Giuseppe Cardillo
Š 2019 Testi e immagini di Giuseppe Cardillo
Questo libro non è realizzato a fini di lucro. Ogni opera presente in queste pagine è utilizzata ai fini di ricerca e divulgazione assolutamente gratuita.
Finito di stampare nel mese di marzo 2019 presso la copisteria De Marco - Formia
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Accademia di Belle Arti di Roma
Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate Scuola di Progettazione Artistica per l’Impresa Corso di Diploma Accademico di II° livello in
Grafica e Fotografia
Ricorda che hai diritto Campagna sociale sui diritti dei bambini
Candidato:
Docente Relatore:
Giuseppe Cardillo matricola 14020 A.A. 2017/2018
Enrico Pusceddu
Abstract Negli ultimi anni è stato provato che vige la forte esigenza di potenziare l’insegnamento dei diritti dei bambini, sopratutto nell’età più infantile. A tal proposito anche l’arte può dare il proprio contributo con la realizzazione di opere particolari, che sappiano comunicare e promuovere la conoscenza dei diritti ai più piccoli, in modo chiaro e semplice. Ecco che il calendario perpetuo “Ricorda che hai diritto” può essere un valido esempio per tale scopo.
Introduzione;
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Capitolo
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I
I diritti dei bambini - Ieri e oggi;
II
Capitolo
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Un calendario sui diritti dei bambini;
Conclusioni;
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Bibliografia;
102
Sitografia;
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Ringraziamenti;
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Introduzione Infanzia è una parola di origine latina, che individua un periodo ben preciso della vita umana che corrisponde alla breve stagione della “mancanza della parola”. Etimologicamente, infans significa “muto”, colui che non può parlare. In passato, infatti, questo termine si riferiva esclusivamente al periodo intercorrente tra la nascita e la comparsa del linguaggio. Solo successivamente, per estensione, questo termine ha assunto anche il significato di periodo della vita di un individuo fino all’insorgenza dei primi segni della pubertà, chiamata anche terza infanzia. Prima del novecento il bambino era percepito come un individuo da rendere adulto il prima possibile e non era valorizzato questo periodo della vita. Solo in età contemporanea ci si avvia ad un pieno riconoscimento dei diritti anche del soggetto in età evolutiva, ed è questo che la mia tesi vuole evidenziare, l’importanza che ha per un bambino un’infanzia che sia in grado di rispondere a tutte le sue esigenze e a tutti i suoi bisogni nei diversi ambiti della vita. Nell’iter progettuale presentato di seguito si partirà da un breve testo riguardante la storia della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, per poi continuare con l’argomentazione delle principali problematiche che li riguardano nel mondo di oggi. Infine si terminerà con un capitolo dedicato alla parte più pratica della tesi, riguardante una campagna sociale per la promozione dei diritti dei bambini.
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I
CAPITOLO I diritti dei bambini Ieri e oggi
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I diritti dei bambini - Ieri e oggi
1.1 Nascita e riconoscimento dei diritti dei bambini Il diritto è l’insieme di norme che hanno lo scopo di fornire ai membri di una comunità regole oggettive di comportamento su cui fondare una ordinata convivenza, ci consentono di crescere nella pace, nell’armonia e di vivere serenamente. Anche il bambino è titolare di diritto, ma per lungo tempo si è pensato a lui solo come un oggetto di tutela e protezione (almeno nell’età contemporanea) e non invece, come un soggetto che deve essere anche pienamente titolare dei suoi diritti. Solo in seguito alle conseguenze che la prima guerra mondiale produsse in particolare sui bambini, nacque la Dichiarazione dei diritti del Fanciullo che è un documento redatto a Ginevra il 23 febbraio 1923, dalla Società delle Nazioni e adottata nel 1924. Il documento elenca 10 principi che trattano vari aspetti dell’infanzia. Essi sono i seguenti:
1. Il bambino deve godere di tutti i diritti enunciati nella dichiarazione e questi diritti vanno riconosciuti senza alcuna eccezione, distinzione o discriminazione fondate su razza, colore, sesso, e lingua, religione ed altro. 2. Ogni bambino deve avere protezione e facilitazioni, secondo le leggi o disposizioni analoghe in modo da crescere, sano fisicamente, intellettualmente, moralmente e così via. 3. Sin dalla nascita ha diritto ad un nome e ad una nazionalità. 4. Deve ottenere sicurezza sociale e poter crescere in modo sano. A lui e alla madre sono dovute le cure e le protezioni necessarie. 5. Quando si trova in una situazione di bisogno ha diritto a ricevere le cure necessarie.
Illustrazione evocativa sullla dichiarazione dei diritti dei bambini
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6. Deve essere oggetto di amore e di comprensione, crescere sotto le cure e la responsabilità dei genitori o comunque in situazioni a lui adatte. Salvo eccezioni, specie in bambino in tenera età, non deve essere separato dalla madre. La società si deve far carico dei bambini senza famiglia o di quelli che hanno difficoltà. Si auspica che alle famiglie numerose siano concessi aiuti. 7. Tutti hanno diritto all’educazione, gratuita ed obbligatoria per i primi livelli d’istruzione per sviluppare una cultura generale per raggiungere capacità di giudizio personale, senso di responsabilità e divenire così un membro della società. 8. Il bambino deve essere fra i primi a ricevere protezione e soccorso quando è necessario. 9. Vanno bandite, nei suoi confronti, negligenza, crudeltà e sfruttamento né deve essere trattato come schiavo o inserito nel lavoro prima di aver raggiunto un età minima. 10. Vanno combattute la discriminazione razziale, la discriminazione religiosa ed ogni altra forma di discriminazione. Questo documento non è vincolante per i singoli Stati, quindi non ha valore giuridico nel diritto dei singoli Stati né nel diritto Internazionale, ma impegna solo da un punto di vista morale. E’ la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ad essere uno strumento giuridico e un riferimento ad ogni sforzo compiuto in cinquant’anni di difesa dei diritti dei bambini ed è composta da 54 articoli. Essa introduce per la prima volta una definizione di minore come essere autonomo, con delle caratteristiche a sé stanti, delle capacità interpretative, di discernimento e di formulazione di proprie opinioni. Essa affianca ai diritti universalmente riconosciuti e sanzionati, che amplia e specifica quali il diritto al nome, alla sopravvivenza, alla salute, all’istruzione, una serie di diritti di nuova generazione come il diritto all’identità del bambino, il rispetto della sua privacy, della sua dignità e della sua libertà di espressione. La Convenzione è stata quindi uno strumento innovativo, sancendo per la prima volta, che i bambini sono soggetti di diritto e non solo oggetti di preoccupazione e beneficiari di servizio.
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I diritti dei bambini - Ieri e oggi
E’ ad essi in prima persona, che deve rivolgersi l’attenzione degli Stati, delle Istituzioni e dei privati affinchè i loro diritti siano pienamente realizzati. Nei prossimi paragrafi di questo capitolo saranno trattate in modo generico alcune problematiche riguardanti il bambino e il mondo di oggi.
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I diritti dei bambini - Ieri e oggi
1.2 Il bambino e la sua famiglia Per crescere armonicamente il bambino ha bisogno della presenza di adulti, in primis i genitori, in grado di porre le basi e di orientare il processo di educazione, in quanto la famiglia è protagonista e referente primario dell’educazione, e costituisce l’ambiente primario di socializzazione, presiede ai principali processi dello sviluppo psichico e all’organizzazione della vita affettiva ed emotiva del bambino. In passato si pensava che l’educazione dei figli dovesse focalizzarsi sulla costruzione di una disciplina che potesse rafforzare il loro carattere. Ad esempio, i bambini, in tenera età, non dovevano essere raccolti e coccolati quando piangevano, poiché ciò poteva equivalere ad incoraggiarli a crescere viziati, mentre a quelli più grandicelli venivano inflitte anche forme di violenza che andavano oltre lo schiaffo o la sculacciata. Quest’ultime violano i diritti inalienabili del bambino al rispetto della propria integrità fisica e dignità umana. Gli studi psicologici, la psicanalisi in modo particolare, le scienze antropologiche hanno mostrato l’importanza della famiglia nella formazione della personalità del bambino e sul suo sviluppo psicologico. E se non si ha una particolare attenzione a tutto ciò, si corre il rischio di provocare nei bambini un disagio che difficilmente passa attraverso la comunicazione verbale, ma che viene espresso attraverso comportamenti di opposizione estrema alle figure adulte di riferimento: “capricci” interminabili e apparentemente immotivati, mutismo, eccessi di aggressività, difficoltà ad addormentarsi e ad alimentarsi, tutto senza un reale riscontro di matrice organica, proprio perchè nell’infanzia non si è ancora autonomi e la natura dipendente li rende particolarmente sensibili alle dinamiche familiari, scolastiche e sociali creando spesso una diretta corrispondenza tra ciò che manifestano e ciò che accade intorno a loro.
