gloria volpato portfolio
2010-2016
curriculum vitae
GLORIA VOLPATO
indirizzo: via Sisemol, 23 - 36063 Marostica - Vicenza telefono: +39 346 243 4709 email: g.volpato2@gmail.com
data di nascita: 25/03/1991 - nazionalità: Italiana esperienza professionale Giugno 2014 – Settembre 2014
Tirocinio formativo Estudio de arquitectura Toni Gironès - Av. República Argentina, 6-5a planta - Barcelona Lavoro di gruppo nella pianificazione e preparazione di concorsi pubblici e privati; disegni esecutivi per strutture in acciaio; preparazione di dossier per le pubblicazioni di progetti realizzati. Il lavoro è concentrato sull’architettura sostenibile.
Dicembre 2012 – Marzo 2013
Tirocinio formativo Studio Francesco Baggio Architetto - Piazza Firenze, 21 – Bassano del Grappa Partecipazione all’attività di progettazione. Particolare attenzione al tema della sostenibilità e del risparmio energetico. Studio delle normative vigenti. Ricerca e approfondimento sul panorama architettonico contemporaneo.
istruzione e formazione Ottobre 2013 - Marzo 2016
Laurea magistrale in Architettura Dipartimento: Architettura e culture del progetto Università IUAV di Venezia - Santa Croce, Tolentini 191 - Venezia Tesi: Arsenale di Venezia, da luogo separato a nuova centralità urbana. - Sonorità inattese. Relatore: prof. Arch. Stefano Rocchetto Voto: 110/110 e Lode Progettazione architettonica, Sostenibilità ambientale, Tecnologia dell’architettura, Architettura del paesaggio, Trasporti, Urbanistica.
Gennaio 2014 – Giugno 2014
LLP Erasmus Universidad de Alcalà - Pza. San Diego, s/n - 28801 Alcalá de Henares - Madrid Progetto architettonico, Sistemi costruttivi, Impianti, Architettura del paesaggio, Progettazione urbanistica, Disegno di figura e paesaggio.
Ottobre 2010 – Luglio 2013
Laurea in Scienze dell’Architettura Università IUAV di Venezia - Santa Croce, Tolentini 191 - Venezia voto: 103/110
Composizione architettonica, Rilievo architettonico, Disegno digitale, Disegno e rappresentazione, Fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva, Restauro, Progettazione architettonica e urbana.
Settembre 2005 – Luglio 2010
Maturità artistica sperimentale Corso di studi: Arti e comunicazione visiva Liceo Artistico G. De Fabris - via Giove, 1 – Nove - Vicenza Discipline pittoriche, Geometria descrittiva, Teorie e metodi della comunicazione visiva, Design e arti visive.
competenze personali Lingua madre altre lingue
Italiano COMPRENSIONE Ascolto Lettura
PARLATO Interazione Produzione orale
SCRITTO
Inglese
A2
B1
A2
A2
B1
Spagnolo
B1
B1
B1
B1
B1
A2
A2
Catalano
Levels: A1/2: Basic user - B1/2: Independent user - C1/2 Proficient user Common European Framework of Reference for Languages
competenze comunicative
Spirito di squadra e buone capacità di adattamento ad ambienti multiculturali.
competenze organizzative e gestionali
Buone capacità nell’organizzazione del progetto e predisposizione al lavoro di gruppo acquisiti durante il percorso formativo e attraverso attività di volontariato.
competenze informatiche
Buona padronanza degli strumenti Microsoft Office (Word, Excel, Power Point). Buona conoscenza di programmi per design grafico (Adobe Illustrator, Photoshop, Indesign). Buona conoscenza di software per disegno digitale (AutoCAD, Archicad, SketchUp, Rhinoceros). Conoscenze base di video editing (Adobe Premiere).
altre competenze
Disponibilità a spostamenti in Italia e all’Estero.
