new rayon

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leningrado 0

l’architettura del ralismo socialista kvartal,prospekt la “rivoluzione di Khrushchev” rayon, microrayon e khrushchevki condensatori sociali e collettivizzazione della vita

san pietroburgo 1 tessuti trasporti demolizioni

rayon 2 tessuto 1960-1970 distanze e limiti struttura costruito organizzazione servizi morfologia spazio aperto e verde

khrushchevki 3 la struttura e gli alloggi

+1 san pietroburgo nuova centralità lineare nuovo assetto rayon

+2 rayon

incremento densità abitativa e di servizi (nuove tipologie residenziali, nuovi servizi) nuova qualità spazio aperto (e parcheggi) incremento permeabilità

+3 khrushchevki intervento base comfort alloggi nuovo livello di servizi

bibliografia


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“L’origine è la meta” Karl Kraus, Worte in Versen

Obbiettivo della tesi è quello di proporre una serie di strategie al fine di riattivare, riqualificare e riconnettere tra loro e alle porzioni di tessuto urbano adiacenti i quartieri di edilizia residenziale sovietica degli anni 60-70 della città di San Pietroburgo. Le proposte progettuali attraversano diverse scale di intervento, dalla scala urbana alla scala del singolo edificio senza essere necessarie l’una all’altra. In una città che forse deve più di ogni altra la sua fortuna a culture architettoniche provenienti da altri luoghi, non si è voluto però imporre soluzioni estranee alla storia e alla cultura architettonico-urbanistiche russe, si è cercato di proporre vie “autoctone” desunte de riflessioni e proposte avanzate a partire dagli anni 30 dai gruppo delle avanguardie e negli anni successivi da tutti coloro i quali hanno cercato dapprima una “via russa” e in seguito una “via socialista” alla costruzione della città. Il lavoro progettuale è stato preceduto quindi da uno studio e un analisi delle esperienze urbanistiche e architettoniche russe a partire dagli anni 30; di quelle che hanno lasciato tracce concrete e permanenti all’interno della città come di quelle irrealizzate: il dibattito urbanisti-disurbanisti, i piani per mosca e la città di fondazione, le proposte per un nuovo habitat socialista, le nuove tipologie architettoniche di condensatori sociali e le case comuni. Con l’idea (citando Walter Benjamin) che “la storia è oggetto di una costruzione il cui luogo non è il tempo omogeneo e vuoto, ma quello pieno di attualità”.


leningrado


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urss

1917 Pietrogrado insorge contro il regime zarista e venne costituita la Duma 1918 Mosca diventa la nuova capitale dello stato.

pietrogrado

1919 Monumento alla terza Internazionale Tatlin

1917 La città di Pietrogrado, capitale dell’impero Zarista, conta 2.3 milioni di abitanti

1920 In seguito allo spostamento della capitalo, Pietrogrado vede decrescere il numero di abitanti che si attesta intorno ai 740.000

1921 Adottata la Nep, nuova politica economica fondata sulla liberazione del settore agricolo, la legalizzazione del commercio, il decentramento degli stabilimenti industriali e il ripristino del calcolo del profitto aziendale, garantendo nuova vitalità agli scambi e all’economia. 1922 Stalin è nominato Segretario Generale del Partito Comunista

1924 Muore Lenin, Stalin, grazie al suo ruolo all’interno del partito prende il potere.

1929 Varato il primo Piano Quinquennale, lo sviluppo dell’industria di base visto come prioritario (per il quale vengono devoluti i ¾ delle disponibilità globali) porterà all’abbandono di un ideale di sviluppo equilibrato tra il settore industriale e quello agricolo.

1923 Ladovsky e altri membri del Vkhutemas (Vysshiye Khudozhestvenno-Tekhnicheskiye Masterskiye, Atelier superiore d’arte e tecnica) fondano l’Assnova 1925 Ginzburg e Vesnin fondano l’Osa, associazione di architetti costruttivisti. L’associazione pubblicherà la rivista SA (Sovremmennaia Arkhitektura, architettura contemporanea)

1928 Ginzburg e Milinis progettano la casa collettiva di tipo transitorio Narkonfim,

leningrado 1924 Alla morte di Lenin Pietrogrado (Петроград) viene nominata Leningrado (Ленинград) in suo onore

1926 La citta raggiunge il 1.616.100 abitanti, ognuno dei quali ha a disposizione 8.7 metri quadri di alloggio


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1929 1939 Nei diece anni dei primi due piani quinquennali vengono costruite in Urss 354 nuove città 1932 Fondato lo Standardartgorproekt (ufficio di progettazione per l’edilizia standardizzata)il cui nucleo originario è composto dal May Gruppe

1932- 1933 Concorso per il Palazzo dei Soviet a Mosca, parteciperanno tra gli altri Le Corbusier, Gropius, Perret, Poelzig. Dichiarato vincitore il progetto di Jofan e Zoltvoskij 1932 Vengono sciolte le associazioni di architetti e urbanisti avanguardisti

1935 Approvato il piano di Mosca elaborato da Semenov sulla base delle proposte raccolte in fase di concorso. Si tratta di una soluzione politica, espressione, assieme al progetto vincitore del concorso per il palazzo dei soviet, della linguistica staliniana e detterà le nuove norme formali e architettoniche della città Sovietica.

1940 – 1944 assedio di Leningrado, la popolazione passerà da 3.2 milioni a 2.6 milioni


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1935 - 1960 Con il piano di Mosca si afferma il Kvartal, unità edilizia che sostituisce l’isolato, componente urbana fondamentale, non più meramente quantitativa ma elemento primario della sua morfologia. 1953 Muore Stalin

1955 Il Partito Comunista e il Consiglio dei ministri approvano due nuove leggi: “Sviluppo di mezzi per incrementare l’industrializzazione e ridurre i costi della costruzione” “Rimozione degli eccessi nell’architettura e nella costruzione”

1954 Nikita Khrushchev in veste di capo della sezione Moscovita del partito pronuncia alla “Conferenza nazionale di costruttori, architetti e lavoratori nel settore materiali da costruzione, macchinari industriali, costruzione, progettazione, ricerca e sviluppo” il discorso: “Sull’introduzione dei metodi industriali per il miglioramento della qualità e la riduzione dei costi della costruzione”

1955 Inaugurate le prime 7 stazioni della Metropolitana 1956 La popolazione cresce di nuovo e si attesta intorno ai 2.600.000. Ogni abitante di Leningrado ha a disposizione 5,2 metri quadri di alloggi

1957 Istituiti i “Sovnarkhoz” (consigli economici regionali) al fine di suddividere territorialmente la gestione dei processi di pianificazione di industria e costruzione; nascono 92 nuove regioni. 1958 Nikita Khrushchev diviene primo ministro dell’ Urss 1959 Durante il 21esimo Congresso del Partito Comunista viene presentato il Piano settennale (1959–1965) per lo sviluppo di industria, agricolutra e housing nell’Urss. Viene destinato alla soluzione del problema abitativo il 23.5 % del capitale totale del paese. 1960 - 1975 In quindici anni lo stato garantirà alloggio a due terzi della popolazione dell’Urss

1961 Brevettato dall’ingegner Vit aly Lagutenko nuovo sistema costruttivo in pannelli in calcestruzzo prefabbricato. Gli edifici costruiti con questo nuovo sistema verranno chiamati “khrushchevki”

1961 - 1970 A Leningrado saranno costruiti 2400 nuovi edifici suddivisi in 100 distretti che daranno alloggio a 900000 persone.