Illustrazione rappresentante una famiglia felice
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Spesse volte non ci si pensa, eppure gli stili educativi sono in realtà in relazione con una certa disfunzionalità che tende a svilupparsi nel pensiero infantile. Ad esempio si tende a “somministrare” al bambino una modalità iperansiosa, fornendogli messaggi che tendono a porlo in uno stato di allarmismo costante, come se il pericolo fosse costantemente dietro l’angolo, anche nelle pratiche quotidiane più semplici ed immediate (attento che puoi cadere, non toccare che puoi farti male, attento che prendi qualche infezione). Un simile atteggiamento porterà alla lunga il bambino a sviluppare il timore della disapprovazione che si tradurrà in paura di sbagliare e in un basso livello di autostima. Il bambino diventerà pauroso, insicuro e soprattutto proteso verso un’ossessiva ricerca di sicurezza e protezione. Tutto questo però finirà per rendere il piccolo incapace di tollerare ed elaborare positivamente anche le frustrazioni e le normalissime delusioni legate alle varie fasi della crescita. Non si deve dimenticare, infatti, che ogni bambino è il riflesso dell’immagine dell’azione dei genitori, o da chi per essi, nelle fasi in cui l’esempio educativo pone le basi per la strutturazione della sua persona. Questo per dire che lo stile educativo che si trasmette ai bambini, incide moltissimo nella comparsa o meno di disagi oggi all’ordine del giorno, che possono poi tramutarsi in reali difficoltà relazionali col gruppo dei pari, insoddisfazioni che lo porteranno magari a rifugiarsi nel cibo ed ad avere difficoltà nell’apprendimento scolastico.
Illustrazioni riguardanti il rapporto tra i genitori e i loro figli
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1.3 Nativi digitali Pc, Tablet, e Smartphone sono strumenti che regalano infinite possibilità di crescita e divertimento: si può scoprire il mondo, acquisire conoscenza, divertirsi e socializzare. Le nuove tecnologie, tuttavia, hanno anche un lato oscuro, che può portare i più giovani ad isolarsi, a perdere la capacità di concentrarsi, studiare ed interagire normalmente. La tecnologia è così diffusa e naturale per i bambini, che i genitori spesso non sanno come gestirla e reagiscono sottovalutando il problema o vietando di utilizzare internet. Computer e tablet tuttavia, non sono buoni o cattivi di per sé, bensì in relazione al modo in cui vengono utilizzati. Navigare in rete può essere un esperienza entusiasmante, che permette ai bambini di ampliare le loro conoscenze e approfondire i propri interessi: ascoltare storie e canzoni in una lingua straniera, consultare enciclopedie interattive, conoscere culture lontane e affascinanti. La rete non deve necessariamente portare ad isolarsi, al contrario può diventare luogo di socializzazione, dove interagire con gli amici o fare attività in famiglia. Un classico esempio sono i videogiochi, infatti con essi genitori e figli giocano e si divertono insieme, rafforzando i legami familiari. Senza un adeguata guida i bambini tendono a trascorrere troppo tempo utilizzando smartphone, tablet e pc; un comportamento negativo che, soprattutto nell’infanzia, può provocare rischi per la salute. Troppe ore trascorse davanti ad uno schermo, ad esempio, possono tradursi in danni fisici e psicologici: sovrappeso, sedentarietà, danni alla vista, all’udito per il volume eccessivo, scarsa capacità di concentrazione e difficoltà nello studio, comportamenti aggressivi e asociali.
Illustrazioni tratte dal silent book “ Il mio primo cellulare”
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Oltre a questi rischi, i bambini potrebbero accedere a contenuti inappropriati, violenti o pericolosi, che loro non sono ancora in grado di comprendere pienamente e che possono influenzarli negativamente. I genitori devono insegnare ai figli ad utilizzare internet in modo sicuro, impegnandosi prima di tutto a conoscere questo strumento loro stessi. Essere consapevoli dei rischi come delle opportunità è essenziale per scegliere protezioni adeguate: l’educazione e l’utilizzo di sistemi per filtrare i contenuti efficaci e aggiornati sono i principali modi per difendere i bambini dai pericoli di internet.
Illustrazioni tratte dal silent book “ Il mio primo cellulare”
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1.4 Il gioco non conosce la diversità Il gioco, per il bambino oltre ad essere un diritto sancito dalla Convenzione Onu, è un bisogno primario e lo è ancora di più per quelli, con difficoltà fisiche o psichiche, i quali hanno diritto a cure e istruzione speciali ,che gli permettano di crescere come gli altri bambini. Essi devono poter vivere una vita completa e soddisfacente, si devono proporre a questi bambini occasioni di divertimento e stimoli per sviluppare al massimo le proprie capacità individuali, in maniera da rendere più facile la loro vita insieme a tutti gli altri bambini. Entrare nella dimensione del gioco è per i bambini con disabilità, un percorso complicato che ha bisogno di molto aiuto, di spazi adeguati, di giochi e materiali adatti ai bisogni di ciascuno. Un bambino con disabilità vuole giocare, può giocare, deve giocare. Per questo nel 2000 è nato lo Spazio Gioco dell’Associazione L’Abilità Onlus, che dal 2004 ad oggi ha fatto giocare 270 bambini. Un servizio diurno educativo unico a Milano, che risponde al bisogno del bambino con disabilità di vivere pienamente e attivamente l’esperienza del gioco: tutte le attività e i giochi vengono pensati, adattati e modificati a partire dalle capacità e dalle difficoltà di ogni bambino, in spazi e tempi adeguati. Un importante capitolo di un percorso iniziato 20 anni fa, che sancisce quello che sembrava impossibile: un radicale cambiamento nell’approccio alla disabilità, all’inclusione, ai diritti di ciascuno nella consapevolezza, che giocare con un bambino con disabilità, significa formazione e rigoroso e attento lavoro di programmazione. Finalmente sta emergendo la consapevolezza che garantire il diritto al gioco dei bambini con disabilità, significa occuparsi di un bisogno primario e al contempo promuovere politiche contro la discriminazione per una sostanziale inclusione.
Illustrazioni tratte dal silent book “Anch’io posso!”
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1.5 Un’infanzia negata Una delle problematiche che tutt’ora ostacola il rispetto dei diritti dell’infanzia nel mondo, è lo sfruttamento minorile. I paesi principalmente interessati, sono quelli in via di sviluppo come Asia, Europa dell’Est, Africa e America del Sud. Il lavoro minorile si presenta dunque anche in regioni ricche di risorse e con un’economia florida, in cui però il reddito pro capite è molto basso e vi è un numero consistente di persone in stato di sottosviluppo. Non ci sono dati concreti sull’inizio dello sfruttamento minorile in ambito lavorativo. Sono tuttavia presenti numerosi riferimenti all’utilizzo nell’antichità di forme di sfruttamento legate alla schiavitù o al lavoro agricolo e di allevamento. Fu con l’avvento della seconda rivoluzione industriale, che il lavoro minorile venne sfruttato su larga scala nelle fabbriche, soprattutto tessili, dove i bambini lavoravano sui telai fino a 15 ore al giorno, poiché le loro manine erano perfette per infilare il filo e lavorarlo e venivano pagati così poco da non poter comprarsi il cibo. Spesso le condizioni in cui lavoravano erano letali o potevano causare gravi danni soprattutto al fisico che spesso veniva danneggiato in modo irreparabile. In Europa ci sono stati casi particolari di sfruttamento del lavoro infantile in Germania fino agli anni 20, e in Svizzera addirittura fino agli anni 80 col fenomeno detto dei bambini schiavo, cioè di minori prelevati con la forza dalle loro famiglie a causa di povertà o altre situazioni difficili e affidati ad altre famiglie che ne sfruttavano il lavoro sottoponendoli spesso anche a maltrattamenti. La responsabilità del lavoro minorile va attribuita in primo luogo alla povertà: nella maggior parte dei casi i bambini devono lavorare per costruire palloni, scarpe e per cucire abiti.