patente di guida
Categoria B
ulteriori informazioni workshop
Marghera futura. La nuova Biennale - Workshop con Sean Godsell - Luglio 2013
Urban regeneration/2 - Workshop con Aldo Aymonino - Luglio 2012
Il destino del capannone - Workshop con Sara Marini Pubblicazione: Àncore3 - Luglio 2011
portfolio
tesi di laurea
SONORITÀ INATTESE Arsenale di Venezia: da luogo separato a nuova centralità urbana
7
progetti accademici
DIALOGHI APERTI Progetto per un complesso resideziale a Venezia
21
AQUILEIA: OSSERVARE, INTERPRETARE, RIFLETTERE Progetto per il parco archeologico di Aquileia
29
AFRICA GREEN BELT Scenari per Africa 2050
35
ROMA 2025: Nuovi cicli di vita per la città.
41
URBAN REGENERATION 1.0 Il destino del capannone
49
URBAN REGENERATION 2.0 Progetto di riqualifica dell’area Alberoni
53
THE NEW BIENNALE Un padiglione per la nuova Biennale a Porto Marghera.
59
workshop
tesi di laurea
SonoritĂ inattese Arsenale di Venezia: da luogo separato a nuova centralitĂ urbana
con Giorgia Bellomo
Relatori: prof. Stefano Rocchetto arch. Monica Bosio arch. Tommaso Fornasiero arch. Valentina Gambelli arch. Massimo Gin arch. Claudio Menichelli ing. Maurizio Milan arch. Chiara Tambani
Nel considerare l’Arsenale come luogo per la città ci si trova a doversi relazionare con un contesto che per lungo tempo è stato negato al tessuto urbano. Tra i punti cardine del progetto c’è la volontà di preservare e valorizzare le peculiarità di un luogo così unico nel suo genere a lungo dimenticato. L’area presa in considerazione sono le tese denominate Galeazze est, situate nella Darsena delle Galeazze, luogo in cui sono evidenti i fenomeni di trasformazione che si sono susseguiti durante il corso dei secoli. Fin dal Cinquecento, essa era considerata uno dei nuclei del complesso arsenalizio più all’avanguardia per quanto riguarda la produzione delle imbarcazioni: furono i primi cantieri alti dell’Arsenale. Gli squeri a est della Darsena, assieme all’area degli Squadratori e delle Tese della Novissimetta sono stati teatro dell’evoluzione della cantieristica navale e della progressiva introduzione degli scafi in ferro e della propulsione a motore. La singolarità dello stato in cui si presentano oggi i grandi corpi di fabbrica delle Galeazze est ha dato il via a una riflessione sull’intervento architettonico come dialogo tra presente e passato. La mancanza di una copertura è stata il pretesto per ragionare sull’inserimento di un nuovo capitolo nella storia complessa di questi grandi edifici che nel corso dei secoli sono stati oggetto di numerose trasformazioni. Le Galeazze sono state interpretate come luogo che può nuovamente accogliere l’arca di Prometeo, un auditorium ligneo progettato nel 1984 da Renzo Piano per l’opera del compositore veneziano Luigi Nono. L’elemento copertura si appropria del ritmo compositivo dell’arca e genera spazio in cui si articolano le diverse funzioni dedicate alla produzione e alla sperimentazione musicale. L’intervento intende mettere in valore la straordinaria preesistenza ricostituendone la spazialità perduta. Le Galeazze diventano così lo scenario adatto a ospitare l’apparato ligneo progettato da Piano, nucleo attorno al quale gravita l’intera struttura.