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1964 Nikita Khrushchev viene rimosso, Leonìd Il’ìč Brèžnev diviene primo ministro dell’ Urss.

1982 Alla morta di Brèžnev Michail Gorbačëv diviene presidente dell’Unione. E’ l’inizio di una nuova fase di gestione statale secondo i principi del “glasnost’” (trasparenza). Verranno varate un insieme di riforme economiche raccolte sotto il nome di perestrojka (ristrutturazione)

russia 1991 Dopo un fallito colpo di stato forze liberali e democratiche guidate da Boris Eltsin prendono il potere. Viene deposto Gorbačëv, bandito il Partito comunista e sciolta l’unione delle repubbliche sovietiche.

1970 Costruita l’ultima khrushchevka di San Pietroburgo la tipologia a 5 piani viene abbandonata per consentire di costruire quartieri residenziali con una maggiore densità. Nel resto dell’Urss khrushchevki saranno costruiti fino al 1985 1971 La città cresce superando il numero di abitanti del 1940 raggiungendo quota 3.600.000. Ogni abitante di Leningrado ha a disposizione 9,1 metri quadri di alloggio

san pietroburgo 1991 La città per esito di un referendum prende il Nome di San Pietroburgo

2010 Progetto di demolizione di 5 000 000 (5% edilizia residenziale esistente) metri quadri di abitazioni in 45 aree urbane, in 11 quartieri della città. Oggi 80l % degli alloggi diSan Pietroburgo sono Privati


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L’architettura del “realismo socialista” L’architettura del “realismo socialista”, che temporalmente si colloca tra lo scioglimento dei gruppi di avanguardia (1932) al discorso di Khrushchov ai costruttori (1954), ha da sempre generato un aspro dibattito; condannata da un lato come “architettura della pretenziosità, dell’inverosimile e dell’assurdo”, ed esaltata dall’altro, per la sua “esemplarità determinata dal carattere popolare, collettivo, razionale e nazionale”1. Ciò che è indubbio è che questa valutazione non tiene conto di contraddizioni e scontri che, seppur sfumati, hanno, anche durante gli anni dello Stalinismo, caratterizzato la questione architettonica dell’unione. Dalla scala urbana dei nuovi piani per Mosca e Leningrado a quella architettonica del singolo kvartal (super blocco), si ricerca la “via sovietica”, contrapposta a quella della città borghese applicata fino ad allora e alle proposte contemporanee del movimento moderno. E’ dagli agglomerati sovietici esistenti cle si deducono regole generali universalmente applicabili. ll concorso per il piano generale di Mosca del 1932, sarà il laboratorio in cui verranno dibattuti e in seguito, con l’approvazione del piano nel 1935, sperimentati i nuovi dettami dell’urbanistica Sovietica. Tali principi erano così elencati da Semenov nel suo: “Principi della pianificazione sovietica” del 1945: 1 I limiti della quantità di popolazione e dello sviluppo delle città sono basati sulle previsioni fatte in sede di pianificazione generale demografica. 2 La costruzione dei servizi cittadini (edifici pubblici e sociao-culturali) viene distribuita entro le zone residenziali salvaguardando l’organica unità dei blocchi residenziali. 3 L’eliminazione delle differenze fra la città e la

campagna avviene non sulla base della decentralizzazione (città-satelliti), ma sulla base di una serie di provvidenze alla popolazione rurale (attrezzature socio-culturali e pedagogiche, facilità di comunicazione con la città, possibilità di facile accesso agli svaghi di tipo cittadino, ecc.) 4 I progetti individuali sono sottoposti al controllo e alla verifica continua mediante il confronto con i piani architettonici e urbanistici della città. 5 Il kvartal deve essere l’unità basilare della struttura cittadina. Il superblocco è il centro della vita associata dei propri abitanti. Contiene nursery, giardini d’infanzia, scuole, negozi, ecc. Un gruppo di superblocchi crea un distretto residenziale (microrajon), servito da campi sportivi, parchi ospedali, edifici public, ecc. 6 Il programma per i servizi della comunità include anche la soddisfazione delle necessità culturali e politiche. 7 La definizione delle nuove città deve tener conto delle loro particolari condizioni fisionomiche, geografiche, demografiche e delle loro tradizioni storiche. 8 Le tradizioni nazionali devono costituire le principali componenti dell’architettura e dell’urbanistica 9 La città è intesa come organismo tettonico e sociale unitario, così che ogni singolo intervento va uniformato all’idea e alla caratteristica generale di essa. 10 Nella definizione dei progetti architettonici e urbanistici si deve tener conto: a) della priorità, per le abitazioni, delle esigenze di comfort; b)dello sviluppo del centro cittadino come “kore” dell’organismo urbano; c) dell’utilizzazione dei progetti standard; d)dei principi del realismo socialista; e) dello sviluppo del criticismo e dell’autocriticismo.3


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La struttura di base della nuova città sovietica si caratterizzerà per la presenza di una maglia viaria monumentale (le magistraly o prospeckty) entro le quali si collocano le unità edilizie (kvartaly). Superato il dibattito sulla forma urbana dunque, gli sforzi degli architetti saranno rivolti allo studio delle sezioni stradali e della pianificazione dei quartieri residenziali. Le nuove strade sovietiche saranno, contrariamente alle “strade corridorio capitaliste”, parte di un sistema di spazi pubblici interconnessi, spazi della collettività sui quali si affacceranno le facciate monumentali dei kvartal. Il dibattito sulla morfologia di questi elementi base del tessuto urbano passa attraverso una serie di proposte; quella di May per il kvartal-tipo con distribuzione a pettine, criticata per la scarsa attenzione al linguaggio architettonico; quella di Mart Stam, fortemente razionale e tipizzata, criticata per l’assenza di un fronte continuo sulla via monumentale, fino alla proposta di P. Goldenberg che sarà la base dei kvartal costruiti dal 1936 al 1956. E’ interessante osservare che il singolo edificio non è più il fulcro della riflessione architettonica ma che è “l’ambiente urbano” nella sua totalità, la sua composizione e organizzazione l’oggetto principale dell’attività dell’architetto. Si assiste in questi anni, in unione sovietica, ad una sorta di “evoluzione urbanistica” della coscienza architettonica”3 Al dibattito strutturale/compositivo, si affianca il dibattito più puramente architettonico dello “stile” della nuova architettura sovietica che aveva la necessità di essere “proletaria” nei contenuti e “nazionale” nelle forme; dove per “nazionale” è da intendere una sorta di eclettismo oscillante tra neoclassicismo a scala gigante e richiami alla tradizione russa; il tutto mescolato con l’ambizioso obbiettivo di fare della città sovietica una “dimostrazione; un discorso

politico materialmente costruito”4 Tale atteggiamento faceva parte di una politica di compensazione e di educazione delle masse; lo stato non riusciva a dare risposta alle esigenze materiali della popolazione però poteva costruire qualcosa di cui i cittadini potessero andare fieri, e dato che le poche nuove costruzioni residenziali venivano assegnate ai cittadini considerati più meritevoli, esse divenivano l’aspirazione, il sogno irrealizzabile di ogni buon cittadino dell’unione. Nel 1950 le condizioni abitative conoscevano il livello più basso, la crisi degli alloggi si concretizzava in un sovraffollamento del patriomonio edilizio esistente mai visto prima d’ora e i fondi stanziati per la progettazione dell’edilizia residenziale non superavano l’1 % del totale destinato alla progettazione.