Illustrazioni tratte dal silent book “La miniera delle fantasie”
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Il lavoro infantile o minorile può essere causa e non solo conseguenza, di povertà sociale e individuale. In alcuni casi svolgendo attività lavorativa un bambino non avrà la possibilità di frequentare in modo completo neppure la scuola elementare, rimanendo in una condizione di analfabetismo a causa della quale non potrà difendere i propri diritti anche da lavoratore adulto. Infatti molto spesso i lavoratori venivano imbrogliati dai padroni perché erano analfabeti e non potevano sapere che cosa i propri padroni stavano facendo loro firmare, e dovevano stare ai loro ordini magari per anni o addirittura fino alla morte. In Italia, lo sfruttamento del lavoro minorile è vietato dalla legge 977 del 17 ottobre 1967. Nonostante i divieti, l’Istat nel 2001 stimava che ci fossero in Italia circa 140.000 lavoratori tra i 7 e 14 anni. Solo con l’approvazione da parte dell’ONU della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia vi è un tentativo di arginare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile. Viene infatti stabilito che i bambini hanno il diritto di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso. Per fermare lo sfruttamento minorile sono state promosse iniziative come la promozione di marchi commerciali che garantiscano che un determinato prodotto non sia stato fabbricato utilizzando manodopera infantile. Questi programmi, pur essendo mossi da buone intenzioni, non creano alternative ai bambini attualmente occupati, che si ritrovano così costretti a indirizzarsi verso altre attività produttive, nella maggior parte dei casi più pericolose. Nonostante i numerosi provvedimenti attuati, i bambini vittime di schiavitù, maltrattamenti e privi di educazione sono ancora molti, specie in quei paesi che sono interessati da conflitti bellici, dove negli ultimi decenni, il fenomeno dei bambini soldato, ossia impiegati in operazioni militari, è in crescente aumento. A questi bambini in alcuni casi, vengono somministrai degli stupefacenti, per poter interagire durante uno scontro senza che essi si arrendano, mentre le bambine vengono spesso usate per scopi sessuali, per cucinare, piazzare esplosivi, aprire la strada all’esercito sul campo minato perché possono essere rimpiazzate più facilmente, non devono essere pagate e non si ribellano. La Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia stabilisce che nessun minorenne può essere impiegato direttamente nelle ostilità,
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nonché essere arruolato obbligatoriamente, e in favore di queste problematiche intervengono a sostegno dei minori varie organizzazioni internazionali. Tra queste citiamo Save the Children, la quale realizza, in stretto contatto con le comunità locali, programmi di medio-lungo termine e interviene in situazioni di emergenza causate da conflitti o catastrofi naturali. Opera nei seguenti ambiti: educazione, salute, risposta all’emergenza, protezione dall’abuso e sfruttamento, contrasto alla povertà e sicurezza alimentare, rafforzamento dei sistemi di tutela dei diritti e partecipazione dei minori. Save the Children adotta un approccio che si fonda sulla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata dall’Italia nel 1991. Molti sono gli interventi dell’associazione in tutto il mondo dando supporto a paesi protagonisti di terremoti e tsunami, sopratutto negli ultimi decenni, fornendo Kit igienici, vestiti e coperte. Nel 1994 in particolare ricordiamo in Ruanda 60 mila minori, che vennero separati dai propri genitori a causa del genocidio ed Save the Children avviò i primi programmi di ricongiungimento familiare. Nel 2014 si confrontò con l’Ebola e continua a dare supporto ancora oggi alle vittime di 3 anni di guerra in Siria. Infine ricordiamo nel 2016 il lancio della campagna Every Last Child, focalizzata sulla difesa dei bambini più poveri fra i poveri, come i migranti e i rifugiati; quelli più esclusi ed emarginati, come i disabili, le bambine o le minoranze etniche e religiose; quelli che nascono e vivono in paesi di guerra o semplicemente nel posto sbagliato.
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1.6 La salute prima di tutto La salute e’ un diritto umano fondamentale determinato dall’ambiente fisico, economico, sociale, familiare ed educativo e dalla qualità dei servizi forniti. Tale diritto deve essere assicurato con tutte le misure di protezione fisica-psicologica possibili. Lo Stato ha il dovere, dunque, di garantire questo diritto già dal momento in cui la madre è in gravidanza, assicurando le cure adeguate e la necessaria assistenza prima e dopo il parto. I bambini hanno diritto a godere del miglior stato di salute possibile ed essere ricoverati solo se l’assistenza di cui hanno bisogno non può essere prestata a casa o in trattamento ambulatoriale. In ogni caso, ai bambini deve essere evitato ogni evento traumatico legato ad un ricovero non necessario. Hanno diritto anche ad avere accanto, durante il ricovero, i genitori o una persona a loro cara e ad essere trattati in base alla loro età e alla loro capacità di comprensione, così come ad avere dei momenti di gioco e di studio all’interno della struttura sanitaria compatibilmente con il loro stato di salute. I bambini hanno diritto a non subire il fumo passivo a casa loro dai genitori, fratelli, parenti o amici di famiglia e ad avere dallo Stato ogni provvedimento necessario contro il consumo di droghe. Essi hanno anche il diritto a vivere in un ambiente salutare ed igienico sia a casa, sia a scuola, sia nella loro città. Famiglie e Istituzioni, dunque, hanno il dovere di prendere ogni precauzione in tal senso, così come gli Enti Locali e lo Stato hanno l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per limitare l’inquinamento entro i limiti consentiti. I bambini hanno diritto ad una dieta sana ed equilibrata che non mette a repentaglio la loro salute, perché un’alimentazione insufficiente o la mancanza di cibi adeguati possono limitare lo sviluppo fisico e mentale e aumentare il rischio di morte dovuto a malattie infantili ed è per questo che oltre 5 milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della denutrizione e di carenze di vitamine e minerali essenziali.
Illustrazioni tratte dal silent book “Un dono dolcissimo”
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In occasione del Vertice del Millennio delle Nazioni Unite, tenutosi nel 2000, 189 Capi di Stato e di governo hanno firmato la Dichiarazione del Millennio e si sono solennemente impegnati a collaborare per giungere a degli obiettivi per un mondo migliore per tutti, cercando di eliminare la povertà estrema; assicurare istruzione elementare universale facendo in modo che tutti i bambini e le bambine completino la scuola primaria; promuovere la parità tra i sessi e conferire maggiore potere alle donne; diminuire la mortalità infantile; migliorare la salute materna. Questi obiettivi ogni anno vengono raggiunti anche grazie all’intervento della FAO e dell’UNICEF che hanno lo scopo di migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale, ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell’alimentazione e dell’agricoltura. La FAO fornisce assistenza tecnica ai paesi che chiedono di essere assistiti nello sviluppo del proprio settore rurale e nella formulazione di programmi e politiche per la riduzione della fame, assistendo i paesi anche nella pianificazione economica e nella stesura di bozze di leggi e di strategie nazionali di sviluppo rurale. La FAO inoltre mobilizza e gestisce fondi stanziati dai paesi industrializzati, da banche per lo sviluppo e da altre fonti, garantendo che i progetti raggiungano i propri obiettivi. Tra gli impegni invece dell’UNICEF troviamo il sostegno alle campagne per le vaccinazioni che sono tra gli interventi sanitari più efficaci per prevenire decessi infantili. La campagna denominata “100% Vacciniamoli Tutti” mira a potenziare sia le vaccinazioni ”di routine” sia quelle specifiche contro la polio, contribuendo ogni giorno a salvare la vita di 4000 bambini. L’UNICEF potenzierà due aree strategiche per la vaccinazione di tutti i bambini: la catena del freddo (il sistema di conservazione e trasporto a temperatura costante dei vaccini), le attività di sensibilizzazione comunitaria sociale (la vaccinazione dei bambini più difficile da raggiungere e la risposta d’emergenza alle epidemie).
Altre illustrazioni tratte dal silent book “Un dono dilcissimo”
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Dall’inizio del 2015 nel mondo, oltre 438.000 persone sono morte a causa della malaria, malattia tropicale cui è esposto il 40% della popolazione mondiale, prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo. Circa 214 milioni di persone sono state infettate, sempre nel corso del 2015, dalla puntura della zanzara femmina anofele, il vettore della malattia. La zanzara della malaria è diffusa nelle zone tropicali più disagiate e povere, in prossimità di paludi, acque stagnanti e pantani. La malaria, dopo polmonite e diarrea, è la terza causa di mortalità infantile sotto i 5 anni. Migliaia di bambini ogni giorno perdono la vita a causa di questa malattia prevenibile o comunque curabile. I bambini sotto i 5 anni sono, infatti, i soggetti più a rischio, per la delicatezza del loro sistema immunitario. Anche le donne in gravidanza sono particolarmente vulnerabili, poiché la malaria accresce i rischi di anemia, di nascite sottopeso e di mortalità da parto. La maggior parte dei decessi e delle infezioni si verificano nell’Africa sub-sahariana, l’area geografica più colpita a livello mondiale, con circa il 90% dei contagi e dei decessi. Il progetto “Prevenire e curare la malaria”, sostenuto anche dai sostenitori italiani dell’UNICEF, si inserisce nel più ampio panorama di interventi di prevenzione, diagnosi e cura della malaria, che l’UNICEF porta avanti a livello mondiale per ridurre l’incidenza di questa temibile malattia. Il progetto include campagne di sensibilizzazione, formazione degli operatori sanitari, distribuzione di zanzariere trattate con insetticida naturale a lunga durata, fornitura di test di diagnosi rapida e farmaci combinati per la cura della malaria presso le strutture mediche.
Altre illustrazioni del silent book “Un dono dolcissimo”
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1.7 A scuola per crescere Tutti i bambini del mondo hanno il diritto di andare a scuola e di ricevere un’istruzione. Educare, istruire i bambini, è fondamentale perché indispensabile a garantire loro, una vita migliore. In Italia l’istruzione scolastica è obbligatoria dai 6 ai 13 anni. In particolare l’articolo 28 della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia stabilisce, che ogni bambino ha il diritto di ricevere un’istruzione e che lo Stato ha di conseguenza, un certo numero di obblighi perché questo diritto sia attuabile: • rendere la scuola elementare obbligatoria e gratuita; • incoraggiare e promuovere l’organizzazione di diverse forme d’istruzione secondaria in modo da renderla accessibile a tutti i bambini; • assicurare ad ognuno l’accesso alla scuola superiore in funzione delle capacità individuali. Il diritto all’istruzione non deve limitarsi al solo apprendimento delle materie scolastiche fondamentali, ma deve essere concepito in un senso più ampio. L’articolo 29 della stessa Convenzione, precisa che l’istruzione deve cercare di favorire: lo sviluppo della personalità del bambino, lo sviluppo delle sue qualità e delle sue attitudini mentali e fisiche. L’istruzione deve preparare ogni bambino alla vita adulta attiva in una società libera oltre ad incoraggiare il rispetto per i propri genitori, per la propria identità, per la propria lingua e per i propri valori culturali e per quelli altrui. Proprio per questi motivi, oggetto di studio e di crescente attenzione, oggi tra gli esperti delle scienze sociali dell’età evolutiva è come contrastare, il bullismo, un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni.