8
TESI DI LAUREA
1
2
3
1. Veduta dalla Torre di Porta Nuova 2. Galeazze Est 3. Interno delle Galeazze Est 9
SONORITĂ€ INATTESE
La forza dell'arca, posizionata a cavallo tra il muro di spina che divide le due Galeazze, si riflette negli spazi costruiti attorno ad essa. Questi elementi sono racchiusi da una parete vetrata continua che si distacca dai muri delle Galeazze, sia per mettere in risalto gli apparati murari, sia per avere uno spazio di ingresso coperto. A piano terra si trovano i servizi dedicati principalmente all'attività concertistica legata all’arca lignea. Parallelamente a questi, lungo il perimetro est, si ricava uno spazio che è l'ingresso vero e proprio della scuola di musica, dove si trova la portineria e dal quale è possibile accedere al piano ipogeo delle sale di registrazione. Così come lo spazio musicale per l’opera Prometeo è composto da una serie di travi (chiglie) in legno lamellare, poste ogni 3,60 m, anche la struttura portante dell'intervento è costituita da travi binate in legno lamellare (240x1800 mm) poste in copertura, disposte ogni 7,20 m. La copertura inoltre è pensata come dispositivo per l'ingresso della luce: una serie di tagli e due grandi cavedi, che attraversano l'intero blocco, illuminano l'interno. Nel blocco funzionale, collegamento tra il livello interrato e la scuola di musica che sorge nello spazio-copertura, si trovano un piano dedicato agli uffici e uno agli studi di produzione. A questi piani si accede grazie una scala che si articola parallela al muro nord ed è scandita seguendo il ritmo degli archi. Arrivati in copertura ci si trova in un belvedere aperto sulla laguna nord, piano che si colloca al di sopra degli apparati murari delle Galeazze a quota 16,40 m s.l.m e si estende per quasi l'intera lunghezza dei fabbricati. In questo livello è possibile ammirare l’intera struttura dell’arca dall’alto. L’intero piano è dedicato alla scuola di musica: si trovano aule dedicate al solfeggio, aule di musica individuale e aule di musica di gruppo, pensate anche per l’attività concertistica. Le imponenti travi sono sorrette da dei pilastri scatolari in acciaio inox (400x800 mm) che si agganciano ai connettori delle travi tramite una biella. L’ultimo piano del progetto è appeso alle travi binate attraverso dei cavi d’acciaio, in modo da non frammentare lo spazio a piano terra. Il blocco funzionale lungo la parete nord è costruito su solai in acciaio sostenuti dai medesimi pilastri scatolari ed è rivestito da lastre di lamiera forata. Nel progetto sono stati inseriti pochi materiali: il legno e l’acciaio, due elementi che possono confrontarsi e risaltare rispetto alle imponenti superfici in muratura e richiamano i materiali con cui è costruita l’arca. La copertura aggetta rispetto ai volumi dei piani sottostanti fino al filo esterno dei muri delle Galeazze, trattandoli come una sorta di rovina e proteggendoli dalle intemperie. Il rivestimento del tetto piano è in lamiera, che scende e si piega fino ad avvolgere la testa delle travi. Anche le facciate esterne dell’ultimo piano sono rivestite in lamiera, in questo caso forata; essendo l’unica porzione che supera la quota dei muri delle Galeazze, era importante sottolinearne la forza. Dalla copertura si genera quindi un elemento che avvolge l’arca e che restituisce spazialità alle Galeazze. L’intervento non mira a delineare nuovamente il sistema di copertura originario ma, mettendosi in relazione con il contesto, in particolar modo con le Galeazze a ovest della Darsena, intende proporre un nuovo capitolo della storia di questo luogo.