Note 1 Jean Louis Cohen, “La forma urbana del ”realismo socialista” in Jean-Louis Cohen, Marco De Michelis, Manfredo Tafuri, a cura di, Urss 1917-1978: la città, l’architettura, Officina Edizioni, Roma, 1979 2 Vieri Quilici, “Città Russa e città sovietica, caratteri della struttura storica, Ideologia e pratica della trasformazione socialista”, Mazzotta editore, Milano, 1976 3 Aleksej Gutinov, Urss: verso la città socialista; problemi attuali dell’ urbanistica sovietica 4 Ibid.


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kvartal .area: 10-15 ettari .lato massimo: 500 metri per non interrompere flusso automobilistico e per non dover percorrere più di 250 metri a piedi per raggiungere un qualunque punto del kvartal dalla propria abitazione. .densità:400 per ettaro .numero abitanti: 4000- 6000 per kvartal (in verità sofraffolati fino al doppio) .funzioni residenza scuole dell’infanzia spazi di aggregazione campi sportivi commercio servizi: officine, atelier, lavanderie .stile architettura rappresentativa neoclassica e monumentale .società comunismo di guerra, controllo, komunalka (case comuni) .oggi + buona qualità costruzioni, creazione di spazi a corte comunitari - forma chiusa, non modificabile, non densificabile, no parcheggi.

costruito residenze e servizi

accessi

corti interne

fronte continuo

strade carrabili

dimensioni


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la “rivoluzione” di Khrushchev In seguito alla morte di Stalin, avvenuta nel 1953 la nuova figura dominante, prima del partito e in seguito, con la nomina a primo ministro, dello stato è quella di Khrushehv che si pone subito in contrasto con quella che è stata la politica dell’unione sovietica negli anni precedenti e, a partire dalla convocazione della “Conferenza nazionale dei costruttori, degli architetti e dei lavoratori edili” durante la quale egli tiene il celebre discorso “Sull’introduzione dei metodi industriali per il miglioramento della qualità e la riduzione dei costi della costruzione” pone le basi per una nuova fase dell’architettura e dell’urbanistica sovietica. Nel suo celebre discorso Khrushchev Sottolinea l’importanza di adeguare i metodi di progettazione e costruzione agli standard della nuova società industrializzata, riducendo i costi, i tempi di costruzione, e migliorando la qualità, per costruire di più e più in fretta. A tale fine è necessario implementare la prefabbricazione dei materiali edili, eliminare dagli edifici spazi e decorazioni superflue e studiare degli standard che consentano di diminuire i tempi della fase di progettazione e di costruzione. Krushchev si scaglia contro gli architetti che non sono in grado di progettare senza creare monumenti a sé stessi ricorrendo a decorazioni e orpelli non necessari: “Tutto cio è chiamato decorazione artistica e architettonica degli edifici! No compagni, questa è perversione architettonica che porta allo spreco di materiale e allo sperpero di risorse”5 e li esorta a fare loro i nuovi materiali, i nuovi metodi di costruzione per ricercare un nuovo tipo di armoni: “Noi non siamo contro la bellezza, siamo contro la superficialità. Le facciate degli edifici devono essere belle e attrattive, e questo deve essere ottenuto come risultato delle buone proporzioni dell’edificio, delle aperture e dei balconi, con l’uso corretto delle

texture e dei colori dei materiali di facciata…”6 Non solo è necessario costruire più rapidamente, bisogna incrementare la qualità del costruito, dell’isolamento termico e acustico, dell’igiene e della corretta esposizione ed organizzazione degli spazi; tutto ciò è reso possibile dai nuovi materiali, in grado di offrire migliori prestazioni e durare più a lungo. La razionalizzazione del lavoro deve avvenire sia per la fase progettuale che per la fase costruttiva, in questo modo i lavoratori potranno sostenere un lavoro meno faticoso, meglio organizzato, più produttivo e meglio pagato. In seguito a questo episodio Khrushchev Si prodigherà promulgando leggi, stanziando fondi, e creando nuovi organismi regionali di controllo per far si che tutte le proposte avanzate diventassero operative: nel 1955 Il Partito Comunista e il Consiglio dei ministri approvano due nuove leggi: “Sviluppo di mezzi per incrementare l’industrializzazione e ridurre i costi della costruzione” “Rimozione degli eccessi nell’architettura e nella costruzione” e nel 1959, durante il 21esimo Congresso del Partito Comunista viene presentato il Piano settennale (1959–1965) per lo sviluppo di industria, agricolutra e housing nel quale è previsto di destinare alla soluzione del problema abitativo il 23.5 % del capitale totale del paese. I frutti di questa rivoluzione metodologica cominceranno ad essere tangibili con l’approvazione di una serie di brevetti per la costruzione di edifici in calcestruzzo prefabbricato che verranno poi chiamati “khrushcevki” e che conosceranno una diffusione di dimensioni mai viste prima; tra il 1961 e il 1985 in tutta l’Unione Sovietica verranno costruiti un totale di 5,8 milioni di appartamenti, che costituiscono ad oggi circa il 10%dell’edilizia residenziale dell’ex area dell’Urss e tra il 1960 e il 1975 lo stato garantirà al-

loggio a due terzi della popolazione. Grandi trasformazioni in campo architettonico cambieranno sensibilmente l’aspetto delle città socialiste durante gli anni 60 che però non verranno modificate nell’impianto urbanistico originario, permarranno l’unitarietà di scala tra la parte storica e le nuove annessioni e nella struttura viale monumentale-quartire unità residenziale che si erano imposte durante negli anni stalinisti. Saranno questi ultimi però a modificare la loro organizzazione interna per passare dall’ impianto chiuso e compatto sul fronte stradale del kvartal alla nuova composizone priva di fronti compatti della micro-rajon, all’interno della quale troveranno posto le nuove tipologie edilizie altamente standardizzate promosse dallo stato.

