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4 agosto 2020 - 08:02
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Un nuovo HQ completa la rigenerazione della Forgiatura a Milano
L’edificio scelto da Sandvik come nuovo HQ si inserisce nel contesto milanese della Forgiatura riprendendone i colori e le finiture, sfruttando gli orientamenti del lotto in modo del tutto imprevedibile e conferendo così un carattere personale all’intervento firmato dall’architetto Giuseppe Tortato, che si è occupato anche dell’interior design: ogni piano accoglie differenti brand aziendali, peculiarità che ha richiesto lo sviluppo di concept specifici che hanno trovato un fil rouge nell’articolato sviluppo planimetrico degli uffici. L’utilizzo della luce solare e lo sfruttamento dell’orientamento dell’edificio quali elementi di progettazione sono le caratteristiche che hanno generato lo sviluppo dell’insediamento, un approccio nel contesto urbano dove vincoli intrinseci e impedimenti burocratici mal si conciliano con la realizzazione di edifici che adottano i principi di sostenibilità. In questo caso specifico, l’area di progetto di recente acquisizione da parte del committente, nel più vasto intervento della Forgiatura, ha offerto la possibilità di completare definitivamente, con questo ottavo edificio, la rigenerazione urbana di un’area industriale diventata esemplare nel panorama urbano. L’edificio polimorfo, con ben dieci lati, forzato dalla conformazione del lotto ed esaltato anche dalle fasce marcapiano e dai frangisole, presenta il disegno delle piante che variano ad ogni piano, con lo scopo di moltiplicare gli affacci e gli scorci prospettici lato strada, creando dei patii spigolosi nel lato in aderenza verso il muro della Forgiatura. Il volume si sviluppa su pilotis, che lasciano il piano terra in parte libero, e si plasma intorno a uno spazio verde dominato da un’alberatura e da alcune liane di rampicanti lato strada ed è in parte occupato da ambienti che accolgono la reception e alcuni spazi fondamentali per Sandvik: tra questi, il Coromant Center è sicuramente l’ambiente più particolare. Si tratta di uno showroom di attrezzi per enormi macchinari prodotti dall’azienda, che vengono sostituiti periodicamente e messi dimostrativamente in funzione “live” sul posto con la possibilità di partecipare alle presentazioni da tutto il mondo via Web. È stato necessario rinforzare fondazioni e solai per alloggiare i macchinari, coinvolgendo uno specialista, l’ingegnere Giovanni Moschioni del Politecnico di Milano, per mitigare l’impatto acustico e soprattutto vibrazionale dei macchinari rispetto agli uffici soprastanti. Elemento caratterizzante il progetto è il lucernario che ha risolto la mancanza di luce naturale in alcune aree: un grande oblò di oltre tre metri diametro che porta luce all’interno e stupisce con la sua forma tonda e regolare che si inserisce tra le forme spigolose dell’edificio. Lo stesso lucernario diventa fulcro visivo per i piani soprastanti e soprattutto per l’ampia terrazza con verde pensile del piano primo su cui si aprono gli uffici, arredati come da linee guida aziendali nei colori bianco, il nero, grigio chiaro e arancione. Per le forniture: gli arredi sono di DVO, le pareti di Oddicini, gli sgabelli di Pedrali, i controsoffitti di Armstrong (foto Carola Merello). di Danilo Premoli – Office Observer
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