10
TESI DI LAUREA
Rivestimento in lamiera con dispositivi d’illuminazione naturale
Copertura composta da travi binate in legno lamellare con cavi in acciaio che sorreggono il piano inferiore
Terzo piano dedicato alla scuola di musica
Blocco funzionale sviluppato su tre livelli di cui uno ipogeo
Spazio musicale Prometeo inserito a cavallo tra le due Galeazze
4
4. Spaccato assonometrico della strategia di progetto 11
SONORITĂ€ INATTESE
0
5m
25m
5. Attacco a terra di progetto
A
D'
10 9
4
5
8
7
6
C
C'
11
3 2
1 B
B'
A'
D
6
0
2m
10m
6. Pianta piano terra 1. Portineria 2. Montacarichi 3. Scala di sicurezza 4. Deposito 5. Servizi igienici 6. Guardaroba 7. Punto ristoro 8. Spazi di servizio del punto ristoro 9. Scala di sicurezza 10. Servizi per il personale 11. Biglietteria 14
TESI DI LAUREA
7
DETTAGLIO
8
0
2m
10m
7. Sezione A–A’ 8. Sezione B–B’ 15
SONORITÀ INATTESE
1 7 1
4
2
2
3
10
3 9
3
9
3
9 9 4 9
5
6 7
9
8 8
9
0
2m
10m
9. Piano piano terzo 1. Ingresso/Portineria 2. Aula solfeggio 3. Aula studio individuale 4. Scala di sicurezza 5. Vano tecnico 6. Monta carichi 7. Servizi igienici 8. Camerini 9. Aula studio di gruppo 10. Aula insegnanti 16
TESI DI LAUREA
10
11
0
2m
10m
10. Sezione C–C’ 11. Sezione D–D’ 17
SONORITÀ INATTESE
12
12. Vista dall’ingresso 18
TESI DI LAUREA
Dettaglio 1 Lamiera di rivestimento Elemento in plastica di supporto alla lamiera Massetto di pendenza in cls 1% Membrana impermeabilizzante Isolante termico ad alta densitĂ Lamiera grecata + getto di completamento in cls Trave IPE 360 Elemento di aggancio per il controsoffitto Controsoffitto in lastre di cartongesso con isolante fonoassorbente Dettaglio 2 Massetto alleggerito in cls con strato di finitura Lisciata al quarzo Isolante termico ad alta densitĂ Membrana anticalpestio Lamiera grecata + getto di completamento in cls Trave IPE 300 Controsoffitto in lastre di cartongesso con isolante fonoassorbente Dettaglio 3 Travi binate in legno lamellare Connettore trave Sistema di supporto della trave Pilastro scatolare in acciaio inox
(mm) sp. 5 sp. 100
1
sp. 150 sp. 4 sp. 100 sp. 150 3
/ / sp. 70
sp. 50 / sp. 40 sp. 4 sp. 150 / sp. 40
240 x 1800 / / 400 x 800
2
13
13. Dettaglio costruttivo, scala 1:50 19
SONORITĂ€ INATTESE
progetti accademici
Dialoghi aperti Progetto per un complesso residenziale a Venezia
con Giulia Chemello
a.a. 2011-2012 prof. Antonella Cecchi prof. Stefano Rocchetto prof. Valeria Tatano
L’infinito moltiplicarsi delle differenze di una città come Venezia restituisce un’immagine sempre compiutamente unitaria. In che modo il progetto d’architettura può inserirsi in questa visione caleidoscopica? L’area di progetto è l’ex Palazzo Tiepolo alla Misericordia, un punto di sutura tra due parti di città: la zona di Rivo Antico, costituita da un tessuto di impianto medievale, e la parte di impronta Ottocentesca. L’immensità di scorci proposti da Venezia si cattura, per la maggiore, al livello del suolo, è dunque in questo senso che il progetto si pone in relazione critica con ciò che è il preesistente. Il principio insediativo adottato mira a una unitarietà che a più riprese fornisce possibilità di vedere oltre ad essa.