Note 5 Nikita Khrushchev, “On the extensive introduction of industrial methods, improving the quality and reducing the cost of construction” at the National Conference of Builders, Architects, Workers in the Construction Materials and Manufacture of Construction and Roads Machinery Industries, and Employees of Design and Research and Development Organisations on December 7, 1954 6 Ibid


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microrayon

rayon

insieme di 2 o più complessi primari

insieme di 2 o più microrayon

.area: 10-80 ettari .raggio massimo 400m .densità originaria: 100 abitanti per ettaro .densità: 300 - 400 abitanti per ettaro .numero abitanti: 30000 - 40000

.funzioni residenza scuole dell’infanzia spazi di aggregazione campi sportivi commercio ambulatori medici servizi: officine, atelier, lavanderie ospedale uffici

.funzioni residenza scuole dell’infanzia spazi di aggregazione campi sportivi commercio ambulatori medici servizi: officine, atelier, lavanderie .stile architettura funzionalista e temporanea in pannelli prefabbricati .società a lloggi per famiglie


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khrushchevki Brevettato dall’ingegner Vitaly Lagutenko, il nuovo sistema costruttivo in pannelli in calcestruzzo prefabbricato consentirà di raggiungere gli obbiettivi di velocizzazione e risparmio nel campo della costruzione posti dal primo ministro Khrushchev. Gli edifici costruiti con questo nuovo sistema verranno chiamati “khrushchevki” e avranno una diffusione estremamente rapida e capillare in tutta l’Urss; tra il 1960 e il 1975 lo stato garantirà alloggio a due terzi della popolazione. I “khrushchevki” sono edifici residenziali a 5 piani; ne esistono innumerevoli serie spesso differenziate tra loro per piccoli dettagli e per miglioramenti apportati ai prototipi base nelle serie successive. Alla base del sistema costruttivo vi era la necessità di una estensiva industrializzazione che consentisse di costruire velocemente, con standard di qualità sperimentati e costanti e senza la necessità di manodopera altamente specializzata. Elemento base di questi edifici sono i pannelli di cemento armato, con diversi finiture (piastrelle o mattoni) utilizzati come struttura e come chiusure verticali esterne. La struttura altamente modulare aveva un passo di 3,2 metri e una volta che i pannelli erano giunti in sito erano necessari solo 12 giorni per costruire un edificio di 5 piani. Ogni vano scale serve tre appartamenti costituiti generalmente da una, due o tre stanze, cucina e bagni indipendenti. Tutto è pensato per ridurre al minimo il consumo di materiale, le stanze sono di dimensioni ridotte e le altezze interpiano piuttosto anguste (tra i 2,48 e I 2,59 m) I primi edifici di questo tipo, costruiti nei primi anno 60 erano pensati come residenze temporanee per sopperire alla penuria di alloggi degli anni del

socialismo a cui sarebbero seguiti gli anni di abbondanza del Comunismo che a partire dagli anni 80 avrebbero portato nuove ricchezze e migliori standard abitativi. A causa di questo atteggiamento, della poca esperienza acquisita nel campo della prefabbircazione dei materiali da costruzione e delle scarse risorse a disposizione questi edifici presentano una serie di punti deboli più o meno gravi.


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K-7 .piani: 5 .appartamenti: 1,2,3 camere .altezza interpiano 2,59 m .materiali: pareti esterne incernierate in cemento armato isolamento in pannelli di lana minerale 270 mm partizioni interne di cemento armato 80 mm. .periodo di costruzione: 1958-1969 .difetti costruzione: isolamento acustico, isolamento termico, infiltrazioni

I – 335 .piani: 5 .appartamenti: 1,2,3 camere .dimensionamento: altezza interpiano 2,55 m .materiali: pannelli di calcestruzzo alleggerito 400mm .periodo di costruzione: 1958-1966 .difetti costruzione: isolamento acustico, isolamento termico, infiltrazioni


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colIettivizzazione della vita: i condensatori sociali Abbiamo già visto come l’organizzazione di diversi gradi di servizi sono organizzati all’interno di una macro rayon al fine di collettivizzare il soddisfacimento dei bisogni della comunità; il primo livello, interessa circa 3000 persone ed è organizzato attorno ad una scuola elementare, due asili d’infanzia, uno spazio commerciale e un piccolo ambulatorio medico; quelli cioè che sono i servizi base che possono interessare quotidianamente ogni abitante. Il secondo livello invece interessa fino a 30 000 persone e prevede una serie di servizi aggiuntivi tra cui cliniche più grandi e edifici adibiti ad uffici e commercio. Il sistema dai servizi organizzati a diverse scale è il primo frutto del principio della “collettivizzazione della vita”, principio di cui si era cominciato a parlare subito dopo la rivoluzione e che, soprattutto negli anni 20 e 30 ha caratterizzato il dibattito sulla residenza in Unione Sovietica spiegato da Sabsovic nel suo “Il problema della città” del 1934 in questi termini: “I compiti della rivoluzione culturale socialista sono strettamente legati all’eliminazione di questo sistema di vita piccolo borghese individualistico, è necessario innanzitutto infrangere la base materialistica che lo alimenta; bisogna collettivizzare il soddisfacimento delle esigenze vitali della popolazione.” Tale processo comincia dai quartieri, dove “si vedono apparire le prime attrezzature collettive: asili, giardini d’infanzia, lavanderie-cooperative ecc. Si abbandona il principio della strada corridoio e degli edifici allineati, ma l’abitazione rimane sostanzialmente quella antica. Gli architetti si accontentano, in un certo qual modo, di miniaturizzarla, togliendo elementi inutili e riducendo o semplificando gli spazi di servizio: cucina, bagni, corridoi.”

La fase successiva di questo processo doveva riguardare quindi le singole abitazioni che assieme ad altre tipologie sorte in quegli anni (il club operao, il palazzo dei soviet e i teatri di azione) venivano definiti Condensatori Sociali: “Né il tugurio operaio ereditato dal regime zarista, né l’immobile borghese diviso tra molte famiglie potevano essere quel “condensatore sociale” di cui l’Urss aveva bisogno. Si imponeva uno strumento nuovo, un nuovo modo di abitare… Come i condensatori elettrici trasformano la natura della corrente, i “condensatori sociali” devono fare dell’individuo preoccupato unicamente dei propri interessi così come l’aveva formato la società capitalista, un uomo completo, un militante cosciente della società socialista, in cui l’interesse di ciascuno si confonde con l’interesse di tutti.” Le case monofamiliar erano ritenute un ostacolo al raggiungimento del nuovo metodo di vita socialista, ed erano considerate poco sostenibili sul piano economico; di nuovo Sbsovic sostiene che “queste case distinte per ciascuna famiglia, rappresentano un controsenso, poiché presuppongono inevitabilmente l’esistenza di una singola cucina, di una singola stanza da pranzo, di una singola stanza per i bambini ecc. Costruire case di questo tipo non risulterà conveniente e la vita in esse risultà scomoda.” L’esgenza di economicità e rapidità di costruzione da un lato e le nuove aspirazioni per la residenza come strumento per raggiungere gli obiettivi previsti portano all’ elaborazione di un nuovo tipo di abitazione; la casa comune, o per lo meno, nelle prima fasi, di quella che viene chiamata casa comune di tipo transitorio. “In queste case venivano verificate diverse varianti di tipi di cellue abitative, i principi del rapporto tra la parte abitativa della casa-comune e


