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Glocal Handmade - 16 > 19 giugno 2011

arcavéglie CONCEPT: restituire dignità funzionale ad un aggetto e un materiale che ormai è visto solo nell'ottica del souvenir. la ciotola in ceramica realizzata nel modo più semplice possibile, solo con l'uso delle dita, conserva tutto il fascino di un materiale tutto da toccare. la decorazione composta da incisioni e strisce colorate indica le possibili inclinazioni rispetto al piano di appoggio al fine di dosare gli ingredienti che non potranno riempire la ciotola se non fino all’orlo. ad ogni colore corrisponde un ingrediente, come nella ricetta scritta su di essa: farina; zucchero; olio; vino; semi di anice. nessun riferimento a pesi e quantità; per rifare la ricetta bisogna usare quella ciotola non per imitare il prodotto, mangiarlo e sentire un sapore simile all’originale, ma ricordare la sensazione che il luogo da cui proviene ci ha saputo regalare.

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una ciotola per le ciambelline ruzze


senza un senso è una installazione-evento al buio che priva l’utente di uno dei sensi più bombardati ed abusati: la vista. Toccare, annusare ed ascoltare per sperimentare nuovi modi di vedere. Nella società delle immagini, il buio può aiutare a capire meglio la realtà. per chi lo approccia da vedente, è un divertimento, una caccia agli oggetti misteriosi, una sfida alla portata di chiunque. Una scatola onirica in grado di ricordare e raccontare le esperienze di chi ha vissuto lo spazio. Il visitatore viene proiettato in uno spazio a lui sconosciuto in assoluta assenza di luce e questa mancanza lo spinge ad un atteggiamento più sensibile verso ciò che lo circonda. Il sottile strato di sabbia, che ricopre il pavimento, restituisce il percorso fatto dall'utente; saranno così riconoscibili, sottoforma di tracce, i passi, le incertezze e le avvenute interazioni con le scatole. L'esperienza si conclude con un flash luminoso, proveniente dal pavimento traslucido, dove la diversa densità di sabbia in prossimità delle tracce consente il passaggio di più o meno luce, creando giochi di ombre estremamente suggestivi.

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progetto universitario - 2009


progetto universitario - 2009

autominima

Analizzando le situazioni tipiche del vivere urbano e del modo di “muoversi” dei veicoli attuali, nonchè passando per l’osservazione delle problematiche legate al traffico, ai parcheggi, al rapporto con l’ambiente, si è cercata una soluzione che contesse una risposta, radicale ma non troppo. Nella ricerca di una soluzione formale si è cercato di strizzare l’occhio a forme contemporanee senza però lasciare del tutto spiazzato l’ipotetico utente. Questa concept-car nasce su base della Isetta, sia come dimensionamento che nella ripresa di alcune soluzioni progettuali. Il tentativo è incuriosire chi la osserva proprio come la Isetta faceva negli anni ‘50..

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Il concetto di minimo può essere analizzato rispetto a molteplici fattori che interessano l’atto progettuale. Nell’ottica del design, parlare di minimo, potrebbe significare concentrarsi su tematiche che vanno oltre le caratteristice tecniche per soffermarsi su valori quali la FRUIBILITA’, IL RAPPORTO CON LO SPAZIO e, diretta conseguenza, il ritorno ad una dimensione più umana del concetto di mobilità.


Il packaging è costituito da una scocca in polpa di cellulosa, rivestita internamente da una pellicola di Mater-Bi. La scelta della polpa di cellulosa e del Mater-Bi è dovuta alla loro natura compostabile al 100%. La pellicola bioplastica è, inoltre, impermeabile ai liquidi. Con questo packaging vengono convservate le proprietà organolettiche dell'alimento. Una texture in tilievo solleva la pizza dal fondo evitandone il contatto con eventuali liquidi.

Per migliorare la fruizione del prodotto, è stata prevista una posata fustellata sulla parte superiore del packaging. Quest'ultimo viene stoccato aperto: prevede una cerniera laterale e delle alette che ne facilitano e stabilizzano la chiusura. Per l'asporto sono stati previsti degli incastri per assicurarne l'impilabilità.

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progetto universitario - 2009


progetto universitario - 2009

Shangai jewels Realizzata con tondini di alluminio, la collezione tende a valorizzare questo materiale ecocompatibile da sempre usato nei più svariati settori.