1
1. Ex Palazzo Tiepolo, Fondamenta della Misericordia 2. (a lato) Inquadramento generale 22
PROGETTI ACCADEMICI
23
DIALOGHI APERTI
0
5m
25m
3. Attacco a terra 24
PROGETTI ACCADEMICI
0
5m
25m
4. (dall’alto) Pianta piano terzo, pianta piano primo e secondo, pianta piano terra, sezione A-A’. 1. Giardino comune 2. Ingresso 3. Alloggio 45 m2 4. Spazio di distribuzione 5. Alloggio 65 m2 6. Alloggio 85 m2 7. Alloggio 110 m2 8. Alloggio 200 m2
8
7
6
4 7
3
3
A
1
A’
2
25
DIALOGHI APERTI
5. Dettagli costruttivi 26
PROGETTI ACCADEMICI
6
6. Vista del fronte Sud-Ovest dal Rio di Noale 27
DIALOGHI APERTI
progetti accademici
Aquileia: osservare, interpretare, riflettere Progetto per il parco archeologico di Aquileia.
con Giulia Chemello
a.a. 2012-2013 prof. Serena Maffioletti
Il rapporto con la materia antica è qui indagato attraverso un progetto che ha come principale obiettivo quello di “vivere l’archeologia”. Un intervento a scala urbana che mira a valorizzare e preservare il patrimonio della città antica. Il progetto prevede la costruzione di un museo archeologico al quale si accede da una lunga promenade architecturale che affianca il Porto Fluviale Antico di Aquileia. E’ la promenade a unire l’intero sistema, che va poi a terminare in un parco residenziale dove si collocano abitazioni-atelier per studiosi. Il progetto è inteso come occasione di confronto con il patrimonio archeologico attraverso il suo massimo rispetto ottenuto attraverso strategie architettoniche che enfatizzano la sospensione del nuovo manufatto architettonico.
1
1. Vista del museo archeologico dall’ingresso al parco 30
PROGETTI ACCADEMICI
4
1
2
5
3
0 5m
25m
2. Inquadramento generale 1. Parcheggio 2. Percorso museale 3. Museo e biblioteca 4. Accesso all’area residenziale 5. Piazza comune 31
AQUILEIA: OSSERVARE,INTERPRETARE,RIFLETTERE
-2,00m
+1,00m
0 2m
5m
10m
3. Pianta ipogea, -2,00m 4. Sezione A-A’ 32
PROGETTI ACCADEMICI
+2,00m
2
6
+3,75m 1 3
4
6
6
5
+3,00m
0 2m
5m
10m
5. Pianta del museo, +5,00m 6. Sezione B-B’ 1. Ingresso biblioteca 2. Biblioteca 3. Sala lettura 4. Servizi igienici 5. Ingresso museo 6. Sale espositive 33
AQUILEIA: OSSERVARE,INTERPRETARE,RIFLETTERE
progetti accademici
Africa green belt Scenari per Africa 2050
con Mattia Agnoletto
a.a. 2013-2014 prof. Benno Albrecht prof. Giovanni Mucelli prof. Massimiliano Scarpa
La strategia di sviluppo per piccoli centri punta alla creazione di un sistema diffuso che garantisca, nella migliore delle ipotesi, un insieme di centri autonomi dal punto di vista energetico e idrico. Questo sistema “poroso” mira a garantire una più facile gestione di ogni singolo centro e una maggiore integrazione con il Green Wall, con il quale si viene a creare una grande città-diffusa verde. Questo deve confrontarsi con due grandi problematiche: l’aumento demografico esponenziale che avverrà da qui al 2050 che prevede un incremento del 50%; e l’avanzamento progressivo del fenomeno di desertificazione da nord a sud. La creazione del Green Wall e dei nuovi insediamenti necessita di approvvigionamento d’acqua, potabile e non, utile per la vita, lo sviluppo urbano e la forestazione.