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appartamenti per famiglie appartamenti per singoli

pianta edificio residenze e annessione servizi

sezione edificio residenza

sezione edificio servizi


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quella sociale, le nuove strutture e i nuovi materiali, i metodi di organizzazione del lavoro di costruzione.” L’obbiettivo finale, superata la fase transitoria era quello di creare un sistema di vita collettivizzato ce rispondesse ai seguenti punti: servizio collettivo delle necessità vitali dei lavoratori, alimentazione collettiva, lavanderie e bagni collettivi, centralizzazione della pulizia degli alloggi, educazione collettivizzata… completo affrancamento della donna dalle preoccupazioni derivanti dall’economia di tipo domestico, servizio collettivizzato delle esigenze culturali. Tra gli esempi di queste nuove case collettive transitorie, esemplare è il caso della Casa del Narkonfim, progettata e in parte costruita a Mosca da Ginzburg e Milinis tra il 1928 e il 1932 Ginzburg stesso ne parlerà nel suo “l’abitazione” del 1933 “Per contribuire a un veloce e indolore passaggio da un’economia con forme sociali più avanzate, è stata prevista un’alimentazione collettiva non obbligatoria ma possibile, il lavaggio della biancheria, la pulizia dei locali e il soggiorno dei bambini nel giardino d’infanzia…Tutto il complesso architettonico era diviso orizzontalmente in due metà: nella prima ci si proponeva di sistemare quelle famiglie che maggiormente erano legate al loro vecchio quotidiano modo di vita; nella seconda l’insediamento di piccoli nuclei familiari: una sola persona, una coppia di coniugi, ecc….In relazione a ciò è stata prevista la costruzione di un edificio comunitario indipendente, collegato all’edificio adibito ad abitazione mediante un passaggio riscaldato. Nell’edificio comunitario dovevano essere sistemati: la palestra, la cucina, la mensa con locali di soggiorno e una mensa estiva sul tetto, la casa di cura dell’infanzia e un cortile di servizio indipendente (lavanderia, stenditoi e locali ausiliari)

Episodi di questo tipo però non furono assai frequenti e la sperimentazione si limitò agli anni 3040. Dagli anni 60 in poi, con l’avento di Khruschev si ricomincerà a parlare di alloggi per famiglie, ridotti, per ragioni di risparmio, all’osso. Da un lato quindi la ricerca verso l’exixtens minimum ha portato a nuovi traguardi di “miniaturizzazione” degli alloggi, dall’altro però, la ricerca sulla collettivizzazione dei servizi all’interno degli edifici viene abbandonata totalmente. Ci si ritrova dunque a questo punto con edifici di appartamenti per famiglie, con servizi ridotti e spazi altrettanto minimi (mono, bi e tri locali al massimo) sprovvisti totalmente di spazi di aggregazione, di servizi aggiuntivi o collettivi. E’ pur vero che ad oggi, appartamenti di tali dimensioni sono probabilmente più attuali che negli anni 60, in cui la famiglia classica era ancora alla base di ogni società, dalle più reazionarie alle più rivoluzionare.

Note 1 L. M. Sabsovic “Il problema della città” 1934 in Ceccarelli Paolo, a cura di La costruzione della città sovietica 1929-31, Marsilio Editore, Padova, 1970, p 123 2 A. Kopp, Città e Rivoluzion, Architettura e urbanistica sovietiche degli anni 20, Feltrinelli, Milano, 1972, p 78 3 Kopp, ivi, p. 78 4 L. M. Sabsovic, op.cit. , p 126 5 S. O. Han - Magomedov, “Nuove tipologie abitative comunitarie” in Jean-Louis Cohen, Marco De Michelis, Manfredo Tafuri, a cura di, Urss 1917-1978: la città, l’architettura, Officina Edizioni, Roma, 1979, p. 146 6 L. M. Sabsovic, op. cit., p 127 7 M.J. Ginzburg, Saggi sull’architettura costruttivista, Feltrinelli, Milano, 1977, p. 34


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san pietroburgo


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situazione attuale e potenzialità La città di san pietroburgo si trova oggi, come tutte le città dell’ex blocco sovietico, ad affrontare una serie di problemi causati dall’ incapacità di gestire a proprio favore la privatizzazione dei suoli che fino alla caduta del regime erano di proprietà dello stato. Si assiste ad una fase di liberismo economico poco o per nulla regolamentato che si concretizza, in campo architettonico, in una serie di interventi non pianificati di speculazione edilizia. Nuove aree residenziali ad altissima densità sorgono in aree non connesse alle reti trasportistiche della città, sprovviste di parcheggi e servizi di base, scuole e negozi. Forse non è più tempo per pianificazioni a grande scala, ma non vi sono nemmeno regolamenti che graniscano uno sviluppo coerente, efficiente e a scala umana della città. Tale fenomeno interessa principalmente le aree periferiche della città, ma si sta sviluppando anche all’interno della città stessa, soprattutto erodendo, un frammento alla volta, quella che era l’area industriale sorta a partire dagli anni 30 esattamente attorno al centro storico.


24

1700-1930

1930-1958

500 m

.isolato urbano .fronte continuo su strada corridoio

.dilatazione isolato .fronte continuo su strada corridoio .monumentalizzazione .creazione di uno spazio a corte per la “colletivitĂ â€?


25

1958-1970

.isolato si dissolve in oggetti .sparisce strada corridoio .nuovo rapporto spazio aperto-spazio costruito

1970-2010


26

1

sampsoniyevskiy prospekt

analisi dei tessuti urbani

2

zanevskiy prospekt

analisi dei fronti stradali

3 moskovskiy prospekt analisi dei tessuti residenziali


27

1

bol. sampsoniyevskiy prospekt


28

2

zanevskiy prospekt


29

3

moskovskiy prospekt


30

1960

1970

2010

industria servizi residenza

2 600 000

3 600 000

4 650 000


31

boschi campi verde urbano

industria

aree storiche e protette


32

strade e autostrade

ferrovia

metropolitana


33

abitanti: 900 000 area totale: 270 000 000


34

rete stradale

ferrovia

metropolitana


35

residenze servizi industria

boschi campi verde urbano

industria


36

separare e allontanare

Separare ed allontanare, il grande paradigma di ogni societĂ regolamentare e di ogni moderna politica urbana, ha prodotto quartieri, ospedali, scuole ed universitĂ , teatri e stadi come luoghi di alta specializzazione. Frammentando la cittĂ li ha trasformati in isole che igienismo, tecnica dei trasporti e urbanistica moderna hanno progressivamente allontanato tra loro immergendole in uno spazio urbano sempre piu dilatato. Bernardo Secchi.


