Progettieconcorsi 02/03

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AGGIUDICAZIONI

21-26 GENNAIO 2013

A Veneto Progetti l’incarico per realizzare piste ciclabili nel territorio di 12 comuni in provincia di Venezia.

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Supplemento al n. 2-3 Anno VIII Poste It. sped. in A.P. D.L. 353/2003 Conv. L. 46/2004, art. 1, 1, DBC Roma

NEL SITO

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ITALIANI ALL’ESTERO/1

ITALIANI ALL’ESTERO/2

A Parigi Fuksas inaugura gli Archivi nazionali

Zoppini unico italiano in lizza per il premio AJ Small Projects

Dal 21 gennaio apertura al pubblico nella periferia della capitale francese

Riconoscimento internazionale per il Castello dei tuffi in Croazia www.progettieconcorsi.ilsole24ore.com

Anche per le società di ingegneria mercato bloccato, si salva solo chi investe all’estero

NORME

Dal progetto al cantiere «via crucis» in 36 tappe

Professione, in 650mila chiedono lo sblocco delle Stp

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n progetto di architettura si può raccontare con una gallery fotografica o con una scheda descrittiva che parla del concept o delle tecnologie scelte, e magari include l’elenco di tutti i consulenti che hanno collaborato alla definizione del progetto. Ma se si riesce a tenere un diario di bordo di tutti gli incontri che i professionisti devono organizzare, dei faldoni che si devono stampare, fotocopiare e consegnare, di tutti i tecnici che si incontrano nell’iter progettuale, si finisce per intercettare la storia di un Paese e di un’amministrazione che favorisce o contrasta un’opera, di una galassia di funzionari ogni volta interpellati in base alla norma da soddisfare, di enti coinvolti per ottenere

quei pareri necessari per passare allo step successivo. Un gioco dell’oca che per un progetto-simbolo che abbiamo preso come modello di riferimento, un edificio per uffici e laboratori realizzato a Milano, conta 36 caselle. Trentasei step dal primo giorno alla consegna dell’opera, decine di soggetti coinvolti. Questa settimana «Progetti e Concorsi» propone uno zoom sul «conflitto tra poteri», uno dei nodi cruciali individuati con l’inchiesta «Il progetto in gabbia». La burocrazia è insita nelle norme. E la situazione si fa più pesante quando la crisi immobilizza il mercato: per l’Oice il 2012 è stato l’anno peggiore per i servizi pubblici di ingegneria e architettura. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA, DOPO DIECI ANNI APRE LA BIBLIOTECA HERTZIANA Nel cuore della città design contemporaneo e ingegneria hi-tech

■ Dopo 10 anni di lavori ha aperto a Roma la nuova Biblioteca Hertziana. Committente è l’Istituto Max Planck e il progettista è Juan Navarro Baldeweg (vincitore di un concorso nel 1995). L’istituto minacciava di essere chiuso poiché la precedente struttura non rispondeva alle norme di sicurezza antincendio e presentava problemi statici. La costruzione nel cuore della Città Eterna ha

dovuto fare i conti con i notevoli vincoli (le facciate non potevano essere modificate e non si potevano gettare fondazioni di tipo tradizionale a causa dei reperti archeologici) e anche le difficoltà geologiche hanno rallentato l’esecuzione (l’opera poggia su 178 micropali inseriti lungo le mura esterne). SERVIZIO A PAGINA 5

SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3 E 4

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Come un cartone ondulato la nuova pelle vetrata firmata Cino Zucchi

Bruxelles, facciata italiana per Benetton

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ronto a Bruxelles, in Rue Neuve, il nuovo negozio Benetton firmato Cino Zucchi. Allo studio milanese è stato affidato il compito di ridisegnare la facciata di un edificio esistente, mentre l’allestimento interno è stato curato internamente dall’azienda veneta. Nel 2009 Benetton aveva invitato sette studi a cui aveva affidato il progetto di uno o due negozi e a Zucchi aveva chiesto di progettare quello di Bruxelles e un secondo in Russia a Kaliningrad. «La pelle del negozio di Bruxelles si distingue per l’intersezione di due diverse letture: la prima legata alla localizzazione fisi-

bloccare subito le norme sulle società tra professionisti. Il pressing sul Governo da parte degli ordini dell’area tecnica torna a farsi insistente e coinvolge una platea sempre più vasta: non solo architetti e ingegneri, ma anche agronomi e forestali, geometri, periti industriali per un totale di quasi 650mila professionisti secondo le stime degli ordini. Che in un documento unitario diffuso qualche giorno fa chiedono all’esecutivo di non attendere le prossime elezioni per dare il via libera al Dpr “anticrisi” che offre «strumenti che consentono l’aggregazione, l’interdisciplinarietà e la sinergia necessarie ad affrontare un mercato sempre più difficile». Perché «sarebbe una beffa – si legge nell’appello – che proprio questo Governo così impegnato a modernizzare la struttura del Paese, limitasse l’impegno dei professionisti a innovare il loro modo di operare».