2
GREEN WALL AND SMALL CITIES
3
1
4
1. Geografia attuale e scenario della green wall 2. Aumento demografico 3. Desertificazione 4. Indice soleggiamento 36
PROGETTI ACCADEMICI
5
5. Scenario dell’avanzamento della desertificazione, stato di abbandono delle piccole città . 37
AFRICA GREEN BELT
6
7
6-7. Scenari di sviluppo delle cittĂ produttrici di energia elettrica. 38
PROGETTI ACCADEMICI
8
8. Scenario di sviluppo di aree per la transumanza e l’agricoltura. 39
AFRICA GREEN BELT
progetti accademici
Roma 2025 Nuovi cicli di vita per la cittĂ
con Mattia Agnoletto Filippo Borgo Chiara Pasqualetto
a.a. 2014-2015 prof. Renato Bocchi prof. Alberto Cecchetto prof. Silvio Nocera prof. Laura Zampieri
Prima Porta, Labaro, Castel Giubileo e Saxa Rubra sono interventi sorti attorno allo snodo infrastrutturale che definisce l’accesso a Roma nei pressi del Tevere. Queste aree, ed in particolare Prima Porta e Labaro, nacquero fuori del Piano regolatore e sono considerate borgate “storiche”. Fino agli anni ’30 furono abitate prevalentemente da coloni e braccianti agricoli, casali e case rurali per la gestione agricola costellavano la campagna. Intorno agli anni ’40, in prossimità del Tevere, nella zona di Labaro, nasce una zona industriale di fornaci che utilizzano la terra argillosa e l’acqua del fiume per la lavorazione dei laterizi. Questo insediamento è ben collegato con Roma grazie alla linea ferroviaria e in breve Labaro diventa un importante centro di produzione. La costruzione della diga di Castel Giubileo, negli anni ’50, produce uno sviluppo massiccio degli insediamenti operai nati nei pressi delle fornaci. Con il boom economico degli anni ’60 si ha un ulteriore sviluppo, incentivato sicuramente dagli assi costituiti dalla Flaminia e dalla Cassia, che collegano questi nuclei insediativi discontinui.
Aree urbane scarsamente collegate centri urbani collegamenti potenziali via Flaminia limiti urbani corsi d’acqua
Parco come sistema di riqualificazione urbana parco urbano limiti urbani
Le prime analisi condotte hanno portato alla lettura di questa area come un insieme di episodi urbani frammentati. La forma fisica del territorio e i grandi sistemi infrastrutturali che attraversano il quadrante 9 sono i fattori fondamentali che danno vita a questi insediamenti. Il progetto di suolo come grande strategia di connessione tra queste aree intende porsi come un grande catalizzatore urbano, elemento in grado di generare e sviluppare processi. Le azioni di progetto si basano su un sistema di raccolta e gestione delle acque. La modellazione del suolo porta non solo a definire i percorsi dell’acqua, ma anche al disegno di spazi e percorsi che strutturano un’area di parco urbano pensata come progetto aperto e versatile nel tempo.
Struttura antropica come generatrice di flussi flussi di percorrenza edificato esistente parco urbano
Flussi come organizzatori di spazi connessioni flussi di percorrenza 1
1. Strategia di intervento 42
PROGETTI ACCADEMICI
6
Gli schemi rappresentano come il progetto, attraverso l’azione di modellazione del suolo, può assumere differenti configurazioni, dilatandosi o restringendosi in base alle funzioni che nel tempo possono essergli attribuite.
10
Parco spotivo Parco attrezzato per Parco sportivo sportiva Parcol’attività attrezzato per l’attività sportiva all’aperto. all’aperto 9
6
Abitare il parco Abitare il parco ScenarioInterventi di interventi di socialdi housing. social housing 8 7
5
6
4 3
1
2
Giardino botanico Aree destinate alla coltivazione delle specie arboree autoctone Giardino botanico Aree destinate alla coltivazione delle specie arboree autoctone.
3
2. Masterplan 3. Scenari 1. Stazione di Saxa Rubra 2. Teatro 3. Alloggi per studenti 4. Libreria 5. Palestra 6. Parcheggi 7. Centro RAI 8. Stazione Centro RAI 9. Stazione di Labaro 10. Stazione Prima Porta
versatilità Gli schemi rappresentano come il progetto, attraverso l’azione di modellazione del suolo, può assumere differenti configurazioni, dilatandosi o restringendosi in base alle funzioni che nel tempo possono essergli attribuite.