37

distanze quartieri - centro cittĂ

aree industriali


38

separare e connettere


39

acqua: .infrastruttura dell’ industria .limite .bene da salvaguardare

ferrovia: .infrastruttura dell’ industria .sistema di strasporto urbano ed extraurbano .limite


40

rayon 1960-1970


41

situazione attuale e potenzialità Le rayon progettate intorno agli anni 60 presentano oggi una serie di problematiche che riguardano il costruito, gli spazi aperti e l’organizazione dei servizi. Le questioni riguardanti il costruito e il suo stato di degrado verranno affrontate più avanti, ciò di cui parleremo qui è la loro morfologia. Per un maggior dettaglio nell’analisi del fenomeno delle rayon si è deciso di prenderne in analisi una in particolare, collocata all’interno del Moscosky district, area a sud della città sviluppatasi lungo la Mosckosky Prospekt a partire dagli anni 40 e distante circa 8 km dal centro urbano.Questa rayon ospita circa 40 000 abitanti organizzati in due micro rayon che si affacciano al Prospekt centrale e misura circa 1 km per 1 km. All’interno della rayon le tipologie residenziali si dividono in barre orizontali a 5 piani in pannelli di calcestruzzo e torri di 12 piani, altre tipologie sono gli edifici commerciali, gli asili d’infanzia, le scuole elementari e le cliniche. Altri edifici che possono essere presenti all’ interno delle rayon sono biblioteche, uffici e centri culturali. Ogni tipo architettonico è ripetuto senza modifiche in ogni parte della rayon. Come accennato i quartieri, o rayon, sono organizzati secondo un sistema di servizi a scala, a ogni tot abitanti corrisponde un livello di servizio. ci sono i nuceli primari, le micro rayon e le rayon. Ogni rayon dispone almeno di una scuola, di una scuola per l’infanzia e di almeno un commercio primario. Più microrayon si uniscono a formare le Rayon che offrono ai loro abitanti un livello di servizi superiore che prevede teatri, edifici per uffici, un piccolo ospedale e un centro culturale. Questo sistema di servizi ha funzionato e continua a funzionare come sistema base, garantisce un minimo di servizi stabilita entro distanze stabilite a tutti. La quantità di servizi per abitante però, è oggi assai più bassa che in altre parti di città, inoltre bisogna far fronte alle nuove offerte del mercato e di conseguenza ad una mobilità del singolo molto

maggiore rispetto a quella degli anni 60. ciò significa che il sistema ha funzionato fino a che tutte le scuole, tutti i negozi di alimentari e non hanno offerto lo stesso prodotto in ogni parte della città ma oggi non è più così, preferendo un tipo di prodotto piuttosto che un’altro oggi non ci si accontenta più di acquistare solo ed esclusivamente al negozio più vicino. E questo avviene anche per le scuole e per altri servizi. In parte conseguenza e in parte causa di questo fenomeno è la proprietà di auto private, che sono cresciute di 10 volte rispetto al numero di auto contemplate al momento della progettazione dei quartieri (nel 1960 vi erano 3-4 auto ogni 100 abitanti, oggi in questi quartieri i proprietari di auto sono circa il 40%). Di conseguenza scarseggiano parcheggi, aree pavimentate e strade carrabili, spesso le auto si fanno strada liberamente all’interno del quartieri creando sentieri e strade di terra battuta e fango creando un flusso automobilistico laddove dovevano esservi aree riservate ai pedoni. La densità residenziale dei quartieri è piuttosto bassa (300 abitanti ha), ciò consente di avere una grande percentuale di spazi verdi, ricchi di una folta e ormai possente vegetazione che conferisce ai quartieri l’aspetto di veri e propri boschi. Il paesaggio è sicuramente interessante però è afflitto da incuria cronica, che ne rende difficili lettura e l’orientamento. Il grande vuoto centrale non è mai leggibile a cause di edifici recintanti che sono collocati nel mezzo, non vi sono percorsi organizzati e quelli esistenti sono sentieri battuti dagli abitanti stessi passaggio dopo passaggio.


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demolizione tessuto 1700-1930

demolizione tessuto 1730-1950

demolizione tessuto 1750-1960


43

demolizione tessuto 1750-1960


44


45


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48

percorsi pedonali, servizi e commercio, recinzioni e limiti


49

aree carrabili asfaltate, spazi carrabili non asfaltati,integrazione servizi


50

25

15

farnia, quercus robur

populus tremuloides, pioppo

betula alba, betulla

acer campestre, acero campestre

carpinus betullus, carpino bianco


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25

15


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khrushchevki


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situazione attuale e potenzialità Tra i principali problemi che ci si trova ad affrontare lavorando sugli edifici esistenti, tralasciando di problemi di manutenzione e scarso isolamento che possono essere aggirati una volta per tutte, è quello della poca flessibilità e di conseguenza delle ridotte dimensioni degli alloggi. Molti di questi inoltre presentano un solo affaccio, condizione che per gli alloggi rivolti a nord diventa piuttosto difficile. Tenuto anche conto delle peculiarità climatiche e di luminosità della città di San Pietroburgo nei mesi invernali. La questione delle ridotte dimensioni degli alloggi è resa ancora più annosa dalla totale assenza di spazi collettivi o comuni (esclusi scale e pianerottoli), se pensiamo che ogni edificio ospita circa 300 persone, tra cui bambini e anziani, sarebbe sensato pensare ad un livello di servizi per i residenti, direttamente all’interno dell’edificio. Come si è già detto, la struttura degli edifici (essendo anche estremamente pervasiva, sono portanti tutti i muri esterni e i controventamenti lungo le scale e la parete divisoria tra gli appartamenti che vi stanno di fronte) risulta essere in buone condizioni, esempi di annessione di uno o due piani sono stati sperimentati altrove con successo e la stessa tipologia di base di khruschovki è stata utilizzata per costruire edifici a 7 piani. Da questo punto di vista dunque vi è una certa libertà di intervento, la possibilità cioè di annettere uno o più piani all’edificio esistente. Uno dei miti che gravitano attorno a questi interventi, o per lo meno di cui ci si vantava al momento della loro implementazione, è quello della loro smontabilità e rimontabilità, o almeno della facilità di tale processo. Gli edifici possono essere smontati dall’alto verso il basso, e per porzioni molto piccole (dipendenti dal passo dei singoli pannelli 2,6m 3,2 m); non è quindi possibile pen-

sare di smontare gli edifici a partire dal basso per creare dei passaggi alla base. Ognuno di questi edifici alloggia circa 300 persone, escludendo le scale e i pianerottoli non esiste alcuno spazio collettivo


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monotonia e assenza di identitĂ g stato di degradol


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stato di fatto,


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app 1 a: 32 m2

app 2 a: 40 m2

app 2 b: 47 m2

tipologie apartamenti


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+1

Not only is the center for definition too small to perform its asine obligations, it’s also no longer the real center … Koolhaas, Generic City Ciò che è rimasto al centro, riveste funzioni di prestigio o simboliche, tutto il resto è emigrato in periferia. … I luoghi centrali si distinguono ormai per una doppia caratteristica: non sono più dei luoghi e non sono più al centro. … Se i centri storici perdono la loro qualità di centri, ne consegue matematicamente che le periferie non sono più tali, dal momento che la nozione stessa di periferia suppone un punto focale. Corboz L’ipercittà