ca; l’altra a una percezione più generale dell’immagine dell’azienda nei diversi Paesi», dice Zucchi. La pelle è scandita da montanti cavi che creano un solco concavo con sezione a V rovesciata. Fasce di diversa altezza generano bande orizzontali dai giunti verticali sfalsati. E ogni fascia orizzontale aggetta leggermente rispetto a quella precedente: una sorta di impercettibile trina strutturale che ricorda l’immagine di un cartone ondulato. Di giorno si apprezzano i giochi di ombre; di sera la facciata si illumina di luce radente. P.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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INCHIESTA

PROGETTI E CONCORSI

APPROFONDISCI

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SUL SITO

21-26 GENNAIO 2013

ARCHITETTI

INGEGNERI

Progetti nella gabbia della Pa, Savoldi: «La Conferenza dei le voci dei professionisti servizi esiste solo sulla carta»

Freyrie: «Norme locali, una giungla da disboscare»

Zambrano: «Dalla riforma del titolo V effetti devastanti»

Viaggio tra i nodi che paralizzano il Il presidente dell’Ordine: «Sempre più mondo della progettazione cruciale il tema delle competenze»

«Le procedure sono state alleggerite, ma Il presidente dell’Ordine: «Rivedere i sistemi senza effetto per i professionisti» di gara nelle opere pubbliche»

50 STORIE

GEOMETRI

www.progettieconcorsi.ilsole24ore.com

La via crucis delle autorizzazioni Una storia lunga 5 anni e 36 passaggi

Corsa a ostacoli per un progetto: 36 passaggi fino al cantiere

A sud delle vie Tortona e Savona, tra le piccole aree industriali sorte nei primi del ’900, al 22 di via Pestalozzi, c’è un edificio per uffici e laboratori firmato dallo studio Milano Layout. Quello di Milano Layout è un

progetto di riconversione dell’esistente che ha interessato una superficie commerciale di 1.600 metri quadrati. Il progetto privato è iniziato nel 2004 e l’opera è stata consegnata nel 2010

Affidamento incarico

Primi tentativi di ottimizzazione del progetto per renderlo commercialmente competitivo ma anche rispettoso di qualsivoglia norma o vincolo

Viaggio nel labirinto di uffici e pareri che dilata i tempi all’infinito. L’esempio di un’iniziativa-tipo a Milano DI

PAOLA PIEROTTI

Analisi fattibilità

È

un gioco dell’oca dove troppo spesso i segnalini tornano indietro di qualche casella prima di ripartire, o non di rado stanno fermi per più turni. È l’iter di un qualsiasi nuovo progetto di architettura, si tratti di nuova costruzione o del recupero di un edificio esistente. Di grandi opere ma anche di ordinarie costruzioni residenziali. Non sono necessari vincoli o intoppi particolari per rallentare le procedure: la burocrazia in Italia è insita nelle norme. Nella terza puntata della nostra inchiesta «Il progetto in gabbia» abbiamo scelto un progetto-simbolo, quello per un edificio per uffici firmato dallo studio di Giuseppe Tortato, Milano Layout, per raccontare le decine di passaggi necessari per far decollare un progetto e portarlo al cantiere. Fin dall’inizio, quando nasce un progetto, si parte con lo studio di fattibilità, le ipotesi progettuali, i primi tentativi di ottimizzazione del concept per renderlo commercializzabile e rispettoso di vincoli e norme. Iniziano qui i primi incontri con i dirigenti e i tecnici comunali e da subito è necessaria una ricognizione di tutte le norme da rispettare. Una volta presentato il progetto preliminare inizia il lungo iter per ottenere il permesso di costruire e si mettono in atto opportune misure per far sì che il progetto ottenga il via libera dalla commissione edilizia. La complessità di un progetto (anche se si tratta di un’opera ordinaria) e i pareri specifici da chiedere ai diversi enti, fanno sì che lo studio di progettazione si rivolga a consulenti strutturisti, impiantisti, di prevenzione incendi, di analisi dei suoli. Lavoro necessario per integrare il progetto e avere l’ok da parte di tutti i soggetti coinvolti: Asl, consiglio di zona, commissione edilizia, Vigili del fuoco, solo per iniziare l’elenco. Se per i grandi progetti si parte dai piani urbanistici e paesaggistici, anche per un ordinario progetto di edilizia il suolo e il contesto ambientale sono nodi fondamentali del progetto. E se dopo l’analisi del terreno è richiesta la bonifica, nel «gioco dell’oca» il segnalino è costretto a fermarsi alcuni mesi, come fosse arrivato sulla casella del «pozzo»: da lì si imposta infatti il progetto strutturale e ambientale. Con la richiesta di autorizzazione paesaggistica si inizia un nuovo percorso: un passaggio fondamentale perché i dati contenuti in questa pratica sono vincolanti per quelle successive. Intanto lo studio di progettazione si relaziona di volta in volta con funzionari di diversi uffici e a ogni step è chiamato a consegnare faldoni di documenti, spesso in più copie. Se poi capita che si chiedano integrazioni, la «pedina» si ferma, cerca come bypassare l’ostacolo e con la collaborazione dei funzionari di turno integra gli elaborati e ci riprova. Spesso uno studio di architettura dello standard italiano non riesce a sviluppare in house tutto quello che si richiede ed è costretto a chiamare in campo vari consulenti per perfezionare il progetto e completare tutti i documenti che servono a ottenere il permesso di costruire (dalla redazione del piano scavi a quello per la prevenzione incendi, per fare due esempi). Nel progetto di via Pestalozzi (grafico a destra) sono serviti due anni e mezzo per la progettazione e altrettanti per il cantiere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Presentazione progetto preliminare (per valutare l’eventuale apprezzamento del progetto in sede di commissione edilizia prima di intraprendere il complesso iter del Permesso di costruire - Pdc)

