, irrighi qualsiasi cosa nel raggio di almeno un metro, un metro e mezzo. Al termine della seconda copiosa sparata - tanto che ho tolto la pipì anche dalla faccia dalla creatura- la pediatra ha esclamato: “2 volte! Beh, almeno visto quanta ne hai fatta, adesso avrai inito!”. Inutile aggiungere che non avrebbe mai dovuto sidare un esserino minuscolo sì ma pur sempre scorpione ascendente capricorno. E 3-0 fu.
35
Cronache gemellari #19
Hai voluto dei gemelli? E allora adesso nutrili!
Vi siete mai chiesti come si fa a nutrire dei gemelli? quante volte al giorno, come vengono organizzate le poppate, quante mani sono richieste, ecc.? Se non lo sapete già, non sentitevi soli: mi risulta, anzi, che persino gli strateghi dell’esercito facciano dei corsi tenuti da mamme di gemelli per occuparsi poi degli approvvigionamenti in vista di spedizioni militari anche importanti. Di opzioni, come potete immaginare, ne esistono diverse ma quale che sia la vostra scelta, ricordatevi che la progettazione preliminare è tutto. Tra le varie alternative per nutrirli quella che vado di seguito a descrivere è “l’Allattamento doppio al seno”. Se volete cimentarvi in questa impresa -che l’ostetrica vi descrive come assolutamente fattibile- vi conviene avere un passato ma soprattutto un presente atletico, possibilmente come giocatrici di rugby. La presa infatti non a caso viene deinita così.
Che cosa vi dicono di fare (sembra facile) Posizionate il cuscino dell’allattamento intorno a voi e appoggiatevi sopra i piccoli, rispettivamente alla vostra destra e alla vostra sinistra. Scoprite il seno e offritelo ai vostri cuccioli. Che cosa succede in realtà (fatevi coraggio) Una volta che avete piazzato il cuscino dell’allattamento intorno a voi e vi siete sedute comode, realizzate che non arrivate isicamente a prendere i bambini. Quindi togliete il cuscino, vi alzate, prendete i bambini, li mettete sui seggiolini dell’auto e li posizionate -uno a destra e uno a sinistra- accanto a voi sul divano. Tutto per potervi sedere abbastanza vicino a loro da poterli prendere. Nel frattempo loro, che non hanno capito perché diavolo li avete disturbati, cominciano a urlare come aquile ma voi, imperterrite e pensando che lo fate per il loro bene, andate avanti.
36
Vi rimettete il cuscino intorno alla vita e ricominciate daccapo cercando di riacchiapparli uno alla volta. Facendo un numero da circo, afferrate il primo, riuscite in qualche modo a non farlo cadere, lo mettete su un lato e lo blindate con un braccio (la mano vi serve). Mi raccomando non fate l’errore di metterlo dalla parte opposta perché di là c’è l’altra creatura e non hanno ancora inventato “l’allattamento a castello”. Poi con l’altro braccio vi estendete come Mr Fantastic (l’uomo allungabile dei fantastici 4) e con un gioco di polsi (che tanto non userete mai più quindi potete sacriicarli) acchiappate l’altro piccolo e lo mettete accanto a voi. A questo punto realizzate che non vi siete alzate prima la maglietta (in questa stagione anche che non avete prima tirato giù la zip dell’unica felpa che ancora vi va bene visto che sembrate una frisona e vi sta stretto tutto). I vostri avambracci servono a tenere bloccate le creature quindi non potendo portare le mani al petto vi piegate per portare il petto alle mani. Naturalmente dovete riuscirci scavalcando il cuscino e soprattutto evitando di schiacciare le creature. Ammettendo che ci riusciate, siete pronti a cominciare. Ma non appena i piccoli si attaccano al vostro seno, vi viene un’arsura come se aveste passato un anno nel deserto e vi guardate disperate intorno alla ricerca di acqua. Dopo qualche minuto vi andrebbe bene anche una spugna intrisa di qualsiasi cosa che assomigli a un liquido bevibile (no, va bene tutto ma i pannolini no). Ma non c’è niente da fare, l’acqua ve la siete dimenticata e quindi vi restano solo due soluzioni: A) urlare a squarciagola tentando di attirare l’attenzione dei vicini (che avendo saputo che stavate tornando a casa con i gemelli sono prontamente partiti per una crociera di sei mesi intorno al mondo) B) staccare i piccoli e ricominciare tutto daccapo. Ma sì, scegliete la B) tanto vi eravate anche dimenticate i paracapezzoli e i piccoli, davanti a tanta abbondanza, hanno fatto due rapidi calcoli e hanno preferito addormentarsi di botto piuttosto che rischiare di morire soffocati.
37
Cronache gemellari #20
Eureka!
Eureka! Ci ho messo parecchio ma alla ine ho trovato una risposta! Da adesso in poi a tutti quelli che mi fermano e mi chiedono: “Sono gemelli? MASCHIO E FEMMINA??” risponderò con un’espressione a volte preoccupata, altre volte stupita: “NON LO SAPPIAMO ANCORA!”
38