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strategie progettuali 1 La proposta progettuale a scala urbana parte dalle premesse enunciate sino ad ora non tanto per muovere una critica serrata o contrapporvi un sistema pianificato e definito, quanto per suggerire alcune strategie in risposta a questo fenomeno. L’idea è che alcune aree di particolare interesse naturalistico o dipendente dalla posizione strategica in cui si trovano, vengano vincolate a progetti di interesse pubblico, con un programma più o meno definito di servizi alla città e ai suoi abitanti. Il vuoto potenziale dell’industria in dismissione è irrorato da una grande quantità di infrastrutture. In particolare l’industria si serviva dei trasporti via ferro per connettere la città con il resto dello stato, e via acqua, lungo il fiume Neva, fiume navigabile che collega il Golfo di Finlandia e il Mar Baltico con il lago Ladoga. E’ su queste infrastrutture che a mio avviso dovrebbero concentrarsi gli interventi, su argini e rive quelli a carattere ecologico e di tutela ambientale e l’ungo l’infrastruttura ferroviaria quelli di incremento dei servizi alla popolazione. La ferrovia diventa mezzo ti trasporto urbano, serve i quartieri che attraversa tramite le stazioni esistenti e connette la città in senso radiale (esterno-interno) e in senso circolare. Attorno alle stazioni, aree più accessibili e irrorate da flussi costanti di passeggeri e non solo di persone residenti nei quartieri limitrofi, si creano delle aree di servizi, spazi commerciali, palestre, uffici, biblioteche e cinema. Lungo l’asse ferroviario, negli ampi spazi residuali sarà possibile che questi servizi, principalmente volti a soddisfare le esigente dei quartieri limitrofi trovino una loro continuità. L’infrastruttura viene così percorsa non solo in senso longitudinale, ma viene raggiunta e attraversata, diventa luogo di intersezione dei raggi massimi attorno i quali

erano organizzate le attività all’interno delle rayon e ne amplia i confini virtuali. mescolando servizi e residenti di più rayon si crea una nuova densità di flussi e di attività di cui beneficeranno i cittadini delle aree limitrofe come quelli di aree più distanti. Gli argini della Neva, dei suoi affluenti e le rive golfo di Finlandia a loro volta vengono messe a sistema, creando un continuum di spazi principalmente volti alla tutela delle aree umide, alla pulizia di suoli, acqua e aria tramite fitodepurazione e rimboschimento, ma non solo. Questi spazi possono ospitare servizi quali impianti sportivi, scuole e biblioteche, oltre ad ampie aree parco.


60

pieno - vuoto potenziale - vuoto

pieno vuoto pontenziale vuoto


61

centralità a sviluppo lineare

Magnitogorsk Plan, 1930, Brigata OSA

Modello di insediamento: infrastruttura e servizi, Miliutin

centralità puntuali lungo l’infrastruttura

1947 grater coppenhagen “five finger “ plan


62

vuto potenziale vuoto acqua

vuto potenziale vuoto ferrovia


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64

0

+1

. le stazioni ferroviarie servono i quartieri

stato di fatto

vuoto e vuoto potenziale sull’acqua

.nuove strezzature centralità attorno alle stazioni .densificazione servizi negli spaziresiduali lungo l’infrastruttura .nuovi attraversamenti dell’infrastruttura


65

+2

+3

new -rayon

.i nuovi servizi integrano il sistema step-service chiuso delle rayon e ne modificano i confini virtuali .intersecando i loro confini le rayon si connettono tra loro e al tessuto urbano circostante

accessibilità

.il sistema ferroviario rende i nuovi servizi accessibili dalle aree più distanti .per garantire l’accessibilità agli abitanti delle aree limitrofe viene aumentata la permeabilità delle rayon grazie a nuove strade carrabili e percorsi pedonali


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0

+1

.distanze quartieri - acqua

stato di fatto

vuoto e vuoto potenziale sull’acqua

.nuove strezzature urbane per attivitĂ sportive e ricreative .aree parco e zone di tutela del sistema idrico . sistemi di bonifica dei suoli e depurazione delle acqua


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+2

+3

new -rayon

.i nuovi servizi integrano il sistema step-service chiuso delle rayon e ne modificano i confini virtuali .intersecando i loro confini le rayon si connettono tra loro e al tessuto urbano circostante

Infiltrazioni

.sistemi verdi trasversali a quello principale creano continuità tra lo spazio verde della rayon e le nuove aree di sviluppo aumentandone l’accessibilità pedonale


68

500 m

ferrovia e autostrada sopraelevate

attraversamenti carrabili e parcheggi


69

nuovo edificato: commercio uffici e servizi

verde

attraversamenti pedonali e spazi verdi


70

+2

Preservation’s continuing enphasis on the exceptional, thath which deserve preservation, creates its own distortion. The exeptional becomes the norm. There are no ideas of preserving the mediocre, the generic. ‘preservation’, OMA, 12th international venice architecture biennale


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strategie progettuali 2 Le proposte di intervento alla scala della rayon si collocano in continuazione con il discorso intrapreso alla scala urbana. La prima scelta da prendere riguarda la scelta tra un atteggiamento conservativo o meno. Esiste un piano di demolizioni promosso dalla città di San Pietroburgo che prevede di demolire gran parte dei quartieri degli anni 60 nel giro di pochi anni. A questa posizione contrapponiamo un lavoro di “conservazione ragionata” che preveda di conservare gli edifici migliori, quelli cioè con i migliori orientamenti e demolire i peggiori e maggiormente deteriorati. Alla mera conservazione però va accostato un lavoro di rinnovamento del costruito, dello spazio aperto e del sistema di servizi. La rayon su cui stiamo lavorando è affiancata sul suo lato ovest da un tratto di ferrovia sopraelevata. vi sono due strade che attraversano le ferrovia e una stazione che serve il quartieri. Secondo le proposte presentate a scala urbana, nei pressi della stazione e nelle vicinanze della ferrovia sorgeranno una serie di nuovi servizi. Al fine di rendere accessibili questi servizi si propone di dividere la rayon che si presenta come un ostacolo difficilmente aggirabile a causa della sua dimensione più lunga, parallela alla ferrovia di 1 km. Dividere la rayon tramite nuove strade carrabili ha la doppia funzione di rendere più facilmente raggiungibile l’asse dell’infrastruttura dalle porzioni di tessuto urbano collocate a est del quartiere e ridurre le dimensioni dell’unità di vicinato. Assieme alle nuove strade carrabili la questione delle automobili viene affrontata creando una serie di parcheggi a raso immersi e confinanti con le aree verdi ma da esse nettamente separati. Oltre ai servizi sull’infrastruttura di cui può adesso benefi-

ciare il quartiere è però necessario integrare i servizi interni esistenti e il costruito residenziale che è stato demolito. Tale operazione avviene nel rispetto dello spazio verde, ricercandone la massima continuità, intaccandolo nelle aree più esterne con delle aree più “urbane” collocate quindi sugli assi viari principali. Vicino agli assi si trovano pavimentazioni solide e densità d’uso più simili a quelle urbane del centro città e dei quartieri dell’edilizia residenziale staliniana, mentre l’interno rimane uno spazio più raccolto prettamente verde e funzione residenziale. All’interno del grande verde vengono inoltre proposti dei percorsi organizzati e pavimentati affiancati da aree di sosta e, a partire da episodi spontanei di modificazione attualmente in atto, degli usi diversi del verde: orti, campi sportivi e playground