Progetto definitivo

Consegna del progetto ai consulenti impiantisti per preparare il progetto meccanico/elettrico/classificazione energetica

Consegna del progetto ai consulenti strutturisti per perfezionare il progetto strutturale

Primi incontri con dirigenti e tecnici comunali

Prime ipotesi di progetto

Definizione del progetto in accordo con il tecnico comunale responsabile (in attesa della Paesaggistica, per ottimizzare i tempi). Si sono sviluppati in particolare tutti quegli aspetti legati al rispetto delle caratteristiche igieniche, all’ottimale sfruttamento della volumetria consentita, alla scelta dei materiali, dei sistemi costruttivi, delle tecnologie eccetera

Consegna del progetto agli esperti di prevenzione incendi per presentare il progetto al comando dei Vigili del fuoco e poter allegare la documentazione al protocollo del Pdc

Consegna del progetto ai geologi per la redazione del piano scavi

Coinvolgimento di consulenti in fase di progettazione (strutturisti, impiantisti, prevenzione incendi, analisi dei suoli ecc.)

Integrazioni per l’approvazione presso tutti gli enti locali (Asl, Consiglio di zona, Commissione Edilizia, Arpa, Vigili del fuoco)

Si ottiene l’autorizzazione paesaggistica (dopo 4 mesi)

Una volta ottenuta tutta questa documentazione, il “pacchetto” permesso di costruire è pronto e va duplicato in circa 10 copie (per almeno 30 tavole e svariate relazioni), una per ogni ente giudicante

Aiace Ingegneria: «Fondamentale la collaborazione con i funzionari»

«Un buon progetto sa forzare le regole» C’

è anche chi vede il bicchiere mezzo pieno. «In dieci anni di attività professionale non abbiamo riscontrato grandi difficoltà burocratiche. Qualche fatica – dice Matteo Brasca, partner di Aiace Ingegneria – c’è sempre quando si ha a che fare con delle pratiche edilizie minute, come l’accesso agli atti o la ricerca di documentazione negli uffici comunali. Ma se si riesce a instaurare un dialogo collaborativo con i funzionari che si occupano delle pratiche, i progetti avanzano». Il bilancio di Aiace non è negativo anche perché a fronte del lavoro fatto in questi dieci anni ha verificato che con un buon progetto si riesce anche a forzare una norma apparentemente troppo restritti-

va. «Con un’analisi illuminotecnica ad esempio, si riesce a bypassare quelle indicazioni di rapporto aeroilluminante (1/8, 1/10) che non di rado vincola le scelte progettuali». E se l’ansia dei tempi lunghi preoccupa i progettisti si può anticipare qualche fase dell’iter progettuale «ad esempio preparando la gara d’appalto in attesa dell’approvazione del permesso di costruire» (come è stato fatto nel complesso di via Pestalotti, Milano Layout, raccontato in pagina). P.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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INCHIESTA

21-26 GENNAIO 2013

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SUL SITO

PROGETTI E CONCORSI

IL PROGETTO IN GABBIA/1

Il PROGETTO IN GABBIA /2

Carla Di Francesco: «Con la giungla di regole penalizzati anche i funzionari»