Illustrazioni del silent book “Le lezioni della maestra Enrica”
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Il bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che compie l’atto in questione, come bersagli facili e/o incapaci di difendersi. A scuola, il bullismo si verifica non solo in classe, ma in tutti gli ambienti che permettono le relazioni, tra i quali palestre, bagni, scuola bus, laboratori o all’esterno. In tali casi si pongono in essere dei comportamenti devianti tesi ad isolare un compagno e guadagnare il rispetto degli spettatori che, in tal modo, eviteranno di diventare a loro volta delle vittime designate. In molte scuole si stanno predisponendo dei codici di condotta sia per gli studenti (sospensioni, respingimenti, ecc.), che per gli insegnanti, spingendo quest’ultimi ad instaurare un dialogo formativo con gli studenti stessi.
Illustrazione del silent book “Le lezioni della maestra Enrica”
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1.8 Vivere al contatto con la natura Già dall’inizio del secolo scorso Maria Montessori, pilastro della pedagogia italiana e mondiale, aveva intuito il legame speciale che esiste tra infanzia e natura, cogliendone le immense potenzialità educative. Nel nostro tempo e nell’ambiente civile della nostra società, i bambini vivono molto lontano dalla natura ed hanno poche occasioni di entrare in contatto con essa o di averne dirette esperienze. Invece, come afferma la Montessori, il bambino ha bisogno di vivere la natura e non soltanto conoscerla, studiandola o ammirandola. Le paure degli adulti comportano una iper-protezione dei bambini, che impediscono loro di “vivere” la natura e i suoi fenomeni e ne comprime le energie. Le energie muscolari dei bambini anche piccolissimi sono superiori a quanto supponiamo, ma per rivelarcele occorre la libera natura. Se i bambini sono a contatto con la natura, allora viene la rivelazione della loro forza. Questa forza non è solo funzionale alla crescita del fisico, ma alimenta anche il “sentire” la natura, con ricadute benefiche sulla psiche, sulla mente, sullo spirito, arricchendo così le percezioni, l’apprendimento e la moralità. Il bambino, che è il più grande osservatore spontaneo della natura, ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire. Le cure premurose verso esseri viventi sono la soddisfazione di uno degli istituti più vivi dell’anima infantile. Perciò è utile sia nelle scuole che in famiglia organizzare un servizio attivo di cura alle piante e agli animali. Da esperienze fatte sul campo, la Montessori dà precise indicazioni agli educatori sul lavoro che è più grato ai bambini, che non è quello della semina, ma piuttosto quello del raccolto, il quale intensifica l’interesse nella semina. Il cogliere i fiori ad esempio è assai più contro natura che raccogliere i frutti offerti dalla terra a mezzo dei fiori.
Illustrazioni del silent book “Missione bioparco!”
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Non è difficile notare infatti come spesso i bambini si siedono accanto ai fiori per ammirarli, però subito si alzano in cerca di un’attività, perché è con essa che i bambini fanno sbocciare germogli carichi di bellezza della propria piccola personalità. Da qui l’importanza di un educazione ambientale. L’insegnamento deve essere continuo e graduale e deve cominciare quando i bambini sono ancora piccoli, ma già in grado di capire quali sono le conseguenze degli atti che compiono. Basta poco per trasmettere ai propri figli uno stile di vita eco-sostenibile, l’importante è farlo in maniera divertente e creativa. E’ opportuno coinvolgerli nel processo di smaltimento dei rifiuti prodotti in casa, insegnando loro come fare la raccolta differenziata e spiegando cosa accadrebbe se tutti i rifiuti venissero accatastati senza alcun criterio. E’ inoltre di fondamentale importanza non contribuire all’inquinamento dell’aria che respiriamo; le macchine inquinano perciò è bello ogni tanto muoversi in bicicletta o fare lunghe passeggiate. Ancora, è da insegnare a non sprecare l’acqua o tanto meno l’energia elettrica, tenendo troppe luci accese in casa, e se si va in gita o al parco, coinvolgere i più piccoli a raccogliere ogni rifiuto e ad inserirlo negli appositi cestini. Infine va detto ai bambini di non sprecare il cibo e finire tutto ciò che è contenuto nel piatto e imparare a riciclare quanto più è possibile.
Illustrazioni tratte dal silent book “Missione bioparco!”
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CAPITOLO
Un calendario sui diritti dei bambini
Un calendario sui diritti dei bambini
2.1 Nascita di una campagna sociale Le diverse problematiche enunciate nei precedenti paragrafi, si sono molto diffuse negli ultimi anni e le diverse organizzazioni del mondo, si sono fatte promotrici di svariate campagne sociali, riguardanti i diritti dei bambini. La promozione di quest’ultimi è l’obiettivo fondamentale anche della campagna sociale realizzata per la mia tesi e nello specifico, essa cerca di ricordare sia ai bambini che ai loro genitori, non solo i diritti stessi, ma anche i doveri e alcune regole da rispettare, per una buona educazione. Prima di parlare del mio progetto “Ricorda che hai diritto”, vorrei chiarire cos’è una campagna sociale e come si sviluppa. Con il termine campagna sociale si intende l’insieme delle attività il cui scopo è la realizzazione e la diffusione di messaggi sociali che mirano a raggiungere gli obiettivi specifici di comunicazione, definiti dal piano strategico o di marketing. Quindi questo termine include non solo la pubblicità sociale ma ogni altra attività di comunicazione sviluppata dal soggetto promotore. Il procedimento che porta alla produzione di una campagna sociale è costituito da dieci fasi: il momento promotore, il momento amministrativo, il momento organizzativo, il momento strategico generale, il momento creativo, il momento legale, il momento produttivo e tecnologico, il momento media, il momento della trasmissione del messaggio, il momento della ricerca.
Durante la prima fase, il committente che come detto può essere un ente pubblico, un’impresa o un’organizzazione non profit valuta la pubblicità sociale, strumento efficace per ottenere i propri obiettivi attraverso un’analisi dei costi e dei benefici. Nella seconda fase, il momento amministrativo, il committente deve stabilire quante risorse destinare alla produzione della campagna ossia il budget a disposizione che non deve essere inferiore alla cosiddetta soglia minima di visibilità che corrisponde al valore da destinare all’acquisto di spazi pubblicitari.
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La terza fase è caratterizzata dall’individuazione delle professionalità interne e/o esterne a cui affidare la produzione della campagna ad esempio: agenzie pubblicitarie, case di produzione nel caso di spot, di fotografi nelle pubblicità destinate ai mezzi stampa. Durante il momento strategico generale viene costituito il brief, documento che viene trasmesso dall’account dell’agenzia pubblicitaria ai suoi creativi. L’account è la figura professionale che si occupa della mediazione con il committente della campagna. All’interno di questo documento, in primis, deve essere descritto il contesto di riferimento della tematica di cui si intende parlare. Si devono cercare informazioni sul soggetto promotore, la sua immagine e reputazione, la sua mission, il suo vocabolario espressivo. Bisogna approfondire il tema da trattare ossia comprendere ad esempio chi riguarda, quali sono gli atteggiamenti, le abitudini e i comportamenti ad esso legati, le dimensioni del fenomeno, le possibili soluzioni, le variabili psicologiche dei soggetti coinvolti, le variabili sociali e di contesto, come è trattato dai media. Successivamente nella quarta fase devono essere individuati gli obiettivi generali e specifici. I primi riguardano la tipologia di comunicazione che si intende attuare ossia gli appelli al pubblico, la comunicazione di sensibilizzazione o quella di educazione. I secondi riguardano il problema che si vuole risolvere con la comunicazione stessa ad esempio la raccolta di fondi è favorita da diversi fattori come la sensibilità del target nei confronti della tematica, l’immagine del soggetto promotore. Il passo successivo è l’individuazione del target ossia i destinatari della campagna. Nello studio di destinatari della campagna è fondamentale la ricerca dell’insight ossia la chiave d’accesso per coinvolgere il target, generando adesione nei confronti della tematica. Si tratta di comprendere il motivo o bisogno che porta la persona a comportarsi in un dato modo o il contrario, cosa non lo porta ad assumere un atteggiamento dannoso. Nel brief vengono stabiliti gli strumenti da utilizzare oltre la pubblicità
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per raggiungere gli obiettivi della comunicazione. Questi strumenti possono essere le relazioni pubbliche, il marketing non convenzionale, gli eventi speciali. Si studia la natura del messaggio prioritario che deve essere uno, chiaro, distinguibile, di impatto. Esso deve colpire il cuore e deve indicare i benefici che si possono ottenere da un dato comportamento. Infine si deve scegliere il tono di voce ossia il tono che i creativi devono adottare nella costruzione della campagna sia nella parte verbale che in quella iconica. Esso può essere ironico, positivo, celebrativo, istituzionale, paternalistico. La scelta del tono è legata all’efficacia del messaggio e all’immagine stessa del comunicatore. La quinta fase nella produzione di una campagna sociale è la creazione dell’idea creativa. Se la campagna è affidata all’agenzia pubblicitaria l’idea nasce dal lavoro di due figure professionali ossia il copywriter che cura i testi di una campagna e anche degli spot radio e l’art director che si occupa dell’aspetto visivo, grafico, estetico. Prima di presentare la proposta creativa al committente, bisogna verificare la sua validità dal punto di vista legale, ad esempio controllando che rispetti tutte le norme del Codice di autodisciplina pubblicitaria. Questo momento produttivo e tecnologico rappresenta la sesta fase, quella della creazione reale della campagna, sia esso uno spot televisivo, uno spot radiofonico o una pubblicità trasmessa attraverso i mezzi a stampa. La settima con l’ottava fase possono corrispondere allo stesso momento, chiamato momento media in cui vengono pianificati i mezzi attraverso cui il messaggio viene trasmesso e il successivo acquisto degli spazi pubblicitari. In questa fase subentra un nuovo attore ossia il centro media. La scelta del media da utilizzare è influenzato da vari fattori come il budget, il target da raggiungere, gli obiettivi del committente. Le somme che gli enti pubblici, per legge, devono destinare all’acquisto di spazi pubblici per fare comunicazione istituzionale, devono risultare impegnate per almeno il 15% a favore dell’emittenza privata televisiva e radiofonica locale e il 60% a favore della stampa.