72


73


74

edificato e infrastrutture esistenti conservati

nuove strade carrabili e parcheggi

nuovo edificato: residenze commercio uffici e servizi


75

250 m

verde conservato

nuove declinazioni del verde


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77


78

+3

Noi contrapponiamo ai tipi architettonici prerivoluzionari un nuoto tipo di habitat comunitario che deve diventare il nuovo quadro di vita, il condensatore della cultura e della società socialista Ginzburg first OSA conference 1927, published in SA (Sovremmennaia Arkhitektura) Come i condensatori elettrici trasformano la natura della corrente, i “condensatori sociali” devono fare dell’individuo preoccupato unicamente dei propri interessi, così come l’aveva formato la società capitalista, un uomo completo, un militante cosciente della società socialista, in cui l’interesse di ciascuno si confonde con l’interesse di tutti. A Kopp, Città e rivoluzione


79

strategie progettuali 3 L’intervento minimo richiesto dagli edifici è quello manutentivo degli aspetti del comfort termico e acustico. E’ necessario provvedere a un rivestimento isolante a cappotto in grado di migliorare le prestazioni termiche dell’edificio, e allo stesso tempo di riqualificarne l’aspetto esterno. La proposta base di intervento inoltre, prevede l’annessione di un blocco scale dotato di ascensore all’esterno dell’edificio pensato anche in vista di possibili annessioni ai piani superiori in grado di consentire di ridimensionare in parte gli alloggi e di riorganizzarne gli accessi. 1 privato .nuove tipologie L’intervento sugli appartamenti prevede di creare, a partire da quelle esistenti, diverse tipologie, in modo da garantire una mixitè sociale che attualmente manca del tutto in questi quartieri e fornire la possibilità a famiglie più numerose di vivere in appartamenti con più di due stanze. Anche per gli appartamenti più piccoli si prevede di creare un doppio affaccio (s-n e e-o). Tutto ciò dovrebbe avvenire senza diminuire la densità dei singoli edifici, per lo meno per quanto riguarda il numero di abitanti. Creando appartamenti più grandi è cioè possibile mantenere la densità abitativa aumentando la mixitè tipologica. .annessioni Al fine di migliorare il comfort dei singoli edifici si è pensato inoltre di lavorare per aggiunta di volumi in facciata che potessero andare a servire gli appartamenti esistenti fornendo loro spazi più generosi e luminosi e una percentuale di spazio terrazzato ad ognuno. Per mettere in pratica questa proposta è stato necessario

aggiungere una struttura autonoma appoggiata all’edificio esistente in grado di sorreggere i nuovi volumi che si compongono di due tipologie di spazi: i giardini di inverno, spazi chiusi completamente vetrati che fungono da nuova stanza dell’appartamento, e le terrazze. 2 collettivo Oltre agli interventi “base”, e in luce delle analisi storiche condotte, nel momento in cui ci si trova ad operare su edifici che ospitano più di 300 abitanti, si è ritenuto di inserire nella logica degli step service con cui sono organizzati i quartieri, una nuova scala d’intervento, quella dell’edificio. L’idea è che parte degli alloggi di dimensioni ridotte esistenti possono essere conservati, se però si provvede ad aggiungere degli spazi collettivi e di servizio che li rendano più confortevoli. L’idea un servizio mensa, di spazi comuni di deposito, lavanderie e spazi comunitari di interazione tra gli abitanti torna quindi attuale. Come negli esempi delle case comuni di transizione ovviamente tali servizi possono o no essere utilizzati dagli abitanti ma riteniamo che collettivizzare gran parte di queste attività potrebbe comportare un reale risparmio energetico ed economico. Tali tipologie di appartamenti restano pensate, a causa delle ridotte dimensioni degli appartamenti, per un tipo di utenza quali giovani studenti, anziani, single, coppie o piccole famiglie. Un’altra parte di alloggi andrà ripensata in funzione di una nuova utenza; gli appartamenti rinnovati e di dimensioni più grandi risulteranno dunque appetibili a famiglie o singoli di diverse età e fasce sociali. Le varie tipologie (quelle originarie e le proposte progettate)e i diversi livelli di intervento potranno essere composti mescolandosi tra loro, migliorando i diversi aspetti della vita (quello privato e quello collettivo) degli abitanti.


80

+3

annessione volumi spazi collettivi e servizi al piano 5 tetto giardino

+2

risalite meccaniche

+1

rivestimento termoisolante

0

stato di fatto

sezione a - a’


81

a

pianta piano servizi

a’ pianta piano tipo

prospetto


82

1 a: 32 m2 tipologia esistente cucina, bagno, una stanza

2 a: 40 m2 tipologia esistente cucina, bagno, due stanze

2 b: 47 m2 tipologia esistente cucina, bagno, due stanze

1a + 1b: 78 m2 nuova tipologia a doppio affaccio cucina, bagno, tre stanze

1a + 1a: 65 m2 nuova tipologia a doppio affaccio cucina, bagno, tre stanze

2b + 2b: 95 m2 nuova tipologia a doppio affaccio cucina, bagno, quattro stanze


83

1 a: 32 m2 tipologia esistente + 11,6 m2 annession spazio coperto

1 a: 32 m2 tipologia esistente + 11,6 m2 annession spazio coperto + 9,6 m2 annessione terrazza

2 b: 47 m2 tipologia esistente + 16,5 m2 annession spazio coperto

2 b: 47 m2 tipologia esistente + 16,5 m2 annessione spazio coperto + 13,2 m2 annesione terrazza

2 a: 40 m2 tipologia esistente + 16,5 m2 annession spazio coperto

2 a: 40 m2 tipologia esistente + 16,5 m2 annession spazio coperto + 13,2 m2 annesione terrazza


84

+3

annessione volumi coperti e spazi terrazzati ai singoli appartamenti

+2

risalite meccaniche

+1

rivestimento termoisolante

0

stato di fatto


85

a

pianta piano tipo

pianta piano tipo a’

prospetto


86


87


88

bibliografia


89

architettura sovietica

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90

si ringraziano: .la professoressa viganò, il professor ferlenga, il professor secchi e monica bianchettin per avermi guidata in questa impresa .lora e irene per la generosità con cui hanno condiviso il loro lavoro .vladimir frolov .i ragazzi dell’ EMU european master in urbanism, in particolare, sara, diego e miguel per il social capitalism, vaso, fernando, eleonora, samuel, daria e micol per il contributo materiale e fotografico. .mia madre, mio padre e mio fratello, il nonno sergio e la nonna rita per la pazienza il supporto incondizionato e l’amore .“la moni”, anna e alice per esserci quando servono .venezia, san polo e cannaregio, il 1328 e un po di 1900 per essere stati “casa” .marco per tutto


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