Stefania Manna: «Degenerazione del sistema, Atenei e ordini si oppongano»

L’intervista al direttore dei Beni culturali dell’Emilia Romagna: «Conferenza dei servizi inutile per progetti minori»

L’ingegnere e socia dello studio romano Ian+: «Non basta un buon fatturato, ora pesano anche le referenze bancarie»

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Si presenta la domanda di autorizzazione paesaggistica se l’area è sottoposta al vincolo (vincolo dei Navigli, il progetto deve essere approvato dalla specifica commissione)

La commissione Vincolo dei Navigli richiede alcune integrazioni prima dell’approvazione definitiva

I dati contenuti nella pratica di autorizzazione paesaggistica (quote, colori, materiali eccetera) sono assolutamente vincolanti per tutte le pratiche successive

Relazioni costanti con i tecnici comunali specializzati esclusivamente in questa materia. Per le pratiche successive si consultano invece altri tecnici responsabili del tema edilizio puro

Analisi del terreno dal punto di vista fisico per impostare correttamente il progetto strutturale e ambientale per la definizione delle procedure di bonifica/messa in sicurezza delle aree a rischio

Dopo diversi incontri con il responsabile della commissione che ci aiuta a interpretare le richieste della commissione (composta da un gruppo eterogeneo di “esperti” assolutamente imprevedibili), integriamo gli elaborati

Lungo iter per l’approvazione in Provincia (60 giorni in teoria, 5-6 mesi in pratica)

Valutazione positiva del progetto preliminare

Progetto geologico

Valutazione ambientale ed eventuale bonifica

Comunicare l’inizio lavori e di aprire il cantiere

Il cantiere dura 2 anni e mezzo, comprensivi di numerosi altri obblighi burocratici (che competono l’impresa che esegue i lavori: pratiche uso suolo pubblico, ponteggi)

Approvazione del Pdc

Dopo numerose valutazioni e confronti si sceglie l’impresa

Varianti in corso d’opera (pratica di prevenzione incendi per ottenere Cpi rilasciata dai Vigili del fuoco; variante finale al permesso di costruire fatta alla fine)

Il primo a rispondere è il Consiglio di zona che richiede l’esposizione del progetto in sede davanti ai consiglieri interessati (il progettista racconta l’intervento nei suoi aspetti più legati al rapporto con il cittadino, cercando di trasmettere – a ogni parte politica! – il senso di positività oggettiva che tale opera può apportare alla zona di cui essi si occupano)

Il secondo soggetto coinvolto è l’Asl. Nonostante la completezza degli elaborati vengono richieste una serie di ulteriori specifiche che moltiplicano la quantità di documentazione e determinano un ulteriore allungamento dei tempi

In Calabria la ristrutturazione partita nel 1994 e non ancora completata

Vent’anni per la casa Aism a Bova Marina U

n progetto partito quasi vent’anni fa e mai completato. È il caso della casa di cura Aism (Associazione italiana per la sclerosi multipla) a Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria: un ex seminario ristrutturato per ospitare una casa di cura riabilitativa e un albergo da 120 posti letto, con annessi servizi congressuali e riabilitativi (palestre e piscina terapeutica). «Quando siamo arrivati nel ’94 – racconta Francesco Calzolaio, l’architetto veneziano a cui venne affidato il progetto – pascolavano le mucche nello splendido seminario vescovile Ottocentesco, ora sono tornate a pascolare, metafora di quanto poco possa cambiare il destino di quei luoghi, e di come sia vano il mestiere dell’architetto». «Nel ’94 l’Aism mi commissionò i progetti dei centri

Passato un anno nell’attesa di validazione del definitivo, il progettista decide di ottimizzare i tempi dando il via alla gara d’appalto tra alcune imprese per l'affidamento della realizzazione dell’opera

di riabilitazione di Lucignano (Arezzo) e di Bova Marina – spiega Calzolaio – da presentare al primo evento Trenta ore per la vita delle televisioni private. I centri ottennero 4 miliardi di lire per ciascuno e partì per entrambi la progettazione definitiva. Ma mentre per il centro di Lucignano fu realizzato per fasi e attivo dal 2000 – aggiunge l’architetto – quello di Bova è parzialmente realizzato in maniera difforme dal progetto, e giace in abbandono, monumento all’insipienza di tanti, oggetto di scambio nelle politiche mafiose». Al.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Contemporaneamente alla gestione del cantiere i professionisti supportano la committenza nella vendita delle prime unità preparando il materiale adeguato a ogni esigenza espressa dai possibili acquirenti


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