43
ROMA 2025
A
4. Attacco a terra e sezione 44
PROGETTI ACCADEMICI
A’
0
5 10
25
50m 45
ROMA 2025
1. Scossalina metallica; 2. Strato di ghiaia drenante 10 cm; 3. Guaina impermeabilizzante 0,5 cm; 4. Massetto di pendenza 10 cm; 5. Isolante termico 15 cm; 6. Getto in CLS 15 cm; 7. Doppio tavolato ligneo 5 cm; 8. Lamierino trattenuta ghiaia; 9. Sistema illuminante; 10. Trave in legno lamellare 100 cm; 11. Illuminazione indiretta; 12. Sistema di riscaldamento e raffrescamento ad aria; 13. Setto portante in CLS armato 40 cm; 14. Isolamento termico a parete 10 cm; 15. Sistema di rivestimento con pannelli in lamiera forata a montanti e traversi; 16. Pavimento in PVC 1 cm; 17. Getto di livellamento in cemento 20 cm; 18. Isolante termico a pavimento 10 cm; 19. Platea di fondazione in CLS 40 cm; 20. Guaina impermeabilizzante 1 cm; 21. Gradoni in legno con struttura metallica; 22. Magrone di cemento 15 cm; 23. Terreno esistente; 24. Lastricato in pietra 3 cm; 25. Massetto di pendenza 10 cm; 26. Terra stabilizzata 10 cm; 27. Canalina di scolo; 28. Lamina in acciaio con picchetto di supporto; 29. Seduta a sbalzo in legno; 30. Terra da coltivo 10 cm; 31. Canalina a vista in CLS con illuminazione; 32. Pista ciclabile in CLS 25 cm; 33. Sistema di illuminazione; 34. Tessuto geotessile; 35. Marciapiede.
5
6
5. Dettaglio costruttivo 6. Fotomontaggio, vista del parco fluviale dalla cavea esterna 46
PROGETTI ACCADEMICI
A
A’
7
8
1,4 km
200 m 0
0 2m 5m
15m
1,4 km
200 m 0
7. Pianta del teatro 8. Sezione A-A’ 47
ROMA 2025
workshop
Urban regeneration Il destino del capannone
con Federica Cattaneo Giulia Chemello Sofia Zanetti
a.a. 2010-2011 prof. Sara Marini
Il dialogo tra spazio costruito e spazio aperto viene letto alla luce dell’effettiva necessità e capacità della città di mantenere gli spazi ereditati da un recente passato. L’ex-Elba di Bassano del Grappa (ambito di 30.000 mq) è un’area di proprietà privata, ex industria metalmeccanica, posizionata nella zona ovest della città, ai margini del tessuto urbano consolidato. Il progetto di riqualificazione tiene conto della futura funzione di porta ovest della città caratterizzata da funzioni miste. Il lavoro è articolato in tre fasi: la comprensione delle ragioni dell’abbandono, sviluppata attraverso sopralluoghi, mappe e diagrammi; la definizione delle strategie progettuali di riutilizzo del capannone e dell’area di pertinenza; la restituzione del percorso attraverso la redazione di una rivista: “Àncore”.