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Nelle ultime due fasi è presente il momento della ricerca che in realtà deve accompagnare l’intero processo; inizialmente può essere usato come strumento strategico e conoscitivo e alla fine per comprendere l’efficacia e i risultati della campagna. Tale compito può essere affidato o all’agenzia pubblicitaria o a dei centri di ricerca specializzati. In campo sociale è difficile verificare l’efficacia di una campagna. In primis bisogna evidenziare la scarsità di fondi a disposizione. Inoltre l’efficacia di una campagna sociale può essere misurata solo in modo indiretto ad esempio attraverso la verifica dell’andamento delle donazioni, delle richieste di informazioni, agli accessi ai siti internet.
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2.2 Dati tecnici della campagna sociale Per la creazione della mia proposta di campagna sociale ho concentrato la mia attenzione sulla fase più creativa, cercando di unire il mio pensiero e stile artistico ad una comunicazione ricca di messaggi importanti. Qui di seguito sono evidenziati i dati tecnici fondamentali della campagna realizzata.
Titolo della campagna: Ricorda che hai diritto Abstract: La proposta per questa piccola campagna sociale, nasce per sostenere il ritorno a una conoscenza più consapevole della Convenzione Internazionale dei diritti dei bambini, attraverso la produzione e la vendita di un calendario illustrato e perpetuo. Obbiettivo di comunicazione: Guidare il target di riferimento nella piena conoscenza dei principali e fondamentali diritti dei bambini. Servizio offerto: Un calendario con 12 silent book illustrati sui diritti dei bambini. Esso è un prodotto che se acquistato, il contributo potrà essere una donazione per sostenere un’eventuale raccolta fondi, organizzata dall’associazione scelta per la pubblicazione. Target di riferimento: Bambini delle scuole elementari e medie che si approcciano a una fase di crescita importante per la loro vita.
Potenzialità della comunicazione: Modello di calendario che può essere adatto per qualsiasi tema sociale di attualità, da far conoscere al più piccolo. Inoltre il calendario è adattabile per qualsiasi lingua conosciuta nel mondo.
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Punti di forza: Forte espressività comunicativa offerta dalla presenza delle 12 storie illustrate e dall’uso prolungato dell’intero prodotto, essendo un calendario utilizzabile ogni anno. Punti di debolezza: Eventuali difficoltà del bambino nel comprendere in modo specifico i diritti espressi nelle storie, ma si confiderà, in quel caso, nella capacità dei propri genitori nell’aiutarlo nella fase di lettura delle immagini proposte.
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2.3 Il Calendario illustrato Un innovativo canale di comunicazione Come detto in precedenza, la proposta della mia campagna sociale sui diritti dei bambini si avvale di un calendario perpetuo e interamente illustrato. Ma che cos’è un calendario perpetuo? Esso è un calendario che può essere utilizzato ogni anno grazie a un metodo matematico basato su un algoritimo, che permette di ricavare il giorno della settimana di una qualsiasi data del calendario. Ovviamente in questo caso non è importante spiegare in termini tecnici tale calcolo, ma è più opportuno affermare che il bambino, con l’aiuto dei propri genitori, potrà facilmente segnare la data giusta, dopo aver guardato un altro calendario dedicato all’anno ricorrente. Questa caratterista del calendario rende molto divertente il suo utilizzo, visto che il bambino potrà contare, durante la segnalazione, in un segnagiorni del tutto mobile, che potrà spostare con molta facilità. Ma questo calendario proposto ha anche un’altra particolarità importante e fondamentale. Infatti il cuore di questo prodotto è caratterizzato dalla presenza di piccole storie, nate da uno studio approfondito sui diritti stessi. Dunque, in apparenza potrebbe risultare un normalissimo calendario, ma in realtà, oltre a essere un classico oggetto da appendere al muro, esso ha l’obiettivo di insegnare al bambino delle nozioni fondamentali sui diritti dedicati a lui e questo avviene proprio grazie alla forza comunicativa tramandata dai silent book. Ma cosa sono i silent book? Essi sono libri in cui la narrazione si sviluppa attraverso le sole immagini o illustrazioni, dedicate soprattutto all’infanzia. Grazie a questa peculiarità i silent book sono davvero per tutti perchè sono capaci di superare le barriere linguistiche e di favorire l’incontro e lo scambio tra culture diverse.
Pagina del calendario da muro dedicata al mese di Gennaio
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Inoltre, questi libri silenziosi sono strumenti utili per favorire l’apprendimento del significato delle immagini e aiutare i bambini a riconoscere le figure e quindi dar loro un significato preciso. Essi rappresentano una tendenza non nuova, ma che negli ultimi anni sta ricevendo sempre più attenzione, soprattutto per l’aspetto “democratico” dei silent book, che possono essere fruiti da lettori di ogni lingua e perfino da chi non ha ancora imparato a leggere. Tuttavia, non bisogna pensare che un libro senza parole sia anche un volume privo di storie, o dalla narrazione semplificata: le immagini, infatti, seguono una precisa sceneggiatura, quasi come in un film animato e non. Ogni silent book ha alcune caratteristiche fondamentali. Innanzitutto, per coinvolgere chi lo sfoglia, deve avere immagini chiaramente riconoscibili e, soprattutto, ben collegate tra loro. Non è semplice creare un ritmo e un filo logico in una storia soltanto disegnata: servono personaggi molto caratterizzati e facilmente individuabili, in modo tale da garantire continuità al racconto. Se l’autore ci riesce, fa un dono prezioso ai suoi lettori, permettendo di lavorare su più dimensioni della lettura.
A mio avviso sono quattro i vantaggi della lettura di un silent book: 1. Silent Book come incentivo all’ascolto: sappiamo che ascoltare è, insieme al saper comunicare efficacemente, una parte fondamentale nella costruzione di relazioni equilibrate, in famiglia e non. Anche se il piccolo non è ancora in grado di leggere, condividere l’esperienza della rappresentazione attraverso immagini con un adulto è di grande giovamento. E’ importante ritagliarsi dei momenti di gioco-lettura anche a casa, non solo come rituale prima della nanna, ma anche durante il giorno.
Esempi di silent book incorporati nel calendario
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2. Silent book come rinforzo dell’autostima: un silent book richiede al suo pubblico un grande sforzo creativo: immedesimarsi con l’autore e, al contempo, rielaborare significati. Per i bambini non è solo un momento ludico, ma anche un prezioso aiuto. Sentirsi co-autori ed aver padroneggiato una nuova abilità sono azioni che aumentano la fiducia in se stessi e l’autostima. L’altro rinforzo positivo è mediato dalla relazione, dall’attenzione positiva dell’adulto, dall’incoraggiamento nei confronti del bambini. 3. Silent book come momento di condivisione in famiglia: trovare del tempo per un’attività da fare insieme, genitori e bambini, è sempre un momento prezioso. La lettura si trasforma così in un’esperienza sensoriale, che prevede il contatto con il libro, il prendersene cura. 4. Silent Book come allenamento dell’empatia: per leggere un silent book, bisogna imparare a raccontare. Il narratore adulto deve così sintonizzarsi con la sua parte ‘infantile’ dimenticata. Il bambino acquisisce nuove terminologie, amplia la sua conoscenza del mondo e sviluppa la fantasia e l’immaginazione, pronto a diventare a sua volta narratore. Il racconto di un silent book richiede empatia, entrando in comunicazione con il significato più nascosto del libro e raccontando una parte di noi.