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Lo Shangai (o Mikado) antico gioco cinese è la fonte di ispirazione di questa piccola collezione che ruota intorno alla componente più ludica e “leggera” dell’indossare il gioiello.


progetto universitario - 2008

Lampada da tavolo per illuminazione d’effetto in living room, realizzata in ceramica smaltata. L’energia emanata da due corpi che si unicono in un bacio, la forza della passione. La luce diventa rappresentazione ed espressione di passione, eros, amore. La lampada è costituita da due semisfere cave: nella prima è alloggiata la sorgente luminosa e viene alimentata via cavo; la seconda presenta una superfice riflettente al suo interno e, grazie ad alcuni tagli sulla superfice, permette il posizionamento e l’equilibrio in determinate posizioni. I due corpi della lampada generano , uno per riflessione l’altro come luce diretta, un flusso luminoso di circa 180 lumen a piena potenza.

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lovled


progetto universitario - 2008

Light2 è un apparecchio illuminante per esterni, ideato per l’installazione a parete nei centri storici. Light2 è ottimizzato per l'utilizzo di lampade a LED e rispetta le condizioni d'illuminazione stradale imposte. Semplice, leggero e compatto, Light2 risulta facile da installare, particolarmente maneggevole ed efficiente. Il sistema di attacco è poco invasivo in quanto avviene tramite tasselli chimici che ne consentono la rapida installazione a parete. Il dispositivo è di materiale trasparente, dotato di film opaco superioremente e riflettente inferiormente, che ne consente l’integrazione in modo discreto nell'ambiente urbano durante il giorno. Come opzione possono essere applicati film di differenti colori. Light2 consente un reale risparmio di energia, ottimizza la distribuzione della luce e garantisce un’ ottima resa cromatica.

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light

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progetto universitario - 2008

Il contesto presenta i segni del degrado e dell’abbandono in una parte di territorio che da sola evoca il mito. Con l’obiettivo di ricreare un “ambiente domestico” all’aperto, abbiamo deciso di non considerare la precedente morfologia del luogo. Tutto questo si è tradotto nel ricreare una serie di terrazzamenti rettangolari che si intersecano e si collegano tra di loro per mezzo di rampe configurando aree destinate allo spettacolo e al relax. Il portale nasce dall’idea di riproporre il concetto di ingresso domestico in ambito esterno. Realizzato in cemento armato, verniciato internamente in arancione per richiamare gli arredi, si inserisce nel progetto in modo imponente come punto di riferimento per i fruitori del luogo. La seduta Cahffeuse 1500 nasce nel 1960 come arredo per interno, realizzata da Etienne Henri Martin in tubolare metallico e schiuma poliuretanica ricoperta in tessuto. In questa nuova versione da esterno è stata ipotizzata la realizzazione in vetroresina stampata con il sistema rotazionale.

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Nel territorio di Pozzuoli, centrale rispetto ai Campi Flegrei, "Piazza Italia" un "non luogo" situato nella località di Lucrino.


progetto universitario - 2007

sai cos’è un social network? è una realtà nata dalla voglia di interagire con persone che coltivano gli stessi interessi. nella grande rete queste realtà hanno messo in atto una vera e prorpia rivoluzione/mania: YOUTUBE, FLICKR, DEL.ICIO.US, TECHNORATI, sono solo alcuni esempi lampanti della facilità con cui le persone riescono a raccontarsi tramite dati audio/video, commenti, immagini. l’idea di un oggetto, pratico e portatile che potesse dar vita ad un nuovo modo di relazionarsi, seguendo l’ottica delle reti sociali, ci ha indirizzato verso il concetto di condivisione, inteso come momento di aggregazione a 360°, invertendo la tendenza dell’utente a perdere ogni contatto fisico con la realtà esterna. PULS3, un piccolo cuore pulsante, epicentro di esperienze e di emozioni, capace, date le sue ridotte dimensioni, di catturare la curiosità e creare così nuove relazioni. pensato per un’utenza all’avanguardia e che , nell’indifferenza del mondo, ha il bisogno di farsi sentire...

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PULS3


progetto universitario - 2006

NEPO

Quando fuoriescono le radici dai fori, è arrivata l’ora di travasare. Le giovani piante devono essere rinvasate in vasi più grandi, quelle adulte, solitamente, in vasi dello stesso diametro, a cui si aggiungerà del nuovo terriccio. Per facilitare questa operazione, si è pensato di creare un vaso che abbia la possibilità di aprirsi a “fiore”. Una semplice fascetta assicura la chiusura dei tre “petali” ed una volta giunta sull’orlo, funge anche da rinforzo strutturale. Per effettuare il travaso, basterà sfilare la fascetta ed aprire gradualmente le tre pareti laterali.

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WITHBAND


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grazie! Questi progetti sono il frutto della sinergia e dell’amicizia con Veronica, Gaia, Federico e Antonio.

giuseppe di resta | design portfolio


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