2
1
3-4
1. Copertina di ÀNCORE n.3 2-4. Capannone Ex-Elba a Bassano del Grappa 50
WORKSHOP
5
6
7
8
5. Plastico di strategia 1:1000 6. Plastico 1:500 7-8. Plastico 1:200 51
URBAN REGENERATION
workshop
Urban regeneration/2 Nuova centralitĂ urbana Lido di Venezia, Alberoni
con Giulia Chemello Sara Colombi e con Elisa Merlin, Gianmarco Gallana, Paolo Richelli
a.a. 2011-2012 prof. Aldo Aymonino
Il progetto prevede la riqualificazione dell’area Alberoni al Lido di Venezia. Quattro sono i cardini del progetto: la nuova piazza d’acqua, la nuova piazza Alberoni, l’accesso al mare e la darsena. Fondamentale è il sistema dei percorsi che unifica e fortifica questi interventi in un’area che è destinata ad esssere un importante punto di approdo per la popolazione dell’area di Venezia. Importante è il rispettoe e la valorizzazione dell’acqua, della vegetazione mediterranea e della spiaggia, elemento predominante del paesaggio degli Alberoni.
1 2 5 4
3
1
1. Alberoni, inquadramento generale 1. Piazza d’acqua 2. Piazza Alberoni 3. Darsena 4. Accesso al mare 5. Parcheggi 54
WORKSHOP
2
3
4
2-4 Alberoni, accesso al mare 55
URBAN REGENERATION/2
5
6
7
5-7 Plastico 1:1000 Sistema dei percorsi e accesso al mare. 56
WORKSHOP
+2,70m 1 2
3
10
13
4
+2,40m
+2,50m
5 6 7 8 9
11
12
14
8
1. Struttura portante in materiale da riporto da demolizione 2. Guaina di contenimento e antiradice in fibra di cocco e rete sintetica sp. 0,4cm 3. Terra di coltivo con piantumazione lagunare 4. TNT con funzione drenante sp. 0,2cm 5. Canaletta di raccolta acqua in c.a. autoportante 6. Magrone sp. 8 cm 7. Guaina impermeabilizzante con canaletta di scolo acque piovane sp. 0,2cm 8. Strato drenante composto da: materiale di riporto da demolizione sp. 9cm; sabbia sp. 4cm 10. Marciapiedi in tavolato ligneo su struttura in c.a. prefabbricato, pendenza 2% 11. Fondazioni a trave rovescia con guaina bituminosa impermeabilizzante 12. Terra da coltivo composta da terriccio e sabbia sp. 40 cm 13. Tirante in acciaio 14. Rete in plastica di contenimento manto erboso
8. Dettaglio costruttivo del modulo per l’area di accesso al mare destinata al parcheggio di automobili. 57
URBAN REGENERATION/2
workshop
The new Biennale Un padiglione per la nuova Biennale a Porto Marghera
a.a. 2012-2013 arch. Sean Godsell
Porto Marghera è interpretata come nuova sede della Biennale. Il masterplan per i Giardini della Biennale propone nuovi spazi e nuove funzioni per la popolazione di Venezia. Nuovi impianti sportivi, un sistema di orti urbani, nuovi approdi per le imbarcazioni degli abitanti, nuove residenze e spazi per l’università. Un progetto radicale, una visione futuristica per uno spazio fondamentale nella realtà veneziana.
1
2
1. Masterplan per i Giardini della Biennale 2. Masterplan della nuova Biennale a Porto Marghera 60
WORKSHOP
A
A’
3
0
2m 5m
10m
4
3. Pianta di un padiglione sull’acqua 4. Sezione A-A’ 61
THE NEW BIENNALE
A Parete in cartongesso sp. tot. 10 cm con pannelli in cartongesso sp. 1,25 cm; materassino coibente sp. 4 cm; struttura in profilati metallici a C e U. B Vetrata continua in vetrocamera sp. tot. 5 cm su struttura in profili metallici tubolari 5x4,5 cm; pilastro portante in legno 30x30 cm. C Solaio in legno e calcestruzzo sp. tot. 24 cm. Strato di calcestruzzo lucidato al quarzo sp. 2 cm; allettamento; isolante sp. 2 cm; guaina bituminosa; massetto sp. 6 cm; tavolato ligneo sp. 4 cm; travetti 10x10 cm; trave 30x45 cm.
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5. Dettaglio costruttivo 62
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6-7. Plastici 1:100 63
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