Successione di illustrazioni estratte dal silent book “Missione bioparco”
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2.4 Progettazione del calendario Nella fase creativa e progettuale di questo calendario ho deciso di seguire due strade particolari, che hanno dato poi vita a due proposte simili, ma diverse tra loro nella presentazione: una più “costosa” e una più “economica”. La prima versione, quella più costosa, presenta un calendario da tavola molto particolare, visto che al suo interno troviamo 12 schede per i 12 mesi, separate tra loro e poggiate su un supporto di plaxiglass (versione simile alla custodia di un CD), realizzato dall’azienda EURONEON s.r.l, esperta nelle lavorazioni di materiali speciali. Tale supporto è stato adattato al formato stesso delle 12 schede, cioè 21x29,7 cm e può funzionare anche come packaging, essendo composto da due elementi aperti, che possono formare una scatola. Riguardo l’impaginazione le 12 schede sono state divise in due parti: • Nella parte superiore è presente la tasca con all’interno un piccolo silent book. Essa è costituita da una grafica personalizzata, inerente alla storia del mese ed ha lo stesso formato del silent book, cioè 15x15 cm. • Nella parte inferiore, invece, sono inseriti il nome del mese, i numeri, i nomi dei giorni della settimana da coprire con dei segnagiorni. Questi elementi testuali sono caratterizzati da dei caratteri decorativi e di forte impatto visivo ed emotivo. Per distribuire il peso e lo spessore del calendario, sia nella parte alta che bassa, ho deciso di alternare la posizione della tasca con il silent book al suo interno. Quindi secondo questo schema, se nella scheda di Gennaio troviamo la tasca in alto, nel mese di febbraio la troveremo in basso e così via dicendo. Questo metodo permette anche un corretto posizionamento del sagnagiorni, composto da una striscia trasparente, collocata intorno alla scheda e con sopra un rettangolino di carta spessa incorniciato, che può essere spostato da un numero all’altro.
Mockup della prima versione del calendario
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Coperchio
Base
31,4 cm
30 cm
Scatola aperta
22,8 cm
21,4 cm
8 cm
4 cm
8,6 cm
Scatola chiusa
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La seconda proposta realizzata corrisponde al classico calendario da appendere al muro ed è composto da 28 schede che si aprano dal basso verso l’alto e che sono dotate di un apposito buco per il chiodo o per qualsiasi altro gancio con la funzione di reggere il prodotto stesso. Queste schede sono rilegate attraverso la classica rilegatura a spirale, molto usata per i calendari classici e sono state posizionate in modo tale da far capitare in alto la pagina con la tasca contenente un libricino e in basso la pagina con il mese, i numeri e i giorni. Ovviamente, come per la prima versione, anche qui i due tipi di pagine sono disposte in modo alternato, sia per distribuire il peso e sia per facilitare il posizionamento del segnagiorni. Dunque, anche questa versione, è stata curata nei minimi dettagli, sopratutto le tasche contenenti i libricini, che si aprono e si chiudono, attraverso l’ausilio di un velcro strappo adesivo con parte con e senza colla. Queste tasche si differenziano molto da quelle usate nella prima versione, infatti rispetto ad esse, che sono aperte, queste sono costrette ad essere chiuse, in modo da non far cadere il libro nel momento in cui viene girata la pagina. Per quanto riguarda la grafica, sostanzialmente le schede sono state curate allo stesso modo della prima versione, cioè con le stesse illustrazioni e lo stesso carattere per gli elementi testuali. Un’altra differenza importante tra i due calendari riguarda le dimensioni, infatti questa proposta ha un formato di 25x25 cm quando è chiuso, mentre 50x25 cm quando è aperto. Si può affermare che questo calendario può essere usato anche come un libro da sfogliare in modo molto semplice e veloce, grazie anche alla presenza della rilegatura stessa.
Mockup della seconda versione del calendario
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2.5 12 storie per 12 mesi Le 12 storie presenti all’interno del calendario illustrato vogliono meravigliare, divertire e sopratutto comunicare non solo i semplici diritti, ma anche i valori fondamentali per una corretta crescita, contro le problematiche avverse, esistenti oggi. Come detto precedentemente, queste storie sono state realizzate attraverso le sole immagini, in grado di catturare immediatamente l’attenzione del bambino, con un tratto veloce e allo stesso tempo leggero e definito. Questi silent book, con le loro piccole dimensioni, solo 15x15 cm, vogliono trasportare il bambino verso nuovi mondi oltre l’immaginario possibile, per essere liberi di fantasticare con i protagonisti di queste brevi avventure. Nelle pagine successive sono descritte le sinossi delle storie con il loro rispettivo insegnamento e il mese dell’anno corrispondente.
Le copertine dei silent book presenti nel calendario
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1° STORIA - GENNAIO Titolo: “Il bambino nato tra le nuvole”; Diritto enunciato: Diritto ad avere un nome, nazionalità e quello di conoscere i propri genitori; Sinossi: La storia narra alcune piccole avventure di un bambino nato tra le nuvole, che un giorno riceve un regalo del tutto inaspettato: un ciondolo dorato con sopra scritto un nome, che automaticamente diventa il suo, cioè Max. Questo oggetto diventa così importante per lui, che promette a se stesso di continuare a portarlo ogni giorno, per sempre. Purtroppo però il pericolo è sempre dietro l’angolo, infatti, in una mattina tempestosa, il piccolo Max fa cadere per sbaglio il suo ciondolo nelle terre innevate del Polo Nord. E così comincia per lui una ricerca molto difficile, dove c’è in palio la sopravvivenza, visto che senza quel ciondolo non ha più un’ identità e rischia di diventare talmente trasparente, da non essere più visto da nessuno. Chissà se riuscirà a ritrovare il suo ciondolo e quindi la sua vera identità perduta. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a dar valore alla sua identità, perchè con essa egli si può distinguere dagli altri non solo per il suo nome, per i suoi pregi e le sue doti, ma anche per un senso di appartenenza ai genitori e alla società in modo da non sentirsi smarrito.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Il bambino nato tra le nuvole”
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2° STORIA - FEBBRAIO Titolo: “Nella valle dei giochi”; Diritto enunciato: Diritto al gioco; Sinossi: In una piccola valle chiamata Valle dei Giochi, ogni giorno vengono svolte moltissime attività ludiche per robot, all’interno di tendoni colorati con mille fantasie. Nella valle però, è presente anche un laboratorio dove, un pazzo scienziato continua da lungo tempo, a svolgere loschi esperimenti con robot rubati. Inoltre, nella torre più alta di questo laboratorio, è rinchiuso un piccolo robot, che desidera tanto scendere giù da lì per andare nei tendoni a giocare. Il suo desiderio diviene realtà quando un giorno due robot gemelli lo aiutano a scappare dal laboratorio per portarlo giù a giocare con loro. Tra mille giochi e attività divertenti, alla fine il nostro piccolo protagonista si ritroverà anche davanti ad una scelta: giocare una partita di scacchi contro il pazzo scienziato, per vincere la sua piena libertà o continuare a scappare dal pericolo che rappresenta quest’ultimo. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a vedere il gioco non solo come momento di svago, ma anche come un metodo per liberarsi dalla tristezza e dalla paura di qualcosa, accettando, in alcuni casi, anche di perdere.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Nella valle dei giochi”
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3° STORIA - MARZO Titolo: “Piccola artista fuori controllo”; Diritto enunciato: Diritto ad esprimere la propria opinione; Sinossi: Tutti possiamo avere delle doti o delle capacità che ci rendono fieri di noi stessi, come la dolce Angela, una bambina col dono della pittura, come strumento per esprimere il proprio pensiero e le proprie idee. Accade però molto spesso che la sua dote si concretizza materialmente e tutto ciò che lei dipinge diventa realtà, come ad esempio tre classici alberi che mutano sia nella forma che nel colore. Ovviamente Angela dovrebbe sapere che il suo “potere” deve essere utilizzato a fin di bene, quando c’è davvero la necessità di cambiare qualcosa. Ma purtroppo, lei non riesce sempre a controllarsi, causando molti problemi a suoi genitori. Ne è un esempio il piccolo episodio accaduto poco tempo dopo la scoperta del potere di Angela da parte dei genitori, riguardante la trasformazione del suo fratellino in un bambino gigante e fuori controllo. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a dare importanza al proprio pensiero e alla propria immaginazione, nella consapevolezza che sappia distinguere una cosa giusta da una sbagliata.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Piccola artista fuori controllo”
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4° STORIA - APRILE Titolo: “Il mio primo cellulare”; Diritto enunciato: Diritto all’informazione attraverso la tecnologia; Sinossi: Grande è l’amicizia tra Giovanni e Luca, due bambini che ogni pomeriggio si ritrovano a giocare insieme, nel piccolo parco della loro grande città tecnologica: TecnoCity. Tale amicizia, però, è destinata ad essere rovinata dal ritrovamento di un cellulare da parte di Giovanni. Infatti per il bambino, questo strumento tecnologico diventerà una droga, che lo porterà ad una dipendenza esagerata. Ma tale situazione non durerà per sempre, infatti succederà qualcosa che farà tornare Giovanni in sè e riprendersi la sua vecchia amicizia. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino la moderazione nell’utilizzo di uno strumento tecnologico, utilizzato sia per giocare, che per trovare informazioni sul web. Purtroppo, troppe ore davanti a una tecnologia del genere, come cellulari, videogiochi e così via, possono portare a grossi danni fisici e psichici e questo è stato dimostrato in molti casi di elevato grado di utilizzo.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Il mio primo cellulare!”
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5° STORIA - MAGGIO Titolo: “Anch’io posso!”; Diritto enunciato: Diritto ad essere accettato/a se si è disabilile; Sinossi: La vita da disabile è molto complicata e la storia del piccolo Giuseppe ne è un esempio. Egli è un bambino come tutti i suoi coetanei, solo che a differenza loro, è costretto a stare seduto per l’intera giornata sopra una sedia a rotelle, per colpa di una paralisi causata da un malfunzionamento del midollo osseo. La sua disabilità lo porta a essere schernito e discriminato da tutti: a scuola, a basket, e dappertutto. Ma la conoscenza con la sua nuova sedia a rotelle animata, cambierà tutto il suo mondo. Cosa succederà di così meraviglioso? Giuseppe riuscirà a coronare uno dei suoi tanti sogni? Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a vedere la disabilità come risorsa per un bene più grande: la relazione con l’altro, in tutti gli ambiti della vita. Fondamentale è che il bambino disabile capisca che non si deve sentire inutile, ma che deve affrontare le sue paure a testa alta, anche con l’aiuto dell’altro.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Anch’io posso!”
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6° STORIA - GIUGNO Titolo: “Cucciolo guaritore”; Diritto enunciato: Diritto al prendersi cura di qualcosa; Sinossi: In un pianeta senza nome, vive una dolce principessa, collezionista di piccole creature con poteri curativi. Questi cuccioli sono talmente ricercati, che un giorno ne viene rapito uno sotto il naso della principessa. Il cucciolo si ritroverà ad affrontare mille avventure prima di essere ritrovato dalla sua padrona. Infatti, dalle profondità di un mare verde, nel quale verrà gettato, si ritroverà a bordo di una piccola nave comandata da tre giovani alieni di una razza a noi sconosciuta. Saranno loro a prendersi cura del cucciolo e a riportarlo sano e salvo dalla principessa. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a prendersi cura delle proprie cose e a proteggerle dai diversi pericoli. Questo può valere anche per una persona e per un animale da compagnia. A volte sono proprio quest’ultimi ad essere vittime di abbandoni e maltrattamenti disumani.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Cucciolo guaritore!”
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7° STORIA - LUGLIO Titolo: “ Un dono dolcissimo”; Diritto enunciato: Diritto alla buona salute; Sinossi: In qualsiasi regno ci si trovi, purtroppo non tutti sono sempre fortunati ed essere ricchi e benestanti.Basta pensare a quei piccoli bambini di colore di questa storia, che si ritrovano sempre a raccogliere cibonella spazzatura, ignari dei pericoli che da esso possa derivare. Questo è quello che succede nel regno di Midgar dove la famiglia reale, si ritrova sempre ad affrontare problemi legati a questi bambini poveri. Tra le tante soluzioni attuate c’è sempre quella della donazione di enormi porzioni di cibo, preparate in realtà per la loro piccola e grassa figlia. Quest’ultima purtroppo non è sempre d’accordo a condividere la propria colazione con altri bambini e fa sempre di tutto, per rovinare i piani ai propri genitori. Ma nella storia qualcosa cambierà quando la grassa principessa, si ritroverà a guardare le condizioni drastiche di due bambini di colore affamati, attraverso una sfera di cristallo magica. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino il massimo valore della condivisione con l’altro, atto importante al fine di instaurare una buona e dolcissima relazione anche con chi è più sfortunato.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Un dono dolcissimo!”
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8° STORIA - AGOSTO Titolo: “La miniera delle fantasie”; Diritto enunciato: Diritto a essere un bambino; Sinossi: In molte famiglie povere del terzo mondo, i bambini, se non possono andare a scuola, sono costretti ad andare a lavorare ed a essere sfruttati come degli animali da macello. Ecco, questo è quello che vivono ogni giorno tre bambini all’interno di una miniera d’oro, costretti a lavorare a lungo dai loro padroni crudeli, riescono a malapena a trovare un pò di tempo per riposarsi. Solo la notte, infatti, può regalare loro un pò di pace e serenità ed è quello che succede in una di queste. Un meraviglioso sogno regala loro la grande gioia di tornare ad essere semplici bambini. Chissà se questo sogno diventerà in qualche modo realtà. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino che ci sono tanti suoi simili che purtroppo non sono fortunati come lui, perchè costretti a diventare già dei lavoratori per sostenere le loro famiglie. Per cui tutto ciò dovrebbe portare il bambino a riflettere sui loro sentimenti e a contribuire con i propri genitori, nel sostenere le diverse azioni e soluzioni che vengono attuate per risolvere tale problematica.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “La miniera delle fantasie”
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9° STORIA - SETTEMBRE Titolo: “Le lezioni della maestra Enrica”; Diritto enunciato: Diritto all’istruzione; Sinossi: Andare a scuola, per i bambini di un piccolo villaggio dell’isola volante di Madagascar, non è sempre un piacere. Ormai stare a sentire la vecchia e pazza maestra è diventata una cosa insopportabile. Ma con l’arrivo della nuova insegnante tutto cambierà. Infatti, con una nuova lavagna interattiva, cercherà il modo di insegnare per bene le cose più importanti per ogni disciplina e non solo. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a vedere con occhi diversi l’apprendimento dei saperi nel mondo della scuola, ambito nel quale negli ultimi tempi si stanno facendo passi da gigante per migliorare l’andamento scolastico degli alunni.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Le lezioni della maestra Enrica”
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10° STORIA - OTTOBRE Titolo: “Verso una nuova casa”; Diritto enunciato: Diritto ad essere accolti se si è rifugiati; Sinossi: La storia narra un episodio particolare che riguarda ciò che oggi succede molto spesso nei paesi colpiti dalla guerra. I protagonisti sono quattro bambini rinchiusi all’interno di uno scantinato di un palazzo, che cercano ormai da molto tempo di nascondersi dagli orrori della guerra che sta colpendo il loro paese. I loro tentativi di trovare qualcosa da mangiare sono vani. A volte non basta solo un pezzo di pane, sopratutto per uno di loro che è stato colpito da una forte influenza e che è costretto a stare a letto per tutto il tempo. Un giorno, però, i bambini decidono di scappare dal loro paese distrutto, attraverso l’ausilio di un gommone trovato nel porticciolo della città. Così, da questo momento comincerà per loro un lungo viaggio verso una nuova meta, una nuova casa. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino come nel mondo oggi sia importante essere accoglienti e generosi con tutti, anche con coloro che, a causa della povertà e della guerra, sono costretti ad abbandonare la propria casa e il proprio paese per salvaguardare la propria vita.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Verso una nuova casa”
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11° STORIA - NOVEMBRE Titolo: “Missione Bioparco”; Diritto enunciato: Diritto a vivere in un ambiente sano; Sinossi: La piccola cittadina di Formia potrebbe essere una delle più belle, se non fosse per quel maledetto parco giochi, pieno di fango e di mostri scatenati, formati con diversi rifiuti e spazzature. Solo un piccolo gruppo di bambini decide di trovare il coraggio di formare un’associazione per combattere tale atrocità. Per cui, dopo l’ennesimo attacco dei mostri del parco, il gruppo di bambini si dirige in quel postaccio pronto a ripulire da zero, un ambiente che per loro può essere un punto di svago e di ritrovo. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino a rispettare l’ambiente e a proteggerlo, se necessario, da utilizzi negativi, come quello di trasformare un parco in una discarica tossica.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Missione Bioparco”
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12° STORIA - DICEMBRE Titolo: “Diritti in viaggio”; Diritto enunciato: Diritto a conoscere i propri diritti; Sinossi: La storia narra di una fabbrica di libri, situata su un isola a forma di libro. In questa fabbrica, oltre a essere realizzati manuali illustrati di tutti tipi, vengono prodotti anche delle guide speciali sui diritti dei bambini di tutto il mondo, che vengono poi distribuiti ad essi in un solo giorno. Questo compito è affidato a piccoli folletti intelligenti, che ogni volta si ritrovano ad affrontare mille pericoli, pur di vedere ogni bambino con il proprio libro sui suoi diritti. Insegnamento: Questa storia insegna al bambino l’importanza della conoscenza dei propri diritti, che devono essere promossi, non solo dai loro genitori, ma anche da tutte le associazioni sociali e non, presenti in tutti gli stati del mondo.
Copertina e alcune illustrazioni del silent book “Diritti in viaggio”
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2.6 Le illustrazioni dei silent book Tecniche e significato Per quanto riguarda la creazione delle illustrazioni presenti nei silent book, esse sono state realizzate prima a mano, con tratti e linee in bianco e nero e solo successivamente sono state importate sul softwer Adobe Photoshop, per effettuare una colorazione definitiva con la pittura digitale. Questa tecnica, appresa solo negli ultimi anni, mi ha permesso di realizzare immagini poetiche, che non hanno nulla da invidiare ai grandi illustratori di questi tempi. I dettagli di queste immagini sono i primi elementi che spiccano immediatamente all’occhio del bambino, che viene rapito da dei colori a volte accesi e a volte desaturati. Ma forse è proprio questo fattore che vuole essere il protagonista in assoluto nelle mie illustrazioni, perchè il colore è quell’elemento che più dona al bambino emozioni e sentimenti, lo fanno sentire a volte triste e a volte gioioso e pieno di vita. I colori caratterizzano ciò che c’è di più profondo nelle storie e nell’animo dei protagonisti, che sono coloro che guidano la narrazione. Questo ci porta a parlare di un altro elemento importante presente nelle mie illustrazioni: le espressioni dei Character o dei personaggi. Senza di esse il bambino non potrebbe capire al meglio cosa provano i singoli protagonisti e quindi non potrebbe mai mettersi nei loro panni. Gli innumerevoli personaggi che vediamo in queste storie sono tutti nati da molti studi bozzettistici fatti in una fase iniziale, dove ho cercato di sviluppare forme e contenuti fuori dagli schemi, in grado di comunicare un pò di novità nel mio stile personale. Come si può ben vedere, non tutti i personaggi sono umani e questo per due motivi: sia per diversificare un pò le storie e sia per sfogare tutta la mia creatività nella creazione delle figure anatomiche.
Esempi della colorazione effettuata per le illustrazioni
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Inoltre nelle illustrazioni troviamo molto particolari anche le ambientazioni, che sono state create per dare un background preciso alle scene, dove i diversi personaggi interagiscono tra loro e nella maggior parte di esse, sono del tutto sfocate. La sfocatura, infatti, dà modo al bambino di seguire per bene al livello percettivo tutte le azioni dei characters, senza mai provare quel senso diffuso di confusione e di pesantezza nelle immagini. Tutte le illustrazioni sono state impaginate una dietro l’altra, rispettando il formato del libro aperto, vale a dire 30x15 cm, più i famosi margini di taglio per quanto riguarda il rifilo. Ma in questi silent book non sono solo le illustrazioni a far riflettere, basta pensare che nelle pagine finali sono stati inseriti il diritto a cui corrisponde la storia e delle domande per far riflettere il bambino sia sulla storia stessa che su alcuni aspetti della sua vita. La presenza di questa parte riflessiva è di fondamentale importanza per il bambino, perchè essa rappresenta il cuore dei libri stessi e di tutto il calendario illustrato.
Esempi delle espressioni facciali di alcuni personaggi delle storie
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2.7 Stampa e confezionamento Le due proposte del calendario presentate sono state stampate nella copisteria De Marco di Formia, specializzata nei servizi di progettazione grafica e di stampa digitale. Qui mi è stata data la possibilità di sperimentare diversi tipi di carta per le prove di stampa, che mi hanno portato a scegliere la Tintoretto come quella definitiva. Questa carta è prodotta dalla Fedrigoni, azienda esperta nella produzione di carte speciali come la Tintoretto, che è una carta naturale, marcata a feltro su entrambi i lati e collati in massa e in superficie. La scelta è ricaduta su questa carta perchè essa possiede una trama ruvida che si adatta in modo naturale alle illustrazioni ad aquerello manuale e digitale, come nel mio caso. Per quanto riguarda la grammatura, per le pagine interne dei libri e per le tasche, ho usato la Tintoretto da 140 gr, mentre per quanto riguarda le copertine dei libri e le schede con i numeri e i giorni, ho usato una grammatura maggiore, pari a 250 gr. Il risultato ottenuto è davvero straordinario; basta pensare che le mie illustrazione sembrano prendere magicamente vita nella loro interezza, anche se dietro ogni pregio c’è sempre un difetto. Infatti, col passare del tempo, su questa carta, l’inchiostro può facilmente scomparire. Per tale motivo, nel caso in cui il calendario dovesse essere pubblicato e venduto, sarà sicuramente stampato su una carta dove l’inchiostro può resistere di più, come le carte patinate. Ma non è solo la fase di stampa che concretizza un prodotto del genere come il calendario. Infatti è di fondamentale importanza anche il confezionamento stesso del prodotto, la cosidetto fase di creazione del packaging.
Progettazione e applicazione del prototipo di packaging per il calendario da muro
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Ovviamette tutte e due le versioni del calendario perpetuo proposto si presentano all’interno di una confezione a misura, che ben le contengono. In particolare esse sono state studiate basandosi sulle dimensioni del supporto di plastica, nel primo caso e del calendario in formato quadrato nel secondo. Come qualsiasi altro packaging, queste confezioni riportano una grafica al quanto semplice, dove sono presenti il titolo del calendario nel fronte e tutte le info necessarie all’utilizzo nel retro. Assai importante è il titolo che è diventato un logo con la presenza di un’immagine rappresentante 13 figure di bambini che incorniciano lo stilizzato pianeta Terra, nel quale è presente il titolo stesso, con un carattere decorativo adatto per l’appunto a un targat più infantile. Non è stato semplice studiare e costruire questi packaging, sopratutto perchè hanno dei formati completamente diversi tra loro, ma con l’aiuto di prototipi di refirimento e dei softwer digitali, sono riuscito ad ottenere il risultato desiderato. Le due confezioni, una volta realizzate al pc, sono state stampate su un cartoncino plastificato, per renderle resistenti nel tempo.
Progettazione e applicazione del packaging per il calendario da muro
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2.8 Promozione del calendario Come detto in precedenza il calendario, proposto nelle due versioni, nasce come sostegno per un’eventuale raccolta fondi, promossa da qualsiasi organizzazione che tratta queste tematiche, come l’UNICEFF o Save The Children. Ma per fare ciò, questo prodotto deve essere conosciuto al meglio per poi essere acquistato. Come? Attraverso una pubblicità mirata che può basarsi sia sulla creazione di materiale pubblicitario per via stampa (manifesti, locandine, brochure e così via), sia per via Web (Siti Web, banners, blog e così via). Nelle pagine che seguono possiamo trovare delle ipotetiche proposte sulla promozione di questo calendario.
Proposte per manifesti e insersioni pubblicitarie online sul calendario
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Conclusioni Per concludere posso affermare che è stato un piacere lavorare su una tematica così importante come quella dei diritti dei bambini. Studiare tutti questi diritti mi ha fatto comprendere quante cose noi diamo per scontate, come l’avere un nome, una famiglia, un’opinione e tante altre cose fondamentali. Noi adulti dovremmo essere un punto di riferimento per i più piccoli che si approcciano a diventare grandi, ma questo purtroppo non accade sempre, basta pensare alle tante problematiche citate in questa tesi. Per questo tutti bambini del mondo hanno diritto a conoscere i loro diritti e doveri per poter affrontare in modo corretto tutte le difficoltà che incontreranno nel loro cammino di crescita. Spero che questo creativo calendario possa col tempo diventare fruibile attraverso una pubblicazione e questo me lo auguro non tanto per un interesse personale, ma per un interesse che riguarda tutti: l’educazione non la si apprende solo nella tenera età, ma sempre, in ogni attimo della nostra vita e a volte anche con l’aiuto dei più piccoli.
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Bibliografia •
V. Cercenà “I bambini nascono per essere felici” Ed Fatatrac, 2012
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“Io, io, io... e gli altri?” Gallucci Editore, 2011
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L. Terranera “I diritti dei bambini in parole semplici” Ed. Unicef 2000
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P.Bertelli, M. Panicucci “Il pallamondo. I diritti dei bambini alla felicità” La Nancarella, 2012
•
B. Alemagna “Che cos’è un bambino?” Topipittori, 2008
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J.Carioli; A.Rivola “Il cammino dei diritti” Ed. Fatatrac, 2014
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A.Groovie “Léon e i diritti dei bambini” EDT-Giralangolo, 2012
•
Enrico R. Lehmann “Come si realizza una campagna pubblicitaria” Carocci 2003
Sitografia •
https://issuu.com/
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https://www.vita.it/
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https://www.la leggepertutti.it idirittideibambinisullasalute/
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https://www.wikipedia.org/
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http://www.aiutamiafaredame/lambiente/
•
http//ww.nonsprecare.it/come-insegnare-bambini-rispetto-ambiente/
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https://www.tesionline.it/tesi/brano/29631/Come-nasce-una-campagna-sociale
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https://www.illibraio.it/silent-book-libri-senza-parole-719723/
Ringraziamenti Desidero ricordare tutti coloro che mi hanno aiutato nella stesura della tesi, con suggerimenti ed osservazioni; ancora la mia gratitudine, ma desidero precisare che ogni errore o imprecisione è imputabile soltanto a me. Ringrazio il Prof. Enrico Pusceddu, relatore della mia tesi, che fin dal 1° anno accademico ha sempre creduto in me e nelle mie capacità, dandomi consigli e diversi insegnamenti. Riguardo la tesi il professore mi è stata d’aiuto per la decisione della tecnica rappresentativa, fornendomi qualche fonte a cui ispirarmi, sia per la realizzazione delle storie illustrate del calendario, sia per quanto riguarda la presentazione del tema principale della tesi, nella relazione teorica scritta. Ringrazio l’ambiente accademico incontrato in questi due anni, che mi ha permesso di formarmi professionalmente nel corso frequentato e che mi ha dato la possibilità di stimolare ancora di più la mia creatività e la mia voglia di scoprire tutto ciò che c’è dietro la prima apparenza. Ringrazio i miei genitori per il sostegno che mi hanno dato in questi anni di sacrifici, ma anche di tante soddisfazioni. Mi hanno continuamente incoraggiato nei momenti più difficili e hanno gioito con me nei momenti di grande gioia e felicità. Senza il loro supporto e la loro guida sapiente non sarei il giovane responsabile di oggi. Vorrei infine ringraziare tutte le persone che in questi ultimi mesi hanno sopportato i miei momenti di tensione e di ansia per la stesura della mia tesi, in particolare i miei amici e la mia cara fidanzata.
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